Corso: Chimica delle Trasformazioni Alimentari
Unità didattica 1 (1CFU=8 ore)
Struttura della materia. Orbitali ed elettroni. Legami. Passaggi di stato. Sistemi omogenei e eterogenei
MOLECOLE
C12H22O11
NUMERI DI ATOMI PRESENTI NELLA MOLECOLA
Lattosio
(Disaccaride)
MOLECOLE
NUMERI DI ATOMI PRESENTI NELLA MOLECOLA
C6H8O6
acido ascorbico
Composto organico con proprietà antiossidanti
MOLECOLE
NUMERI DI ATOMI PRESENTI NELLA MOLECOLA
C10H17N3O6S
Il glutatione o GSH è un tripeptide con proprietà antiossidanti, costituito da cisteina e glicina, legate da un normale legame peptidico, e glutammato, che invece è legato alla cisteina con un legame isopeptidico tra il gruppo carbossilico della catena laterale del glutammato e il gruppo amminico della cisteina.
MOLECOLE
NUMERI DI ATOMI PRESENTI NELLA MOLECOLA
L'acido oleico o acido cis-9-ottadecenoico è un acido carbossilico monoinsaturo a 18 atomi di carbonio della serie omega-9.
CH3(CH2)7CHCH(CH2)7COOH
MOLECOLE
Macro-MOLECOLE
NUMERI DI ATOMI PRESENTI NELLA MOLECOLA
Ovoalbumina
una delle principali proteine dell'albume dell'uovo
Peso molecolare: 42.7 kDa (Teorico)
385 residui di amminoacidi
PROPRIETÀ FISICHE: SONO CARATTERISTICHE CHE POSSONO ESSERE OSSERVATE SENZA MODIFICARE L’IDENTITÀ CHIMICA
PROPRIETÀ CHIMICHE: CAPACITÀ A DAR LUOGO A REAZIONI CHIMICHE
REAZIONE CHIMICA: PROCESSO IN CUI UNA O PIÙ SOSTANZE MODIFICANO L’IDENTITÀ CHIMICA
PROPRIETÀ DELLA MATERIA
trasformazioni fisiche e trasformazioni chimiche
COMPOSTI E ELEMENTI
COMPOSTO: SOSTANZA PURA CHE SOTTOPOSTA A PROCESSI CHIMICI SI DECOMPONE IN ALTRE SOSTANZE PIÙ SEMPLICI
(sale da cucina, zucchero, anidride carbonica, metano)
ELEMENTI: SOSTANZA
PURA
CHE NON PUÒ ESSERE
TRASFORMATA CHIMICAMENTE IN ALTRE
SEMPLICI (azoto, carbonio, idrogeno, ossigeno)
SOSTANZE PIÙ
Questa visione della tavola periodica evidenzia i 26 elementi importanti per gli esseri viventi. Questi includono i sei grandi: carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno, fosforo (CHNOPS). Gli altri sono generalmente considerati oligoelementi. Sono spesso molto importanti ma necessari in quantità molto minori.
SIMBOLI CHIMICI
AD OGNI ELEMENTO VIENE ASSEGNATO UN SIMBOLO
IDROGENO SODIO POTASSIO FERRO PIOMBO
H
Na K
Fe Pb
La Mole
Una MOLE e’ la quantità di sostanza che contiene tante unità elementari quanti sono gli atomi contenuti in 12 g esatti dell’isotopo 12 del carbonio.
Gli atomi contenuti in 12 g esatti di 12C sono : 6.022x10+23 = Numero di Avogadro
Misure e grandezze
Secondo il Sistema Internazionale di Unità ci sono sette grandezze fondamentali.
Quanto pesa una mole di H?
Ed una mole di O?
Peso Atomico e Mole
In pratica, per calcolare il numero di moli di una sostanza si usa la formula
FORMULE CHIMICHE
REAGENTI
PRODOTTI
COEFFICIENTE DI REAZIONE O STECHIOMETRICO
REAZIONI CHIMICHE
LA CUCINA: UN LABORATORIO CHIMICO
Nella cottura di un alimento, così come nella preparazione di una conserva o di una marmellata avvengono a nostra insaputa delle reazioni chimiche!!
ll succo di limone o l’aceto sul pesce lesso neutralizzano le ammine (con odore non attraente) per dare sali di ammonio che risultano inodori!!
I lieviti chimici che vengono utilizzati per rendere soffici le torte sono costituiti da un sale basico come il carbonato acido di sodio e da uno o più sali acidi che, in determinate condizioni, reagiscono tra loro portando alla formazione di anidride carbonica che forma le cosiddette bollicine e consente all’impasto di rigonfiarsi.
