LETTERE AL DIRETTORE
Lettera aperta ai Resiani di Pucci Silvestro
Nel lontano gennaio del 1995 decisi di venire a vivere in Val Resia, quale luogo affascinante e accogliente, per natura, paesag- gi ed acque che fungessero da antidoto alla vita stressante che conducevo ad Udine. Per lunghi anni, più di un decennio, non mi interessai alle problematiche della valle. Riscontravo una vitalità operosa e fattiva nella gente, un fortissimo attaccamento alla propria identità, unica al mondo, una capacità comunicativa, interpersonale, straordinaria e fluida Si aveva la sensazione di vivere in un mondo arcaico che veniva da lontananze estreme e profonde nel tempo, ma nel contempo, viva ed attuale. Io non capivo il linguaggio parlato, ma capi- vo che le persone si comprendevano perfetta- mente tra di loro con espressività suadente e piena di autenticità. Questo è quanto mi ha dato la Val Resia, la possibilità di vivere un mondo attuale, attra- verso un linguaggio antico ed affascinante. Ritengo che questa essenzialità Resiana sia stata la chiave di sopravvivenza di un antico popolo, per ben 1400 anni. Il vostro vivere nella Val Resia, di quello che vi era e che la Stessa vi dava, ed il vostro amore verso se stessi come popolo unico ed identico solo a sé stesso, vi ha permesso di sopravvivere e di essere rispettati da tutte le Istituzioni politiche che hanno governato sulla VAL RESIA: il Patriarcato di Aquileia, l'Abbazia di Moggio, la Repubblica Veneta, l'Impero Austro-Ungarico ed infine lo Stato Italiano. In sostanza, quello che vi dava la Val Resia, vi bastava per viverci e quello di cui vivevate, non interessava agli altri che vi lasciavano vivere la vostra unicità, non solo etnica, ma persino biologica. Purtroppo tutto ciò non accade più oggi e da
Informiamo i soci che, per il costo eccessivo, non ci è possibile sostenere le spese per l'invio della pubbli- cazione a mezzo posta. Essa sarà consegnata personalmente da nostri incaricati oppure su richiesta ad uno dei membri del Direttivo.
Chi naviga su internet lo potrà leggere sul blog di Franco Di Lenardo Turan al seguente indirizzo:
http:/valresia-resije.blogspot.com/
La pubblicazione fruisce del contributo della Provincia di Udine - L. R. n.24/06 Anno II n° 1 luglio 2012 REALTÀ E PROSPETTIVE di Alberto Siega
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alcuni anni, ho cominciato a notare che gli stessi Resiani, non si rendevano conto delle mire e della cupidigia che le loro “cose”, il loro patrimonio la loro unicità, la loro lingua, i loro canti, il loro folklore, le loro sorgenti di acqua, avevano suscitato nei vicini che hanno cominciato ad appropriarsi di tutto quello che potevano arraffare. In poco tempo, Resia comincia a spopolarsi e perde, pezzo a pezzo, le proprie “cose”. Va via la Caserma dei Carabinieri, non si apre il Casello Autostradale di Resiutta che farebbe risparmiare tanti soldi e tempo a chi viaggia per lavoro abitando a Resia, Carnia Acque si appropria, illegalmente, delle risorse idriche ed alimentari, il Cosint si appropria delle risorse idriche-energetiche, chiude l'al- bergo Val Resia, chiudono altri pubblici eser- cizi, si acquistano edifici dismessi, quale la ex latteria, senza alcuna utilità, frattanto è spari- to il bestiame da allevamento. Come se non bastasse tutto ciò, i trafficanti politici, fanno diventare la lingua Resiana, unica al mondo, protetta dall'Unesco, addirit- tura trasmessa solo per via orale e ciò da ben 1400 anni, “dialetto sloveno”. C'è da vergognarsi! Una parlata, che ha la valenza di lingua, quale il Resiano, diventa dialetto dello sloveno, che non è una lingua, ma un dialetto slavo. Siamo alla violenza più assurda: il falso stori- co trasforma una splendida realtà etnica in pattume politico attuale. Viene svenduto anche il tipico folklore Resiano e dai costumi dei ballerini viene tolto il tricolore, offesa questa, agli italiani ed ai Resiani, che si sentono solamente ed unica- mente, appartenenti all'Italia. Si altera la narrativa e le fiabe resiane traet- tandole verso una similarità slovena: nulla di più falso. Si crea un “turismo politico” caratterizzato da
corriere slovene che, settimanalmente, ven- gono in visita in Val Resia a suggellare un gemellaggio etnico totalmente inventato. Nel centro culturale Resiano della Val Resia, i turisti politici vengono indottrinati sulla slovenità della Val Resia. Si sta attuando un “etnicidio”, neppur tanto sofisticato ed abbastanza grossolano, il tutto, senza che la totalità dei Resiani, percepisca la gravità di ciò che sta accadendo. Infine, come se non bastasse, il triste quadro sopra indicato, vi è il rischio persino che Resia perda la propria scuola. Vi è un rimedio a tutto quanto sta accadendo? Sicuramente sì, i Resiani devono unirsi e stare uniti per difendere la loro identità, il loro pas- sato e programmare, con le loro forze, un futuro diverso, per sé e, soprattutto, per i gio- vani. Bisogna riappropriarsi della Resianità, bisogna riappropriarsi dell'acqua, madre e fonte della vita, trasformarla in energia prodotta dai Resiani ed utilizzata dai Resiani, per creare occasione e posti di lavoro per i Resiani. Allontanare con metodi democratici e con la forza della ragione, tutti quelli che stanno spogliando la Val Resia ed i Resiani del loro patrimonio etnico, linguistico, culturale e nat- urale. Non si tratta di un evento straordinario o riv- oluzionario, in Trentino Alto Adige, in Val d'Aosta, in altre Comunità minoritarie, ciò è stato fatto ed anche con successo. Nelle vicinanze della Val Resia vi sono comu- ni carnici che gestiscono loro le centraline elettriche e le risorse idriche-alimentari. A volte, presa la coscienza di un problema, basta guardarsi intorno e si trovano le soluzioni per superare le difficoltà socio- politiche, come hanno fatto, con coraggio ed abilità, altre Comunità.
