LE MINE
Il concetto generale delle mine terrestri ha certamente una lunga storia. Secondo alcune fonti, ordigni esplosivi terrestri erano usati già nel III secolo Zhuge Liang del Regno di Shu (Cina). Un concetto simile (pur senza l'uso di esplosivi) era applicato dai Romani, che utilizzavano buche camuffate e armate con picche; lo stesso tipo di trappola era usata anche nel Medioevo in Europa. Nel XVIII secolo, in Europa, si seppellivano ordigni esplosivi coperti con ghiaia o frammenti di metallo; in francese questo tipo primitivo di mina terrestre non industriale era chiamata fougasse. La fougasse fu usata anche durante la Rivoluzione Americana e la Guerra di secessione americana. Le prime mine terrestri moderne, costruite a livello industriale ed equipaggiate con esplosivi ad alto potenziale, apparvero nella Germania Imperiale intorno al 1912, e furono poi impiegate da quasi tutti gli eserciti della prima guerra mondiale (la battaglia di Passchendaele si aprì proprio con la deflagrazione di mine terrestri). Già durante la Grande Guerra gli inglesi iniziarono a costruire anche mine che contenevano gas velenoso invece di esplosivo; questo tipo di ordigno fu usato dall'Unione Sovietica fino agli anni ottanta, ed è noto che gli Stati Uniti negli anni cinquanta condussero esperimenti su questo tipo di armamento. Fra i tipi più moderni di mine terrestri si possono contare anche le mine nucleari, come quelle sviluppate nel Regno Unito dal progetto Blue Peacock. Di questo genere di mine esistono anche varianti per l'uso nella guerra navale. Prima della messa al bando, il prezzo oscillava dai 3 dollari delle mine cinesi ai 276 dollari dei più sicuri modelli statunitensi. La Foster, produttrice di metal-detector al mondo, era arrivata a poter identificare mine dal peso di 8 grammi poste a 15 cm di profondità, con una media del 70% dei rilevanti positivi.