OGM-TRANSGENICO?...
NO, non ne vale davvero la PENA !
Un documento work in progress (QUI trovate il Sommario con links diretti) che è al contempo una raccolta di documenti, ricerche scientifiche, inchieste, articoli, pareri informati, news ... un docu-inventario che è anche un docu-inchiesta, per essere nel mondo, nonostante si sia fatto di tutto per tenerci al di fuori dalle leve di comunicazione dello stesso... almeno sullo scottante argomento del transgenico. Sì, infatti lamentiamo scarsità di informazione e spesso disparità di trattamento sui media. D'altro canto all'allettante desco del business del trasgenico le cifre sono stratosferiche, in un mondo dominato dalle multinazionali. Un agro-teach che coinvolge il presente e, speriamo molto meno il futuro del Pianeta, chiamando in causa temi come: la biodiversità, la sovranità alimentare, l'autodeterminazione di scelta alimentare dei cittadini e dei popoli, la salute pubblica, l'inquinamento.. temi vissuti sulla pelle di ognuno, temi che s'intrecciano senza soluzione di continuità con giurisdizioni di stati e continenti, con le economie delle regioni e dei territori, fino alla scala macro-economica planetaria, con sistemi agricoli che reggono le sorti di piccoli agricoltori e comunità, ma coprono anche vaste distese e territori dove l'agro-business impera... Brevemente, una testa d’ariete, che punta dunque al mondo, alla sua penetrazione, alla sua conquista, che in parte è purtroppo già avvenuta, nel nome, nel brevetto e nel profitto massimo di pochi, anzi di pochissimi (le corporations), il transgenico sta provando a far saltare i grimaldelli dove ancora resistono. Ma non è ancora detta l'ultima parola. Poichè quelle sacche di resistenza che si esprimono per minoranze, ma rappresentano senza dubbio la maggioranza del consenso (seppur silenzioso), sono tutt'altro che rassegnate, e anzi, sono decise a “far sapere” a tutti e a tutte, e a rivendicare sacrosanti e inalienabili diritti:
- Diritti economici (ricordiamo a questo proposito le comprovate contaminazioni genetiche che rovinano i contigui raccolti non transgenici, e minano alle fondamenta il diritto d'impresa, arrecando un danno economico certo);
- Diritto al rispetto della liberà di scelta per il tipo di agricoltura intrapresa (non solo il diritto a non essere contaminati, ma negli U.S.A. manca perfino, per certe specie vegetali, la libertà di poter scegliere il tipo di seme non transgenico da utilizzare, la soya per esempio);
- Diritto alla salute dei cittadini, e alla riduzione drastica delle soglie delle quantità di pesticidi (insetticidi e diserbanti) immesse nell'ambiente, ricordando che i pesticidi sono fra le 12 sostanze chimiche più pericolose al mondo e sono usati ancor più massicciamente nei prodotti transgenici (vedi le colture OGM "Roundup resistenti");
- Diritto a veder salvaguardato VERAMENTE (almeno, ma non solo !, in Europa) il Principio di Precauzione;
- Diritto a preservare l'ambiente, l'ecosistema e la biodiversità, in buono stato, e in ogni luogo sul pianeta, visto che è l’unico che abbiamo, ed è la nostra casa comune;
- Diritto ad essere correttamente informati da organismi scientifici indipendenti, o da scienziati, o team di scienziati, indipendenti dalle multinazionali, che sono coinvolte a vario titolo nel business del transgenico; e allo stesso tempo diritto ad una Ricerca scientifica non unilaterale com’è spesso ora, Ricerca che attualmente è quasi ad esclusivo appannaggio dei soliti detentori di marchi e brevetti, che se la possono permettere.
- Diritto alla sovranità alimentare, che è il diritto dei popoli a un cibo salubre, culturalmente appropriato, prodotto attraverso metodi sostenibili ed ecologici, in forza del loro diritto a definire i propri sistemi agricoli e alimentari. Questo diritto difende perciò i bisogni di coloro che producono, distribuiscono e consumano alimenti, tenendo in debito conto le future generazioni.
- Diritto dei consumatori e fruitori, alla sicurezza alimentare e alla trasparenza di tracciabilità in etichetta dei prodotti contenenti componenti transgenici, anche qualora nella catena alimentare, nel caso dei prodotti di origine animale, ci si riferisca ai mangimi e/o a loro componenti;
- Diritto a facilitazioni per “modelli agricoli alternativi e agro-ecologici” come l’ agricoltura biologica su piccola scala e a misura d'uomo, che secondo l' agenzia dell’ONU, UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development) è "l'unica via concreta per sfamare il mondo";
- Diritto e facilitazioni che incoraggino sempre più a proteggere, sperimentare, diffondere, migliorare e scambiare le sementi autoctone che hanno caratterizzato per secoli e millenni intere culture. In questo ambito occorre promuovere il Miglioramento Genetico Partecipativo per organizzare la ricerca agricola in maniera da conciliare la salvaguardia della biodiversità, produrre cibo più sano e sfamare le popolazioni, costituendo vere e proprie banche del seme vivente ed in evoluzione. Così come occorre sostenere la Marker Assisted Selection (MAS) ovvero la: "Selezione assistita dei marcatori" che consente di fare appunto una selezione delle piante non solo in base al fenotipo, ma anche al genotipo, migliorandone nel tempo i parametri di resistenza, migliore adattamento, e resa.
N.B. Nota per la Consultazione: Cliccando sui TITOLI che interessano particolarmente, il LINK vi porterà direttamente all’argomento prescelto.
SOMMARIO
a) IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE. E il Principio di RESPONSABILITA'
b) COME IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE E' STATO INTRODOTTO IN EUROPA
(la dicitura “NEW!” che può precedere il titolo, indica che è stato: “pubblicato recentemente”)
New! AIUTIAMO GLI AGRICOLTORI A NON COMPRARE PIU' I SEMI (Miglioramento Genetico Partecipativo)
New! Castagni transgenici e ...consigli per gli acquisti
New! Colza transgenica rilevata in Svizzera, nonostante il divieto di semina
New! - Mozambico: Patate dolci NON transgeniche per colmare le carenze di vitamina A
- La verità sulla tossina Bt
- "L'etichettatura dei cibi che mangiamo è un diritto fondamentale"
- Regione italiana VALLE D’AOSTA: OgmFree
- Rilevazione di residui del diserbante glifosato negli animali e nell'uomo
- BIODIVERSITA' DA PRESERVARE e attività in sostegno dello scambio dei semi
- Diserbanti al glifosato lungo le strade: dannosi e purtroppo autorizzati
- Eliminare gli oppositori: ecco come l'Industria degli OGM risponde alle critiche
- Pesticidi e Agricoltura, correlazioni con patologie
- Il Glyphosate e il suo prodotto di degradazione (AMPA) trovati spesso e ampiamente nei suoli e nelle acque USA
- Erbicida “Dicamba” (sale dimetilamminico), per i legislatori U.S.A. i consumatori sono solo... carne da macello
- L’agricoltura Bio non è produttiva? Non è vero. Lo dice una ricerca Usa
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New! - Alimenti Biologici: Maggior capacità Antiossidante
New! - Le 10 ragioni per cui non abbiamo bisogno degli OGMtransgenici
New! - Uno scienziato ex Pro-OGMtransgenico ammette che gli OGMtransgenici non sono sicuri
New! - Agricoltura biologica sempre più forte, soprattutto al Sud
New! - Sono presenti Organismi Geneticamente Modificati nei cibi?
New! - Per l'Italia essere Ogm free è un benefit
New! - Ogm, basta mistificazioni: non sconfiggono fame e malnutrizione
New! - Ogm: Ue, Commissione uscente non ne autorizzerà dei nuovi
New! - AGRICOLTURA: BOLZONELLO, FVG RIFERIMENTO PER MODIFICHE DIRETTIVA OGM
New! - Con il biologico si guadagna di più e si crea più lavoro
New! - Gli ogm fanno male alla democrazia
New! - Coldiretti, ‘Ogm falsa opportunità; a rischio il Made in Italy’
NEW! - IL TRANSGENICO IN POCHE CIFRE
NEW! - Il glyphosate, il controverso diserbante contenuto nel Roundup della Monsanto e contenuto come gene di resistenza nell'80% dei semi transegenici, trovato da una ricerca scientifica nei suinetti malformati in Danimarca
New! - L'utilizzo di insetticidi ed erbicidi sulle colture OGMtransgeniche è alle stelle!
New! - Vandana Shiva: «Il Ttip? La fine della democrazia»
New! - Ecco perché gli ogm non sfameranno il mondo
New! Straordinaria e vittoriosa resistenza di Malvinas Argentinas contro Monsanto/OGM
New! - Legame tra pesticida Roundup ready (Monsanto) e declino Apis mellifera
New! - Rischi sanitari diretti e indiretti del glyphosate (pesticida Roundup Monsanto)
New! Il pesticida glyphosate danneggia le vacche da latte
New! IL PERICOLOSO ERBICIDA 2,4-D SDOGANATO dall'Agenzia di Protezione dell'Ambiente (EPA U.S.A.)
New! - La BAYER lancia una nuova soia OGM resistente sia al glifosato che al glufosinato
New! - Vandana Shiva: "Io, spina nel fianco dell'industria Ogm. Vogliono screditarmi ma continuo a lottare"
New! - Cina, i comandi militari stoppano le forniture di cibi OGM transgenici
New! - Ogm: commissario Andriukaitis, riesame norma entro 6 mesi
New! - Ministro dell’Agricoltura Martina: si' a ricerca in campo agricolo ma senza Ogm
New! - L'agricoltura biologica è rivoluzionaria!
New! - LA SOVRANITA’ ALIMENTARE, UN DIRITTO INALIENABILE
New! CONFERMA DI CIO' CHE SI E' SEMPRE SAPUTO! Trasferimento geni da cultura a infestante
New! Rivoluzione bio in India: 5 mln di agricoltori in 100mila villaggi
New! Principi di precauzione colpevolmente ignorati
New! L'Olanda dice No a Monsanto e mette al bando l'erbicida Roundup
New! "Ogm? Poche le garanzie, meglio tenerli lontani"
New! Le opportunità di un'agricoltura "Ogm free"
New! Il Ministro Martina marcatori molecolari SI’ ! Coltivazione OGM NO !
New! OGM: TASK FORCE, 85% DEGLI ITALIANI VOGLIONO L’EXPO SENZA BIOTECH
ATTI DEI “DECISORI”: DIRETTIVE, DECRETI … DELL’ITALIA, E DELL’ UNIONE EUROPEA
- Ministero della Salute: organismi geneticamente modificati (OGM)
- Decreto Legislativo 24 aprile 2001, n. 212
- Ogm, nuova “filosofia” dell’Ue: se uno Stato non li vuole chieda l’esenzione alle multinazionali
- Miele, Consiglio Ue: sì a origine in etichetta, Ogm solo se supera lo 0,9%
- Accordo Ue in attesa della seconda lettura: "gli Stati decideranno se coltivarli" ma dubbi su eventuali ritorsioni e impossibilità di utilizzare le motivazioni legate ai rischi per salute e l'ambiente
- OGM: IN ITALIA IL DIVIETO DI COLTIVAZIONE E’ PUNIBILE CON MULTA FINO A 50.000 €
- L’Italia è libera di non coltivare Ogm. Il Consiglio Ue ratifica l'accordo su libertà di coltivazione per gli stati
- IL TTIP (Trattato di libero scambio) COINVOLGERA' ANCHE IL TRANSGENICO?
- Il Principio di Precauzione sotto la mira del TTIP ?
- L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) respinge la richiesta della Francia che chiedeva il divieto di coltivazione del mais Ogm in Europa
- Ministro dell’Agricoltura Martina: si' a ricerca in campo agricolo ma senza Ogm
- Ogm: commissario Andriukaitis, riesame norma entro 6 mesi
- Czeslaw Siekierski, da alcuni mesi presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, sul TTIP (Trattato di libero scambio U.S.A.-UE)
- Vandana Shiva: «Il Ttip? La fine della democrazia»
- Ogm: Ue, Commissione uscente non ne autorizzerà dei nuovi
- Sono presenti Organismi Geneticamente Modificati nei cibi?
- PARLAMENTO EUROPEO: L’Europa potrebbe aver voltato le spalle agli Ogm
- Rassicurazioni sul TTIP in merito agli OGM...ma chi ci crede?
- Ogm, prima la contaminazione, poi le regole, questa la strategia delle multinazionali dell'agritech
DI COSA SI TRATTA QUANDO SI PARLA DI MAIS TRANSGENICO IN FRIULI Venezia Giulia ?
a) MAIS "MON810". Una storia di mais, farfalle e rischi inutili
b) Ogm, sentenza storica: il Tar dice no alle semine di mais Monsanto in Italia
d) Come è stato autorizzato il MON810
- SEGUITO DELL’ ”AFFAIRE” OGM IN FRIULI V.G. a partire da maggio 2014
1) Nuova semina di mais Ogm in Friuli. Pellegrino: «E la Regione che fa?»
2) Agenti del corpo forestale passano allo scanner i campi sospettati di semine transgeniche
3) Il Consiglio di Stato è chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di sospensiva
4) Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar del Lazio di bloccare le semine biotech in Friuli
5) Multa da 40 mila euro per le semine Ogm
6) Semine Ogm, esposto in Procura a Udine e Pordenone
8) ORDINE DI RIMOZIONE SEMINE TRANSGENICHE ILLEGALI
9) “L’ecologia non può aspettare i tempi della burocrazia, si ripristini subito la legalità”
10) A noi sembra incomprensibile che pur in presenza di leggi specifiche hanno deciso di non decidere
11) Legittimità della MORATORIA ANTI OGM REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
12) La Procura ordina la distruzione del mais Ogm del campo di Colloredo di Montalbano (UD)
13) SEQUESTRATO E DISTRUTTO CAMPO SEMINATO A MAIS MON810 TRANSGENICO, A COLLOREDO DI MONTALBANO (UD)
14) Il gip convalida il sequestro del campo di mais ogm
15) Interrogazione parlamentare per sapere se c’è stata una nuova semina di transgenico in FRIULI V.G. , da dove provengano le sementi eventualmente impiegate e QUALI PROVVEDIMENTI intendano assumere i ministri interrogati
16) “VIA LA MONSANTO DALL’ITALIA GRAZIE AL CASO FVG”
17) Monsanto smentisce, nessun abbandono Italia
18) Monsanto, OGM e STRATEGIE DI MERCATO IN ITALIA E IN FRIULI V.G.
19) Distrutto il campo a mais trangenico di Fanna (PN)
20) Salta la propagandata nuova semina di mais transgenico nel campo dissequestrato a Colloredo di Montalbano (Friuli V.G.) e si rivela essere solo … una “piccola prova”
21) Mais Ogm, il Riesame dichiara improcedibile il ricorso di Fidenato
22) Come si è arrivati al non facile traguardo della distruzione dei campi di mais transgenico in Friuli V.G.
23) AGRICOLTURA: BOLZONELLO, FVG RIFERIMENTO PER MODIFICHE DIRETTIVA OGM
B) PERCHE’, ECCEZION FATTA PER GLI INCASSI DELLE TRE MAGGIORI MULTINAZIONALI DETENTRICI DEI BREVETTI...IL TRANSGENICO E’ UNA “TECNOLOGIA FALLITA”, VECCHIA E PERICOLOSA?
C) L'INUTILITA', LA NOCIVITA' DEGLI OGM E LA SFACCIATA DISINFORMAZIONE SCIENTIFICA
E) CONFUTARE GLI ARGOMENTI pro OGM
1) "Hanno un inserimento mirato di un solo gene" , invece s'è visto che non è così, quindi è falso
2) "Evitano l'uso dei pesticidi" , ma.. non è vero!
3) "Producono di più", non è vero!
4) "Possono risolvere la fame nel mondo" , falso!
5) "Possono permettere di coltivare in condizioni svantaggiose" , falso!
6) "Riducono i costi di produzione." Non è vero però
7) "Sono più sicuri dei prodotti naturali." Falso! Fantasia pura
8) "Non ci sono mai stati problemi per l'ambiente (e per la salute umana)." Falso!
8a) Le tossine emesse delle piante OGM resistenti agli insetti, colpiscono anche gli insetti utili
8b) Nelle aree coltivate con soya e mais transgenici, l'uso dei pesticidi è aumentato notevolmente
8c) Elenco di tutte le piante ed erbe infestanti, che nelle diverse zone del mondo dove si coltivano gli OGM, sono diventate resistenti agli erbicidi
8d) Il transgenico suscita timori per la biodiversità
9) Gli OGM sono un modo per impedire un'agricoltura diversa!
10) Non ci sono mai stati problemi per la salute umana. Falso!
10a) Rischi da allergie e intolleranze
10b) Rischi da geni di resistenza agli antibiotici
10c) Rischi da metaboliti di diserbanti
10d) Rischo da alterazione del funzionamento dei geni
10e) L'RNA
10f) Veleni “inside”
10g) Il glyphosate è responsabile, ed è correlato ad un tumore piuttosto grave
10h) Studi dimostrano in animali che si nutrono di mangimi OGM che la soya transgenica altera il loro fegato
10j) Rischio nel caso della possibilità che i geni pre esistenti vengano alterati
F) CENTINAIA E CENTINAIA GLI STUDI SCIENTIFICI SUGLI IMPATTI NEGATIVI DEL GLIFOSATO
G) Il trasferimento genico orizzontale: il flagello dell’ingegneria genetica
H) EVIDENZE SUI DANNI PROCURATI DALLE COLTURE transgeniche ad ingegneria Bt
I) EVIDENZE SUI DANNI DA GLIFOSATO, E DA COLTURE TRANSGENICHE RESISTENTI AL GLIFOSATO
L) Impatto ambientale delle piante transgeniche coltivate
M) "Altro che soluzione alla fame nel mondo. Ecco che cosa rischiamo con gli Ogm"
O) Monsanto e il giornalismo embedded (“arruolato”)
P) "Ogm? Poche le garanzie, meglio tenerli lontani"
CINQUE NUOVI MOTIVI CHE LA “SCIENZA” DI MONSANTO* NON CALCOLA
1. Il Roundup (Glifosato) della Monsanto legato ad una malattia renale cronica fatale
2. Il Roundup (Glifosato) della Monsanto, persiste nel suolo e nell'acqua
3. Le Colture OGMtransgeniche hanno portato ad un aumento nell'uso di pesticidi ed erbicidi non ad una loro diminuzione
4. I pesticidi sono più pericolosi di ciò che noi pensiamo
5. L'Agricoltura biologica su piccola scala: necessaria per nutrire il mondo, non il transgenico OGM
- ARTICOLO ORIGINALE in Inglese: Five New Reasons Monsanto’s ‘Science’ Doesn’t Add Up
d) Ai nostri giorni, la Monsanto Company
e) "Il mondo secondo Monsanto”
f) Il Friuli secondo... Monsanto
g) Monsanto dovrà ripagare i veterani sudcoreani della guerra in Vietnam
h) La multinazionale Monsanto è inserita profondamente nelle strutture portanti del potere americano
i) Elevati livelli di PCB sono stati rilevati nella scuola media di Westport ma non è che la punta dell’iceberg. La Monsanto che produceva il materiale, chiamata in causa
j) Nuovo rapporto su Monsanto dettaglia l'influenza e il potere di una delle multinazionali più pericolose
OGM – L’ARROGANZA E IL SOPRUSO DELLE MULTINAZIONALI
1) GLI AGRICOLTORI BIOLOGICI (E QUELLI CONVENZIONALI) PAGANO IL PREZZO DELLA CONTAMINAZIONE CAUSATA DALLE COLTURE OGM
2) MONSANTO SI APPROPRIA DI ALTRI 250 DNA NATURALI
4) La situazione invasiva degli OGMtransgenici in Sud Africa
5) I dubbi sulle speculazioni dell’autodenuncia Monsanto
6) L'EPA (chissà come mai...) ha votato a favore della multinazionale Monsanto e contro la salute pubblica
7) Monsanto, Pubblicità TOSSICA
9) LA “SCIENZA” CHE DISCRIMINA LA RICERCA. LO STUDIO SERALINI
9a) Monsanto: violentissimo attacco allo studio Seralini. Come provare a distruggere un ricercatore
9c) Il ritiro della ricerca Seralini
9c1) Monsanto vuole il controllo della scienza
9d) Milletrecentocinquantotto (1358) scienziati boicottano il ritiro dello studio dell'equipe del Prof. Seralini
9e) “Scienziati contro la rivista Elsevier per la retrazione della ricerca Seralini”
9g) Perchè l'EFSA ha utilizzato due standard diversi per valutare il lavoro di Seralini e quello della Monsanto sul medesimo mais OGM?
9h) RIPUBBLICATO LO STUDIO precedentemente RITIRATO dell'equipe SERALINI: tossicità a lungo termine dell' erbicida Roundup e tossicità del mais OGM resistente all'erbicida Roundup
10) The Ermakova affair: La"Correzione preventiva" degli studi scientifici critici sugli OGM
12) Le corporations del transgenico controllano la ricerca
13) LA PROPAGANDA MONSANTO AI DODICENNI
14) La multinazionale "Coca-Cola" ha contribuito con $ 3,2 milioni per sconfiggere le leggi sull'etichettatura dei prodotti OGM, in California e nello stato di Washington
16) Monsanto nasconde al mondo le prove sull'erbicida Roundup
18) DAI PRODUTTORI DEL TRANSGENICO NESSUN ACCESSO AI SEMI OGM, PER GLI SCIENZIATI INDIPENDENTI
19) LE MULTINAZIONALI DEL BIOTECH VIETANO LA RICERCA INDIPENDENTE SUGLI EFFETTI DEL TRANSGENICO
20) Scarseggiano i finanziamenti per le ricerche indipendenti.. chissà perchè?
23) Il vero nodo che pongono gli OGM è: il BREVETTO SUL VIVENTE
25) La Bayer lancia una nuova varietà di soia ogm
26) Come addomesticare e falsificare uno studio
28) Politici statunitensi comprati e a tutti gli effetti "di proprietà" delle grandi imprese Biotech (Monsanto fra queste).. e risultano "venduti" anche certi media… che succeda anche altrove?
29) Per convincere l'Europa ad accettare gli Ogm nel trattato Ttip gli Usa faranno di tutto e di più. Come già avvenne con Berlusconi
33) Principi di precauzione colpevolmente ignorati
35) Vandana Shiva: "Io, spina nel fianco dell'industria Ogm. Vogliono screditarmi ma continuo a lottare"
36) La BAYER lancia una nuova soia OGM resistente sia al glifosato che al glufosinato
38) IL PERICOLOSO ERBICIDA 2,4-D SDOGANATO dall'Agenzia di Protezione dell'Ambiente (EPA U.S.A.)
40) L'utilizzo di insetticidi ed erbicidi sulle colture OGMtransgeniche è alle stelle!
42) Gli ogm fanno male alla democrazia
43) Monsanto acquista la Blackwater, il maggiore esercito di mercenari del mondo
44) Studio finanziato dall'UE sull’alimentazione con mais OGM, sospettato di manipolazione
45) Secondo l'attivista Jeffrey Smith il suicidio è collegato al fallimento delle colture di cotone Bt
46) OGM: No all’etichettatura in Colorado e Oregon, la vittoria delle multinazionali
47) Castagni transgenici e ...consigli per gli acquisti
48) Colza transgenica rilevata in Svizzera, nonostante il divieto di semina
49) Eliminare gli oppositori: ecco come l'Industria degli OGM risponde alle critiche
BUONE NOTIZIE E….A VOLTE SI VINCONO BATTAGLIE !
1) A VOLTE LI “PIZZICANO”: Monsanto costretta al ritiro della pubblicità ingannevole
2) La Monsanto ci ha provato anche in Cile, ma il governo l'ha bocciata!
3) Strasburgo dice no a commercio e coltivazione mais OGM 1507
4) I maya ce l’hanno fatta! Vietata la coltivazione di soia geneticamente modificata
5) Sentenza storica per il Brasile annullato rilascio autorizzazione mais OGM Bayer
6) La Francia vieta la coltivazione del MON 810
7) Ogm, sentenza storica in ITALIA: il Tar dice no alle semine di mais Monsanto in Italia
8) La Russia dice no alle importazioni del transgenico e sceglie il biologico
9) ETICHETTATURA OBBLIGATORIA degli OGM. GRANDE VITTORIA nel VERMONT !
10) Costarica, il popolo per uno sviluppo sostenibile e no OGM
11) Gli inganni della Monsanto costretta a pagare
12) PROIBITI GLI OGM IN DUE CONTEE DELL'OREGON (U.S.A.)
13) Grano OGM: stop del Giappone alle importazioni dagli USA, richiesti accertamenti da Taiwan
14) La Global GMO Free Coalition (GGFC) ha raggiunto i 4.5 milioni di membri, riuniti in 60 gruppi aderenti in tutto il mondo
15) L’IAASTD mette in guardia sul transgenico
16) Le Hawaii mettono fuori legge gli Ogm, le multinazionali si ribellano
17) Perù, il Paese che non vuole Ogm, almeno per 10 anni !
19) No Ogm, l’Ue non ignori il 70% dei cittadini contrari
21) La Tasmania (stato dell’Australia) proroga indefinitamente il divieto al transegenico
22) UNA REGIONE OGM FREE ! A Remanzacco (Udine) il "Forno Rurale" raddoppia, per un pane "Ogm free"
23) Usa: Bayer condannata per ogm non autorizzati
24) “TOSCANO” a lavorazione artigianale, con tabacco Kentucky, rigorosamente Ogm free, naturale al 100%
25) La Rete Europea delle Regioni OGM-free
27) Monsanto dovrà ripagare i veterani sudcoreani della guerra in Vietnam
28) Kenya, No ai prodotti OGM
31) OGM: il 77% degli italiani è contrario
32) Storica sentenza in Costarica contro gli Ogm
33) La Monsanto lascia il Venezuela, gli agricolori scrivono una nuova legge su i semi
34) OGM: TASK FORCE, 85% DEGLI ITALIANI VOGLIONO L’EXPO SENZA BIOTECH
35) Messico: al magistrato Marroquín è stato ratificata e confermata la legittimità a proseguire il processo sulla misura precauzionale di sospensione contro la semina di mais transgenico. Monsanto che si era opposta, perde una battaglia
36) Il Ministro Martina marcatori molecolari SI’ ! Coltivazione OGM NO !
37) L'Olanda dice No a Monsanto e mette al bando l'erbicida Roundup
38) Cina, i comandi militari stoppano le forniture di cibi OGM transgenici
39) Uno studio afferma che gli OGMTransgenici sono ovunque nei cibi negli Stati Uniti e dovrebbero essere etichettati
40) Straordinaria e vittoriosa resistenza di Malvinas Argentinas contro Monsanto/OGM
42) Per l'Italia essere Ogm free è un benefit
43) Ogni tanto qualcuno ha quello che si merita!
45) COMUNI OGM FREE
46) CRESCE IL FRONTE ANTI-OGM PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ
47) Neil Young, il musicista canadese, contro Starbucks e Monsanto
48) OGM, le Hawaii dicono stop alla coltivazione, Monsanto sconfitta dal Referendum
49) McDonald's dice "no" alle patate ogm
50) Regione italiana VALLE D’AOSTA: OgmFree
OGM – IL FALLIMENTO DI UNA INNOVAZIONE
2) CONTAMINAZIONE DA OGM TRANSGENICI
2a) CONTAMINAZIONE DA OGM, il COMUNICATO DELLA F.A.O.
2b) Percy e Louise Schmeiser, e la contaminazione da OGM
2c) IL CASO DI STEVE MARSH, CONTAMINAZIONE e DANNEGGIAMENTO da OGM, IN AUSTRALIA
2d) I SEMI DEL DUBBIO. Le esperienze degli agricoltori Nord Americani con le colture GM e la CONTAMINAZIONE
2e) La Contaminazione da transgenico dei raccolti convenzionali e biologici negli U.S.A.
2g) Nuova contaminazione da frumento sperimentale OGMtransgenico rilevata in un centro di ricerca nel Montana dove non era affatto prevista !
2h) I transgeni possono sfuggire al controllo e sono un rischio per l'ambiente
3) Fallimento anche in ambito di mercato. Il cotone Bt
4) IL VALORE DELLA QUALITA'. L'ONU BOCCIA GLI OGM-TRANSGENICI e dice che l’Agricoltura Biologica è l’unico modo per sfamare il mondo
5) L'U.S.D.A. * (United States Department of Agriculture) ammette: gli OGM possono causare gravi rischi ambientali
6) Gli scienziati dichiarano assenza di consenso sulla sicurezza degli OGM
7) Il diserbante Roundup e suoi metaboliti a livelli estremi nella soia GMO (OGM-transgenica)
9) Fallimento ogm, da uno studio Neozelandese
10) Critiche striscianti addirittura da parte dell’USDA, nonostante la sua posizione pro-ogm
11) Individuata in U.S.A. specie di Diabrotica virgifera virgifera RESISTENTE alla tossina Bt (Bacillus thuringiensis) del mais transgenico Cry3Bb1
12) RESISTENZE. L’Helicoverpa armigera, uno dei peggiori parassiti del cotone in Cina sviluppa resistenza alla tossina Bt
14) Roundup Monsanto: altri 5 motivi per mettere al bando il glifosato
16) I contadini africani contro la rivoluzione “verde” (Ogm) di Bill Gates e Rockfeller
18) CENTINAIA E CENTINAIA GLI STUDI SCIENTIFICI SUGLI IMPATTI NEGATIVI DEL GLIFOSATO
19) La rivista Science in Society ha prodotto una relazione completa sui rischi sanitari e ambientali degli Ogm
21) IN EUROPA E’ UNA PERCENTUALE IRRISORIA, LO 0,08 %, QUELLA COLTIVATA A TRANSGENICO
22) Una coesitenza impossibile. Spagna. Mais Ogm fa calare produzione di mais bio
23) India: disastroso raccolto del cotone gm Mahyco
24) Guerra alle erbacce con il "DUO MORTALE" perchè il Roundup da solo NON FUNZIONA PIU'
25) Gli Ogm non possono essere il futuro
26) Polline di soia GM incide sull’export del miele messicano
28) LA TRANSGENESI PUO’ DARE ORIGINE A FORMAZIONE DI SEGMENTI DI RNA, IN ORIGINE ASSENTI
29) In Brasile i parassiti stanno diventando resistenti al mais Bt 1507, solo tre anni dopo l'introduzione del prodotto transgenico sul mercato
30) Cinque cose che vanno peggio dopo l’ingresso degli Ogm in India
31) RESISTENZA AGLI ERBICIDI SVILUPPATA DA PIANTE INFESTANTI
32) Perchè si può affermare che gli OGM in agricoltura sono pericolosi
33) Il vero nodo che pongono gli OGM è: il brevetto sul vivente
34) I dolori che procura la coltivazione di colza OGM agli agricoltori che la coltivano
35) Crisi agraria e ogm tra le cause dei suicidi degli agricoltori indiani "emarginati"
37) Riso Ogm, la Cina blocca le sue ricerche
38) Trasferimento geni da cultura a infestante
39) Il glyphosate potrebbe essere peggiore del DDT che ora uno studio del 2014 collega all’Alzheimer
40) Rischi sanitari diretti e indiretti del glyphosate
42) Ecco perché gli ogm non sfameranno il mondo
43) IL TRANSGENICO IN POCHE CIFRE
44) Coldiretti, ‘Ogm falsa opportunità; a rischio il Made in Italy’
46) Ogm, basta mistificazioni: non sconfiggono fame e malnutrizione
47) Uno scienziato ex Pro-OGMtransgenico ammette che gli OGMtransgenici non sono sicuri
48) Le 10 ragioni per cui non abbiamo bisogno degli OGMtransgenici
50) “Behind the label”, il docufilm che indaga il dramma ambientale e sociale causato dalla coltivazione di cotone Ogm in India
51) STUDIO CONFERMA OGM COME PESSIMO INVESTIMENTO
52) Passare all’offensiva contro gli Ogm: messa al bando del glifosato e l'etichettatura della filiera completa, inclusi i foraggi usati
53) Rilevazione di residui del diserbante glifosato negli animali e nell'uomo
54) La verità sulla tossina Bt
DANNI CAUSATI DAGLI OGM AGLI ORGANISMI SUPERIORI
- 1) OGM - DANNI AGLI ORGANISMI SUPERIORI – ANFIBI
a) Roundup, impatto letale su acquatici e anfibi terrestri
- 2) OGM - DANNI AGLI ORGANISMI SUPERIORI - VERTEBRATI
2a) Con Roundup proliferazione di batteri mortali nel microbiota
2b) Gli Ingredienti cosidetti inattivi in formulazioni di erbicidi, sono attivamente tossici
- 3) OGM - DANNI AGLI ORGANISMI SUPERIORI - MAMMIFERI
3a) Alterazioni al sistema immunitario intestinale con il mais MON 810
3b) Cambiamenti morfologici e biochimici nei ratti nutriti con mais ogm
3d) Gli OGM, il glifosate e il domani
3f) Il mais OGM provoca la morte degli spermatogoni
3g) Gli OGM (tossine Cry) collegati a disturbi delle cellule del sangue e leucemia
3h) Il diserbante “Roundup” della Monsanto distrugge il testosterone e provoca la sterilità maschile
3i) Il diserbante Roundup sopprime la crescita dei batteri intestinali benefici
3j) Scoperto nelle colture OGM un gene virale nascosto
3m) Allevatore danese incolpa i mangimi OGM per le nascite dei suoi maiali, nati morti o deformi
3n) Effetti su animali (topi) di un’alimentazione contenente soia OGM
3o) Il destino metabolico del DNA transgenico
3p) Un confronto sugli effetti) di tre varietà di mais OGM sulla salute dei mammiferi
3q) DNA transgenico e i suoi effetti metabolici nei caprini
3r) Il glyphosate danneggia le vacche da latte
3s) Mangiare cibi OGMtransgenici cambia i batteri intestinali
- 4) OGM - DANNI AGLI ORGANISMI SUPERIORI - UMANI
"Chi controlla il mercato dei semi finisce anche per controllare la nostra salute poichè l'alimentazione viene in buona parte dai semi."(Prof. Salvatore Ceccarelli, genetista)
4a.bis) COS’E’ IL GLIFOSATO ?
4b) Come il diserbante Roundup ® danneggia il cervello
4c) Comprovato, il Roundup si accumula nel cibo OGM
4d) Diserbante trovato nelle urine umane in tutta Europa
4e) Diserbante Monsanto Roundup: causa malformazioni genetiche?
4f) Glifosato (Roundup) collegato al cancro del tessuto linfatico
4h) Il DNA da OGM può trasfersi alla persona che li mangia
- Studio: possibilità di trasferimento di frammenti di DNA dal cibo al sangue umano
4i) Il diserbante più venduto al mondo causa malformazioni genetiche. E l’Ue non fa nulla
4j) Ogm potrebbero essere responsabili dei disordini legati al glutine
- USA- CAN GENETICALLY-ENGINEERED FOODS EXPLAIN THE EXPLODING GLUTEN SENSITIVITY?
4l) Roundup trovato nel 75% dei campioni di aria e pioggia
4m) In esseri umani malati cronici, livelli di glifosate più elevati che in quelli sani
4n) Erbicidi Monsanto collegati a malattie renali mortali
4o) Gli argentini attribuiscono le malattie ai pesticidi della Monsanto
4r) Bt proteina tossica per le cellule umane
4s) Ogm e leucemia: la tossina Bt sotto accusa
4t) Il Roundup (glifosato e additivi) diluito oltre il 90% ancora distrugge il DNA umano
4u) Effetti del DNA contenuto negli Ogm sul sistema immunitario umano
4v) Il glifosato è distruttore della salute umana e della biodiversità
4w) Interazioni fra Glifosato e micronutrienti
4x) Ogni volta che mangiamo soia transgenica stiamo prendendo una dose di Roundup con essa
4z) Ingestione del gene resistente all’antibiotico (contenuto negli OGM) in relazione con la perdita di efficacia degli antibiotici sui patogeni
4a1) Effetti del DNA contenuto negli Ogm sul sistema immunitario umano. L’Efsa non è imparziale
4a4) Rischi per la salute sottolineati dagli studiosi e scienziati nell'appello al pontefice
4a5) Miscela di Glyphosate e atrazina aumenta la tossicità citogenetica
4a7) Le analisi scoprono che il mais transgenico OGM della Monsanto è nutrizionalmente morto oltre ad essere altamente tossico
4B) Pesticidi e Agricoltura, correlazioni con patologie
DANNI ALL’ECOSISTEMA E ALLA BIODIVERSITA’
2) Il glifosato per gli, e negli OGM, trovato nei fiumi USA
3) La proteina Bt è oramai "comune" nei corsi d’acqua
4) Il mais Bt provoca danni all’ecosistema del suolo e ne riduce la fertilità
5) Alcuni tipi di mais Ogm mettono in pericolo la vita delle farfalle
6) Salmone transgenico, rischi da ibridazione interspecifica
7) Roundup trovato nel 75% dei campioni di aria e pioggia
8) Il glifosato contamina le acque sotterranee
9) Il Roundup (glyphosate) persiste in mare e minaccia la Barriera Corallina
10) OGM - DANNI ALLA BIODIVERSITA’ Il problema delle erbe infestanti resistenti agli erbicidi
11) CONTAMINAZIONE TRANSGENICA attraverso il TGO (Trasferimento Genetico Orizzontale)
12) Il trasferimento genico orizzontale: il flagello dell’ingegneria genetica
14) Trasferimento di geni resistenti agli antibiotici, da piante transgeniche di tabacco (Transplastomic) ai batteri
15) La COESISTENZA fra colture convenzionali e biologiche con quelle transgeniche E’ IMPOSSIBILE
16) L'EQUIVALENZA SOSTANZIALE E LA SICURA CONTAMINAZIONE
17) DANNI ALL'ECOSISTEMA, DANNI AI MICRORGANISMI UTILI
Effetti di Roundup e del glyphosate su tre microrganismi alimentari
18) BIODIVERSITA' FONDAMENTO DELLA VITA
19) Il pesticida, erbicida, diseccante Roundup della Monsanto innesca oltre 40 malattie delle piante e mette in pericolo la salute umana e animale. Referenze scientifiche
20) I transgeni possono sfuggire al controllo e sono un rischio per l'ambiente
21) Diserbanti al glifosato lungo le strade: dannosi e purtroppo autorizzati
22) Il Glyphosate e il suo prodotto di degradazione (AMPA) trovati spesso e ampiamente nei suoli e nelle acque USA
DANNI ALL’ECOSISTEMA: INSETTI
1) La cocinella Adalia bipunctata è influenzata avversamente da tossine Bt
2) Quando coltivare gli OGM fa male alle farfalle
3) Le api boicottano le piante Ogm… le piante transgeniche comportano rischi per le api?
4) Resistenze in lepidotteri bersaglio e riduzione lepidotteri sensibili, non-bersaglio
5) Aumentano i parassiti secondari o non-target
7) Parassiti. Rapida evoluzione delle specie target
8) RESISTENZE SPECIE TARGET Pectinophora gossypiella sta acquisendo la capacità di resistere al suo cotone Ogm o è una trovata della Monsanto?
9) IL RISCHIO DEGLI INSETTI GENETICAMENTE MODIFICATI
10) Declino della farfalla monarca legato alla diffusione delle colture geneticamente modificate transgeniche SPECIE NON TARGET
11) Insetti ogm: è allarme
12) API: la multinazionale dei semi transegenici e dei pesticidi Monsanto, sta pensando di modificare geneticamente le API, per renderle più resistenti (...ai suoi pesticidi?)
13) Legame tra Roundup e declino Apis mellifera
15) Mais OGM: in Canada una nuova semina ha causato la morte di 37 milioni di api
- Ben oltre gli OGM e in alternativa ad essi
- IL MIGLIORAMENTO GENETICO PARTECIPATIVO, NON GLI OGM!
- SELEZIONE PARTECIPATIVA. Esperienza e pratica italiana
- M.A.S. Selezione assistita da marcatori
- IL metodo di selezione noto come MAS (“Marker-Assisted Selection”) applicato con successo alla vite, dall'Universita' di Udine
- «Serve un marchio per la nostra soia non transgenica»
- “Breeding by design”, ovvero selezione operata mediante maker molecolari
- Secondo la FAO, l’agricoltura Biologica, risparmia e assorbe CO2, non solo, intensifica la produzione in modo sostenibile e sarebbe in grado di assicurare cibo a tutta la popolazione mondiale
- Il BIOLOGICO raggiunge in Italia il 10% dell’intera superficie coltivata nazionale
- In Bordeaux un vigneto pesticidi-free. E le viti non sono CERTO Ogm !
- Le opportunità di un'agricoltura "Ogm free"
- Rivoluzione bio in India: 5 mln di agricoltori in 100mila villaggi
- LA SOVRANITA’ ALIMENTARE, UN DIRITTO INALIENABILE
- L'agricoltura biologica è rivoluzionaria!
- Con il biologico si guadagna di più e si crea più lavoro
- Agricoltura biologica sempre più forte, soprattutto al Sud
- Alimenti Biologici: Maggior capacità ossidante
- Ricerca: Pomodori biologici risultano essere più gustosi e più nutrienti dei convenzionali
- Le api per la moderna agricoltura sono più importanti dei fertilizzanti
- Mozambico: Patate dolci NON transgeniche per colmare le carenze di vitamina A
- BIODIVERSITA' DA PRESERVARE e attività in sostegno dello scambio dei semi
- "L'etichettatura dei cibi che mangiamo è un diritto fondamentale"
- AIUTIAMO GLI AGRICOLTORI A NON COMPRARE PIU' I SEMI (Miglioramento Genetico Partecipativo)
- L’agricoltura Bio non è produttiva? Non è vero. Lo dice una ricerca Usa
DOCUMENTAZIONE MEDIATICA Pubblicazioni, Video, Conferenze sul transgenico
- Scienza incerta e dubbi dei consumatori, il caso degli organismi geneticamente modificati
- Estratti dal libro inchiesta: "Il mondo secondo Monsanto"
- Conferenza del prof. Gianni Tamino sugli OGM organizzata da Civiltà Contadina il 22 Maggio 2013
OGM significa organismo geneticamente modificato. Tuttavia occorre chiarire la differenza all'interno dello stesso termine OGM. Diremmo che un OGMtransgenico è «un organismo artificiale il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale». La modifica avviene tramite tecniche di ingegneria genetica, altrimenti note come tecniche di Dna ricombinante. Con questo metodo si intende la combinazione in vitro di diverse molecole di Dna per creare un nuovo gene, che viene successivamente inserito in un organismo che può essere vivente o meno. Erroneamente si suole indicare tutti gli organismi Ogm come transgenici, in realtà si parla di transgenesi solo quando si inseriscono geni esogeni in un altro organismo, ovvero un ente strutturato riceve dei geni non suoi; mentre si parla di organismi cisgenici quando si ricombinano geni dello stesso organismo. In entrambi i casi si tratta sempre di Ogm, ma sono OGMtransgenici solo quelli che hanno, come detto, ricevuto geni esterni al proprio organismo e che in natura non avrebbero potuto fecondarsi: ad esempio batteri con cereali, o diserbanti con la soya... Questi organismi artificiali, i cui brevetti comportano una privatizzazione della vita, sono proprietà privata di una o di pochissime altre aziende multinazionali, sono creati a scopo di lucro, ovvero per esserne gli esclusivi produttori e rivenditori (semi transgenici assieme agli "allegati" pesticidi) sul Pianeta. Un grande potere di controllo economico e anche sulla catena alimentare, nonchè sulla salute. Il tutto si tiene.. assomiglia ad una "strategia di conquista", per ottenere un..DOMINIO.
- "L'essenza del principio di precauzione può anche essere considerato come una generalizzazione moderna del principio di Ippocrate: "Primum non nocere". La precauzione è la limitazione di rischi ipotetici o basati su indizi. Il principio di precauzione si applica quindi non a pericoli già identificati, ma a pericoli potenziali, di cui non si ha ancora conoscenza certa."
"Il principio di precauzione permette di reagire rapidamente di fronte a un possibile pericolo per la salute umana, animale o vegetale, ovvero per la protezione dell'ambiente. Infatti, nel caso in cui i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio, il ricorso a questo principio consente, ad esempio, di impedire la distribuzione dei prodotti che possano essere pericolosi ovvero di ritirare tali prodotti dal mercato. " Il principio di precauzione è citato nell’articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (UE). Il suo scopo è garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio. Tuttavia, nella pratica, il campo di applicazione del principio è molto più vasto e si estende anche alla politica dei consumatori, alla legislazione europea sugli alimenti, alla salute umana, animale e vegetale." http://europa.eu/legislation_summaries/consumers/consumer_safety/l32042_it.htm
- IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE. E il Principio di RESPONSABILITA'
- Sul PRINCIPIO DI PRECAUZIONE il Prof. Gianni Tamino (docente di Biologia generale e dal 2001 di Fondamenti di Diritto ambientale al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova; fa inoltre parte del corpo docente del Corso di specializzazione in Bioetica a Padova) si è così espresso nel corso di una conferenza svoltasi nel maggio 2013 in provincia di Vicenza:
"Il Protocollo sulla Biosicurezza, in applicazione della Convenzione sulla Biodiversità, costituisce un importante documento internazionale, in cui si prevede una gestione cautelativa (PREVENZIONE) del problema degli OGM, riconosciuti come potenziali portatori di rischi e pertanto da manipolare, utilizzare e trasferire in condizioni di sicurezza.
