Châteauroux,   8 Ottobre 2010

Terza settimana di soggiorno in Francia.

Questa settimana la lontananza da casa e l'assenza dei nostri compagni si sono fatti sentire più che la settimana scorsa. Comincio, come credo anche gli altri, a soffrire un po' la nostalgia, poiché, vedendo le famiglie di accoglienza, torna alla mente la propria, e con esse la voglia di tornare alle proprie abitudini e alla propria libertà, che qui in parte ci viene negata, forse per apprensione o forse per principio. In ogni caso questo non ci ha impedito di continuare la scuola normalmente, come le altre attività di vita di tutti i giorni.

Dal punto di vista puramente scolastico, abbiamo avuto modo di constatare che la quantità, l'organizzazione e la logistica dei laboratori di chimica-fisica sono nettamente superiori a quanto ci si potrebbe aspettare da un liceo in una cittadina di 50'000 abitanti e rispetto anche alla media delle suole italiane; di consequenza, le lezioni nella materia sono state al novanta per cento pratiche, fatto che ci ha alquanto messi in difficoltà, dal momento che a noi mancano anche le basi teoriche per capire ciò che si svolge in classe, non resta che sperare che il compito non sia troppo difficile...

Per il resto si è trattata di una settimana abbastanza normale, sebbene per me ormai il concetto di normale è divenuto qualcosa di molto più astratto rispetto a prima della partenza, senza grandi avvenimenti, a parte, se proprio vogliamo, un giro in mountain-bike nella foresta dietro la casa della mia famiglia di accoglienza, cosa che non mi capiterebbe tutti i giorni a casa mia.

Chiudo questa breve pagina di diario con un saluto a tutti coloro che ci stanno seguendo da Livorno, sia famiglie che professori, assicurandovi che anche se può sembrare che ce la stiamo passando male, in realtà va tutto alla grande, o quasi, o comunque tra poco sarà così.