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Roma e Cartagine

Le guerre puniche

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Il predominio di Roma

Roma, dopo la vittoria su Pirro e la conquista del sud Italia, divenne una delle prime potenze del Mediterraneo.

Naturalmente questa posizione la portò ad entrare in conflitto con Cartagine.

Lo scontro con la città occupò la

seconda parte del III sec. a.C.

C

Cartagine era alleata con Roma, sin dai tempi dell'ultimo scontro con Pirro nel 279 a.C. ed erano in rapporti amichevoli poiché a Roma, inizialmente, non interessava molto il dominio sul mare

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Lo scontro con le colonie greche

I rivali dei Cartaginesi furono in primo luogo i Greci.

480 a.C. (contemporaneamente alla II g. persiana), i cartaginesi tentarono di sottomettere le colonie greche (v. Gelone a Siracusa e Terone ad Agrigento). Furono sconfitti i Cartaginesi.

Concentrarono i loro sforzi sul litorale africano e si impadronirono della costa dalla Libia allo stretto di Gibilterra.

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Lo scontro con le colonie greche

Attaccarono nuovamente la Sicilia durante la guerra del Peloponneso e conquistarono molte colonie greche in Sicilia.

La Sicilia fu il teatro delle lotte tra Roma e Cartagine

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Cartagine

La ricchezza di C. si fondava sull'organizzazione commerciale e mercantile.

Vi erano due suffeti, giudici, con carica annuale ed essi erano affiancati da un senato formato dalle famiglie più nobili.

Il numero dei cittadini era limitato e Cartagine decise di arruolare mercenari nell'esercito. I generali, però, erano cartaginesi

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La nuova organizzazione politica a Roma

La forma originaria della città stato era entrata in crisi a causa delle conquiste territoriali di Roma: bisognava organizzare il territorio italico.

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Sistema municipale e le città federate

Sistema municipale: incorporare nella civitas romana gli stati conquistati sotto il nome di municipia (munera capere, assumere gli obblighi). I cittadini (municipes) assai spesso non avevano diritto di voto

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Sistema municipale e le città federate

Sistema delle città federate: si concludevano dei trattati (foedera) che garantivano la supremazia di Roma, ma lasciavano intatta la struttura delle città.

Le città latine godevano di una posizione particolare poiché continuavano a possedere i diritti che avevano ai tempi della Lega Latina.

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La prima guerra punica

Dopo la partenza di Pirro dalla Sicilia, Cartagine aveva conquistato quasi tutta l'isola.

Ma i mamertini (avventurieri campani) si impadronirono di Messina. Inizialmente furono aiutati dai Cartaginesi, ma poi i mamertini chiesero di essere ammessi alla Lega Italica e i Romani li accolsero.

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La prima guerra punica

1 fase del conflitto: Milazzo 260 a.C. sconfitta dei Cartaginesi con la tecnica del corvo.

2 fase: I romani attaccano su suolo africano ma vengono sconfitti (256 a.C.).

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La prima guerra punica

3 fase: la guerra si spostò in Sicilia e fu una guerra di posizione al fine di conquistare città. I romani avevano grandi difficoltà economiche, ma riuscirono a ricostruire la flotta e distrussero la flotta cartaginese nel 241 a.C. presso le Egadi.

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La prima guerra punica

Cartagine chiese la pace e i Romani le imposero di sgomberare la Sicilia e di pagare una forte indennità di guerra.

Intanto Roma aveva sottomesso anche i galli dell'Italia settentrionale e aveva fondato due importanti colonie: Cremona e Piacenza.

S'impadronì anche delle coste dell'Illiria.

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La Sicilia

La Sicilia fu annessa a Roma e divenne una

PROVINCIA

Gli abitanti divennero sudditi e furono privati delle libertà politiche poiché furono posti sotto il governo di un magistrato (un pretore) nominato a Roma.

Era una regione sottomessa che il Senato considerava di sua proprietà e che sfruttava direttamente

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La seconda guerra Punica

A Cartagine vi era un partito espansionista, guidato da Amilcare, appartenente alla famiglia dei Barca.

I Barca erano i principali generali: Amilcare, Asdrubale (suo fratello) e il giovane Annibale (figlio di Amilcare).

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Annibale, nemico di Roma

Annibale, spinto dal grande odio contro i Romani, era convinto di poterla sconfiggere alleandosi con le popolazioni italiche e promettendo loro la libertà.

Nel 219 a.C. trovò il pretesto per dichiarare guerra a Roma: aggredire la città di Sagunto (amica di Roma).

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Annibale in Italia

Sagunto fu conquistata e Roma inviò un esercito comandato da Scipione in Spagna.

Annibale, nel 218 a.C., si diresse in Italia e l'esercito romano fu sconfitto sulle rive del Ticino. I galli si unirono ad Annibale.

Roma subì altre due sconfitte (Trebbia e Trasimeno).

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Annibale in Italia

Data la situazione di emergenza, fu nominato dittatore Quinto Fabio Massimo, detto il Guerrigliere, poiché egli evitò una battaglia frontale e si limitò a controllare le mosse di Annibale e ad impedire l'approvvigionamento dei Cartaginesi. Inoltre adottò la tecnica dei sanniti

Annibale andò verso la Puglia per stabilire i quartieri d'inverno.

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La battaglia di Canne

Roma pensò che la soluzione potesse essere uno scontro in campo aperto.

2 agosto 216 a.C. battaglia di Canne (presso Barletta) e i romani subirono una delle peggiori sconfitte: 70000 uomini caddero in battaglia.

Annibale liberò alcuni prigionieri italici e anche Capua aprì le porte a Cartagine.