SIMBOLI
s SOLIDO
l LIQUIDO
g GAS
aq SOLUZIONE ACQUOSA
Δ CALORE
→ REAZIONE IRREVERSIBILE
→ REAZIONE REVERSIBILE
🡩 SVILUPPO DI GAS
🡫 PRECIPITATO
C(s) + O2(g) → CO2(g)
→
Il cuore di un atomo è formato da un nucleo che ne contiene quasi tutta
la massa. Le particelle che lo compongono sono i protoni e i
neutroni.
Gli elettroni, che sono esterni al nucleo, sono numericamente uguali ai protoni, ma hanno una massa molto più piccola.
Struttura dell’atomo
Atomi e particelle subatomiche
MASSA = 9,1110-31kg
CARICA = -1,60 10-19C
ELETTRONE
PROTONE
MASSA PROTONE = 1836 MASSA ELETTRONE!
MASSA = 1,6710-27kg
CARICA = +1,60 10-19C
VALORE DELLA MASSA DI UN ATOMO È MAGGIORE DELLA SOMMA DELLE MASSE DEI PROTONI E DELL’ELETTRONE
ATOMO DI OSSIGENO HA MASSA 16, 17, 18 uma
J. CHADWICK (1932) SCOPRE IL NEUTRONE:
PARTICELLA PRIVA DI CARICA E MASSA PARI AD 1,67x10-27kg (1 uma)
Struttura dell’atomo
ATOMI DELLO STESSO ELEMENTO, IN CONDIZIONI NORMALI, POSSIEDONO LO STESSO NUMERO DI PROTONI E DI ELETTRONI
NUMERO ATOMICO (Z)=NUMERO DI PROTONI PRESENTI NEL NUCLEO DI UN ATOMO
NUMERO DI MASSA (A)=NUMERO DI PROTONI+NUMERO DI NEUTRONI
UNITÀ DI MASSA ATOMICA (uma)
si può chiamare anche Dalton …..Il Dalton non appartiene al sistema internazionale, ma visto che è molto usata in chimica e biologia, è stata riconosciuta e accettata
C
M 12
1uma =
12
1
MASSA PROTONE = 1 uma MASSA ELETTRONE = 1/1836 uma
MASSA NEUTRONE = 1 uma
MODELLI ATOMICO DI THOMSON DETTO “A PUDDING”
1897
1911
1926
1913
RIEPILOGO DEI MODELLI ATOMICI
Tutti gli atomi che contengono lo stesso numero di protoni appartengono allo stesso elemento. Lo stesso elemento può presentare atomi con diverso numero di neutroni. Atomi con diverso numero di neutroni, ma stesso numero di protoni, si chiamano isotopi.
neutrone
protone
idrogeno
deuterio
trizio
Gli isotopi
Orbitali e numeri quantici
Un orbitale atomico viene approssimato con quella regione di spazio attorno al nucleo atomico in cui la probabilità di trovare un elettrone è massima (massima densità di probabilità) ed è delimitata da una superficie sulla quale il modulo dell'ampiezza della funzione d'onda è costante.
In altre parole, una regione di spazio attorno ad un nucleo atomico in cui la probabilità di trovarvi un elettrone è massima (di solito superiore ad un limite convenzionalmente fissato nel 90%) è usata per rappresentare graficamente un orbitale atomico di quell'elettrone.
Gli elettroni, negli atomi, sono legati al nucleo dall’attrazione elettrostatica che si instaura tra cariche positive (protoni) e negative (elettroni).
Gli elettroni si trovano all’esterno del nucleo disposti su livelli di energia, detti anche strati o gusci elettronici.
Numero quantico principale (n), specifica il livello energetico di un elettrone nell’atomo; Numero quantico secondario (l) o angolare o azimutale, indica la forma dell’orbitale in cui si trova un elettrone (s, p, d, f); Numero quantico magnetico (m), specifica l’orientamento dell’orbitale; numero orbitali per tipo. Numero quantico magnetico di spin (ms), indica il verso di rotazione dell’elettrone in un orbitale. Tutte le caratteristiche degli orbitali sono definite da quattro numeri quantici
I numeri quantici
n | 🡪 | (1 ÷ 7) |
l | 🡪 | (0 ÷ n-1) |
m | 🡪 | (-l ÷ +l) |
ms | 🡪 | (-1/2; +1/2) |
VALORI ASSUNTI DAI NUMERI QUANTICI
Numero quantico del momento magnetico ml: determina l'orientamento spaziale di orbitali con n e l definiti, cioè con dimensione e forma definite.
Per ogni dato l ml può assumere tutti i valori interi compresi
tra -l e
+l, cioè
ml= -l,-l+1,....,0,1, .....,l-1,l
Ad esempio
Orbitali con lo stesso l ma diverso ml
hanno la stessa forma
ma diversa orientazione nello spazio.