Abbiamo scelto di scendere in pista con un nostro "foglio" per spargere attraverso di esso il seme del nostro radicato con- vincimento di resiani veri, sup- portati dalla storia plurisecolare che ha contraddistinto e identi- ficato Resia e la sua Valle. Un'esperienza ed una fondata speranza la nostra, che augu- riamo trovi nel tempo adegua- to riscontro anche nel panora- ma dei diritti delle minoranze linguistiche, come costituzio- nalmente sanciti, ed in cui - fino adesso - ci sono state matrigne. La cosa più certa è che non demorderemo, come a gran voce è stato anche ripetuto nel corso dei lavori di rinnovo degli organi statutari del l'Associazione "Identità e Tutela" di cui il presente "foglio" è voce e che, nel frat- tempo, ha provveduto al rinno- vo del proprio direttivo. Lo ha fatto a conclusione di
un’affollata e partecipata assemblea degli aderenti e con un sollecitato allargamento (a 15 consiglieri) della composi- zione dell’organo statutario, più i vertici responsabili, che sono: Presidente: Alberto Siega. V. Presidente: Anna Di Floriano. Segretaria: Sandra Manzini. Tesoriere: Giorgio Zuzzi. Collegio Sindacale: Carlo Altomonte, Dino Di Lenardo, Mario Di Lenardo. Il nuovo gruppo si è dichiarato motivato e pronto ad impe- gnarsi in iniziative atte a salva- guardare il nostro patrimonio storico, culturale e linguistico. L'impegno è arduo, ma non impossiblie. L’obiettivo è di proseguire nella ricerca delle soluzioni per la rinascita e il rilancio di tutto il patrimonio culturale resiano. Confidando nell'entusiasmo del gruppo auguro di riuscire
ad infondere fiducia anche a coloro che non hanno avuto modo o non hanno voluto esternare il loro dissenso verso quella imposizione forzata che ci ha etichettati "minoranza slovena" e qualificati come "Sloveni in Italia"! Questi gli obiettivi: 1) Far tesoro del passato, risvegliando il sentimento di appartenenza alla resianità; 2) Consolidare la nostra iden- tità, cercando di non dimenti- care quanto i nostri antenati ci hanno trasmesso; 3) Tramandare ai nostri figli e nipoti il preziosissimo patri- monio culturale resiano. La nostra determinazione è sostenuta dalla convinzione che alla fine ci sarà resa giusti- zia in quanto le istituzioni nazionali e locali, per il rispet- to che Resia ha sempre dimo- strato nei loro confronti e per il sacrifìcio dei propri Alpini alla causa dell'Unità d'Italia, rico- nosceranno ai Resiani la speci- ficità di "minoranza resiana". Così Resia potrà svilupparsi socialmente, culturalmente e non solo! Nell'ambito naturalistico occorre frenare l'emorragia migratoria dei giovani che, costretti ad abbandonare la propria terra, si sentono umi- liati e traditi. E' inconcepibile che un Paese aperto al mondo come l'Italia, che ha ratificato tutti i Trattati europei sui diritti delle mino- ranze, non riesca a tutelare adeguatamente anche il popo- lo resiano. Non vorremmo che l’attuale Giunta Regionale passasse alla storia come quel- la che ha soppresso una iden- tità culturale unica nel panora- ma mondiale. Parimenti è incomprensibile l'atteggia- mento di coloro che vogliono
assoggettare la nostra lingua a dialetto sloveno, identificando l'identità per ambizioni politi- che personali e contribuendo ad un disegno espansionistico già tentato in passato. USANO LA LINGUA COME CAVALLO DI TROIA! Ha fatto bene l'università di Vienna a difendere il Saurano e il Timavese, non ponendo "veti e condizioni, ma facen- done incrementare lo studio e arricchendo la grammatica ed il lessico della lingua tedesca. Al contrario l'Università di Lubiana, riguardo ad uno stu- dio concernente la valorizza- zione del resiano (chicca di tutta la linguistica slava), ha contribuito a declassarlo a dia- letto sloveno. Se li lasceremo fare, se lasce- remo che a Resta entri il bilin- guismo italiano/sloveno, se lasceremo che i vari consoli sloveni di Trieste possano entrare in valle e dire che ven- gono a visitare la loro comu- nità slovena ecc. ecc.. allora sì che lentamente ed inesorabil- mente il resiano sparirà e con esso tutto il ricchissimo patri- monio culturale della Val Resia.
