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PETIZIONE PER UNA SCUOLA "REALE" IN SARDEGNA
Spett.le PRESIDENTE DELLA REGIONE SARDEGNA Christian Solinas
Palazzo della Giunta Regionale, V.le Trento 69, 09123 Cagliari

Spett.le ASSESSORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, BENI CULTURALI, INFORMAZIONE, SPETTACOLO E SPORT Andrea Biancareddu - Palazzo della Giunta Regionale, V.le Trento 69, 09123 Cagliari

Spett.le DIRETTORE GENERALE DELL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DELLA SARDEGNA
Francesco Feliziani - Piazza Galileo Galilei 36, 09128 Cagliari

Spett.le ASSESSORE REGIONALE DELL'IGIENE E SANITÀ E DELL'ASSISTENZA SOCIALE
Mario Nieddu - Viale Trento 69, 09123 Cagliari

Spett.le PRESIDENTE REGIONALE A.N.C.I. SARDEGNA
Emiliano Deiana - Viale Trieste 6, 09123 Cagliari

Spett.le PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
Michele Pais - Via Roma n. 25, 09125 Cagliari

E p.c. Spett.le ASSESSORE REGIONALE AI TRASPORTI
Giorgio Todde - Palazzo della Giunta Regionale, v.le Trento 69, 09123 Cagliari

E p.c. Spett.le ASSESSORE DEL LAVORO, FORMAZIONE PROFESSIONALE, COOPERAZIONE E
SICUREZZA SOCIALE   Alessandra Zedda - Viale Trento, 69. 09123 Cagliari

E p.c. Spett.li COMPONENTI DEL COMITATO ISTITUITO DAL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE Prof. PATRIZIO BIANCHI, Dott.ssa LORELLA CARIMALI, Prof. GIULIO CEPPI, Dott. DOMENICO DI FATTA, Dott.ssa AMANDA FERRARIO, Dott.ssa MARISTELLA FORTUNATO, Prof.ssa DANIELA LUCANGELI, Prof. ALBERTO MELLONI, Dott.ssa FLAVIA RICCARDO, Prof. MARIO RICCIARDI, Prof.ssa MARIAGRAZIA RIVA, Prof. ARDUINO SALATIN, prof. ALDO SANDULLI, Dott.ssa MARIA TERESA SPINOSI, Dott. STEFANO VERSARI, Prof. ALBERTO VILLANI

PETIZIONE A FAVORE DI UNA SCUOLA “REALE”

Siamo un gruppo di genitori, insegnanti e cittadini residenti in Sardegna che vogliono puntare l'attenzione su ciò che in questi mesi è stato messo in disparte: il futuro della Scuola.

Nelle ultime settimane abbiamo assistito inermi al continuo susseguirsi di ipotesi riguardanti la modalità di ripresa dell’attività scolastica a settembre: mantenimento della Didattica a distanza (DAD); ricorso alla DAD in forma mista con studenti che alternerebbero la didattica in presenza con quella a distanza al fine di evitare assembramenti nelle aule scolastiche; obbligo di mascherine; distanziamento; barriere tra i banchi... Le linee guida che il Ministero sta diffondendo scarseggiano di indicazioni utili e concrete per una organizzazione di spazi e di tempi su come riaprire la scuola a settembre.

Riteniamo doverosa una seria riflessione sulle disposizioni che sono state date e che continuamente vengono riviste alla luce dell’evidenza della loro inapplicabilità nelle realtà scolastiche.

Dovremmo chiederci tutti, come genitori, insegnanti, dirigenti e cittadini, quale scuola vogliamo costruire per il domani. Cosa vogliamo trasmettere ai nostri bambini e ragazzi? Su quali principi e con quali basi vogliamo riaccogliere, riaprire e incontrare nuovamente i nostri giovani? Ciò che rischia di passare è il principio della paura: paura del contagio, del contatto, del respiro, della contaminazione, della vicinanza. Paura che non deve consolidarsi dentro di noi.

Noi non siamo d’accordo e sentiamo la necessità di fare proposte costruttive.

I bambini, i ragazzi e i giovani non conoscono e non dovrebbero conoscere il distanziamento sociale, che implica una lontananza non solo fisica, ma anche umana dagli altri. Una distanza innaturale, che non fa parte di ciò che caratterizza ogni essere umano.

L'essere umano è un animale sociale, che tende all'aggregazione per proteggersi, per sentirsi parte di un gruppo e per apprendere. Gli apprendimenti cognitivi si fondano sugli aspetti emotivo-relazionali, in quanto i contenuti nozionistici decadono velocemente se non sono nutriti e consolidati dalla relazione con l’Altro. Per questo si parla di insegnamento-apprendimento: anche l'adulto immerso nella relazione educativa cresce grazie a questa dialettica.

