Lezione 1
Studiare da pag 270 a 275
Fenomeni complessi�dell’atmosfera
Capitolo 14 Atmosfera e clima
Alfonso Bosellini – Le Scienze della Terra – Quinto anno - Triennio – Seconda edizione – © Zanichelli 2020
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L’atmosfera terrestre è una massa aeriforme�che avvolge la Terra e partecipa al suo moto nello spazio�in virtù dell’attrazione gravitazionale.
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
In base alla composizione si distinguono due fasce:�la bassa e l’alta atmosfera.
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La bassa atmosfera, spessa circa 100 km,�è la parte più vicina alla superficie terrestre;�qui si concentra quasi tutta la massa atmosferica:�78% in volume di azoto, 21% di ossigeno e altri gas�tra cui il vapore acqueo, il diossido di carbonio e l’argo.
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
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Nell’alta atmosfera i moti dei gas sono ridotti�e non c’è rimescolamento; i gas sono perciò stratificati�in base alla densità, a causa dell’azione della forza di gravità�esercitata dalla Terra.
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
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In base alle variazioni verticali della temperatura�l’atmosfera può essere suddivisa in sfere,�separate tra loro da fasce di discontinuità, dette pause.
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
La troposfera è sede�delle perturbazioni�meteorologiche.
La stratosfera ospita�lo strato di ozono.
Nella termosfera �si formano le aurore polari.
Dall’esosfera,�idrogeno ed elio sfuggono alla forza di gravità terrestre nello spazio interstellare.
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Nella troposfera le masse di aria calda, più leggera,�tendono a salire generando aree di bassa pressione,�mentre le masse di aria fredda, più pesante,�tendono a scendere generando aree di alta pressione.
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
Per poter riconoscere le aree di bassa e alta pressione,�i meteorologi lavorano su carte geografiche�chiamate carte del tempo.
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1 • Caratteristiche dell’atmosfera
Isobare�linee che uniscono�punti con la stessa�pressione atmosferica�(valori in millibar)
Area di�alta pressione
Area di�bassa pressione
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Le isobare consentono di individuare le aree di bassa�e alta pressione e alcune loro configurazioni caratteristiche,�come la saccatura e il promontorio.
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
PROMONTORIO:�corridoio di alta pressione�che si inserisce tra due zone cicloniche�(cielo sereno o poco nuvoloso,
atmosfera limpida e visibilità ottima).
È una situazione instabile e di breve durata.
SACCATURA:�striscia di basse pressioni
che si inserisce tra due zone anticicloniche.�(rovesci e violenti temporali).
zona anticiclonica
zona anticiclonica
zone cicloniche.
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Il vento è il flusso orizzontale di una massa d’aria�tra aree a diversa pressione.
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
La velocità del vento�è direttamente proporzionale alla differenza di pressione�e inversamente proporzionale alla distanza tra le aree.
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Per l’effetto Coriolis, dovuto alla rotazione terrestre, i venti�escono dalle aree di alta pressione�ruotando in senso orario (anticicloni)�ed entrano nelle aree di alta pressione�ruotando in senso antiorario (cicloni).
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
I versi di rotazione valgono nel nostro emisfero e sono opposti nell’emisfero australe.
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La misura dell’umidità atmosferica, assoluta o relativa,�esprime la quantità di vapore acqueo presente nell’aria.
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
L’umidità può aumentare a causa dell’evaporazione�di una superficie liquida o umida sottostante�(mare, lago, acquitrino).
Quando l’aria è satura,�può aver luogo la condensazione oppure,�a temperature inferiori a 0 ºC, la sublimazione.
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1 • L’umidità dell’aria
Il contenuto massimo di vapore che l’aria può contenere�aumenta all’aumentare della temperatura�e diminuisce al diminuire della temperatura.
Un volume di aria fredda si satura con una quantità di vapore acqueo minore�di quella necessaria per saturare un uguale volume di aria calda.
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1 • L’umidità dell’aria
La temperatura alla quale una massa d’aria diviene satura�è chiamata punto di rugiada.
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La nebbia si forma per contatto di una massa d’aria�calda e umida con una superficie fredda.
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
L’aria calda cede calore al corpo freddo e si raffredda.
L’abbassamento della temperatura determina�un eccesso di vapore acqueo, che condensa�sotto forma di minutissime goccioline in sospensione nell’aria.