- Il Protocollo sulla Biosicurezza, indica all'articolo 10.6 che: "la mancanza di certezze scientifiche dovute a insufficienti informazioni e conoscenze riguardante la portata dei potenziali effetti negativi di un organismo vivente modificato sulla conservazione e l'utilizzazione sostenibile della diversità biologica nella parte d'importazione, tenendo conto anche dei rischi per la salute umana, non dovrà impedire a tale parte di adottare decisioni adeguate rispetto all'adozione di OGM al fin di evitare o di limitare tali effetti potenzialmente negativi."
- Anche il Trattato dell'UE prevede l'applicazione del Principio di Precauzione (e specifiche direttive lo richiamano nel caso di OGM) non riconosciuto però dagli U.S.A.
Gli U.S.A. infatti hanno fatto una guerra molto forte all'Europa che ha ci ha costretto attraverso l'Organizzazione Mondiale del Commercio a pagare delle multe rilevanti perchè è stato detto che l'Europa non adottava il Principio di precauzione perchè gli OGM erano pericolosi, ma come forma protezionistica per i nostri prodotti. Il che non è vero in quanto anche l'Europa è in grado di fare questi OGM.
Applicare il Principio di Precauzione significa che quando non si sa che effetti ha una sostanza:
- se si sa che effetti ha ed è negativa, si usa la "prevenzione",
- se invece non si sa che effetti ha ma si può sospettare ragionevolmente che abbia effetti negativi, si usa la precauzione e perciò prima si cerca di capire come funziona quella sostanza e poi casomai la si mette in commercio, non l'inverso, ovvero prima la metto in commercio e poi vado a vedere cosa succede! E' il "famoso" discorso di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Oltre al Princio di Precauzione dovrei anche applicare il PRINCIPIO DI RESPONSABILITA', accettare i due Principi significa: accettare il dover di informare, e impedire l'occultamento di informazioni su possibili rischi per la salute. Anche perchè la Monsanto ha nascosto un sacco di dati che dimostravano la pericolosità degli OGM (pericolosità che poi comunque è stata dimostrata).
"Evitare che si continui a considerare l'intera specie umana un insieme di cavie sulle quali saggiare tutto quanto è capace di inventare il progresso tecnologico". Lo ha affermato il Prof. LorenzoTomatis, uno dei più importanti oncologi al mondo che ha messo in piedi l'agenzia internazionale per le ricerche sul cancro e che è stato mestro di tutti noi medici che facciamo parte dell'Associazione medici per l'Ambiente di cui lui è stato uno dei fondatori. "
- COME IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE E' STATO INTRODOTTO IN EUROPA:
*"A seguito della Conferenza sull'Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite (Earth Summit) di Rio de Janeiro del 1992, a cui parteciparono più di centottanta delegazioni governative da tutto il mondo, venne ratificata la Dichiarazione di Rio[1], una serie di principi non impegnativi riguardanti le responsabilità ed i diritti degli Stati, per cercare di mettere insieme le esigenze dello sviluppo con quelle della salvaguardia ambientale.
Il principio di precauzione venne definito dal principio 15 come segue:
« Al fine di proteggere l'ambiente, un approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l'assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l'adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale»
Il testo parla esplicitamente solo della protezione dell'ambiente, ma con il tempo e nella pratica il campo di applicazione si è allargato alla politica di tutela dei consumatori, della salute umana, animale e vegetale.
Tale punto di vista è stato promosso dall'Unione Europea, ratificando la Convenzione sulla diversità biologica di Rio de Janeiro (93/626/CEE,[2]), ed esplicitando la politica comunitaria con la Comunicazione della Commissione COM(2000) 1 Final (2 febbraio 2000). In tale documento si legge: «Il fatto di invocare o no il principio di precauzione è una decisione esercitata in condizioni in cui le informazioni scientifiche sono insufficienti, non conclusive o incerte e vi sono indicazioni che i possibili effetti sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante possono essere potenzialmente pericolosi e incompatibili con il livello di protezione prescelto.»
Il Trattato di Maastricht ha introdotto il principio di precauzione (poi ripreso dalla Costituzione Europea art. III-233 attualmente enunciato all'art. 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, dove si sostiene che la politica dell'Unione in materia ambientale mira a un elevato livello di tutela ed «è fondata sui principi della precauzione e dell'azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all'ambiente e sul principio "chi inquina paga"».
La sopracitata Comunicazione COM(2000) 1 della Commissione Europea esplicita i termini in cui il principio di precauzione deve essere adottato come approccio per prendere delle decisioni su specifiche materie.
Il principio di precauzione viene definito come una strategia di gestione del rischio nei casi in cui si evidenzino indicazioni di effetti negativi sull'ambiente o sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante, ma i dati disponibili non consentano una valutazione completa del rischio. L'applicazione del principio di precauzione richiede tre elementi chiave:
Nel caso venga applicato il principio di precauzione, essendo stati identificati rischi per i quali non sia possibile avere una valutazione scientifica conclusiva, le misure adottate possono essere diverse, tuttavia esse devono rispettare determinati criteri, in particolare, tali misure devono essere proporzionali al livello di protezione ricercato e dovrebbero essere prese a seguito dell'esame dei vantaggi e oneri derivati, anche in termini di una analisi economica costi/benefici.
Inoltre tali misure possono essere mantenute finché i dati scientifici rimangono insufficienti, e sono da considerarsi provvisorie e sottoposte a modifica in funzione dei dati resisi successivamente disponibili....Nel caso degli alimenti derivati da organismi geneticamente modificati, il principio di precauzione è stato invocato negli anni scorsi da diversi Paesi Europei (tra cui l'Italia) per bloccarne la commercializzazione e la coltivazione. Nell'ambito del dibattito sugli OGM, secondo alcuni pareri il ricorso al principio di precauzione era motivato più da ragioni di ordine economico e protezionistico, che da reali indizi di potenziali rischi. Questo punto di vista è supportato dal fatto che gli Stati in questione non sono stati in grado allora di fornire prove scientifiche** a supporto di queste misure, motivazione alla base dell'annullamento di alcune delle misure stesse." Ora invece, e probabilmente anche allora, quelle prove scientifiche ci sono, anzi abbondano.
* http://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_precauzione
**L'onere della prova
"Nella maggior parte dei casi, i consumatori europei e le associazioni che li rappresentano devono dimostrare il pericolo associato a un processo o a un prodotto messo sul mercato, eccezione fatta per i medicinali, i pesticidi o gli additivi alimentari.
Tuttavia, nel caso di un'azione presa a titolo del principio di precauzione, si può pretendere che sia il produttore, il fabbricante o l’importatore a dimostrare l’assenza di pericolo. Questa possibilità deve essere esaminata caso per caso; non può essere estesa a livello generale all’insieme dei prodotti e dei processi messi sul mercato." http://europa.eu/legislation_summaries/consumers/consumer_safety/l32042_it.htm
ATTI DEI “DECISORI”: DIRETTIVE, DECRETI, … ITALIANI E DELLA COMMISSIONE EUROPEA
- Ministero della Salute: organismi geneticamente modificati (OGM):
- Direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 marzo 2001, sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati.
“...Articolo 2
Definizioni
Ai fini della presente direttiva si intende per:
1) "organismo", qualsiasi entità biologica capace di riprodursi o di trasferire materiale genetico;
2) "organismo geneticamente modificato (OGM)", un organismo, diverso da un essere umano, il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l'accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale. (LINK)
Decreto Legislativo 24 aprile 2001, n. 212
"Attuazione delle direttive 98/95/CE e 98/96/CE concernenti la commercializzazione dei prodotti sementieri, il catologo comune delle varieta' delle specie di piante agricole e relativi controlli"
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 131 del 8 giugno 2001
http://www.parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/01212dl.htm
STRALCI:
E m a n a il seguente decreto legislativo: Art. 1.
………………...
4. La Commissione di cui al comma 3:
a) esprime pareri sulle condizioni tecniche da seguire nella messa a coltura di prodotti sementieri di varieta' geneticamente modificate al fine di garantire gli obiettivi del comma 2;
b) definisce, nel caso di eventuali deroghe concesse ai sensi del comma 1 dell'articolo 37 della legge n. 1096 del 1971, come sostituito dall'articolo 10 del presente decreto, i criteri per il rispetto del principio di precauzione e delle disposizioni del decreto legislativo n. 92 del 1993, e successive modificazioni;
c) accerta che sia stata verificata l'assenza di rischi di cui all'articolo 20-bis, comma 1, lettera b), della legge n. 1096 del 1971, come aggiunto dall'articolo 9 del presente decreto, d'intesa con le regioni interessate ai sistemi agrari soggetti alla verifica stessa;
d) esprime parere vincolante alla commissione di cui al quinto comma dell'articolo 19 della legge n. 1096 del 1971, sulla richiesta di iscrizione di varieta' di sementi geneticamente modificate nell'apposita sezione del registro delle varieta' di cui all'articolo 17 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 ottobre 1973, n. 1065;
e) individua i criteri in base ai quali e' effettuato il monitoraggio dei prodotti sementieri di varieta' geneticamente modificate, compresa la definizione dei criteri da adottare per la verifica della presenza fortuita di sementi geneticamente modificate in lotti di prodotti sementieri convenzionali.
5. Chi mette in coltura prodotti sementieri di varieta' geneticamente modificate senza l'autorizzazione di cui al comma 2, e' punito con la pena dell'arresto da sei mesi a tre anni o dell'ammenda fino a 100 milioni di lire. La stessa sanzione si applica in caso di revoca o sospensione dell'autorizzazione.
6. Chi non osserva le prescrizioni stabilite nel provvedimento di autorizzazione di cui al comma 2, e' punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire 15 milioni a lire 90 milioni.
7. Con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali, di concerto con il Ministro dell'ambiente e il Ministro della sanita', sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da emanarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabilite norme di applicazione delle disposizioni relative ai prodotti sementieri di varieta' geneticamente modificate, con riguardo alle modalita' e criteri per la messa a punto di protocolli tecnici di analisi e controllo e all'individuazione e messa a punto di piani di monitoraggio e sorveglianza sull'uso corretto di tali prodotti, sugli effetti prodotti dalla coltivazione degli stessi e sulla loro messa in commercio.
- DECRETO LEGGE 8 luglio 2003, n. 224 Attuazione della direttiva 2001/18/CE concernente l'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati
Art. 1.
Campo di applicazione
1. Il presente decreto stabilisce, nel rispetto del principio di
precauzione, le misure volte a proteggere la salute umana, animale e
l'ambiente relativamente alle attivita' di rilascio di organismi
geneticamente modificati, in seguito denominati OGM, nei confronti
della:
a) emissione deliberata per scopi diversi dall'immissione sul
mercato;
b) immissione sul mercato di OGM come tali o contenuti in
prodotti.
2. Ai fini del presente decreto, i riferimenti agli OGM vanno
intesi in senso estensivo ricomprendente, oltre ai singoli OGM, come
tali o contenuti in prodotti, anche le loro combinazioni.
3. E' comunque vietata l'emissione deliberata o l'immissione sul
mercato di OGM al di fuori delle ipotesi previste dal presente
decreto.
(LINK)
In realtà, leggendo anche i due articoli di stampa internazione (ai rispettivi link, in fondo all’articolo) ho potuto capire meglio che: senza rinazionalizzare la procedura di autorizzazione, il nuovo quadro prevede che gli Stati membri che non sono d'accordo con le coltivazioni OGM e hanno deciso di vietare la coltivazione di un OGM, su tutto o parte del suo territorio per motivi diversi da quelli riguardanti la salute e l'ambiente come possono essere la sistemazione del territorio, l'ordine pubblico e la lotta contro la disseminazione del materiale genetico transgenico, possano rivolgersi esclusivamente alla Commissione europea e per suo tramite chiedere alle aziende sementiere OGM di escluderli dalle richieste di autorizzazione per colture OGM nuove, nel Paese dato, non possono cioè in quanto stati escludere direttamente le aziende. Se le aziende sementiere del transgenico si rifiutano di escludere lo stato dalle loro richieste di introdurre il nuovo seme transgenico, lo stato può prendere la decisione di vietare la coltivazione di tale OGM.
“L’Unione Europea ha trovato un accordo sulla nuova “filosofia” con cui approcciarsi agli Ogm Ora gli Stati membri non possono vietare sul rispettivo territorio una coltura geneticamente modificata che ha ricevuto il semaforo verde dall’Efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) e dell’Ue, a meno di non invocare nuovi elementi scientifici: proprio questo è l’elemento chiave delle sentenze che consentono all’Italia di bloccare provvisoriamente il mais Mon 810. Un domani, per evitare gli Ogm, uno Stato dell’Ue dovrà chiedere alla Commissione Europea di chiedere a sua volta alle multinazionali sementiere di esentarlo dagli Ogm. E’ un po’ come se l’unica via per non essere disturbati dai piazzisti di aspirapolvere fosse quella di chiedere all’amministratore di condominio di chiedere ai piazzisti di non suonare il campanello. Secondo vari osservatori questa nuova “filosofia” aprirà la strada alla massiccia coltivazione di Ogm in Europa. Antefatto. Gran parte dell’opinione pubblica europea vede le colture e il cibo Ogm come il fumo negli occhi. Anche i Governi di alcuni Stati membri dell’Ue sono contrari agli Ogm. Però l’Ue non è riuscita, alcuni anni fa, a concretizzare la proposta di lasciare agli Stati la decisione sulle colture Ogm nel rispettivo territorio. Le divergenze interne hanno finora rallentato i procedimenti burocratici attraverso i quali il vialibera dell’Efsa ad un Ogm si traduce nella sua effettiva messa a coltura. Di fatto il mais Mon 810 è l’unico Ogm ammesso alla coltivazione: anzi, l’autorizzazione è scaduta da tempo ed è valida in regime di proroga, dato che il suo rinnovo procede a passo di lumaca. Eppure sono 14 anni che le multinazionali delle sementi vorrebbero vendere le loro varietà Ogm in tutta l’Europa. Così, riferiscono concordemente le agenzie di stampa Reuters e Afp (quest’ultima via Le Point), ieri si è svolto un summit europeo a porte chiuse per delineare una nuova “filosofia” in grado di permettere sia una qualche forma di no nazionale agli Ogm sia la velocizzazione degli iter burocratici relativi alla loro autorizzazione.
L’accordo è stato trovato. Ci si attende che sia ratificato ed ufficializzato il 12 giugno dai ministri dell’Ambiente. La procedura di autorizzazione alla messa a coltura di un Ogm continuerà a dipendere esclusivamente dall’Unione Europea (e quindi dalle valutazioni dell’Efsa), però gli Stati membri avranno la possibilità di vietare la coltivazione di un Ogm sull’intero suolo nazionale, o su parte di esso, per ragioni tipo ordine pubblico e gestione del territorio. Ma agli Stati dell’Ue non sarà concesso di agire in questo senso in totale autonomia ed in qualsiasi momento. Dovranno cogliere l’attimo in cui una multinazionale delle sementi si rivolge all’Unione Europea chiedendo di autorizzare la messa a coltura di una varietà Ogm. In questa fase, uno Stato membro del’Ue avrà la facoltà rivolgersi alla Commissione Europea affinchè essa chieda alla multinazionale di escluderlo dall’autorizzazione. Gli articoli con cui Reuters e Afp presentano l’accordo non dicono che la multinazionale avrà l’obbligo di accogliere richieste di questo tipo.
ARTICOLI:
http://www.lepoint.fr/environnement/l-union-europeenne-s-ouvre-aux-ogm-28-05-2014-1829007_1927.php
E:
Ho cercato di capire, certo gli ostacoli aumentano, ma se la Francia l'ha accettato, ed è pur sempre un compromesso, mi pare che ancora si riesca a VIETARE il transgenico proposto. Il tutto deve passare attraverso la Commissione che si fa carico di chiedere all'azienda di NON includere (cioè di escludere) lo stato che ne ha fatto esplicita richiesta nel novero di quelli "disponibili" ad accettare il transgenico in questione. E questo se ho capito bene deve avvenire per ogni singola varietà di OGM transgenico l'EFSA approvi. Certo che c'è perdita di sovranità nazionale! Ma il divieto è possibile.
P.S. Se la multinazionale sementiera dovesse rifiutarsi di escludere lo stato dalle loro richieste di introdurre il nuovo seme transgenico, ALLORA lo stato decide di VIETARE, LECITAMENTE, la coltivazione di tale OGM. Macchinoso, ma ancora possibile quindi VIETARE gli OGM sul suolo del proprio stato, a cui però viene purtroppo concesso il diritto di transito... speriamo che i sacchi non ...SIANO BUCATI !!!!!!!
- Miele, Consiglio Ue: sì a origine in etichetta, Ogm solo se supera lo 0,9
Arriva l’indicazione sull’etichetta del miele del paese o dei paesi di origine in cui il prodotto è stato raccolto, mentre la presenza eventuale di Ogm verrà indicata solo se superiore allo 0,9%, come per gli altri alimenti. Questo quanto prevede la nuova direttiva europea approvata dal Consiglio europeo, che prevede l’indicazione sull’etichetta “del Paese o dei Paesi d’origine in cui il miele é stato raccolto”. Quanto all’eventuale presenza di polline Ogm nel miele, l’informazione dovrà essere riportata sull’etichetta del prodotto solo se la presenza é superiore allo 0,9%, come per tutti gli altri alimenti.Il provvedimento del Consiglio Ue, nella parte in cui disciplina l’indicazione degli Ogm, viene però criticato da Coldiretti, in quanto l’informazione dovrà essere riportata solo se la presenza è superiore allo 0,9%. Per la Coldiretti si tratta di “una interpretazione che non rispecchia la sentenza della Corte di giustizia, del 6 settembre 2011, secondo la quale il polline è un ingrediente del miele e quindi la presenza di Ogm va indicata in etichetta. A preoccupare è il fatto che – sottolinea la Coldiretti – la coltivazione di un campo Ogm è in grado di determinare la contaminazione del miele attraverso il trasporto del polline da parte delle api”. A preoccupare Coldiretti è soprattutto il miele importato da paesi nei quali sono diffuse le coltivazioni biotech. Spiegano gli agricoltori: “La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione ‘miscela di mieli originari della CE’; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta ‘miscela di mieli non originari della CE’, mentre se sitratta di un mix va scritto ‘miscela di mieli originari e non originari della CE’”. L’etichetta sull’origine si applica dal 24 giugno 2015 per permettere ai commercianti di esaurire le scorte del prodotto che riporta le vecchie etichette”.
http://www.helpconsumatori.it/alimentazione/miele-consiglio-ue-si-a-origine-in-etichetta-ogm-solo-se-supera-lo-09/82500 Torna al SOMMARIO
Il testo approvato al consiglio Ambiente di oggi dovrà tornare al Parlamento europeo per la seconda lettura. Ministro italiano Galletti: "Ribadisco il no". Ora tocca alla presidenza italiana.
Accordo politico dei ministri dell'ambiente dell'Ue, a Lussemburgo e dopo quattro anni di dibattiti, che lascia liberi gli Stati membri di coltivare o di vietare - parzialmente o completamente - gli Ogm sul loro territorio. La palla passa alla presidenza italiana per trovare un accordo legislativo con il nuovo Parlamento europeo.
Galletti: "Dossier entro l'anno". In mattinata il ministro dell'Ambiente italiano Gian Luca Galletti, aveva twittato la sua posizione contraria agli OGM: "A Lussemburgo per consiglio dell'ambiente Ue, ribadisco no Italia a ogm. Partita da vincere, come quelle di Brasil2014". Successivamente, il ministro ha twittato soddisfatto dell'accordo: "Su #ogm in ue vince la linea italiana. Orgogliosi dell'accordo raggiunto. #Libertàdiscelta per gli stati e l'italia dice no agli #ogm". "Chiedo a ogni Paese Ue un aiuto per arrivare a chiudere entro la fine dell'anno il dossier" sulla libertà di coltivazione o meno Ogm nell'Ue, ha poi detto Galletti ai partner europei. Da parte dell'Italia "c'è il massimo impegno. E credo che se riuscissimo a ottenere questo obiettivo, daremo un segnale molto forte ai nostri Paesi anche sull'unità dell'Europa". Un accordo che non piace a Greenpeace e Slow Food, che ritengono che il testo attuale della cosiddetta ri-nazionalizzazione' degli ogm "rischia di trasformarsi in una trappola per i paesi che non vogliono gli ogm". Infatti, "il testo presentato dalla Grecia da poche garanzie di reggere in sede legale. Quei paesi, come l'Italia, che vogliono dire no agli ogm sarebbero esposti alle ritorsioni legali del settore biotech", dichiarano Greenpeace e Slow food. Che esprimono preoccupazione anche per il fatto che il testo "darebbe alle aziende biotech un ruolo formale nel processo di messa al bando della coltivazione di ogm". Questo testo, inoltre, "impedisce agli stati membri di utilizzare le motivazioni legate ai rischi per salute e l'ambiente derivanti da colture ogm per limitarne la coltivazione a livello nazionale". Greenpeace e slow food chiedono ai parlamentari ue di "rafforzare la legge norma sulla ri-nazionalizzazione per garantire reale solidità giuridica alle iniziative di quegli stati membri che intendono vietare la coltivazione di ogm sul proprio territorio". In questo contesto, il semestre della presidenza italiana del consiglio Ue, che inizierà a luglio, "deve essere l'occasione per affermare un ruolo da protagonista del nostro paese per salvaguardare agricoltura, ambiente ed economia italiana dai pericoli degli ogm", concludono le associazioni. In ogni caso, il testo approvato al consiglio Ambiente di oggi dovrà tornare al Parlamento europeo per la seconda lettura. http://www.repubblica.it/ambiente/2014/06/12/news/ogm_accordo_ue_gli_stati_decideranno_se_coltivarli-88736020/
“Per l’Italia si tratta di tutelare la propria agricoltura di qualità, e il Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, auspica che l’iter per un'adozione rapida della Direttiva possa concludersi positivamente durante il semestre di Presidenza italiana.” http://www.fondazionedirittigenetici.org/news/784/ogm-normativa-ue-libert-di-decidere-sulle-semine-transgeniche e anche: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_Data/docs/pressdata/en/envir/143178.pdf
- “La European Gmo-Free Regions Network aveva ribadito con un documento inviato alla Presidenza Greca l’importanza per ogni Stato di decidere autonomamente se autorizzare o meno coltivazioni gm, segnalando però alcune perplessità sul testo in discussione. Tra le altre cose, viene indicata dalla rete delle regioni europee libere da Ogm l’importanza della collaborazione tra stati confinanti per prevenire eventuali contaminazioni e l’applicazione del principio “chi inquina paga” in quelle situazioni in cui uno Stato imponga restrizioni sull’uso di Ogm e quello confinante non lo faccia.”
Il documento della European Gmo-Free Regions Network: http://slowpress.slowfood.it/upload/201406/2f7fb7ab0e6fcb764e80e32429b4d82b/files/gm_crops_ban_gmofreeregions_paper_9.pdf
tratto da: http://www.slowfood.it/sloweb/2f7fb7ab0e6fcb764e80e32429b4d82b/ogm-giornata-a-luci-e-ombre
-”Purtroppo, dietro alla maggiore flessibilità concessa agli stati membri nel decidere se impedire o ammettere le coltivazioni di OGM sul proprio territorio, si nasconde una trappola.
Due gli elementi di grande criticità:
Quindi i principali motivi di rischio legati alla contaminazione e all'assenza di conoscenze sull'evoluzione dei geni impropri nell'ambiente e nell'organismo animale non sono un buon motivo e la delega all'EFSA, notoriamente parziale continua a preoccupare. Inoltre la scelta di avere produzioni libere da OGM non è una scelta strategica legata al mercato e alla tutela della sovranità alimentare ma una trattativa legata ad una tipologia di GM.
E' oltremodo evidente che le lobby continuano a far valere il loro peso nelle trattative economiche e commerciali, sostenute anche da una folta schiera di fedeli servitori.
Basti guardare le pagine dei maggiori giornali che a ridosso di scadenze come per esempio le sentenze, pubblicano pagine e pagine di esperti che dicono che gli OGM fanno bene e il Bio fa male. Il problema è che questi giornali sono proprio quelli di area liberale e liberista che continuamente ci spiegano che è il mercato a regolare ogni cosa per il meglio. Peccato per loro che il mercato ha già dato la sua risposta perché i consumatori hanno detto e ridetto di non volere gli OGM nel piatto. Qual è la ditta che fatta un'indagine sul mercato sul proprio prodotto e riscontrato che non riscuote successo lo fa lo stesso?
Nessuna! Allora se le multinazionali e i signori liberisti non se ne fanno una ragione la posta in gioco non è vendere seme per qualche ettaro in Friuli ma la sovranità alimentare del pianeta. La strada è ancora lunga ma non dobbiamo mollare e come ci ha insegnato Chico Mendez saremo fermi come un albero e liberi come un uomo. A cura di Vincenzo Vizioli, Presidente AIAB http://www.aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2722:ancora-unaltra-vittoria-per-unitalia-libera-da-omg&catid=189:bioagricoltura-notizie-20-giugno-2014&Itemid=163 Torna al SOMMARIO
- OGM: IN ITALIA IL DIVIETO DI COLTIVAZIONE E’ PUNIBILE CON MULTA FINO A 50.000 € (AGENPARL) – Roma, 28 giu – In Italia il decreto legge n. 91 del 24 giugno 2014 ha introdotto nuove norme di diritto penale contro la violazione del divieto di coltivazione degli Ogm. Le pene previste sono il carcere da 6 mesi a 3 anni e multe da 10 mila a 30 mila euro. Con l’ art. 4 comma 8 del decreto legge n. 91, per la prima volta è stato introdotto nel nostro ordinamento uno specifica fattispecie di norma penale per punire la violazione del divieto di coltivare Ogm nel nostro Paese. Nel decreto è stato introdotto il reato di coltivazione di Ogm, in conseguenza a ciò, spetterà alle Regioni definire nell’ambito del proprio territorio, sulla base dei rilievi effettuati dagli organi di polizia giudiziaria le modalità e i tempi e misure che il trasgressore dovrà adottare a proprie spese per rimuovere le coltivazioni vietate. http://www.agenparl.com/?p=63205 In dettaglio, il decreto legge n. 91 del 24 giugno 2014 art. 4 comma 8 così recita:
"Salvo che il fatto costituisca piu' grave reato, chiunque viola i divieti di coltivazione introdotti con atti adottati, anche in via cautelare, ai sensi degli articoli 53 e 54 del regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002, e' punito con la reclusione da 6 mesi a tre anni e con la multa da euro 10.000 a euro 30.000. L'autore del delitto di cui al presente comma e' tenuto altresi' a rimuovere, a propria cura e spese, secondo le prescrizioni del competente organo di vigilanza, nell'esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria, le coltivazioni di sementi vietate ed alla realizzazione delle misure di riparazione primaria e compensativa nei termini e con le modalita' definiti dalla regione competente per territorio."
AGGIORNAMENTO: Non rischia più la reclusione fino a 3 anni e la multa fino a 30.000 euro ma solo una pesante sanzione pecuniaria fino a 50.000 euro chi semina Ogm in Italia in violazione del divieto. Lo prevede un emendamento al piano 'Campolibero' per l'agricoltura contenuto e approvato nel dl competitività. In base all'emendamento, le parole: "con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da 10.000 euro a euro 30.000" sono sostituite da "con la multa da euro 25.000 a euro 50.000" http://www.ansa.it/terraegusto/notizie/rubriche/orgagricole/2014/07/25/ogmnon-piu-carcere-per-chi-seminama-fino-50mila-euro-multa_a1635201-20f9-45d2-bd13-9995156aa552.html
BENE ORA LA LEGGE C'E', E' ENTRATA IN VIGORE IL 25/06/2014, Deve essere applicata in tutti i casi ove si riscontri coltivazione illegale di semi transgenici.
- Venezia, 23 luglio 2014. “Il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina convochi a breve la task force anti – ogm, così da raccogliere le forze e lanciare un messaggio forte da parte del sistema agricolo italiano: il nostro Paese e la sua economia agricola devono essere ogm free. L’Italia prenda insomma una posizione chiara e inequivocabile”. Lo ha chiesto l’assessore all’agricoltura del veneto Franco Manzato, riferendosi alla formalizzazione dell’accordo politico, raggiunto a giugno dai ministri dell’ambiente dei 28 Paesi mebri dell’Unione Europea, che dà agli Stati membri la libertà di scelta sulla coltivazione o meno degli ogm sul territorio nazionale.
“La posizione italiana dev’essere limpida – ha concluso Manzato – anche per dare più forza al ruolo della presidenza di turno italiana dell’UE, cui spetta l’avvio dei negoziati con il nuovo Europarlamento”. http://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-comunicati?_spp_detailId=2736222
- Ogm, stop consiglio UE conferma no di 8 italiani su 10
“L’Italia è libera di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76%) che si oppongono al biotech nei campi”.
IL TTIP (Trattato di libero scambio) COINVOLGERA' ANCHE IL TRANSGENICO?
I prossimi mesi vedranno al centro delle questioni globali il negoziato sul Trattato di libero scambio (Ttip) fra Usa e Ue. Sarà un passaggio storico non solo per il suo valore economico (oltre il 40% del Pil mondiale) ma per i suoi obiettivi di “armonizzazione degli standard” che, per molti ambiti, significa deregolamentazione. Il rischio è che anche i nostri prodotti agricoli, tipici e di qualità, debbano fronteggiare l’importazione di prodotti d’oltreoceano. Molti temono che tale deregolamentazione includa anche la possibilità di introdurre in Europa tutti gli organismi transgenici approvati in U.S.A.
I maggiori media ne parlano poco. Unione Europea e Stati Uniti stanno negoziando il Ttip, un trattato di libero scambio per l’abolizione delle barriere doganali tariffarie (che sono perlopiù modeste) e delle barriere non tariffarie, che sono invece corpose. Se si tratta di abolire le barriere non tariffarie, inevitabilmente dovranno essere – diciamo – armonizzate le norme Usa ed Ue che riguardano fra l’altro gli alimenti. Non riesco ad immaginare gli Usa che capitolano di fronte all’obbligo vigente nell’Ue di segnalare sull’etichetta dei cibi la presenza di Ogm: il Vermont, che andrà controcorrente a partire dal 2016, sta già accantonando i soldi per affrontare le spese legali. Così ho messo insieme un piccolo e non certo esaustivo catalogo dei cibi vietati nell’Unione Europea ma permessi negli Usa: latte agli ormoni, bibite ai ritardanti di fiamma eccetera. Rischiamo appunto che il Ttip ce li faccia arrivare in tavola.
Attenzione. Il contenuto di cui si va riempiendo il Ttip è uno dei segreti meglio custoditi dell’Ue. Non hanno ottenuto informazioni neanche i parlamentari europei. Quindi nessuno è in grado di dire quali cibi arriveranno qui grazie al liberoscambismo transoceanico. Ho comunque attinto esempi di alimenti e additivi permessi negli Usa ma vietati nel’Ue da questo articolo di un sito americano dedicato all’alimentazione e alla salute. Cita anche la papaya Ogm: tuttavia più in generale, come ho già detto, nell’Ue sono ammessi al consumo umano pochi Ogm, che – al contrario degli Usa – vanno etichettati come tali. Ecco comunque gli altri esempi dei cibi che possono arrivare qui...(segue): http://blogeko.iljournal.it/ogm-latte-agli-ormoni-e-i-cibi-che-possono-arrivare-in-europa-col-ttip-fra-usa-ed-ue/79649
Grazie ad un documento segreto reso pubblico oggi dall’Institute for Agriculture and Trade Policy (IATP) il TTIP rischia di essere una minaccia per la salute pubblica e per la sicurezza alimentare in Europa. Il documento è un capitolo riguardante i temi del negoziato SPS (Sanitary and Phytosanitary) all’interno del TTIP e che normalmente è accessibile solamente ai negoziatori e ai rappresentanti delle imprese. Secondo un’approfondita analisi dell’IATP “questa bozza non dice molto sugli obiettivi dei negoziati sulla sicurezza alimentare, ma ci dice abbastanza per aumentare le nostre preoccupazioni”. Mentre i dettagli fondamentali non sono stati divulgati al pubblico o rimangono da negoziare, il capitolo indica chiaramente come i negoziatori continuino a subordinare norme SPS alla massimizzazione del commercio. Il testo, per esempio, sostiene l’approccio degli Stati Uniti di non richiedere ispezioni alimentari e test ai porti di ingresso, il che significa possibili focolai di contaminazione alimentare di cui sarà più difficile rintracciarne l’origine e valutarne le eventuali responsabilità. Una vittoria per le aziende statunitensi di carni e prodotti alimentari, la cui deregolamentazione potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza alimentare dei consumatori. Inoltre, il testo indica come l’accordo commerciale potrebbe rendere più difficile limitare le importazioni da paesi colpiti da malattie animali o vegetali, come il morbo della mucca pazza.
Secondo molti, un accordo di libero scambio come il TTIP potrà andare a scapito della qualità dei cibi che avremo sulle nostre tavole. L’obiettivo sarà di avere prezzi più bassi per tutti gli alimenti utilizzando cibi oggi non consentiti (come i prodotti OGM), accettare carne agli ormoni, carcasse di pollo lavate con il cloro e quelle di mucca con l’acido lattico, eccetera. Tutte procedure da noi non consentite. http://stop-ttip-italia.net/2014/07/24/il-ttip-una-minaccia-per-la-salute-pubblica-e-la-sicurezza-alimentare/ Per i cibi trattati con OGM e pesticidi, dobbiamo valutare come negli Usa siano 70 milioni gli ettari con coltivazioni OGM TRANSGENICHE e circa il 70% i cibi lavorati e venduti nei supermercati statunitensi. Così come l’uso di grosse quantità di pesticidi in agricoltura, dove la legislazione Usa pone limiti ridotti rispetto agli standard europei. Più del 90% del manzo Usa è prodotto con ormoni della crescita bovina, che invece in Europa subiscono restrizioni dal 1988. Bruxelles si è già espressa in tal senso respingendo carne che contenga cloridrato di ractopamina, un medicinale usato per gonfiare il tasso di carne magra di suini e bovini. Senza considerare l’uso del cloro per disinfettare i polli e tacchini permesso negli Usa e bandito in Europa dal 1997 e l’uso di interferenti endocrini, dove l'Unione europea ha già fissato livelli massimi di contaminazione. Gli aspetti finora trattati sono molto importanti per la salute di tutti noi, ma la questione più delicata per la nostra agricoltura è legato ai possibili danni ai marchi a denominazioni d’origine. Il sistema delle produzioni del Dop e Igp, che in Italia genera un fatturato di circa 7 miliardi di euro, al consumo di circa 12,6 miliardi di euro e un valore di export pari al 32%, potrà essere messo in seria difficoltà, con prodotti a basso costo proveniente dal resto del mondo.
http://www.agrinotizie.com/articoli/news.php?id=3061
"Il colosso americano McDonald’s, con una lettera alla sezione tedesca di Greenpeace, ha ammesso di avere ripreso nei fast-food della Germania l’uso della carne di pollo allevato con cibi transgenici, meno costoso ma considerato veleno dagli ambientalisti. In questo modo, il colosso Usa del fast-food si è rimangiato un impegno che aveva preso tredici anni fa. Del caso dovrà ora occuparsi il governo tedesco, che dovrà decidere in base alle leggi nazionali, integrate eventualmente con i regolamenti di Bruxelles. Dunque, una disputa in cui saranno rispettate la sovranità tedesca e quella europea nel tutelare la salute dei consumatori. "http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=48433
"L'Unione europea deve mettere fine ai negoziati di nuovi accordi di libero scambio e in particolare il TTIP con gli Stati Uniti, deve sospendere l'applicazione degli accordi già in atto, e deve adoperarsi a rinegoziare gli altri accordi in modo che essi possano avvantaggiare le popolazioni. Per natura, gli accordi commerciali detti di "libero" scambio avvantaggiano solo le multinazionali, a scapito dei piccoli produttori" , ha dichiarato Geneviève Savigny.
"Il Trattato Internazionale sulle Risorse Genetiche deve essere applicato in Europa affinché il diritto inalienabile dei produttori a produrre, riprodurre e vendere i loro semi sia riconosciuto. La coltivazione di OGM deve essere vietata su tutto il territorio dell'Unione Europea ", ha detto Andrea Ferrante. http://www.comitatomst.it/node/1068
Più rassicurante il sito http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ttip/questions-and-answers/index_it.htm alla domanda: L'UE sarà costretta a modificare la propria legislazione in materia di organismi geneticamente modificati (OGM)?
Così si risponde:
"No. Le leggi fondamentali, come quelle in materia di OGM o in difesa della vita e della salute umana, della salute e del benessere degli animali o dell'ambiente e degli interessi dei consumatori, non rientreranno nei negoziati.
In base alla normativa UE, gli OGM approvati per l'alimentazione umana e animale o per la semina come colture possono già essere venduti nell'UE. Le domande di riconoscimento sono valutate dall'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), quindi inoltrate agli Stati membri UE che esprimono il loro parere. Finora sono stati autorizzati 52 OGM. La valutazione della sicurezza che l'EFSA effettua prima che un OGM sia immesso in commercio e la procedura di gestione dei rischi non saranno intaccate dai negoziati.
L'UE e gli Stati Uniti si scambiano già informazioni riguardo alle politiche, alle normative e alle questioni tecniche in materia di OGM. Una collaborazione di questo tipo contribuisce a ridurre al minimo gli effetti dei nostri rispettivi sistemi di autorizzazione degli OGM sul commercio. Il TTIP rappresenta un'opportunità per consolidare tale collaborazione." breve video nel merito della controversia: https://www.youtube.com/watch?v=F1lGUvX4n3c
Tuttavia i gravi rischi legati al TTIP sono legati anche al sistema di arbitrato internazionale che permette alle lobby di citare in giudizio uno stato per aver adottato delle politiche che limitano i loro interessi. Gli stessi contratti di lavoro nazionali vengono definiti come barrire non doganali, in quanto limitanti degli interessi commerciali delle imprese. Di fronte ad un potere così forte e sovrastatale, i timori e i dubbi sulla vera essenza e sulle conseguenze del TTIP non fanno che accrescersi. Sono circa 60 associazioni europee, politicamente trasversali, si sono coalizzate per denunciare le maggiori storture del Ttip, accusando governi e partiti di colpevole negligenza rispetto alle ricadute del nuovo trattato Usa-Ue, considerate per lo più negative. Una polemica destinata a salire di tono visto che il trattato Usa-Ue potrebbe essere pronto per la ratifica in coincidenza con il semestre italiano di presidenza europea.
Vedi anche: Si chiama Tisa (Trade in Services Agreement) il documento che si è in grado di rivelare grazie all'organizzazione di Assange. Un trattato internazionale di lobby e governi per liberalizzare i servizi: dai dati personali alla sanità passando per le assicurazioni. Sarebbe la vittoria definitiva della finanza sulla politica: http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/06/19/news/wikileaks-ecco-l-accordo-segreto-per-il-liberismo-selvaggio-1.170088
- Il Principio di Precauzione sotto la mira del TTIP ?
“Nel giugno scorso il Segretario all’Agricoltura Usa, Tom Vilsack, non ha fatto mistero di aver adottato l’agenda delle corporations. Sulla stessa linea si è schierato (vedi: http://www.ansa.it/terraegusto/notizie/rubriche/prodtipici/2014/07/08/senza-accordo-su-agricoltura-congresso-usa-blocchera-ttip_da860f80-0083-4643-be10-aed3fc3cfabe.html) l’ambasciatore a stelle e strisce presso l’Unione, Anthony Luzzatto Gardner: «Assicuro che il Congresso direbbe no a un trattato di libero scambio con la Ue senza un accordo sui prodotti agricoli». L’intenzione dell’agribusiness americano è attaccare gli standard europei sugli Ogm, il pollame lavato nel cloro e la carne di animali gonfiati con gli ormoni. Per scardinarli è indispensabile abbattere il principio di precauzione (vedi: https://docs.google.com/document/d/1f-cL74u9Lm0csPIm_fl1MsQeiWqOSg3DKO6JBT3p_5s/pub#id.sex661pd9t2i), che la vulgata Usa declassa a “falsa scienza”. Mettere dei limiti a tali prodotti su questa base non è accettabile – sostengono i tifosi del T-tip – perché mina alla base il libero commercio.” http://comune-info.net/2014/07/t-tip/
- L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) respinge la richiesta della Francia che chiedeva il divieto di coltivazione del mais Ogm in Europa
Secondo la Francia, la coltivazione di questo mais Ogm comporta un “rischio di danno grave e irreversibile per l’ambiente”, legato allo sviluppo della resistenza da parte di alcuni parassiti bersaglio della tossina Cry1Ab presente nel mais Mon 810 e ai danni per alcuni invertebrati. http://www.ilfattoalimentare.it/ogm-in-europa-francia.html
- Iniziato il percorso di regolamentazione europea sulla possibilità di restringere o proibire la coltivazione degli OGM (Organismi Geneticamente Modificati)
“La regolamentazione degli OGM si rende necessaria perché, senza una cornice normativa definita, ci troviamo in una situazione in cui si rischia di consentire comunque, e senza basi certe, la richiesta e l’ottenimento di autorizzazioni alla coltivazione di organismi geneticamente modificati tramite altri percorsi, come ad esempio attraverso il ricorso alla Corte di Giustizia. “
Così Giovanni La Via, Presidente della commissione Ambiente sanità pubblica e sicurezza alimentare dell’Eurocamera, a margine dell’incontro di stamattina.
Entrando nel merito della posizione del Consiglio, il punto cardine è rappresentato dalla facoltà lasciata agli Stati Membri di decidere se autorizzare o meno la coltivazione degli OGM nel proprio territorio e tra i punti più discussi vi è proprio quello relativo alla lista di motivazioni che renderanno possibile per uno Stato procedere a tale rifiuto.
“Si tratta di temi delicati, che coinvolgono da vicino la tutela della salute dei consumatori e molto sentiti dall’opinione pubblica. Rispetto ad essi, ci metteremo subito al lavoro, avviando un importante dibattito che vedrà protagonisti i deputati della Commissione ambiente in vista del voto in plenaria, che costituirà il mandato negoziale del Parlamento, che mi auguro possa consentire di raggiungere un accordo” -conclude La Via. Per quanto riguarda la tempistica, dopo il voto previsto per il mese di Novembre, si darà il via al negoziato tra Parlamento e Consiglio, in vista di un accordo sotto la presidenza italiana. http://www.agenparl.com/?p=86575
- Programma di controllo sulla presenza di OGM nelle sementi di mais e soia - Campagna semine 2013/2014
Il programma di controllo relativo al prelievo dei campioni delle sementi di mais e soia
destinate alle semine 2014 attuato in osservanza al D.M. 27 novembre 2003 ha avuto come
obiettivo principale quello di campionare e sottoporre ad analisi le sementi circolanti in Italia,
in modo da garantire agli agricoltori materiale sementiero privo di OGM. Il programma di vigilanza ha visto impegnati i sottoelencati organi di controllo, che
hanno operato nelle seguenti fasi:
• Il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei
prodotti agro-alimentari (ICQRF): presso i centri di stoccaggio delle sementi provenienti
dagli Stati dell’Unione Europea e dai Paesi extracomunitari;
• il Centro di sperimentazione e certificazione delle sementi (CRA-SCS): presso le ditte
sementiere che selezionano meccanicamente lotti sia di produzione nazionale, che
provenienti da Stati membri o da Paesi terzi sottoposti a riconfezionamento in Italia;
• l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: nei punti di entrata terrestri e portuali siti nel
territorio nazionale, anche in collaborazione con alcuni Osservatori fitosanitari regionali.
L’attività di analisi dei campioni prelevati dal CRA-SCS e dall’ICQRF è stata svolta dal
CRA-SCS che ha provveduto ad effettuare le analisi presso il proprio laboratorio di
Tavazzano (LO). I campioni prelevati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sono stati
analizzati dai laboratori della medesima Agenzia.
Di seguito si illustrano i risultati dell’attività di controllo effettuata.
Attività di controllo sulle sementi di mais
Le superfici coltivate a mais in Italia nel 2014 si stimano in circa 1.010.000 ettari (Stime
Assosementi). I campioni prelevati hanno riguardato lotti di mais per un quantitativo complessivo pari a circa kg 14.508.152 (circa il 72% delle sementi destinate alla semina della superficie stimata).
L’attività di controllo svolta ha portato al prelievo di complessivi n. 1332 campioni di
mais (Tabella 1 vedi link sotto), dei quali 25 (pari all’1,9% del totale) sono risultati irregolari per presenza di OGM. Per i campioni risultati positivi per la presenza di OGM provenienti da prelevamenti effettuati dall’ICQRF e dal CRA-SCS si è provveduto al sequestro penale della merce ed all’inoltro dell’informativa di reato all’Autorità giudiziaria territorialmente competente. Il prodotto sequestrato, pari a kg 227.988,44 rappresenta circa il 1,57% della quantità
complessivamente campionata (kg 14.508.152). Tale dato conferma che sul territorio
nazionale è stata accertata una percentuale sufficientemente contenuta di presenza di OGM
nelle sementi circolanti. Tra i campioni prelevati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
sono risultati positivi 7 campioni: conseguentemente è stato vietato l’ingresso sul territorio
nazionale delle intere partite di cui tali campioni facevano parte……. (segue al link sotto).
Attività di controllo sulle sementi di soia
Nel 2014 la superficie investita a soia è stata stimata pari complessivamente a circa
250.000 ettari (Stime Assosementi).
Nel 2014 sono stati campionati 13.156.844 kg di semente di soia (circa il 66% delle
sementi destinate alla semina della superficie stimata).
Nella Tabella 3 (al link sotto), di seguito riportata, sono riassunti i risultati conseguiti nell’attività di controllo nel 2014. Sono stati prelevati ed analizzati 600 campioni, di cui 13 (pari al 2,2% del totale) sono risultati positivi per presenza di OGM. La maggior parte dei campioni risultati irregolari si riferiscono a sementi provenienti dal Canada. Il prodotto campionato da CRA-SCS ed ICQRF e risultato irregolare alle analisi (kg.
