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La filosofia della scienza:�il Circolo di Vienna �e il neokantismo

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ORIENTAMENTI DELLA FILOSOFIA DELLA SCIENZA NEL NOVECENTO

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO

Neopositivismo/empirismo logico/positivismo logico

Realismo

Naturalismo

Nasce nel Novecento a Vienna.

Secondo tale movimento il linguaggio della scienza richiede un lavoro di analisi logica formale (da ciò logico) che chiarisca il rapporto di questo linguaggio con i dati dell’esperienza (da ciò empirismo).

Propone un ritorno al metodo scientifico, senza però il vincolo empiristico di verificare sperimentalmente tutti gli enunciati della scienza (Popper).

Si diffonde negli anni Cinquanta, soprattutto negli Stati Uniti dove si combina con la tradizione del pragmatismo.

Secondo tale concezione non esistono enti sovrannaturali e tutte le nostre conoscenze si devono conformare ai più avanzati risultati delle scienze (Quine)

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La formazione del Circolo di Vienna risale alle discussioni avute tra il 1907 e il 1912 da un gruppo di scienziati, dotati di forti interessi filosofici, in un caffè di Vienna.

Il consolidamento del gruppo avviene con l’arrivo del filosofo e fisico Moritz Schlick.

IL CIRCOLO DI VIENNA E L’EMPIRISMO LOGICO

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO

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Kant

Schlick

Indagine conoscitiva come studio della possibilità di una conoscenza a priori

Indagine conoscitiva come studio della coordinazione tra segni e realtà

Categorie come forme pure dell’intelletto

Categorie come strutture ricavate da dati empirici

Giudizi analitici come giudizi in cui il predicato è contenuto nel concetto del soggetto e sono a priori

Giudizi analitici come giudizi che collegano concetti e sono a priori

Giudizi sintetici come giudizi in cui il predicato non è contenuto nel concetto del soggetto e possono essere a priori o a posteriori

Giudizi sintetici come giudizi riguardanti le proprietà degli oggetti e sono a posteriori

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO/IL CIRCOLO DI VIENNA E L’EMPIRISMO LOGICO

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La filosofia dell’empirismo logico trova espressione nel Manifesto La concezione scientifica del mondo, e ha come punti di partenza:

  • Bertrand Russell;
  • il Tractatus di Wittgenstein;
  • l’analisi della conoscenza di Schlick.

IL MANIFESTO DEL CIRCOLO DI VIENNA

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO

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IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO/IL MANIFESTO DEL CIRCOLO DI VIENNA

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In La costruzione logica del mondo, Carnap vuole ricostruire l’intera conoscenza a partire da esperienze elementari, che collega ai linguaggi formali della logica.

Per comprendere l’obiettivo filosofico di Carnap bisogna analizzare il suo criterio di significanza delle proposizioni.

RUDOLF CARNAP

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO

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IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO/RUDOLF CARNAP

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Per Carnap tutti gli enunciati che non rispettano il criterio si significanza sono privi di senso e non possono trasmettere nessuna conoscenza, tra questi gli enunciati metafisici.

La metafisica è un’arte e i metafisici sono poeti o musicisti mancati.

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO/RUDOLF CARNAP

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Il criterio di significanza mostrava difficoltà di applicazione così Carnap elaborò un criterio meno restrittivo: il principio di controllabilità, che consiste nella possibilità di sottoporre una proposizione a un controllo basato su osservazioni, senza ridurre il suo significato a queste osservazioni.

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO/RUDOLF CARNAP

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KANT E LA FILOSOFIA DELLA SCIENZA DEL XX SECOLO

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO

L’eredità di Kant nei primi decenni del XX secolo si ramifica in due orientamenti dominanti:

il convenzionalismo

la relativizzazione a priori

Alcuni scienziati sostituiscono i giudizi sintetici a priori di Kant con delle pure convenzioni, cioè assunzioni generali dotate di un’utilità pratica ma che non descrivono delle proprietà del mondo. Questo tipo di soluzione è apprezzata dai filosofi del Circolo di Vienna, che considerano il convenzionalismo come elemento del nuovo empirismo e ritengono l’a priori kantiano del tutto superato.

Consiste nel sottolineare il valore trascendentale dei concetti scientifici, cioè il fatto che questi, lungi dall’essere semplici strumenti utili a organizzare i dati, sono condizioni indispensabili per fare esperienza di oggetti, sono, in termini kantiani, costitutivi degli oggetti.

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La relativizzazione a priori è portata avanti da Hermann Cohen, fondatore della scuola neokantiana di Marburgo.

Secondo Cohen, i principi a priori si devono ricavare in ogni epoca dalle teorie scientifiche più efficaci (relativizzazione storica dell’a priori).

IL NEOKANTISMO DI MARBURGO: DA COHEN A CASSIRER

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO

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LA SCIENZA CONTEMPORANEA SECONDO CASSIRER

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO

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L’ultimo Cassirer generalizza la sua idea di conoscenza a ogni aspetto dell’esperienza come il linguaggio, il mito, la religione e la scienza. Il tratto comune a queste forme è che l’uomo non è mai spettatore passivo della realtà, ma la rappresenta mediante un’attività spirituale che conferisce una specifica forma all’esperienza.

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO/LA SCIENZA CONTEMPORANEA SECONDO CASSIRER

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Hans Reichenbach sostiene che ogni teoria scientifica possiede principi validi a priori fintanto che non viene superata.

Michael Friedman sostiene che i principi a priori hanno sempre svolto un ruolo fondamentale per la nascita e l’elaborazione delle teorie scientifiche.

LA RELATIVIZZAZIONE DELL’A PRIORI IN REICHENBACH

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO

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LA TEORIA DELLA RELATIVITÀ RISTRETTA DI EINSTEIN

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO

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Nella teoria della relatività generale, Einstein incluse la trattazione della gravità, riuscendo così a spiegare più fenomeni e arrivando alla conseguenza che lo spazio non è più lo spazio assoluto e infinito di Newton, ma varia a seconda della distribuzione della materia.

LA TEORIA DELLA RELATIVITÀ GENERALE

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO

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A partire da questi risultati Einstein diede un impulso decisivo alla nascita della cosmologia.

L’abbandono dello spazio assoluto della fisica newtoniana apparve come una confutazione dell’a priori kantiano.

Einstein non prese una posizione netta sulla discussione intorno all’eredità di Kant.

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO/LA TEORIA DELLA RELATIVITÀ GENERALE

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Posizioni sull’eredità di Kant

Reichenbach

Cassirer

Schilick

La nuova teoria fisica non smentisce l’esistenza di principi a priori nella scienza, ma ne fornisce di nuovi.

La nuova fisica non è una confutazione della teoria dell’a priori, ma un suo perfezionamento, in quanto conferisce un nuovo contenuto alle forme generali di ordinamento dei fenomeni come i concetti di spazio e tempo. Einstein non era giunto ai suoi risultati per via sperimentale, ma con un ragionamento sui principi generali della fisica.

Kant ha avuto ragione nel sostenere che ogni teoria fisica possiede dei principi di ordinamento e interpretazione dei fenomeni che non si possono ricavare dalle osservazioni, ma ai difensori della concezione neokantiana obietta che questa tesi è sostenuta in modo corretto dall’empirismo, che non ha mai affermato che tali principi siano giudizi sintetici a priori, necessariamente validi una volta per tutte.

IL CIRCOLO DI VIENNA E IL NEOKANTISMO/LA TEORIA DELLA RELATIVITÀ GENERALE