Per un dato l sono possibili 2l+1 orientazioni diverse
l=0 | s | ml=0 | 1 orbitale | s |
l=1 | p | ml=-1,0,+1 | 3 orbitali | p |
l=2 | d | ml=-2,-1,0,+1,+2 | 5 orbitali | d |
l=3 | f | ml=-3,-2,-1,0,+1,+2,+3 | 7 orbitali | f |
Orbitale s
maggiore è il diametro della sfera.
Orbitale P
Orbitale d
livello energetico;
Orbitale f
livello energetico;
Configurazione elettronica
Ogni atomo è caratterizzato da una specifica disposizione degli elettroni nei suoi livelli e sottolivelli energetici(ORBITALI). Tale distribuzione prende il nome di configurazione elettronica dell’atomo.
Il procedimento ideale di riempimento degli orbitali avviene seguendo tre principi o criteri operativi:
1) l’”aufbau prinzip” (il principio della costruzione a strati o principio di minima energia): ogni elettrone occupa l'orbitale disponibile a energia più bassa.
Il principio di esclusione di Pauli
Considerando che un orbitale è definito da
tre numeri quantici, mentre il quarto è il numero quantico di spin (che può assumere sono due valori) il principio di Pauli può anche essere enunciato:
ogni orbitale può essere occupato al massimo da due
elettroni, che devono avere spin opposti.
La Regola di Hund:
Quando vi sono uno o più orbitali disponibili appartenenti allo stesso sottolivello (cioè che hanno la stessa l ma m differente), gli elettroni si dispongono in modo da occuparli, per quanto possibile, singolarmente.
Le proprietà periodiche degli elementi
Sono proprietà periodiche il raggio atomico, l’energia di ionizzazione, l’affinità elettronica e l’elettronegatività.
Le proprietà degli elementi variano con regolarità lungo la tavola periodica in base alla variazione periodica della configurazione elettronica
Metalli, non metalli e semimetalli
LEGAME CHIMICO
VALENZA
Gli elettroni di VALENZA, cioè quelli più esterni sono quelli coinvolti nei legami chimici, gli elettroni interni non vengono coinvolti
Il numero degli elettroni di valenza per gli elementi dei gruppi principali coincide con il numero del gruppo
REGOLA DELL’OTTETTO
UN ATOMO,
IN GENERE, TENDE
A FORMARE
LEGAMI FINO A CONFIGURAZIONE
RAGGIUNGERE ELETTRONICA
UNA SUA ESTERNA NOBILI,
SIMILE A QUELLA DEI GAS
CARATTERIZZATA CIOÈ DALLA PRESENZA DI OTTO ELETTRONI
IONI CON TALE CONFIGURAZIONE SONO PIU’ STABILI
LEGGE DI COULOMB
TIPI DI LEGAMI
LEGAMI INTRAMOLECOLARI
(omopolare – eteropolare)
LEGAMI INTERMOLECOLARI
-LEGAMI A IDROGENO
-INTERAZIONI DI VAN DER WAALS
SCHEMA
ELETTRONEGATIVITÀ
LEGAME COVALENTE
CONDIVISIONE DI UNA COPPIA DI ELETTRONI DA PARTE DI DUE ELEMENTI
LEGAME IONICO
STRUTTURE DI LEWIS
I composti organici possono formare lunghe catene grazie alla capacità del carbonio di dare luogo a quattro legami.
A seconda che le coppie di elettroni condivisi siano una, due o tre, si possono formare:
I composti organici contengono soprattutto atomi di carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto; altri elementi presenti in tracce sono zolfo, magnesio e fosforo.
Gli idrocarburi saturi: alcani e cicloalcani
Gli idrocarburi saturi sono costituiti da catene di atomi di carbonio uniti soltanto da un legame semplice.
Il metano (CH4) è l’esemplificazione dell’ibridazione sp3 degli atomi di carbonio degli idrocarburi saturi; la molecola di metano presenta quindi geometria tetraedrica con angoli di legame di 109,5°.
Gli idrocarburi insaturi: alcheni e alchini
Gli alcheni sono idrocarburi che presentano almeno un doppio legame nella molecola, ibridazione sp2, geometria planare e angoli di legame di 120°.
Gli alchini sono idrocarburi con almeno un triplo legame nella molecola, ibridazione sp, geometria lineare e angoli di legame di 180°.
Gli isomeri cis-trans sono stereoisomeri.
Gli idrocarburi aromatici
Il capostipite degli idrocarburi aromatici è il benzene, C6H6.
Il benzene viene rappresentato come ibrido di risonanza di due forme limite che differiscono per la posizione dei doppi legami.
La forma delle molecole
Molte proprietà delle sostanze dipendono dalla forma delle loro molecole.
I moderni mezzi di indagine hanno messo in evidenza che in una molecola gli atomi sono disposti in rapporti geometrici particolari che conferiscono alle sostanze le loro proprietà peculiari.
Ciò che definisce la geometria di una molecola è l’angolo di legame, ovvero l’angolo formato dagli assi congiungenti i nuclei degli atomi che si legano.
