LA COMUNICAZIONE UMANA:
PRINCIPALI MODELLI TEORICI E DEFINIZIONI
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006�Capitolo I. La comunicazione umana
Punti della sezione
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La comunicazione come attività complessa e sofisticata
Il soggetto umano è un essere comunicante (oltre che pensante, emotivo, e sociale)
La comunicazione umana ha molteplici dimensioni:
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PRINCIPALI PUNTI DI VISTA SULLA COMUNICAZIONE
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1. L’approccio matematico:
la comunicazione come trasmissione di informazioni
La centralità del concetto di informazione (dimensione base della realtà accanto a quelle di massa e energia)
Diversamente da altre risorse, l’informazione è:
Informazione come “una differenza che genera differenza” (non è il semplice dato in sé ma la relazione fra due o più dati, in grado di generare ulteriori conoscenze)
Informazione è il valore di probabilità che si realizza all’interno di molte possibilità combinatorie (N scelte) fra H simboli
Es. mela Nscelte (214) fra 21simboli Introduzione s-codice (codice linguistico)
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1. L’approccio matematico:
la comunicazione come trasmissione di informazioni
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Modello matematico di Shannon e Weaver:
passaggio di un segnale da una fonte A attraverso un trasmettitore lungo un canale a un destinatario B grazie a un recettore
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Feedback = quantità di informazione che dal ricevente ritorna all’emittente. Il feedback può essere:
N.B. Il concetto di feedback è diverso da quello di rinforzo
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Il modello matematico è integrato da alcuni concetti:
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Modello matematico implica una teoria forte del codice (condizione necessaria e sufficiente per comunicare è avere a disposizione un codice di trasmissione dei messaggi)
LIMITI
NON vengono considerati altri fondamentali aspetti della comunicazione, quali:
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2. L’approccio semiotico:�la comunicazione come significazione e come segno
Il processo della significazione
La semiotica (o semiologia) è la scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale
Per la semiotica, la comunicazione è un processo di significazione
(= capacità di generare significati; proprietà fondamnentale di ogni messaggio di avere un senso e un significato per i comunicanti)
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Da Aristotele, a Tomaso d’Aquino
Il diagramma della significazione (versione di Ogdne e Richards)pone in relazione tre elementi:
La conseguenza del processo di significazione:
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Che cosa si intende per
SEGNO?
Due principali accezioni:
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a) Segno come equivalenza
Secondo de Saussure, il segno è: l’unione di un’immagine acustica (il significante o espressione) e di una mentale (il significato o contenuto)
Equivalenza = corrispondenza piena e stabile fra espressione e contenuto
Segno ha carattere arbitrario e oppositivio
Funzione segnica: il segno non va inteso come una realtà fisica, ma come una relazione fra due funtivi
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Lingua = sistema di differenze di suoni combinati a un insieme di differenze di significati
Distinzione fra:
Focus sulla stabilità dei segni, racchiusi in un codice statico e teoricamente immutabile
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b) Segno come inferenza
Secondo Peirce, il segno è qualcosa che per qualcuno sta al posto di qualcos’altro, sotto qualche rispetto o capacità
Funzione di rimando (rimandare a qualcosa di diverso da sé)
Peirce individua tre tipi di segni:
le icone = relazione di somiglianza con le proprietà del referente (es. cestino, icone russe)
gli indici = rapporto di contiguità fisica con l’oggetto cui si riferiscono (es. fumo)
i simboli = rapporto arbitrario con il referente, stabilito per contiguità e appreso (es. parola)
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Segno come inferenza = indizio da cui trarre una conseguenza
