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PENA DI MORTE
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Sakineh non sarà lapidata, ma è una magra consolazione, perchè non sfuggirà comunque alla condanna a morte mediante impiccagione. Il procuratore generale dell'Iran ha annunciato che Sakineh, la 43enne che rischiava la lapidazione perché accusata di adulterio, è stata condannata a morte per un altro reato, la complicità nell'assassinio del marito.

La donna iraniana, per cui si è mobilitato il mondo intero, non potrà essere sottratta al proprio destino, come non è stata sottratta al proprio destino Teresa Lewis, dove neanchè la sua condizione di disabile mentale le ha concesso di evitare l'esecuzione a morte tramite iniezione letale avvenuta alcuni giorni fà in America.

Se da un punto di vista può lasciare sconcertato un certo "mondo" per il modo efferato di una condanna per un reato considerato banale per i propri costumi, di certo non si lascia commuovere piu' di tanto alla tragica fine di una disabile di 41 anni.

Dire che paesi come l'IRAN sono incivili perchè adottano leggi capitali, non vale lo stesso per l'AMERICA e allora perchè indignarsi tanto di fronte a tali avvenimenti? piuttosto bisogna indignarsi alle leggi che li consentono e ai Governi che le sostengono.

Tutto è speculazione quando si tratta di politica ed economia, la Cina è il paese con il più alto numero di esecuzioni capitali al mondo, ma nessun Governo rimane indignato a tal punto dall'evitare di fare affari in questo stato (America compresa).

L'importanza alla vita non può essere considerata evento mediatico del momento, tutti i Governi dovrebbero battersi affinchè venga preservata dalle pene capitali, dalle guerre, dalla fame, dalle malattie, dallo sfruttamento e dalle ingiustizie di ogni altro genere, affinchè nessuna legge o azione possa dare il diritto a toglierla.