59.938) è stato sequestrato, mentre quello campionato, analizzato dalle Dogane e risultato
irregolare, non è stato introdotto sul territorio nazionale. Per i campioni risultati positivi per la presenza di OGM provenienti da prelevamenti effettuati dall’ICQRF e dal CRA-SCS si è provveduto al sequestro penale della merce ed all’inoltro dell’informativa di reato all’Autorità giudiziaria territorialmente competente. Il prodotto sequestrato, pari a kg 59.937,60 rappresenta circa il 0,46% della quantità complessivamente campionata (kg 13.156.844). Tale dato conferma che sul territorio nazionale è stata accertata una percentuale contenuta di presenza di OGM nelle sementi circolanti. Tra i campioni prelevati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sono risultati positivi 11 campioni: conseguentemente è stato vietato l’ingresso sul territorio nazionale delle intere partite di cui tali campioni facevano parte. La totalità dei casi di positività è riconducibile ad una presenza di OGM molto bassa (contaminazione dello 0,1% ). segue: http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7967
- Frédérique Ries, relatrice del Parlamento europeo per la direttiva sulle colture OGM, spiega qual è il punto di vista degli eurodeputati sul tema
Nelle prossime settimane Parlamento e Consiglio UE cominceranno i colloqui per trovare una posizione comune sulla nuova direttiva sulle coltivazioni OGM in Europa. Quali sono i principali obiettivi del Parlamento?
- L'obiettivo principale è semplice: rispondere ai cittadini. La grande maggioranza dei cittadini e degli Stati membri dell'UE non vuole le colture OGM. Ci sono 5 paesi che li coltivano, tutti gli altri cercano di vietarli ma non hanno armi legali per farlo. Noi eurodeputati vogliamo dare agli Stati un elenco di ragioni valide dal punto di vista legale per far sì che possano decidere di limitare o vietare le coltivazioni OGM sul loro territorio.
Oltre ai motivi legati alla tutela della salute e dell'ambiente, già esaminati dall'Agenzia per la sicurezza alimentare europea (EFSA), vogliamo aggiungerne altri. Lo abbiamo già fatto nel 2011, abbiamo esteso la lista dei motivi cui i paesi possono appellarsi con esempi molto precisi in materia di resistenza, di pesticidi, di utilizzo dei suoli, degli habitat e anche di costi economici e sociali.
Tutto questo emerge anche dalla posizione del Consiglio, ma in maniera troppo vaga. Il nostro timore è che la lista del Consiglio non permetta agli Stati di difendersi in sede legale. Anche la questione della contaminazione incrociata e transfrontaliera è essenziale, perché le filiere convenzionali e quelle biologiche possono subire danni enormi da questo tipo di contaminazione. Infine, intendo battermi perché l'EFSA mantenga il suo ruolo centrale nel processo di autorizzazione a livello europeo.
http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=2100
e video: https://www.youtube.com/watch?v=HMPxc-P7zvI
- Ministro dell’Agricoltura Martina: si' a ricerca in campo agricolo ma senza Ogm
Bisogna tutelare la biodiversita' dei territori (ASCA) - Milano, 29 set 2014 - Si' alla ricerca in campo agroalimentare ma che tuteli la biodiversita' dei territori, no invece, agli Ogm. E' l'indicazione del ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, che, a margine di un incontro a Milano, ha risposto cosi' a una domanda se Expo possa aprire la porta a una politica comune in Europa sugli Ogm.
"Expo e' una piattaforma di discussione aperta dove e' giusto ospitare i pro e i contro anche sul tema degli Ogm. Il nostro approccio - ha precisato Martina - e' che l'Italia deve tutelare la propria biodiversita' dei territori collocandola dentro nuovi scenari globali. Non sono convinto che l'Italia possa omologarsi ad altri sistemi produttivi. La nostra caratteristica principale e' quella di costruire linee di ricerca in campo agricolo che salvaguardino la biodiversita' e non bisogna andare oltre questa soglia. Ma questo non vuol dire - ha concluso il ministro - rinunciare a fare ricerca". Lzp/Sar
http://www.asca.it/news-Martina__si__a_ricerca_in_campo_agricolo_ma_senza_Ogm-1429656-ECO.html
- Ogm: commissario Andriukaitis, riesame norma entro 6 mesi
BRUXELLES - "Entro i primi sei mesi del mio mandato riesaminerò la legislazione che si applica all'autorizzazione degli Organismi geneticamente modificati, come ha indicato il Presidente eletto della Commissione europea Jean Claude Juncker nei suoi orientamenti politici". Lo ha affermato il commissario europeo designato alla salute e alla sicurezza alimentare, il lituano Vytenis Andriukaitis, in risposta alle domande scritte postegli dalla commissione salute, sicurezza alimentare e ambiente del Parlamento europeo. In relazione ai pesticidi - ha aggiunto Andriukaitis, "nel medio periodo procederemo ad una valutazione parallela della legislazione sui prodotti fitosanitari e sui livelli massimi di residui". La maggior parte di questi testi - secondo il commissario designato - richiederà anche l'adozione di numerose misure di esecuzione, alle quali - assicura - "dedicherò la mia piena attenzione". Ciò significa anche - ha proseguito - "che dovremo avanzare nell'adempimento del nostro obbligo di definire i criteri per gli interferenti endocrini (quei composti che possono provocare gravi danni agli organismi che vi sono esposti ndr). Intende anche provvedere "affinché la legislazione sul benessere degli animali sia debitamente applicata". Tra le priorità di Andriukaitis, c'é "la lotta contro le frodi alimentari al fine - dice - di garantire la salute delle persone ed un elevato livello di sicurezza e qualità dei prodotti dell'Ue". http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2014/09/30/ogm-uecommissario-andriukaitis-riesame-norma-entro-6-mesi_f33caa3f-1ac8-4a07-98c7-5b3bfde3ae19.html
Sicurezza alimentare prima del Ttip. Tra le priorità del Commissario designato rientra il fatto che “i cittadini europei possano continuare a fruire degli alimenti più sani a livello mondiale”, un'esigenza che lui stesso ha chiarito viene “prima di ogni accordo commerciale” compreso il negoziato di libero scambio Usa-Ue (Ttip).
Gli eurodeputati hanno infatti espresso non poche preoccupazioni in merito a questo negoziato per quanto riguarda gli standard ambientali e della protezione dei consumatori europei.
“L'Europa può essere orgogliosa del proprio sistema di sicurezza alimentare, intendo sfruttare qualsiasi opportunità per mantenere e migliorare tale sistema oltre a promuoverlo a livello globale”, ha aggiunto.
“Sono un medico, e come tale ho fatto un giuramento di non arrecare male a nessuno”, ha detto Andriukaitis, che ha poi aggiunto ironicamente: “Non ho paura di fronteggiare interessi forti. Mi sono apposto al Kgb e sono stato arrestato durante i tempi dell'Unione sovietica". http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2014/10/02/ue-il-commissario-designato-andriukaitis-quotsicurezza-alimentare-prima-di-tuttoquot/40053
- Czeslaw Siekierski, da alcuni mesi presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, sul TTIP (Trattato di libero scambio U.S.A.-UE)
Come intende rispondere alle preoccupazioni di molti europei in merito ai possibili effetti nocivi sugli standard qualitativi dei prodotti agroalimentari importati in Europa in seguito al trattato Ttip?
"Si tratta di un argomento troppo importante e troppo complesso per essere lasciato interamente nelle mani degli esperti di mercato della Commissione europea. Non possiamo sacrificare l'agricoltura europea e gli interessi dei nostri agricoltori e dei consumatori per qualche incerto e insicuro beneficio in qualche altro campo". Intervista a Czeslaw Siekierski, da alcuni mesi presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
- Vandana Shiva: «Il Ttip? La fine della democrazia»
Intervista a Vandana Shiva, l’attivista ecologista indiana, sotto attacco per le posizioni anti Ogm. L’hanno accusata di parlare di Ogm come fossero il diavolo, e di non avere i titoli per poter sostenere, da un punto di vista scientifico, la dannosità di quella biotecnologia. Facciamo chiarezza: lei è contraria gli Ogm principalmente perché li reputa genericamente nocivi, oppure perché diffida delle multinazionali che attualmente li producono e ne finanziano la ricerca, oppure ancora perché è profondamente contraria alla brevettibilità dei semi? Sono critica contro gli Ogm perché essi sono parte integrante del sistema dell’agroindustria e noi già sappiamo che quello è un sistema nocivo. Sappiamo già che gli agenti chimici sono un problema mondiale per la salute: il disastro di Bophal è stato, 30 anni fa, una chiamata d’allarme per tutta l’umanità, per dirci che quella era una strada nociva. E quella stessa industria, responsabile allora di quel disastro, oggi ci propone gli Ogm. Io nel 1987 ho partecipato a un incontro in cui dicevano serenamente che la ragione per cui bisognava introdurre gli Ogm era la possibilità di brevettare i semi. Allora lo dicevano pacificamente, oggi adducono altre ragioni e parlano di necessità di sfamare il mondo. Ma noi sappiamo che il cibo per sfamare il mondo viene dalla terra e dalla presenza di terreno fertile, dal lavoro dei piccoli agricoltori. Ce lo dicono i dati delle Nazioni unite, quelli che noi stessi del movimento Navdanya abbiamo raccolto, e quelli dell’Iaastd (la Valutazione internazionale delle conoscenze agricole, scientifiche e tecnologiche per lo sviluppo) che nel 2002 con un pool di 400 scienziati riuniti da tutte le agenzie Onu arrivò a questa conclusione: si può sfamare anche più dell’intero pianeta con il ricorso ad agricolture di piccola scala non intensive. E non c’è alcun bisogno degli Ogm per farlo. Quindi la questione dei brevetti e quella della sicurezza non sono separabili. Può anche non convincere del tutto, l’indiana Vandana Shiva, guru dell’ambientalismo mondiale e fiera oppositrice della globalizzazione liberista, che in queste settimane gira l’Italia e il sud Europa come portavoce del movimento Navdanya International (nove semi) da lei stessa fondato nel lontano 1987, per dare senso a quel «Nutrire il pianeta, energia per la vita» che rischia di rimanere lo slogan vuoto dell’Expo 2015. Si può non rimanere sensibili al carisma che ne fa una star dell’ecologismo globale e non condividere le sue posizioni estreme sugli Ogm, ma forse non a caso Shiva ha subito recentemente più che in passato violenti attacchi non solo dalle multinazionali che detengono i brevetti dei semi modificati, ma anche da autorevolissime testate come il «New Yorker».Dunque secondo lei il mondo non ha bisogno di Ogm, inutile stabilire se fanno male o meno alla salute?
Guardi, l’incoerenza del modello Ogm e il fatto che sia totalmente non scientifico sono due aspetti che emergono dagli argomenti usati per la propaganda. Perché quando si tratta di stabilire la proprietà intellettuale dei semi, allora gli Ogm vengono rivendicati come un’invenzione, qualcosa di totalmente nuovo. Mentre quando si tratta la sicurezza alimentare di quel seme, allora si dice che stiamo parlando di prodotti naturali, che non si discostano molto da ciò che troviamo in natura. Ecco, questo meccanismo lo chiamo schizofrenia ontologica.
In Italia la sperimentazione è vietata, lei è contraria alla ricerca?
So che in Italia stanno presentando la questione come se quando si parla di biosicurezza e di principio di precauzione allora si sta bloccando la ricerca. Ma non è così, quello che viene bloccato è la commercializzazione irresponsabile di prodotti. Le leggi dell’Italia, dell’Europa e dell’India dicono che non si possono fare ricerche a campo aperto ma questo non vuol dire bloccare la ricerca in laboratorio. Le leggi sulla sicurezza non ostacolano in alcun modo la ricerca e chiunque dica il contrario è parte della commercializzazione degli Ogm, anche se lavora in una università pubblica.
Lei è stata scelta come «ambassador» dell’Expo 2015. Come pensa di sfruttare questa opportunità, quale messaggio vorrà lanciare da quel palcoscenico?
Quando è stata scelta l’Italia come sede dell’Expo è stato subito chiaro che si sarebbe trattato il tema di come sfamare il mondo, a partire dalla conoscenze scientifiche ma anche a partire da quella che è l’esperienza italiana di produzione alimentare sostenibile, attraverso la diversità, e di buona qualità. L’Italia ha dato al mondo occidentale al tempo stesso sostenibilità, gusto, alta qualità dei prodotti, diversità ed economia. La cultura italiana del cibo dà dignità anche al più piccolo caffè, bar o azienda agricola che sono a tutti gli effetti fonte di sostentamento. Il messaggio dell’Expo dovrebbe essere questo. E io sono estremamente grata di avere l’occasione anche perché questo è lo stesso messaggio che io ritengo di aver appreso sulla base del mio lavoro trentennale. Spero che a Milano venga veicolato il modello italiano anziché il modello di agricoltura statunitense che è fatto di Ogm e monoculture a mais e soia, con la Monsanto che controlla la fornitura di semi, altre multinazionali che controllano il commercio del cibo e tutti che mangiamo sempre peggio. E un terzo della popolazione che soffre di obesità. Noi possiamo fare il mondo migliore di così.
Sono in corso i negoziati tra Usa e Ue per siglare il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip). Lei cosa ne pensa?
Il Ttip è un trattato sul libero commercio che dice subito nel preambolo che è un’iniezione al Wto. E cosa ci ha dato il Wto? Ci ha dato la brevettibilità dei semi, la possibilità di imporre royalties sulle sementi, e i suicidi dei contadini indiani. Ci ha dato l’imposizione quasi da bulli di un sistema che ha completamente distrutto le fonti di sostentamento degli agricoltori, e ci ha dato cibo non sicuro. E il Ttip ci darà tutto questo, attraverso tre meccanismi. Il primo è l’eliminazione del principio di precauzione; il secondo sta nel rafforzamento delle leggi sulla proprietà intellettuale fatto in modo da supportare la Monsanto e indebolire gli agricoltori. E il terzo asse portante è l’istituzione di tribunali sovranazionali, diversi da quelli degli Stati, a cui le imprese potranno rivolgersi se le leggi nazionali non rispettano i loro diktat. Questo significherà istituire un vero e proprio potere delle multinazionali che potranno attentare ai diritti stabiliti nelle costituzioni nazionali. Costituzioni nate dall’impegno dei popoli in secoli di battaglie per la conquista delle libertà individuali. Quindi, quello che porterà il Ttip è la fine della democrazia, la fine della sicurezza alimentare e la fine della possibilità per tutti noi di costruirci una vita dignitosa. "Il Manifesto" Eleonora Martini, 22.10.2014 http://ilmanifesto.info/il-ttip-la-fine-della-democrazia/
- Ogm: Ue, Commissione uscente non ne autorizzerà dei nuovi
I Verdi accusano: De Gucht pronto a firmare otto nuove autorizzazioni per gli OGM
“Il commissario uscente al Commercio Karel De Gucht sembra sia pronto ad emanare nuove otto autorizzazioni per gli Organismi Geneticamente Modificati”, denunciano Rebecca Harms e Philippe Lamberts eurodeputati del gruppo dei Verdi europei, .
“Siamo allarmati per queste autorizzazioni che potrebbero avere il via già domani” dichiarano i due esponenti ambientalisti, “e anche se potrebbe essere legalmente possibile, sarebbe politicamente uno scandalo”. In più, su questo tema, il Commissario sarebbe in contatto con le autorità Usa per allentare le restrizioni su alcune importazioni dall’Unione. I Verdi puntualizzano come il presidente eletto della Commissione Jean-Claude Juncker ha dichiarato che la sua Commissione adotterà un approccio diverso in merito alle autorizzazioni OGM. “Speriamo intervenga per assicurarsi che queste nuove autorizzazioni non riguardino OGM”, concludono i Verdi.
(ANSA) - BRUXELLES, 22 OTT - Non é prevista nessuna autorizzazione per la messa sul mercato nell'Ue di nuovi Ogm da parte della Commissione europea uscente di José Manuel Barroso: lo rendono noto all'ANSA fonti comunitarie vicino al dossier, nonostante la richiesta avanzata da diversi gruppi. Le richieste provengono dalle organizzazioni degli agricoltori e delle cooperative europee (Copa e Cogeca), dalla Federazione Ue dei fabbricanti di mangimi (Fefac), dai produttori di oli vegetali e proteine per l'industria (Fediol), dall'Unione europea del commercio di animali (Uecbv), dai trasformatori e commercianti di pollame nell'Ue (Avec).
Le organizzazioni chiedono l'autorizzazione di otto nuove varietà di grano geneticamente modificato per l'importazione, e la trasformazione di mangimi in quanto - sostengono - si tratta di Ogm "che sono scientificamente sicuri". Il loro obiettivo: "evitare il rischio di ritardi e interruzioni nella fornitura di alimenti e mangimi in Europa, oltre a garantire l'equilibrio del mercato, trattandosi di prodotti essenziali per l'industria del bestiame". Questa decisione é invece stata fortemente contestata dal Gruppo dei Verdi al Parlamento europeo, che ha messo in guardia la Commissione Ue dal decidere nuove autorizzazioni. Le richieste riguardano il mais MON 87460; la colza GT 73; la soia 305.423; la soia MON87708; la soia MON87705; la soia BPS-CV127-9 soia; il mais T25 e il cotone T304-40. (ANSA).
- Sono presenti Organismi Geneticamente Modificati nei cibi?
Il Regolamento CE n. 1829/2003 ha stabilito che gli ingredienti geneticamente modificati devono essere dichiarati in etichetta se presenti in quantità superiore allo 0,9 per cento. Tale percentuale si riferisce al singolo ingrediente
Secondo il Centro per la sicurezza alimentare, ci sono 64 Paesi nel mondo che richiedono l’etichettatura dei prodotti contenenti Ogm. Addirittura, negli Stati Uniti, la politica della Fda è quella di sostenere l’etichettatura Ogm volontaria piuttosto che obbligatoria e, secondo l’Usda, il 90% di tutto il mais e la soia coltivata negli Stati Uniti è OGM. In Europa, invece, dal 2004, l’etichetta di alimenti e mangimi contenenti Ogm deve indicarne esplicitamente la presenza, anche se questi non sono rilevabili nel prodotto finito. Solo se la quantità di OGM è minore dello 0,9% l’etichetta si può omettere, purché la quantità sia accidentale o tecnicamente inevitabile. Non siamo quindi sicuri di non mangiare cibo contenente materiale transgenico, anche perché se non direttamente nel cibo, gli OGM potrebbero essere stati nei mangimi degli animali. http://www.ehabitat.it/2014/10/17/alla-scoperta-delle-etichette/
SOLO I PRODOTTI BIOLOGICI garantiscono l'assenza di componenti transgenici. L'agricoltura biologica infatti fa espressamente divieto di usare prodotti transgenici.
http://prodottibiologici.it/agricoltura.php?pag=2
- PARLAMENTO EUROPEO: L’Europa potrebbe aver voltato le spalle agli Ogm
L’Italia è libera di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono al biotech nei campi.
Deciso cambio di rotta nelle nuove norme approvate in Commissione Ambiente l'11 novembre 2014: più facile per gli Stati vietare la coltivazione di Ogm nel proprio territorio. Via libera della Commissione Ambiente dell’Europarlamento che ha approvato (53 sì, 11 no, due astensioni) la nuova normativa , che prevede la possibilità per i 28 Stati membri di limitare o bandire le coltivazioni di Ogm sul proprio territorio anche se autorizzate a livello Ue. Ora manca solo l’accordo di compromesso sul testo finale della Direttiva. La novità rispetto al testo iniziale è l’inserimento del criterio “ambientale” nell’elenco delle motivazioni alle quali possono ricorrere gli Stati membri per imporre lo stop agli Ogm; va ad aggiungersi a quelli socioeconomici, di uso dei terreni e pianificazione urbana già contemplati dalla norma. Nel corso della procedura di autorizzazione di un Ogm ogni Stato potrà, dunque, pretendere di adeguare la portata geografica del divieto di coltivazione senza, tuttavia, dover trattare con l’impresa multinazionale titolare del brevetto, com’era previsto nella proposta iniziale. La richiesta dello Stato viene comunicata alla Commissione ed è automatica: questo significa il pieno recupero della sovranità allo Stato mentre, sulla base delle procedure europee in vigore, dovranno essere presi in considerazione anche effetti a lungo termine degli Ogm sulla salute umana e sull’ambiente, con un deciso rafforzamento del principio di precauzione. Il voto degli eurodeputati «mostra un ampio consenso fra i partiti politici del Parlamento europeo su questo tema sensibile – ha commentato Frédérique Ries, la relatrice della proposta di direttiva sulla regolamentazione degli Ogm -. Le misure adottate assicureranno la flessibilità per gli Stati membri di limitare, vietare (oppure no), le coltivazioni di Ogm. Allo stesso tempo, abbiamo garantito un processo chiaro di autorizzazione degli Ogm a livello Ue, migliorando le tutele, con un ruolo chiave dell’Efsa». Fino ad ora le autorizzazioni vengono concesse da Bruxelles e avevano validità su tutto il territorio dell’Unione europea. Ora, invece, la proposta di nuova direttiva prevede un diverso iter autorizzativo a livello comunitario sulla base di un parere scientifico da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Nelle prossime settimane si attende la finalizzazione della nuova legge direttiva da parte di Parlamento, Commissione, e governi, ma i rischi non sono scongiurati e il semestre di presidenza italiana sarà decisivo per fare in modo che la proposta di legge non venga manipolata.
Secondo Greenpeace, il voto della Commissione ambiente «fornisce agli Stati membri basi legali solide per bandire la coltivazione di Ogm dai propri territori, rendendo difficile per l’industria biotech contrastare i bandi nazionali nei tribunali». «Gli europarlamentari hanno migliorato il testo del Consiglio, fortemente influenzato dalla linea britannica pro Ogm», ha afferma Marco Contiero, direttore per le politiche agricole di Greenpeace Ue. L’Italia è libera di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono al biotech nei campi.
E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare il via libera della Commissione ambiente dell’Europarlamento alla nuova normativa che prevede la possibilità per i 28 Stati membri di limitare o bandire la coltivazione di Organismi geneticamente modificati (Ogm) sul proprio territorio anche se autorizzata a livello Ue. L’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, renderanno l’Italia – sottolinea Moncalvo – finalmente sicura da ogni contaminazione di Ogm a tutela della straordinaria biodiversità. Tra gli emendamenti approvati dall’Europarlamento si segnala l’ampia serie di fattori che possono risultare alla base della decisione del divieto da parte degli Stati che possono riguardare – precisa la Coldiretti – obiettivi di politica ambientale, degli impatti socioeconomici, dell’uso del suolo e dell’ordine pubblico. Nel corso della procedura di autorizzazione di un Ogm ogni Stato potrà, dunque, pretendere di adeguare la portata geografica del divieto di coltivazione senza, tuttavia, dover trattare con l’impresa multinazionale titolare del brevetto com’era previsto – continua la Coldiretti – nella proposta iniziale. La richiesta dello Stato viene comunicata alla Commissione ed è automatica e questo – conclude la Coldiretti – significa il pieno recupero della sovranità allo Stato mentre, sulla base delle procedure europee in vigore, dovranno essere presi in considerazione anche effetti a lungo termine degli Ogm sulla salute umana e sull’ambiente, con un deciso rafforzamento del principio di precauzione. http://www.lavocedelnordest.eu/ogm-coldiretti-8-italiani-su-10-favorevoli-a-liberta-divieto/ http://www.tekneco.it/ambiente/leuropa-volta-le-spalle-agli-ogm/
Fino ad oggi la questione è stata regolamentata dalla direttiva 2001/18/CE, che all’articolo 26 (“libera circolazione”) e prevede che gli Stati membri non possano vietare, limitare o impedire l’immissione in commercio di OGM autorizzati a livello europeo. Ogni nazione può limitarne o vietarne l’uso e la vendita sul proprio territorio solo temporaneamente, in seguito a nuove valutazioni su rischi per la salute o l’ambiente. L’ultima parola, però, spetta alla Commissione che deve valutare se ritenere fondate le motivazioni o respingerle (nel qual caso il divieto nazionale provvisorio deve decadere). Questo ultimo testo quindi è davvero una “svolta” per l'agricoltura europea, la Commissione ambiente dell’Europarlamento ha tolto di mezzo la necessità di “trattativa” con i titolari dei diritti: lo Stato membro può esercitare la propria sovranità senza dover negoziare con le industrie sementiere, lasciando finalmente gli Stati decidere loro stessi sulle proprie terre.
vedi anche: http://www.ecolifestyles.eu/it/node/206
Sperando che:
- non ci siano nelle legge cavilli ai quali i "multimilionari" delle multinazionali possano aggrapparsi - che la proposta di legge non venga annacquata e che
- il testo non si trasformi in un cavallo di Troia durante le negoziazioni in sede europea,
RICORDIAMOCI che occorre CONTINUARE ad essere vigili, attivi e a mobilitarsi:
1) contro l'importazione di ogm a scopo mangimistico e non solo;
2) a favore della tracciabilità di ogni uso degli OGM nella catena alimentare, con una chiara e completa etichettatura;
3) impegnandosi a svelare attraverso tutti i mezzi mediatici, incluso il passa parola, i disastri già in corso ai vari livelli cui sono diretta causa i transgenici e i loro associati pesticidi
4) contro la prospettiva dell'approvazione del TTIP, il trattato di "libero" scambio che rischia di sradicare i diritti e le tutele fin qui conquistate dai cittadini europei per far posto ad un mercato ancora più selvaggio e sregolato, dove un'oligarchia di stockholders multimilionari, impone i suoi diktat anche sopra gli Stati sulle nostre teste, appunto.
Noi andiamo avanti, essere liberi di scegliere un’agricoltura e una VITA sostenibile, ecologica e libera da Ogm è un diritto di tutti!
- Rassicurazioni sul TTIP in merito agli OGM...ma chi ci crede?
Made in Italy, Calenda: nel TTIP né norme UE su OGM né principio di precauzione
Il viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda è stato ascoltato in audizione in commissione Agricoltura, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli sviluppi del controverso (e segreto) negoziato sul Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, meglio noto sotto l'acronimo TTIP, ed avrebbe assicurato che non saranno oggetto della trattativa "né le normative europee in materia di OGM né l'applicazione del principio di precauzione". Il viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda è stato ascoltato in audizione in commissione Agricoltura, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli sviluppi del controverso (e segreto) negoziato sul Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, meglio noto sotto l'acronimo TTIP. Già al quotidiano Avvenire1, il viceministro Calenda assicurava: "Noi (Italia, ndr) non rinunceremo al principio di precauzione: cioè si può fare entrare un alimento solo quando ci sono le prove scientifiche che esso non è dannoso. Per l’Italia poi, nello specifico, c’è la questione dell’italian sounding, cioè la lotta a quei prodotti che sembrano italiani ma non lo sono".
Dopo l'audizione alla Camera, il PD sembra essere rimasto soddisfatto delle rassicurazioni di Calenda, poiché il viceministro avrebbe ribadito che "non cambierà il principio di precauzione che ci divide dagli americani che invece adottano il principio di evidenza scientifica" come riporta in una nota il deputato PD, Nicodemo Oliviero. L'esponente democratico aggiunge: "Il fatto, per esempio, che oggi sia stato escluso che oggetto della trattativa non saranno né le normative europee in materia di OGM né l'applicazione del principio di precauzione rassicura un comparto, quale quello agroalimentare, che ha fatto della qualità il principio cardine del Made in Italy". Il capogruppo in commissione Agricoltura infatti precisa: "Occorre che l'accordo porti a raggiungere nuovi benefici economici per gli operatori, attraverso la revisione o l'abbattimento delle tariffe, senza - però - in alcun modo abbassare la guardia in ordine alla sicurezza e alla tutela della qualità dei prodotti agroalimentari".
Buono anche il giudizio espresso dalla deputata PD Colomba Mogiello, componente della commissione Agricoltura e vicepresidente commissione parlamentare d’inchiesta sulla Contraffazione, che dopo l'audizione di Carlo Calenda afferma come le dichiarazioni del viceministro indichino "con chiarezza che l'Italia continuerà a puntare sulla produzione di cibo ad alto contenuto di qualità e tipicità". Mogiello però avverte: "Dobbiamo essere consapevoli che negli Stati Uniti si concentra la gran parte del fatturato realizzato dalle imprese che producono fake food con cui si specula su l'italian sounding quando non sulla contraffazione vera e propria - concludendo - Mi auguro quindi che l'accordo preveda rafforzamento dei protocolli di sicurezza e soprattutto la tutela delle indicazioni geografiche per garantire il nostro Made in Italy".
- Martina: Ogm non rientrano nel Ttip, nessun rischio per sicurezza alimentare Il ministro italiano per l’Agricoltura risponde alle perplessità sull’accordo di libero scambio tra Usa e Ue e assicura che l’Europa potrà vietare i prodotti per cui non esistono sufficienti evidenze scientifiche che ne escludano la nocività, come gli organismi geneticamente modificati “Ci sono preoccupazioni sul fatto che gli Usa pretenderanno l’abolizione della normativa europea sugli Ogm. Sono preoccupazioni infondate perché il mandato non prevede che gli Ogm siano oggetto del Ttip (Partnership transatlantica per il commercio e gli investimenti)”. Con queste parole il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina risponde ad alcune perplessità relative all’accordo di libero scambio tra Usa e Ue.
Davanti alla commissione Agricoltura della Camera, Martina precisa che “è fatto salvo il principio di precauzione” vigente nell’Unione europea. La pratica in base alla quale, cioè, se su un prodotto non ci sono sufficienti evidenze scientifiche che ne escludono la nocività, ne viene bloccato il commercio in attesa di indagini più chiare. Un orientamento opposto a quello statunitense, che prevede la possibilità di vendere ogni prodotto fin quando non sia dimostrata la sua pericolosità per la salute. “Il mandato per le trattative prevede per ciascuna delle parti il diritto a impedire gli scambi qualora le evidenze scientifiche non siano sufficienti – sottolinea il ministro – quindi non ci sarà nessun rischio per la sicurezza alimentare dei cittadini europei”.
- Ogm, prima la contaminazione, poi le regole, questa la strategia delle multinazionali dell'agritech
Dagli Stati Uniti all’India, l’industria agritech degli ogm pare proprio attuare la politica del “prima contaminiamo poi si penserà ad una regolamentazione delle autorizzazioni”. “E’ evidente dunque come la contaminazione del nostro cibo sia una strategia deliberata dell’industria” spiega Colin Todhunter (1), giornalista investigativo che ha scritto per il Deccan Herald, il New Indian Express e l’inglese Morning Star.
Malgrado la maggioranza dei cittadini europei abbia espresso chiaramente la propria contrarietà agli ogm, la discussione viene distorta e gli interessi commerciali vengono fatti passare come “bene comune”, spiega con chiarezza Todhunter. “Monsanto e le altre società dell’agritech stanno anche facendo pressioni perché passi il TTIP, il trattato transatlantico che aprirebbe tutte le porte al profitto delle multinazionali. Le stesse società vogliono indebolire il quadro regolatorio pan-europeo cercando di ottenere modalità per poter imporre gli ogm nazione per nazione (2,3)". Peraltro la contaminazione sta già avvenendo attraverso le importazioni dagli Usa con cibi ogm che finiscono sugli scaffali dei supermercati senza dire nulla in etichetta. E non solo vegetali o lavorati industriali, ma anche carne e derivati di animali nutriti con mangimi ogm. Per non parlare degli enzimi ogm che favoriscono la lunga conservazione, degli esaltatori di sapidità, dei micro-organismi ogm che aiutano la fermentazione…
L’Efsa, European Food Safety Authority, ha concluso che gli organismi geneticamente modificati sono sicuri, ma ormai la diffidenza nei confronti dei membri dell’Efsa è diffusissima a causa dei documentati conflitti di interesse (4); stessa cosa vale per le commissioni scientifiche della UE (5).
Cosa fare dunque? Innanzi tutto, se avete la possibilità, cultivate voi ciò che mangiate; non acquistate in supermarket che non garantiscono l’assenza di ogm; partecipate alla mobilitazione contro il TTIP. E’ certamente meglio che sedersi e attendere che altri combattano per noi.
2] http://www.gmfreeze.org/actions/42/
5] http://corporateeurope.org/sites/default/files/attachments/ceo_-_sanco_sc_conflicts_of_interest.pdf
- "I Paesi Ue che vogliono bandire la coltivazione di Ogm non potranno usare evidenze di danni ambientali"
"A Bruxelles raggiunto accordo di principio Consiglio-Commissione-Parlamento: decisione finale su libertà Stati per Ogm a portata di mano". Così, su twitter, il ministro per l'Ambiente, Gian Luca Galletti comunica l'esito della riunione fiume a Bruxelles circa il delicatissimo negoziato sulla coltivazione degli Ogm in Europa.
A questo punto, l'intesa dovrà essere formalmente approvata dal Comitato degli Ambasciatori Ue (Coreper) e dalla Commissione parlamentare Ambiente. L'Italia é la nona presidenza dell'Unione che tenta di portare in porto una decisione estremamente importante per il settore. Per questo, è stato lo stesso ministro per l'ambiente, Gian Luca Galletti, a guidare i negoziatori del Consiglio Ue. Il Parlamento europeo era rappresentato, tra gli altri, dal deputato Giovanni La Via (Ncd/Ppe), presidente della commissione Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare, mentre la Commissione europea dal responsabile per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis.
Galletti, vicino riconoscimento autonomia singoli Stati
"L'accordo di principio raggiunto tra Consiglio, Commissione e Parlamento Ue a Bruxelles ci porta molto vicini ad un grande traguardo europeo sotto la Presidenza di turno italiana dell'Ue: il riconoscimento della sovranità e dell'autonomia dei singoli Stati nella coltivazione degli Ogm". Così il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, commenta l'esito del lungo negoziato, cui ha partecipato direttamente, che si è concluso la scorsa notte a Bruxelles sulla proposta di direttiva riguardante gli organismi geneticamente modificati. "Con questo testo, ancora soggetto a una riconferma formale da parte del Coreper (dai Rappresentanti permanenti presso l'Ue dei 28 Stati membri ndr), abbiamo raggiunto - spiega Galletti - un compromesso equo e bilanciato, attento a valorizzare le realtà dei singoli Stati, che crea finalmente le condizioni necessarie per garantire la libertà di scelta a livello nazionale sulla coltivazione degli Ogm". "Su un argomento così delicato, che riguarda tutta la società, dagli agricoltori ai consumatori, credo sia arrivato dalle istituzioni europee - conclude Galletti - un segnale di grande responsabilità e attenzione".
I punti cardini dell'accordo Ue
Maggiore flessibilità per gli Stati membri nella limitazione o divieto degli Ogm. E' uno dei punti cardini dell'accordo di principio, a quanto si apprende da fonti del Consiglio, raggiunto a notte fonda al termine del vertice a Bruxelles sul delicatissimo negoziato circa la coltivazione degli Ogm in Europa. Secondo le stesse fonti, l'intesa prevede anche la fine di ogni limite di tempo per vietare una coltivazione. Inoltre, se il richiedente non solleva obiezioni, il campo di applicazione geografica dell'autorizzazione comunitaria escluderà automaticamente quel territorio. Non viene quindi rimesso in questione il ruolo, le competenze e la valutazione scientifica dell'Efsa, l'Autorità europea per la Sicurezza Alimentare. Infine la Commissione avrà due anni di tempo per aggiornare gli allagati della Direttiva 2001/18 sulla valutazione del rischio ambientale.
Greenpeace, Ue espone Stati ad attacchi aziende biotech
I negoziatori delle istituzioni Ue hanno concordato, la scorsa notte a Bruxelles, il testo di una futura legge europea che concede ai Paesi Ue il diritto di vietare la coltivazione di Ogm sul loro territorio. Tuttavia, il testo concordato al termine di una lunga trattativa, "non dà ai governi solide basi legali per poterlo fare. I Paesi Ue che vogliono bandire la coltivazione di Ogm non potranno usare evidenze di danni ambientali. Questo li lascia esposti ad attacchi legali da parte dell'industria biotech". Lo afferma Marco Contiero, direttore delle politiche agricole di Greenpeace Ue, secondo cui "il testo concordato è giuridicamente debole e ignora le richieste del Parlamento europeo di ripristinare il diritto dei Paesi di utilizzare motivazioni di carattere ambientale per giustificare i bandi nazionali". Il Parlamento europeo dovrebbe approvare l'accordo in Aula a gennaio, al momento della votazione in plenaria. http://www.ansa.it/terraegusto/notizie/rubriche/europa/2014/12/04/ogm-galletti-raggiunto-in-ue-accordo-di-principio_cc0c6dc7-1e49-4d32-b311-37b7c8c2d812.html?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter
DI COSA SI TRATTA QUANDO SI PARLA DI MAIS TRANSGENICO IN FRIULI V.G. ?
a) MAIS "MON810". Una storia di mais, farfalle e rischi inutili***
"Il 2 aprile 2013 l’allora ministro della Salute italiano, Renato Balduzzi, inviò al direttore generale della Divisione Salute e Consumatori (DG SANCO) della Commissione Europea una richiesta, cortese ma chiara, chiedendo l’adozione di adeguate misure di gestione per la coltivazione del MON810, un mais OGMtransgenico della Monsanto, “valutando altresì l’opportunità di sospendere l’autorizzazione alla messa in coltura di mais MON810 nei Paesi dell’Unione Europea”. La lettera e il dossier tecnico che la accompagnava (contenente la bibliografia qui citata) sono disponibili a questo link: http://www.infogm.org/IMG/pdf/italie_lettre_moratoire_mon810_avril2013.pdf
Quella dell’ex Ministro Balduzzi è una richiesta che, alla luce della documentazione presentata nel dossier prodotto alla Commissione - e redatto dal CRA (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura) - sembra quasi scontata. In un sistema votato alla difesa della produzione agricola e dell’ambiente, non avrebbe nemmeno dovuto esser posta: le Autorità Comunitarie hanno infatti tutte le informazioni che servono per bloccare la coltivazione di questo mais.
Ė quindi incredibile che, dopo aver posto con forza una questione di tutela ambientale e dei sistemi agricoli, l’Italia abbia lungamente traballato, con un rimpallo di competenze tra ministeri (Salute, Ambiente e Politiche Agricole) nel procedere all’emanazione di un decreto che era l’esito ovvio dell’atto compiuto dall’ex Ministro Balduzzi. La Commissione Europea non ha fatto nulla e toccava all’Italia intervenire. E in fretta.
Occorre anche sapere e ricordare che l'8 maggio 2013 la Corte di Giustizia Europea ha emanato l'ordinanza che non consente ad uno stato membro di proibire la semina di OGM: "..uno stato membro non può intraporre una autorizzazione amministrativa, come fatto nel caso della semina di prodotti OGM, ad una autorizzazione di inserimento di determinati semi OGM nel catalogo comune delle varietà e delle specie delle piante agricole". Tuttavia il 23 maggio (2013) il Senato italiano ha prodotto un atto di indirizzo verso il governo, volto all'adozione della clausola di salvaguardia prevista dall'art. 23 della direttiva 2001/18/CE “a tutela della salute umana, dell'ambiente e del modello economico e sociale del settore agroalimentare italiano”. Analoga clausola è già stata adottata da altri otto Paesi dell’UE ed il Ministro De Girolamo ha commentato in modo chiaro: “Quella geneticamente modificata è un tipo di agricoltura che non risponde alle esigenze e alle caratteristiche del nostro Paese”. Tuttavia essendo in mira della Corte di Giustizia Europea, la Legge Regionale 5/11 del Friuli Venezia Giulia ("Disposizioni relative all'impiego di organismi geneticamente modificati (OGM) in agricoltura": http://lexview-int.regione.fvg.it/fontinormative/xml/xmlLex.aspx?anno=2011&legge=5&fx=lex&db=DBC#) le autorità competenti regionali si vedono costrette ad abrogare il Regolamento attuativo della legge stessa (LR5/11), per il rischio di infrazione. In questo modo si tenta di mettere in sicurezza la normativa regionale (F.V.G.) in materia di OGM.
Intanto a livello governativo è stato finalmente firmato il 12 luglio 2013 il Decreto interministeriale, e quindi, anche se tardivamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è stata ufficialmente vietata la semina di mais OGM in Italia, sottoforma di di Moratoria valida 18 mesi. Tuttavia i campi seminati a mais transgenico, inspiegabilmente, non sono mai stati decontaminati.
Com’è noto infatti, un ristretto gruppo appartenente al Movimento Libertario, ha seminato ("illecitamente", come sottolineato dal Ministero delle Politiche Agricole) mais MON810 in provincia di Pordenone e nonostante l'evidenza non si è intervenuto per arrestare la contaminazione. Il Decreto interministeriale concede alle Regioni diciotto mesi di tempo per definire le necessarie misure per assicurare la “coesistenza” tra mais tradizionale e mais OGM.
La Regione Friuli Venezia Giulia ha discusso all'inizio di quest'anno (2014) l'approvazione del regolamento regionale sulla "coesistenza" tra Ogm e colture convenzionali e biologiche, che ha poi notificato alla Commissione Europea prima della definitiva emanazione. Nell'attesa che il regolamento passi il vaglio della Commissione Europea, sapendo comunque che, a detta del vice Presidente Bolzonello nonchè assessore incaricato, le sue stringenti norme impediranno di fatto la messa a coltura dei transgenici, la Regione Friuli V.G. ha approvato il marzo scorso (2014) una MORATORIA DI 12 MESI con sanzioni fino a 50mila euro e ordine di distruzione delle colture illegali eventualmente impiantate nel frattempo, questo fintantoché l'Europa deciderà, fors'anche per l'autodeterminazione degli stati membri, in materia. Dunque da marzo (2014) il Friuli Venezia Giulia è la regione italiana con più strumenti per districarsi nel ginepraio delle norme, e delle "non scelte" europee, e nell'ipocrisia di quelle italiane. Il Friuli V.G. è anche la regione più avanti sulla strada di un' Agricoltura OGM-FREE. Non si è assolutamente trattato di una scelta idelogica, ma dell'applicazione di un principio di precauzione e di una scelta politica: l'agroalimentare italiano e quello regionale possono competere soltanto sulla TIPICITÀ e sulla QUALITÀ dei propri prodotti, sulle filiere corte e sulla diffusione dell'agricoltura biologica. Gli OGM non possono avere cittadinanza in un sistema agricolo come quello italiano che punta sulla qualità. “Un aspetto rilevante riguarda l’introduzione delle sanzioni: un chiaro segnale che la Regione manda anche a livello nazionale, dato che il decreto interministeriale dello scorso luglio non prevedeva alcun apparato sanzionatorio rivelando quindi, di fatto, la propria inapplicabilità. In tal senso sarà importante una forte azione di monitoraggio da parte del Corpo Forestale regionale soprattutto in un’ottica di prevenzione”. Alessio Gratton, consigliere e Presidente della II Commissione (agricoltura e foreste..) del Consiglio Regionale del Friuli V.G. Ora bisogna vigilare che non avvengano semine abusive transgeniche sul territorio. E' necessario che la Regione appronti un piano di vigilanza, controllo e sanzionamento di tutte le violazioni. In tal senso è importante mantere un buon coordinamento con il Corpo Forestale regionale, affinchè si svolga una forte azione di monitoraggio soprattutto in un’ottica di prevenzione. Inoltre "..In questa battaglia contro gli Ogm è importante l’aiuto e l’intervento delle istituzioni e del Governo attraverso interventi mirati per tracciare la strada verso un modello agricolo che sia basato sulla qualità delle produzioni locali e soprattutto sulla varietà e l’utilizzo di sementi autoctone"(Elia Mioni, presidente di Legambiente Friuli Venezia Giulia: http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/mais-ogm-il-friuli-venezia-giulia-verso-laddio-definitivo/).
L'attuale Ministro delle Politiche agricole in carica, Maurizio Martina, ha dichiarato nel marzo 2014 che: "L'Italia non ha bisogno di Ogm" puntando ad "un marchio Italia sui prodotti dop per rafforzare un settore di eccellenza che entro il 2020 potrebbe far crescere il Pil di più di 6 miliardi". (http://www.repubblica.it/ambiente/2014/03/18/news/martina-81287068/).
Da segnalare anche le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti di aprile 2014: "...La difesa a oltranza delle coltivazioni biologiche e tradizionali dalla possibile contaminazione ogm reiterando, se necessario, il decreto di blocco delle coltivazioni transgeniche..."
Potremmo anche pensare, come stato italiano, di emulare o copiare gli altri 8 stati UE (sono otto in quanto la Francia ha da poco riconfermato*) che hanno scelto con saggezza la CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA.