Il segno come equivalenza rimanda alla nozione di codice, il segno come inferenza rimanda alla nozione di contesto
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3. L’approccio pragmatico:
la comunicazione come azione e come interazione fra testo e contesto
La distinzione di Morris in:
Semantica = analisi dei significati dei segni
Sintassi = analisi delle relazioni formali fra i segni
Pragmatica = analisi della relazione dei segni con gli attori
La pragmatica si occupa di - uso dei significati
- relazione fra segno e interpretante
- rapporto fra testo e contesto
- atto concreto e situato
La pragmatica analizza i processi impliciti (come la deissi, l’implicatura conversazionale e la presupposizione)
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3. L’approccio pragmatico:
Quattro punti di vista:
c) Modello ostensivo-inferenziale (Sperber e Wilson)
d) I significati presuntivi (Levinson)
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3a) La teoria degli atti linguistici
Secondo Austin, dire qualcosa è anche fare sempre qualcosa
Comunicazione come processo
Categorie di atti linguistici: - atti locutori: atti di dire qualcosa (fonetici, fatici, retici)
- atti illocutori: atti nel dire qualcosa (assertivi, direttivi, commissivi, espressivi, esercitivi, verdettivi)
- atti perlocutori: atti con il dire qualcosa
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Un po’ di definizioni…
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UN PO’ DI DISTINZIONI…
Distinzione fra - atto
- forza dell’atto (illocutoria) = forza contenuta nell’atto (e.g. disordinato/intelligente)
- effetti perlocutori = effetti sull’interlocutore
Distinzione fra -atti linguistici:
a) diretti = la forza illocutoria è trasmessa in maniera conforme e corrispondente al significato letterale dell’enunciato medesimo
b) indiretti = la forza illocutoria non deriva dal significato letterale dell’enunciato, ma dai modi non verbali con cui è manifestata
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Distinzione fra :
N.B. esiste sempre uno scarto comunicativo fra frase ed enunciato. .. L’enunciato comunica molto più di quanto sia contenuto in una frase letteralmente intesa
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3b) Il principio di Cooperazione�e le implicature conversazionali di Grice
Distinzione fra:
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Comunicazione è un processo costituito da un osggetto che ha intenzione di far sì che il ricevente pensi o faccia qualcosa, operando in modo che il ricevente riconosca che l’emittente sta cercando di causare in lui quel pensiero o quell’azione (P sa che A sa che P sa che A sa…)
Intenzionalità informativa (A trasmette a B qualcosa che non sa, ottenendo in tal modo un aumento delle sue informazioni secondo la modalità di codifica e decodifica) + Intenzionalità comunicativa (voler rendere consapevole B di qualcosa di cui prima non era consapevole)
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Distinzione fra:
Es. lapsus, gaffe, atto di sbadataggine, ecc.
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Grice formula il Principio di Cooperazione nei seguenti termini:
dai il tuo contributo al momento opportuno, così com’è richiesto dagli scopi e dall’orientamento della conversazione in cui sei impegnato
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Il principio di Cooperazione è declinato in quattro massime:
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dire
Distinzione fra crea uno scarto
significare
Logica del linguaggio vs logica della conversazione…
L’implicatura conversazionale colma lo scarto fra:
N.B. è un processo mentale, di natura inferenziale
Funzione delle implicature: consentono di “estrarre” il significato (non detto) che è contenuto in modo implicito nell’enunciato
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Esempi
A): Sai che ore sono?
B): Bah, è già passata la corriera per Rovereto (delle ore 7.30 del mattino)
A): Hai visto Giovanna?
B): C’è la pelliccia di violpe nel suo ufficio
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In particolare, il parlante, dicendo p, implica conversazionalmente q soltanto se:
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Michele ha lavorato a lungo a Roma
Implicatura = ?
Fabrizia finirà il lavoro per domani
Implicatura = ?