Scrivere a: redazione_i@libero.it
Costumi resiani ottocenteschi
SOMMARIO: Realtà e prospettive In diretta su canale “Free TV” Davanti al Giudice di Pace Storicità e Genoma Censimento “Vota con i piedi” Val Resia, il passato è presente Lettera al Presidente della Repubblica Aria fresca nella Comunità Ecclesiale Resiana Nel nome dell’Identità Resiana Lettera aperta ai Resiani
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Identità e Tutela Val Resia
Il 13 febbraio scorso, si è svolto a Pontebba, davanti al Giudice di Pace, il pro- cesso contro tre delle nostre associate. Sono state querelate per minaccia ed ingiuria con il solo e unico torto di aver difeso la propria identità. Sentite le parti in causa ed escussi i testi, il Giudice monocratico si é riservato di ascoltare altri due testimoni proposti dalla difesa, presenti ed interrogati nella successiva udienza svoltasi il successivo 23 aprile. Una nuova udinenza é stata fissata per il prossimo 24 settembre. Com'è noto, la vicenda era sca- turita durante la manifestazione tenutasi a Prato di Resia. nei giorni 30 e 31 luglio 2010, per dissentire contro l'assurda e ingiusta
9 Agosto IN DIRETTASULCANALE “FREE TV”
NEL NOME DELL’IDENTITÀ RESIANA
In riferimento alla trasmissione televisiva, del 28 febbraio 2012, sul canale digitale ter- restre “FREE TV, nella rivista “Sottosopra” condotta da Oscar Puntel, ho dovuto eviden- ziare e constatare la palese incompetenza di preparazione del presentatore nell'esposizio- ne e nella trattazione dell'argomento. Per sua chiara e precisa dichiarazione, il conduttore della trasmissione ha dichiarato di aver acquisito conoscenza dell'argomento basan- dosi esclusivamente su notizie riprese e rile- vate da siti di internet (dichiarazione del con- duttore) Le opinioni, le valutazioni, ed i ragionamenti avanzati, sotto forma di ipotesi o di congettu- re, con assurda ed arbitraria valutazione a sostegno della slovenizzazione del resiano, con interventi di: Sandro Quaglia, Jole Namor e del dott. Alessandro Cerno, hanno avuto un mirato ed eloquente contrasto dalla controparte, e cioè, dal cav. Uff. Gilberto Barbarino e dall'avv. Giuseppe Silvestro che, con grande animo e determinazione, hanno ribadito le ragioni di tutela del resiano, conte- stando così le logiche di una applicazione ingiusta delle leggi a supporto per la minoran- za slovena a Resia, inesistente. Anche la mia presenza telefonica è stata fal- sata dall'interruzione. Dopo la premessa che non esisteva e che non esiste tuttora alcuna avversità nei confronti degli sloveni, il mio discorso sarebbe stato unicamente ed esclusi- vamente rivolto per ribadire e per tutelare il nostro patrimonio, resiano: storico, culturale e linguistico, unico nel suo genere, e per riaf- fermare che tale ricchezza culturale non era solo di natura resiana, ma di tutta la linguisti- ca slava, solamente che sono stato interrotto anticipatamente con la chiusura della comu- nicazione. Con il mio intervento, basato su tre
Pontebba DAVANTI AL GIUDICE DI PACE
Anno II n° 1 luglio 2012 Direttore Responsabile: Natale Zaccuri Comitato di Redazione: Sandra Manzini, Giovanni Micelli, Alberto Siega Autorizzazione Tribunale di Tolmezzo del 22 novembre 2011 – n. 187 Impaginazione e Stampa: Tipografia GRAF 80 – Feletto Umberto Le opinioni espresse negli articoli intende appartengano rispettare ai la singoli piena autori libertà dei di quali giudizio.
si
Le ribuite. collaborazioni Manoscritti sono e foto volontarie anche se e non non pub- ret-
blicati non si restituiscono. domande, intendevo rivolgermi direttamente ai tre interlocutori, con i seguenti quesiti: 1) a Sandro Quaglia, per sapere da lui quali sono i presupposti per essere sloveni, tenendo conto che, per confermare l'identità, si deve prendere nota delle seguenti premesse: storia, archeologia e lingua, di cui almeno due di queste basi devono coincidere, come auspica- no autorevoli luminari; 2) alla signora Jole Namor, direttore del “Novi Matajur”, nonché consigliera del Comitato Istituzionale Paritetico per i Problemi della minoranza slovena, per ribadi- re che le leggi tutelano sì le minoranze lingui- stiche, ma con i termini di Nazionali, e stupi- sce che l'attenta signora abbia ignorato quan- to sancito proprio dalle leggi da lei menziona- te, l'art. 2 della legge 38, che così stabilisco- no: Art.2. (Adesione ai principi della Carta euro- pea delle lingue regionali o minoritarie) 1. Le misure di tutela della minoranza slove- na previste dalla presente legge si ispirano, oltre che alla Convenzione quadro per la pro- tezione delle minoranze nazionali, fatta a Strasburgo l'1o febbraio 1995 e ratificata ai sensi della legge 28 agosto 1997, ... Nonché all'art 5, comma 2, dello - Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia. C. 519 cost. Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, C. 840 cost. Zeller, C. 1166 cost. Lenna e C. 1816 cost. Stucchi. Art. 5. (Minoranze, lingue regionali o minori- tarie e corregionali all'estero). 1. Il Friuli Venezia Giulia valorizza la diver- sità linguistica come patrimonio comune di tutti i suoi cittadini. 2. La Regione riconosce e tutela con propri atti i diritti di quanti appartengono alla mino- ranza nazionale slovena e promuove altresì la
