Trieste è oggi la terza città in Italia per intensità delle isole di calore, con una differenza di temperatura tra centro e periferie che può superare i 4,8 gradi. Questo dato, reso noto da uno studio del CNR e ISPRA, si aggiunge a un altro allarme già lanciato nel 2021 dal Barcelona Institute for Global Health: Trieste risulta prima in Europa per mortalità associata alla carenza di spazi verdi urbani accessibili, con 145 decessi prematuri all’anno stimati a causa dell’insufficienza di verde pubblico secondo i parametri dell’OMS.
Serve un piano di adattamento climatico efficace e fondato sull’incremento del verde urbano, sulla riduzione del suolo impermeabilizzato, sulla valorizzazione, gestione e aumento del patrimonio arboreo, con una strategia integrata e risorse adeguate.
Per questo motivo, noi firmatari – cittadini, associazioni, comitati – rivolgiamo un appello all’Amministrazione comunale e alla società civile: è il momento di unire le forze e agire, ora.
COSA CHIEDIAMO- Stop al consumo di suolo e realizzazione di nuove aree verdi, individuando tutte le superfici impermeabilizzate da riconvertire: Alcuni spazi urbani sono ideali per interventi di rinverdimento: Largo Santos, Piazza Goldoni, Piazza Vittorio Veneto, Piazza Ponterosso, Largo Sonnino, Piazza Perugino, Piazzale De Gasperi, l’area vicino alla Risiera, lo spiazzo accanto al Silos, Rotonda del Boschetto. Basta cemento: servono giardini con alberi d’alto fusto, non solo aiuole o arredo urbano
- Manutenzione reale e risorse adeguate per il verde esistente: Per garantire la sopravvivenza degli alberi esistenti e piantati serve personale, formazione adeguata alle nuove esigenze di gestione, irrigazione, cura, serve un servizio comunale unico e rafforzato. Bisogna preservare e monitorare gli alberi esistenti con un sistema di gestione, controllo e valorizzazione del verde pubblico e privato, con un’unica regia tecnica, anche incentivando le donazioni volontarie di aree inedificabili al Comune
- Uso intelligente dell’acqua: Le acque disperse dall’Acquedotto Teresiano, da Elettra Sincrotrone e dal depuratore di Servola oggi vengono sprecate. Si potrebbero recuperare e riutilizzare per l’irrigazione urbana, riducendo così, oltre ai costi, anche il rischio idrogeologico e offrendo una risposta agli eventi siccitosi
- Verde su tetti e viali: estendere il verde oltre il piano strada: Coperture e pareti verdi, tetti-giardino, alberature lungo le strade principali e secondarie: ogni superficie può contribuire a creare ombra, assorbire CO₂ e ridurre l’effetto isola di calore. In particolare va realizzato un piano di interventi per la trasformazione a verde delle coperture piane degli edifici comunali, nonché la promozione e l’incentivazione del verde pensile e la trasformazione a verde delle coperture piane degli edifici privati
- Ripristino del suolo: Censire le superfici urbane impermeabilizzate dismesse o ridondanti e convertirle a verde, creando corridoi verdi alberati, utilizzabili anche per la mobilità ciclabile e pedonale
- Strumenti di gestione: Utilizzare gli strumenti previsti dai Criteri Ambientali Minimi per la gestione del verde pubblico e dalle “Linee guida per la gestione del verde urbano” (MATTM 2017) non ancora adottati: Censimento aree verdi urbane e peri-urbane, Piano comunale del verde, piano di monitoraggio e gestione del verde. Adeguare il Regolamento comunale del verde alle citate Linee guida e alle esigenze di adattamento climatico
- Formazione e informazione. Un piano di formazione tecnica con laboratori progettuali integrati e una campagna informativa pubblica per far conoscere la consistenza del patrimonio verde e arboreo di Trieste e gli obiettivi di conservazione, valorizzazione e di ripristino.
- Più partecipazione, più trasparenza. La cittadinanza ha voglia di partecipare alle scelte e alla gestione del territorio. Chiediamo di istituire un tavolo permanente di consultazione fra Comune e le associazioni e comitati cittadini, di promuovere e finanziare strumenti di partecipazione per la cittadinanza e le scuole, oltre a una piattaforma informativa pubblica geolocalizzata del patrimonio verde pubblico e sulla gestione del suolo e degli aspetti connessi al riscaldamento climatico e agli interventi di mitigazione e di adattamento.
Quello che chiediamo non è ideologia né utopia: è salute pubblica, benessere urbano, giustizia sociale. È garantire alla cittadinanza, in ogni quartiere, il diritto a respirare, camminare all’ombra, a vivere in una città che non si trasformi in una fornace ogni estate.
I cambiamenti climatici sono qui, ora. Le temperature crescono, le notti tropicali aumentano, le fasce più fragili della popolazione ne pagano già il prezzo più alto: anziani, bambini, lavoratori esposti al caldo.
Chiediamo all’Amministrazione comunale di agire, di pianificare, di invertire la rotta.E chiediamo alla cittadinanza organizzata – associazioni, comitati, gruppi informali – di unirsi a questo appello, firmando la lettera e contribuendo alla costruzione di una piattaforma condivisa di proposte per una Trieste più verde, più giusta, più a misura di persona.
Perché un’altra città è possibile. Ma dobbiamo iniziare subito.
Trieste Bella, Circolo Verdeazzurro Legambiente Trieste, WWF FVG, Lipu Trieste, ISDE-Medici per l’Ambiente FVG
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Firma la lettera aperta!