Propoli87 / Wikimedia Commons
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Le nuvole si formano nelle masse d’aria�che si spostano verso l’alto.
1 • La nebbia e le nuvole
L’aria può risalire verso l’alto per 3 motivi:
perché è calda e umida�e quindi leggera;
perché incontra l’ostacolo�di una montagna;
perché incontra una�massa d’aria più fredda.
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1 • Caratteristiche dell’atmosfera
Durante la risalita la massa d’aria si espande�e per effetto dell’espansione si raffredda.
La diminuzione di temperatura di una massa d’aria�con la quota è detta gradiente adiabatico secco,�ed è circa di 1 ºC ogni 100 m.
Quando la temperatura scende fino al punto di rugiada,�inizia la condensazione.
Si formano piccole goccioline,�del diametro di circa 1/100 mm,�che rimangono in sospensione e formano una nuvola.
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1 • Caratteristiche dell’atmosfera
La diminuzione di temperatura con la quota�dopo l’inizio della condensazione�è definito gradiente adiabatico umido�e vale circa 0,6 ºC/100 m.
La condensazione del vapore�nella formazione della nebbia e delle nuvole è favorita,�oltre che dall’abbassamento della temperatura,�anche dalla presenza di particelle, come�granuli di polline, microcristalli di sale, granelli di polvere,�che fungono da nuclei di condensazione.
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Le nuvole si presentano in due diverse forme:
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
cumuliformi, che si sviluppano in senso verticale�e sono determinate da correnti di aria ascendente;
stratiformi, che si sviluppano in senso orizzontale,�e sono dovute a correnti in quota�che spirano parallele alla superficie terrestre.
Giorgio Galeotti / Wikimedia Commons
Cumuli
Famartin / Wikimedia Commons
Strati
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La presenza delle nubi e la loro densità�sono massime tra i 1000 e i 3000 metri.
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
Al di sopra degli 8000 metri,�a causa della rarefazione del vapore e�della temperatura molto bassa, si hanno soltanto i cirri,�nubi poco dense formate da aghetti di ghiaccio.
Harald Hoyer / Wikimedia Commons
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Quando le goccioline d’acqua, o le particelle di ghiaccio, raggiungono dimensioni tali�da non poter più essere sostenute dall’aria,�hanno luogo le precipitazioni, che possono essere�liquide (pioggia) o solide (neve e grandine).
1 • Caratteristiche dell’atmosfera
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Il vento, le nuvole, le precipitazioni, i cicloni e gli anticicloni,�la temperatura e l’umidità dell’aria sono gli elementi�che caratterizzano il tempo meteorologico.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
Vento debole, assenza di nuvole e di precipitazioni�sono condizioni meteorologiche�tipiche di tempo bello e stabile.
Vento forte, abbondanza di nuvole e di precipitazioni�sono condizioni meteorologiche�tipiche di tempo cattivo e instabile.
Le perturbazioni atmosferiche dipendono�dalla distribuzione delle aree di alta e bassa pressione.
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Gli anticicloni determinano tempo stabile�privo di nubi e di precipitazioni.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
L’aria che scende verso il basso si riscalda per compressione.�Il riscaldamento provoca una diminuzione dell’umidità relativa.
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I cicloni determinano tempo instabile�con nubi e precipitazioni.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
L’aria che sale verso l’alto si raffredda per espansione.�Il raffreddamento provoca il raggiungimento del punto di rugiada.
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Con il barometro,�l’apparecchio che misura la pressione atmosferica,�può essere fatta la previsione a breve termine�delle condizioni meteorologiche.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
Basse pressioni fanno prevedere il sopraggiungere di perturbazioni;�alte pressioni indicano l’assenza di perturbazioni;�pressioni intermedie lasciano pensare a una variabilità delle condizioni.
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Le condizioni meteorologiche alle medie latitudini�sono influenzate dalla circolazione generale�nella troposfera.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
In particolare,�la corrente a getto del fronte polare� è la principale responsabile della formazione�delle aree cicloniche e delle aree anticicloniche�alle nostre latitudini.
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2 • Le perturbazioni atmosferiche
A bassa quota l’aria calda proveniente dai tropici�si incontra intorno alla latitudine di 60°�con l’aria fredda che arriva dalle regioni polari.
Fra la massa d’aria tropicale e la massa d’aria polare�si stabilisce un fronte chiamato fronte polare.