*(http://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do;jsessionid=DC2862A36ED34B5DF110EF67E611E582.tpdjo06v_3?cidTexte=JORFTEXT000028724829&dateTexte&oldAction=rechJO&categorieLien=id&idJO=JORFCONT000028724513)
RIASSUMENDO: Attualmente nella regione Friuli V.G. per 12 mesi (a partire dal marzo 2014) VIGE la MORATORIA, ed inoltre, per ciò che concerne le semine sperimentali di transgenici in pieno campo, esse devono ottemperare alle disposizioni della LR 5/2011 art 2 bis: "Nel territorio regionale possono essere effettuate emissioni di OGM a fini sperimentali purché autorizzate, ai sensi del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224 (Attuazione della direttiva 2001/18/CE concernente l'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati), al fine di impedire il rilascio e la diffusione di materiale genetico modificato e la conseguente commistione delle colture convenzionali e biologiche."
b) Ogm, sentenza storica: il Tar dice no alle semine di mais Monsanto in Italia
FINALMENTE il 23 aprile 2014 il Tar del Lazio si è espresso contro il ricorso dell'agricoltore pro-OGM che voleva seminare liberamente mais OGMtransgenico prodotto della Monsanto. La sentenza del Tar si rifà al principio di precauzione in quanto sono state evidenziate le conseguenze potenzialmente negative per l’ambiente derivanti dalla contaminazione del mais Mon 810. Pertanto la sentenza conferma definitivamente il divieto di coltivazione in Italia. L'agricoltura italiana resta dunque libera dagli Ogm come chiede il 76% e più degli italiani! "Questa sentenza serve innanzitutto a ripristinare la legalità : nessuno può coltivare impunemente Ogm in Italia. Il Governo Italiano s’impegni quindi nel semestre europeo affinché l’Ue adotti una nuova regolamentazione che consenta agli Stati membri di vietare coltivazioni Ogm anche per ragioni economico-sociali"! Le due sentenze del TAR del Lazio: sono la numero 04410/2014 (rigetto del ricorso numero 10302/2013 di Fidenato) e la numero 4411/2014 (rigetto del ricorso numero 09965/2013 di Dalla Libera).
“Legambiente non ha dubbi: «E’ una sentenza storica. L’Italia è libera da Ogm. Una grande vittoria per l’agricoltura italiana di qualità». La decisione del Tar del Lazio che ha confutato tutte le motivazioni dell’agricoltore friulano Fidenato, che voleva seminare liberamente mais biotech, cosa che avrebbe dovuto far cadere il decreto interministeriale di agosto per il quale “la coltivazione di varietà di mais Mon 810, proveniente da sementi geneticamente modificate è vietata nel territorio nazionale fino all’adozione di misure comunitarie di cui all’art.54, comma 3, del Regolamento CE 178/2002 e comunque non oltre diciotto mesi dalla data del presente provvedimento”.
Legambiente sottolinea che «La sentenza del Tar si rifà al principio di precauzione in quanto sono state evidenziate le conseguenze potenzialmente negative per l’ambiente derivanti dalla contaminazione del mais Mon 810».
Secondo il presidente nazionale del Cigno Verde, Vittorio Cogliati Dezza, «Questa sentenza serve innanzitutto a ripristinare la legalità : nessuno può coltivare impunemente Ogm in Italia. Il Governo Italiano s’impegni quindi nel semestre europeo affinché l’Ue adotti una nuova regolamentazione che consenta agli Stati membri di vietare coltivazioni Ogm anche per ragioni economico-sociali».
Anche Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera, plaude alla sentenza con cui il Tar del Lazio «ha bocciato il ricorso, francamente pretestuoso, di Fidenato. Con il pronunciamento di oggi si scrive una bella pagina a tutela della nostra agricoltura e del made in Italy di qualità. Al di là di motivazioni di ordine ambientale e sanitario, infatti, la scelta Ogm è completamente sbagliata per l’Italia. Il futuro della nostra agricoltura non è certo legato agli organismi transgenici, ma alla qualità, al territorio, alle tipicità, alla tracciabilità dei nostri prodotti. L’agricoltura italiana è un settore da Guinness, con i suoi 263 prodotti tipici, oltre un milione di ettari condotti con metodo biologico e un export che nel 2013 ha fatto segnare il record di 33 miliardi di euro. Un settore che è cresciuto nel segno della qualità, che da un contributo importante all’attrattività del made in Italy nel mondo e che non può che svilupparsi ulteriormente scegliendo la via dell’eccellenza».
Le 39 associazioni della task force per un’Italia libera da Ogm non hanno mancato di dirsi «pienamente soddisfatte della sentenza per la sua chiarezza espositiva e soprattutto perché rimette al centro della questione Ogm il principio invalicabile di precauzione», mentre Francesco Ferrante – candidato nella lista Green Italia Verdi Europei per le prossime elezioni europee – si spinge a disegnare su questo fronte anche la necessità di un forte impegno italiano nell’imminenza del semestre europeo sotto la nostra presidenza. «Il tribunale amministrativo – afferma Ferrante – ha fatto valere innanzitutto una questione di legalità, mettendo nero su bianco il fatto che seminare Ogm in Italia è un reato. Grazie anche all’impegno della task force ‘Per un’Italia libera da Ogm’ il nostro Paese può mantenere integro il suo patrimonio dell’agroalimentare, e sarebbe molto importante che il governo italiano durante la presidenza del semestre europeo si attivi per l’adozione di una nuova regolamentazione che consenta il divieto di coltivazioni Ogm a tutti gli stati dell’Unione»
http://www.greenreport.it/news/ogm-sentenza-storica-tar-dice-alle-semine-mais-monsanto-in-italia/
«La sentenza del Tar del Lazio mette la parola fine alle polemiche sulle coltivazioni di mais Mon810 in Italia. Da oggi sarà più facile tutelare la nostra agricoltura e il made in Italy di qualità». Lo afferma la deputata friulana di Sel, Serena Pellegrino, commentando la sentenza.
«Ancora una volta - aggiunge - è dovuta intervenire la magistratura e non la politica, su di un tema che riguarda i diritti di tutti. Una supplenza che dimostra come ci sia stata una sorta di standby trasversale di molti politici per vedere se convenisse o no insistere sul tema. Ringrazio l'ex ministro Orlando per aver creduto nella possibilità di trovare una soluzione». Ora «per evitare nuovi casi come quello del Friuli Venezia Giulia, il governo si attivi affinchè il semestre di Presidenza italiana dell'UE affronti il tema delle coltivazioni geneticamente modificate in ambito europeo. Non è più possibile accettare legislazioni diverse in paesi confinanti, ma è necessario un pronunciamento unico da parte di tutti gli stati europei». Il governo, conclude la deputata di Sel, «metta definitivamente una pietra sopra alla possibilità di coltivare mais transgenico e estenda anche ad altri tipi di coltivazioni transgeniche il divieto». http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2014/04/24/news/il-tar-boccia-il-ricorso-stop-alle-semine-ogm-1.9101284
Vediamo finalmente da vicino cos'è allora questo mais transgenico MON810 prodotto dalla multinazionale Monsanto. Si tratta di un evento ("trait") transgenico che innesta nel genoma del mais la capacità di produrre una tossina in grado di uccidere alcuni parassiti della pianta. La tossina è una delle numerose varianti tra quelle prodotte da un batterio, il Bacillus turingensis (Bt: per questo si parla di mais "Bt”). In particolare, questa variante ("Cry 1Ab") dovrebbe selettivamente uccidere un parassita del mais: Ostrinia nubilalis. E' importante notare che le spore del Bt sono uno strumento utilizzato in agricoltura biologica per combattere gli insetti infestanti. Tuttavia, e qui sta la fondamentale differenza, le “modalita'” dell’utilizzo sono molto diverse. In primo luogo in agricoltura biologica, le spore del Bt sono utilizzate quando l’infestazione è in corso. In secondo luogo, le spore contengono una pro-tossina, che si attiva in una tossina efficace solo quando la pro-tossina è ingerita da un insetto “target”. Senza questa attivazione, estremamente specifica, la pro-tossina è inefficace.
Invece l’effetto di una coltura di mais transgenico Bt è quella di inondare l’ambiente con una tossina continuamente attiva che rischia di colpire insetti innocui comprese specie “utili” (ad esempio predatori che controllano le popolazioni di insetti infestanti) e specie a rischio. Inoltre, poichè la tossina e rilasciata nell’ambiente circostante, attorno al campo OGM si crea un “alone” con dosi decrescenti di tossina attiva: le condizioni ideali per far sviluppare una resistenza alla tossina negli insetti “target”. Con la conseguenza di rendere inutilizzabile per gli agricoltori un importante strumento di controllo delle infestazioni cha ha il vantaggio di impatti ambientali praticamente nulli.
d) Come è stato autorizzato il MON810
Il MON810 è l’unico mais OGM autorizzato nell’UE, dal 1998 Siamo alla preistoria degli OGM in Europa e si suppone che da allora avremmo dovuto adottare misure piu efficaci per la valutazione e gestione dei rischi degli OGM. Otto Stati Membri hanno attivato misure (Clausola di Salvaguardia) volte a vietare la coltivazione di questo mais transgenico MON 810 (Francia, Germania, Lussemburgo, Austria, Grecia, Ungheria, Bulgaria e Polonia) che, nonostante eclatanti annunci della lobby pro OGM, ha “raggiunto” un record piuttosto scarso di superficie coltivata: meno di 115 mila ettari prevalentemente in Spagna. Altri Paesi in cui si coltiva questo mais sono Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Romania e Portogallo. Per fare un confronto, solo in Italia si coltiva mais convenzionale e biologico in circa un milione di ettari.
Nel 2007, Monsanto chiede in pratica il “rinnovo” dell’autorizzazione. In attesa di decisioni al riguardo, il prodotto continua a essere autorizzato. A seguito della richiesta di rinnovo, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha emesso un primo parere, nel giugno 2009. Il parere, adottato sulla base delle “vecchie” linee guida dell’EFSA sulla valutazione del rischio OGM, era sostanzialmente favorevole.
Ma le cose cambiano. Nel 2010, l’EFSA adotta nuove linee guida per le valutazioni degli OGM e sulla base di queste linee guida valuta un altro “mais Bt”, il "Bt11" che ha “problematiche” che sono assolutamente identiche a quelle del MON810. Il risultato è ribaltato: l’EFSA sottolinea la presenza di rischi ambientali associati alla coltivazione del mais Bt. Guarda caso, nel 2011 l’EFSA conferma esattamente quello che molti (compreso Greenpeace) sostengono almeno dalla metà degli anni ’90:
- l’insorgenza di resistenza alla tossina Cry1Ab nelle specie bersaglio con la conseguenza di un maggior uso di pesticidi e quindi con un impatto ambientale non irrilevante;
- la riduzione di specie di farfalle che non solo non sono parassiti del mais, ma sono anche, in alcuni casi, specie protette: queste farfalle (o meglio i loro bruchi) sono esposti al polline “contaminato” dalla tossina Bt che si deposita sulle piante che le ospitano.
Abbiamo quindi due mais OGM simili e due valutazioni di rischio (una su linee guida sorpassate, l’altra su basi piu aggiornate) opposte. Ulteriori pubblicazioni scientifiche (non disponibili al momento della valutazione EFSA del "Bt11") confermano il rischio.
Vediamo di che si tratta.
- Diffusione della tossina Bt: i frammenti di mais OGM si disperdono dopo la raccolta e sono stati rinvenuti nell’86 % dei 227 siti della rete idrografica monitorata. La tossina Cry1Ab e stata trovata nel 13 % dei corsi d’acqua e nel 23 % delle colonne d’acqua analizzate (Tank et al., 2010)
- Persistenza della tossina Bt: è stata dimostrata l’alta stabilita della tossina Cry1Ab che potrebbe spiegare la persistenza della sua tossicità (Sander et al., 2010). La persistenza della tossicità in acqua (nei frammenti di foglie di mais, sei mesi dopo il raccolto) è stata dimostrata dal citato studio di Tank et al. (2010).
- Comparsa della resistenza negli organismi bersaglio: è stata dimostrata la comparsa di resistenza alla Cry1Ab in Busseola fusca (Kruger et al. 2009 e 2011) e Spadoptera frugiperda (Storer et al., 2010). La resistenza può insorgere (B. Fusca) nonostante siano state attuate apposite strategie di prevenzione come quella di lasciare aree di mais non OGM (rifugi) tra i campi transgenici.
- Incremento di altri parassiti (non bersaglio): il MON810 favorisce la sopravvivenza di Striacosta albicosta (una farfalla Noctuidae) “nuovo” parassita del mais (Dorhout e Rice, 2010). La cicalina (Dalbulus maidis, un emittero), un altro parassita del mais, si sviluppa maggiormente nei campi di mais Bt che in quelli non Bt (Virla et al., 2010).
Inoltre, sul cotone Bt, in Cina, è stata registrata una “epidemia” di miridi (Lu et al. 2010).
- Impatto su specie predatrici di parassiti del mais (non bersaglio): eliminando completamente le popolazioni di Ostrinia nubilalis, il mais Bt elimina anche gli insetti che la predano come le vespe appartenenti ai Braconidae e Ichneumonidae (Marvier et al., 2007; Wolfenbarger et al., 2008; Naranjo, 2009).
- Impatto su altre specie (non bersaglio): in laboratorio, sono stati dimostrati “effetti avversi” sul crostaceo acquatico Daphnia magna, un organismo “modello” per gli studi ecotossicologici, nutrito con frammenti di mais Bt (Bohn et al., 2010). Sempre in laboratorio, sono stati verificati effetti negativi del MON810 sulla lumaca Cantareus aspersus (Kramarz et al., 2009). Ancor più preoccupanti i rischi (sottolineati anche dalla valutazione dell’EFSA sul mais Bt11 che cita Lang e Otto, 2010 e Perry et al. 2010, 2011) su specie di farfalle non bersaglio, i cui bruchi possono ingerire polline di mais Bt (contenente la tossina Cry1Ab). Secondo EFSA, la mortalità “locale”
(presso il campo OGM) potrebbe arrivare al 100% nelle condizioni piu sfavorevoli.
Queste preoccupazioni sono state confermate da uno studio piu recente* (non citato nel dossier inviato alla Commissione Europea) che conferma la complessità dei sistemi viventi e quindi delle relative valutazioni di rischio. In breve, gli autori concludono che i bruchi della Vanessa Io (Inachis io) sono esposti al rischio dell’ingestione di polline Bt (sulla superficie delle foglie di ortica di cui si nutrono…) a causa del particolare ciclo vitale (un ciclo “doppio”, con due generazioni per anno) di
questa specie vulnerabile nell’Europa centrale e meridionale. Nel nord Europa, dove la specie compie un solo ciclo annuo, i rischi sono molto inferiori perchè la dispersione del polline del mais è asincrona rispetto alla presenza dei bruchi.
Nell’Europa centrale e meridionale invece la seconda generazione dei bruchi è presente sulle foglie d’ortica quando queste sono “ricoperte” dal polline del mais e sono quindi a rischio! Ovviamente, questo studio si focalizza su una singola specie (importante, perchè vulnerabile), ma gli autori sottolineano che, ad esempio, in Austria il 70 % delle specie di farfalle è presente nelle aree agricole.
Conclusioni
Il mais Bt, compreso il MON810, è un rischio evidente per l’ambiente e per i sistemi agricoli, non solo in Italia, ma in tutta Europa. L’adozione di misure d’emergenza per bloccarne la coltivazione nel nostro Paese è stato solo un primo passo. L’esperienza del mais Bt, e del MON810 in particolare, mostra che troppi “effetti indesiderati” sono stati scoperti dopo che le autorizzazioni sono state concesse (anche se, a dire il vero, gran parte dei rischi erano stati da subito identificati). Non possiamo aspettare, ogni volta, di scoprire “dopo” quello che abbiamo combinato. Gli OGM sono un rischio inutile e inaccettabile, non offrono vantaggi significativi a nessuno se non alle aziende che li brevettano.
* N. Holst et al. Increased mortality is predicted of Inachis io larvae caused by Bt-maize pollen in European farmland. Ecological Modelling 250 (2013) 126– 133 http://hejdagmo.files.wordpress.com/2011/06/increased-mortality-is-predicted-of-inachis-io-larvae-caused-by-bt-maize-pollen.pdf
e anche: http://www.researchgate.net/publication/235915936_Increased_mortality_is_predicted_of_Inachis_io_larvae_caused_by_Bt-maize_pollen_in_European_farmland
*** http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2013/agricoltura/MON810-2013-briefing.pdf
f) Disposizioni relative all'impiego di organismi geneticamente modificati (OGM) in agricoltura. LEGGE REGIONALE 8 aprile 2011, numero 5
- SEGUITO DELL’ “AFFAIRE” OGM IN FRIULI V.G. a partire da maggio 2014
1) Nuova semina di mais Ogm in Friuli. Pellegrino: «E la Regione che fa?»
«È una violazione delle norme regionali e nazionali» [23 maggio 2014]
È stato reso noto dal Ministero delle Politiche agricole che il 17 aprile nel Comune di Vivaro è stato nuovamente seminato mais geneticamente modificato. La Regione Friuli Venezia Giulia ne ha avuto comunicazione e l’ha girata al Ministero per le politiche agricole, che ha avuto modo di rendere pubblica l’informazione in Parlamento e pronunciarsi sull’argomento, ricordando che la competenza ad intervenire è di livello regionale. Siamo in attesa di capire in che modo la Regione intende agire nei confronti dell’iniziativa. Infatti, se è ben vero che non sussiste per ora il problema della contaminazione da pollini, visto che le piante sono lontane dalla fioritura, l’aver effettuato la semina costituisce innanzitutto violazione delle norme regionali e nazionali che vietano la coltivazione di mais OGM.
Ed è inoltre manifestazione di aperto dispregio ideologico – giocato sul tavolo dove si misurano gli immensi poteri economici e gli altrettanto immensi diritti delle persone che il legislatore italiano vuole tutelare – della volontà dei cittadini in materia di ambiente, agricoltura, alimentazione, salute.
di Serena Pellegrino, componente della commissione Ambiente della Camera
http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/nuova-semina-mais-ogm-in-friuli-pellegrino-regione-fa/
2) Agenti del corpo forestale passano allo scanner i campi sospettati di semine transgeniche
La forestale sta controllando a tappeto i campi dove agricoltori pro-OGM dicono di aver nuovamente e malgrado i divieti, messo a dimora i semi transgenici. Auspichiamo che stavolta, forti del decreto interministeriale del luglio 2013 e del recente pronunciamento del TAR del Lazio che ha detto NO alle semine del mais della Monsanto MON 810, se accertato quanto sopra, si passi al totale sequestro dei campi inquinati e alla distruzione completa e definitiva del materiale transgenico eventualmente rinvenuto. http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/06/05/news/ogm-controlli-a-tappeto-nei-campi-della-regione-1.9366181
3) “Il 12 giugno 2014, il Consiglio di Stato è chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di sospensiva a seguito dell’impugnazione della sentenza del Tar Lazio da parte della Monsanto sotto le mentite spoglie del Sig. Fidenato che, dopo essersi fatto beffa del Decreto interministeriale, ha nuovamente e provocatoriamente violato anche la sentenza del Tribunale Amministrativo del Lazio, seminando nuovamente mais geneticamente modificato, in Friuli Venezia Giulia.
Oggi la Regione Friuli, ha tutti gli strumenti tecnici e giuridici per intervenire tempestivamente in virtù del Decreto interministeriale, confermato e potenziato dalla sentenza del TAR e della sua legge regionale recentemente approvata. Ci attendiamo quindi un intervento tempestivo, forte e chiaro, perché non ci possono più essere alibi che risulterebbero solo come omissione di atti d’ufficio, su cui tutto il movimento è pronto ad intervenire.”
http://www.aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2704:massima-attenzione-sulla-questione-ogm&catid=187:ban-6-giugno-2014&Itemid=163
4) "Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar del Lazio di bloccare le semine biotech in Friuli rinviando la definitiva decisione nel merito al 4 dicembre quando di fatto sarà già in vigore la normativa europea che lascia la libertà di non coltivare Ogm ai singoli Stati Membri. Nel frattempo, infatti, a Lussemburgo, i ministri dell'ambiente dell'Ue, dopo quattro anni di dibattiti, hanno stabilito di consentire ai singoli Paesi autonomia nella scelta se coltivare o vietare - parzialmente o completamente - gli Ogm sul loro territorio. La palla passa alla presidenza italiana per trovare un accordo legislativo con il nuovo Parlamento europeo. Il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, in sede comunitaria ha ribadito il no dell'Italia e lo ha anche twittato: "A Lussemburgo per Consiglio Ambiente Ue, ribadisco No Italia a Ogm. Partita da vincere, come quelle di #Brasil2014". "Chiedo a ogni Paese Ue un aiuto per arrivare a chiudere entro la fine dell'anno il dossier sulla libertà di coltivazione o meno degli Ogm, dopo l'accordo politico raggiunto con due sole astensioni, quella di Belgio e Lussemburgo”, ha ribadito Galletti. Da parte dell'Italia "c'é il massimo impegno a chiudere la questione. E credo - ha detto - che se riuscissimo a ottenere questo obiettivo, daremo un segnale molto forte ai nostri Paesi anche sull'unità dell'Europa".
Intanto sui campioni prelevati dal Corpo Forestale sui campi friulani seminati a presunti OGM, s'è arrivati a conclusione analisi? Cosa s'è trovato? E se si è trovato materiale transgenico si sanzionerà?
http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Ogm-points-_confermato_il_divieto_di_semina/2/132949
5) Multa da 40 mila euro per le semine Ogm
Dopo i controlli arrivano le sanzioni ad opera del Corpo forestale dello Stato
PORDENONE. Dopo i controlli arrivano le multe. Il Corpo forestale dello Stato ha comminato a Giorgio Fidenato, l’agricoltore che da anni conduce la sua battaglia a favore delle semine Ogm in Friuli, quattro sanzioni del valore di 10 mila euro ciascuna. Una per ogni appezzamento Le sanzioni non sono l’unico provvedimento che dovrebbe colpire Fidenato. A giorni, infatti, potrebbe arrivare dalla direzione regionale alle politiche agricole l’ordinanza che impone la distruzione – secondo precise procedure disciplinate dalla legge regionale – delle colture che Fidenato sta continuando a coltivare. Intanto il coordinamento tutela biodiversità del Fvg incalza: «Ci preoccupa la totale assenza di una risposta critica da parte dell'Ersa a queste continue pagliacciate – si legge in una nota riferita alla dimostrazione fatta a Colloredo – O forse i nostri enti pubblici sono celatamente interessati e coinvolti? E’ questa la ricerca che come contribuenti dovremmo finanziare? Se vogliono dimostrare il contrario distruggano immediatamente quelle illegali colture Ogm e pongano fine a questa commedia che si protrae ormai da troppo tempo». http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/06/14/news/a-fidenato-multa-da-40-mila-euro-per-le-semine-ogm-1.9423540
6) Semine Ogm, esposto in Procura a Udine e Pordenone
UDINE. I deputati di Sel Serena Pellegrino Franco Bordo hanno presentato alle Procure della Repubblica di Pordenone e di Udine un esposto per chiedere se sia ravvisabile ipotesi di reato nelle avvenute semine di mais Ogm nelle campagne di Vivaro, Mereto di Tomba e Colloredo di Montalbano. “L’apparato normativo su cui possiamo far conto nel rivolgerci alla Magistratura è una costruzione solida e non ci sono passaggi segreti e porte di servizio per interpretazioni che si discostino dal divieto di coltivare mais Ogm in Friuli Venezia Giulia e in Italia. Dico questo perché le norme nazionali e quelle regionali si incastrano l’una nell’altra senza falle, e l’interrogazione parlamentare presentata recentemente da Franco Bordo ha illustrato perfettamente il meccanismo di cui disponiamo. Ulteriore conferma di questa situazione è giunta proprio nei giorni scorsi da Palazzo Spada, attraverso il rigetto dell’istanza di sospensiva della sentenza del Tar del Lazio con la quale due mesi fa è stato bloccato l’ennesimo assalto al divieto di coltivazioni transgeniche stabilito con decreto interministeriale a luglio dell’anno scorso. Assodata la sincronia dei meccanismi giuridici sul problema della coltivazione degli Ogm abbiamo letto con entusiasmo la sentenza del Consiglio di Stato, pochi giorni fa, nella quale ci viene ricordato che la tutela dell’ambiente è imposta da precetti costituzionali ed assurge a valore primario ed assoluto, con la conseguenza che il diritto all’ambiente, quale espressione della personalità individuale e sociale, costituisce un limite ai princìpi d’iniziativa privata previsti dagli artt. 41 e 42 della Costituzione. Se a ciò si aggiunge la prospettiva che i ministri dell’ambiente europei hanno definito pochi giorni fa e sulla quale ora si attende un proficuo lavoro da parte dei parlamentari a Strasburgo per realizzare effettivamente la libertà per ogni Stato membro di non accettare coltivazioni di Ogm, direi che l’orizzonte su cui , in ultima analisi, si svolge il conflitto tra i diritti e le libertà da un lato e gli interessi economici delle multinazionali dall’altro, è ormai privo di ombre. L’iniziativa di Franco Bordo e mia ha un’altra motivazione che risiede nella necessità di avviare azioni sanzionatorie anche per impedire le operazioni di protesta che si verificano nei campi dove cresce il mais ogm: impossibili da giustificare, le azioni che clamorosamente esprimono il dissenso alle semine nelle campagne friulane non avranno più nemmeno ragione di esistere nel momento in cui l’illegittimità di quelle coltivazioni sarà sancita e perseguita penalmente dalla magistratura e sanzionata in via amministrativa con gli strumenti di cui la Regione FVG si è opportunamente attrezzata.
*Serena Pellegrino (Sel), componente della Commissione Ambiente
*I deputati di Sinistra Ecologia Libertà Serena Pellegrino, componente della Commissione Ambiente e Franco Bordo, componente della Commissione Agricoltura, hanno presentato alle Procure della Repubblica di Pordenone e di Udine un esposto per chiedere se sia ravvisabile ipotesi di reato nelle avvenute semine di mais Ogm nelle campagne di Vivaro, Mereto di Tomba e Colloredo di Montalbano. 16 giugno 2014 - See more at: http://www.greenreport.it/news/consumi/ogm-esposto-sel-per-avviare-indagini-in-friuli/#sthash.6Ng1DktN.dpuf e: http://www.greenreport.it/news/consumi/ogm-esposto-sel-per-avviare-indagini-in-friuli/
7) Fvg: rimozione forzata degli Ogm. Il vicepresidente Bolzonello ha dato cinque giorni di tempo per l’estirpazione delle colture geneticamente modificate
ERA ORA! “Il vicepresidente e assessore alle risorse agricole e forestali Sergio Bolzonello ha confermato oggi, incontrando a Trieste i rappresentanti del coordinamento delle associazioni No Ogm, che la Regione, nella giornata odierna, ha emesso l'ordinanza di rimozione delle colture Ogm presenti in Friuli Venezia Giulia, con l'indicazione del termine di cinque giorni per l'estirpo.
Nel momento in cui, ha osservato il vicepresidente Bolzonello, l'estirpo delle colture non avesse luogo, verrà indirizzata una comunicazione in merito alla Procura della Repubblica ed "autonomamente - ha dichiarato - il corpo Forestale regionale provvederà alla rimozione delle stesse. La Regione, dunque, ha espletato tutti i passi che doveva e poteva compiere per ribadire la sua posizione no-Ogm; nel prossimo semestre Ue, a presidenza italiana, auspichiamo vengano concretizzate le annunciate direttive comunitarie affinché ciascun Paese europeo possa legiferare proprie norme in merito alle coltivazioni Ogm", ha concluso Bolzonello. I rappresentanti delle associazioni No Ogm hanno espresso oggi il loro apprezzamento per le decisioni assunte dalla Regione. 26/06/2014 http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Fvg-points-_rimozione_forzata_degli_Ogm/2/133418
8) ORDINE DI RIMOZIONE SEMINE TRANSGENICHE ILLEGALI
«Mercoledì 9 luglio – si legge nell’ordine firmato dal direttore del Servizio regionale, Massimo Stroppa – a partire dalle 9 l’amministrazione regionale, direttamente o tramite terzi, provvederà alla rimozione delle coltivazioni, effettuate in violazione dell’articolo 1 comma 1 della legge regionale 5/2014». L’atto relativo alla coltivazione di Colloredo – circa seimila metri quadri – evidenzia che i sopralluoghi fatti nelle vicinanze dei terreni seminati a mais transgenico «hanno confermato la presenza di campi di mais convenzionale posti a meno di 600 metri dalle coltivazioni Ogm e che si trovano in stadio fenologico compatibile con la possibile impollinazione incrociata con la coltura Mon 810 in atto per la quale è prevista la fioritura dalla seconda settimana di luglio». Medesimo ordine è arrivato per Mereto di Tomba mentre a Vivaro ci hanno pensato i disobbedienti ad abbattere le piante. Le ultime superstiti sono state già trebbiate secondo le disposizioni della Regione. http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/07/08/news/ogm-la-regione-ordina-la-rimozione-fidenato-fa-muro-1.9560073
9) “L’ecologia non può aspettare i tempi della burocrazia, si ripristini subito la legalità”.
“Oggi (9-07-14) tutto si sarebbe dovuto concludere riguardo alla vicenda friulana degli OGM e con essa il rischio di contaminazione dei campi limitrofi.
Invece il campetto di Colloredo di Montalbano è ancora lì, con le piante che vanno velocemente incontro alla fioritura, rendendo così concreto il rischio di contaminazione dei campi vicini. Tale rischio è reale e comprovato, dichiarato anche dai sostenitori del Mon 810 nelle loro “cosiddette sperimentazioni” degli scorsi anni. La Task Force regionale NO OGM (formata da AIAB, Aprobio, ISDE, Legambiente, WWF) chiede una rapida azione al riguardo e sollecita la magistratura, cui ora è stata demandata la decisione su come gestire il campo di Colloredo, a provvedere al più presto (in quanto la fioritura è imminente) al sequestro in modo da evitare ogni rischio e alleggerire la tensione. La Task Force suggerisce anche alla Regione di verificare l’eventuale presenza di Mon 810 nei campi degli alfieri che si sono schierati a protezione dell’appezzamento di Fidenato, perché tanto ardore nel perorarne la causa lascia spazio a più di un dubbio.” http://www.ilgiornaledelfriuli.net/cron/ogm-si-ripristini-legalita-lecologia-non-puo-aspettare-i-tempi-burocrazia/
Tuttavia “Il Corpo forestale regionale del Friuli Venezia Giulia il 9 Luglio ha distrutto il campo di mais Ogm seminato da Giorgio Fidenato, terreno di circa 100 metri quadri nella zona di Mereto di Tomba (Udine)....“La mietitrebbia della Forestale che ha distrutto il mais Ogm seminato illegalmente da Giorgio Fidenato in circa 100 metri quadri nel terreno in provincia di Udine, rappresenta plasticamente la vittoria della legalità e dello Stato di diritto sul tentativo di aggirare le regole in spregio delle ragioni della sicurezza ambientale e alimentare”. Questo è il commento di Francesco Ferrante, esponente di Green Italia. Ferrante continua. “Quella di oggi è una buona notizia per le migliaia le aziende che puntano su un’agricoltura di qualità legata alle varietà delle coltivazioni, ai presidi delle biodiversità e dei territori. Infatti al di al di là dei rischi di carattere ambientale e sanitario legati all’uso degli OGM –continua l’esponente di Green Italia –la scelta degli organismi transgenici è in evidente contraddizione con la missione dell’Italia, che è legata alla qualità. Il futuro dell’agricoltura è legato al territorio, alle tipicità, alla tracciabilità dei prodotti e l’Italia vanta il primato europeo di produzioni di qualità e prodotti riconosciuti”.
“In Italia coltivazioni Ogm legali non avranno luogo, se ne facciano una ragione tutti coloro che per ragioni di convenienza o per un distorto concetto di progresso si stracceranno le vesti per l’opera meritoria della trebbiatrice della Forestale”. Finalmente si iniziano a vedere i primi frutti delle estenuanti battaglie giudiziarie degli ultimi mesi intraprese dalla Task Force NO OGM e questo primo e positivo risultato dimostra dell’efficacia dell’impegno ma anche della forza d'azione ancora necessaria da imprimere alla nostra “battaglia". http://www.aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2746:distrutto-il-primo-campo-illegale-di-ogm-italiano&catid=192:bioagricoltura-notizie-11-luglio-2014&Itemid=163
10) A noi sembra incomprensibile che pur in presenza di leggi specifiche hanno deciso di non decidere
Udine, 15 luglio 2014. Un vertice presso la Procura della Repubblica di Udine alla presenza dei Corpi forestali dello Stato e della Regione sulla vicenda delle semine illegali di mais Mon810 avrebbe deciso di non decidere. AIAB, Aprobio, ISDE, Legambiente e WWF scrivono alla Procura chiedendo di applicare il Decreto Ministeriale 12 luglio 2013 nonché la Legge Regionale 5/2014 e avvertono che a Colloredo è imminente la dispersione del polline OGM in assenza di controlli e prevenzione di danni a terzi.
Come spesso accade le tematiche della sostenibilità e della tutela ambientale così finiscono per impattare con il degrado del contesto sociale ed istituzionale italiano nel quale crescono ed imputridiscono. Dopo l’ILVA, il MOSE, la TAV e mille altre vicende tocca ora alle semine illegittime di mais transgenico in Friuli.
Se quanto sembra si sia deciso diventerà la scelta operativa finale delle istituzioni, e cioè che in nome di questo o quel cavillo, più o meno oggetto di dubbio o di diversa interpretazione, tutti “si gireranno dall’altra parte”, facendo finta di non vedere, non sapere e non sentire, l’unico risultato sarà che chi, come i seminatori abusivi di sementi transgeniche che con tutta evidenza non sono uno solo, opera scelte di forza e mette tutti di fronte al fatto compiuto ha comunque ragione, è impunito, e vince “per abbandono del terreno di gioco” da parte di chi dovrebbe fare le leggi, dovrebbe farle applicare e dovrebbe punire chi non le rispetta.
È la legge del più forte e del più furbo che ha devastato questo Paese a partire dagli abusi edilizi per finire con quelle opere pubbliche commissionate solo perché producono tangenti e ruberie a danno dei bilanci pubblici. Ed è chiaro che a pagare sono sempre i più deboli e quelli che, invece, credono nel rispetto delle leggi.
Queste associazioni intendono segnalare, a chi se ne sia dimenticato, che è proprio a partire da comportamenti come questi che trova giustificazione chi sceglie l’azione diretta nei campi per la distruzione del seminato. Azioni che non abbiamo mai condiviso, promosso o giustificato. Ma che rischiano così di diventare “oggettivamente” l’unica alternativa alla prepotenza dei seminatori illegittimi e delle multinazionali della manipolazione genetica.
Si vuole convincere tutti che farsi giustizia da sé sia l’unica strada che rimane? Si vuole la contrapposizione frontale fra pezzi di società che hanno opinioni diverse? Si vuole che la gestione del principio di precauzione e la decisione sui modelli futuri dell’agricoltura italiana sia lasciata alla prepotenza di 200 seminatori illegali di sementi OGM? Task Force regionale NO OGM
- In seguito alla mancata distruzione delle colture a mais Ogm nei terreni di proprietà dell'agricoltore Giorgio Fidenato, a Colloredo Di Monte Albano, la task force per un’Italia libera da Ogm, e di cui fa parte anche Movimento Consumatori, ha deciso di scrivere al ministro Orlando chiedendo se l’operato della procura della Repubblica di Udine, che ad oggi non ha disposto il sequestro conservativo richiesto, si possa ritenere corretto.
“Ci chiediamo come un cittadino/agricoltore possa da solo permettersi di sfidare l’opinione pubblica italiana, il governo che ha introdotto il 24 giugno scorso nel nostro ordinamento il reato di semina abusiva, la stessa Regione Friuli Venezia Giulia che ha vietato la coltivazione del mais Ogm e la magistratura amministrativa che si è già espressa su questa vicenda – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale di Movimento Consumatori – la nostra associazione crede nello stato di diritto come unico strumento possibile di risoluzione dei conflitti e per questo non accetta la sfida sollevata da Fidenato, sfida che farebbe crescere solo la tensione sul territorio, creando problemi di ordine pubblico”. “Non accettiamo la giustizia fai da te - continua Mostaccio - per questo chiediamo alle istituzioni di affermare il principio di legalità, prima che sia troppo tardi e senza raccogliere la disponibilità di migliaia di cittadini di unirsi al Movimento Consumatori e a tutti i soggetti della task force per ottenere per le vie di fatto quello che la Repubblica italiana non riesce a garantire. E’ inaccettabile che le strategie agricole italiane debbano piegarsi agli interessi e agli obiettivi di una delle più grandi multinazionali della chimica. L’Italia ha già detto il proprio no alla coltivazone degli Ogm”. http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Task_force_contro_gli_Ogm/2/134054
- Interrogazione bipartisan al Ministro della giustizia Orlando
Comunicato stampa 16 luglio 2014. NAZIONALE
OGM: SEL A ORLANDO, IN FRIULI SI RISPETTI LA LEGALITA’. IL MAIS OGM DEVE ESSERE DISTRUTTO COME PREVEDE LA LEGGE
Quanto sta avvenendo in Friuli è incredibile e molto grave. Si è impedito alla Guardia Forestale di intervenire, così come previsto dalla normativa regionale e come imposto dal decreto legge 24 giugno 2014 n.91, per distruggere le coltivazioni di mais OGM e impedire la contaminazione delle campagne e dell’ambiente circostanti.
Lo afferma la deputata di Sel Serena Pellegrino cofirmataria insieme al deputato di Sel Franco Brodo dell’interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia Andrea Orlando. Interrogazione sottoscritta anche da Nicodemo Oliverio, Giorgio Zanin e Alessandro Bratti (PD), Adriano Zaccagnini (Gruppo Misto), Walter Rizzetto, Aris Prodani e Filippo Gallinella (M5S).
Il ministro Orlando chiarisca le ragioni per cui in Friuli Venezia Giulia l'applicazione del diritto traballa e effettui le opportune verifiche attraverso gli organi ispettivi ministeriali, prosegue la deputata di Sel che un mese fa ha depositato un esposto alle Procure della Repubblica di Pordenone e Udine sulle coltivazioni OGM in Friuli V. Giulia.
Non è possibile che in Friuli Venezia Giulia non si rispetti la legge. Occorre intervenire con urgenza perché il mais OGM è in fioritura e disperde i pollini nell’ambiente circostante. Siamo a rischio contaminazione, conclude la deputata di Sel Serena Pellegrino. Lo rende noto l’ufficio stampa nazionale di Sel (Sinistra Ecologia Libertà)
11) Legittimità della MORATORIA ANTI OGM REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
TRIESTE - Il Ministero dello Sviluppo economico ha comunicato alla Regione Friuli Venezia Giulia che non è giunta né dall'Unione Europea né dagli Stati comunitari membri alcuna osservazione in merito al disegno di legge regionale che dispone il divieto delle coltivazioni Ogm su tutto il territorio (della regione Friuli V.G.). Il dato è emerso oggi (16-07-2014) nel corso della seduta della Quinta commissione del Consiglio regionale. http://www.ansa.it/terraegusto/notizie/rubriche/istituzioni/2014/07/16/ogm-no-osservazioni-ue-contro-divieto-fvg_d1408e2f-b8c6-4ab5-ae11-720a450c2f1b.html e anche: http://www.lavitacattolica.it/stories/economia/5312_lue_approva_la_legge_regionale_friuli-vg_ogm_free/
E’ la conferma da parte della COMMISSIONE EUROPEA della legittimità della MORATORIA ANTI OGM che la REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA aveva approvato qualche mese fa. Il provvedimento sarà presto posto all'attenzione dell'Aula.
“È una vittoria di tutti coloro che, come noi, hanno creduto che applicando le normative a maglie strette dell’Unione sarebbe stato possibile ottenere questo risultato storico e fondamentale per dire no agli OGM e dire sì ad un’agricoltura moderna ed innovativa, attenta all’ambiente, alla salute e alle tradizioni locali” ha detto Emilio Gottardo della Task Force regionale NO OGM...Ora il Consiglio Regionale deve trasformare immediatamente in legge il provvedimento licenziato dalla Commissione Europea, senza frapporre indugi – ha proseguito – e soprattutto bisogna che la Regione concluda questa importante iniziativa politica allargando i controlli su tutti quegli agricoltori che hanno sostenuto le semine OGM, se è vero che in FVG sono state acquistate sementi transgeniche per milioni di euro.
Ora il Friuli Venezia Giulia può davvero essere d’esempio a tutte le altre Regioni italiane che vogliono seriamente impostare la propria politica agraria nel senso della tutela dei prodotti tipici, di qualità, biologici e biodinamici.
La strada è aperta; ognuno può seguirla, auspicando che il semestre italiano di presidenza UE sia davvero il momento per dire basta definitivamente agli OGM in Europa.” Task Force NO Ogm FRIULI V.G. http://cms.legambientefvg.it/temi/biodiversita-aree-tutelate-e-rurali/961-ogm-una-settimana-rovente.html
12) La Procura ordina la distruzione del mais Ogm del campo di Colloredo di Montalbano (UD)
Il provvedimento sarà applicato per il campo in cui era stato bloccato l'intervento della Forestale. La Regione si è rivolta alla magistratura che ha ordinato sequestro e distruzione."
“Il decreto di sequestro preventivo urgente, che porta la firma del pm Viviana Del Tedesco, era stato preannunciato ieri in un vertice in Prefettura a Udine al quale avevano preso parte anche il vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Sergio Bolzonello, e il responsabile del Corpo forestale. Il provvedimento potrebbe essere eseguito già domani (19-07-2014).” http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Via_libera_alla_distruzione_del_campo_di_mais_Ogm_a_Colloredo_di_Monte_Albano/2/134141
Attualmente la coltivazione in Italia del mais ogm transgenico MON810 è vietata da ben 3 normative:
- il Decreto interministeriale del 12 Luglio 2013 con moratoria di 18 mesi, denominato “Adozione delle misure d’urgenza si sensi dell’art. 54 del Regolamento CE n.178/2002 concernenti la coltivazione di varietà di mais geneticamente modificato MON 810” pubblicato sulla GU Serie Generale n.187 del 10-8-2013. In seguito alla pubblicazione del Decreto sono seguite 2 sentenze: del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato, che si sono opposte al ricorso fatto contro il suddetto Decreto.
- il Decreto Legge n. 91 del 24 Giugno scorso (2014) pubblicato sulla GU del 25/06/2014 che prevede l’arresto da 6 mesi a 3 anni per i trasgressori, e multe da 10 mila a 30 mila euro;
- nonché la Moratoria di 1 anno per il mais ogm transgenico inserita nella Legge regionale del FVG n. 5 del 2014 , confermata dalla Commissione UE, che contiene delle norme sanzionatorie che prevedono multe da 5 a 50000 euro e la distruzione delle colture transgeniche in atto.
13) SEQUESTRATO E DISTRUTTO CAMPO SEMINATO A MAIS MON810 TRANSGENICO, A COLLOREDO DI MONTALBANO (UD)
“La distruzione avvenuta questa mattina del campo in questione rappresenta una bella notizia per l’ambiente, per il futuro dell’agricoltura italiana di qualità, per la legalità e per la salute pubblica. Crediamo e vogliamo un’Italia libera dagli Ogm, per questo chiediamo al Governo Italiano di impegnarsi nel semestre europeo affinché l’Ue adotti una nuova regolamentazione che consenta agli Stati membri di vietare coltivazioni Ogm anche per ragioni economico-sociali”. http://www.greenreport.it/news/distrutto-campo-mais-ogm-colledoro-in-friuli-venezia-giulia/ “E' in corso l'opera di distruzione con mezzi meccanici di tutte le piante transgeniche seminate. La distruzione procede a rilento e con molta attenzione perché i Forestali hanno rinvenuto numerosi chiodi metallici infissi all'interno delle piante che possono danneggiare le macchine operatrici. Nell'ambito dell'inchiesta risultano indagato sia i proprietari dei campi, sia il coltivatore.” http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Ogm-points-_sequestrato_e_distrutto_un_campo_di_mais_a_Colloredo_di_Monte_Albano/2/134162
«Sugli Ogm giustizia è fatta», così commenta il coordinatore regionale di Sel, Marco Duriavig, dopo la distruzione su ordine della Procura di Pordenone del campo di mais Ogm seminato da Giorgio Fidenato a Colloredo di Monte Albano (Udine). Sel ha voluto essere presente, politicamente ed istituzionalmente, a Colloredo di Monte Albano per esprimere il proprio sostegno all’operato della Guardia Forestale e delle forze dell'ordine. Mentre, con uno striscione che recitava "Fvg Ogm free" aspettavano l'arrivo della parlamentare Serena Pellegrino, sono stati tenuti a distanza dalle forze dell'ordine per evitare scontri con gli agricoltori che difendevano la coltivazione. «Questa - afferma Duriaving - è una grande vittoria che rende merito all'impegno di tanti cittadini e delle associazioni della Task force No ogm che in questi anni si sono battute per affermare il diritto ad una coltivazione libera da Ogm. Abbiamo sempre creduto che, anche se con un percorso non sempre facile, dentro le istituzioni vi fosse il margine per una vittoria legale di fronte alle pericolose manovre di Fidenato e Futuragra».
Un video dell’operazione: http://video.gelocal.it/messaggeroveneto/locale/mais-ogm-la-distruzione/32114/32570
- Mais OGM distrutto in Friuli. Onorevole Serena Pellegrino (SEL) : “Debole l’iniziativa delle istituzioni, si poteva agire mesi fa.
Comunicato stampa 19 luglio 2014.
“Oggi, a Colloredo di Montalbano, il Corpo forestale ha distrutto la coltivazione di mais Mon 810 che ancora ufficialmente sussisteva nelle campagne friulane. Ma si sarebbe potuto certamente intervenire già il 10 aprile scorso, all'indomani della sentenza del TAR del Lazio che riconosceva piena validità al decreto interministeriale." Questo il commento della parlamentare Serena Pellegrino, capogruppo di SEL in Commissione ambiente, che aggiunge: “ Dobbiamo interrogarci sulle conseguenze di ordine generale del mancato intervento in tutti questi mesi, sull’incertezza e soprattutto sulla debole iniziativa delle istituzioni nel rispondere e far fronte ad una sfida che va ben oltre i campi di mais OGM friulani e mira a far soccombere fondamentali diritti civili sotto il peso immane delle multinazionali e dei poteri economici.”