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Le implicature hanno quattro proprietà:
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Esempi
CANCELLABILITA’
a): affermazione: Michela ha mangiato alcuni pasticcini
b): implicatura per default: Michela non ha mangiato tutti i pasticcini
c): cancellazione di b): Michela ha mangiato alcuni pasticcini. Di fatto, li ha mangiati tutti
NON DISTACCABILITA’
Claudio non è riuscito a dare l’esame di diritto penale
(Implicatura: Claudio ha cercato di dare l’esame di diritto penale)
NON CONVENZIONALITA’
Sergio è una macchina
(implicature diverse a seconda del contesto:
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Il principio di pertinenza e il modello ostensivo-inferenziale
Secondo Sperber e Wilson, per “voler dire” qualcosa con un enunciato X il soggetto S deve avere l’intenzione che:
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informativa (intenzione di informare il destinatario di qualcosa)
L’intenzione può essere
comunicativa (intenzione di informare il destinatario sulla propria intenzione comunicativa)
Il concetto di “essere manifesto”:
un fatto è “manifesto” a un soggetto se, e solo se, egli è capace di rappresentarsi mentalmente questo fatto e di accettare la sua rappresentazione come vera
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Mutuo ambiente cognitivo: ogni ipotesi è reciprocamente manifesta e assicura un sufficiente grado di cooperazione per capirsi e per comunicare
Principio di Pertinenza:
Ostensione:
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Inferenza: processo logico al termine del quale un’ipotesi è ammessa come vera (o probabilmente vera) sulla base di altre ipotesi la cui verità certa (o probabile) è ammessa in partenza
Inferenza non dimostrativa: inferenza fondata sul ragionamento pratico che impiega le competenze deduttive (da Sperber e Wilson chiamate dispositivo deduttivo) per produrre varie forme di implicazioni
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Grado di pertinenza di una informazione è dato da due condizioni:
Pertinenza ottimale: capacità degli interlocutori di seguire l’ipotesi comunicativa che ottimizza gli effetti contestuali e che minimizza l’impegno cognitivo
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I significati presuntivi
Secondo Levinson, sono le interpretazioni preferite degli enunciati in un dato scambio comunicativo
Tre livelli di significato: - significato-tipo della frase (significato-tipo astratto e ideale)
- significato-occorrenza dell’enunciato (uso del significato di una frase in una occorrenza concreta e contingente entro uno specifico contesto)
- significato-tipo dell’enunciato (significato usuale e regolare, ricorrente in una determinata classe di contesto, in grado di generare inferenze sistematiche e prevedibili)
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Implicatura conversazionale generalizzata: inferenza standard che usualmente è realizzata, dati un certo contesto e un certo enunciato
Tale inferenza si fonda su tre euristiche:
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Tre principi pragmatici per spiegare la comunicazione:
Principio Q
Massima per il parlante: non fare un’affermazione che sia più debole a livello informativo di quanto la tua conoscenza lo consenta, a meno che il fatto di fornire un’affermazione più ricca sul piano informativo vada contro il principio I. In particolare, scegli l’alternativa più forte a livello informativo che sia coerente con i fatti
Corollario per il destinatario: assumi che il parlante faccia l’affermazione più consistente con quanto conosce
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Principio I
Massima per il parlante: dì il minimo indispensabile, necessario per raggiungere i tuoi scopi comunicativi, tenendo a mente il principio Q (massima di minimizzazione)
Corollario per il destinatario: amplia il contenuto informativo dell’enunciato del parlante, facendo l’interpretazione più specifica al fine di individuare la sua intenzione comunicativa (regola di arricchimento)
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Principio M
Massima per il parlante: segnala una situazione non usuale facendo ricorso a espressioni marcate che contrastino con quelle impiegate per descrivere corrispondenti situazioni usuali
Corollario per il destinatario: ciò che è comunicato in modo non usuale indica una situazione non usuale (cioè un messaggio marcato indica una situazione marcata)
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L’approccio sociologico: la comunicazione�come espressione e prodotto della società
Microsociologia studia i processi della vita quotidiana, il flusso degli accadimenti nella loro sequenza non sempre ordinata
Macrosociologia studia i processi generali inerenti le istituzioni e le organizzazioni complesse in quanto costitutivi e strutturali della società
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La microsociologia di Goffman
“Sociologia delle occasioni”: studio delle circostanze in cui hanno luogo le esperienze quotidiane e ricorrenti