La teoria VSEPR (Valence Shell Electron-Pair Repulsion)
I principi fondamentali della teoria VSEPR sono
La teoria VSEPR
Molecole polari e apolari
Le forze intermolecolari
Legami a confronto
Legami a confronto
Gli stati fisici della materia
I passaggi di stato
T
T
DIAGRAMMA DI STATO
I sistemi omogenei e i sistemi eterogenei
Le sostanze pure e i miscugli
| Definizione | Sostanza | Miscuglio |
Sistema omogeneo | è costituito da una sola fase | acqua pura,oro puro, cloruro di sodio puro | acqua di rubinetto, sale marino, acciaio, leghe metalliche |
Sistema eterogeneo | è costituito da due o più fasi | acqua pura e ghiaccio | acqua e sabbia, legno, granito, latte, marmo, fumo, sabbia |
Corso: Chimica delle Trasformazioni Alimentari
Seconda Unità didattica (2CFU = 16 ore)
Equilibrio chimico. Soluzioni acide e basiche. Soluzioni saline. Idrolisi. Soluzioni tampone.
Reazioni redox. Cenni di termodinamica e cinetica
Le Soluzioni
Le Soluzioni
La solubilità delle Sostanze
Solubilità
Calcolo della Concentrazione
Calcolo della Concentrazione
Aspetti Molecolari della Solubilità
Soluzioni in un sistema liquido
Solubilità: interazioni simili
Solubilità: interazioni simili
Solubilità mista
EQUILIBRIO CHIMICO
Reazione di sintesi dell’ammoniaca:
N2 + 3 H2 2 NH3
affinché la reazione avvenga è necessario che le molecole di N2 e quelle di H2 in fase gassosa si urtino e che l’urto sia efficace
L’equilibrio di tipo dinamico viene espresso con
N2 + 3 H2 2 NH3
non è semplice stabilire se una miscela di reagenti è effettivamente all’equilibrio, p. es. la reazione diretta
2 H2 + O2 2 H2O
è lentissima e deve essere “innescata”, altrimenti H2 e O2 possono essere conservati indefinitamente
REAZIONI DI EQUILIBRIO
EQUILIBRI CHIMICI
EQUILIBRI CHIMICI
ogni reazione chimica possiede una Kc caratteristica il cui valore dipende dalla temperatura
Il valore di Kc permette immediatamente di individuare se in una reazione chimica è favorita la formazione dei reagenti o dei prodotti nel caso che il numero di molecole di reagenti sia uguale a quello dei prodotti
CH3COOH + HOC2H5 CH3COOC2H5 + H2O
Kc = [estere] [acqua] / [acido] [alcol] = 4
EQUILIBRI OMOGENEI ED ETEROGENEI
Se almeno una delle specie chimiche si trova in una fase diversa l’equilibrio è detto ETEROGENEO.
Gli equilibri in cui tutte le specie chimiche che prendono parte alla reazione sono nella stessa fase (p.es. sintesi dell’ammoniaca o esterificazione dell’acido acetico) si definiscono OMOGENEI.
un equilibrio dinamico tende ad opporsi ad ogni cambiamento delle condizioni dell’equilibrio stesso
aggiunta di reagenti o prodotti
CH3COOH + C2H5OH CH3COOC2H5 + H2O
Kc = [estere] [acqua] / [acido] [alcol]
Il valore di Kc è indipendente dalla singole concentrazioni quindi aggiungendo i reagenti aumenterà la velocità di formazione (e la quantità) dei prodotti e viceversa
PRINCIPIO DI LE CHATELIER
il principio di Le Chatelier prevede che un aumento di temperatura di una miscela di reazione all’equilibrio tende a causare uno spostamento della composizione della miscela a favore della reazione endotermica
Il principio di Le Châtelier
EQUILIBRI IN SOLUZIONE ACQUOSA
EQUILIBRI IN SOLUZIONE ACQUOSA
EQUILIBRI IN SOLUZIONE ACQUOSA
Secondo la teoria di Bronsted-Lowry ogni molecola o ione che agisce come donatore di protoni è un acido ed ogni molecola che agisce come accettore di protoni è una base
Secondo questa teoria tutte le reazioni di neutralizzazione tra acidi e basi in ambiente acquoso possono essere ricondotte alla seguente reazione:
La formazione di questi 2 equilibri dinamici è molto rapida (frazioni di secondo)
la reazione generale acido base può essere scritta:
acido1 + base2 acido2 + base1 Kc = [acido2] [base1] / [acido1] [base2]
una soluzione contenente acido1
(p.es. acido acetico) sarà
acid mentre una
contenente la base coniugata (ione acetato) sarà basica.