“Infine – conclude Pellegrino - chi ci garantisce che non esistano altri campi seminati abusivamente a mais MON 810, vista la difficoltà a veder applicate le norme che lo vietano?
Per queste ragioni prosegue con la massima determinazione la mia attività di sindacato ispettivo e legislativo per impedire semine di OGM sul territorio regionale e nazionale e per ripulire la filiera agricola e alimentare da mangimi e prodotti a base di OGM .” Intanto il consigliere regionale, del Friuli V.G., Alessio Gratton, ha intanto fatto sapere che “per questa stagione l'Ersa ha previsto 1000 campionamenti sul mais e 100 sulla soia per monitorare la situazione, che non sono pochi per una regione come il Friuli V.G.”
- “Le leggi vanno rispettate anche per evitare i rischi di contaminazione in un Paese in cui 8 italiani su dieci (76 per cento) si oppongono al biotech nelle campagne per difendere ambiente e distintività delle produzione agricole. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in riferimento alla distruzione delle coltivazioni illegali di mais Mon 810 transgenico da parte del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con la Forestale regionale e su delega della Procura della Repubblica di Udine. Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - sottolinea Moncalvo - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy”. Secondo una analisi della Coldiretti nell’Unione Europea nonostante l’azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810). In Italia il decreto legge del 24 giugno 2014, n. 91 ha finalmente previsto le sanzioni a carico di chi semina Ogm che – ricorda la Coldiretti – vanno dalla reclusione da sei mesi a tre anni con una multa che può arrivare anche a trentamila euro. Alle Regioni - precisa la Coldiretti - spetterà di definire, nell’ambito del proprio territorio e sulla base dei rilievi effettuati dagli organi di polizia giudiziaria, modalità e tempi delle misure che il trasgressore dovrà adottare, a proprie spese, per rimuovere le coltivazioni vietate. La disposizione nazionale – conclude la Coldiretti - si va ad aggiungere all’accordo politico raggiunto in Europa dai ministri dell'Ambiente dell'Ue che, dopo quattro anni di dibattiti, lascia liberi gli Stati membri di coltivare o di vietare gli Ogm sul loro territorio.” http://www.coldiretti.it/News/Pagine/496--%E2%80%93--19-Luglio-2014.aspx
14) Il gip convalida il sequestro del campo di mais ogm
Il provvedimento era stato firmato d'urgenza dal pm Viviana Del Tedesco ed eseguito il 19 luglio dal Corpo forestale con la distruzione del raccolto
GIP UDINE CONVALIDA SEQUESTRO PREVENTIVO CAMPO MAIS
Il gip di Udine ha convalidato il sequestro del campo di Colloredo di Monte Albano coltivato con mais transgenico Mon810 dal leader dei pro-ogm, Giorgio Fidenato. Il provvedimento era stato firmato d’urgenza dal pm Viviana Del Tedesco ed eseguito il 19 luglio dal Corpo forestale con la distruzione del raccolto. Il gip ha anche emesso un decreto di sequestro preventivo per impedire “il pericolo di reiterazione del reato mediante la messa a dimora di nuove coltivazioni non consentite”. http://www.tabletquotidiano.it/ogm-gip-udine-convalida-sequestro-preventivo-campo-mais/
15) Interrogazione parlamentare per sapere se c’è stata una nuova semina di transgenico in FRIULI V.G. , da dove provengano le sementi eventualmente impiegate e QUALI PROVVEDIMENTI intendano assumere i ministri interrogati
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE Per chiedere ai ministri Martina e Galletti la provenienza dei semi OGM che gli agricoltori pro-OGM dicono di aver di nuovo piantato in comune dui FANNA (PN)
"Alla Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali
Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare
di Serena Pellegrino e Franco Bordo di Sinistra Ecologia Libertà e Susanna Cenni e Giorgio Zanin (PD).
Per sapere,
- premesso che:
il Decreto Legge numero 91 del 2014 e successive modificazioni e integrazioni “Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia” norma il reato per la coltivazione sul territorio nazionale di alimenti ogm, già introdotto con il Decreto interministeriale di adozione delle misure di urgenza ai sensi dell’articolo 54 del Regolamento Ce 178/2002 del 12 luglio 2013; in seguito a tale norma la Procura di Udine ha disposto: il 9 luglio scorso, con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato, la distruzione di circa 100 metri quadrati di terreno seminato con mais transgenico, in un terreno nei pressi di Mereto di Tomba (Udine); il 19 luglio scorso, con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato, il sequestro dei terreni nel comune di Colloredo di Monte Albano (Udine) dove sono state piantumate coltivazioni di mais transgenico su una superficie di 6.500 metri quadrati e la distruzione con mezzi meccanici di tutte le piante transgeniche seminate; il 6 agosto il proprietario dei terreni seminato con mais Ogm, Giorgio Fidenato, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ansa che “continuerà a seminare alimenti ogm”; da notizie di stampa (http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Mais_Ogm-points-_spunta_un_nuovo_campo/2/134788) sembrerebbe essere avvenuta una semina con mais ogm illegale in un ulteriore terreno, sempre di proprietà di Giorgio Fidenato, a Fanna (Pordenone) già sottoposto a prelievi ed accertamenti del Corpo Forestale dello Stato; il 23 luglio scorso è stato formalizzato l'accordo politico Ue, raggiunto dai ministri dell'ambiente il 28 giugno che dà agli stati membri la libertà di scelta sulla coltivazione o meno degli ogm sul territorio nazionale. Il Consiglio affari generali ha infatti adottato la sua posizione in prima lettura sulla proposta di Direttiva sugli ogm che la Commissione Ue aveva presentato nel 2010 e già passata dal Parlamento europeo. Ora la tematica sarà affrontata dalla presidenza italiana di turno dell'Ue, che dovrà cominciare a inizio autunno i negoziati con il nuovo Europarlamento; il Parlamento italiano, attraverso mozioni specifiche, si è già espresso sulla volontà di vietare colture ogm;il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha più colte dichiarato che “il modello agricolo italiano può fare a meno della coltivazione degli ogm”; il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti ha recentemente dichiarato in audizione alla commissione ambiente dell'Europarlamento: “il nostro principale auspicio è raggiungere un accordo entro fine anno con il Parlamento Ue sulla direttiva che dà agli stati membri facoltà di scelta sulla coltivazione degli ogm. In campo ambientale, il dossier ogm rappresenta la priorità legislativa della presidenza italiana”.
- Se la notizia corrisponda al vero, se si conosca la provenienza delle sementi in oggetto che consente l'arrivo in Italia, e quali provvedimenti urgenti intendano assumere i ministri interrogati, in relazione alle loro rispettive competenze, agli indirizzi approvati dal Parlamento ed alle nuove norme in materia, per evitare che vengano effettuate semine illegali di ogm sul territorio nazionale, anche al fine di prevenire e limitare il rischio di contaminazione delle coltivazioni tradizionali. Cenni, Zanin,Bordo,Pellegrino.
- Quattro deputati, Serena Pellegrino, Franco Bordo, (Sel ) Susanna Cenni e Giorgo Zanin (Pd), hanno chiesto con un’interrogazione ai ministri dell’ambiente e delle politiche agricole se sanno che «in Friuli Venezia Giulia si continua a seminare mais Ogm» e che dicano come intendono intervenire. I deputati di Sel e Pd chiedono spiegazioni su quanto da alcuni giorni si paventa in Regione: ulteriori semine di mais Ogm a Fanna, in provincia di Pordenone. La Pellegrino capogruppo Sel in Commissione ambiente della Camera, spiega: «L’avevamo previsto, era stato minacciato ed è puntualmente accaduto: in Friuli Venezia Giulia le controverse modalità di gestione e soluzione della questione Ogm da parte delle istituzioni pubbliche non hanno neanche lontanamente blindato, con la recente distruzione della coltivazioni Mon 810 a Colloredo di Montalbano , il divieto a seminare e coltivare mais transgenico. E’ una sfida aperta allo stato di diritto con in più il sapore della beffa . Insieme ai deputati Susanna Cenni , Giorgio Zanin e Franco Bordo, attendo di sapere quali provvedimenti i ministri interrogati intendano assumere. Pur vergognosamente emendata della previsione concernente la reclusione, una specifica norma dello stato ha ribadito pochi giorni fa il divieto a coltivare mais Ogm in Italia, riassumendo altre previsioni normative, sentenze e prese di posizioni ufficiali a livello nazionale ed europeo. Riteniamo inconcepibile avere gli strumenti per ripristinare la legalità e i diritti violati e non utilizzarli». http://www.greenreport.it/news/sel-pd-nonostante-i-divieti-in-friuli-si-coltiva-mais-ogm/
16) “VIA LA MONSANTO DALL’ITALIA GRAZIE AL CASO FVG”
La Monsanto ha deciso, in via definitiva, di non commercializzare più semi OGM in Italia proprio a partire dal "caso Friuli". Che la Monsanto abbia deciso ciò è un buon segno che sprona tutti ad accelerare le richieste alla Regione ed alle categorie agro-alimentari di filiere OGM-free, di progetti precisi e specifici in tal senso, a chiedere scadenze e a fare verifiche che ciò accada; di chiedere, inoltre, al Governo, che presiede il semestre europeo, di assumere definitivamente le decisioni necessarie ad allontanare in via definitiva gli OGM dal nostro Paese”, così si è espresso Emilio Gottardo di Legambiente FVG.“È evidente, ha commentato Cristina Micheloni di AIAB-FVG, che senza il caso Friuli, la Monsanto non avrebbe "mollato" e questo non può che confermare il fatto che la battaglia che abbiamo condotto è stata giusta ed importante”. Mentre Mauro Braidot, di AproBio, ha fatto sapere che a breve la Task Force NO OGM del FVG incontrerà l'assessore Bolzonello per proporgli una serie di impegni anti OGM che diano il segnale di una svolta forte per l’agricoltura del Friuli Venezia Giulia proprio all'avvio del PSR e con l'EXPO alle porte. L’abbandono della vendita delle sementi transgeniche è un primo risultato che deve rafforzare la scelta delle Regioni e dello Stato italiani e degli altri Stati europei, di restare fuori dal mondo delle sementi transgeniche, aprendo all’agricoltura biologica ed alle tecniche di selezione naturale ed assistita, costruendo filiere alimentari OGM-free, assicurando l’assenza di componenti transgenici anche nei prodotti finali. Task Force NO OGM del FVG
- Monsanto lascia Italia grazie Friuli
„"La Regione Friuli Venezia Giulia si è assunta un ruolo, non semplice e non comodo, di apripista per ottenere alla fine il risultato di vedere riconosciuto il suo territorio libero dal mais geneticamente modificato". “
„Lo ha affermato il vicepresidente della Regione e assessore all'Agricoltura Sergio Bolzonello, commentando la notizia che, sulla scorta dell' opposizione in Friuli Venezia Giulia, la Monsanto Company avrebbe deciso, in via definitiva, di non commercializzare più i semi Ogm in Italia.“
http://www.udinetoday.it/politica/monsanto-lascia-italia-grazie-friuli.html
- “Nel ricordare la recente legge regionale 15/2014 art. 2 comma 26, con cui viene inserita nel corpus giurisdizionale del Friuli Venezia Giulia la norma preliminarmente approvata dall'Unione Europea, che determina una regione ''OGM free'', Bolzonello sottolinea la ''volonta' che ha sempre guidato, anche nei momenti piu' difficili, l'attuale Amministrazione regionale nel tutelare l'autenticita' e la tipicita' dei prodotti locali, in un territorio che non potrebbe, per la sua peculiare natura, tollerare senza pregiudizio la coltivazione di Ogm''. ''La nostra non e' stata una battaglia 'contro' Monsanto ma - precisa Bolzonello - in difesa e in favore della nostra agricoltura. E in questo ci sembra giusto rivendicare un primato''. http://www.uncem.it/news-territorio2_31073_uncem.html
17) Come era facile prevedere: Monsanto smentisce, nessun abbandono Italia, https://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/rifiuti/2014/08/22/ogm-monsanto-smentisce-nessun-abbandono-italia_f5c5f7c4-d7df-4d19-81e8-b233dbff81de.html
18) Monsanto, OGM e STRATEGIE DI MERCATO IN ITALIA E IN FRIULI V.G.
Pare assolutamente saggio quanto afferma di seguito la parlamentare friulana di Sinistra Ecologia Libertà, Serena Pellegrino, sempre molto attiva in prima persona sulla questione del transgenico, tenendo anche presente che nel giugno 2013 Monsanto attraverso notizie media distorte faceva balenare la medesima (o similare) idea su un suo ritiro commerciale...addirittura dalla UE... :
“L'abilità del "signor" MONSANTO nel dichiarare che non entrerà nel mercato italiano fino a una chiara definizione con il Governo rischia di essere solo una perfetta strategia di marketing. Tutti sappiamo che non è vietata la vendita dei semi OGM in Italia e nemmeno il prodotto finale da introdurre nella filiera zootecnica: è vietata solo la semina e la coltivazione. Nell'irrisorio mercato italiano, i semi OGM destinati a pochi coltivatori abusivi già non vengono commercializzati. I coltivatori hanno sempre dichiarato di aver acquistato i semi dall'estero. Non possiamo, purtroppo, parlare ancora di vittoria e Monsanto e i suoi lo sanno bene. Le dichiarazioni di aver fatto nuove semine in FVG sono la sfida palese. Nascondere questo, all'attenzione pubblica, dichiarando vittorie è fuorviante. Definire invece una volta per tutte da quale parte il Governo vuole stare è onesta politica. I Ministri Martina e Galletti si sono dichiarati NO OGM. Ora attendiamo le risposte all'interrogazione, la chiara definizione legislativa e una seria discussione in sede europea. Non ci accontentiamo di Vittorie di Pirro!
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Comunicato stampa
Questione OGM. Serena Pellegrino: l'arretrare di Monsanto dai mercati nazionali è solo strategico. In Friuli ancora campi OGM. 19 agosto 2014
Commercializzare mais transgenico non è vietato in alcun paese UE. In Italia, coltivarlo è illegale. L'arretrare di Monsanto dai mercati nazionali è solo strategico.
Il commento di Serena Pellegrino, capogruppo SEL in Commissione ambiente, riporta l'attenzione sul permanere di coltivazioni ogm in Friuli Venezia Giulia.
“Temo abbiano un peso soltanto politico le dichiarazioni di Monsanto che ci comunica non commercializzerà il suo mais ogm sull’inesistente mercato italiano: le sementi contenenti l’evento genetico Mon 810 utilizzate in Friuli, per esplicita ammissione degli utilizzatori, provengono da altri paesi europei. In Italia è vietata e sanzionata la coltivazione del mais transgenico, non l’immissione sul mercato delle varietà autorizzate.” Lo afferma la parlamentare Serena Pellegrino, capogruppo SEL in Commissione ambiente, che precisa: “Il proclama della multinazionale nulla ha a che fare con l’osservanza delle norme e con le azioni intraprese fino ad ora. Sarà invece decisivo e determinante l’atteso pronunciamento delle Procure della Repubblica di Pordenone e Udine in seguito agli esposti presentati, assieme al collega Franco Bordo, il 16 giugno scorso: il caso Friuli non è risolto.” La campagna mediatica di questi giorni lascia in ombra la questione di quanto è avvenuto e continua ad avvenire illegalmente nelle campagne friulane: nuove semine di mais ogm minacciano le coltivazioni tradizionali e l’ambiente. Sarà rilevante la risposta all’interrogazione presentata alcune settimane fa ai Ministri dell’agricoltura e dell’ambiente.
Prosegue Pellegrino: “ Al proposito di Monsanto di non commercializzare prodotti Mon 810 in Italia auspichiamo faccia seguito un atto governativo e legislativo diretto a controllare l’utilizzo di ogm destinati alla zootecnia nazionale, i cui prodotti sono fulcro del nostro agroalimentare di qualità.” E conclude: “Questa perdurante mancanza di chiarezza rischia di far perdere autorevolezza al ruolo della presidenza italiana UE per rendere operativo il principio, già ratificato, della libertà degli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio.” http://www.camera.it/leg17/465?area=4&tema=852&OGM+e+utilizzazioni+agrarie
19) Distrutto il campo a mais trangenico di Fanna (PN)
(ANSA) - FANNA (PORDENONE), 21 AGO - E' stato distrutto questa mattina su disposizione del Tribunale di Pordenone il campo di mais Ogm di Fanna. Lo rende noto il conduttore del fondo. Link: http://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2014/08/21/ogm-distrutto-campo-a-fanna_a39ddc0c-9ecb-4dcd-ab28-1af552396f65.html
Il quadro conferma, e qui è l'importanza della notizia, che altri campi sono stati seminati a transgenico e quindi questo campo transgenico distrutto potrebbe essere solo la punta dell'iceberg dell'illegale sommerso. Senza contare la dispersione dei pollini OGM per via aria, insetti e volatili anche per chilometri attorno ai campi OGM transgenici. E che dire poi dell’inquinamento già in corso in loco? Il TGO trasferimento genetico orizzontale al suolo e ai batteri del suolo, inquina il terreno, i micro organismi, le falde acquifere, i corsi d’acqua ecc. Leggi qua: https://docs.google.com/document/d/1f-cL74u9Lm0csPIm_fl1MsQeiWqOSg3DKO6JBT3p_5s/pub#id.ifiv5j2qs0h
20) Salta la propagandata nuova semina di mais transgenico nel campo dissequestrato a Colloredo di Montalbano (Friuli V.G.) e si rivela essere solo … una “piccola prova”
Un piccolo gruppo di sostenitori delle coltivazioni transgeniche si è riunito nel campo, dissequestrato nei giorni scorsi dalla Procura di Udine dopo la distruzione della prima semina. Solo un piccolo appezzamento di terreno è stato ri-seminato a mais transgenico, a titolo di prova.
21) Mais Ogm, il Riesame dichiara improcedibile il ricorso di Fidenato
Dopo il provvedimento di sequestro e distruzione del campo di Colloredo di Monte Albano (UD), l'agricoltore si era rivolto al tribunale che ha dichiarato il suo ricorso “improcedibile per sopravvenute carenze di interesse”. "Il pubblico ministero ha restituito il fondo prima della data del riesame ed è quindi venuto meno l'oggetto della misura cautelare.“ Il provvedimento di sequestro era stato avviato su ordine del Pm Viviana Del Tedesco.http://www.udinetoday.it/cronaca/tribunale-riesame-udine-dichiara-improcedibile-ricorso-fidenato.html
22) Come si è arrivati al non facile traguardo della distruzione dei campi di mais transgenico in Friuli V.G.
Vittoria sul campo. A luglio 2014 la Forestale ha distrutto i campi di mais Mon 810 biotech coltivati illegalmente in Friuli. Ma raggiungere questo risultato non è stato facile. Questa volta la politica ha mantenuto le promesse, sul fronte ogm. In Friuli lo scorso luglio il Corpo forestale dello Stato ha distrutto i campi coltivati illegalmente da Giorgio Fidenato a mais biotech Mon 810 di Monsanto. E, prima in Europa, questa regione si è dichiarata ogm free, con una legge su cui l’Ue non ha avuto nulla da eccepire. Lo scenario si è clamorosamente rovesciato, rispetto a poco più di un anno fa. «Eravamo in pochi a credere che potesse passare una linea così netta contro gli ogm – dichiara Emilio Gottardo, di Legambiente del Friuli Venezia Giulia – Siamo orgogliosi di questo risultato, ma adesso è importante andare avanti, lavorare per un nuovo modello culturale e agricolo, sostenibile e di qualità, per produrre reddito e lavoro».
Per capire come si è arrivati fino a qui, occorre fare qualche passo indietro, tra campi e aule di tribunale. Tutto inizia nel 2010, quando Fidenato semina ogm in provincia di Pordenone senza autorizzazione. Eppure viene assolto nel 2013 perché, secondo la Corte di giustizia europea, le colture già avallate da Bruxelles, come il Mon 810, non possono essere vietate da uno Stato membro. Il 12 luglio 2013 i ministri della Salute, delle Politiche agricole e dell’Ambiente corrono ai ripari firmando un decreto che vieta la coltivazione di questa varietà Monsanto in Italia per 18 mesi. Ma non basta a fermare Fidenato, che nell’estate 2013, con Silvano Dalla Libera, coltiva di nuovo impunemente il Mon 810, anche perché il decreto interministeriale non stabilisce alcuna sanzione per i trasgressori.
La svolta arriva quest’anno. In marzo la Regione Friuli Venezia Giulia approva una moratoria che vieta la coltivazione di ogm per dodici mesi, in attesa di conoscere il parere di Bruxelles sul disegno di legge con cui vuole bloccare in maniera definitiva l’introduzione di organismi geneticamente modificati nell’agricoltura friulana. «È vero che la Corte di giustizia dice che non si possono vietare colture autorizzate in Europa, ma questo vale solo se non esistono norme sulla coesistenza tra ogm e non», chiarisce Gottardo. «Il Friuli Venezia Giulia non ha fatto altro che stabilire le regole sulla coesistenza – prosegue – dimostrando che le caratteristiche dell’agricoltura regionale sono tali per cui sarebbe impossibile impedire la contaminazione delle colture limitrofe agli ogm, quindi anche la coesistenza è impossibile».
Intanto si muove anche il governo: con il decreto legge 91 del 24 giugno stabilisce che chi semina e coltiva ogm in campo aperto rischia da sei mesi a tre anni di detenzione e una multa fino a trentamila euro, oltre a dover rimuovere a proprie spese le coltivazioni illegali e risarcire eventuali danni dovuti per esempio alla contaminazione dei campi limitrofi. «Per la prima volta viene individuata una sanzione adeguata per la violazione del divieto di coltivazioni transgeniche – commenta Maria Grazia Mammuccini, vicepresidente dell’Associazione italiana per l’agricoltura biologica – In attesa di una nuova normativa comunitaria, sulla questione ogm viene detta una parola chiara, che stabilisce certezza del diritto». I diritti sono quelli dei consumatori, ma anche degli agricoltori biologici, che rischiano di perdere la certificazione se i loro prodotti sono contaminati da ogm. Durante il semestre italiano di presidenza europea, al nostro paese spetta un compito cruciale sul tema ogm: portare avanti i negoziati con il neoeletto Europarlamento per l’approvazione di una nuova direttiva in materia, che dia libertà di scelta ai singoli Stati membri. http://www.lanuovaecologia.it/view.php?id=12487&contenuto=Notizia
23) AGRICOLTURA: BOLZONELLO, FVG RIFERIMENTO PER MODIFICHE DIRETTIVA OGM
(AGENPARL) –Udine, 23 ott –“Il Friuli Venezia Giulia sarà Regione di riferimento per le prossime proposte di modifica della direttiva comunitaria in materia di Ogm che lo Stato si appresta ad inviare all’Unione Europea”. Lo ha affermato il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, a margine della riunione della Commissione Politiche Agricole, che si è tenuta all’interno del Salone del Gusto al Lingotto di Torino, al quale ha partecipato anche il ministro Maurizio Martina. “La Regione si è assunta un ruolo di apripista per ottenere il riconoscimento del diritto a un territorio libero dal mais geneticamente modificato, per tutelare l’autenticità e tipicità dei prodotti locali: mettiamo a disposizione la nostra esperienza”, ha commentato Bolzonello. http://www.agenparl.com/?p=110068
A) Sono ben 1.528 le pubblicazioni scientifiche sugli impatti negativi per la salute e l'ambiente degli Ogm e annessi pesticidi
Alla Faccia dei propagandisti/rivenditori di fumo OGM !! Quando dicono che le nostre affermazioni non sono scientifiche!
Questa raccolta di ricerche è un esempio dei riferimenti scientifici, fra cui oltre 1500 studi, indagini e analisi, scientifiche, che suggeriscono/dimostrano i vari impatti negativi e i potenziali impatti negativi delle colture (GE/OGM) geneticamente ingegnerizzati, cibi, e pesticidi correlati. Questa lista contiene i riferimenti al transgenico per quanto riguarda:
- l'impatto sulla salute,
- gli impatti sull'ambiente, compreso quello sugli organismi non bersaglio (NTO),
- la resistenza di organismi bersaglio,
- la deriva dei pesticidi,
- la contaminazione genetica,
- il TGO o trasferimento orizzontale di geni,
- gli effetti indesiderati o collaterali,
- come pure i riferimenti per quanto riguarda i rendimenti, l'impatto sociale, l'etica, l'economia e i regolamenti.
Nella maggior parte dei casi, i collegamenti sono forniti di abstract per i riferimenti, o link ai siti dove lo studio può essere letto, scaricato, letto in anteprima, e/o acquistato. http://gmofreeusa.org/gmos-are-top/gmo-science/
B) PERCHE’, ECCEZION FATTA PER GLI INCASSI DELLE TRE MAGGIORI MULTINAZIONALI DETENTRICI DEI BREVETTI ... IL TRANSGENICO E’ UNA “TECNOLOGIA FALLITA”, VECCHIA E PERICOLOSA ?
“...la tecnologia dell’ingegneria genetica, introdotta nei primi anni Settanta da genetisti e biologi molecolari batterici, rappresentava una tecnica innovativa basata sul trasferimento artificiale di geni, e quindi di nuove funzioni, da un organismo a un altro, generalmente appartenente a specie distanti dal punto di vista evolutivo. Operazione diversa dal miglioramento genetico tradizionale, basato sull’incrocio fra individui della stessa specie che – è bene chiarirlo ai non addetti – hanno tutti gli stessi geni con le stesse funzioni anche se in forme varianti (dette alleli) diverse….Il primo prodotto immesso in commercio fu il pomodoro Flavr Savr nel 1994, dotato di un gene che impediva la marcescenza, che dato lo scarsissimo successo sul mercato fu ritirato; successivamente nel 1996 fu autorizzata la commercializzazione di piante resistenti a insetti e tolleranti a diserbanti, ambedue ottenute con geni batterici. Da allora, incredibilmente, la tecnologia della trasformazione non è praticamente cambiata, e infatti dal 1996 nessun nuovo carattere è stato inserito con reale successo di mercato. Ora come allora solo quattro piante modificate (per due caratteri) vengono ampiamente coltivate: il mais, il cotone, la soia e la colza. Il resto a livello commerciale è poco significativo. Al momento sono anche in corso tentativi di introdurre sul mercato riso e grano GM, sempre modificati per la resistenza a insetti e la tolleranza a diserbanti.
Senza dubbio migliaia di altre PGM sono state modificate per altri caratteri, ma non sono mai uscite dai laboratori o dai campi sperimentali, nonostante gli scoop giornalistici che talvolta ne davano notizia: o hanno avuto poco successo o addirittura sono state ritirate perché molto al di sotto delle aspettative di chi le aveva disegnate….La ragione di questo fallimento sta nel fatto che le interazioni fra i geni introdotti e la pianta non sono di tipo additivo e portano a un altissimo livello di imprevedibilità del risultato, sempre in qualche modo diverso da quello atteso. Quando si effettua una trasformazione, infatti, non siamo in grado di prevedere a priori il numero di copie del frammento di DNA che si inseriranno nel corredo genetico dell’ospite, dove questi frammenti andranno a inserirsi provocando possibili danni al DNA preesistente, se saranno rimaneggiati dalla pianta o no, se potranno esprimersi e quanto. Non si sa che effetto avranno le nuove proteine introdotte, come si integreranno i nuovi metaboliti nella rete metabolica preesistente, come interagirà la pianta geneticamente modificata con l’agroecosistema in cui è inserita.
Gli effetti più immediatamente negativi dell’alto livello di imprevedibilità delle operazioni di ingegneria genetica sono di due ordini. Intanto, come per il Golden Rice, le piante soffrono le modificazioni del genoma, spesso, quindi,
1) sono poco produttive e talvolta mostrano un fenotipo diverso dal previsto.
2) Secondariamente l’imprevedibilità degli effetti dell’ingegnerizzazione desta preoccupazioni anche per la sicurezza alimentare del prodotto. La diffidenza dei consumatori è giustificata dal fatto che il sistema di tutela della sicurezza alimentare presenta alcuni punti oscuri.
L’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) non convince completamente perché, nelle sue valutazioni sugli OGM non si appoggia a laboratori indipendenti, ma chiede alle imprese produttrici di compiere analisi e test per valutare la sicurezza alimentare. Le linee guida per la valutazione del rischio sono considerate obsolete, gli studi di pericolosità degli alimenti vengono condotti su poche decine di topi, usando metodi statistici controversi per l’analisi dei dati. Nei casi in cui laboratori indipendenti hanno compiuto analisi sulle PGM che hanno avuto un parere positivo dall’EFSA, sono state trovate sequenze geniche non previste…il sistema ufficiale di prevenzione dei rischi è carente. Quello che sorprende, a questo punto, è che le grandi multinazionali non sembrino avere alcun interesse a trovare tecniche che permettano di ridurre l’imprevedibilità, cosa che potrebbe aiutare la creazione di prodotti più vari e con possibilità di essere accettati; anzi, come risulta da molti dati, hanno ridotto l’intensità di ricerca e quello che ne rimane serve solo a introdurre gli stessi geni di cui ho parlato in più specie di piante. La mia personale opinione è che queste ricerche non vengano fatte perché, per ragioni che vedremo, alla multinazionali non serve ottenere prodotti innovativi veramente competitivi per qualità, ma servono invece pubblicità, annunci di nuove scoperte, spesso inesistenti, o di qualche Paese che finalmente accetti gli OGM, per fare alzare il titolo in borsa delle imprese e di conseguenza le royalties poste sui prodotti commerciali”.
Marcello Buiatti, Docente di Genetica, Università di Firenze
“Visti tutti gli aspetti dubitativi e negativi, inclusi gli effetti irreversibili sugli ecosistemi, direttamente relazionati al rilascio di organismi transgenici (OGM) nell’ambiente, la transgenesi applicata all’agricoltura sembra davvero non riservare alcun vantaggio reale, se si escludono quelli esclusivi... legati alla catena della proprietà del brevetto. Ma, brevettare il vivente… non ci pare proprio una via da percorrere, nè ora ne mai. Diverso invece il discorso dell’ingegneria genetica nelle applicazioni bio-mediche, beninteso(!), esenti da rischi sanitari e ambientali a breve e a lungo termine.
N.B. Un esempio che sconfessa un’affermazione incoerente dei pro-ogm secondo la quale gli ogm sarebbero sempre esistiti. “L'inclusione della caratteristica di resistenza al freddo indotta ad esempio nelle fragole attraverso l'inclusione della sequenza di DNA che nei pesci artici determina una maggior tolleranza alle basse temperature non sarebbe mai stata possibile con le tecniche di incrocio finora utilizzate in agricoltura. Per questo motivo sostenere che gli OGM sono “sempre stati creati” non ha alcun fondamento.” http://www.greenpeace.it/ogm/domandefrequenti.html
Mi riferisco all’appello “Gli Ogm sono sani”, sottoscritto tra gli altri dalla senatrice a vita, Elena Cattaneo, e dal presidente del Cnr, Luigi Nicolais, di cui ha dato notizia La Stampa del 9 aprile scorso. Questo l'incipit: «Tutti gli studi condotti da scienziati indipendenti provano che la creazione di Ogm e la loro coltivazione non comportano rischi significativi per l’ambiente e non minacciano la sicurezza e la qualità degli alimenti». E’ falso. Non c’è nessuno studio che prova che gli Ogm siano esenti da rischi per l’ambiente e per la sicurezza alimentare. È vero il contrario. Gli Ogm sono inutili e nocivi.
I) Della INUTILITA' degli OGM
I presunti scienziati della materia affermano, reiteratamente, fino alla noia, che gli Ogm permettono di ottenere rese più alte e che pertanto sono necessari per risolvere il problema della fame nel mondo. Che ciò fosse falso lo sapevamo, ma ora lo ha dimostrato anche un gruppo di ricercatori, coordinato da J. A. Heinemann (2013). Il gruppo ha fatto la cronistoria di 50 anni (1961-2011) degli agroecosistemi delle principali colture del Midwest (USA) e del Canada, culle degli Ogm, e l’ha confrontata con quella dell’Europa Occidentale (EO), sostanzialmente libera da Ogm. Per il mais, le produzioni medie negli USA sono aumentate da 40 a 100 q.li/ha, mentre in EO sono aumentate da 35 a 100 q.li/ha. Per la colza, in Canada la produzione media di 10 q.li/ha del periodo 1961-1985 (prima della colza Ogm) è aumentata a 15 q.li/ha nel periodo 1986-2010 (dopo l’ingresso della colza Ogm), mentre in EO, la produzione media è aumentata da 21 a 32 q.li/ha. Questi dati, da soli, mostrano che negli ultimi 50 anni le produzioni medie di mais negli USA e di colza in Canada, culle degli Ogm, non sono aumentate di più di quelle dell’EO. Anzi, le produzioni dell’EO sono aumentate di più e nel caso della colza sono addirittura doppie. Ergo, non solo non è vero che il mais e la colza Ogm producono di più delle varietà non-Ogm, ma è semmai vero il contrario. Nel 2013, La Conferenza delle Nazioni Unite (UNCTAD) ha pubblicato i dati di un’analisi dal titolo “Svegliatevi Prima che sia Troppo Tardi” con il sottotitolo “Ora ci vuole un’agricoltura veramente sostenibile per una sicurezza alimentare in un clima che cambia”. Nel capitolo su “Ingegneria genetica e biotecnologia per la sicurezza alimentare e per la mitigazione del cambiamento climatico: potenzialità e rischi”, l’autore J. A. Heinemann, confronta l’andamento delle produzioni di kcal/persona/giorno del periodo 1992-2007 di 5 paesi non-Ogm (Cile, Columbia, Venezuela, Perù e Bolivia) con quelle di 4 paesi Ogm (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), e mostra che nei paesi non-Ogm i miglioramenti nella sicurezza alimentare sono molto simili, mentre nei paesi Ogm ed in particolare in quelli con una più rapida crescita delle colture Ogm si rileva una maggiore inclinazione ad aumentare l’insicurezza alimentare. In generale, i paesi che hanno introdotto massicciamente le colture Ogm fanno parte di quei paesi dove non c’è stato alcun miglioramento (es. USA) o c’è stata addirittura una diminuzione della sicurezza alimentare (es. Argentina).
II) Della NOCIVITA' degli Ogm
La prima parte di questo articolo è stata dedicata all’inutilità degli Ogm, la seconda la dedichiamo alla nocività degli stessi. Vediamo prima qualche dato sulle dimensioni del problema. Dopo 20 anni di ingegneria genetica. Le piante Ogm sono coltivate solo in 27 paesi (su un totale di 196), 19 emergenti e 8 industriali. La superficie agraria interessata è nei primi di 95 m ha (54%) e nei secondi di 81 m ha (46%). In totale fanno 176 m ha, di cui:
- 100 m ha per Ogm tolleranti agli erbicidi (TE),
-26 m ha per Ogm resistenti agli insetti (RI)
- e 45 m ha per Ogm TE e RI.
La superficie coltivata mondiale è di ca. 1.600 m ha. Pertanto, gli Ogm occupano l’11,45% della superficie totale contro l’88,55% delle colture non-Ogm. Sono dati dell’ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-Biotech Application), che si dichiara indipendente. Sono gonfiati? Forse. Comunque, l’incremento annuo di superficie coltivata a Ogm è di un modesto 3%. Ciò premesso, la NOCIVITA' degli Ogm è evidente a diversi livelli:
1) si verifica un aumento delle popolazioni di specie d’insetti resistenti alla tossina prodotta dagli Ogm RI (Bruce E Tabashnik et al. 2013), a danno di quelle suscettibili, tra cui molte specie utili all’ecosistema;
2) si verifica un aumento della tolleranza delle erbe infestanti agli erbicidi, tra cui i pericolosi glifosati (MW. Ho 2010), con conseguente creazione di superinfestanti (Food & Water Watch 2013), tanto che dopo i primi anni gli erbicidi perdono la loro efficacia;
3) si verifica un impoverimento della microflora e quindi una riduzione della fertilità del suolo, in quanto le molecole degli erbicidi uccidono i microrganismi e bloccano i microelementi del suolo rendendoli indisponibili alle piante coltivate, incluse le stesse piante Ogm TE, che pertanto diventano più vulnerabili a malattie ed avversità (G.S. Johal e D.M. Huber 2009), producendo cibi vuoti;
4) diversi esperimenti condotti sugli animali hanno messo in evidenza la cancerogenicità dei cibi Ogm, tra cui uno degli ultimi è quello di Gilles-Eric Séralini, pubblicato nel 2012 (e ripubblicato nel 2014 ndr.)
Infine, la relazione dell’ISP (Gruppo di Scienziati Indipendenti) del 2003 spiega perché no agli Ogm: i cibi Ogm non sono sicuri; l’ingegneria genetica genera supervirus; il Dna transgenico può essere assorbito dai batteri patogeni dell’intestino; ci sono relazioni tra Dna transgenico e cancro; quella degli Ogm è una storia di falsità e occultamenti di prove scientifiche; le colture GM (geneticamente modificate) non hanno portato i benefici promessi e pongono problemi sempre più gravi; non può esservi coesistenza tra agricoltura GM e non-GM; la sicurezza delle colture GM non è mai stata provata, ma al contrario le prove già emerse sono sufficienti a suscitare serie preoccupazioni circa i rischi posti dagli Ogm.
III) Perché, nonostante la loro negatività, gli OGM resistono
La prima e la seconda parte di questo articolo sono state dedicate all’inutilità e alla nocività degli Ogm. Ora, invece, cerchiamo di esporre i fatti per cui, nonostante le loro negatività, gli Ogm esistono. Il motivo fondamentale è nella sfacciata disinformazione scientifica, come nell’appello dei presunti scienziati della materia, i quali spacciano per vere delle falsità. La disinformazione scientifica sugli Ogm è diffusa ed è più evidente rispetto a qualsiasi altra area in cui la scienza è diventata complice del profitto aziendale. La battaglia per rivendicare i diritti alimentari degli esseri umani diventa sempre più intensa in tutto il mondo perché i fallimenti e i pericoli degli Ogm non possono più essere nascosti dietro l’incessante propaganda.
Negli ultimi due anni, associazioni scientifiche, riviste scientifiche e (presunti) scienziati si sono uniti alla "lotta" (ben remunerata dai pagatori), diffondendo false affermazioni come le seguenti:
- "il dibattito scientifico è finito e gli alimenti geneticamente modificati (GM) sono sicuri";
- "le colture GM sono un grande successo e sono miracolose, in quanto sono necessarie per sfamare il mondo".
Un esempio di come anche alcune riviste scientifiche “prestigiose” si siano unite a questo tipo di "lotta" lo troviamo su Scientific American del 20 agosto del 2013, dove gli autori scrivono: “Labels for GMO are a bad idea” (Etichettare gli OGM è una cattiva idea). In sostanza, non si vuole che la gente sappia cosa mangia.
La più recente campagna di disinformazione mondiale è stata accuratamente orchestrata. La biologa molecolare Anne Glover, dell'Università di St. Andrews in Scozia, è stata nominata primo consigliere scientifico e capo della Commissione Europea (CE) nel 2012 e, da subito, si è servita di tutta una serie di interviste televisive per promuovere gli Ogm.
La Glover fu voluta da J. M. Barroso, primo Ministro della CE, che segretamente (G. Lean, 15 marzo 2014) decise di accelerare la diffusione degli Ogm.
In una lettera aperta (del 14 febbraio 2014) indirizzata alla Glover, il dr. Brian John, del Cymru liberi da Ogm, scrive: "La tua affermazione che non vi è alcuna evidenza di effetti negativi degli Ogm è una bugia". John Brian si basava su un elenco del gruppo “USA libera da Ogm” (http://gmofreeusa.org/gmos-are-top/gmo-science/), composto da più di 1.500 pubblicazioni scientifiche (1528, per la precisione, al momento) sugli impatti negativi per la salute e l'ambiente degli Ogm e annessi pesticidi. Si tratta di una carta firmata da quasi 300 scienziati, i quali dichiarano che non vi è alcun consenso sulla sicurezza degli Ogm (http://www.i-sis.org.uk/Scientists_Declare_No_Consensus_on_GMO_Safety.php).
Alla luce della nuova genetica, la rivista Science in Society ha prodotto una relazione completa sui rischi sanitari e ambientali degli Ogm (http://www.i-sis.org.uk/Ban_GMOs_Now.php).
Dunque, non facciamoci avvelenare.”
Pietro Perrino - Già Direttore dell’Istituto di Genetica Vegetale del Cnr di Bari - pietro.perrino4@gmail.com
- D) LE PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (transgeniche): QUESTIONE DI SCIENZA O, QUESTIONE SOCIALE ED ECONOMICA?
Marcello Buiatti, Docente di Genetica, Università di Firenze
European Network of Scientists for Social and Environmental Responsibility (ENSSER)
Riassunto
Sin dall’immissione sul mercato delle prime Piante Geneticamente Modificate (PGM) il dibattito sui rischi potenziali del loro uso si è incentrato attorno ai possibili pericoli per la salute umana e animale, e in parte agli effetti sull’ambiente. È in gran parte mancata, invece, la discussione circa la reale innovatività delle tecniche usate, l’utilità dei prodotti commercializzati, gli effetti economici e sociali riscontrati nelle agricolture e nelle comunità umane del Nord e del Sud del mondo. Il presente intervento vuole aprire il dibattito su queste lacune. Si dimostra, innanzitutto, il fallimento di una tecnologia che ha immesso in commercio con successo solo quattro piante trasformate per due caratteri dagli anni Ottanta del Novecento. Si discutono, poi, le ragioni scientifiche del fallimento, legate a effetti imprevedibili a priori che destano anche preoccupazione sul piano della sicurezza alimentare. Si chiariscono, infine, le ragioni della diffusione di prodotti di scarsissima utilità su vaste superfici attribuendole al controllo, su gran parte della filiera alimentare, di pochissime grandi imprese, riportando dati precisi sui risvolti economici e sociali delle PGM nel Sud del mondo.
Introduzione
Da molti anni, in particolare nei paesi sviluppati, il dibattito sugli organismi geneticamente modificati (OGM) si è concentrato sulla presenza o meno di pericoli per la salute umana e animale, considerando solo in piccola parte gli effetti ambientali, sulla biodiversità naturale e delle piante coltivate, sulle agricolture. L’opinione pubblica e anche molti divulgatori delle due parti in gioco hanno sempre implicitamente data per sicura l’innovatività della tecnologia del DNA ricombinante e la presenza sul mercato di molti prodotti geneticamente modificati (GM). Anche per questo modo di trattare il problema, con l’eccezione delle organizzazioni di piccoli coltivatori, si è generalmente trascurato il significato economico e sociale dell’introduzione delle piante geneticamente modificate (PGM). Sono stati infatti i piccoli coltivatori, che sono ancora la maggioranza della popolazione in molti Paesi del Sud del mondo, a sollevare il problema del controllo della filiera alimentare da parte di poche multinazionali, cosa che contraddice l’antico principio della sovranità alimentare. In questo i contadini del Sud del mondo hanno trovato alleati gli agricoltori dei Paesi mediterranei che, per la bassa dimensione media aziendale e per l’antica storia di selezione di prodotti di alta qualità, sono competitivi sui mercati sul piano di quest’ultima, ma non possono esserlo su quello della quantità.
L’ingegneria genetica ieri e oggi
È passato ormai molto tempo da quando Mary Dell Chilton, nel 1981, ha messo a punto il primo metodo di ingegnerizzazione delle piante, utilizzando il batterio Agrobacterium tumefaciens, di cui aveva scoperto la capacità di inserire parte del suo DNA nei vegetali. È ora quindi di valutare i risultati di questa tecnologia, innanzitutto per quanto riguarda i risultati ottenuti, non nei laboratori ma sul mercato. Sarà bene chiarire subito che la tecnologia dell’ingegneria genetica, introdotta nei primi anni Settanta da genetisti e biologi molecolari batterici, rappresentava una tecnica innovativa basata sul trasferimento artificiale di geni, e quindi di nuove funzioni, da un organismo a un altro, generalmente appartenente a specie distanti dal punto di vista evolutivo. Operazione diversa dal miglioramento genetico tradizionale, basato sull’incrocio fra individui della stessa specie che – è bene chiarirlo ai non addetti – hanno tutti gli stessi geni con le stesse funzioni anche se in forme varianti (dette alleli) diverse. Fu nel 1983 che Chaleff presentò una pianta di tabacco in cui erano stati inseriti geni di Bacillus thuringensis che conferivano la resistenza agli insetti.
"Il primo prodotto immesso in commercio fu il pomodoro Flavr Savr nel 1994, dotato di un gene che impediva la marcescenza, che dato lo scarsissimo successo sul mercato fu ritirato; successivamente nel 1996 fu autorizzata la commercializzazione di piante resistenti a insetti e tolleranti a diserbanti, ambedue ottenute con geni batterici. Da allora, incredibilmente, la tecnologia della trasformazione non è praticamente cambiata, e infatti dal 1996 nessun nuovo carattere è stato inserito con reale successo di mercato. Ora come allora solo quattro piante modificate vengono ampiamente coltivate: il mais, il cotone, la soia e la colza. Il resto a livello commerciale è poco significativo. Al momento sono anche in corso tentativi di introdurre sul mercato riso e grano GM, sempre modificati per la resistenza a insetti e la tolleranza a diserbanti.
Senza dubbio migliaia di altre PGM sono state modificate per altri caratteri, ma non sono mai uscite dai laboratori o dai campi sperimentali, nonostante gli scoop giornalistici che talvolta ne davano notizia: o hanno avuto poco successo o addirittura sono state ritirate perché molto al di sotto delle aspettative di chi le aveva disegnate. Un caso recente è quello del Golden Rice prodotto da Syngenta, presentato come il toccasana per evitare le carenze nutritive di vitamina A, che alla sua prima uscita è stato bloccato dalla stessa ditta produttrice in quanto sintetizzava il precursore di questa vitamina in quantità talmente bassa da costringere chi volesse raggiungere il dosaggio sufficiente a mangiare otto chili di riso modificato al giorno. Adesso, l’impresa produttrice sta reclamizzando un’altra linea della stessa pianta con contenuto maggiore di pro-vitamina, che però non è ancora stata immessa sul mercato.