Concetto di frame = cornice (o contesto) entro cui si realizza lo scambio comunicativo
Rituali: sequenze di atti attraverso i quali un soggetto controlla e rende visibili le implicazioni simboliche del suo comportamento quando si trova direttamente esposto a un altro soggetto
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Costrizioni comunicative: vincoli ecologici, cognitivi ed emotivi che limitano nei soggetti la scelta delle strategie, nonché delle condizioni del frame
Adottando una prospettiva drammaturgica, Goffman analizza alcuni fenomeni sociali della vita quotidiana:
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Il concetto di postmoderno e la globalizzazione
Globalizzazione = processo attraversato da diverse “spinte” e “controspinte”:
Concetto di postmoderno inteso come riconoscimento dell’importanza della comunicazione e dell’informazione come merce di scambio
Riflessività: capacità di mettersi in questione e di confrontare il proprio punto di vista con quello degli altri
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L’approccio psicologico: la comunicazione�come fondamento della relazione
Comunicazione = dimensione intrinseca che fonda e che esprime l’identità personale e la posizione sociale di ogni soggetto
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Bateson, distinzione fra:
“essere in comunicazione” = mediante la comunicazione le persone costruiscono, alimentano, mantengono e modificano la rete di relazioni in cui sono costantemente immerse
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Analisi della comunicazione come dimensione contribuente alla costruzione, modifica e mantenimento della rete di relazioni delle persone
Distinzione fra: - livello di “notizia”: le cose che dice, i contenuti che manifesta, gli enunciati che produce un parlante
- livello di “comando”: indicazione all’interlocutore di come intendere le cose che dice il parlante e con quale valore comunicativo
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Livello comunicativo scambio di contenuti
Livello metacomunicativo la comunicazione ha come oggetto la comunicazione stessa
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Comunicazione psicologica = dimensione psicologica che produce e sostiene la definizione di sé e dell’altro
Spirale di messaggi in cui lo stimolo, la risposta e il rinforzo si sovrappongono e si fondono insieme
Conflitti interpersonali gli individui sono portati a linearizzare e a segmentare in modo arbitrario il processo circolare e continuo della comunicazione; ciò porta alla formazione dei giochi senza fine
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Bateson distingue fra: - relazione simmetrica = percezione dell’eguaglianza dei rapporti fra i partecipanti
- relazione complementare = percezione della differenza dei rapporti fra i partecipanti
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Una definizione di comunicazione
La distinzione fra comunicazione e comportamento
Comportamento = qualsiasi azione motoria di un individuo, percepibile in qualche maniera da un altro
Fra comportamento e comunicazione vi è un rapporto di inclusione:
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La distinzione fra comunicazione e interazione
Interazione = qualsiasi contatto (fisico o virtuale) fra due o più individui, anche involontario, in grado di modificare lo stato preesistente delle cose fra di loro
Interazione: categoria mentale che include quella di comunicazione, in quanto ogni comunicazione implica un’interazione, ma non ogni interazione implica una comunicazione
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Comunicazione
=
scambio interattivo osservabile fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la cornice culturale di riferimento
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Le funzioni di base della comunicazione
La funzione proposizionale: elaborazione, organizzazione, “impacchettatura” e trasmissione di conoscenze fra i partecipanti di una determinata comunità
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All’interno della conoscenza dichiarativa, distinzione fra:
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Le proprietà della composizionalità sono:
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Computazionalità del pensiero condizione essenziale per procedere a vari modi di
+ = elaborazione delle
Proposizionalità del linguaggio informazioni e delle conoscenze
La proposizionalità della comunicazione attraverso il linguaggio è specie-specifica
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Vygotskij, comunicazione = socialità intrinseca
La funzione relazionale: costruzione, alimentazione, modificazione e mantenimento delle reti relazionali
L’efficacia relazionale dipende dalla connessione fra
La funzione espressiva: manifestazione di emozioni, desideri, stati d’animo e intenzioni
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Efficacia relazionale della comunicazione, dipende dalla connessione fra interazione e relazione
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