Autoionizzazione
l’H2O può ricevere o donare un protone (anfiprotica) alla reazione
H2O + H2O
+ OH-
corrisponde l’equilibrio di autoionizzazione
Kc = [H3O+] [OH-] / [H2O]2
[H2O] pura può essere considerata costante nella reazione (55.6 mol/L) e quindi:
Kc [H2O]2 = Kw = [H3O+] [OH-] = 1 x 10-14 M2 a 25 °C
per ogni aggiunta di acido o base in soluzione acquosa la Kw deve essere sempre soddisfatta
H3O+
le dimostrazioni ed equazioni delle reazioni acido- base possono essere notevolmente semplificate utilizzando i termini logaritmici p.es.
-logKw = pKw = -log(1 x 10-14) = 14 Costanti di ionizzazione
l’equilibrio di Bronsted per un acido in soluzione acquosa è
HA + H2O A- + H3O+ Kc=[A-][H3O+] /[HA][H2O]
possiamo definire una una costante di ionizzazione acida in questo modo:
Ka = Kc [H2O] = [A-][H3O+] /[HA]
p.es. per l’acido acetico
Ka = [CH3COO-] [H3O+] / [CH3COOH] = 1.8 x 10-5 M
pKa = - log Ka = - log (1.8 x 10-5) = 4.74
un acido con un equilibrio di ionizzazione meno favorevole dell’acido acetico presenta una Ka più piccola e, quindi, una pKa più grande (acido più debole)
analogamente si può definire una costante di ionizzazione basica
B + H2O BH+ + OH- Kb = [OH-] [BH+] / [B]
anche in questo caso la base con Kb più grande (pKb più piccolo) è un accettore di protoni più forte
equilibri di una una base (ammoniaca) ed del suo acido coniugato (ione ammonio)
NH3 + H2O NH4+ + OH- NH4+ + H2O NH3 + H3O+
Kb = [NH4+][OH-]/[NH3] Ka = [NH3] [H3O+] /[NH4+]
Ka x Kb = [NH3] [H3O+] /[NH4+] × ([NH4+][OH-]/[NH3])
= [H3O+] [OH-] = Kw
tanto più una base è forte tanto più è debole il suo acido coniugato, il pKb dell’ammoniaca è 4.75 quindi il pKa dello ione ammonio è dato da
Ka x Kb = Kw pKa + pKb = pKw pKa = 14 – 4.75 = 9.25
definizione di pH
la concentrazione idrogenionica termini di pH definito come
viene
espressa
sempre in
pH = - log [H3O+]
introdotto da Soerensen nel 1909 per il controllo di qualità nella produzione della birra è di fondamentale importanza in chimica, biochimica, chimica, geologia, chimica industriale, agricoltura, etc.
p.es. il pH del succo d’arancia fresco è 3.5 quindi [H3O+] = 10-3.5 = 3 x 10-4 M, il pH del succo di limone e’ invece
2.8 ([H3O+] = 2 x 10-3 M) per questo il sapore è più aspro!
il pH dell’acqua pura a 25 °C è 7
([H3O+] = 10-7 M) ed preso
come punto di demarcazione tra gli acidi (pH< 7) e le basi (pH>7)
Kw a 37°C = 2.5 × 10-14, pKw = 13.60, il pH di una soluzione neutra è 13.60/2 = 6.80!
il pH di una soluzione di acido forte o di base forte si calcola considerando la dissociazione completa
HCl 0.2 M; pH = - log [H3O+] = -log 2 x 10-1 = 0.7 Ba(OH)2 0.01 M; pOH = -log[OH-] = -log 2 x 10-2 = 1.7 pH = pKw – pOH = 14 – 1.7 = 12.3
EFFETTO TAMPONE
durante la titolazione di un acido o di una base debole è possibile notare come a valori pH vicini al pKa (o pKb) una aggiunta di titolante provoca solo una variazione di pH molto meno marcata
ciò può essere spiegato se consideriamo che quando abbiamo il 50% dell’acido e della base coniugata l’aggiunta di acido o di base alla soluzione viene tamponata dalla trasformazione di una delle specie nell’altra come previsto dalla equazione di Henderson-Hasselbach
pH = pKa - log [acido] /[base]
la zona tampone è efficace nell’intervallo di ± 1 unità di pH dal valore di pKa
una soluzione di acido acetico ha maggiore potere tamponante nell’intervallo di pH 3.8-5.8 (pKa = 4.76) cioè quando il rapporto [acido] / [base] è tra 10:1 e 1:10
per capacità di un tampone si intende la quantità di acido o di base che può essere aggiunta senza che il tampone perda la sua proprietà di opporsi alle variazioni di pH la capacità dipende quindi dal pH della soluzione e dalla concentrazione delle specie tamponanti
Ossidazioni e riduzioni: che cosa sono e come si riconoscono
L’ossidazione provoca un aumento del numero di ossidazione di una specie.
La riduzione provoca la diminuzione del numero di ossidazione di una specie.