Si definisce fronte la superficie di contatto tra due masse d’aria�con caratteristiche di umidità e temperatura differenti.
Fronte polare
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L’aria fredda è più densa e si incunea�sotto l’aria calda, più leggera.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
L’aria calda è costretta a salire e a spostarsi verso il polo�lungo un piano leggermente inclinato.
La corrente a getto del fronte polare forma ondulazioni�in corrispondenza delle quali, a bassa quota,� si determina una perturbazione del fronte polare.
Un cuneo di aria fredda circonda l’aria calda,�che rimane isolata e forma un ciclone.
Un cuneo di aria calda circonda l’aria fredda,�che rimane isolata e forma un anticiclone.
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Le perturbazioni atmosferiche prevalenti in Italia�sono i cicloni delle medie latitudini.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
Nell’evoluzione�di un ciclone delle medie latitudini si individuano:
• il fronte caldo,
• il fronte freddo,
• il settore caldo,
• il fronte occluso.
A ciascuno di essi�sono associati fenomeni atmosferici tipici.
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Evoluzione di un ciclone delle medie latitudini nell’emisfero boreale�1�Finché il fronte polare si mantiene rettilineo,�non c’è mescolamento di aria calda e di aria fredda:�il fronte stazionario è rettilineo.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
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Evoluzione di un ciclone delle medie latitudini nell’emisfero boreale�2�Nel fronte polare si forma un’increspatura di aria fredda�che si insinua sotto l’aria calda e la costringe a salire:�inizia a formarsi un ciclone delle medie latitudini.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
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Evoluzione di un ciclone delle medie latitudini nell’emisfero boreale�3�Si formano il fronte freddo e il fronte caldo,�e si crea un vortice che si muove in senso antiorario;�tra i due fronti permane una zona occupata da aria calda,�chiamata settore caldo.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
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Evoluzione di un ciclone delle medie latitudini nell’emisfero boreale�4�Il fronte freddo raggiunge il fronte caldo,�il settore caldo si restringe�e comincia a formarsi il fronte occluso:�l’aria calda è sollevata e dà luogo a tempo molto perturbato.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
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Evoluzione di un ciclone delle medie latitudini nell’emisfero boreale�5�Tutta l’aria calda si è staccata dal suolo,�il fronte occluso si amplia e il ciclone diventa maturo.�Alla fine il fenomeno si esaurisce�e si ristabilisce la condizione del fronte stazionario.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
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2 • Le perturbazioni atmosferiche
Sezione attraverso un ciclone delle medie latitudini
Fase di formazione del fronte caldo, del fronte freddo e del settore caldo.
Fase di formazione del fronte occluso.
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Caratteristiche degli elementi meteorologici dei fronti caldo e freddo
2 • Le perturbazioni atmosferiche
In diminuzione continua�prima dell’arrivo del fronte;�poi quasi stazionaria.
In diminuzione prima�del passaggio del fronte;�in brusco aumento dopo.
Pressione
Nubi cumuliformi sul fronte�di avanzamento dell’aria fredda;
cumulonembi e nubi stratificate�lungo la superficie frontale superiore.
Estesa e�a carattere stratiforme;�se l’aria calda è instabile,�anche cumuliforme.
Nuvolosità
Piogge, pioggerelle, neve;�presenza di nebbia;�se l’aria calda è instabile,�anche rovesci e temporali.
Piogge o nevicate�intense e circoscritte,�acquazzoni,�rovesci e temporali.
Precipitazioni
Davanti al fronte, dipende�dalla massa di aria calda;�dopo il passaggio del fronte,�in forte diminuzione.
Prima del fronte�aumenta in modo lento;�dopo, l’aumento�è più deciso e intenso.
Temperatura
Fronte freddo
Fronte caldo
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I cicloni delle medie latitudini non sono isolati;�se ne formano mediamente quattro o cinque in successione,�che si estinguono in una settimana.
2 • Le perturbazioni atmosferiche
I cicloni si spostano da ovest verso est�trasportati dai venti occidentali,�a una velocità media di 40 ÷ 50 km/h.
Le perturbazioni convergono verso il fronte polare�e ne seguono gli spostamenti stagionali.
Nell’emisfero boreale il fronte polare�si sposta verso nord in estate (intorno alla latitudine di 60º)�e verso sud in inverno (intorno alla latitudine di 40º).