La ragione di questo fallimento sta nel fatto che le interazioni fra i geni introdotti e la pianta non sono di tipo additivo e portano a un altissimo livello di imprevedibilità del risultato, sempre in qualche modo diverso da quello atteso. Quando si effettua una trasformazione, infatti, non siamo in grado di prevedere a priori il numero di copie del frammento di DNA che si inseriranno nel corredo genetico dell’ospite, dove questi frammenti andranno a inserirsi provocando possibili danni al DNA preesistente, se saranno rimaneggiati dalla pianta o no, se potranno esprimersi e quanto. Non si sa che effetto avranno le nuove proteine introdotte, come si integreranno i nuovi metaboliti nella rete metabolica preesistente, come interagirà la pianta geneticamente modificata con l’agroecosistema in cui è inserita.
Gli effetti più immediatamente negativi dell’alto livello di imprevedibilità delle operazioni di ingegneria genetica sono di due ordini. Intanto, come per il Golden Rice, le piante soffrono le modificazioni del genoma, spesso, quindi,
1) sono poco produttive e talvolta mostrano un fenotipo diverso dal previsto.
2) Secondariamente l’imprevedibilità degli effetti dell’ingegnerizzazione desta preoccupazioni anche per la sicurezza alimentare del prodotto. La diffidenza dei consumatori è giustificata dal fatto che il sistema di tutela della sicurezza alimentare presenta alcuni punti oscuri.
L’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) non convince completamente perché, nelle sue valutazioni sugli OGM non si appoggia a laboratori indipendenti, ma chiede alle imprese produttrici di compiere analisi e test per valutare la sicurezza alimentare. Le linee guida per la valutazione del rischio sono considerate obsolete, gli studi di pericolosità degli alimenti vengono condotti su poche decine di topi, usando metodi statistici controversi per l’analisi dei dati. Nei casi in cui laboratori indipendenti hanno compiuto analisi sulle PGM che hanno avuto un parere positivo dall’EFSA, sono state trovate sequenze geniche non previste. Con questo, sia ben chiaro, non si vuole necessariamente dire che le PGM siano pericolose, ma semplicemente che il sistema ufficiale di prevenzione dei rischi è carente. Quello che sorprende, a questo punto, è che le grandi multinazionali non sembrino avere alcun interesse a trovare tecniche che permettano di ridurre l’imprevedibilità, cosa che potrebbe aiutare la creazione di prodotti più vari e con possibilità di essere accettati; anzi, come risulta da molti dati, hanno ridotto l’intensità di ricerca e quello che ne rimane serve solo a introdurre gli stessi geni di cui ho parlato in più specie di piante. La mia personale opinione è che queste ricerche non vengano fatte perché, per ragioni che vedremo, alla multinazionali non serve ottenere prodotti innovativi veramente competitivi per qualità, ma servono invece pubblicità, annunci di nuove scoperte, spesso inesistenti, o di qualche Paese che finalmente accetti gli OGM, per fare alzare il titolo in borsa delle imprese e di conseguenza le royalties poste sui prodotti commerciali.
Ricerca sugli OGM e interessi economici
È, come vedremo, per le politiche economiche e per le pressioni politiche sui governi da parte delle multinazionali che, nonostante la cosiddetta innovazione sia vecchia di più di vent’anni, la soia, il mais, il cotone e, in misura minore, la colza resistenti a insetti e tolleranti a erbicidi hanno avuto grande fortuna, tanto che nel 2010 148 milioni di ettari sono stati coltivati nel mondo con piante geneticamente modificate. Di questi, 66,8 si trovavano negli Stati Uniti, 25,4 in Brasile, 22,9 in Argentina, 9,4 in India e 8,8 in Canada, insieme a Cina, Paraguay e Sud Africa, che superavano anch’essi il milione di ettari di produzione per nazione. Gran parte della superficie coltivata a OGM è costituita da soia tollerante a diserbanti e, in misura minore, resistente a insetti, seguita dal mais, mentre le altre due piante (cotone e colza) hanno avuto un po’ meno successo. Questa situazione assume tratti paradossali se si considera che l’utilità di questi prodotti non appare sensazionale. Le piante in commercio, infatti, non producono più di quelle non trasformate, come mostrano i dati reperibili sul sito dell’USDA (Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti) in cui troviamo che le produzioni unitarie di mais e soia sono andate aumentando costantemente dal 1977 al 2007 sempre con la stessa velocità, che non è cambiata dopo l’introduzione delle PGM, avvenuta, come si diceva, nel 1996. L’aumento di produzione, quindi, non è dovuto alle modificazioni genetiche ma al miglioramento delle tecniche di coltivazione e al lavoro dei miglioratori genetici tradizionali, che hanno continuato a selezionare gli ibridi migliori tra quelli non GM. Le trasformazioni genetiche non hanno neanche ridotto la quantità di diserbanti e insetticidi consumati, dal momento che, essendo le piante GM tolleranti a certi erbicidi, la tendenza spesso è di fare trattamenti di diserbo in tutte le fasi di coltivazione fino alla raccolta. Per quanto riguarda la resistenza agli insetti, inizialmente il consumo di insetticidi è effettivamente calato, ma ora pare che le cose stiano cambiando in peggio. Innanzitutto, relativamente in poco tempo, la presenza delle piante produttrici di insetticida ha provocato la selezione di insetti resistenti; al contempo però la distruzione di questi parassiti ha facilitato l’aumento delle popolazioni di altri insetti dannosi e quindi l’uso rinnovato di pesticidi. Qualcosa di simile sta avvenendo, anche se lentamente, pure per quanto riguarda i diserbanti, in quanto alcune infestanti hanno sviluppato resistenze specifiche. A conti fatti un vantaggio economico reale, ma solo nel caso di piante tolleranti agli erbicidi, sta nella diminuzione del costo della manodopera utilizzata per il diserbo.
Il dubbio che il successo parziale delle PGM non derivi dalla loro competitività per la qualità del prodotto ma da ragioni economiche e, in particolare, dal processo di accumulo e dal controllo dell’intera filiera alimentare, è suffragato dal recente studio di Howard (2009) che ha dimostrato che quattro imprese del settore hanno il controllo del 59% del mercato dei pesticidi e del 56% dei semi attraverso l’aggregazione di produttori complementari che puntano al controllo della filiera produttiva agricola, un processo facilitato dalla concentrazione dei brevetti nelle mani di pochi. Lo strumento del brevetto industriale, infatti, è stato esteso, con la nascita dell’ingegneria genetica, alle piante e agli animali sotto forma di brevetto di sbarramento sia di prodotto sia di processo, che copre tutti i materiali in cui è contenuto il gene o che sono stati prodotti con un certo processo. Anche per questo motivo il coltivatore deve comprare ogni anno il seme dall’impresa produttrice invece di produrlo da solo, non può usarlo per ricerca e ulteriore miglioramento e deve pagare le royalties anche se una sola pianta geneticamente modificata viene trovata nel suo campo. In questo momento tre imprese dominano principalmente il mercato (Monsanto, Dupont e Syngenta, in ordine di grandezza). Si tratta di imprese chimiche in possesso di brevetti agrochimici che a partire dagli anni Novanta ne hanno assorbite altre dello stesso tipo, sia farmaceutiche sia sementiere. Così Monsanto, produttrice di diserbanti negli anni Sessanta, fondendosi con Pharmacia e Upjohn, ha acquisito le grandi sementiere Cargill, Dekalb Genetics Corporation, Delta e Pine Land, Seminis, Holden Foundation Seeds e controlla oltre duecento sementiere in India, Cina e Brasile. La Dupont ha acquisito la Pioneer High Bred e, infine, resta Syngenta, derivata dalla fusione fra Novartis agricoltura e Zeneca, che ha acquistato la Wilson Seed allargando a ormoni vegetali e fungicidi la sua produzione. Queste imprese, Monsanto in particolare, trattano da pari a pari con gli Stati e con l’Unione Europea e dispongono di una rete potente di laboratori che, pur riducendo progressivamente l’intensità delle ricerche (Schimmelpfennig et al., 2004), costituiscono il nucleo fondante per la campagna di propaganda sui vantaggi delle PGM, particolarmente pesante nei paesi in via di sviluppo, dove si esplica anche attraverso la presenza negli organismi pubblici di controllo e negli editoriali di molte riviste internazionali, come risulta da una sintesi critica della letteratura sul cotone resistente agli insetti in Cina, India, Sud Africa, condotta da D.Glover nel 2009 per conto dell’Economic and Social Research Council (ESRC) inglese.
In molti lavori, Glover nota una evidente parzialità che, ad esempio, porta in Cina a non conteggiare come lavoro quello familiare svolto nelle piccole aziende, a notare che il vantaggio delle PGM c’è solo in casi di attacco forte dei parassiti, che l’uso dei pesticidi non si è abbassato, che nuovi insetti sono diventati pericolosi in seguito alla distruzione del parassita target da parte delle PGM (Wang et al., 2008). Analogamente l’autore nota che in India le poche aziende che hanno un vantaggio economico lo ricavano da aiuti tecnici e monetari mirati da parte dello Stato, sono in partenza più ricche delle altre e usufruiscono di sistemi di irrigazione efficienti. Il quadro assume così caratteristiche diverse ed è supportato anche da altri lavori non riportati da Glover. In India, ad esempio (Ramasundaram et al., 2007), in alcune regioni come l’Andhra Pradesh e il Maharashtra, per la presenza di ben 150 specie di insetti parassiti a cui le varietà PGM non oppongono nessuna resistenza, si sono dovuti usare più pesticidi, cosa che, insieme alla riduzione del prezzo del cotone sul mercato e agli attacchi virali a cui le varietà locali sono resistenti a differenza delle PGM, ha portato a un aumento di suicidi nelle popolazioni locali. Gioca in questo, come in molti altri casi, la riduzione della variabilità genetica delle piante coltivate, iniziata in India al tempo della rivoluzione verde, ma diventata più pesante con il passaggio a poche varietà GM.
La situazione è molto diversa in America Latina, in particolare in Argentina, Brasile, Paraguay, in cui la PGM più importante è la soia tollerante ai diserbanti. Un aspetto preoccupante è che la coltivazione di soia GM è stata accompagnata dalla distruzione dell’agricoltura di sussistenza, dalla riduzione del numero di imprese agricole, dall’aumento della dimensione media di ciascuna di loro, dal passaggio dalla coltivazione di piante per provvedere al fabbisogno alimentare locale a quella di soia da esportazione. In Argentina, per esempio, l’aumento della produzione di soia dell’11.8% dal 1996 al 2004 è andata di pari passo alla riduzione del grano del 2.3%, della patata del 3.3%, del miglio del 19.1%. Contemporaneamente il numero di imprese agricole si è quasi dimezzato dal 1966 al 2002, sono sparite le imprese familiari e si sono ingrandite quelle industriali, con il raddoppio del rapporto tra capitale e lavoro. In sintesi il tessuto di aziende contadine è stato sostituito da imprese di dimensioni maggiori, spesso unite in reti con un unico direttore e che impiegano braccianti, con una riduzione del lavoro di più del 50%, così come della variabilità genetica di piante e animali. In Brasile l’esplosione delle coltivazioni di soia ha provocato anche espropriazioni dei contadini da parte dei sojeros e dei grileiros (speculatori), contadini che, come quelli argentini, si sono spostati nelle favelas, abbandonando le sementi e perdendo le loro culture, il tutto accompagnato dal rapido aumento della deforestazione. Tutti questi fenomeni sono avvenuti in modo più cruento in Paraguay, paese in cui gran parte della terra è gestita da stranieri, tanto che dei 60000 produttori di soia il 40% è brasiliano, il 36% tedesco o giapponese e solo il 24% paraguaiano.
Conclusioni
Tirando le conclusioni di quanto finora detto, gli OGM rappresentano il simbolo di un’agricoltura non mirata alla soluzione del problema della fame (solo il mais fra le piante in commercio ha un significato da questo punto di vista) e alla produzione di cibo, ma alla creazione di reddito e al controllo dei mercati mondiali da parte di poche imprese multinazionali agevolate dalle regole del WTO. Anche per questo la ricerca di OGM utili pare essersi fermata e tutto è accentrato sulla propaganda, sulla brevettazione, sulla speculazione finanziaria. Questo cambiamento, che sembra preludere all’uso della terra per le energie alternative e per la produzione non alimentare (vedi, ad esempio, la patata Amflora per la produzione di carta), ha già provocato e sta provocando problemi economici e sociali molto più gravi di quelli temuti sul piano della sicurezza alimentare. Questi aspetti sono condivisi anche dagli agricoltori italiani che, con pochissime eccezioni in pianura padana, non vogliono le PGM perché appunto non sono produttive, non spunterebbero prezzi plausibili sul mercato, ma soprattutto introdurrebbero le grandi imprese produttrici del transgenico con la possibile conversione dei terreni e la perdita delle caratteristiche di eccellenza dei prodotti agricoli delle piccole aziende italiane, i cui profitti sono basati sulla qualità. Tratto da "SCIENZA INCERTA": http://www.slowfood.it/sloweb/C27451721b6b718E28mg690BC335/scienza-incerta-e-dubbi-dei-consumatori-il-caso-degli-organismi-geneticamente-modificati-
- E) CONFUTARE GLI ARGOMENTI pro OGM
( parte 7°: http://www.youtube.com/watch?annotation_id=annotation_337477&feature=iv&src_vid=fM3paqFhNw4&v=AIWZsrn9d0g del video: https://www.youtube.com/watch?v=qA6gQotPrLo
Conferenza per Civiltà Contadina del Prof. Gianni Tamino, docente di Biologia generale e dal 2001 di Fondamenti di Diritto ambientale al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova; fa inoltre parte del corpo docente del Corso di specializzazione in Bioetica a Padova
"Tutti quelli che propongono gli OGM sostengono che sono "miracolosi". Dicono che gli OGM:
1) - "Hanno un inserimento mirato di un solo gene" , invece s'è visto che non è così, quindi è falso.
I geni agiscono secondo una logica a rete, tipica di un sistema complesso, in cui ogni gene interagisce con tutti gli altri.
A tal proposito, così si espresse il biologo e medico italiano, il premio Nobel Prof. R. Dulbecco (in un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica il 22-11-2002) parlando nello specifico dei problemi della transgenesi*: "Ci sono molti esempi che dimostrano una connessione, tra le funzioni di geni apparentemente indipendenti. Per esempio, con i metodi oggi a disposizione è possibile determinare il grado di attività di tutti i geni in una cellula, ed è stato dimostrato che introducendo un nuovo gene in una cellula, la funzione di un gran numero di altri geni viene alterata: non è sufficiente introdurre un gene in un organismo per determinarne l'effetto, che invece dipende da quali altri geni sono presenti. " Ovviamente nella transgenesi non sappiamo quali sono i geni che saranno alterati, nè sappiamo quando, saranno alterati! Queste due variabili che restano che restano sconosciute ci permettono di affermare, anche in base al principio di precauzione, che in effetti la transgenesi è tutt'altro che "un inserimento mirato" ed è invece una specie di "bomba (genetica) ad orologeria" in cui esiti nell'arco del tempo sono totalmente SCONOSCIUTI.
N.B. *Transgenesi = Organismi che ricevono geni esterni al proprio organismo.
2) - "Evitano l'uso dei pesticidi" , ma.. non è vero! Perchè anche nel caso (che è minoranza), quello della resistenza agli insetti (ingegnerizzazione "Bt"), poi però gli insetti "sopravvissuti" alla tossina Bt diventano "più forti" di prima, ovvero sono resistenti al pesticida, e poi specialmente nell'altro caso, che corrisponde all'80% dei casi totali, cioè è quello del transgenico resistente al diserbante, con una pianta dal seme ingegnerizzato (seme transgenico) che ha bisogno del diserbante per funzionare, perchè è appositamente studiata e ingegnerizzata per questo, ovvero per tollerare il diserbante (ed è perciò che, infatti, paghiamo il seme trangenico ben più salato del convenzionale!), e quindi se ne usera' ben piu' di prima e molto di più che sulle piante convenzionali che non potrebbero reggere simili dosi di diserbante!
"La tecnologia delle colture resistenti agli erbicidi (transgenici) ha portato negli Stati Uniti tra il 1996 e il 2011, ad un aumento dell'uso di erbicidi pari a 239 milioni di kg. (527 milioni di libbre)" (http://www.enveurope.com/content/24/1/24/abstract)
3) - "Producono di più", non è vero, perchè in assenza del parassita, o con sistemi diversi di eliminazione del danno da parassita (per esempio avendo piante naturalmente resistenti), la pianta OGM produce di meno perchè costretta a produrre sempre e comunque quella tossina o quella proteina e questo distoglie energie materiali, per una cosa che non serve, anzi fa morire ( nel caso della tossina "Bt") gli insetti utili. “Gli OGM non si sono dimostrati affatto più produttivi dei semi convenzionali, tradizionali o biologici. E’ perciò falso che soia e mais transgenici siano più produttivi di quelli non modificati questo lo si può osservare guardando il sito del Dipartimento della Agricoltura statunitense in cui si trovano i dati delle rese unitarie di mais dal 1977 al 2007. Dato che le piante geneticamente modificate sono state immesse sul mercato nel 1996 ci si aspetterebbe un’ impennata produttiva a cominciare da quell’anno, impennata che invece non risulta affatto, anche se nel trentennio considerato si registra effettivamente un aumento di produzione, che però è costante non improvvisa, ciò si deve probabilmente all'introduzione di innovazioni, nelle tecniche culturali.” http://magazine.quotidiano.net/ecquo/buiatti/2010/02/26/ogm-prodotti-della-scienza-o-strumento-finanziario/
4) - "Possono risolvere la fame nel mondo" , falso! Ricordarsi della questione Argentina durante il periodo di crisi (nel 2001 e anni seguenti il Paese esportava prodotti transgenici coltivati dai latifondisti, per mangimi animali, e al contempo registrava malnutrizione diffusa, e addirittura bambini morti di fame nella città di Tucuman), il fatto è che queste piante: colza, cotone, mais, soya non servono per l'alimentazione umana, salvo rare eccezioni. Possono anche essere mangiate (eccetto il cotone), infatti sono impiegate o per produrre ad esempio l'olio di colza, o comunque prodotti che però finiscono in pasto agli animali, quindi NON risolvono assolutamente i problemi dei popoli poveri e della fame nel mondo. Infatti chi alimenta gli animali con i mangimi? Solo le popolazioni ricche che se lo possono permettere (sfruttando spesso e massicciamente i terreni delle popolazioni povere, all'estero). Le altre popolazioni utilizzano il foraggio, come si è sempre fatto, perchè fra l'altro un bovino non è fatto per mangiare soya e mais, se ha un rumine è perchè deve ruminare non per lasciarlo li, vuoto.
Allora (19.20) Non è certo con gli OGM che si risolve la fame nel mondo:
- Oggi secondo dati FAO, il cibo prodotto è più che sufficiente per tutti gli abitanti del pianeta.
- Nel Sud del mondo manca l'accesso al cibo, a causa della povertà.
- Nel mercato globale si produce dove costa meno (Paesi poveri) e si vende dove si è disposti a pagare di più (Paesi ricchi).
- Gli OGM non risolvono questo problema, ma anzi lo aggravano (controllo delle multinazionali sul seme e sui pesticidi) .
- Emblematico il caso dell'Argentina come già riferito poc'anzi. L’Argentina era all'epoca il secondo paese produttore di OGM, dopo gli USA, con 13,5 milioni di ettari coltivati nel 2002. Nello stesso anno, metà della popolazione 18 milioni di persone su 37 viveva in condizioni di insicurezza o vulnerabilità alimentare (a pag.34 di
http://www.eticamente.altervista.org/Documenti/failasceltagiusta/alimentazione/OGM_panacea.pdf). A questo proposito Save the children spiega (19.31) come mentre i bambini morivano di fame si esportava carne e soya transgenica. Successe durante la crisi argentina del 2001-2002: un Paese potenzialmente in grado di sfamare dieci (10!) volte tanto la sua popolazione, era in crisi alimentare. Comunicato di Save the Children del 27/11/2002:
"Tre bambini muoiono ogni giorno in Argentina per fame o per malattie legate alla malnutrizione. Il 63% dei nati nell'ultimo anno, circa 222.000 bambini, sono figli di famiglie indigenti, con scarse possibilità di soddisfare il fabbisogno alimentare minimo. Sono in tutto 8,6 milioni i bambini e gli adolescenti argentini che vivono in povertà. Almeno 2,6 milioni di loro hanno meno di 5 anni. Dall'inizio dell'anno sarebbero morti per patologie legate alla malnutrizione quasi 1.000 bambini, ma soltanto nelle ultime settimane i medici hanno cominciato a denunciare con regolarità la causa dei decessi."La replica dei produttori di OGM è che quelli erano gli OGM di prima generazione e forse non "c'erano venuti così bene", quelli di seconda generazione sono molto più "importanti". Intendono gli OGM cosidetti "nutraceutici" cioè quelli a cui si aggiungono fattori nutrienti importanti. Questi ultimi (i nutrienti importanti, ndr.) li troviamo normalmente nel cibo, se mangiamo cibo variato. E' solo se si mangia cibo monotono che ci mancano. Il loro ragionamento allora è il seguente: c'è una parte della popolazione dell'Asia che mangia solo riso, per giunta brillato, queste persone hanno carenza di vitamina A, e la vitamina A è indispensabile per gli occhi e coloro, bambini, che non assumono cibi con vitamina A diventano ciechi. La loro soluzione è mettere un gene che produce il betacarotene che è il precusore della vitamina A nel riso. Così quando mangiano il riso hanno anche il betacarotene. Ma devo proprio fare un lavoro di questo genere? Che tra l'altro poi non funziona perchè bisogna mangiare grandi quantità di riso di questo tipo per avere la dose normale di vitamina A...la loro ipotesi prevedeva di regalare a queste popolazioni come aiuto umanitario il riso OGM. Ma se gli si da invece un po' di carote e pomodori non si fa prima? Senza poi aver bisogno di mangiare chili di riso al giorno. La soluzione non è quella di mettere il betacarotene nel riso, bensì nel dar da mangiare assieme al riso (tradizionale) qualcos'altro ! In India, ad esempio, il riso viene da sempre condito con un olio ricco di betacarotene. E nessuno ha mai avuto problemi. Ci vuole tanto a riflettere un attimo e trovare semplici ma efficaci soluzioni invece di complicarsi la vita con soluzioni che poi neppure funzionano? Stessa cosa era uscita con clamore, anche del Prof. Veronesi... ah adesso i tumori li sconfiggiamo mangiando i "pomodori viola" peccato che pomodori neri o viola ce ne sono già in abbondanza da coltivare senza doverne fare in OGM (22'05'') I pomodori sono naturalmente ricchi di sostanze anti-cancerogene e quindi fare questo non ha nessun senso, quando queste sostenze sono efficaci solo se associate ad una dieta molto equilibrata. Una dieta monotona vanifica gran parte di questi effetti. "Il matrimonio fra OGM e fame è letteralmente contronatura: una tecnologia frutto di un approccio riduzionistico e meramente votato al massimo profitto non ha in sé la possibilità di dare soluzione a un problema di carattere complesso.Teniamo conto anche che i transgenici attualmente più prodotti (soia, mais, cotone e colza) sono colture di scarso interesse nutrizionale, destinati soprattutto alla zootecnia intensiva che sempre più drena un’enorme quantità di risorse alimentari, sottraendo superficie agricola all’alimentazione umana diretta." Se si vuole davvero aiutare le popolazioni dei Paesi poveri occorre andare verso altre forme di selezione, le cosidette selezioni partecipative, non imporre una semente dall'alto, ma fare in modo che siano le popolazioni locali a selezionare le sementi di cui hanno bisogno. Questo lo fa per esempio il Prof. Ceccarelli nelle zone della Siria e in varie zone dell'Africa. Zone come il Mali, il Centrafrica, hanno nella loro tradizione molti piatti a base di riso. Non sempre quelle zone hanno acqua per fare la coltivazione, ci sono i fiumi ma non dappertuttto. Quindi nelle zone dove l'acqua scarseggia non si può coltivare il riso nella risaia classica. Esiste in Africa un'altra varietà di riso che però ha una produttività molto scarsa, ma non ha quasi bisogno di acqua. Dei ricercatori hanno ibridato le due specie che normalmente non si ibriderebbero. Ma fondendo cellule dell'uno e dell'altro sono riusciti ad ibridare, senza aggiungere nessun gene nuovo, ma soltanto mescolando i geni dell'uno e dell'altro, creando quindi una nuova varietà chiamata NERICA (new rice for Africa crossing O. glaberrima and O. sativa http://en.wikipedia.org/wiki/New_Rice_for_Africa). Operando in questo modo si ottengono tante varietà, i ricercatori hanno dato ai vari agricoltori delle varie zone, dei vari Paesi del Centrafica che vivono in zone più di montagna, più di collina, più di pianura, con più acqua, con meno acqua, hanno dato quindi, i semi dicendo di selezionare i migliori nella loro zona. Quando sono stato al Social Forum che si è tenuto in Senegal dagli agricoltori che fanno anche agricoltura biologica, ho comprato un sacchetto di Nerica, l'abbiamo mangiato, ma non si può coltivare perchè lo vendono spezzato. Teoricamente qualche seme anche spezzato potrebbe germogliare."
Prof. Gianni Tamino, docente di Biologia generale e dal 2001 di Fondamenti di Diritto ambientale al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova; fa inoltre parte del corpo docente del Corso di specializzazione in Bioetica a Padova
5) - "Possono permettere di coltivare in condizioni svantaggiose" , falso! Nessuno dei due geni inseriti nei semi serve a questo., uno è un gene della resistenza al diserbante e l'altro è un gene per la produzione della tossina Bt, insetticida.
6) - "Riducono i costi di produzione." Non è vero però, perchè devo pagare i brevetti e i diserbanti... oltre che i semi costano più dei convenzionali. Nel 2012, il prezzo medio delle sementi di mais OGM era salito a 263 dollari per unità, mentre le varietà convenzionali si attestano su una media di 167 dollari. (http://m.greenpeace.org/italy/it/high/ufficiostampa/comunicati/Verso-Expo-2015-Nutrire-il-Pianeta-senza-OGM/) Inoltre, secondo uno studio della Washington State University, è previsto un aumento significativo dei prezzi delle sementi OGM resistenti agli erbicidi rispetto ai semi convenzionali, nel momento in cui tali colture venissero autorizzate nell'Unione Europea. "Le sementi OGM costano certamente di più, a meno che, come innovatori incaricati d’aprire la via al "progresso", non godiate di condizioni speciali che, in ogni caso, non dureranno." Jean-Pierre Berlan, Directeur de Recherche INRA/CTESI, Montpellier.
P.S.” l’80% dei terreni coltivati a transgenico si concentra in 3 Paesi: Stati Uniti, Argentina e Brasile. Terreni che non sono in mano ai produttori locali, ma a 4 multinazionali che, negli Usa, controllano la quasi totalità del mercato di soia e mais ogm. Un giro d’affari pari a 18 miliardi di dollari l’anno. E i contadini che utilizzano gli Ogm? Nel periodo 1995-2011 il costo medio di un campo di mais e soia è aumentato del 300% circa. Inoltre, la semina Ogm crea dipendenza. Uscire dal giro delle multinazionali è davvero difficile, le penali per recedere il contratto sono salatissime. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/15/ogm-chi-ci-mangia/951227/
7) - "Sono più sicuri dei prodotti naturali." Falso! Fantasia pura. Basta leggere quello che dice il premio nobel Renato Dulbecco sul fatto che "introducendo un nuovo gene in una cellula, la funzione di un gran numero di altri geni viene alterata" e non si sa quali. (allora più che “sicuro”...è pericoloso!) "È una tecnologia talmente nuova che ci vorranno decenni per rendersi conto dei reali effetti. Si pensi ai pesticidi. Ci sono voluti più di venti anni di utilizzo intensivo prima di comprendere quanti e quali danni abbia fatto il ddt. Dobbiamo imparare dagli errori del passato. Stiamo parlando del cibo che mangiamo. Ci sono rischi potenziali enormi per la salute e per gli allevamenti. Stiamo appena iniziando a vedere gli effetti sulle piante con la creazione di ibridi che potrebbero sfuggire di mano e danneggiare tutta l'agricoltura mondiale. I pochi dati che abbiamo evidenziano rischi catastrofici. Andare avanti senza ulteriori approfonditi studi è irresponsabile". Prof. Carlo Leifert, del Dipartimento di agricoltura dell'Università di Newcastle è stato Direttore e curatore della Stockbridge Technology Centre Ltd (STC)
8) - "Non ci sono mai stati problemi per l'ambiente (e per la salute umana)." Falso!
Fino a poco tempo fa si diceva che si ha da pochi anni un prodotto nuovo e in quantità modeste, non posso aver verificato niente, fra l'altro ho detto e ripeto che è una bomba ad orologeria, quindi finchè non scoppia non fa danni. Ma oggi non è più così. Oggi cominciamo ad avere prove dei danni. (2'56'')
Impatti sull'ambiente:
8a) In un lavoro fatto in Svizzera nel 2012 spiega che le tossine emesse delle piante OGM resistenti agli insetti, colpiscono anche gli insetti utili , le larve di cocinella (http://www.enveurope.com/content/24/1/10). Era stato dimostrato anni fa sulle farfalle monarca che sono un simbolo degli U.S.A. Ora viene dimostrato dallo studio svizzero sulle larve di cocinella. Se uccido una cocinella, questa non mangerà più migliaia e miglia di insetti dannosi come gli afidi. Se per eliminare qualche afide uccido qualche cocinella ho fatto un danno maggiore di quanto siano i benefici dell'OGM.
8b) Altro esempio, uno studio che viene fatto periodicamente negli U.S.A. Dal professore Charles Benbrook, Washington State University professor: (http://www.nlpwessex.org/docs/benbrook.htm , studio: http://www.enveurope.com/content/24/1/24/abstract)] dimostra che fra il 1996 e il 2008 nelle aree coltivate con soya e mais transgenici, l'uso dei pesticidi è aumentato notevolmente ("Compared to the first five years of commercial use (1996-2000), today’s GE corn and soybeans in the U.S. require: * About twice as much herbicide per acre, with glyphosate/Roundup accounting for essentially all the growth;"). La conseguenza di questo incremento è la proliferazione di molte piante spontanee resistenti al glifosato, utilizzato nella coltivazione di soya transgenica. Quindi il discorso non è più teorico ma è purtroppo già realizzato, parliamo di dati che riguardano fatti già avvenuti.
8c) Nella foto (4'20'' del video*, o al link: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10203190364672302&set=a.1328319740415.2045588.1603594232&type=1&theater) c'è l'elenco di tutte le piante ed erbe infestanti, che nelle diverse zone del mondo dove si coltivano gli OGM, sono diventate resistenti agli erbicidi (dati anno 2011). Ovunque si sono coltivati gli OGM, compresa la Spagna, sebbene in quello stato di OGM non se ne siano coltivati molti, si è avuto un aumento di incidenza di piante spontanee resistenti.
“La resistenza al pesticida Roundup (prodotto dalla stessa distributrice di OGM: la multinazionale Monsanto) si è diffusa ad alcune piante infestanti (amarantacee, chenopodiacee...) al punto tale che nel 2012 il 60% degli agricoltori di OGM della Georgia (USA) è dovuta ricorrere sul 40% delle loro culture al diserbo manuale riportando l'orologio dell'agricoltura indietro di alcuni decenni... (prof. Salvatore Ceccarelli, genetista). Le piante spontanee diventate resistenti nel mondo sono circa una trentina e se ne registrano ogni anno di nuove, mentre aumenta ovunque la diffusione delle resistenti.
8d) Il transgenico suscita timori per la biodiversità. Altro dato, questo americano e canadese, e anche messicano, hanno deciso che il mais trangenico in Messico non si deve coltivare, (4'57'') perchè il Messico è la patria del mais. La biodiversità originaria va salvaguardata, perchè potrebbero averne bisogno anche loro come multinazionali. Il Rapporto della Commissione della Cooperazione sull'ambiente, del Nord America (una struttura prevista nell'ambito del NAFTA, cioè l'accordo di libero scambio fra U.S.A. Canada e Messico) raccomanda di macinare tutto il mais statunitense che entra in territorio messicano (il Messico è luogo d'origine di tutto il mais è una zona di origine "Vavilov") per evitare la contaminazione del mais locale, ed invita il Messico a mantenere la moratoria sulla coltivazione del mais transgenico. Questi rischi sono stati dimostrati nel 2004 e sono stati riportati dalle più prestigiose riviste scientifiche americane (5'21''). La rivista PNAS (Proceedings of National Accademy of Sciences che è l'Accademia nazionale delle Scienze) aveva comunicato che un'erba geneticamente modificata per essere resistente al diserbante della Monsanto (glyfosate Roudup ready), ed utilizzata nei green dei campi da golf, avrebbe contaminato piante spontanee, lontane più di 10 chilometri. Negli U.S.A. hanno enormi estensioni coltivate con irrigazioni con attorno zone semideserte in quanto aride. In questi casi la contaminazione è difficile, ma in Europa è diverso: ci sono piccoli appezzamenti e uno è fisicamente attaccato all'altro. Il Centro di Ricerca Europeo che ha sede nel comune di Ispra (Varese http://www.ispra.enea.it/ilcentro.html) in un rapporto del 2002 sulle contaminazioni da OGM ci comunica che se si vuole mantenere una presenza "accidentale" di OGM (6'28'') dentro la soglia dello 0,3% "occorre cambiare i sistemi di coltivazione, ed i costi di questi cambiamenti sono sproporzionatamente alti per quanti producono in azienda le proprie sementi (ovvero le "risemine")" (cioè coloro che vogliono un'agricoltura sostenibile, coloro che vogliono riprodursi da sè le sementi ecc.). "Dentro la soglia dello 0,3 %"** nel mais vuol dire 200 piante per ettaro poichè 0,1% è 70 ! Un'enormità! Altro che contenere! E' contaminazione dichiarata !
** Rapporto JRC – EU sulla contaminazione delle sementi da OGM, 2002)
9) Gli OGM sono un modo per impedire un'agricoltura diversa!
E questo lo diceva il Presidente dell'Associazione degli agricoltori nel 2002, intervistato da Elio Cadelo Rai Gr2 ore 7.30 del 13-06-2002 (7.15) Bill Christianson (Presidente dell'Associazione degli agricoltori) degli U.S.A. ha dichiarato che: "I prodotti geneticamente modificati NON CONTRIBUISCONO AD AUMENTARE LA PRODUTTIVITA', e tutte le caratteristiche che vengono pubblicizzate dalle varie multinazionali, in realtà NON SONO VERE, in quanto i prodotti eneticamente modificati non aiutano ad aumentare le rese. Nè sarà possibile avere coltivazioni OGM free accanto a coltivazioni di prodotti geneticamente modificati perchè questo è assolutamente impossibile, o l'uno o l'altro." (7'44'').
10) - Non ci sono mai stati problemi per la salute umana. Falso!
Al di la dei danni ambientali, che sono riconosciuti anche da quelli che sono pro OGM, vengono sempre negati i danni alla salute dell'uomo.
Ci sono almeno 3 studi (Laboratorio Privato Scozia, Università italiana, USA-Monsanto), in realtà molti di più adesso che (8'06'') che indicano danni ad animali alimentati con OGM e tenete presente che gli OGM servono sorattutto per gli animali (mangimi).
10a) Rischi da allergie e intolleranze e quasto vale soprattutto per la soya che è l'unica che viene utilizzata anche a livello umano, e anche il mais, negli U.S.A. ;
10b) Rischi da geni di resistenza agli antibiotici; se infatti si nutre i bovini, ad esempio, con mais o soya resistente agli antibiotici (perchè inserire il gene resistente all'antibiotico costituisce il modo di verificare se quell'altro gene che si inserisce nel seme è andato a buon fine) ovviamente l'animale frammenta il materiale genetico contenuto nella pianta e i frammenti contengono anche il gene di resistenza che può essere assorbito dai batteri intestinali del bovino. Questa resistenza agli antibiotici viene trasferita dai batteri intestinali anche ai batteri patogeni del bovino (o il cavallo o il pollo, l'animale insomma che è stato nutrito con OGM resistenti, agli antibiotici). Qualunque intestino animale e anche umano contiene batteri enteropatogeni, contiene "campylobacter" ( http://it.wikipedia.org/wiki/Campylobacter) che da problemi, contiene clostridi (http://it.wikipedia.org/wiki/Clostridium>) che sono pure problematici, se questi acquisiscono la resistenza all'antibiotico, è evidente che l'uomo ha di conseguenza un'arma spuntata (antibiotici). Occorre dire che è un'arma già spuntata in quanto s'è abusato con gli antibiotici,anche in veterinaria e anche per farne un uso diverso da quello di colpire una malattia, ma questo ha portato come risultato che oggi si hanno salmonelle, escherichie coli, campylobacter, completamente resistenti a tutti gli antibiotici conosciuti. Questo è un dramma e gli OGM lo aggravano.
10c) Rischi da metaboliti di diserbanti; il glyphosate produce metaboliti (prodotto finale o intermedio del metabolismo) che sono cancerogeni.
10d) Rischo da alterazione del funzionamento dei geni. E' quello che spiegava il premio Nobel *Dulbecco, e questo può riperquotersi anche a livello umano. * Dulbecco:"Ci sono molti esempi che dimostrano una connessione, tra le funzioni di geni apparentemente indipendenti. Per esempio, con i metodi oggi a disposizione è possibile determinare il grado di attività di tutti i geni in una cellula, ed è stato dimostrato che introducendo un nuovo gene in una cellula, la funzione di un gran numero di altri geni viene alterata: non è sufficiente introdurre un gene in un organismo per determinarne l'effetto, che invece dipende da quali altri geni sono presenti."
In uno studio di inizi anni 2000 spiega (10'25'') come è del tutto possibile che gli OGM diano allergie. Lo studio è a cura di due medici dell'Ospedale di Lavagna (GE): G. Napoli e L.Callegarini hanno appunto puntualizzato in un articolo apparso su "Ambiente, Risorse, Salute" (n. 73 del 2000) che: "anche se solo presenti tracce di allergeni nei cibi transgenici, non si può escludere che tale alimento sia allergenico. Poichè il soggetto probabilmente non avrà sintetizzato anticorpi verso tali allergeni in precedenza, essi non presenteranno fenomeni allergici alla prima esposizione, ma, se tale allergene diviene un componente comune dell'alimento, l'allergenicità si svilupperà per esposizione continuata." Il tipo di mais che è stato autorizzato solo per uso animale perchè riconosciuto provocare allergie nell'uomo, è finito ovviamante e purtroppo, nella catena alimentare umana e ha dato gravi problemi, anche economici, perchè grandi industrie (10'52'') come la Kellogs e altre importanti americane, hanno dovuto ritirare dal commercio tutti i prodotti e ancor oggi a distanza di 7-8 anni, c'è ancora materiale contaminante tipico dello "Starlink" (mais OGM non per alimentazione umana) ancora in circolazione, in qualche modo, probabilmente per "aiuti umanitari" perchè quando non si sa cosa fare si fanno "aiuti alimentari" ai Paesi del Sud del mondo. Slide: Gli U.S.A. Contaminano l'America Centrale con il mais Starlink. Le Associazioni di ambientalisti, consumatori e agricoltori di sei regioni dell'America Centrale e dei Caraibi hanno denunciato la presenza del granturco StarLink nelle forniture distribuite dal World Food Programme sotto l'egida delle Nazioni Unite e in quelle importate dagli U.S.A. In Nicaragua, Honduras, El Salvador, Guatemala, Costa Rica, e Repubblica Dominicana e analizzati in un laboratorio indipendente, più dell'80% sono risultati positivi ai test per il rilevamento della presenza dello StarLink. Tale prodotto non è mai stato approvato per il consumo alimentare umano a causa dei componenti allergenici derivanti dalla modificazione genetica delle sue proteine. ("Genet" 16-02-2005).
(11'27'') 04-12-2007 Effetti del DNA contenuto negli OGM sul sistema immunitario umano. Studio realizzato dal Prof. Werner Mueller e Anna Jaschok. Questo studio (http://stopogm.net/sites/stopogm.net/files/HumanImmuneSys.pdf) ha dimostrato che il dna sintetico degli OGM,una volta immesso nel corpo umano, non viene interamente degradato nel tratto intestinale ma penetra nel sistema linfatico e nel sangue e si deposita negli organi. Li svolge una funzione immunomodulatoria dagli effetti ancora sconosciuti. Allora si capisce che il dna contenuto negli OGM modifica il nostro sistema immunitario. Perchè non è vero come si pensava una volta che nell'intestino tutto viene digerito, magari fosse così! Allora non ci sarebbe mai stata "mucca pazza", perchè mucca pazza si verifica solo se un'intera proteina viene assorbita come tale. Analogamente intere porzioni di dna possono essere assorbite. E questi possono arrivare attraverso il tratto intestinale, penetrando appunto nel sistema linfatico e nel sangue e avendo come detto effetti sconosciuti sul sistema immunitario. Questo è stato accertato ! (nel 2007)
10e) L'RNA. Ma la cosa più preoccupante è che si è scoperto che micro RNA sono fondamentali in quel sistema di regolazione dei geni. Piccole porzioni di un'altro acido nucleico, l'RNA. Normalmente le piante che mangiamo ovviamente hanno micro rna e quindi questi vengono assorbiti dal nostro intestino e partecipano alla regolazione. Quindi noi ci siamo adattati (nel corso dell'evoluzione, ndr.) ad un intreccio di regolazioni che sono in parte endogene ed in parte esogene, frutto di quello che troviamo nel cibo. Quando si dice "siamo quello che mangiamo", c'è una ulteriore conferma. Però questo preoccupa perchè se i micro rna dei vegetali contribuiscono alla regolazione, i micro rna degli organismi geneticamente modificati sono uguali? Sono diversi? Possono avere effetti? E' un dubbio che ovviamente lascia un bel po' perplessi.
10f) Veleni “inside”. Un altro studio condotto su 69 donne di cui 30 incinta, ha messo in evidenza tracce di pesticidi ed erbicidi (13.30) associati alla coltivazione di OGM. Il problema è di queste 69 donne nessuna viveva in campagna. E quindi tutto questo risultato è legato alla loro alimentazione, di prodotti OGM. E' uno studio condotto dall'Università di Sherbrooke in Canada. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Reproductive Toxicology (13'38'') è stata quindi condotta su 69 donne, 30 delle quali incinte, di cui sono stati misurati i livelli ematici degli erbici a base di glifosato e glufosinato. L'indagine ha meso in evidenza l'evidenza di tracce di pesticidi ed erbicidi associati alla coltivazione di OGM. Poichè gli individui selezionati non sono mai entrati in contatto diretto con gli erbicidi, la loro presenza nel corpo umano è stata attribuita all'alimentazione, lasciando ipotizzare un identico rischio di esposizione per la maggioranza della popolazione a causa della forte presenza nella dieta canadese di cibo OGM.
10g) Il glyphosate è responsabile, ed è correlato ad un tumore piuttosto grave: il Linfoma non Hodgkin, e questo è stato dimostrato già da una decina d'anni (13.48) e ricordiamo che il 75% delle coltivazioni transgeniche contengono il gene di resistenza al glyphosate.
10h) Altri Studi dimostrano in animali che si nutrono di mangimi OGM che la soya transgenica altera il loro fegato (14.01) In base ad una ricerca dell'Università di Urbino e di Pavia, la soya OGM altera il metabolismo delle cellule epatiche nelle cavie (alterazione al nucleo degli epatociti) Risultati pubblicati sulla rivista "Cell Structure and Function", Vol. 27 2002 No. 4 pag. 173-18
10i) Ricerche fatte in Francia nel 2008 mostrano alterazioni nel peso degli animali alimentati con quel mangime OGM e disturbi e in certi casi, addirittura, ridotta fertilità. L'Istituto di Ricerche francese Crigen ha fatto studi pubblicati nel 2008 sia sul mais NK 603 che sul MON 810 evidenziando che il primo provocava alterazioni nel peso degli animali alimentati con il mangime che lo conteva, mentre il secondo mais, in base a studi fatti dalla stessa Monsanto, produttrice dei due mais transgenici, altera alcuni parametri nei reni e nel fegato degli animali alimentati, indicando un disturbo agli organi deputati alla disintossicazione. Anche in questo caso vi erano alterazioni nella crescita ( decremento di oltre il 3% del peso).
10j) Uno studio del 2008, commissionato dal governo austriaco al Prof. J. Zentek, dell'Università di Vienna, ha evidenziato che i topi nutriti con mais OGM hanno dato vita ad una prole nella terza e quarta generazione ridotta di numero e di peso, e tali differenze sono statisticamente rilevanti. I topi alimentati con mais non OGM si sono riprodoti in modo più efficiente.