lingua friulana, la lingua slovena e la lingua tedesca. Ribadendo anche al citato articolo 2, comma 2, della legge 26/07, che riconosce il resiano ma che, contemporaneamente all'art. 16 della stessa legge, lo svilisce e lo riapre all'insegna- mento dello sloveno. Art. 16 (Iniziative per la promozione della conoscenza della lingua slovena) 1. L'Amministrazione regionale, nel quadro delle azioni finalizzate all'incremento e alla diversificazione dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche, nonché allo sviluppo e alla diffusione delle attività culturali nella regione, promuove l'apprendimento e la conoscenza della lingua e della cultura slove- na e sostiene, anche in applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 4 della legge 482/1999, la realizzazione di iniziative diret- te a favorire l'insegnamento della lingua slo- vena nelle scuole di ogni ordine e grado. 3) al dott. Alessandro Cerno, per sapere da lui la sua opinione ed il suo pensiero a proposito dell'ingerenza da parte dello stato sloveno, come l'intervento del console sloveno a Trieste, Vlasta Valencic Pelikan, che defini- sce i Resiani e i valligiani: COMUNITA' NAZIONALE SLOVENA (sloveni in Italia), arrogandosi così il diritto di tutelare le nostre Valli, così come l'azione intrapresa dal mini- stro degli Esteri sloveno, Samuel Zbogar, nel depositare reclamo presso il Consiglio delle Nazioni Unite di Ginevra, lamentando la mancata applicazione delle leggi di tutela della minoranza slovena nella segnaletica stradale di Resia. Queste le domande che non hanno contribui- to a chiarire, oltre a non aver avuto risposta per causa di una conduzione poco chiara e faziosa, e che speriamo di ricevere.
Spomnje Ricordi Maria Chinese Hanzulinauo
Si mislen, ko har za Ripenso, a quando bambina si spala tow struma ju dormivo sul materasso di foglie di granoturco. pun ik përjä ir inë Addormentarmi ogni sera in quel soffice letto, nu usako nü wsanüwala accanto alla mamma. taw ti lehki kovizy Parlare con lei, tapar my lypi matarë sottovoce, senza far rumore. ä si pràvila i nju La luce del lampione della strada
imposizione del rilascio della carta d'identità
po asizo, idin idin penetrava attraverso i vetri senza scuri della lü lampiuna od poté vecchia finestra, bilingue (italiano/sloveno) ad un cittadino, non di origini resiane, proveniente dalla lon- tana Emilia Romagna. Faccenda quest'ultima
wláala sku a verina rischiarando la stanza.
en e skúriu od tohá Il mormorio dell’acqua della fontana maláha staraha okná nella piazzetta, na lüminala anibo il canto dei grilli, che ha indignato tutti i Resiani: non solo gli oltre mille residenti in valle, ma anche quelli sparsi nel mondo, tutti concordi nell'esprime-
tuw una, umöla wödiza fuori, nei prati umidi, trumbe od horí ize tenevano compagnia, so löpo pële hríhie fino a quando tas tarinja mö ana gli occhi si chiudevano. re il loro disappunto per l'oltraggioso tratta- mento riservato, nella circostanza, alla mille- naria e stupenda lingua resiana. Identità e
nu kompanjo dárala Come un lampo ink’ ö e sa adíwala è quasi passata questa vita mia, tei den blesk, itaku velt veloce al punto che, ivet mö skorö pralóe presa da una grande nostalgia, Tutela Val Resia assicura che anche in futuro seguirà da vicino questa vicenda, e sarà a
valiko toho injan man ä vorrei tornare bambina, k spet haríza tëla bet a dormire sul materasso di foglie di granoturco,
a tet spat taw den strumœ a parlare ancora, fianco delle nostre consociate con affetto e
nu po áso prave spet sottovoce, con tutto il sostegno possibile, in ogni occor- renza e circostanza.
is pralipo mati mo con la mia mamma, ka na mören abet muei. che mai potrò dimenticare.
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al Con il motto: “Orgogliosi di essere RESIA-
Patriarcato di Aquileia e ovviamente al
valori della loro terra d'origine. NI”, riproponiamo anche quest'anno la
momento della nascita, con il 2^ conflitto
È per questo che “Identità e Tutela Val Resia” FESTA DELL'IDENTITÁ RESIANA.
mondiale, della Regione Friuli Venezia
si adopera con tutte le sue forze perchè il Un'identità che deve essere valorizzata anche
Giulia.
legame alla nostra cultura delle nuove gene- attraverso momenti istituzionali che consen-
Il tantissimo tempo trascorso, oltre 1.400
razioni rimanga solido e vivo. tano al popolo resiano di identificarsi con la
anni, ha permesso di far crescere in numero
A tutti i Resiani, in qualunque parte del propria terra, la propria storia,le proprie radi-
la popolazione resiana fino ad arrivare a far
mondo essi si trovino, rivolgiamo la preghie- ci e la propria lingua.
registrare, in valle, in momenti non lontanis-
ra perchè facciano sentire le loro ragioni, È una data simbolica per ricordare la nascita
simi, una presenza di circa 5.000 abitanti,
anche direttamente, alle autorità italiane e ufficiale di Resia.
mentre se ne possono contare altri 5.000
straniere affinché promuovano ogni utile ini- L'esistenza di Resia come comunità e popo-
sparsi per il mondo, i quali si sono distinti per
ziativa per risolvere il problema di noi resia- lo, come noto, è ben anteriore al tempo della
la loro laboriosità, il loro impegno e le
ni coattivamente inseriti in leggi che non ci concessione del territorio fatta da Enrico IV
migliori doti umane senza mai scordare i
tutelano.