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2 • Le perturbazioni atmosferiche
Durante l’estate l’anticiclone delle Azzorre si sposta a nord�e le traiettorie delle perturbazioni salgono di latitudine,�interessando l’Europa centrosettentrionale.
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2 • Le perturbazioni atmosferiche
Durante l’inverno l’anticiclone delle Azzorre si sposta a sud�e le traiettorie delle perturbazioni scendono di latitudine,�interessando l’area mediterranea.
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I fenomeni meteorologici più violenti�che si verificano sulla Terra sono i cicloni tropicali.
3 • Cicloni tropicali e tornado
Claudia Weinmann / Alamy Foto Stock
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I cicloni tropicali sono aree di bassa pressione�di estensione limitata (100 ÷ 1000 km),�ma con alto gradiente barico orizzontale�che determina venti violentissimi (oltre i 500 km/h).
3 • Cicloni tropicali e tornado
Il moto dell’aria è vorticoso�e avviene in senso antiorario nell’emisfero settentrionale�e in senso orario in quello meridionale.
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3 • Cicloni tropicali e tornado
L’aria calda e umida sale vorticosamente nella zona esterna�del ciclone determinando�forti venti e intense precipitazioni.
Perduta parte dell’umidità,�l’aria diventa più pesante�e scende in una zona centrale�del vortice, l’occhio del ciclone,�ampia dai 20 ai 50 km.
L’aria in discesa si comprime�e si riscalda, si innalza�il punto di rugiada e compaiono�nubi a sviluppo verticale�e intensissime precipitazioni.
L’occhio del ciclone è una zona di convergenza dei venti�dove l’aria è calma e non si verificano precipitazioni.
Aria in risalita
Aria in discesa
Occhio
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I cicloni, oltre a ruotare su se stessi, si spostano�a 25÷80 km/h da est verso ovest e, per l’effetto Coriolis,�si dirigono verso latitudini più alte, dove si esauriscono.
3 • Cicloni tropicali e tornado
Area in cui le acque�marine superficiali�raggiungono i 25 ºC�in estate
Il calore ceduto dall’acqua marina all’atmosfera è la principale fonte di energia dei cicloni tropicali.
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I tornado sono violenti fenomeni di limitata estensione�causati da fenomeni locali, come una nube temporalesca.
3 • Cicloni tropicali e tornado
Sono detti trombe d’aria,�quando si verificano sulla terraferma.
PD-USGOV-NOAA / Wikimedia Commons
Sono detti trombe d’acqua,�quando si verificano in mare.
Bäck / Wikimedia Commons
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L’ampiezza del vortice di un tornado�è al massimo di 200 m e la velocità del vento al suo interno�si pensa possa raggiungere gli 800 km/h.
3 • Cicloni tropicali e tornado
La corrente è a spirale dal basso verso l’alto�e il risucchio solleva dal suolo tutto ciò che incontra.
Prima di esaurirsi, i tornado si spostano�per qualche kilometro con velocità di 30÷80 km/h�da sud-ovest verso nord-est nel nostro emisfero.
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Le previsioni del tempo vengono stilate�dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare�sulla base dei dati raccolti�dalla rete delle stazioni meteorologiche�e dai satelliti meteorologici.
4 • Previsioni del tempo
L’Italia dispone di oltre 10 000 stazioni meteorologiche�installate a terra o su navi attrezzate�e di 600 stazioni che lanciano palloni con radiosonde�per il rilevamento delle caratteristiche delle masse d’aria�fino ad altezze di 20÷30 km.
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I satelliti meteorologici sono di due tipi.
4 • Previsioni del tempo
Un primo tipo di satellite descrive un’orbita polare fissa;�nel tempo che impiega per tornare al punto iniziale,�la Terra è ruotata di un arco,�per cui esso osserva la situazione meteorologica�relativa a fasce terrestri successive.
Un secondo tipo di satellite, chiamato geostazionario,�descrive un’orbita equatoriale�alla stessa velocità di rotazione della Terra,�per cui risulta fisso rispetto alla superficie terrestre;�esso può così osservare l’evoluzione�delle condizioni meteorologiche sulla medesima area.
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L’elaborazione elettronica dei dati�consente di formulare previsioni del tempo�abbastanza attendibili sia a breve sia a media scadenza.
4 • Previsioni del tempo
I meteorologi possono quindi passare�alla stesura delle carte sinottiche,�le quali contengono la rappresentazione�dei vari elementi meteorologici�come fronti, isobare, direzioni dei venti.