I processi di ossidazione e riduzione avvengono contemporaneamente; in una reazione di ossido-riduzione variano i numeri di ossidazione delle specie coinvolte.
La specie che si ossida è un agente riducente perché ossidandosi induce la riduzione dell’altra specie.
La specie che si riduce è un agente ossidante perché riducendosi induce l’ossidazione dell’altra specie.
Fe+2 + Ce+4 Fe+3 + Ce+3
La reazione avviene con scambio di elettroni lo ione ferro(II) ne perde uno e si ossida e lo ione cerio(IV) lo acquista e si riduce.
Lo ione cerio(IV) è un ossidante e lo ione ferro(II) è un riducente
Fe+2 ha numero di ossidazione +2 Ce+4 ha numero di ossidazione +4 Fe+3 ha numero di ossidazione +3 Ce+3 ha numero di ossidazione +3
Esempio di reazione REDOX
REGOLE PER LA DETERMINAZIONE DEL N.O.
MgH2) dove n.o. = -1
Il valore di potenziale (E) misurato in una cella galvanica è una misura della tendenza della reazione ad avvenire.
Prendere come riferimento la coppia redox H2/H+ significa che il potenziale redox di una coppia viene misurato nei confronti dell’elettrodo di riferimento standard ad idrogeno. Questa è una semicella (elettrodo) costituita da un filo di Pt ricoperto di nero di platino immerso in una soluzione acquosa di ioni H+ con concentrazione unitaria (circa 1 M) su cui viene gorgogliato H2 alla pressione di 1 atm.
Per
convenzione
IUPAC
(international union of pure and
applied chemistry)
le semireazioni si scrivono nel
verso della riduzione e il segno del potenziale è uguale alla carica dell’elettrodo confrontato con SHE
Il segno in pratica indica se la riduzione è spontanea rispetto a SHE
La scala dei potenziali standard di riduzione
Per le redox più semplici si deduce quale reazione è spontanea basandosi sull’elettronegatività degli elementi
L’elettrolisi e la cella elettrolitica
Aspetti energetici delle reazioni chimiche
In ogni reazione chimica c’è almeno un minimo scambio di energia con l’ambiente.
La termodinamica è il ramo della fisica che si occupa delle trasformazioni della materia associate agli scambi di energia nei sistemi.
La termodinamica chimica o termochimica descrive le reazioni chimiche da un punto di vista energetico e si occupa degli scambi di energia che si verificano nel corso dei processi chimici.
L’energia è una quantità di lavoro che un sistema ha la possibilità di compiere.
L’unità di misura nel Sistema Internazionale è il joule.
L’energia può trovarsi in varie forme:
L’energia potenziale elettrica è l’energia che una carica elettrica possiede quando si trova in prossimità di altre cariche.
Energia cinetica: i corpi in movimento possiedono una quantità di energia che corrisponde al lavoro necessario per portarli da fermi alla velocità del loro moto.
Il calore si può definire solo nel corso di una trasformazione nella quale un corpo innalza o diminuisce la propria temperatura (calore sensibile) o varia il proprio stato fisico (calore latente).
L’energia chimica è la somma dell’energia potenziale e dell’energia cinetica delle particelle che costituiscono un sistema chimico.
L’energia potenziale è dovuta al fatto che le cariche elettriche opposte si mantengono distanti tra loro, mentre l’energia cinetica è dovuta ai movimenti delle particelle e dipende essenzialmente dalla temperatura.
Ogni sostanza ha un contenuto energetico diverso a parità di temperatura e pressione.
TERMODINAMICA
Studia quale è la forza reazioni chimiche
propulsiva delle
valutando le proprietà
macroscopiche di un sistema. Si può in tale
modo sapere se una reazione spontaneamente.
Si occupa di sistemi all’equilibrio.
procede
SISTEMA TERMODINAMICO
Un sistema aperto scambia con l'ambiente materia ed energia, un sistema chiuso scambia con l'ambiente solo energia, ma non materia, un sistema isolato non scambia con l'ambiente né energia né materia.
Trasformazioni di stato
Si può dire che un sistema si trova in EQUILIBRIO TERMODINAMICO quando i valori di tutte le variabili che lo descrivono NON cambiano nel tempo.
Viceversa, se i valori cambiano nel tempo, il sistema subisce una TRASFORMAZIONE DI STATO.
Il CAMMINO (o percorso) della trasformazione è costituito dall’insieme degli stati intermedi attraverso i quali passa il sistema per passare dallo stato iniziale a quello finale.
TRASFORMAZIONI REVERSIBILI: sono rappresentabili in un diagramma di stato
TRASFORMAZIONI IRREVERSIBILI: non sono rappresentabili in un diagramma di stato
Le T. reversibili sono ideali, e possono essere approssimate nella realtà solo da processi infinitamente lenti (trasformazioni quasi statiche) che avvengono per effetto di gradienti molto piccoli infinitesimali.