INVITO Ho piacere di invitarLa all'incontro organizzato dall'associ- azione per L'autonomia Culturale, Identità e Tutela Val Resia che si svolgerà presso la “Baita al Ranch” a Zamlin di Resia Giovedì 9 agosto alle ore 17.00
Lieto di poter contare sulla Sua presenza, La saluto con cordialità.
Il Presidente Alberto Siega
PROGRAMMA Introduzione Alberto Siega Presidente di “Identità e Tutela Val Resia” LE NUOVE FRONTIERE DELL'AUTONOMIA CULTURALE RESIANA;
cav. Adriano Ritossa Le nuove normative di modifica della legge 38/01
Ing. Paolo Pellarini Resia - Confronto tra Culture
Cav. Sergio Barbarino Relazione sul percorso dell'applicazione della legge 38/2001
Sergio Chinese - Sindaco di Resia Autonomia e sviluppo della Valle.
Dibattito
Moderatore Sandra Manzini
Al termine Zitira e Buncula di; Giovanni Micelli
ARIA FRESCA NELLA COMUNITÀ ECCLESIALE RESIANA
Un benvenuto caloroso e sincero per la nomina del nuovo pastore nella chiesa di Resia lo esprime anche il periodico “Resia Oggi”, “Identità e Tutela Val Resia”, voce della comunità resiana. Se al suo arrivo è stato accolto con molta partecipa- zione e con onesto e affettuoso benvenuto, in terra resiana, dal popolo di Resia, questo vuol dire che era benevolmente atteso, preceduto dalla sua imma- gine giovanile e simpatica, e per la sua nomina a pastore di tutta la Valle di Resia, parroco delle varie parrocchie della Valle e pievano della chiesa madre di Santa Maria Assunta, con sede a Prato di Resia. In occasione e durante la celebrazione della Santa Messa, il primo dell'anno, nella chiesa di San Giorgio, durante la sua omelia ha parlato e rivolto ai coscritti ventenni una affettuosa, bonaria e dialo- gante parola, come si usa fare ai giovani, nostre speranze future. La prima impressione è quella che conta, dunque benvenuto nella comunità slava della Val Resia.
Franco Tosoni
Il giorno 17 marzo c.a., presso il Museo Revoltella di Trieste, si è svolta la presentazio- ne dei risultati della ricerca scientifica del pro- getto: “Parco genetico Friuli Venezia Giulia”, coordinato dal Consorzio di Biomassa Molecolare (CBM). E' importante sottolineare, che attorno a que- sto progetto si è creata un'ampia alleanza fra le istituzioni pubbliche, coinvolgendo, a fianco del CBM, la Regione, AREA Scienze Park, Centro Studi Fegato, IRCCS “Burlo Garofolo”, e le Università di Trieste e Udine. Il progetto ha interessato, negli ultimi tre anni, le comunità di: Sauris, Clauzetto, San Martino del Carso, Erto e Casso, Illeggio e Resia, con l'obiettivo di istituire una vera e propria Biobanca dei fattori genetici della Regione. Anche questa volta, con grande professiona- lità, è stata confermata la particolarità di Resia, con un confronto eccezionale di dati, avendo cura di includere anche quelli della genetica slovena. La presentazione della dott. Maria Cristina Pedicchio, Presidente del CBM, che con alto profilo ha elencato il cammino dei processi della ricerca dove, grazie al coordinamento scientifico del dott. Paolo Gasperini, con la sua minuziosa ricerca e con il confronto del
dott. Pio D'Adamo, hanno dato valore aggiun- to alla ricerca e consenso alla Regione del Friuli Venezia Giulia. Anche in questa occasione non è mancata la presenza di Identità e Tutela, dimostrando, se vi fosse stato ancora bisogno, l'attaccamento alle proprie origini e alla conservazione del proprio Patrimonio storico. Assente il presidente della Regione Renzo Tondo, che al momento dell'annuncio, da parte della relatrice dott. Pedicchio, ha solle- vato un mormorio di disapprovazione da tutto il pubblico presente. Dalla stampa di parte, cioè da quella facente parte della minoranza slovena, si è voluto dare, anche in questa occasione, un segno denigratorio del lavoro svolto evidenziando che, nel libretto stampato per l'occasione, si è notata la mancanza di affiliazione della gene- tica con la lingua, sottolineando che gli stessi genetisti avevano segnalato la consonanza del resiano con il carinziano, classificando poi questa ricerca come hitleriana per il presunto censimento di razza. Tutto questo, ancora una volta, senza interpellare chi aveva sovvenzio- nato tale progetto che, certamente, non era stato voluto o programmato dai resiani, ma dall'applicazione di una delibera della giunta
Illy con lo scopo di instituire un Parco geneti- co del Friuli Venezia Giulia. Tale progetto è stato illustrato dall'Assessore regionale al Lavoro, Formazione, Università e Ricerca, Roberto Cosolini, dalla Presidente del CBM, Centro di Biomedicina Molecolare, Maria Cristina Pedicchio, e dal coordinatore scienti- fico del progetto, Paolo Gasparini, Ordinario di Genetica Medica dell'Università di Trieste e IRCCS Burlo Garofolo, nonché referente scientifico del Laboratorio di Genomica del CBM. Cofinanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con circa 200 mila Euro (a valere della l.g. 26 sull'innovazione), il pro- getto, promosso da CBM, congiuntamente ad AREA Science Park, Centro Studi Fegato, IRCCS Burlo Garofolo, Università di Trieste e Università di Udine, si svilupperà nell'arco di 3 anni, coinvolgendo circa 4.000 persone, dal-
rni Ks g.b. & a.m.