Le carte sinottiche costituiscono�la rappresentazione grafica della situazione meteorologica�esistente in un dato istante in una data regione.
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4 • Previsioni del tempo
Carta sinottica del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica, che mostra una situazione invernale.�I valori della pressione sono in millibar.�La direzione e la forza del vento sono indicate dai simboli neri:�il tratto che va verso il pallino nero indica la direzione,�il numero dei «baffi» su questo tratto è proporzionale alla forza del vento.
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Lezione 2
Studiare da pag 276 a 280
Il cambiamento climatico
Capitolo 14 Atmosfera e clima
Alfonso Bosellini – Le Scienze della Terra – Quinto anno - Triennio – Seconda edizione – © Zanichelli 2020
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La Terra riceve dal Sole un flusso continuo di energia�sotto forma di radiazioni elettromagnetiche,�tra cui luce visibile, raggi ultravioletti e raggi infrarossi.
1 • Riequilibrio termico della Terra
La radiazione solare viene in parte riflessa �o assorbita dall’atmosfera e solo una quantità�parziale raggiunge la superficie terrestre.
Una parte ulteriore delle radiazioni�viene riflessa dalla stessa superficie terrestre.
L’energia solare che giunge alla superficie terrestre�è soltanto il 47% del totale.
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1 • Riequilibrio termico della Terra
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Colpita dai raggi solari, la superficie terrestre si riscalda�e riemette radiazioni elettromagnetiche�a lunghezza d’onda maggiore di quelle incidenti.
1 • Riequilibrio termico della Terra
Il diossido di carbonio (CO2) e il vapore acqueo dell’aria�non schermano le radiazioni in ingresso,�ma trattengono le radiazioni infrarosse in uscita.
L’energia termica viene perciò trattenuta nella troposfera.
Per questo motivo vengono definiti gas serra�e sono responsabili dell’effetto serra.
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1 • Riequilibrio termico della Terra
Il nome del fenomeno deriva dal fatto�che la troposfera si comporta come una serra.
In una serra la temperatura è più elevata rispetto all’esterno,�poiché i vetri lasciano passare le radiazioni solari in entrata,�ma trattengono quelle infrarosse emesse dal terreno e dalle piante.
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1 • Riequilibrio termico della Terra
Il nome del fenomeno deriva dal fatto�che la troposfera si comporta come una serra.
Analogamente, nella troposfera i gas serra�trattengono parte delle radiazioni infrarosse�emesse dalla superficie terrestre.
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1 • Riequilibrio termico della Terra
Altri gas serra, anche se in misura minore, sono:�il metano (CH4),�il protossido di azoto (N2O),�l’ozono troposferico (O3),�i clorofluorocarburi (CFC).
Senza effetto serra la temperatura media del pianeta�si aggirerebbe intorno ai –18 ºC, contro i 15 ºC attuali.
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1 • Riequilibrio termico della Terra
Si definisce bilancio energetico�la differenza tra l’energia solare assorbita�e l’energia riemessa dalla Terra.
Il bilancio energetico non è lo stesso per tutti i luoghi della Terra:�località a latitudini diverse hanno bilanci energetici differenti.
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1 • Riequilibrio termico della Terra
Bilancio tra energia solare ricevuta ed energia dissipata dalla Terra nell’emisfero boreale.�L’unità di misura utilizzata per misurare la radiazione solare è il langley (Ly);�un langley equivale a una caloria per cm2.
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1 • Riequilibrio termico della Terra- Leggere
La fascia compresa tra i 38º N e i 38º S�ha un bilancio energetico positivo.
In queste zone ci dovremmo attendere un aumento�della temperatura anno dopo anno.
Le aree esterne alla fascia compresa tra i 38º N e i 38º S�hanno un bilancio energetico negativo.
In queste zone ci dovremmo attendere una diminuzione�della temperatura anno dopo anno.
L’analisi dei valori delle temperature annuali�delle varie regioni del pianeta�dimostra invece una sostanziale stabilità.
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1 • Riequilibrio termico della Terra
L’equilibrio termico del pianeta�è dovuto alla circolazione dei venti e alle correnti marine,�che trasferiscono calore dalle zone con bilancio positivo�alle zone con bilancio negativo.
I venti spostano le masse d’aria calda�della zona intertropicale verso le regioni polari,� e le masse d’aria fredda delle zone polari�verso la fascia intertropicale.