10k) Recentemente è uscito un lavoro che ha creato molto scalpore (14'20'') perchè insieme con questo autore che conosco abbastanza bene (Prof. Seralini) lavora la Dr. Manuela Malatesta che per prima 7-8 anni fa denunciò che aveva scoperto che i mangimi contenenti soya transgenica determinavano danni negli animali che li mangiavano, per questo motivo, per questa sua denuncia è stata allontanata dalla sua città, poi è finita a Verona, ecc. ecc. Chi dice queste cose viene cacciato via. In questo studio a lungo termine di Seralini, Malatesta e altri sul Roudup ready (glyphosate) e sull'uso di mais resistente al Roundup ready (prodotto dalla Monsanto) (15'43'') hanno trovato che provoca tutta una serie di danni, compreso incremento di tumori negli animali dopo un certo numero di generazioni. Per trovare questo hanno fatto lo stesso studio fatto dalla Monsanto per ottenere l'autorizzazione a vendere qusto tipo di mais. Solo che l'equipe di Seralini ha prolungato lo studio, invece di farlo durare alcuni mesi, per un tempo molto più lungo in modo da determinare la tossicità a lungo termine. Ciò vuol dire almeno un anno e anche due e più. Passando da pochi mesi ad anni si evidenziano quegli effetti a lungo termine che non si vedono a breve termine. I critici hanno detto che ciò non dimostra niente. Perchè questo succede solo negli animali e su questo si può essere d'accordo. Ma perchè non hanno detto la stessa cosa quando hanno autorizzato il mais transgenico visto che la Monsanto ha presentato uno studio sugli stessi animali, stesso ceppo, per uno stesso numero di maschi e femmine, ma ciò per i critici non va bene perchè dicono che per uno studio a breve termine quel numero (di cavie, ndr.) va bene, invece per uno studio a lungo termine ce vogliono di più. Seralini ha detto che ciò può essere vero ma che non aveva i soldi per aumentare il numero di cavie, visto che nessuno ha soldi in eccedenza da dare alla sua equipe, a differenza della Monsanto e delle equipe che può permettersi... E comunque Seralini e la sua equipe di ricercatori ha voluto vedere cosa succedeva a quegli animali se l'esperimento si prolungava nel tempo, allora, sulla base di quei loro dati, si faccia uno studio maggiore. E che questo nuovo studio sia fatto da voi, Monsanto, visto che avete i soldi... Ma Monsanto, non vuole, ovviamente. Si è detto che era tutto falso (lo studio di Seralini-Malatesta) però lo stesso studio fatto dalla Monsanto è verità, e sulla base di quello studio si mette in commercio il prodotto OGM, lo stesso studio prolungato nel tempo che produce danni alle cavie, è falso perchè non è attendibile. Qui si dovrebbe introdurre il conflitto di interessi, perchè tutti gli studi che vengono fatti a favore dei transgenici sono pagati dall'industria, quelli che danno risultato "contro" non sono attendibili perchè fatti con mezzi minori, ovvero con meno soldi e quindi risultano, per Monsanto & Co.... non attendibili.
10j) Per quanto concerne il rischio nel caso della possibilità che i geni pre esistenti vengano alterati, anche in base a ciò che diceva Dulbecco, una prova c'è. In Australia hanno cercato di metter una resistenza alle larve che bucano i fagioli, nei piselli, che vengono ugualmente bucati. Entrambi sono quindi suscettibili di essere attaccati e bucati da queste larve. Hanno trovato un fagiolo che aveva naturalmente una resistenza a questo tipo di parassita. Questo gene risulta assolutamente innocuo, mangiare questi fagioli non crea nessun problema. Allora hanno preso il gene e l'hanno messo nei piselli per tentare di renderli egualmente resistenti alla larva. Fagioli e piselli fanno parte della stessa famiglia botanica. Messo il gene nei piselli, i piselli sono realmente resistenti all'insetto, al parassita. Ma i piselli con quel gene (di resistenza) aggiunto creano allergie. Però i piselli senza il gene di resistenza (dei fagioli) sono assolutamente senza problemi per gli uomini e anche per gli animali, non causano nessuna allergia, anche i fagioli che contengono naturalmente quel gene di resitenza non presentano nessun problema, a livello alimentare per entrambi uomini e animali. E' evidente che non può essere quel gene di resistenza il responsabile dell'allergia, ma è soltanto l'alterato meccanismo di regolazione che ha indotto produzioni di proteine che producono l'allergia. Nel dettaglio (18'41'') Un team di ricercatori australiani e statunitensi ha scoperto che un gene assolutamente innocuo, presente nel fagiolo, provoca delle forti allergie quando è inserito nella pianta di pisello. I ricercatori della Csiro (Commonwealth scientific and industrial reesearch organization) avevano appunto inserito un gene presente nel fagiolo, in piante di pisello, allo scopo di renderle più resistenti agli attacchi di un insetto. Il gene in questione "era stato studiato per molti anni e non si era mai dimostrato pericoloso per la salute di uomini o animali". Topi nutriti con fagioli e piselli normali sono rimasti sanissimi, ma quelli nutriti con i piselli OGM hanno sviluppato forti infiammazioni ai polmoni e una reazione allegica diffusa. Non solo: i topi sono diventati allergici anche ad altre sostanze.
F) CENTINAIA E CENTINAIA GLI STUDI SCIENTIFICI SUGLI IMPATTI NEGATIVI DEL GLIFOSATO
Centinaia e centinaia le pubblicazioni scientifiche sugli impatti negativi per la salute, l'ambiente, gli animali, gli insetti, i pesci, l'ecosistema... del famigerato glifosato, base del Roundup, il diseccante della Monsanto utilizzato in larga quantità sulle coltivazioni transgeniche, e non solo, resistenti al glifosato stesso.
GLYPHOSATE STUDIES on:
1. Human Health NHL/Cancer(Glyphosate), Parkinsonism(Glyphosate)
2. Non-Target Organisms Actinopterygii (..Fish), Amphibians, Arachnids, Arbuscular mycorrhizal fungi, Crustaceans, Insects, Mammals, Mollusks, Reptiles,
3. Nutrient/Anti-nutrient/toxin,
4. RR Corn feeding
5. RR Soy feeding
6. Roundup/Glyphosate Drift
7. Tolerant weeds
8. Urine(Glyphosate)
9. Water(Glyphosate)
10. Yield/Plant health(Glyphosate)
11. Others fields
http://gmofreeusa.org/gmos-are-top/gmo-science/glyphosate-studies/
G) Il trasferimento genico orizzontale: il flagello dell’ingegneria genetica
Dottor Pietro Perrino, Dirigente di Ricerca del CNR .- Istituto di Genetica Vegetale (ex Istituto del Germoplasma) c/o Facoltà di Agraria – Bari
ABSTRACT
E’ necessario sottolineare la differenza tra DNA transgenico e DNA naturale, in quanto molto spesso vengono considerati, erroneamente, identici. Il DNA transgenico è un cocktail di diversi pezzi di DNA di diversa origine, tra cui una sintesi approssimativa del gene che si vuole trasferire (e non il gene come spesso affermano i fautori dell’ingegneria genetica) nella pianta o animale, che vengono chiamati organismi geneticamente modificati (OGM) o transgenici. Questo cocktail si chiama "costrutto" e contiene anche il DNA per la resistenza agli antibiotici. Nel cocktail ci sono anche pezzi di DNA virali, spesso mortali. il DNA per la resistenza agli antibiotici deve essere aggiunto obbligatoriamente poiché senza di esso è impossibile individuare le cellule trasformate, cioè quelle nelle quali si è riusciti ad inserire il DNA transgenico. A volte non è sufficiente un costrutto, ma ce ne vuole più di uno per raggiungere l’obiettivo. Più costrutti formano una cassetta. I legami interni tra promotori (start) e terminatori (stop) del DNA transgenico sono deboli e si rompono facilmente, ragione per cui gli OGM sono instabili. Il DNA transgenico contiene punti caldi alla ricombinazione e ciò contribuisce alla formazione di nuovi legami con altro DNA disponibile e quindi alla formazione di nuovi virus, nuovi batteri e nuove malattie. Una delle conseguenze del comportamento del DNA transgenico è che esso, in tutto o in parte, si trasferisce orizzontalmente anche tra specie lontane e ad una frequenza di gran lunga superiore a quella del trasferimento genico orizzontale naturale. Con la differenza che il trasferimento genico orizzontale naturale (TGON) non avviene per caso, ma è causale (promosso o provocato da motivi ambientali) ed è preciso, mentre il trasferimento genico orizzontale artificiale (TGOA), cioè provocato dal DNA transgenico, è casuale, impreciso ed inaffidabile. Inoltre, il TGON avviene con una frequenza pari a 1, mentre il TGOA avviene con una frequenza pari a 1000. Non a torto, c’è chi asserisce che l’ingegneria genetica ha aperto delle vere e proprie autostrade al trasferimento genico orizzontale (TGO). Una conseguenza drammatica di questa alta frequenza del TGO del DNA transgenico è che il DNA transgenico presente nei residui delle piante transgeniche si trasferisce anche a specie lontane e non solo alle colture non transgeniche della stessa specie. Questo è un aspetto gravido di conseguenze, ma, stranamente, è sempre ignorato, come se non esistesse. Tutte le discussioni sulle distanze tra campi coltivati con colture convenzionali o biologiche e campi coltivati con colture geneticamente modificate o colture transgeniche sono sempre basate sul trasferimento genico verticale, cioè il trasferimento genico che avviene attraverso il polline (il cosiddetto flusso genico), ignorando completamente il trasferimento genico orizzontale del DNA transgenico e la ricombinazione. L’informazione che il trasferimento orizzontale del DNA transgenico esiste e che è pericoloso quanto il trasferimento via polline (se non di più), è fondamentale. Questa informazione spiega anche perché la coesistenza è impossibile. Le due colture convenzionali e transgeniche non possono coesistere, in quanto la contaminazione o trasferimento del DNA transgenico dalle colture geneticamente modificate a quelle convenzionali è matematicamente certa. Alcuni studi hanno dimostrato che il DNA transgenico si trasferisce orizzontalmente ad una velocità o frequenza notevolmente superiore a quella del DNA naturale. Il DNA transgenico è il vero flagello dell’ingegneria genetica e questa è la ragione per cui il problema degli OGM sta proprio nella tecnica, che deve essere abbandonata prima che faccia altri danni. http://www.biodinamica.org/2010/09/dna-transgenico-il-vero-flagello-dell%E2%80%99ingegneria-genetica/
1) Significato del trasferimento genico orizzontale
In un processo normale di riproduzione, che ovviamente si verifica tra individui della stessa specie, i geni (DNA) vengono trasferiti dai genitori ai discendenti a mezzo delle cellule germinali. Recentemente, questo processo viene indicato anche come trasferimento genico verticale per distinguerlo dal trasferimento genico orizzontale, che indica, invece, il trasferimento di materiale genetico (DNA) tra individui appartenenti alla stessa specie o a specie diverse, attraverso processi diversi da una normale riproduzione.
Normalmente, il trasferimento genico orizzontale avviene tra batteri che si scambiano tra loro dei geni, superando le barriere naturali esistenti tra le specie. Ciò avviene in tre modi: la coniugazione, la trasduzione e la trasformazione.
1) Nella coniugazione, il DNA viene trasferito da una cellula all’altra attraverso strutture lunghe e sottili chiamate pili (singolare pilus);
2) nella trasduzione, il DNA viene trasferito da una cellula all’altra attraverso l’infezione da virus;
3) nella trasformazione, il DNA è assorbito dalla cellula direttamente dall’ambiente circostante.
Ma, attenzione, affinchè il trasferimento genico orizzontale avvenga realmente, il DNA estraneo deve integrarsi nel genoma della cellula ospite e qui essere mantenuto stabilmente in alcune altre forme, come ad esempio di un plasmidio (un pezzo di DNA di un parassita genetico) in cellule batteriche e di lieviti, o come un episoma, un pezzo replicato di DNA (generalmente virale) nel nucleo di cellule animali, ma fuori dai cromosomi. Durante questo processo di integrazione il DNA può essere soggetto a riarrangiamenti o ricombinazioni. Il trasferimento genico orizzontale e la ricombinazione tra virus hanno luogo quando diversi virus infettano e si moltiplicano nella stessa cellula. I genomi virali spesso si integrano nel genoma delle cellule ospiti come provirus (un virus che ha inserito il suo genoma o una sua copia complementare nel genoma della cellula ospite), per replicarsi con il genoma della cellula ospite. Quando i provirus sono attivati per svilupparsi in virus infettivi, mentre infettano altre cellule, possono agganciare geni vicini o sequenze di DNA dell’ospite. I virus possono anche agganciare pezzi liberi di materiale genetico nel proprio genoma, avvolto da un mantello proteico. Il trasferimento genico orizzontale e la ricombinazione hanno giuocato un ruolo fondamentale nella creazione di nuovi virus e batteri associati a malattie infettive esplosive e nella diffusione della resistenza ad antibiotici e a medicine tra i patogeni, rendendo le infezioni molto difficili da trattare o curare.
Per molto tempo, nessuno sospettava che il trasferimento genico orizzontale poteva estendersi a piante ed animali superiori. Negli ultimi dieci anni, comunque, è emerso chiaramente che il trasferimento genico orizzontale si estende all’intera biosfera, con batteri e virus che funzionano sia come intermediari per geni trafficanti e sia come recipienti per la moltiplicazione e ricombinazione di geni e possiamo dire che il trasferimento genico orizzontale è diventato molto più frequente con l’avvento dell’ingegneria genetica.
2) Il trasferimento genico orizzontale in organismi superiori
Potenzialmente ci sono molte vie per il trasferimento orizzontale di geni a cellule vegetali ed animali. La via principale è la trasduzione, in quanto ci sono molti virus che infettano piante ed animali e ci sono molte opportunità per i virus di prelevare geni e di trasferirli da un ospite all’altro. La trasformazione è potenzialmente molto importante per le cellule di animali superiori, incluse quelle dell’uomo e più di una decade di ricerca di terapia genica non ha lasciato dubbi. E’ stato accertato che una grande varietà di materiali genetici nudi è prontamente assorbita da tutti i tipi di cellule, semplicemente attraverso l’applicazione di gocce negli occhi, lo strofinamento sulla pelle, materiali iniettati o ingoiati. In molti casi, i costrutti di geni (vedi sotto) estranei finiscono con l’essere integrati nel genoma, inclusi quei costrutti che non sono progettati per essere integrati. Alcuni di noi sono stati avvertiti per anni dei danni causati dall’integrazione di tali costrutti di geni estranei nel genoma delle cellule, tra cui il cancro e la proliferazione incontrollata di certe cellule. La trasformazione diretta può non essere importante per le cellule vegetali, le quali generalmente hanno pareti cellulari spesse e protettive.. Ma i batteri del suolo appartenenti al genere Agrobacterium sono capaci di trasferire il segmento T (tumore) del plasmidio inducente-tumore (Ti) nelle cellule vegetali, in un processo che somiglia molto alla coniugazione. Questo T-DNA è largamente sfruttato come veicolo per il trasferimento genico nell’ingegneria genetica vegetale ed ha sollevato seri problemi di sicurezza.Il materiale genetico estraneo può anche essere introdotto nelle cellule delle piante e degli animali dagli insetti ed artropodi con i loro apparti boccali ben affilati. Inoltre, i patogeni batterici che entrano nelle cellule delle piante e degli animali possono essere vettori del trasferimento genico orizzontale. Pertanto, non ci sono pressoché barriere a prevenire l’entrata di materiale genetico estraneo nelle cellule di qualunque specie terrestre. Le barriere più importanti al trasferimento genico orizzontale esistono dopo che il materiale genetico estraneo è entrato nella cellula. La maggior parte del DNA estraneo che entra in una cellula, così come quello presente nel cibo ordinario, viene rotto per produrre energia e costruire i mattoni necessari a crescere ed a riparare eventuali guasti. Ci sono molti enzimi deputati a rompere il materiale genetico estraneo. Nell’eventualità che il materiale genetico estraneo venga incorporato nel genoma, una modificazione chimica può ancora metterlo fuori causa oppure potrebbe essere eliminato.
Ma, in determinate condizioni ecologiche, ancora scarsamente comprese, il DNA estraneo sfugge alla rottura e si integra nel genoma delle cellule. Per esempio, shock termici e inquinanti, come i metalli pesanti, aumentano il trasferimento genico orizzontale; anche gli antibiotici possono aumentare la frequenza del trasferimento genico orizzontale da 10 a 10.000 volte. Alcuni materiali genetici possono resistere alla rottura, specialmente quelli dei parassiti genetici, come virus, plasmidi e trasposoni. Virus, plasmidi e trasposoni non solo sopportano il trasferimento orizzontale, ma possono anche agire da vettori (carriers) per il trasferimento di altri geni ed essere usati come tali nell’ingegneria genetica.
Questi parassiti genetici hanno segnali speciali e strutture globali che li proteggono dagli enzimi (DNAasi) che rompono il DNA. Un virus ha il suo materiale genetico avvolto in un mantello di proteina di cui si spoglia quando entra nella cellula. Esso può quindi depredare la cellula per fare molte copie di sè stesso o il suo materiale genetico può saltare direttamente nel genoma delle cellule per diventare un provirus. I plasmidi possono essere mantenuti indefinitamente nelle cellule separatamente dal genoma delle cellule. I trasposoni - geni saltatori – sono blocchi di materiali genetici che hanno l’abilità di saltare dentro e fuori dai genomi, con o senza moltiplicazione di sè stessi. I trasposoni possono saltare dentro i plasmidi per propagarsi, lontano dai cromosomi, e per trasferirsi con i plasmidi. I geni che chiedono un passaggio (autostop) a virus, plasmidi e trasposoni o si saldano intenzionalmente in essi, e hanno una grande probabilità di essere trasferiti con successo nelle cellule ed essere integrati nei genomi. Questo spiega perché questi parassiti genetici sono considerati dei veri e propri vettori per il trasferimento genico orizzontale. In natura i parassiti genetici esistenti possono contare su un numero limitato di specie ospiti che possono infettare, per cui, per esempio, i virus dei suini infettano i suini e non l’uomo e i virus dei cavolfiori non infettano i pomodori. E’ il mantello proteico che avvolge il virus che determina la specificità dell’ospite. Questo spiega perché i genomi virali nudi (il materiale genetico virale spogliatosi del mantello proteico) generalmente hanno un numero di specie ospiti più ampio rispetto ai virus intatti, cioè quelli il cui materiale genetico è vestito di mantello proteico. I provirus dormienti nei genomi sono particolarmente pericolosi, poiché quando incontrano cellule di altre specie spesso diventano virus infettivi, attaccando le cellule delle specie ospiti. Questo costituisce uno dei maggiori rischi dei xenotrapianti, il trapianto di cellule, tessuti e organi da animali, come i suini, nell’uomo. Analogamente, i segnali per la propagazione di plasmidi e trasposoni sono generalmente specifici per un limitato numero di specie ospiti, benché ci siano delle eccezioni. Alcuni trasposoni sono noti per essere molto promiscui e possono infettare un vasto numero di specie. Questi trasposoni sono particolarmente popolari agli ingegneri genetici che li usano come vettori “universali” per il trasferimento genico. L’ingegneria genetica ha creato una grande varietà di costrutti (promotore + gene + terminatore) artificiali e vettori attraverso la ricombinazione del materiale genetico dei più promiscui e pericolosi batteri, virus, plasmidi e trasposoni, che vengono progettati per attraversare tutte le barriere tra le specie e per invadere essenzialmente tutti i genomi (vedi seguito: "Riquadro 1"). In altre parole, l’ingegneria genetica artificiale (cioè quella eseguita dall’uomo) aumenta notevolmente il trasferimento genico orizzontale, il processo che crea nuovi batteri e virus, che causa malattie infettive e diffonde tra i patogeni la resistenza ad antibiotici e medicine.
3) (Riquadro 1) I vettori artificiali aumentano il trasferimento genico orizzontale
- Sono ottenuti da parassiti genetici che mediano efficacemente il trasferimento genico orizzontale.
- Hanno origini assai miste, contenendo materiali genetici derivanti da patogeni virali, plasmidi e trasposoni di molte specie di ogni regno e quindi possiedono omologhi (sequenze simili) a tutte le specie. Questo facilita la diffusione del trasferimento genico orizzontale e la ricombinazione. In condizioni naturali, la ricombinazione tra omologhi è circa un milione di volte più frequente della ricombinazione tra non omologhi.
- Contengono, di routine, geni marcatori per la resistenza agli antibiotici (Riquadro 2), che aumentano il loro successo nel traferimento orizzontale in presenza di antibiotici, sia quando applicati intenzionalmente sia quando presenti nell’ambiente come inquinanti. E’ risaputo che gli antibiotici aumentano il trasferimento genico orizzontale da 10 a 10.000 volte.
- Spesso hanno “origini di replicazione” e “sequenze trasferite” segnali che facilitano il trasferimento genico orizzontale ed il loro mantenimento nelle cellule in cui vengono trasferite
- Sono noti per essere strutturalmente instabili, cioè, hanno legami deboli e tendono a frammentarsi o rompersi e rilegarsi in modo non corretto con altro DNA; ciò aumenta la propensione al trasferimento genico orizzontale e ricombinazione.
- Sono progettati per invadere genomi e per superare meccanismi che rompono o disabilitano il DNA estraneo, cioè, per aumentare il trasferimento orizzontale.
4) (Riquadro 2) Che cosa sono i geni marcatori della resistenza agli antibiotici
Gli antibiotici sono sostanze chimiche che uccidono i batteri e le cellule. Ci sono molti tipi di antibiotici. Un gene per la resistenza agli antibiotici codifica per una proteina che rende i batteri o le cellule resistenti ad antibiotici specifici. Un gene marcatore per la resistenza agli antibiotici è un gene che accompagna altri geni estranei che l’ingegneria genetica progetta di trasferire nelle cellule ospiti. Il gene marcatore viene sistemato nel costrutto vicino ai geni estranei, per cui le cellule che incorporano il costrutto diventeranno anche resistenti all’antibiotico. Ciò permette di selezionare le cellule trasformate, semplicemente attraverso l’uso di antibiotico(i) facendo fuori (uccidendo) il resto delle cellule.
Tutti i vettori sono dei mosaici, essendo stati originati da parassiti genetici di diverse specie di batteri, animali e piante. Attraverso la creazione di una tale vasta gamma di varietà di vettori promiscui, l’ingegneria genetica ha effettivamente aperto delle autostrade al trasferimento genico orizzontale ed alla ricombinazione, mentre precedentemente questi processi erano strettamente regolati, con accesso ristretto, attraverso sentieri piccoli e tortuosi. Queste autostrade del trasferimento genico orizzontale mettono in comunicazione specie di ogni regno e dominio con popolazioni microbiche di Escherichia coli, attraverso il misto vassoio universale dell’ingegneria genetica. Attualmente, in nessun paese, c’è una legislazione atta a prevenire la fuga e/o rilascio nell’ambiente di vettori artificiali e di costrutti di DNA nudo. Terje Traavik, Direttore scientifico dell’Istituto di Ecologia Genica dell’Università di Tromsø (Norvegia), fu il primo ad avvertire il suo governo e la comunità internazionale dei pericoli legati ai costrutti di DNA, che realizzati in maniera crescente dall’industria biotecnologica vengono scaricati nell’ambiente. Traavik fu allarmato dal fatto che durante uno dei suoi esperimenti di routine, insieme ai suoi colleghi, iniettando del DNA nudo di un virus della poliomielite umana in conigli, come controllo, osservò che il virus intatto non determinò alcuna infezione, mentre con sua grande sorpresa il genoma del DNA virale nudo determinò, nei conigli iniettati, un ‘infezione esplosiva. Pertanto, la semplice manipolazione di genomi virali nudi usati dall’ingegneria genetica è di per sè un pericolo.
5) Pericoli derivanti dal trasferimento orizzontale del DNA transgenico
Siccome i vettori artificiali ed i costrutti artificiali sono costituiti prevalentemente da materiale genetico proveniente da virus e batteri che causano malattie, essi si ricombineranno facilmente con le razze naturali. In questo processo potrebbero essere create nuove razze più pericolose. Questo è quanto ci dice anche il buon senso comune. Quanto la crescita commerciale dell’ingegneria genetica ha contribuito all’aumento dell’uso di medicine e antibiotici per malattie infettive nel corso degli ultimi 30 anni? Con l’idea che la risposta potrebbe essere positiva, Mae Wan Ho e collaboratori avviarono una grande inchiesta pubblica. Naturalmente, l’ingegneria genetica non era la sola da accusare; l’abuso e super abuso di antibiotici, la distruzione ecologica, il deterioramento della sanità pubblica, la malnutrizione, la povertà, la disintegrazione sociale, l’aumento dei viaggi e dei trasporti, le guerre, ecc., hanno fatto la loro parte. L’indagine fu pubblicata nel 1998 sulla rivista Microbial Ecology in Health and Disease (Ecologia dei microbi nella salute e malattia), edita da un ecologista microbiologo dell’Istituto di Karolinska, Stoccolma, Svezia. Già allora, vi erano ormai rimasti pochi dubbi per i genetisti microbiologi medici che il trasferimento genico orizzontale e la ricombinazione sono stati responsabili della creazione di nuovi patogeni e diffusione della resistenza dei patogeni ad antibiotici e medicine. Si può affermare che la frequenza e portata del trasferimento genico orizzontale possono essere aumentati da quando è iniziata l’ingegneria genetica. La pubblicazione fu inviata a diverse agenzie nazionali ed internazionali, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Salute (WHO: World Health Organization) e l’Esecutivo della Salute e Sicurezza (HSE: Health and Safety Executive) del Regno Unito (UK). La WHO inizialmente rispose subito con un categorico no, ma dopo rispose che l’argomento sollevato era stato preso in considerazione; dopo di ciò, il più completo silenzio. L’HSE sembrò molto più sensibile e dopo una serie di scambi epistolari, autorizzarono la loro propria indagine alla Timms-Wilson e colleghi del Laboratorio di Ecologia e Microbiologia Molecolare (Molecular Microbial Ecology Laboratory), Istituto di Virologia e Microbiologia Ambientale di Oxford. L’indagine giunse alle seguenti conclusioni. “Questo rapporto mostra che, nonostante si riconosce un ruolo al trasferimento orizzontale nell’evoluzione dei patogeni, è improbabile che una razza benigna si trasformi in una razza patogena attraverso l’acquisizione di geni trasferiti orizzontalmente da un MGM (microrganismo geneticamente modificato)”. In conclusione, il rapporto raccomanda che l’accertamento dei rischi sarà considerato sulla “base di caso per caso”, un cliché burocratico nella gestione della biosicurezza, che effettivamente permette al mondo degli affari (business) di continuare indisturbato come prima. C'è da dire che il gruppo di Ho non fu il primo a sospettare che l’ingegneria genetica può inavvertitamente creare nuovi virus e batteri infettivi. I pionieri dell’ingegneria genetica, verso la metà degli anni 70’, chiesero una moratoria - la famosa dichiarazione di Asilomar – precisamente perché si preoccuparono di questa ovvia possibilità. Sfortunatamente, gli scienziati cedettero alle pressioni commerciali e la moratoria ebbe vita breve. Questo argomento non fu mai risolto. Anche se, scoperte successive hanno fatto crescere di molto la sua rilevanza e specialmente la persistenza di DNA in tutti gli ambienti, tra cui l’intestino lungo dell’uomo, dopo la morte degli organismi che lo abitano, e la facilità con cui tutte le cellule, comprese quelle degli esseri umani, assorbono il DNA estraneo.
6) Creazione incidentale di virus assassini con l’ingegneria genetica
A gennaio 2001, il sospetto della creazione di virus assassini attraverso l’ingegneria genetica venne alla luce. Alcuni ricercatori in Australia, durante un esperimento di ingegneria genetica, apparentemente innocente, trasformarono incidentalmente il virus innocuo dell’esantema del topo (mouse-pox virus) in un patogeno che uccideva tutte le sue vittime. Inoltre, i ricercatori mostrarono uno dei modi in cui questo potrebbe avvenire: inserendo nel virus un gene codificante per una proteina che sopprime il sistema immunitario, interleuchina-4. Geni simili a questo sono presenti nelle colture farmaceutiche esistenti nei campi sperimentali in Canada, come scoperto da Joe Cummins. Ci sono molte opportunità per virus benigni, presenti nell’ambiente, di diventare simili a virus assassini, semplicemente attraverso l’assorbimento dalle colture farmaceutiche del gene che codifica la proteina che sopprime l’immunità. Il trasferimento genico orizzontale insieme alla ricombinazione è una delle principali strade per generare patogeni (l’altra è la mutazione) e, come già detto, l’ingegneria genetica non è altro che un’agevolazione al trasferimento genico orizzontale. E’ come giuocare alla lotteria – dal punto di vista del patogeno virulento – più biglietti uno compra più aumenta la probabilità di vincere. Ma ciò non è tutto, i genetisti hanno intenzionalmente creato super virus ibridi in laboratorio, durante ricerche di routine, su patogeni pericolosi e per produrre vaccini. C’è un virus chiamato SHIV, un virus ibrido tra virus dell’uomo e virus AIDS della scimmia, che uccide in qualche settimana, usato di routine come virus per combattere e saggiare i vaccini di AIDS. Molti vaccini AIDS stessi - fatti con geni di glicoproteine (gp 120) del virus dell’immunodeficienza umana (HIV) – sono così pericolosi che un gruppo di virologi diretti da Veljko Veljkovic dell’Istituto di Scienze Nucleari, Belgrado, Serbia, ha richiesto di bloccare gli esperimenti clinici. Il gene gp 120 è simile alla regione variabile (V) degli anticorpi dell’immunoglobulina umana che lega gli antigeni estranei e può perciò interferire con la risposta all’immunità. Il gene gp 120, inoltre, ha speciali “punti caldi per la ricombinazione” (recombination hotspots) siti in zone del DNA particolarmente incline alla ricombinazione. Questi siti sono simili a quelli presenti nelle immunoglobuline umane come in quelle di molti virus e batteri, e quindi possono facilmente essere ingaggiati nel trasferimento genico orizzontale e ricombinazione per creare nuovi e pericolosi patogeni. La società ProdiGene, querelata per aver contaminato colture alimentari con colture farmaceutiche ingegnerizzate al fine di produrre vaccini e medicine, ha inserito il gp 120 nelle piante di mais. Veljko Veljkovic e Mae Wan Ho dichiararono al giornale AID Science che questo modo di fare equivale alla messa in circolazione di una lenta e sottile arma biologica. La maggior parte dei patogeni mortali prodotti dall’ingegneria genetica saranno creati e liberati nell’ambiente quando nessuno se l’aspetta. Ecco perché notevoli quantità di DNA transgenico, con geni virali e batterici, ricchi di novità e combinazioni innaturali con geni di altri organismi, sono di routine liberate nell’ambiente dalle attrezzature usate come contenitori dei residui di DNA transgenico, ancora con il presupposto, pienamente screditato, che il DNA una volta scaricato nell’ambiente si disintegra subito. Il DNA transgenico è anche rilasciato deliberatamente nell’ambiente con le colture GM (geneticamente modificate) che generano polline, polvere e avanzi; tra le colture GM ci sono quelle ingegnerizzate con materiali genetici che producono medicine e vaccini. I genetisti microbiologi possono allevare e identificare meno dell’uno percento di tutti i batteri presenti nell’ambiente. Le possibilità di creare nuovi patogeni attraverso il trasferimento genico orizzontale e la ricombinazione del DNA transgenico sono infinite.
7) Il DNA transgenico ed il cancro
Mae Wan Ho parlando di cancro ha affermato che esso può essere generato dall’integrazione di geni estranei - inseriti nei costrutti – nel genoma delle cellule attraverso la terapia genica. La terapia genica è semplicemente la “modificazione genetica” di cellule umane, usando costrutti molto simili a quelli usati nella modificazione genetica di animali e piante. La cosa allarmante su i casi di cancro in Francia è che sono stati ottenuti pochi (9 in tutto) successi, dopo 14 anni di prove cliniche e ricerche in terapia genica in Europa e negli Stati Uniti. I pazienti furono trattati con una procedura disegnata apposta per minimizzare i rischi di cancro. Invece di esporre i pazienti umani direttamente al costrutto contenente il gene estraneo (transgenico), furono prelevate dal midollo spinale del paziente alcune cellule e furono trasformate, fuori dal corpo del paziente, usando un vettore ottenuto da un retrovirus (originatosi da RNA) contenente il costrutto transgenico. Tra tutte le cellule trasformate si scelsero quelle desiderate e si rimisero nel paziente. La domanda rimasta senza risposta, anzi la domanda mai posta durante l’inchiesta che ne seguì, è se il costrutto transgenico si mosse di nuovo, dopo che le cellule furono ritrapiantate nel paziente. La caratterizzazione molecolare non fu eseguita sino a quando non accadde la prima tragedia. Nel primo paziente, il vettore retrovirale che conteneva i geni estranei erano saltati in un gene, LM02, la cui super-espressione condusse alla proliferazione incontrollata dei globuli bianchi, contenenti questa aberrazione, che è responsabile della leucemia. Venne fuori che il vettore retrovirale si era integrato nello stesso gene nel secondo paziente per sviluppare la leucemia. Da allora, una simile terapia è stata identificata in un terzo bambino che almeno dopo poco tempo non mostrava ancora segnali di leucemia. Il 10 febbraio del 2003, i membri dell’Istituto Nazionale della Salute (NIH: National Institute of Health) degli Stati Uniti, e quelli del Comitato Consultivo sul DNA Ricombinante (RAC: Recombinant DNA Advisory Committee) si incontrarono e decisero di raccomandare che questo particolare tipo di terapia genica dovrebbe essere applicata solo se i pazienti non rispondono ad altri trattamenti, come al convenzionale trapianto di midollo spinale prelevato da donatori compatibili. Essi, comunque, omisero di dire che altri vettori comportano lo stesso rischio, tralasciando il fatto che tutto il DNA transgenico comporta gli stessi rischi.I pericoli del trasferimento genico orizzontale provocati dall’ingegneria genetica sono riassunti nel Riquadro 3.
Riquadro 3
8) Pericoli potenziali del trasferimento genico orizzontale causato dall’ingegneria genetica
9) Il DNA transgenico non è uguale al DNA naturale
I fautori dell’ingegneria genetica amano rassicurare il pubblico affermando che il DNA è DNA, non importa come si fa o si ottiene. Essi dicono, abbiamo mangiato una quantità di DNA con i nostri cibi e non siamo mai diventati cavoli o mucche. Quindi, perché dovremmo preoccuparci del DNA transgenico?
E’ stato già spiegato perché dovremmo preoccuparci del DNA transgenico (vedi Riquadro 3). E’ bene notare che il DNA transgenico oltre ad essere fatto prevalentemente da geni di virus e batteri che causano malattie, questi geni sono messi insieme in combinazioni che non sono mai esistite in miliardi d’anni d’evoluzione.bPer vedere quanto è diverso il DNA transgenico da quello naturale è necessario conoscere la sua struttura di base. I geni non vengono mai trasferiti da soli. Essi svengono trasferiti in unità detti costrutti, noti come cassette di espressione di geni. Ciascun gene deve essere accompagnato da uno speciale pezzo regolatore di materiale genetico, il promotore, che segnala alla cellula di accendere il gene, cioè, di agganciare i fattori della trascrizione e l’RNA polimerasi che trascrive la sequenza del DNA del gene in RNA. All’altro estremo del gene ci deve essere un altro segnale, un terminatore, per fermare la trascrizione e far si che quanto è stato trascritto possa essere ulteriormente processato e tradotto in proteina. La più semplice cassetta di espressione è simile a questa: Generalmente, ciascun pezzo del costrutto (promotore, gene, terminatore) deriva da una fonte diversa. Il gene stesso può anche essere composto da pezzi di diversa origine. Diverse cassette sono, frequentemente, legate in serie o “accatastate” nel costrutto finale. Almeno una delle cassette di espressione sarà quella con il gene marcatore per la resistenza all’antibiotico, che consente alle cellule, che hanno introdotto il costrutto estraneo, di essere scelte con l’uso di antibiotici, che spesso restano nell’organismo transgenico. I blocchi di materiale genetico del costrutto, sopra disegnato, di diversa origine, sono legati da semplici linee per indicare la potenziale debolezza dei legami che tengono uniti i materiali genetici. Tali costrutti artificiali sono noti per essere strutturalmente instabili, rispetto al DNA naturale, tendendo a rompersi ed a riarrangiarsi, tanto che l’instabilità dei vettori artificiali meriterebbe una trattazione a parte. L‘instabilità strutturale aumenta il trasferimento genico orizzontale e la ricombinazione. Inoltre, certi tipi di costrutti transgenici sono extra-instabili, quindi particolarmente inclini al trasferimento genico orizzontale e ricombinazione con tutti i rischi annessi e connessi.
10) Il "promotore" CaMV 35S
Il virus del mosaico del cavolfiore (CaMV) infetta piante della famiglia dei cavoli. Uno dei suoi promotori, il promotore 35S, è stato ampiamente usato in colture GM sin dall’inizio dell’ingegneria genetica, prima che venissero alla luce alcuni suoi caratteri preoccupanti. Il più serio di questi è che il promotore 35S sembra avere un “punto caldo per la ricombinazione” (recombination hotspot), per cui esso tende a ricombinare con altro DNA, benché ciò apparve evidente, definitivamente, solo molto più tardi.
Sin dall’inizio degli anni 1990, sono sorti maggiori dubbi a proposito della sicurezza di geni virali che erano stati incorporati nelle piante GM per renderle resistenti agli attacchi da virus. Molti dei geni virali tendono a ricombinare con altri virus per generare nuove ed a volte super infezioni da virus. Joe Cummins, Professore Emerito all’Università del Western Ontario, Canada, nel 1994, fu per lo più una voce solitaria nel fare delle osservazioni sul promotore CaMV 35S.
11) Promotore Gene Terminatore
Nel 1999, l’evidenza definitiva sul punto caldo alla ricombinazione del promotore CaMV 35S venne fornita da due lavori pubblicati indipendentemente da due gruppi di ricercatori. E’ abbastanza singolare il fatto che Mae Wan Ho e collaboratori incapparono in uno dei due lavori consultando la bibliografia in internet sotto la voce “instabilità transgenica”. Ciò spinse il gruppo di Ho a fare un’analisi critica sulla sicurezza che comporta questo ed altri risultati relativi al promotore CaMV 35S, al fine di avviare un dibattito tra scienziati o almeno così pensavano. Il gruppo mise in evidenza che il punto caldo alla ricombinazione del promotore CaMV 35S è affiancato da diversi elementi, noti per essere coinvolti nella ricombinazione, praticamente simili ad altri punti caldi alla ricombinazione, ivi inclusi gli estremi del vettore del DNA di Agrobacterium tumafaciens, frequentemente usato per ottenere piante transgeniche. Il sospettato meccanismo della ricombinazione – rottura della doppia elica di DNA e successiva riparazione – richiede qualche o nessuna sequenza omologa di DNA, tanto che la ricombinazione tra transgeni virali e virus infettivi è stata ampiamente dimostrata. Inoltre, il promotore funziona con efficienza in tutte le piante, alghe verdi, lieviti ed Escherichia coli. Il promotore ha una struttura modulare, con parti comuni a, ed interscambiabili con, promotori di molti altri virus di piante e animali. Queste scoperte suggeriscono che i costrutti transgenici con il promotore CaMV 35S dovrebbero essere particolarmente instabili ed inclini al trasferimento genico ed alla ricombinazione, con tutti i rischi che ne conseguono: mutazioni geniche dovute a inserzioni casuali, cancro, riattivazione di virus dormienti e generazione di nuovi virus. Queste considerazioni furono particolarmente rilevanti alla luce del rapporto di Ewen e Pusztai, pubblicato sulla rivista The Lancet, nel quale si evidenziava che certe patate transgeniche contenenti il promotore CaMV 35S possono essere nocive per i ratti. Gli autori suggerirono che una parte significativa degli effetti potrebbe essere dovuta “al costrutto o alla trasformazione genetica (o a entrambi)”. Conseguentemente, Il gruppo di Ho chiese l’immediato ritiro di tutte le colture GM contenenti il promotore CaMV 35S. Quando, finalmente, il lavoro del gruppo di Ho fu accettato per la pubblicazione, la rivista, Ecologia di Microbiologia per la Salute e la Malattia (Microbial Ecology in Health and Disease), venne fuori con un articolo pubblicato sul proprio website intitolato un “argomento caldo”. Nel giro di un giorno, qualcuno di nome Klaus Amman organizzò almeno nove critiche che rimbalzarono in internet, andando dall’abusivo e condiscendente al relativamente moderato. Dopo si apprese che Klaus Amman è una figura chiave nello stabilire (o insidiare) gli standards della sicurezza a livello internazionale. Amman è Direttore dell’orto botanico dell’Università di Bern, Svizzera. Amman, insieme a John Beringer, Julian Kinderlerer, Alan McHughen and Mark Tepfer (autore di una delle critiche), formò la Società Internazionale per la Biosicurezza della Ricerca, di cui cura la rivista La Ricerca per la Biosicurezza Ambientale (Environmental Biosafety Resaerch). Egli inoltre siede nel Comitato Direttivo dei seguenti gruppi: La Fondazione per la Scienza Europea; Accertamento degli Impatti delle Piante Geneticamente Modificate (AIGM); Gensuisse; Gruppo per la Promozione di MG, fondato dall’industria farmaceutica Interfarma e Internutrition; Gruppo per la promozione dei cibi GM, il cui gruppo di lavoro è formato da rappresentati dell’industria alimentare, come Nestlè, Monsanto, Hoffmann La Roche, DuPont e Syngenta. Amman è anche co-editore del website la Bio-Sfera Francofirte-Berna (Bio-Scope Frankfurt-Bern), sostenuto da Europabio, un gruppo industriale per MG. Amman con CS Prakash e altri firmò una “lettera aperta alla Commissione per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite” (aprile 2000). La lettera avvertiva la Commissione contro la “necessità di una super regolazione” delle MG e che “un’aderenza molto stretta alle regole di precauzione potrebbe significare una vera minaccia per l’ambiente e le popolazioni di esseri umani intorno al mondo”. Ovviamente, detta lettera era destinata ad essere contro il Protocollo sulla Biosicurezza di Cartagena che fu finalmente accettata in gennaio del 2000, dopo una lunga e difficile negoziazione avviata almeno nel 1995. In effetti, la proposta per un protocollo internazionale sulla biosicurezza, per regolare l’ingegneria genetica, fu presentata per la prima volta dalla Malesia alla Convenzione sulla Diversità Biologica delle Nazioni Unite, intorno al 1990. Il principio di precauzione è custodito gelosamente, come una reliquia, nella Protocollo sulla Biosicurezza di Cartagena, che dopo (4 marzo 2003) fu siglato da 45 Paesi, ivi inclusa l’Unione Europea; benché non siano diminuiti i tentativi di scalzarlo. Amman, inoltre, è editore di una lista elettronica fortemente pro-MG e da allora è stato accusato di svolgere un ruolo di leader, insieme a CS Prakash, nel mobilizzare gli attacchi sul lavoro di David Quist and Ignacio Chapela, pubblicato su Nature e riguardante la contaminazione transgenica di razze locali di mais. Per quanto riguarda gli attacchi mossi contro il lavoro del gruppo di Ho sul CaMV, curiosamente, la critica più moderata fu quella della Monsanto, mentre la più violenta fu quella di Paul Christou, il leader di una delle tematiche di ricerca al JIC (John Innes Centre) che aveva fornito l’evidenza molecolare del punto caldo della ricombinazione, ma aveva sbagliato nel tirare le conclusioni, quelle che al gruppo di Ho sembrarono le più ovvie. Il gruppo di Ho rispose a tutte le critiche in un lavoro che fu fatto circolare in internet, e successivamente pubblicato in una rivista scientifica. Ad oggi, nessuno ha reagito alle loro risposte.
Sfortunatamente, le osservazioni più oltraggiose e violente furono inserite in un pezzo “analysis” scritto da un editore di Nature Biotechnology con il titolo “Business and regulatory new” (Nuovi affari e regolatori) pubblicato in gennaio 2000. Quella ”analysis” mescolando opinioni con “sentito dire” conteneva diffamazioni e calunnie tali che convinsero la rivista a dare, giustamente, al gruppo di Ho la possibilità di rispondere. Con grande ritardo e disinvoltura l’ufficio di Nature biotechnology prese in considerazione le e-mails di Mae Wan Ho. La risposta fu finalmente pubblicata diversi mesi più tardi, cui seguì, tuttavia, un altro attacco, ma questa volta, Nature biotechnolgy si rifiutò di dare al gruppo di Ho la possibilità di replicare. Tutte le critiche scientifiche sostanziali apparvero finalmente in un lavoro pubblicato in una rivista nella quale apparve anche il lavoro originale del gruppo di Ho. Roger Hull, del JIC, fu il primo autore e Phil Dale, un membro della ACNFP, il terzo autore. Le loro principali critiche scientifiche sbollirono nelle seguenti.
Primo, la gente ha mangiato virus di cavoli e cavolfiori infetti per anni senza subire danni, perciò perché dovremmo preoccuparci del promotore CaMV 35S? Secondo, le piante sono già cariche di sequenze di pararetrovirus, non diversi da CaMV, perciò perché ci dovrebbero essere dei rischi? Il gruppo di Ho confutò tutte le critiche in un lavoro, più lungo dell’originale, pubblicato subito dopo nella stessa rivista, dove mise in evidenza, tra le altre cose, che la gente non ha mangiato il promotore CaMV 35S strappato dal suo contesto genetico evolutivo naturale ed inserito nel DNA transgenico. Il fatto che le piante sono “cariche” di sequenze di pararetrovirus simili al CaMV ed altri potenziali elementi mobili può solo peggiorare le cose. I pararetrovirus sono virus che usano la trascriptasi inversa, ma per la replicazione non dipendono dall’integrazione nel genoma dell’ospite. I pararetrovirus includono una famiglia che contiene i patogeni umani, il virus dell’epatite B. E’ importante sapere che il promotore CaMV 35S potrebbe attivare i virus dormienti come quello dell’epatite B, che come sappiamo si integrò, nel corso dell’evoluzione, in alcuni genomi umani e sembra essere associato alla malattia.
