Grazie per aver risposto a questo sondaggio. L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) nell’ambito del progetto RadioLab ( https://web.infn.it/RadioLab/ ) ha come obiettivo la citizen science per temi riguardanti la radioattività ambientale. Alla luce dell’imminente recepimento da parte dell’Italia della direttiva europea EURATOM 59/2013, che stabilisce le norme di sicurezza contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti, questa iniziativa è per noi particolarmente importante.
L’inquinamento elettromagnetico (telefonini, antenne radio…) è generato da radiazioni non ionizzanti, il loro effetto si quantifica in termini di SAR che è la potenza assorbita per unità di massa (W/kg).
Per gli effetti biologici delle radiazioni ionizzanti si parla invece di dose (Sievert, Sv = J/kg), che è il rapporto tra l’energia ceduta dalla radiazione ad un certo volume e la massa contenuta in quel volume.
Per rischio si intende il prodotto tra la pericolosità (caratteristica intrinseca di una sostanza/apparecchio di produrre un effetto dannoso) e la probabilità che l’evento avverso accada. Nell'ambito delle radiazioni risulta importante valutare la dose, poiché all'aumentare della dose aumenta la probabilità che il danno biologico si manifesti.
Qui riporteremo la classifica di rischio in base al contributo di dose (espressa in mSv/anno, 1 mSv = 0,001 Sv) dalla meno rischiosa alla più rischiosa:
1. Inquinamento elettromagnetico: non sono onde in grado di ionizzare la materia e gli effetti accertati sono per lo più termici.
2. Industria nucleare (contributo 0,0001 mSv/anno): un eventuale incidente avrebbe conseguenze disastrose, ma la gestione delle industrie nucleare è tale da minimizzare la probabilità che l’incidente si verifichi.
3. Raggi cosmici (contributo 0,4 mSv/anno): sono costituiti da particelle cariche prodotte da emissioni stellari che vengono attenuate dall’atmosfera terrestre.
4. Radiodiagnostica (contributo 1 mSv/anno): l’impiego di onde ionizzanti in medicina per imaging e diagnostica è essenziale, ma tiene conto dei rischi connessi con l’esposizione.
5. Radiazione terrestre (contributo 2,0 mSv/anno): Essa è costituita dalla radioattività originata dalla presenza di radionuclidi nel terreno, dovuta per lo più alla presenza di radon, un gas radioattivo naturale che si origina a partire dalla catena di decadimento dell’uranio. Esso si accumula negli ambienti chiusi, dove le persone spendono la maggior parte del proprio tempo essendo quindi costantemente esposte. L’OMS lo ha classificato come la seconda causa di cancro ai polmoni, dopo il fumo di sigaretta. Per chi volesse approfondire può cliccare il seguente link https://web.infn.it/RadioLab/index.php/radiolab-infn/2-uncategorised/20-brochure
Fonte: Unscear 2008.