Le correnti marine superficiali e profonde�spostano le masse d’acqua calda�della zona intertropicale verso le regioni polari,� e le masse d’acqua fredda delle zone polari�verso la fascia intertropicale.
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2 • Il riscaldamento in atto
I progressi scientifici e tecnologici e in campo medico�hanno portato la popolazione mondiale�da 1 miliardo di unità nel 1800 a 7,7 miliardi nel 2019.
I bisogni di un numero sempre maggiore di persone�hanno aumentato il consumo di combustibili fossili e,�di conseguenza, le emissioni globali di gas serra.
La concentrazione atmosferica preindustriale�del diossido di carbonio è stata inferiore a 300 ppm�per 800 000 anni, compresi i periodi interglaciali più miti.
Dal 1958 al 2018 si è registrato un aumento costante�da 310 a circa 410 ppm,�con un incremento medio di quasi 2 ppm all’anno.
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2 • Il riscaldamento in atto
CURVA DI KEELING�È evidente l’aumento costante della concentrazione di diossido di carbonio in atmosfera�negli ultimi 60 anni.�L’andamento «a dente di sega» con piccole fluttuazioni stagionali�è dovuto alla temporanea cattura estiva di CO2 da parte della fotosintesi delle foreste boreali.
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2 • Il riscaldamento in atto
Per ogni cittadino europeo vengono emesse mediamente�circa 7 tonnellate di gas serra all’anno.
Le principali fonti di emissione sono�la combustione per generare energia elettrica,�per muovere i mezzi di trasporto (automobili, treni, navi, aerei)�e per produrre beni di consumo.
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2 • Il riscaldamento in atto
Inoltre, la deforestazione di grandi aree boschive�priva il pianeta di un prezioso alleato, la vegetazione,�che sottrae CO2 e cede ossigeno all’atmosfera�tramite la fotosintesi.
NASA Landsat / Wikimedia Commons
Immagini satellitari di un’area nel dipartimento di Santa Cruz, in Bolivia, che illustrano�la deforestazione di un ampio tratto di foresta per ricavare terreni agricoli da destinare alla coltivazione della soia.
1984
2000
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2 • Il riscaldamento in atto
Gli scienziati ritengono che le emissioni antropiche prodotte�dall’inizio della Rivoluzione industriale a oggi�stiano riscaldando la Terra a un ritmo 10 volte superiore�rispetto a qualsiasi altro riscaldamento dell’era recente.
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2 • Il riscaldamento in atto
Gli anni dal 2015 al 2019 sono stati i più caldi�mai registrati a livello globale in quasi un secolo e mezzo.
Nel 2018 la temperatura media globale�è aumentata di 1,0 ºC rispetto ai livelli preindustriali.
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2 • Il riscaldamento in atto
Con l’attuale tasso di emissioni di CO2,�probabilmente raggiungeremo un riscaldamento di 1,5 ºC�intorno al 2040, cioè un ulteriore riscaldamento di 0,5 ºC�rispetto al livello odierno.
Se riusciremo a ridurre drasticamente le emissioni�nel giro di pochi anni,�possiamo sperare di contenere il riscaldamento�non oltre 2 ºC entro il 2100.
In caso contrario, il tasso attuale�potrebbe far innalzare la temperatura di oltre 4 ºC,�con il probabile collasso di molti ecosistemi�che sostengono la vita sulla Terra.
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Con riscaldamento globale si intende la crescita�della temperatura media della superficie dell’intero pianeta.
Tuttavia alcune regioni, come il Mar Glaciale Artico,�si riscaldano più di altre.
Nell’ultimo secolo la banchisa artica attorno al Polo Nord, sottoposta a un aumento di quasi 3 ºC,�si è ridotta con una velocità tripla rispetto al resto del mondo,�minacciando la sopravvivenza degli orsi polari.
Il congelamento in inverno�non riesce a compensare la fusione estiva.
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Nell’ottobre 2019, alla fine della breve estate polare,�la sua area è diminuita del 35% rispetto al 1981,�perdendo una superficie pari a 8 volte quella dell’Italia.
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Innalzamento del livello del mare
L’attuale innalzamento del livello del mare è causato�dalla crescente fusione estiva dei ghiacci continentali.
Inoltre, il riscaldamento delle acque provoca un aumento�del loro volume dovuto all’espansione termica.