Noi non riusciamo a immaginare una scuola, né un mondo, in cui tutto ciò non accada, neanche per un periodo limitato di tempo, perché creare un’abitudine al distanziamento è molto rischioso, soprattutto in bambini che si apprestano ad affacciarsi alla vita. Noi non vogliamo che i nostri bambini e i nostri ragazzi stiano seduti tutto il tempo-scuola lontani dagli altri. Non vogliamo che abbiano questo ricordo della loro infanzia o adolescenza.

Abbiamo una grande responsabilità perché si rischia, a colpi di DPCM, di inibire, sfaldare, depauperare, togliere ai nostri bambini gli strumenti che sono alla base non solo degli apprendimenti educativi ma della vita umana.

Non è questa la scuola, né la società che vogliamo. Vorremmo a tal proposito ricordare la definizione di salute da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo l’assenza di malattia”.

COME SARA' LA SCUOLA A SETTEMBRE?
Ciò che ci viene proposto consiste in soluzioni restrittive ma non adattive nei confronti degli alunni, del personale scolastico e delle famiglie. Noi non vogliamo chiuderci nella paura, ma adattarci a trovare strategie di sopravvivenza, in questo caso di sopravvivenza educativa. Pensiamo a tutti quei bambini di tre anni ai quali verrà negata la permanenza dei propri genitori durante l'inserimento, che non potranno vedere il nostro sorriso che li accoglie per iniziare l'avventura della scuola, che avrebbero bisogno di un abbraccio per placare il pianto e il dispiacere di lasciare la propria mamma e il proprio babbo. Chi lavora con i bambini e con i giovani sa che il rischio zero non esiste e che il rapporto adulto- bambino si crea attraverso la gestualità, che necessariamente comporta un contatto fisico.
A scuola tutto è condivisione e vicinanza.

LA SCUOLA CHE CI PROPONGONO NON E' REALE
La prima considerazione su un eventuale obbligo della mascherina riguarda la difficoltà di respirazione, ma possiamo aggiungere anche quella di comunicazione. Trascorrere diverse ore con la mascherina davanti al naso e alla bocca può comportare danni gravissimi, dal punto di vista non solo fisico, ma anche emotivo, sociale e psicologico e riguardo a questo si possono aprire ampi dibattiti, chiamando in causa i più grandi esperti in questi ambiti. Per quanto riguarda invece la DAD, vogliamo portare all’attenzione l’incidenza negativa sulla salute fisica e psichica dei bambini e dei ragazzi dell’utilizzo di uno schermo per parecchie ore. Ci sono esperti che parlano addirittura della cosiddetta “demenza digitale”. Da diversi anni si parla dei problemi di attenzione e di iperattività, chiamando in causa la sovraesposizione allo schermo e la sedentarietà.

Desideriamo inoltre segnalare le problematiche di tutti i bambini con bisogni educativi speciali, che sono stati di gran lunga i più penalizzati dalla DAD e che necessiterebbero di un piano educativo individualizzato che questa didattica sembra aver completamente dimenticato. Può darsi che sia stata utile a mantenere un minimo contatto in questi mesi, ma non è sufficiente, perché questa modalità di relazione non è reale e non può essere accettata nella normalità.

PROGETTARE UNA SCUOLA REALE
A tutti noi è richiesto uno sforzo in più, è richiesta un'energia che ci guidi verso una progettazione condivisa ed evolutiva per rispondere a questo particolare momento storico. Ci rendiamo consapevoli dei cambiamenti che la scuola subirà, ma “non possiamo semplicemente accettare”, senza assistere a un approfondito dibattito. Lo sforzo è necessario su più fronti e il confronto è indispensabile sul piano tecnico, politico, scientifico e non solo. Abbiamo la necessità di ascoltare più punti di vista per poter progettare una scuola a misura di bambini e ragazzi. Vogliamo progettare soluzioni
didattiche sostenibili.

Pensiamo che sia possibile progettare una didattica che coinvolga maggiormente gli spazi all'aperto, traendo spunto da prassi già ampiamente in uso in altre culture, come avviene con successo in Germania, in Danimarca, e anche in numerose città italiane.

Bisognerebbe considerare la realtà demografica e la dispersione scolastica nella nostra regione per prendere decisioni mirate per i nostri bambini e ragazzi: abbiamo necessità di interventi personalizzati che abbiano a che fare con la nostra realtà locale. Le scuole in Sardegna spesso hanno aule inutilizzate che possono essere riabilitate. Abbiamo giardini e spazi all’aperto che possono essere resi agibili. Il denaro potrebbe essere investito nella scuola per ripensare gli spazi, non solo per la tecnologia. Non vogliamo decisioni prese senza considerare le nostre risorse territoriali. Abbiamo bisogno di essere partecipi a decisioni così importanti ed è per questo che non possiamo eseguire senza comprendere in profondità i motivi di ogni azione. Dobbiamo rimettere la pedagogia al centro dei nostri pensieri, insieme all’educazione civica e alla formazione completa dei cittadini di domani.

È fondamentale essere consapevoli che le scelte che si faranno incideranno in maniera significativa sulle generazioni che verranno.




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