Le trasformazioni reali, che avvengono in tempi finiti sono IRREVERSIBILI
ENERGIA, CALORE E LAVORO
Energia, possiamo definirla come la capacità che ha un sistema di compiere lavoro o di fornire calore.
La legge di conservazione dell’energia afferma che l’energia non può essere creata né distrutta, ma solo trasformata da una forma all’altra.
Joule, dimostrò l’equivalenza tra calore e lavoro meccanico:
1 cal = 4.184 J
PRIMO PRINCIPIO Della TERMODINAMICA
La variazione,
positiva o
negativa,
dell’energia
di un
qualunque sistema chiuso, durante una trasformazione, è
uguale all’energia di qualsiasi tipo che il sistema dall’ambiente o che cede ad esso.
Se il sistema è isolato, la variazione dell’energia è nulla.
riceve
E assume il significato di ENERGIA INTERNA del sistema termodinamico.
L’energia interna è una FUNZIONE DI STATO, mentre il lavoro e il calore non lo sono.
Quindi il valore di E non dipende dal percorso seguito durante la trasformazione, ma solo dallo stato INIZIALE e dal quello FINALE.
I valori di Q e L invece dipendono da come avviene la trasformazione.
Calore di reazione
Il lavoro
dipende dal tipo di trasformazione che il sistema compie.
L è massimo nelle trasformazioni reversibili. Per le trasformazioni reali, Lirr < L rev .
Nelle reazioni chimiche
L = P ΔV e quindi Se il volume è costante
ΔE = Qp + P ΔV
ΔE = Qv
Q = calore di reazione
Il Calore di reazione è definito come l’effetto Termico che accompagna una data reazione chimica.
Reazioni endotermiche: calore di reazione positivo Reazione esotermiche: calore di reazione negativo
ENTALPIA
H = entalpia = contenuto termico di un sistema H = E + P V
ΔE = Qp + P ΔV quindi
ΔH = Qp
L’entalpia di reazione dipende dalla pressione, dalla temperatura e dallo stato in cui trovano reagenti e prodotti.
ENTALPIE STANDARD DI REAZIONE
E’ perciò conveniente definire uno stato convenzionale di riferimento o STATO STANDARD a cui riportare i dati termochimici.
Per i gas, lo stato standard è definito come: gas puro, P = 1 atm e comportamento ideale;
Per i liquidi: liquido puro e P = 1 atm;
Per un soluto in soluzione: concentrazione 1 mol/l, P=1atm; Per i solidi: solido puro e P = 1 atm.
Per i solidi polimorfi (allotropi) è importante precisare anche la forma
ENTALPIE STANDARD DI REAZIONE = ΔH°
Normalmente sono riferite a 25 °C = 298.15 K
Se riferite ad una mole, si chiamano più propriamente ENTALPIE MOLARI STANDARD DI REAZIONE
ENTALPIE STANDARD DI FORMAZIONE
L’Entalpia di formazione degli elementi nella loro forma più stabile (Na, Ca, H2, O2) è presa per convenzione uguale a zero!
TRASFORMAZIONI SPONTANEE
L’entalpia di reazione non è sufficiente, da sola, per prevedere se una reazione potrà procedere spontaneamente oppure no.
Trasformazioni endotermiche possono avvenire spontaneamente, p.es fusione di un pezzo di ghiaccio, evaporazione dell’acqua, solubilizzazione di Sali con raffreddamento della soluzione.
Energia e materia tendono a diventare più disordinate:
un gas si espande spontaneamente, un blocco di metallo caldo si raffredda e cede il calore all’ambiente.
I processi inversi possono sì avvenire, ma deve esserci l’intervento di un agente esterno!
Una misura del disordine di un sistema termodinamico è l’ENTROPIA (S).
La seconda legge afferma che “l’entropia tende ad aumentare”
2° PRINCIPIO della TERMODINAMICA
In un sistema isolato le trasformazioni spontanee avvengono con un aumento di entropia mentre quelle reversibili avvengono con entropia invariata. Quindi:
trasformazioni spontanee: dS > 0 equilibrio termodinamico: dS = 0
Riscaldando un sistema aumenta la sua entropia, così come aumenta quando le molecole possono assumere un numero maggiore di disposizioni. Aumentando la temperatura, aumenta l’entropia che pertanto assume sempre valori positivi.
dQirr /T < 0 dQrev/T = 0
dQrev/T = dS
ENTROPIA E DISORDINE
Entropia molare standard per l’acqua a temperature diverse (in J K -1 mol -1 ) solido a 0 K 3.4
solido a 273 K 43.2
liquido a 273 K 65.2
liquido a 373 K 86.8
vapore a 373 K 196.9
3° PRINCIPIO della TERMODINAMICA
ENERGIA LIBERA
ENTALPIA ED ENTROPIA DETERMINANO EVENTO FISICO O CHIMICO E’ SPONTANEO
SE UN
ENERGIA LIBERA DI GIBBS: G = H - T S
TRASFORMAZIONE a P e T COSTANTE:
ΔG = ΔH - T ΔS
TRASFORMAZIONE SPONTANEA SOLO SE ΔG E’ NEGATIVO
EQUILIBRIO TERMODINAMICO SE ΔG=0 ENERGIE LIBERE STANDARD = 298 K e 1 atm
Reazioni e ΔG
La cinetica chimica
La cinetica chimica studia la velocità di reazione e tutti i fattori che la determinano.