Il livello del mare è salito di circa 17 cm nell’ultimo secolo e, attualmente, il tasso di sollevamento è pari a 3,4 mm/anno.
Se il riscaldamento antropogenico non verrà limitato,�gli scenari più realistici prevedono un aumento�tra 40 cm e 1 metro entro il 2100.
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Innalzamento del livello del mare
Se il livello del Mare Adriatico dovesse aumentare�di 1 metro entro il 2100, Venezia sarebbe sommersa dal mare,�vivendo in uno stato di «acqua alta» permanente.
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Fusione dei ghiacciai di montagna
Solo il 2,5% di tutta l’acqua presente sul pianeta è dolce.
Inoltre, il 75% dell’acqua dolce è immagazzinato nei ghiacciai,�che ne rappresentano la più grande riserva al mondo.
Dalla metà dell’Ottocento,�a causa dell’aumento delle temperature medie,�i ghiacciai stanno perdendo volume in tutto il mondo,�dalle calotte polari all’Himalaya, alle Ande e alle Alpi.
La continua fusione dei ghiacciai di montagna�modifica il regime dei fiumi, con minore disponibilità di acqua�per gli usi potabili e l’irrigazione.
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Fusione dei ghiacciai di montagna
La superficie glaciale alpina si è ridotta di due terzi.
Il fronte glaciale del ghiacciaio Mer de Glace (Monte Bianco) è arretrato di 1 km in un secolo.
Walter Mittelholzer, ETH-Biliothek / Dr Kieran Baxter, University of Dundee
1919
2019
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Disponibilità di acqua potabile
L’intensificazione del ciclo globale dell’acqua�determina una maggiore evaporazione�e l’aumento di umidità nelle zone umide,�con il conseguente aumento di siccità nelle zone aride.
Il cambiamento dei regimi di pioggia rende più difficoltoso�l’approvvigionamento di acqua potabile.
Al tempo stesso, la costante crescita�della popolazione mondiale e delle attività a essa collegate�comporta un aumento dei consumi idrici.
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Deforestazione e desertificazione
Solo nel 2019 sono stati disboscati�oltre 6100 kilometri quadrati di foresta amazzonica, la quale�produce il 20% dell’ossigeno necessario all’intero pianeta.
Ogni anno nel mondo si desertifica un’area�grande tre volte la Svizzera.
Anche il 20% del territorio italiano�è soggetto al rischio di desertificazione.
La desertificazione favorisce il propagarsi di malattie infettive�in nuove aree e pregiudica i raccolti agricoli.
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Eventi meteorologici estremi
Gli eventi meteorologici come piogge intense, tempeste �e alluvioni stanno diventando più frequenti e più gravi.
In Italia, nel 2018, sono accaduti 148 eventi estremi�che hanno provocato 32 vittime.
Nel 2019, l’estate estremamente calda e secca�ha favorito il propagarsi di incendi eccezionali�in Amazzonia, Siberia e Australia.
Si prevede una diminuzione della frequenza di uragani�ma un aumento della loro forza;�i periodi di siccità dureranno di più e le regioni più colpite�saranno l’area mediterranea e l’Africa sub-sahariana.
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Biodiversità
Se il riscaldamento globale procede a velocità elevata,�le specie non avranno abbastanza tempo�per adattarsi alle nuove condizioni climatiche�o migrare verso ambienti più freddi.
Entro il 2100 si prevedono riduzioni�nella resa di colture alimentari chiave,�come il mais, il riso e il grano,�e nella quantità di pescato globale.
Inoltre, si perderà tra il 70 e il 90% delle barriere coralline,�già oggi seriamente danneggiate.
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Biodiversità
L’aumento della temperatura degli oceani a basse latitudini fa sì che i coralli
espellano le alghe che vivono all’interno dei loro tessuti, responsabili della fotosintesi e del nutrimento.
Rainer Von Brands / iStockphoto
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3 • Gli impatti attuali e futuri del riscaldamento globale
Acidificazione degli oceani
Il diossido di carbonio si dissolve nell’oceano�e reagisce con l’acqua per formare acido carbonico.
La maggiore acidità (+30% dall’inizio dell’epoca industriale)�comporta la diminuzione di ioni carbonato nell’acqua,�con la conseguente difficoltà da parte di molluschi e coralli�a costruire e a mantenere i loro gusci e scheletri.
Il fenomeno rischia di travolgere per millenni�le catene alimentari e gli ecosistemi marini.
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