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Nasce la Carta della Regola di Calavino
14931493
Una sequenza di 27 articoli che regolamentavano la vita comunitaria, approvata nel 1493 da Giovanni Gaudenzio, padre del Cardinale Cristoforo Madruzzo. La Carta regolava democraticamente la comunità, che si riuniva annualmente alla presenza del rappresentante della famiglia Madruzzo nella piazza del paese. Nel corso di questo incontro venivano prese delle decisioni rilevanti, come l'elezione delle cariche comunali, il calendario agreste in riferimento allo sfalcio del fieno e al periodo della vendemmia, ecc. La convocazione avveniva la sera precedente per mezzo del saltaro, ossia una guardia giurata comunale che passava di casa in casa avvertendo i vicini, termine col quale si indicavano gli abitanti originari del luogo, distinti dai forestieri, ossia coloro che si erano insediati da poco nella comunità, di presentarsi all'indomani in piazza per la regola. La partecipazione era obbligatoria; gli assenti, salvo cause di forza maggiore, venivano multati, verificandone la presenza per appello nominale. Oltre alle autorità locali, come il maggiore (carica di sindaco) o i giurati (specie di consiglieri), la figura centrale era rappresentata dal regolano, l'incaricato vescovile (per Calavino coincideva con un rappresentante della famiglia Madruzzo o con il Capitano del Castello) che doveva verificare la regolarità delle operazioni assembleari e svolgere anche la funzione di giudice civile fra gli abitanti per eventuali questioni inerenti ai possibili contrasti sul mancato rispetto delle norme statutarie o liti private. Il momento più atteso era l'elezione delle cariche pubbliche; il meccanismo elettorale non era del tutto semplice e, al di là delle scelta di persone valide per i posti di maggiore responsabilità, era in uso allora il sistema della rotazione secondo l'ordine progressivo delle abitazioni; prevaleva, quindi, il senso del dovere più che quello dell'onore.
46.044295, 10.981245
http://it.wikipedia.org/wiki/Calavino
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Unione dei Comuni di Calavino, Madruzzo e Lasino
14281767
Sotto la giuda di Giovanni Besagno maggiore di Calavino, Bernardo Boninsegna maggiore di Lasino e Francesco Pisoni maggiore di Madruzzo vennero riuniti in un unico ente territoriale i 3 Comuni. Tale fusione è documentata dalla cosiddetta Carta Unionis factae de Montibus, ed Pasquis omnibus inter homines Villae Callavini, cum hominibus villae Lasini et Madrutii; ossia Carta d'Unione di tutti i monti e pascoli, sancita tra gli abitanti della villa di Calavino con quelli di Lasino e Madruzzo.
Questo legame durò poco più di 300 anni e lo scioglimento dovrebbe essere avvenuto intorno al 1767 allorchè incominciarono a sorgere dei contenziosi di tipo fiscale [si veda il documento sulla spartizione della "còlta" per i forestieri] e soprattutto di tipo territoriale [si vedano i numerosi contrasti per l'individuazione dei confini] fra Calavino da una parte e Lasino con Madruzzo dall'altra.Questa nuova situazione non determinò sostanziali modifiche interne, tutt'al più verso la fine del secolo si assiste ad una serie di questioni catastali per la spartizione del territorio (si tratta ovviamente delle aree comunali: boschi e prati, di cui in precedenza ogni abitante delle tre comunità poteva godere sia a Calavino, che a Lasino che a Madruzzo).
46.032259, 10.977640
http://www.comune.calavino.tn.it/territorio/calavino/35-calavino-un-po-di-storia
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I comuni sotto il domino francese
18101810
In questo periodo Calavino aveva 2.733 ab. e comprendeva Calavino, Padergnone, Lasino e Cavedine. Nei comuni di terza classe (ossia quelli che avevano una popolazione inferiore ai 3000 abitanti) vi era il Sindaco, coadiuvato da 2 anziani nominati dal Prefetto di Trento. In base a questa nuova suddivisione Calavino sembra assumere l'antica supremazia pievana sull'intera valle di Cavedine ed anche su Padergnone.
46.049597, 10.985107
http://www.comune.calavino.tn.it/territorio/calavino/35-calavino-un-po-di-storia
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Ricostituzione degli antichi villaggi sotto la dominazione austriaca
18161918
La struttura istituzionale austriaca, conseguente al passaggio del Trentino o Tirolo italiana all'Austria, fu favorevole, per quanto concerne l'organizzazione periferica, alla ricostituzione delle antiche comunità di villaggio con una proliferazione di comuni; quindi da Calavino si staccarono: Lasino, Cavedine e Padergnone che formarono a loro volta singoli comuni.
46.038605, 10.985107
http://www.comune.calavino.tn.it/territorio/calavino/35-calavino-un-po-di-storia
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Comune unico di Madruzzo
19281953
Con il Regio Decreto 7 giugno 1928 Calavino fu aggregato a Lasino formando il Comune di Madruzzo, con sede a Lasino.
46.035507, 10.985966
http://www.comune.calavino.tn.it/territorio/calavino/35-calavino-un-po-di-storia
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I comuni di Lasino e Calavino tornano separati
19532015
Con la nascita della Repubblica Italiana e la ricostruzione del secondo dopoguerra, è avvertita dalla Comunità di Calavino l'esigenza di ricostituire la vecchia municipalità; infatti . nonostante qualche opposizione - il Consiglio Regionale nel 1953 approva il distacco di Calavino da Lasino.
46.037473, 10.975923
http://www.comune.calavino.tn.it/territorio/calavino/35-calavino-un-po-di-storia
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Referendum per l'unificazione del paese di Sarche
19771977
l referendum popolare dell'11 dicembre 1977, indetto nei Comuni di Calavino e Lasino, che portò all'unificazione del paese di Sarche - dapprima diviso nelle due frazioni di Sarche di Lasino e Sarche di Calavino - nell'ambito del solo Comune amministrativo di Calavino.
46.046439, 10.953178
http://www.comune.calavino.tn.it/territorio/calavino/35-calavino-un-po-di-storia
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Carta di Regola di Lasino
17091757Venne approvata dal Principe Vescovo la carta di Regola di Lasino, costituita da 52 articoli .46.024065, 10.982919
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Passaggio del Generale Vendôme
17031703
Nel corso del 1703 il territorio trentino è direttamente coinvolto nella guerra di Successione spagnola che oppone la Francia dei Borbone all’Austria degli Asburgo. Il I settembre 1703, 1.300 uomini, comandati dal maresciallo Vendôme, sbarcano a Riva del Garda, provenienti dalle coste lombarde del lago, e avanzano verso Trento. Al rifiuto della resa, la capitale è sottoposta per tre giorni al bombardamento delle artiglierie francesi collocate sul Doss Trento (due noti dipinti, ex voto, conservati al Museo Diocesano di Trento, raffigurano l’avvenimento). La città è risparmiata dal saccheggio da un provvidenziale mutamento di strategia, che sollecita Vendôme ad abbandonare repentinamente il territorio invaso. Come erano arrivati, i soldati francesi e i loro alleati bavaresi riprendono la strada della valle dei Laghi e se ne vanno a bordo di sette barconi, lasciandosi alle spalle il porto di Riva del Garda. Cercarano di incendiare anche Castel Toblino e di danneggiarlo alla ricerca di un tesoro.
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