Problemi del concorso in generale:
o Lo scritto premia una conoscenza nozionistica. Questo spesso non è nemmeno incentivato durante gli anni dell’università, dove quasi ovunque si permette di usare appunti/libri agli scritti per evitare uno studio mnemonico (in particolare come la richiesta di calcoli numerici dovrebbero selezionare un buon candidato?)
o Quello che impariamo in anni di ricerca non ha nulla a che vedere con risolvere problemi di questo tipo. Con l’esperienza di anni di ricerca si impara a pianificare analisi, scrivere software, progettare e costruire rivelatori, scrivere progetti di ricerca, a coordinare gruppi di ricercatori… Molte di queste capacità sono difficilmente testabili in uno scritto, ma un’analisi del CV, delle pubblicazioni e l’uso di lettere di referenza può dare accesso a queste informazioni. La capacità di scrivere progetti di ricerca, che dovrebbe essere di primaria importanza per un Ente che vuole attrarre fondi, può anche essere testata direttamente richiedendo un potenziale progetto (anche non vincolante) in fase di sottomissione della domanda.
o Sembra evidente che lo scritto serva solo per tagliare, in modo da fare meno orali e valutare meno titoli. E’ irrilevante che la selezione sia di fatto random (cioè basata sulla fortuna di sapere delle domande)
o E’ irricevibile l’argomentazione di risposta “certe conoscenze base vanno verificate per avere una buona qualità dei ricercatori assunti”. Qui non stiamo parlando di conoscenze base, non stiamo parlando di una soglia minima per evitare di fare orali a chi “prova il concorso tanto per”, stiamo parlando di un taglio con efficienza 20-30%. Il più duro dell’intero concorso.
o In conclusione, dobbiamo quindi dedurre che la caratteristica principale del ricercatore INFN sia saper fare esercizi?
o Danneggia la ricerca: i ricercatori italiani, che in questa fase di carriera si trovano spesso anche in situazioni di responsabilità, si trovano a dover decidere tra fare bene il proprio lavoro o preparare il concorso che determinerà il loro futuro, nei mesi precedenti allo scritto
o Danneggia il ricercatore: il tempo impiegato a preparare il concorso è inutile per la crescita del ricercatore. E’ tempo assolutamente buttato (al contrario, ad esempio, di scrivere un progetto di ricerca tipico di altri bandi), in una fase della carriera dove è essenziale fare ricerca in prima persona e non ci si può permettere di mettere il lavoro in stand-by.
o Danneggia l’Ente: nel momento in cui dipendenti INFN (precari) non fanno ricerca/fanno meno ricerca/fanno ricerca male per preparare il concorso, l’Ente stesso sta danneggiando se stesso.
o I migliori, i ricercatori più bravi, non affronterebbero mai una procedura di assunzione così time-consuming, e poco logica e dall’esito imprevedibile. Punterebbero invece a posizioni di più facile accesso. Se uno è davvero bravo fuori scala, perché dovrebbe passare questa faticosissima procedura per essere assunto?
o La procedura di assunzione dell’INFN è la più macchinosa e time-consuming che ci sia sul panorama di ricerca (si consideri che il tasso di successo di un ERC-starting grant è il doppio di quello di vincere l’ultimo concorsone). E’ forse plausibile che “i migliori” facciano domanda per l’INFN?
o Questo concorso seleziona i ricercatori che vogliono tornare/restare in Italia a tutti i costi, i ricercatori che hanno investito troppo o per troppo tempo nella ricerca di base per abbandonarla e decidere di cambiare carriera. Questo concorso gioca sulla disperazione. Ed è per questo che può permettersi procedure che sarebbero ritenute folli in altri contesti.
o Questo concorso è estremamente repulsivo per i non italiani, con richieste non necessarie che sembrano fatte appositamente per escluderli (es. richiesta di pec, un concetto tutto italiano. Si noti che fare la pec con residenza estera è possibile, ma estremamente complicato e richiese notevoli capacità di movimento nella burocrazia italiana). E’ negli obiettivi dell’INFN escludere tutti i non-italiani? Può essere una (discutibilissima) scelta, ma almeno che venga messa nero su bianco.
o Notare che la retorica dei migliori è uno dei motivi per cui l’INFN fa artificialmente scadere le graduatorie degli idonei dei precedenti concorsi, anche quando potrebbero essere utili per “alleggerire” i concorsi successivi.
Proposte per migliorare l’attuale processo di selezione:
o Si potrebbe passare a una selezione basata su titoli e orale, con eventuale proposta di progetto di ricerca e lettere di referenza se necessario.
o Notare che questo è il sistema delle assunzioni universitarie. Non è assurdo avere due sistemi così diametralmente diversi per un lavoro molto simile? Anzi la capacità di risolvere esercizi didattici è forse più utile a un insegnante universitario rispetto a un ricercatore INFN.
o L’argomento il concorso scritto è obbligatorio per la legge italiana è aggirabile. Se fosse davvero questo il problema, si potrebbe facilmente risolvere con uno scritto con efficienza di selezione 100% (ad esempio un tema con argomento molto generico valutato pro-forma).
o Perché la tipologia di concorso cambia a ogni tornata? Questo sembra solo sottolineare la volontà di un taglio random.
o Cambiando a ogni tornata rende ancora più inutile la preparazione al concorso: spesso tale preparazione non può nemmeno essere riutilizzata ai concorsi successivi.
o I concorsi pubblici di solito hanno tempistiche chiare e annunciate in fase di sottomissione. I concorsi pubblici hanno inoltre tempistiche nettamente inferiori all’INFN (con qualche triste eccezione).
o Facciamo un lavoro che richiede di prendere impegni e pianificare viaggi con lungo anticipo (lezioni, conferenze, shift, operazioni su hardware…). Non è accettabile mettere tutto in pausa per mesi aspettando che INFN comunichi una data.
o Se il problema è la commissione, si potrebbe invertire la priorità: definire delle date e trovare una commissione disponibile per quella data.
o In conclusione essere a totale disposizione dell’INFN, quando delle volte si devono affrontare viaggi internazionali/intercontinentali per venire a fare lo scritto, è profondamente umiliante.
o Ogni anno, l’8 dicembre esce la domanda
o Sono richiesti titoli e progetto
o Le posizioni sono assegnate a determinate sedi con determinati progetti. Questo rispecchia le necessità reali del CNRS e evita che ricercatori con profili non interessanti in quel determinato momento per il CNRS applichino.
o In caso il CNRS abbia posizioni “libere”, senza progetto e sede, queste vengono rese note in fase di sottomissione della domanda
o Cosa impedisce l’INFN di seguire lo stesso modello?