in una legge che criminalizza ulteriormente i consumatori di droghe. Il
che viola, infine, la Costituzione restringendo le libertà individuali e
per pura ideologia assimila una sostanza senza effetti psicoattivi,
come la
, alle sostanze psicotrope vietate.
In questo quadro vanno inserite le reiterate dichiarazioni del Sottosegretario Mantovano, con delega alle politiche sulle droghe, sulla presunta inefficacia della Riduzione del Danno (RdD). Il Governo ignora decenni di evidenze e di studi, che dimostrano i suoi chiari risultati in
termini di tutela e promozione della salute, di inclusione sociale, di
prevenzione delle patologie infettive e dell’overdose, migliorando la
convivenza civile e riducendo stigma e pregiudizi. La Riduzione del
Danno/Limitazione dei Rischi si dimostra sempre più come una prospettiva politica, culturale e operativa necessaria per affrontare i continui cambiamenti indotti dal mercato ed i mutamenti sociali negli stili di consumo delle droghe.
Nel solco di questa storia già scritta, il
Governo ha escluso, nella preparazione alla Conferenza Nazionale, tutte
le organizzazioni della società civile esperta e delle Persone che
Usano Droghe (PUD). Una scelta che segna una sostanziale differenza con la precedente Conferenza Nazionale del 2021
che aprì il confronto a tutti, approvando documenti innovativi per le
politiche sulle droghe ed elaborando il Piano Nazionale sulle Droghe,
non a caso ignorato dal governo Meloni.
La rete delle organizzazioni della società civile per la riforma delle politiche sulle droghe non intende rimanere in silenzio. Critichiamo in modo radicale questa impostazione e costruiremo il percorso verso una Contro-conferenza autoconvocata con una serie di iniziative sul territorio. Condivideremo con tutte le persone e le organizzazioni interessate le nostre proposte per un reale governo delle droghe, documentandone l’efficacia. Proporremo la nostra strategia e le pratiche necessarie
per porre fine alla guerra alle droghe e alle persone che le usano,
alle discriminazioni sociali, al razzismo istituzionale e allo stigma, e
promuovere politiche attive rispettose delle conoscenze, delle
esperienze, dei diritti e della salute.
Lo faremo chiedendo il coinvolgimento delle realtà sociali, dei territori, del mondo giovanile e studentesco, del mondo sindacale e del lavoro, promuovendo un dialogo con tutte le forze politiche disponibili. Lo faremo proponendo un ruolo da protagoniste alle città aderenti alla Rete ELIDE e chiedendo alle regioni di attuare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) della RdD previsti dalle norme vigente. Lo faremo con le reti europee della società civile e delle PUD e con tutti coloro che vorranno portare un contributo a questo percorso.
Il disastro del modello della guerra alla droga,
in termini di inefficacia nel raggiungere qualsiasi obbiettivo di
riduzione di domanda e offerta di droghe e al tempo stesso di danni
collaterali generati, è ormai un’evidenza anche nei documenti ufficiali
internazionali. È ineludibile un cambio di rotta radicale
nelle politiche sulle droghe: l’asse va spostato dalla repressione e dal
penale verso una strategia di governo sociale del fenomeno attraverso una completa e reale depenalizzazione e decriminalizzazione dell’uso di droghe e la regolazione legale della cannabis.
Abbiamo elaborato nel tempo proposte di legge basate su questi principi che intendiamo riproporre nel dibattito istituzionale, e abbiamo indicato - in più occasioni - una serie di misure
intermedie per l’attuazione dei LEA RdD, per il cambio di paradigma del
sistema pubblico nell’ottica della tutela della salute, per la
limitazione del ricorso al carcere per le PUD potenziando le misure
alternative alla detenzione territoriali e con una particolare
attenzione alle madri recluse, in una logica di giustizia di comunità.
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