l'età scolare in su. Oltre a questo, gli attenti lettori, si sono scor- dati di dedicarsi ad una più attenta lettura di
Ple i, ple i rni Ks! Balla, balla rni Ks ko man plesat k si bs come posso se son scalzo kan s jal tve ryvaze? dov’hai messo le scarpine
tutta la parte storica, omettendo così di visio- nare lo scrupoloso percorso del popolo slavo, ove si indicava l'insediamento resiano in cor- si je dal t’ bab Kekyzy le ho dovute barattare a nu malu mukize allo scopo di svernare nu din freguli solé da madama Franceschina
rispondenza delle prime ondate migratorie slave.
just da imo bon prinal con un pugno di farina nu vijakal vila ej ed un pochettin di sale
Gledej plesat rni Ks Guarda allora sol ballare nima plesat din k je bs! ciò che scalzo non puoi fare!
e spe prit te lyp tmp Tornerà il tempo bello ko sunze grelu bo vs svyt con il sole su nel cielo ko pel bojo wtijazi con il canto degli uccelli wsa istu emja alnit e la verde primavera pa ja po svetujon si itit anch’io potrò andar per mondo si wodanjat a kupit spet guadagnare e poi comprare ne lype monje ryvaze un bel paio di scarpine a spet plesat tami was per riprendere a ballare
Ne lype rywje rni Ks Belle scarpe rni Ks a spet plesat tam nas! per ballare insieme a noi
Wsaka ry ni möre bt Ma non sempre sulla terra tana svetu tej sa e tutto va com’uno spera dulga ima parnaslá portò infatti il lungo inverno vetra, snega, mraa rat tanta neve, freddo e gelo miral, lajan, boy Ks sempre scalzo ed affamato ni du il tau vila ej rni Ks cadde ammalato bs n bölan tana lœdu e sul ghiaccio senza cure wratl du o svetumu Bögu rese l’anima al Signore
Böy mali rni Ks Caro Ks modesto e pio paravi t dei na Bk! t’accolga seco Domine Iddio!
Wse te dœbre denj du ize Tutte quante le animelle maratajo paravi vanno su nel Paradiso pa na Ks je se nalyal pure Ks si trovò a ballare tau t’ jauravi gurizi sulla piazza tutta d’oro so wsi bösi janjuli scalzi sono gli angeli tei pa bs je rni Ks come scalzo è rni Ks ko an je videl plesat u’kup al vederli sì contenti se posmëinl Gospu Bk ha un sorriso l’Omnisciente
Ple i, ple i rni Ks Scalzo Ks per questo ballo tapar Bögu mœre bs! su nel cielo puoi ben farlo!
glieri regionali e vari sindaci. E allora prima di guardare la pagliuzza nel- l'occhio altrui, questi signori farebbero meglio a guardare il tronco che trafigge il loro occhio!
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Gli iscritti alla nostra associazione hanno partecipato, nel pomeriggio del 17 marzo u.s., alla manifestazione “VOTA CON I PIEDI”, Marcia degli Italiani del Friuli Orientale, tenutasi a Cividale del Friuli, dove, unitamen- te alle associazioni delle Valli del Natisone, le Valli del Torre e di Cividale del Friuli, hanno manifestato per: - il disappunto dell'imposizione di una mino- ranza, senza una tradizionale presenza della stessa; - e, di comune accordo, per la richiesta di un censimento che metta fine, una buona volta, alle pretese dei filo-sloveni. Anche in questa occasione si é voluto stru- mentalizzare la nostra partecipazione addos- sandoci appartenenze politiche che non ci competono. Abbiamo partecipato solo perché ci é stato richiesto di manifestare per la promozione di un censimento riguardante la minoranza slo- vena presente nel territorio della slavia friula- na e in quello di Resia, così da poter mettere finalmente a tacere le diatribe al riguardo. La nostra partecipazione é stata dimostrativa, volta a richiamare l'attenzione e ad esortare
Trieste STORICITÀ E GENOMA
Cividale del Friuli CENSIMENTO “VOTA CON I PIEDI”
l'opinione pubblica a riflettere, in particolare, sulla problematica resiana. Chi ci incolpa di essere schierati politicamen- te é invece “allineato” con tutta la nomencla- tura di un certo partito: segretario regionale, euro parlamentari, senatori, onorevoli, consi-
Val Resia, il passato è presente
di Franco Tosoni
(Continuazione 1° numero)
Questo perché si vociferava che non pochi resiani erano stati fautori di forti e pressanti pres- sioni per le innumerevoli sim- patie, allora, come adesso, per- ché la Val Resia passasse sotto la sovranità dello Stato della Repubblica di Jugoslavia. Arrivati a Prato, in piazza Tiglio, una moltitudine di persone riempiva questa piazza, tutta tappezzata da bandiere tricolori, una confu- sione inverosimile ma ardente- mente e intensamente determina- ta. Immagino la sorpresa della Commissione alleata nel vedere tutta questa forte e compatta partecipazione della popolazione resiana, il popolo di Resia. Bambini, uomini, donne, giovani, anziani, che con un grido solo manifestavano la volontà, di essere italiani e di voler rimanere italiani. Forti dei sentimenti italiani e guidati dall'allora amminis- trazione comunale, con al vertice quell'ottimo personaggio, dalla forte personalità, il sindaco Giovanni Clemente Tomasig, uomo fermo e risoluto nel richiedere alla Commissione alleata di prendere atto della volontà e della determinazione
TROFEO DELLE REGIONI 2011