La velocità di reazione (v) esprime quanto rapidamente i reagenti scompaiono per lasciare posto ai prodotti. È definita come la variazione nel tempo della quantità di un reagente o di un prodotto.
Poiché molte reazioni avvengono in soluzione, nell’espressione più comune della velocità di reazione le quantità di sostanza sono espresse in concentrazioni molari.
Poiché Δ [reagente] ha sempre un valore negativo, si scrive il segno meno davanti all’espressione affinché la velocità abbia valore positivo.
velocità di reazione
variazione della concentrazione molare del reagente nell’intervallo di tempo considerato
intervallo di tempo in cui si verifica la variazione
Il grafico riporta l’andamento delle concentrazioni di reagenti e prodotti in funzione del tempo trascorso dall’inizio del processo nella reazione di formazione dello ioduro di idrogeno:
H2 + I2
2HI
Per un equazione chimica generica:
A + B C + D
l’equazione di velocità è:
v = k [A]a [B]b
La somma degli esponenti a + b è detta ordine di reazione.
L’energia di attivazione EA è l’energia che deve essere fornita ai reagenti in ogni processo chimico per avviare la reazione.
È sempre acquisita dal sistema e pertanto ha valore positivo.
Nelle stesse condizioni di temperatura, pressione e concentrazione, le reazioni più veloci sono quelle che hanno bisogno di minore energia di attivazione.
Maggiore sarà l’EA, minore sarà la velocità con cui i reagenti si trasformano nei prodotti.
La teoria delle collisioni (o degli urti) spiega le reazioni dal punto di vista microscopico:
Gli urti non efficaci sono quelli:
La velocità di reazione dipende da diversi fattori seguenti, che si possono spiegare attraverso la teoria delle collisioni:
Nelle molecole con legami più forti, la frazione di urti efficaci è minore che in quelle con legami più deboli. Pertanto le velocità di reazione sono minori.
Anche le sostanze con elevata complessità molecolare reagiscono più lentamente poiché è bassa la quantità di urti che avviene nella posizione giusta.
La natura dei reagenti
Un aumento di temperatura rende più veloce qualsiasi reazione, in quanto fa aumentare il numero di molecole che hanno l’energia cinetica sufficiente per promuovere la scissione dei legami.
Temperatura
I solidi reagiscono più lentamente di liquidi e gas. L’unico modo per renderli più reattivi è frammentarli in polveri sottili. In tal modo le superfici di contatto tra i reagenti aumentano di estensione incrementando il numero di urti che può avvenire.
Il grado di dispersione dei reagenti
Per le reazioni che avvengono in soluzione l’aumento della concentrazione dei reagenti rende disponibile un maggior numero di molecole che possono urtarsi.
Vi è quindi un incremento delle collisioni e un innalzamento della velocità di reazione.
Le concentrazioni dei reagenti
I catalizzatori agiscono in modi diversi, ma in generale fanno diminuire l’energia di attivazione della reazione rendendola più veloce.
Quando i reagenti si sono trasformati nei prodotti, i catalizzatori ritornano inalterati, pronti per agire su altre molecole.
La presenza di catalizzatori
Nei processi chimici che avvengono in più fasi successive la velocità di reazione complessiva è determinata dal processo più lento.
I catalizzatori
I catalizzatori sono sostanze che velocizzano le reazioni senza subire trasformazioni.
Sono omogenei se agiscono miscelati con i reagenti in soluzione o eterogenei se sono in fase diversa.
Quasi tutti gli enzimi conosciuti sono proteine che catalizzano le trasformazioni chimiche nei sistemi biologici.
Le molecole biologiche sono molto complesse e in assenza di catalizzatori le loro reazioni sarebbero talmente lente da essere incompatibili con la vita stessa.
La macromolecola proteica di un enzima ha una regione, detta sito attivo, nella quale trovano alloggio specifico le molecole che devono reagire tra loro, chiamate substrato.
I catalizzatori
È fondamentale la forma del sito attivo che deve essere complementare a quella del substrato, come una chiave nella sua serratura.
Si parla infatti di modello chiave-serratura per spiegare l’elevata specificità tra enzima e substrato.
I catalizzatori