La
Scuola non può più aspettare
I sottoscrittori, docenti di
sostegno e curriculari, genitori, docenti genitori, dirigenti, docenti
universitari, formatori, esperti in pedagogia, psicologi, psichiatri e professionisti della scuola giovani, esperti, in pensione - uniti
nel libero Gruppo di Lavoro per
l’Inclusione Nazionale - indicano nei punti che seguono alcune importanti
azioni finalizzate ad attribuire maggiore dignità all’educazione
e alla formazione. Ѐ indispensabile infatti che
la Scuola acquisisca maggiore consapevolezza del proprio ruolo nella crescita del Paese e, soprattutto, che migliori
la qualità dell’educazione di tutti.
La Scuola e le riforme sin qui avviate faticano a decollare
e, a causa delle incertezze generate dalla pandemia degli ultimi anni, risulta
inammissibile la logica dei tagli che, invece di investire nella Scuola,
continua ad ignorare il valore dell’educazione e della vita sociale, componenti
fondamentali per garantire il futuro del nostro Paese.
Cominciamo da:
- definire un numero contenuto di
alunne e alunni per classe, non più di 20 e con l’intento di ridurli
ulteriormente a 18. “Con un numero
superiore di alunni si può al massimo istruire, non educare” [Galimberti].
Quest’ultimo compito, quello di educare, è basilare e imprescindibile
per la scuola ed è un dovere della politica garantirlo;
- prevedere l’aggiunta di ore
settimanali tra le funzioni di insegnamento, da un minimo di 2 a un
massimo di 6 non frontali per attività di formazione, progettazione e
programmazione coordinata e condivisa. Tale variazione oraria, da valutare
a seconda delle esigenze, dovrà necessariamente prevedere un adeguamento
economico;
- riconoscere ai
Dirigenti Scolastici, come prioritaria, la loro originaria funzione pedagogica
attraverso l’eliminazione della reggenza e degli accorpamenti di scuole che
comportano inevitabili sovraccarichi di gestione. In un'ottica di leadership
distribuita, che meglio si addice ad una comunità educante, sarà inoltre necessario
prevedere un piccolo esonero dall'insegnamento delle figure di sistema che
sostengono il dirigente nella gestione della scuola;
- fornire alla
scuola il supporto delle figure complementari all’educare: psicologi,
pedagogisti, esperti ed assistenti alla comunicazione, specialistici e di base
- riconoscere alle scuole la funzione di
co-progettazione con gli Enti Locali, le ASL e le associazioni dei
familiari con la finalità di restituire a chi si occupa della governance della scuola negli
Accordi di programma, Piani di zona e Patti territoriali la responsabilità
delle competenze educativo - didattiche che attengono alle loro scelte
politiche, operative e decisionali. Dalla co-progettazione interistituzionale territoriale
deve essere raggiunto al più presto l'obiettivo della trasformazione della
scuola, dal tempo pomeridiano a
seguire, in un centro culturale ricreativo polivalente aperto ai cittadini ed
in particolare ai giovani coinvolti come soggetti attivi;
- rivendicare il
diritto-dovere di verificare il lavoro svolto attraverso la creazione di
una rete di supporto all’inclusione costituita da un numero adeguato di
docenti esperti, ispettori e supervisori debitamente formati, in particolare
per i casi complessi. La rete di
supporto dovrà essere in grado di realizzare i percorsi di cui alle linee
guida e alle linee di indirizzo, ove queste siano ufficialmente approvate.
È appena il caso di ricordare che l’inclusione riguarda tutte le alunne
gli alunni con e senza disabilità nonché tutti i docenti e non solo i
docenti di sostegno;
- effettuare
la ricognizione sugli sprechi individuando soprattutto:
- le strutture scolastiche
inadeguate anche sul piano dell’accessibilità, storiche, fatiscenti o in
affitto;
- ·i bandi inutili
che non hanno ricadute a lungo termine sulla qualità della scuola;
- la distribuzione
di fondi assegnati per progetti mai verificati o
attribuiti a Enti o istituzioni la cui ricaduta sulla scuola è minima;
- l’uso eccessivo
di software proprietari a scapito delle tecnologie open-source;
- l'aumento esponenziale del numero
di docenti di sostegno senza
predisporre nessun intervento correttivo o di supporto. Il contenimento pur
minimale del numero crescente dei docenti di sostegno permetterebbe di
finanziare la rete di supporto del punto 6 e la specializzazione teorica e
pratica sulle disabilità
che presentano maggiori complessità.
La lista degli
sprechi sarebbe davvero lunga ma ci preme approfondire la necessità di
impiegare le dovute risorse per realizzare una formazione
in entrata e in itinere che sia vera formazione e non generico
aggiornamento. Tale considerazione, valida per tutti gli insegnanti, dunque non
solo riferita ai docenti di sostegno
con o senza specializzazione, andrebbe in aggiunta estesa a tutte le figure specialistiche più sopra
menzionate.8.
prevedere meno
burocrati e più pedagogisti o persone con un’ampia esperienza di vita
scolastica nelle Direzioni che esercitano poteri decisionali e negli uffici che
si occupano di istruzione ed educazione. La finalità è quella di far scaturire
le proposte politiche e legislative da un continuo, attento e ampio contatto
con la realtà scolastica di ogni ordine e grado, possibile grazie alla già
citata rete di supporto all’inclusione .
Parimenti all’attuazione di quanto sopra richiesto si auspica l'attuazione
degli atti previsti dal dlgs
n. 66/17, come integrato dal dlgs n. 96/19, assicurando, al contempo, il funzionamento dei CTS con l'assegnazione almeno di semiesoneri
agli operatori per garantirne un funzionamento qualificato
Data 31/08/2022
Libero Gruppo di Lavoro per l’Inclusione Nazionale
per
eventuali contatti e chiarimenti potete scrivere a
LIBEROGLIIN@gmail.com