Si é svolto il 24 e il 25 settembre 2011 il TDR di minicross nel bellissi- mo impianto sportivo di Ponte a Egola in Toscana. Tra le squadre iscritte in rappresentanza della nostra regione c'era anche quella di cui fa parte il piccolo Manuel Corradazzi che, pur alla prima uscita dalla regione, ha meritato di salire sul podio. Questo cam- pioncino di Oseacco é un vero e proprio talento nella sua specialità, il Motocross, uno sporto che sta diventando sempre più popolare. La sua passione, che l'ha portato a raggiungere velocemente ottimi risul- tati, é nata all'età di quattro anni e mezzo. Sostenuto non solo da papà e mamma, ma anche dagli addetti alla specialità, ha partecipato a gare molto importanti: si é aggiudicato un secondo posto nel 2010, un terzo nel 2011 e recentemente, come menzionato, quale rappresentante della regione Friuli-Venezia Giulia alla trasferta in Toscana qualifican- dosi al 25° posto nella sua prima gara extra regionale. Pur essendo ancora alle prime armi, Manuel, serio ed impegnato, pro- mette ambiti traguardi. A lui vanno i nostri migliori auguri per una lunga strada fatta di soddisfazioni ed emozioni. BRAVO MANUEL, CONTINUA COSI'.
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sua e dell'intera popolazione della Valle, quella di essere stati italiani e di riconfermarsi italiani. Questi sentimenti condivisi poi anche dalla stragrande maggio- ranza degli abitanti della Valle, già con legami da vincoli di una scelta in precedenza espressa e dal versamento di quel sangue pagato a caro prezzo dai nostri valorosi ed eroici compaesani, che si sono immolati con la loro vita e con il loro sacrificio, nella prima e nella seconda guerra mondiale, a difesa del suolo resiano e italiano, mettendo così a tacere le sempre più deboli e inascoltate ragioni. Da allora forse non è cambiato niente, erano tenaci allora, nazionalisti jugoslavi, sono ostinati e testardi adesso, nazionalisti sloveni, e ci ritroviamo quasi nella stessa situ- azione, perché ci riprovano anco- ra, perché sono costanti e risolu- ti. In questo senso ripropongo la citazione fatta, a suo tempo, da Renzo Onesti da San Pietro al Natisone: “Un signore mio amico proveniente (fuggito) dai regimi instaurati nel dopoguerra a Est dell'Adriatico e a cui era stata tru- cidata la famiglia per ragioni politiche, un giorno mi disse: «Voi slavi del Friuli, per tanti secoli a contatto con i popoli latini dell'Italia, ne avete assimilato in qualche modo il carattere. Voi vi ponete un obiettivo e ci mettete tutte le energie per raggiungerlo nel minor tempo possibile; rag- giuntolo, passate ad altro trascu-
rando di consolidare ciò che avete ottenuto! Voi non conoscete i popoli slavi dell'Est: loro si pongono obiettivi a lunga scadenza, non importa se non li raggiungono in una generazione purché, prima o poi, i loro discen- denti lo ottengano. Per raggiun- gere tutto ciò usano la politica del cuneo»”. Ci riprovano e ci riproveranno a mettere mano sulla nostra valle, non in una valle dove sussiste ignoranza, man- canza di rispetto e odio, come dicono e ci dipingono, per la quale abbiamo convinzioni, certezze, principi e credenze diverse, ma in una valle unica per la sua tipicità e la sua unicità. Noi abitiamo nella valle dei denti cani- ni dove coerentemente rifiutiamo alcune delle nostre profonde radi- ci culturali che non ci legano con una famiglia numerosa e colorata slovena, non dalla parte sbagliata dove c'è ignoranza, ma in una valle dove il suo ricco patrimonio culturale è da loro ambito e dove vogliono metterci le loro mani su tutto quello che loro di originale non hanno: musica, danza, tradizioni, usi e costumi, ma solo tarocchi contraffatti da altre cul- ture e tradizioni. Adesso gli fanno gola anche le originalità della Val Resia, ma io dico e noi diciamo, fortemente e vigorosamente: giù le mani da questa nostra Resia “sakoi sa to je ta nasa Resija”, ripeto e ripetiamo, come noi dici- amo “dolo roche uas Resije sakoi sa to je ta nasa Resija anu to cie
bit rudi ta nasa Resija, Resija ta rosaijanska anu ta laska, ne mej to cje bit ta buska. Siamo noi ad essere i progenitori della cultura arcaica slava, siamo noi a parlare la stessa lingua da ben 1400 anni, e siamo sempre noi ad essere originali ed autenti- ci maestri di questa cultura. Noi non abbiamo avuto bisogno della mescolanza di tanti dialetti per assemblare e formare una lingua, come è successo con la loro lin- gua dialettale, quindi da essa non abbiamo niente da imparare e da salvaguardare. Il monte Canin è un baluardo massiccio e con la sua imponen- za, vigile e costante, ha sempre segnato un netto ed incontrastato confine tra le due etnie, ed i suoi denti canini sono per noi una sicurezza perché quando si arrabbiano, sanno anche mordere. Attenti giovani resiani, non lasci- atevi incantare dalle sirene, la storia resiana è bellissima, ma è anche segnata da innumerevoli sacrifici che i nostri progenitori hanno vissuto, conteso, scritto e conservato, quindi cerchiamo di non consegnarla nelle mani di chi non ama questa storia, il suo pas- sato, il suo presente, ma vuole solo disegnare una realtà futura diversa, piena di incognite e prospettive incerte, illudendo, con fantasiose ed immaginarie visioni, una società dissimile da quella presente.