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La reazione di Roma

Annibale si stabilì a Capua, Roma ne approfittò: tutta la popolazione fu richiamata alle armi e rientrarono al fianco di Roma anche quelle popolazioni che avevano appoggiato Cartagine.

Siracusa fu assediata, Capua fu punita e l'esercito romano si spostò in Spagna a Cartagena, conquistandola nel 210 a.C.

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La guerra in Africa

Roma preparò un esercito da inviare in Africa al comando di Publio Scipione.

Quest'ultimo si alleò con i Numidi e ottenne la supremazia con la cavalleria.

I Cartaginesi si trovarono in difficoltà e richiamarono Annibale dall'Italia.

Furono sconfitti a Zama nel 202 a.C. e chiesero la pace, rinunciando a ogni possesso fuori dall'Africa e acconsentirono al divieto di dichiarare guerra senza il consenso di Roma.

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La conquista dell'Oriente

Dopo la vittoria della 2 g. punica, Roma puntò al Mediterraneo orientale.

Furono le stesse città greche, impoverite dal controllo della Macedonia, a coinvolgere Roma.

Filippo V il Macedone, antiromano, si alleò con la Siria ai danni dell'Egitto (stato amico di Roma) per minacciare anche Pergamo (altro stato amico di Roma)

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La Macedonia e la Grecia libera

200 a.C. il Senato romano dichiara guerra a Filippo V e l'esercito macedone fu sconfitto.

Roma restituiva ai Greci la libertà: Roma non imponeva nessun tributo e consentiva che le città fossero governate secondo le leggi tradizionali.

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La guerra in Siria

La lega etolica, che aveva appoggiato i Romani contro Filippo, si ritenne poco ricompensata e cercò di conquistare alcuni territori in Grecia con l'aiuto di Antioco III di Siria. Antioco invase la Grecia, ma dovette scontrarsi contro città greche+ Macedonia+ Roma.

192 a.C. Antioco fu sconfitto alle Termopili

189 a.C. sconfitta definitiva a Magnesia.

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La Siria

La Siria dovette rinunciare a tutte le conquiste in Asia Minore e dovette cedere la flotta.

Gli alleati romani in Oriente trassero grandi benefici: Rodi ebbe privilegi commerciali, Pergamo ottenne la Ionia e alcune regioni strappate alla Siria.

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Gli Scipioni

Come a Zama, la guerra siriaca fu un successo personale di Scipione Africano.

Gli Scipioni avevano ormai monopolizzato il consolato e le più importanti cariche della repubblica. Avevano esercitato un potere personale che toglieva spazio ai senatori.

Traendo spunto da alcune irregolarità amministrative, gli Scipioni furono accusati e processati. Loro acerrimo nemico fu il senatore Marco Porcio Catone

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L'ultima guerra macedonica

I romani dichiararono guerra (179 a.C.) a Perseo, figlio di Filippo V, poiché lo consideravano un grande pericolo.

Nel 168 a.C. il console Lucio Emilio Paolo ottenne una vittoria schiacciante a Pidna. Il regno macedone fu smembrato in quattro distretti, furono confiscate le miniere d'oro e Perseo fu fatto prigioniero.

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L'ultima guerra macedone

Pergamo e Rodi tennero una condotta ambigua durante il conflitto e furono punite severamente da Roma. L'isola di Delo divenne un porto franco

e divenne il maggior

mercato

di schiavi del

Mediterraneo

Porto Franco è un luogo che gode di privilegi commerciali ed è favorito rispetto ai concorrenti: le merci che transitano non pagano tasse doganali.

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Gli ostaggi greci e la sottomissione della Macedonia e della Grecia

Le città greche che avevano appoggiato la Macedonia furono costrette a consegnare a Roma ostaggi che furono il veicolo di diffusione della cultura greca a Roma.

Nel 149 a.C. un avventuriero che si fingeva figlio di Perseo tentò una rivolta che fu subito repressa e Roma trasformò la Macedonia in una provincia.

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La sottomissione della Grecia

La lega Achea tentò di ribellarsi a Roma, ma la vittoria del console Lucio Mummio sull'istmo di Corinto segnò la fine della libertà dei Greci. Corinto fu distrutta e

la Grecia fu unita alla provincia della Macedonia.

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La terza guerra punica

146 a.C. si concluse l'ultima guerra con Cartagine.

Cartagine si era risollevata e il senato romano con M. Porcio Catone sostenevano che Cartagine meritasse la distruzione (delenda Cartago). Il re di Numidia, appoggiato dai Romani, minacciava i confini punici e quando Cartagine, violando il divieto impostogli da Roma, dichiarò guerra ai Numidi...

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La terza guerra punica

...Roma iniziò a punire Cartagine e l'assedio durò tre anni e fu condotto da Publio Cornelio Scipione Emiliano, figlio di Emilio Paolo e adottato da Scipione Africano.

Nel 146 a.C. la città fu distrutta e Cartagine divenne provincia d'Africa.

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La romanizzazione della Pianura Padana

Roma riprese il progetto di conquista della Pianura Padana e della fascia costiera ligure. Le tribù celtiche intorno al Po furono sconfitte tra il 197 e il 194 a.C. Dopo 20 anni ca. fu completata la conquista della Liguria.

Ci fu un travaso di nuove popolazioni verso il Nord: Parma, Mutina (Modena), Bononia e fu costruita la colonia di Aquileia e fu assoggettata l'Istria con la Dalmazia.

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La romanizzazione della Pianura Padana

Le conquiste furono consolidate con la costruzione di strade militari: la via Flaminia minor (Arezzo-Bologna) e la via Aemilia (Rimini-Piacenza).

La romanizzazione della Pianura Padana fu rapidissima.