Gli insegnamenti in pillole del prof. Cavaglià
(cosi come raccolti e trascritti da Anna Rita Bertorello)
- Le vacanze bisogna imparare a farle da piccoli.
- Nella delega c'è la rinuncia.
- Quando genialità non c'è, bisogna avere modestia.
- Erano progettisti pannamontisti.
- La professionalità non è legata solo alla quantità di lavoro ma anche all'efficienza.
- È difficile risolvere i problemi quando non ci sono.
- In questo studio si deve essere felici, altrimenti si va a spasso.
- La normativa è fatta per gli uomini e non gli uomini per lanormativa.
- A me bastano gli esiti, non le intenzioni.
- Pensare lungo.
- L’ordine è il minimo sindacale, non un'eccellenza.
- Andar fuori dalle regole, rispettandole.
- Il progetto non finisce mai.
- Per fare le cose giuste bisogna farle sbagliate.
- Nel progetto è molto importante quello che non si mette.
- Nel progetto un po' di ossessione ci vuole.
- Se qualcuno dice: "non è un problema", allora hai un problema.
- Non dare mai nulla per scontato.
- È un approccio confidenziale, ma gastrico.
- Nulla è mai banale, tutto ha un significato.
- Condividi la scelta, senza riserve.
- Quando con Autocad metti le virgole nelle quote, mi arrabbio.
- Non aver fretta a concludere perchè siamo nelle sabbie mobili.
- Questa cosa si impapocchia tutta.
- La simmetria non è un obiettivo da raggiungere ma un’alternativa possibile.
- La pubblicazione, il libro: non è un esito ma un punto di partenza.
- Nel progetto bisogna pensare che il tatto è un completamento della vista.
- L’intellettuale è colui che non fa differenza tra il momento del lavoro e quello dello svago.
- In un progetto non bisogna aver paura di ricominciare dall’inizio.
- Scrivere in modo chiaro, in tranquillità, senza pensare che lo si sta facendo.
- La tecnologia non risolve perchè l’utente responsabile sa che cosa fa.
- Ma non sanno che le chiappe sono due e non tre?
- La casa è vista come un peso, invece la casa deve essere vista come gratificazione.
- Fare un passo indietro al metaprogetto e non soffermarsi sui dettagli.
- Pensare agli obiettivi e non cercare le soluzioni.
- C’è molto artigianato di cattiva qualità ma con una grande abilità esecutiva.
- L’eccellenza non è perfezione.
- In un progetto non posso dire “Ah, se ci avessi pensato prima!” … Ci vorrei pensare adesso.
- Questo lavoro è in terapia intensiva, se non si finisce, muore.
- Le condizioni di vincolo in un progetto sono lo stimolo per affinare la progettazione.
- Non vorrei che questo dettaglio fosse come l’aspirina che va bene per tutto.
- La gentilezza si regala.
- Le idee sono delle calamite che si portano dietro delle cose.
- Chi propone, fa
- Quando scatta una simpatia… è un’eredità!
- Si progetta solo con persone con delle affinità, altrimenti non si riesce ad avere confidenza ed essere liberi nel progettare.
- Il progetto architettonico non deve essere condizionato da elementi che non hai a disposizione.
- È una sedia confortevole per una seduta composta. Anche buona per il pranzo e per le riunioni da non tirare in lungo.
- Il progetto è un processo: indugiare..
- Un pensiero di Caccia Dominioni, condiviso: sulla pianta ci si muore.
- Sono sempre le cose più banali che si dimenticano.
- Cerco i sorrisi nascosti
- Noi vediamo solo ciò che conosciamo
- Quando vado sulla metropolitana, e guardo le persone come sono vestite …è un teatro!
- In un progetto non bisogna nascondere la connessione ma farla diventare elemento importante.
- Abbiamo bisogno di parsimonia, non di usa e getta.
- Non voglio annoiarti con le mie vecchitudini.
- I premi quando vengono assegnati sono sbagliati.
- Nuovo materiale uguale nuova parola quindi nuovo discorso.
- In fondo la cravatta è un coprigiunto.
- La prima protezione per l’utente è il vestito, per il progettista il vestirsi è un’azione di progetto.
- Le peggiori truffe: quelle legali.
- Gli angoli sono sempre un problema.
- La fotografia: l’importante che ci sia
- La realtà ha sempre una complessità diversa da quanto vogliamo vedere: non documentabile al più percepibile
- Contro l’omogeneità: durante una visita a Venezia con Achille Castiglioni nel 1996 registrai una critica a un eccesso di formalismo geometrico e materico: “Se un materiale va bene in orizzontale, non va bene in verticale”.
- Il termine creazione non è mai da utilizzare da parte di un progettista, al più concezione.
- Per il futuro. L’angolo non deve esserci nei rivestimenti
- Se uno lavora, di lavoro ne fa!