L'Associazione Identità e Tutela Val Resia, con i suoi tremila sostenitori, si associa al popolo Friulano nel darLe il benvenuto in queste martoriate terre dell'italianissima Slavia Veneta, ancor oggi mira di conquista come lo dimostrano le ingiuste ingerenze ed i proclami di appartenenza alla mino- ranza slovena, da sempre inesistente nella provincia di Udine.
Oggi, Ella Signor Presidente, rende onore ai Partigiani Osovani che sacri- ficarono la loro vita per la difesa di queste terre dopo aver rifiutato di aderire alla proposta di censimento con le armi, voluto anche per l'annes- sione della Valle di Resia allo stato Jugoslavo.
I Resiani, con il proprio patrimonio culturale, si sono insediati nella valle oltre 1400 anni fa e dopo un lungo periodo di tempo, vissuto in piena autonomia, hanno condiviso il loro percorso storico con i Friulani sotto il Patriarcato di Aquileia, sotto la Repubblica di Venezia, per un breve periodo sotto l'Austria e sono ITAL- IANI per libera scelta dal 1866, dunque ancor prima di Roma. Con la Slovenia, invece, non hanno MAI con- diviso nè territorio, nè storia, nè tradizioni, nè con essa vi è stato MAI interagire del linguaggio in quanto l'uno non capisce l'altro, essendo, i due idiomi, realtà linguistiche diverse. Da ultimo, la genetica ha rivelato che Resiani e Sloveni non sono neanche lontani parenti. Il resiano non può essere un dialetto
Consegna diretta a Gemona LETTERAALPRESIDENTE DELLAREPUBBLICA
sloveno (come erroneamente sosten- gono i filo-sloveni) perchè la sua orig- ine è indipendente dallo sviluppo della lingua slovena.
Ci vediamo perciò costretti a rivol- gerci nuovamente al Suo Buon Cuore per chiederLe di aiutarci a risolvere l'intricata situazione che vede i Resiani tuttora imprigionati nella legge n. 38/2001, nonostante le numerosissime richieste rivolte al riguardo ai competenti enti inter- nazionali, nazionali e locali. I compe- tenti organi regionali hanno disatteso anche le raccomandazioni fatte loro dal Signor Presidente della Repubblica per una giusta soluzione del problema.
Inoltre la richiesta del Comune di Resia di uscita dalla legge n. 38/2001, scaturita da approvazione all'unanim- ità di delibera consiliare, inviata ai competenti organi regionali, dopo essere passata da un ufficio all'altro è finita sul tavolo della Commissione paritetica italo/slovena, la quale, trascorsi molti mesi, ha respinto tale richiesta adducendo argomentazioni insulse ed inaccettabili. Una inspiega- bile ed ingiustificata indifferenza è stata mostrata in merito da molti politi- ci italiani, taluni pure compiaciuti per come stanno andando le cose a Resia, i quali hanno presto rimosso dalla loro mente gli eccidi di Porzûs, di Malga Bala, delle foibe e l'umili- azione di Goli Otok e, incoraggiando con il loro comportamento i 4 (quattro) filo-sloveni in azione sul territorio, per-
mettono agli stessi di tenere in scac- co tutta la Slavia Friulana e Resia.
Signor Presidente, Le chiediamo una volta ancora un Suo intervento a favore del riconoscimento della mino- ranza etnica della Val Resia o quan- tomeno di voler disporre per la can- cellazione del nostro Comune dalla tabella di cui al DPR 27/11/2007, che vede Resia ingabbiata in una legge che non le compete per mancanza assoluta di requisiti.
La Valle di Resia ed i Resiani sono stati da secoli oggetto e materia di studi da parte di numerosi linguisti di fama internazionale, come: Baudouin de Courtenay, Lancek, Hamp e Browne, i quali hanno definito il nostro idioma LINGUA SLAVA ARCAICA di elevato interesse, valore ed orgoglio non solo dei Resiani ma di tutta la lin- guistica slava. Peraltro essa è riconosciuta dall'Unesco.
Infine, affermando la particolarità del Resiano e la sua italianità, si rende onore e dignità anche alle centinaia di Fanti, Artiglieri e di Alpini resiani i quali hanno sacrificato la loro vita per l'Unità d'Italia che Ella, Signor Presidente, ha in più occasioni giusta- mente esaltato. VIVA L'ITALIA
Con ossequi
Alberto Siega Presidente Identità e Tutela Val Resia