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PROF . SSA SIMONA MARTINI
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DIARIO DA SARAJEVO . PARLA LA " PICCOLA ANNA FRANK DI BOSNIA " , 14 ANNI, UN TIMIDO
SORRISO E LA DISPERAZIONE NEGLI OCCHI
" la mia infanzia rubata, in guerra "
Zlata, una bambina nell' inferno: " non vedevo piu'
il sole, e gli amici morivano " . cara Mimmy, cadono
granate nel parco giochi. io continuo a piangere e a
domandarmi perche' . " diario di Zlata " editore
Rizzoli
------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ DIARIO DA
SARAJEVO . Parla la "piccola Anna Frank di Bosnia", 14 anni, un timido sorriso e la
disperazione negli occhi TITOLO: "La mia infanzia rubata, in guerra" Zlata, una
bambina nell' inferno: "Non vedevo più il sole, e gli amici morivano" - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ROMA . Per descrivere una granata che arriva, lei
alza il braccio sinistro e traccia una traiettoria breve e rapida nell' aria, pare che tiri
un sasso. Poi chiude la mano in un pugno: "Se penso a Sarajevo mi vengono in
mente i suoni. Suoni terribili. Il ricordo delle granate che esplodono mi uccide". Ha
occhi nerissimi come i capelli, la piccola Zlata. Occhi capaci di trasmettere la
disperazione più cupa e, un attimo dopo, di regalare il piu' lieve dei sorrisi. Zlata
Filipovic ha 14 anni, a Sarajevo ci e' nata. I suoi genitori sono musulmani ma il
sangue croato e serbo in famiglia e' tanto e per anni nessuno ci ha fatto caso. Zlata
ha un' amica. Si chiama Mimmy ma e' un diario. Ha un nome, come quello di Anna
Frank che lo chiamò Kitty. Zlata comincia a scrivere nel settembre 1991 quando le
bombe erano lontane. Lontanissime. E il tempo delle lezioni di pianoforte, della
passione per Michael Jackson e le tartarughe Ninja. Poi le bombe esplodono vicino
casa. Lei racconta tutto con una foga poetica che impressiona i suoi professori: "La
mia infanzia, la mia giovinezza e la mia vita scivolano via nell' attesa". Nell' attesa
che la guerra finisca. O di fuggire da quell' orrore che ha cancellato persino la
memoria del sapore delle arance. Qualche fotocopia del diario circola per Sarajevo.
Un successo per pochi che però attira i giornali e le Tv di mezzo mondo. Poi il
grande editore francese. Cosi' Zlata diventa "la piccola Anna Frank di Bosnia". Ma
se parla del suo libro che ora esce in Italia ("Diario di Zlata", edito da Rizzoli)
protesta: "Io e lei siamo unite dalla solitudine, anche lei non aveva piu' amici e
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parlava col suo diario. Ma questo paragone non mi piace poi troppo perche' non
voglio fare la sua stessa fine". Dal 23 dicembre e' lontana dalla carneficina. Ora vive
a Parigi. Tutto merito di Mimmy. Ci sono anche i genitori, magrissimi e mutissimi.
Di loro ha scritto: "Che cosa sta facendo la guerra ai miei genitori? Non sembrano
piu' mio padre e mia madre". Zlata, hai mai avuto paura di morire? "No. Perché se
muori tutto finisce con te. Ho avuto invece paura di rimanere invalida. Perché poi
soffri per tutta la vita". Arrossisce appena, chissà quale amico martoriato le viene in
mente. Racconta a voce bassa di aver capito all' improvviso che la vita di sempre
stava andando in frantumi "quando non ho visto più il sole, non hoùsentito la
musica o il canto degli uccelli e i miei amici cominciavano a morire o a scappare".
Da allora cominciò una non vita. Una collezione di giorni "tutti terribili perché la
morte era una cosa quotidiana. L' avevo accanto a me. La mattina papà e mamma
uscivano di casa, andavano a lavorare o a cercare del cibo. E io restavo lì . E
pensavo: chissà se torneranno vivi, chissà se ce la faranno, chissà se li
ammazzeranno". Prima della guerra chiedevi mai ai tuoi amici: da dove vieni? Di
che religione sei? "Ma no, certo che no. Non sapevo niente. Distinguevo solo due
categorie, amici buoni e amici cattivi". Mai, nemmeno una volta, che una famiglia di
vecchi amici si sia trasformata in un nucleo di nemici "e questo dimostra che avevo
solo buoni amici". Cosa manca a una ragazzina che non riavrà mai indietro i suoi
anni rubati dalla guerra? "La Tv. Le passeggiate per la città . La libertà di guardare
le vetrine dei negozi". Ma cos' e' successo, Zlata, dalle tue parti? Se un tuo coetaneo
italiano ti chiedesse perché laggiù si massacrano riusciresti a spiegarglielo? "No,
perchè nemmeno io lo so. Non l' ho mai saputo. Gli risponderei solo che muoiono
tanti ragazzi. Che bisogna fermare quel disastro". Avrai saputo che ora c' e' un
ultimatum dell' Europa. Secondo te le bombe possono fermare una guerra? "Io sono
una ragazzina, non so se sono meglio i bombardamenti o i tavoli di pace. So solo che
due anni di guerra sono troppi. Sono una follia". E adesso, sei felice? "Devo esserlo,
sono salva. Ma penso tanto ai nonni e a tutti gli altri che sono ancora lì ". Come sara'
il tuo futuro? "Non vedo futuro finché non tornerò a Sarajevo. Non riesco a
immaginare la mia vita qui, lontana da casa". Nel frattempo, a Parigi ha ritrovato il
silenzio: "Due ore di volo dall' inferno al paradiso. Quando non ci sono bombe
qualsiasi rumore ti pare silenzio". Zlata, cosa hai fatto appena arrivata in Francia?
"Una gran doccia, subito". E poi? "Poi mi sono mangiata una grande crepe. Come
quelle che facevamo a Sarajevo". ------------------------- PUBBLICATO ----------------
-------------- TITOLO: Cara Mimmy, cadono granate nel parco giochi Io continuo a