Nulla di così duro può essere vivo.

Proprio mentre lei lo disse io potei chiaramente udire una voce, una richiesta di aiuto, la stessa richiesta che io avevo invocato all’inizio di quella tetra avventura. Forse qualcuno era nella mia stessa situazione, magari non ero il solo a vivere una simile esperienza. Implorava di essere ascoltato, di essere aiutato; apparentemente quella voce proveniva dal cristallo, riuscii a sentirla chiaramente solo avvicinandomi.

Mi feci coraggio - per una situazione simile ne serviva davvero tanto, fin troppo - e avvicinai il mio volto al cristallo nel tentativo di stabilire un contatto più umano con chi era stranamente intrappolato all’interno.

“Tranquillo, ti voglio aiutare.
Per farlo ho bisogno che tu mi dia quante più informazioni possibili. Dove ti trovi e come ci sei finito?”

Dovevo trasmettergli sicurezza, dovevo fare in modo che si sentisse al sicuro in mia presenza. Da come rispose, tuttavia, non trasparì affatto calma, bensì terrore e agitazione.

"N-non so come sono finito qua dentro! E' un posto... vuoto... pieno di energia, di luce... e mi fa paura. Non voglio morire..."

“Capisco... calma, non morirai. Dimmi il tuo nome, da dove vieni?”

Volevo avere quantomeno l’idea di chi si trattasse, mentre i parlavo con quel poverino il resto del gruppo stava già apertamente negoziando con il demone… roba da pazzi. Ma chi ero io per decretare ciò che era normale? Effettivamente non ero nella posizione di poterlo fare, ero malato e la mia patologia si espandeva verso l’esterno a suo piacimento, intaccando anche la vita altrui nonostante io non lo volessi.

"Mi chiamo Heikichi. Ero sul campo di battaglia, a Fukagizu... p-poi è spuntata quella statua orribile e non ricordo più nulla. Sono imprigionato qui dentro... e ho paura, ho una paura folle."

Parola dopo parola, lo potei sentire impazzire sempre di più. Fu terrificante assistere a quel genere di effetto su una persona.

"Per favore, non farmi distruggere da quel mostro… non voglio…”

“Va bene Heikichi, ti ringrazio. Farò il possibile per tirarti fuori da quel posto, resisti”.

Volevo illuderlo di avere la situazione sotto controllo, volevo fargli credere che io, in men che non si dica, l’avrei salvato da quella prigionia. La verità era che l’unico del gruppo con tale intento ero io e le informazioni che avevo a disposizione non erano sufficienti per poter decretare la strada da intraprendere. Prima i bozzoli e poi i cristalli; uomini con un destino già determinato, famigliari che non rivedranno i propri cari al termine di tutta quella pazzia, ammesso che vi sia una fine. Per quel che ne sapevo potevo essere imprigionato in una tortura eterna dove l’unico modo per porre fine a tutto era quello di morire.

Quell’uomo parlava di energia bianca, elemento indispensabile che tutti custodiscono all’interno del proprio essere. Forse necessitava semplicemente della sua controparte, nonché elemento indispensabile per essere bilanciata, l’energia nera. Pensai che toccando il cristallo avrei potuto trasferire parte della mia energia all’interno di esso, in questo modo avrebbe raggiunto una forma più stabile.

Sadou…

Dimenticavo che lei poteva sentire tutto ciò che pensavo, anzi, lei era parte della mia mente. Iniziò ad accarezzarmi la testa, passando la mano sui miei capelli. In quel momento mi bloccai, come se fossi paralizzato. Mi aveva reso completamente immobile, come quando si afferra un gatto dalla cottola.

Tu ti fai peso di tutti gli attimi che vivi, cerchi sempre di prendere la scelta più giusta, di minimizzare la possibilità di sbagliare, non è così?

Ricordi quando eri piccolo? Ci divertivamo un sacco io e te, nessuna preoccupazione, nulla da temere.  

Tu hai un animo gentile, questo io lo so.

Hai tanto da dare e non permetterò che tutto svanisca in un attimo, non lascerò che questo affetto ti abbandoni.

Non ti permetterò di perdere te stesso.

Il mondo attorno a me cambiò, tutto cambiò, d’un tratto mi trovai in un campo fiorito, con il volto di Shiori a guardarmi. Ero disteso, mi sentivo leggero, adagiato in quel manto d’erba come se non ci fosse nient’altro, nulla di cui preoccuparsi, nulla su cui dover ragionare. Per la prima volta la mia mente era tranquilla, stava bene con se stessa e voleva rimanere in quello stadio per sempre.

Stavamo nella serra tutto il giorno, era il tuo posto preferito. A me faceva piacere portartici perché non smettevi di sorridere. Perché hai voluto dimenticare tutto questo? Perché dimenticare questa tranquillità e serenità?

N-non è stata una mia scelta…

E di chi allora? Qualcuno ha scelto al posto tuo, mi sembra strano che uno come te non prenda le decisioni seguendo il proprio volere.

No, tu non puoi cap-

Io capisco eccome… non trovi strano che io e te andassimo così tanto d’accordo? Ero l’unico medico con cui ti aprivi, solo con me ti comportavi da te stesso. Non era un caso la mia assegnazione a te, c’è una spiegazione ben precisa.

Quale… spiegazione?

Purtroppo non mi è dato saperlo… ho riflettuto a lungo ma non sono giunta a una conclusione… ma se il tuo passato è l’unico ricordo positivo che hai allora ritornaci, fai in modo di rivivere le sensazioni che ti rendevano felice.

Non pensare alla disperazione che galleggia attorno a te, arriverà il momento in cui ti sentirai pronto ad affrontarla ma per ora rimani quello che sei, rimani il bambino sorridente che io ho potuto conoscere.

Mentre stava parlando la mia testa continuava ad essere cullata dalle sue candide mani, il suo profumo era proprio come lo ricordavo, semplice e soave come il suo carattere. Non stetti a riflettere su quelle parole, ormai pensare era passato in secondo piano, i miei cinque sensi stavano reagendo a tutte quelle sensazioni che la presenza di Shiori mi aveva trasmesso. Forse lei era solo la rappresentazione del mio bipolarismo ma rimaneva ugualmente un collegamento al passato.

Io, in preda alle emozioni, accettai quell’invito, ritornai bambino.

La tecnica della Trasformazione era l’unico modo per avvicinarmi a quello che il passato era, l’aspetto era gestito da quest’ultima mentre il carattere, era nelle mani di Shiori. Quelle parole rassicuranti furono sufficienti a prendere il controllo di quella razionalità che, a detta della donna, mi stava distruggendo.

Feci alcuni passi in avanti, quelli sufficienti per avvicinarmi al gruppo di Kunoichi.

Sempre con fare sorridente annunciai a loro la notizia, lo feci in modo leggero nonostante le caratteristiche tetre di quest’ultima.

Dentro i cristalli ci sono delle persone!

Probabilmente il sorriso che avevo in faccia venne interpretato come incontrollabile sadismo, in verità ero semplicemente abbandonato al mio passato, diedi quella notizia come se avessi appena ottenuto una leccornia.