Tutti, o quasi tutti gli elementi integrati nei genomi nel corso dell’evoluzione dovrebbero essere stati “addomesticati” e quindi non sono più mobili. Ma l’integrazione dei costrutti transgenici contenenti il promotore 35S può mobilizzare detti elementi. Elementi che a loro volta possono fornire funzioni di aiuto per destabilizzare il DNA transgenico e funzionare da substrati per la ricombinazione e per generare più elementi esotici invasivi. Da allora è emersa l’evidenza che l’integrazione di geni estranei in genomi associati alle modificazioni genetiche di Arabidopsis possono davvero attivare trasposoni e sequenze provirali, conducenti alla destabilizzazione del genoma. Perciò, il gruppo di Ho non era lontano dalla verità.
A Roger Hull gli fu chiesto da un gruppo locale chiamato “Cittadini Interessati di Wivenhoe” di rispondere al gruppo di Ho. Hull inizialmente promise che avrebbe risposto, ma dopo un lungo ritardo, scrisse dicendo che ne aveva discusso con il Direttore dello JIC e decise di non rispondere, ma di “redigere un documento istruttivo rivolto a decisori e opinionisti”. Nel corso del dibattito con i critici, il gruppo di Ho trovò persino prove più schiaccianti.
Emerse che benché il CaMV infetta solo le piante e la famiglia dei cavoli, il suo promotore 35S è promiscuamente attivo in tutte le specie viventi, non solo batteri, alghe, funghi e piante, ma anche animali e cellule umane, così come apparve in un lavoro scientifico datato 1990. I genetisti che avevano incorporato il promotore CaMV 35S praticamente in tutte le colture GM ora commercializzate sembrano ignorare tutto ciò e, comunque, ancora oggi non lo ammettono pubblicamente. ACRE (Advisory Committee on Releases to the Environment) non ha scuse per l’omissione di detta informazione nel suo ultimo Rapporto, poiché su questo Mae Wan Ho ha, più volte, richiamato l’attenzione, sia per iscritto sia oralmente, a diversi incontri aperti al pubblico. Al di là delle scenate, comunque, il promotore CaMV 35S è stato silenziosamente ritirato. Esso non appare più nella maggior parte della produzione di colture GM.
La recente evidenza relativa alla contaminazione transgenica di razze locali di mais messicano suggerisce che le previsioni del gruppo di Ho riguardanti il promotore CaMV 35S siano state accettate.
12) Perché il DNA transgenico è più predisposto al trasferimento orizzontale
Il DNA transgenico è diverso dal DNA naturale per molti aspetti, i quali contribuiscono tutti ad aumentare la predisposizione al trasferimento orizzontale in genomi di organismi non imparentati, nei quali il DNA transgenico può ricombinarsi anche con nuovi geni (Riquadro 4).
13) (Riquadro 4) Maggiore probabilità alla diffusione orizzontale del DNA transgenico
- Il DNA transgenico è stato progettato per saltare nei genomi.
- I costrutti genici innaturali tendono ad essere strutturalmente instabili e quindi si rompono e si legano o si ricombinano con altri geni.
- I meccanismi che permettono ai costrutti di geni estranei di saltare nei genomi consentono loro di saltare di nuovo fuori e di reinsirirsi in un altro sito o in un altro genoma. Per esempio, l’enzima integrasi, che catalizza l’inserzione del DNA virale nel genoma ospite, funziona anche come disintegrasi, catalizzando la reazione inversa. Queste integrasi appartengono ad una superfamiglia di enzimi simili, presenti in tutti i genomi, dai virus e batteri alle piante superiori ed animali. Le ricombinasi ed i trasposoni sono simili.
- Le estremità dei più comuni vettori usati per piante transgeniche, il T-DNA dell’Agrobacterium, sono dei punti caldi per la ricombinazione (siti che finiscono per rompersi e rilegarsi). Inoltre, un punto caldo per la ricombinazione è associato anche al promotore del virus del mosaico del cavolfiore (CaMV) ed a molti terminatori, il che significa che tutto o parti del DNA integrato avrà o avranno una aumentata inclinazione ad un trasferimento genico orizzontale secondario ed alla ricombinazione.
- Una recente evidenza indica che i costrutti di geni estranei tendono ad integrarsi nei genomi in corrispondenza dei punti caldi alla ricombinazione, che di nuovo tenderebbe ad aumentare i cambiamenti del DNA transgenico disintegrandosi e trasferendosi orizzontalmente.
- Il DNA transgenico spesso ha altri segnali genetici, tali come origini di replicazione lasciati dai vettori plasmidi. Anche questi sono punti caldi di ricombinazione e inoltre possono permettere al DNA transgenico di essere replicato indipendentemente come plasmidio, cioè pronto per essere trasferito orizzontalmente tra i batteri.
- Lo stress metabolico sugli organismi ospiti dovuto alla continua super espressione dei geni estranei legati a promotori aggressivi, come il CaMV 35S, aumenteranno anche l’instabilità del DNA transgenico, facilitando quindi il trasferimento genico orizzontale.
- Il DNA transgenico è tipicamente un mosaico di sequenze di DNA provenienti da molte specie diverse e loro parassiti genetici; queste omologie indicano che il DNA transgenico sarà più incline a ricombinarsi con, e trasfersi con successo verso, genomi di molte specie con la stessa efficacia dei loro parassiti genetici. Generalmente, la ricombinazione tra omologhi si verifica con una frequenza che è di mille o un milione di volte superiore a quella con cui si verifica la ricombinazione tra non omologhi. Per approfondimenti si consiglia la lettura del libro “Living with the Fluid Genome” di Mae Wan Ho, pubblicato nel 2003 da “The Institute of Science in Society” PO Box 32097 London NW1 OXR, UK and The Third World Network 121-S Jalan Utama 10450 Penang, Malaysia. Mae Wan Ho è Direttrice del “The Institute of Science in Society” PO Box 32097 London NW1 OXR, UK, ed è Editore della prestigiosa rivista trimestrale “Science in Society”. Il libro “Living with the Fluid Genome” è una grazia divina, in quanto contiene verità che ci aiutano a comprendere quanto sia pericolosa l’ingegneria genetica e quindi quanto sia fondamentale che i nostri governanti siano adeguatamente informati al fine di promulgare leggi atte ad evitare che il flagello dell’ingegneria genetica, cioè il trasferimento genico orizzontale, crei problemi di sopravvivenza, tra l’altro irreversibili, alla specie umana ed a tutta la biosfera. http://issuu.com/quarantina/docs/ogm
e anche: http://www.disinformazione.it/trasferimento_genico_orizzontale.htm
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H) EVIDENZE SUI DANNI PROCURATI DALLE COLTURE transgeniche ad ingegneria Bt
Le Colture Bt sono state vendute con la premessa di aumentare le rese e ridurre l'uso dei pesticidi; invece non solo hanno provocato troppi raccolti mediocri, ma ad esempio, l'introduzione del cotone Bt, è stata riconosciuta essere responsabile dell'escalation di suicidi agricoli in India.
Ecco comunque le principali EVIDENZE sui DANNI PROCURATI dalle colture Bt:
1. Le colture Bt rivendicano che la riduzione dei pesticidi utilizzati è basata sul fatto che la tossina Bt prodotta dalle colture escluda totalmente i 'pesticidi applicati'; tuttavia le tossine Bt percolate dalle piante persistono nel suolo e nell'acqua, con impatti negativi sulla salute e sull'ecosistema paragonabili a quelli dei pesticidi convenzionali.
2. I trattamenti del mais e della soia a base di fungicidi e insetticidi sono aumentati drammaticamente dall'introduzione delle colture Bt.
3. Il declino dei tratti Bt a causa della resistenza dei parassiti bersaglio e dei parassiti secondari ha portato ad aumentare l'uso dei pesticidi convenzionali; e le aziende di pesticidi stanno segnalando un aumento delle vendite quantificabile dal 5 al 50% per il 2012 e il primo trimestre del 2013.
4. Contrariamente alla affermazione dell'industria sul fatto che la tecnologia Bt è innocua verso le specie non bersaglio, studi indipendenti hanno invece dimostrato che le tossine Bt suscitano la risposta immunitaria nei mammiferi, in alcuni casi paragonabile a quella procurata dalla tossina del colera. Questo è coerente con i rapporti dei lavoratori agricoli i quali registrano sintomi allergici che interessano gli occhi, la pelle e le vie respiratorie.
5. un nuovo studio ha scoperto che le proteine Bt sono tossiche sia per lo sviluppo di globuli rossi, che per le cellule del midollo osseo nei topi.
6. La tossicità del Bt per le cellule umane del rene è stata osservata in vitro, coerente con gli esperimenti in vivo negli animali di laboratorio mostrano tossicità al cuore, rene e fegato.
7. Le colture Bt non riescono a controllare i parassiti bersaglio a causa dell' insufficiente efficacia ("expression") delle tossine Bt, promuovendo così l'evoluzione della resistenza.
8. Le colture Bt producono l'emergere di parassiti secondari quando vengono uccisi i parassiti bersaglio. La questione dei parassiti primari e secondari è già fonte di enormi problemi in USA, India e Cina e ora questi parassiti, da quando il mais Bt è stato introdotto in questo Paese, stanno colpendo ancor di più le colture del mais Bt in Brasile.
9. Per cercare di controllare l'evoluzione accelerata della resistenza alla tossina Bt, si pensa a varietà "truccate" contenenti più (diverse) tossine Bt, questo perchè si è constatato che la resistenza a una tossina sembra accelerare l'acquisizione di resistenza ad ulteriori tossine.
10. Le tossine Bt danneggiano specie non bersaglio, tra cui le pulci d'acqua, insetti come la Crisopa (insetto dell'ordine dei Neurotteri), la farfalle Monarca, Le farfalle Pavone, e le Api, che stanno mostrando preoccupanti segni di declino della popolazione in tutto il mondo.
11. Nelle colture Bt, le tossine Bt percolano nel terreno attraverso le radici nel suolo dove possono persistere per 180 giorni; Questo è stato collegato all'emergere di nuove malattie delle piante e alla riduzione di produzione delle colture.
12. Le tossine Bt persistono anche in ambienti acquatici, contaminando i flussi e le "colonne d'acqua" (le "colonna d'acqua" è un'espressione utilizzata dagli scienziati per descrivere le diverse caratteristiche trovate in acqua di mare a diverse profondità) e danneggiare importanti organismi acquatici quali ad esempio il tricottero (http://it.wikipedia.org/wiki/Trichoptera)
Tratto da: Ban GMOs Now, Health & Environmental Hazards, Especially in the Light of the New Genetics By Dr Mae-Wan Ho e Dr Eva Sirinathsinghji:
http://www.i-sis.org.uk/Ban_GMOs_Now.php
I) EVIDENZE SUI DANNI DA GLIFOSATO, E DA COLTURE TRANSGENICHE RESISTENTI AL GLIFOSATO
Il Glifosato, e le colture transgeniche resistenti al glifosato
L'utilizzo del glifosato è cresciuto nettamente in tutto il mondo dall'introduzione delle colture geneticamente modificate transgeniche, resistenti al glifosato. L'impiego degli erbicidi, per acro, è raddoppiato negli Stati Uniti negli ultimi cinque anni, rispetto ai primi cinque anni di coltivazione commerciale di colture GM, l'aumento è quasi interamente dovuto ai diserbanti contenenti il glifosato. Il glifosato ha contaminato il nostro approvvigionamento alimentare, l'acqua, l'aria e la terra. Si sono accumulate e sono schiaccianti le prove dei suoi gravi danni alla salute e all'ambiente, ma se la corporation Monsanto vince la partita, i livelli massimi attualmente ammissibili per il glifosato sono destinati ad aumentare di 100 fino a 150 volte nell'Unione europea, con ulteriori escursioni crescenti per i già inaccettabilmenti alti livelli, negli Stati Uniti.
1. Le prove scientifiche accumulate in 30 anni: documenti su aborti, difetti di nascita, carcinogenesi, disturbi endocrini, danni al DNA, tossicità generale concernente le cellule, neurotossicità, e la tossicità per fegato e reni del glifosato sebbene a livelli ben al sotto di quelli del suo uso agricolo.
2. Il principale coadiuvante (ingrediente) assieme al glifosato nelle formulazioni di Roundup è il POEA che è di gran lunga il più citotossico per le cellule umane, ancor più del glifosato e del suo metabolita. Inoltre il POEA amplifica gli effetti tossici del glifosato.
3. Un recente articolo scientifico incolpa il glifosato per praticamente tutte le malattie moderne, come ad esempio la sua azione chelante generale la quale colpisce numerose funzioni biologiche che richiedono cofattori metallici. È il più pervasivo degli inquinanti chimici ambientali al punto che inibisce anche gli enzimi coinvolti nella detossificazione di xenobiotici, aumentando così la loro tossicità. Inoltre, uccide i batteri benefici intestinali che impediscono a quelli patogeni di colonizzare l'intestino e promuove quindi la crescita di nuovi batteri patogeni, che portano all'autismo e ad altre malattie.
4. I ratti nutriti con Roundup contaminato e con mais resistente al Roundup hanno dimostrato dopo i 90 giorni previsti dall'esperimento una sorprendente gamma di effetti nefasti sulla salute. Le femmine avevano molta più probabilità di sviluppare tumori mammari e da 2 a 3 volte più la probabilità di morire (rispetto alla media di controllo). Nei maschi, le necrosi e le congestioni del fegato erano da 2,5 a 5,5 volte più frequenti, mentre le malattie renali erano da 1.3 a 2.3 volte (sempre rispetto alla media di controllo). I maschi inoltre sviluppano tumori renali o della pelle 4 volte, rispetto la media di controllo, e fino a 600 giorni prima della media di controllo. Gli effetti nocivi sono stati rilevati in animali alimentati con il mais geneticamente modificato che non è stato irrorato con Roundup, così come su cavie che furono invece alimentate con mais transgenico irrorato con Roundup, ciò sta a dimostrare che il mais GM ha la propria tossicità, e non è quindi solo l'erbicida Roudup ad essere tossico.
5. Le malattie rilevate al bestiame, e derivate dai mangimi trasgenici resistenti al glifosato, comprendono problemi riproduttivi, diarrea, gonfiore addominale, aborti spontanei, riduzione dei nati vivi, sistemi digestivi infiammati e carenze nutrizionali. Sono anche emerse prove di botulismo cronico nei bovini e anche a carico degli agricoltori, sempre come risultato dell'uso del glifosato.
6. Il glifosato si è rivelato essere letale per le rane e il Roundup è persino peggio; incrementa le fioriture tossiche ed accelera il deterioramento della qualità dell'acqua. L'utilizzo del glifosato coincide anche con la scomparsa delle farfalle monarca.
7. Il Glifosato avvelena i terreni e le colture uccidendo i microrganismi benefici e favorendo lo sviluppo di agenti patogeni. Al momento quaranta tipi diversi di malattie che colpiscono le colture sono state collegate all'uso del glifosato, ma il numero è in aumento.
8. Le erbe infestanti resistenti al glifosato sono diffuse su 120 milioni ettari a livello mondiale (61,8 m acri negli Stati Uniti) e stanno continuando a diffondersi; è un fattore di contabilità importante per l'enorme aumento nell'utilizzo dei pesticidi, poiché queste colture transgeniche resistenti ai pesticidi furono introdotte appositamente per non aver bisogno dei pesticidi.. invece..
9. In Spagna e negli U.S.A, è stata documentata la contaminazione delle riserve idriche del terreno, la contaminazione della pioggia e dell'aria. E' stato scoperto anche che i cittadini residenti nella città Berlino hanno concentrazioni di glifosato superiori ai livelli permessi per l'acqua potabile in Europa (UE).http://www.i-sis.org.uk/Ban_GMOs_Now.php
L) Impatto ambientale delle piante transgeniche coltivate
Intervento di Manuela Giovannetti, Professore Ordinario di Microbiologia agraria, già Preside della Facoltà di Agraria all’Università di Pisa, intervenuta al convegno “Verso Expo 2015: Nutrire il pianeta senza Ogm”, organizzato dalla Task force “Per un’Italia libera da OGM” il 5 aprile 2014. Estratto dell’intervento:
"La scienza ha acquisito sempre più consapevolezza dell’impossibilità di conoscere le reazioni degli esseri viventi, soprattutto piante e animali, alle modificazioni genetiche prodotte attraverso l’uso dell’ingegneria genetica (Firn e Jones, 1999; Wolfenbarger e Phifer, 2000; Makarevitch et al., 2003). Al contrario, i mass media continuano a rappresentare l’ingegneria genetica come una tecnologia assolutamente predittiva. In realtà, l’inserimento di qualsiasi gene estraneo in un organismo può provocare reazioni imprevedibili se va a interferire con il funzionamento di vie metaboliche fondamentali e se non è opportunamente regolato nella sua espressione. I dati recenti derivati dal sequenziamento dei genomi di decine di organismi, compreso quello umano, hanno confermato che molto rimane ancora da capire riguardo alla regolazione dei geni, cioè alla loro attivazione e disattivazione in tempi e siti diversi. L’estrema semplificazione del dibattito ha generato confusione nell’utilizzazione di alcuni termini, gettando una luce negativa sulle biotecnologie e l’ingegneria genetica in particolare. In realtà le biotecnologie classiche sono utilizzate da millenni per produrre cibo (pane, formaggio, yogurt), bevande (vino, birra) e prodotti industriali (antibiotici, cortisone). Anche attraverso l’ingegneria genetica, che permette l’aggiunta di nuovi geni negli organismi viventi, si producono sostanze fondamentali per la vita di molte persone, basti pensare all’insulina umana e agli interferoni.
Il dibattito vero sugli organismi geneticamente modificati (Ogm) è iniziato quando dalla coltivazione di batteri transgenici, nell’ambiente confinato delle industrie farmaceutiche, si è passati alla coltivazione di piante transgeniche in campo aperto. Per cercare di dare risposte alle domande di politici e cittadini, gli scienziati hanno valutato l’impatto ambientale delle colture transgeniche da molti punti di vista (Butler e Reichardt, 1999; Giovannetti, 2003a). Si sono chiesti, per esempio, se esista il rischio di trasferimento dei geni per la resistenza agli antibiotici, presenti nelle piante transgeniche, ai microrganismi del suolo durante il ciclo colturale, se i geni per la tolleranza agli erbicidi possano diffondersi nell’ambiente originando piante “superinfestanti”, se la produzione di tossine insetticide da parte delle coltivazioni transgeniche sia rischioso per gli organismi non-target. I risultati delle ricerche effettuate dal 1996 in poi sono stati pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche del mondo, cominciando da Nature, Science e Nature Biotechnology. Solo per fare un esempio, una copertina di Nature del 1999, dedicata agli Ogm, poneva la domanda «How safe is ’safe’?» (Quanto sicuro è ciò che noi definiamo sicuro?).
Prima di discutere dei dati scientifici più importanti relativi all’impatto ambientale delle coltivazioni transgeniche, è bene soffermarsi a riflettere su quali siano le specie interessate. In altri termini: di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di poche specie vegetali, utilizzate prevalentemente per l’alimentazione del bestiame – mais, soia, cotone, colza – e di solo due tipi di modificazioni genetiche, che conferiscono alle piante resistenza ad alcuni insetti e ad alcuni erbicidi. La modificazione genetica che ha avuto più successo nel mondo è quella della tolleranza agli erbicidi, che permette alle grandi compagnie biotecnologiche che ne possiedono il brevetto di vendere non solo i semi transgenici ma anche l’erbicida chimico da somministrare. Non è un caso che la gran parte della superficie coltivata a piante transgeniche, circa l’85% nel mondo, sia costituita da colture transgeniche resistenti agli erbicidi, il cui consumo (di erbicidi) negli anni 1996-2003 è aumentato dell’11,5%.
Alla luce di quanto specificato sopra, possiamo considerare quali di queste piante potrebbero essere coltivate con successo in Italia. Certamente non il cotone, poiché il nostro clima non permette una crescita che sia economicamente vantaggiosa. Certamente non la soia e la colza, la cui coltivazione in Italia interessa solo l’1% e lo 0,2 %, rispettivamente, della superficie totale agricola. Inoltre, la coltivazione della colza transgenica per la tolleranza agli erbicidi porrebbe diversi problemi, in quanto l’Europa rappresenta il centro d’origine e di biodiversità del genere Brassica, a cui la colza appartiene, e le eventuali ibridazioni tra specie coltivate e spontanee rappresenterebbero un rischio reale. L’unica coltura transgenica che potrebbe essere presa in considerazione sarebbe quindi il mais, una specie utilizzata prevalentemente come mangime animale e per produzioni industriali, dall’amido alla plastica.
Impatto ambientale delle piante transgeniche
Nel 1996, quando è iniziata la coltivazione di piante transgeniche, si conosceva poco dei loro effetti su tutti gli altri componenti dell’ecosistema, né si conoscevano le interazioni dei residui della coltivazione con i microrganismi benefici del suolo. Sapendo però che in natura “tutto va dappertutto” e che i geni possono essere trasferiti da un organismo all’altro, esattamente come in laboratorio (Doolittle et al., 1990; Heinemann e Sprague, 1989), non ci possiamo meravigliare che siano avvenuti quelli che sono stati da qualcuno definiti “eventi inattesi”. Dopo solo quattro anni dall’inizio delle coltivazioni transgeniche, gli scienziati Wolfenbarger e Phifer, in un articolo apparso su Science, sottolineavano «... mancano gli esperimenti chiave sia sui rischi che sui benefici ambientali. La complessità degli ecosistemi presenta considerevoli sfide sperimentali per determinare rischi, benefici e inevitabili incertezze sulle piante geneticamente modificate. Collettivamente, gli studi esistenti sottolineano che i rischi variano spazialmente, temporalmente e in dipendenza del tratto e della cultivar modificati». (Wolfenbarger e Phifer , 2000).
Tra gli eventi inattesi che hanno posto problemi relativi all’impatto ambientale delle piante transgeniche, quelli più importanti sono rappresentati da:
• diffusione di transgeni attraverso l’ibridazione di piante transgeniche, con specie e varietà selvatiche;
• resistenza delle piante infestanti agli erbicidi;
• resistenza degli insetti alle tossine transgeniche;
• trasferimento di geni ingegnerizzati dalle piante transgeniche ai batteri del suolo;
• rilascio nel suolo di tossine transgeniche da radici di piante transgeniche."
Articolo completo su Scienza incerta e dubbi dei consumatori, il caso degli organismi geneticamente modificati, una pubblicazione scientifica per parlare di Ogm a 360° non solo per esperti, ma utile al consumatore e all’agricoltore. Formato Pdf
M) "Altro che soluzione alla fame nel mondo. Ecco che cosa rischiamo con gli Ogm"
Mais, cotone, soia e colza sono colture usate nei paesi ricchi. Le piante geneticamente modificate che resistano a malattie e siccità non esistono. Parola di Manuela Giovannetti, professore di microbiologia agraria dell'Università di Pisa, già Preside della Facoltà di Agraria all’Università di Pisa
"Sono una scienziata che ha fatto e continua a fare ricerca sulle piante transgeniche (Gm). Non ho posizioni “antibiotech”, anzi non mi stanco mai di ripetere che senza biotecnologie dovremmo rinunciare non solo a pane, birra, vino, yogurt, antibiotici e cortisone, ma anche a insulina, interferone e molte altre sostanze fondamentali per la nostra salute, prodotte con tecniche di ingegneria genetica. Sono convinta che le biotecnologie siano uno dei campi su cui puntare per lo sviluppo della società e dell’economia della conoscenza, in Italia e in Europa. Tuttavia nutro alcune riserve sulla coltivazione in pieno campo delle piante Gm, basate sui dati pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche.
Il primo problema riguarda il tipo di trasformazione genetica delle colture più diffuse - mais, soia, cotone e colza - modificate nella misura dell’83 per cento con un gene che le rende capaci di tollerare erbicidi. Poiché il transgene è presente anche nel polline, si può diffondere, per esempio nel caso della colza, a distanze di alcuni Km e ibridare con specie infestanti compatibili, che possono così acquisire la capacità di tollerare erbicidi, diventando “superinfestanti”. Con grave danno per gli agricoltori, che non disporrebbero più di mezzi per combatterle.
Il secondo problema riguarda l’insorgenza della resistenza alle tossine Bt - presenti nel mais Gm - da parte degli insetti nocivi. La strategia messa a punto negli Usa per ritardare nel tempo questo fenomeno consiste nell’adozione di zone rifugio, coltivate con varietà di mais non transgenico, che devono essere almeno il 20 per cento dell’area totale coltivata a mais Bt.
Uno studio recente, pubblicato su “Nature Biotechnology”, ha riportato che, nonostante queste zone rifugio, la resistenza si è evoluta in campo e da una sola specie resistente nel 2005 abbiamo oggi ben 5 specie di insetti resistenti alle tossine Bt. Così le colture transgeniche Bt diventano uno strumento di selezione di insetti nocivi resistenti alle tossine Bt che avrebbero dovuto sterminarli.
Per quanto riguarda il problema della fame nel mondo, occorre chiarire che mais, cotone, soia e colza sono colture industriali. In particolare soia e mais sono utilizzate principalmente per produrre mangimi animali e quindi carne, latte e formaggio, che certamente non sono destinati ai mercati dei paesi poveri e affamati. Non escludo che nel futuro possano essere sviluppate piante Gm altamente produttive, resistenti alle malattie, a siccità, salinità e alte temperature, ma per adesso non esistono. E comunque, se fossero sviluppate, perché le popolazioni povere ne potessero trarre giovamento, i loro semi non dovrebbero essere sottoposti a brevetto, e ai costi aggiuntivi relativi, né comportare l’uso massiccio di fertilizzanti chimici ed erbicidi, i cui costi sono proibitivi per l’agricoltura africana.
Per concludere vorrei ricordare la difficoltà di adozione delle distanze di sicurezza e delle zone rifugio, data la ridotta dimensione delle aziende agricole italiane. Il problema che si presenterà nel caso della coltivazione di mais Bt (cotone, soia e colza sono poco rappresentative della realtà agricola italiana) non sarà solo quello di un’adeguata regolamentazione, ma del rispetto delle regole. Alle quali è stato dedicato un lungo articolo su “Nature”, in cui si analizzano i problemi posti dall’eventuale introduzione su larga scala di riso transgenico in Cina.
Professore Ordinario di Microbiologia Agraria, Università di Pisa
N) Perché le coltivazioni transgeniche sono una minaccia per i contadini, la sovranità alimentare, la salute e la biodiversità nel pianeta
Introduzione.
Quasi venti anni di coltivazione transgeniche che cosa hanno prodotto? Al contrario di quanto promettevano le imprese, la realtà delle coltivazioni transgeniche, che si basa sulle statistiche ufficiali degli USA – il maggiore produttore di transgenici a livello globale –, mostra che i transgenici hanno ottenuto minore produttività per ettaro rispetto ai semi già presenti sul mercato e hanno portato a una crescita esponenziale nell’uso dei veleni agricoli. Ciò ha prodotto anche un forte impatto negativo tanto sulla salute pubblica quanto sull’ambiente. Inoltre, le coltivazioni transgeniche sono state lo strumento chiave per favorire un’enorme concentrazione di prodotti agricoli nelle mani delle imprese. I transgenici sono serviti per alleviare la fame nel mondo? No, anzi, dal 1996 - anno in cui si cominciano a seminare transgenici - è aumentata la quantità di malnutriti e obesi, un fenomeno che è sinonimo di povertà, non di ricchezza. (FAO, 2012; OMS, 2012). È una grande diversità di sistemi alimentari contadini e di piccola scala ad alimentare attualmente il 70% della popolazione mondiale (un 30-50% degli alimenti proviene da piccole coltivazioni, un 15/29% da orti urbani, un 5/10% dalla pesca artigianale, un 10/15% da caccia e raccolta). È una produzione di alimenti più sana, in gran parte libera da veleni e transgenici. Il sistema alimentare agroindustriale, al contrario, fornisce solo il 30% degli alimenti, ma usa l’80% delle terre coltivabili e il 70% dell’acqua e dei combustibili per uso agricolo. Dalla raccolta al consumo, il 50% degli alimenti della catena industriale finisce nei rifiuti (ETC Group, 2013a). I transgenici hanno aggravato i problemi ambientalidel pianeta. A partire dallo stesso periodo in cui si sono cominciate a realizzare le coltivazioni transgeniche, si è aggravata seriamente la crisi climatica e si è registrata la gran parte dei problemi ambientali più gravi del pianeta: è ciò che lo Stockholm Resilience Center ha definito come “limiti planetari”, quelli cioè che non possiamo superare se vogliamo che il pianeta sopravviva. Il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità, l’acidificazione degli oceani, la contaminazione e l’esaurimento dell’acqua dolce, l’erosione dei suoli, l’eccessiva quantità di fosforo e azoto che finiscono nei mari e nei suoli e la contaminazione chimica sono direttamente in relazione con il sistema industriale delle imprese legate alla produzione di alimenti, nel quale i transgenici rappresentano il paradigma centrale (Rockström, 2009; ETC Group, 2013a, GRAIN, 2013).
1. Una tecnologia imprecisa che suscita molte incertezze. Al contrario di quanto afferma l’industria biotecnologica, la tecnologia dei transgenici è imprecisa, nel senso che manca il controllo delle conseguenze. È abbastanza facile isolare diverse sequenze del DNA di organismi diversi e unirle per formare un transgene. Tuttavia, non è possibile fino ad ora introdurre questa sequenza intatta in un determinato locus del genoma. Né è possibile controllare quante copie intatte o parti della sequenza modificata saranno integrate nel genoma dell’organismo ospite. E ancora più difficile è evitare qualsiasi interazione di queste sequenze con gli altri geni dell’ospite. È impossibile controllare l’espressione genica dei transgenici inseriti e la dispersione o rottura dei transgenici in diversi luoghi del genoma.
2.Coltivazioni transgeniche: uno strumento di controllo dell’agricoltura da parte delle imprese. Non c’è mai stata nella storia dell’agricoltura e dell’alimentazione una concentrazione di semi così grande, nelle mani di appena 6 imprese. I transgenici assumono grande importanza per queste imprese perché sono resistenti ai veleni agricoli e ne assicurano la vendita. Inoltre, essendo frutto dell’ingegneria genetica, vengono brevettati e quindi vanno comprati ogni anno. Oltretutto, agli agricoltori i cui campi vengono contaminati dai transgenici si può persino esigere il pagamentoper “appropriazione indebita”. Per assicurarsi il controllo totale degli agricoltori, le imprese dell’agribusiness hanno anche messo a punto la tecnologia “Terminator”, diretta a produrre semi che diventano sterili una volta utilizzati (tecnologia condannata a livello internazionale e soggetta a una moratoria delle Nazioni Unite, ma che, in seguito alle pressioni delle imprese, potrebbe essere presto legalizzata in Brasile). Quindi permettere la coltivazione dei transgenici in un Paese vuol dire cedere a poche transnazionali la propria sovranità, la possibilità di decidere su unaspetto fondamentale della sopravvivenza come l’alimentazione, ed è un attentato al diritto dei contadini di conservare i propri semi, diritto riconosciuto dalla FAO come eredità di 10.000 anni di agricoltura contadina.
3.Si produce meno. Molti studi, condotti in particolare da università statunitensi - tra cui uno studio molto approfondito coordinato dal Dr. Doug Gurian-Sherman, “Failure to Yield” (Gurian-Sherman, 2009) che analizza 20 anni di coltivazione e 13 di commercializzazione di mais e soia transgenica negli USA, basato su dati ufficiali - mostrano che le coltivazioni transgeniche, in media, producono, per ettaro, meno delle coltivazioni ibride.
4. Si usano più veleni agricoli, sempre più pericolosi. Le coltivazioni transgeniche hanno portato a un aumento senza precedenti dell’uso di veleni agricoli (erbicidi e altri antiparassitari sempre più tossici). Ciò si traduce in gravissimi problemi ambientali di salute pubblica, in particolare nei tre principali Paesi produttori di transgenici: Usa, Brasile e Argentina (insieme coprono quasi l’80% della produzione). Poiché le piante infestanti sono sempre più resistenti ai veleni agricoli, le imprese stanno mettendo a punto prodotti sempre più forti e quindi tossici e cancerogeni. Il Brasile, per esempio, è diventato il maggiore consumatore mondiale di veleni agricoli con più di 850 milioni di litri consumati ogni anno. In Argentina si usano 250 milioni di litri all’anno di glisofato e 600 milioni di litri complessivi di prodotti chimici in una superficie occupata da 11 milioni di abitanti.
5. Esistono alti rischi per la agrobiodiversità e l’ambiente. Un forte rischio per la biodiversità viene dalla contaminazione dei semi naturali e autoctoni. La biodiversità e le conoscenze locali e contadine sono molto importanti per l’adattamento al cambiamento climatico. I transgenici non sono “una possibilità in più” come poteva succedere con gli ibridi, perché la contaminazione delle altre piante è inevitabile, per esempio con l’impollinamento attraverso i venti e gli insetti (alla base anche di denunce per “uso indebito”). Si possono registrare gravi danni alle varietà native, che possono anche diventare sterili (Kato, 2004). Ciò produce gravi effetti economici, sociali e culturali su contadini/e e indigeni. Particolarmente preoccupante è la contaminazione nei luoghi di origine di alcuni prodotti. Anche l’inquinamento di acque e suoli legato all’uso massiccio di veleni agricoli ha assunto proporzioni devastanti che si riflettono sulla salute. In Mato Grosso (municipio di Lucas do Rio Verde) si sono rilevati dati allarmanti di residui di veleni agricoli nel latte materno e nell’urina e nel sangue di insegnanti delle scuole locali (Pignati, Dores, Moreira etal., 2013).
6. Rischi per la salute. Tra gli effetti negativi dimostrati da numerosi studi, si parla di seri rischi di infertilità, invecchiamento accelerato e anche effetti tossici su fegato, pancreas, reni, apparato riproduttivo, oltre ad alterazioni ematologiche e immunitarie e possibili effetti cancerogeni (Dona y Arvanitoyannis, 2009). L’uso della tossina Bt può provocare allergie, infiammazioni di stomaco e intestino e molti altri effetti negativi (Schubert, 2013). C’è poi un fortissimo aumento dei residui dei veleni agricoli negli alimenti (Bøhn y Cuhra, 2014). In Europa, dove il consumo disoia transgenica è alto a causa dell’uso di mangimi animali che la contengono, si sono trovate tracce di glisofato nell’urina del 45% di un campione di cittadini in 18 città (2013). È stato dimostrato in molti studi che il glisofato ha effetti teratogeni:è capace, cioè, di produrre deformazioni congenite (Carrasco, Paganelli, Gnazzo, et al2010). Nel Chaco, in Argentina, c’è stato un incremento di malformazionidel 400%. Negli individui esposti al glisofato aumenta fortemente anche la possibilità di contrarre il cancro, come dimostrano studi relativi alle località di Brasile e Argentina dove la produzione di transgenici è più elevata. Gli studi che contengonoquesto tipo di conclusioni (come quelli del Dr. Gilles-Eric Séralini - CRIIGEN, Università di Caen, Francia) vengono duramente combattuti dalle multinazionali come la Monsanto attraverso scienziati vicini all’impresa, denunce ecc.
7. Ci sono vantaggi con la coltivazione dei transgenici? Dopo quasi 20 anni di sperimentazione, il 99% dei transgenici piantati nel mondo riguarda prodotti per l’esportazione gestiti da grandi imprese (soia, mais, colza, cotone). Il 98% dei transgenici è seminato solo in 10 Paesi, 169 Paesi non permettono la loro semina. Le grandi promesse relative alla creazione di prodotti resistenti alla siccità o di prodotti come il “riso dorato” ricchidi vitamina A si sono rivelate fallimentari. I soldi spesi nel progetto del riso dorato, per esempio (più di 100 milioni di dollari donati da istituzioni filantropiche), avrebbero potuto risolvere il problema della mancanza di vitamina A in molti Paesi usando metodinaturali gestiti dai contadini.
8. Chi guadagna e chi perde con i trasgenici? Non c’è alcun dubbio che quelli che traggono maggiore vantaggio dalle coltivazioni transgeniche siano le 6 transnazionali che controllano il 100% dei semi transgenici: Monsanto, Syngenta, DuPont, Dow Agrosciences, Bayer, Basf. Le stesse imprese controllano anche il 76% del mercato mondiale dei veleni agricoli e il 75% di tutta la ricerca privata sulle coltivazioni. Dove i transgenici sono stati autorizzati, gli studi sui loro effetti sono stati realizzati solo dalle imprese che li producono. Chi perde con i transgenici è la maggior parte delle popolazioni del pianeta, dai piccoli agricoltori ai consumatori delle città a tutti quelli che soffrono della contaminazione chimica di alimenti, acqua e suoli. La grande maggioranza dei consumatori non vuole mangiare transgenici, le imprese lo sanno e per questo si oppongono alla etichettatura dei prodotti.
Di seguito, la lettera che è stato presentato dagli studiosi e scienziati, nella versione integrale, a Papa Francesco: (https://www.dropbox.com/s/nrio4p1gnj7za8s/PAPA%20FRANCESCO_Lettera%20OGM.doc) il profilo dei firmatari e la sintesi del documento: (https://www.dropbox.com/s/t0p4k6ovyp0ozba/PAPA%20FRANCESCO_Documento%20OGM.docx)
O) Monsanto e il giornalismo embedded (“arruolato”)
‘La buona scienza e le tecnologie collaudate non hanno bisogno di Pr, intelligence o governi corrotti per mettere a tacere la voce di scienziati e cittadini’
di Vandana Shiva (Traduzione di Tiziana Finelli) La Monsanto insieme ai suoi amici – l’industria biotech, i lobbisti, la stampa a gettone – continua a spingere per avere il monopolio alimentare mondiale attraverso la fornitura delle sue sementi. Un impero costruito su false fondamenta: la vita non può essere progettata e lavorata come fosse un iPhone.
GRAZIE ALL’ECOLOGIA E ALLA BIOLOGIA sappiamo che la vita si fa da sola, non può essere “fabbricata”. Questo vale anche per la produzione di cibo attraverso la nuova scienza dell’agroecologia, che ci dà una più profonda comprensione scientifica di come i processi ecologici avvengono a livello dei sistemi del suolo, dei semi e del cibo. Le promesse fatte dal settore biotech – aumento delle rese, riduzione dell’uso di prodotti chimici e controllo di infestanti e parassiti – non sono state mantenute. Lo scorso giugno un fondo di investimento ha fatto causa alla DuPont per ottenere un risarcimento pari a un miliardo di dollari per aver promosso colture resistenti agli erbicidi ben sapendo che non sarebbero riusciti a controllare le erbacce, ma anzi avrebbero contribuito alla nascita di super infestanti. Se da un lato l’industria biotech reclama diritti di proprietà e royalties sui semi, dall’altro distrugge sistematicamente le leggi internazionali e nazionali in materia di biosicurezza, sostenendo che i loro prodotti sono “come natura li ha fatti”…
È DAL VERTICE DELLA TERRA di Rio del 1992 che la Monsanto e i suoi amici cercano di negare ai cittadini il diritto al cibo sicuro. Attualmente stanno tentando di smantellare le leggi nazionali sulla biosicurezza in India, Pakistan, nell’Unione Europea, in tutta l’Africa e in America Latina. La loro macchina di public relations sta attaccando, in modo non scientifico, gli scienziati che lavorano sulla biosicurezza come Arpad Pusztai, Ignacio Chapela, Irina Ernakova, Eric Seralini e me. Giornalisti senza alcuna conoscenza scientifica sono diventati i soldati di questo assalto mediatico. Privilegiati uomini bianchi come Mark Lynas, Jon Entine, Michael Specter, senza alcuna esperienza pratica in agricoltura, vengono utilizzati per minare reali scoperte scientifiche circa l’impatto degli ogm sulla nostra salute e sugli ecosistemi. L’industria biotech utilizza questi pupazzi per affermare falsamente che gli ogm sono una soluzione alla fame nel mondo.
NEL 2010 LA RIVISTA “FORBES” mi ha inserito fra le sette donne più potenti del mondo per aver messo le donne al centro del dibattito su come risolvere la questione della sicurezza alimentare nel mondo in via di sviluppo. Quest’anno un giornalista chiamato Jon Entine ha scritto nella sua rubrica sul sito di Forbes, dicendo il falso, che non ho studiato Fisica. Non solo l’ho studiata a livello post laurea facendo un dottorato sui Fondamenti della teoria quantistica, ma ho passato quarant’anni a studiare l’ecologia in fattorie e foreste dell’India, in stretta relazione con la natura e saggi contadini come insegnanti. È questa la base della mia esperienza in agroecologia e biosicurezza.
LA BUONA SCIENZA e le tecnologie collaudate non hanno bisogno di Pr, agenzie di intelligence o governi corrotti per mettere a tacere la voce di scienziati e cittadini. Se credono che per plasmare il futuro bastino degli attacchi infondati a una donna scienziato di un paese in via di sviluppo si sbagliano. Non vedono la crescente indignazione dei cittadini contro il monopolio della Monsanto. In alcuni paesi nei quali la forza e le amicizie della Monsanto sono limitate, le persone e i loro governi stanno rifiutando il suo monopolio e la sua fallimentare tecnologia. La Russia ha completamente bandito gli ogm, la Cina li ha vietati nelle forniture alimentari militari. L’Italia ha approvato una legge che punisce chi pianta colture gm con una multa di 10-30.000 euro.
CIÒ CHE VIENE SCRITTO SU RIVISTE come Forbes e The New Yorker non fermerà il risveglio di milioni di agricoltori e consumatori: sempre più coscienti dei reali pericoli degli ogm nel nostro cibo e delle carenze e dei fallimenti di un sistema alimentare industriale che sta distruggendo il pianeta e la nostra salute. http://www.lanuovaecologia.it/view.php?id=12474&contenuto=Notizia
P) "Ogm? Poche le garanzie, meglio tenerli lontani"
“OGGI non siamo in grado di dire che gli Ogm sono sicuri, per cui continuiamo nella ricerca ma teniamoli lontani dai campi e dalla tavola". Il fondatore di Slow Food Carlo Petrini è contrario alla coltura in Italia per un "principio di precauzione". Perché ritiene che sia meglio vietarla?
"Non abbiamo garanzie scientifiche sulla sicurezza della coltivazione di Ogm, non conosciamo gli effetti che possono avere sul lungo periodo per l'organismo umano. Ciò che conosciamo, al contrario, sono le conseguenze sulla biodiversità: le piante modificate geneticamente sono sempre uguali a se stesse ma modificano l'ambiente circostante, il patrimonio genetico delle coltivazioni vicine".
Quali sono i valori che il divieto garantisce?
"Il principale è la sovranità alimentare di chi coltiva e di chi consuma. I pollini si muovono, volano e si spostano e questo fa sì che un campo coltivato a Ogm vada per forza di cose a contaminare il vicino campo biologico o convenzionale. Questa a me pare una violenza".
Nei fatti però ce li ritroviamo nel piatto, perché tanti prodotti tipici derivano da animali nutriti con mangimi a base di Ogm, importati dall'estero. Non è un paradosso?
"È indubbio che questo sia un problema serio: manca una normativa che imponga di etichettare e tracciare adeguatamente i mangimi. Ma molti agricoltori si stanno organizzando. Aggiungo che per tutti i prodotti biologici certificati è escluso qualunque Ogm: se compro un salame biologico sono certo che gli animali con cui è stato prodotto non abbiano mangiato Ogm".
Quali sono le opportunità di un'agricoltura "Ogm free"?
"La forza del made in Italy alimentare sta nel nostro grande patrimonio di biodiversità. Le sementi Ogm, uguali in tutto il mondo, lo impoverirebbero". http://www.repubblica.it/cronaca/2014/09/24/news/petrini_ogm_poche_le_garanzie_meglio_tenerli_lontani-96531186/
- CINQUE NUOVI MOTIVI CHE LA “SCIENZA” DI MONSANTO* NON CALCOLA
“Ascoltare il venditore di antiparassitari e/o di cibo spazzatura del mondo raccontare la storiella, interrogandosi sul valore, la legittimità o la sicurezza delle colture OGMtransgeniche, è talmente ingenuo, antiscientifico e irrazionale, che rasenta l'isteria. Ma per quanto tempo ancora la Monsanto può ignorare le reali prove scientifiche che dimostrano che la loro tecnologia non solo non riesce a sopravvivere alle loro stesse promesse, ma sta mettendo seriamente a rischio la salute pubblica? Jim Goodman, agricoltore, attivista e membro, come consulente assicurativo in consiglio dell'associazione dei consumatori biologici, ha recentemente scritto sul tema dell'utilizzo ingannevole da parte di Monsanto (http://www.organicconsumers.org/articles/article_29362.cfm) dell'espressione "sound science" 'scienza sound':
- Ma, 'scienza sound' (lett. Suono di scienza, con significato che: "è scienza") non ha nessuna definizione scientifica. Non significa "peer rivisto" (ovvero passato attraverso revisione paritaria scientifica) o supportato da ricerca ben documentata. "Sound science" è solo un termine, un termine ideologico, utilizzato per sostenere un particolare punto di vista, una dichiarazione politica o anche "tecnologica". 'sound science' è poco più che le opinioni dei cosiddetti 'esperti' che rappresentano gli interessi delle imprese. Mettiamola così, 'sound science' supporta sempre: la posizione dell'industria sulla testa delle persone (contro, l'interesse delle persone), l'utile aziendale che prevale sulla sicurezza alimentare, sull'ambiente, e sulla salute pubblica (a discapito quindi della sicurezza alimentare, dell'ambiente e della salute pubblica).
Ci sono cinque nuovi rapporti e studi, pubblicati negli ultimi due mesi, che producono enormi buchi nella storiella della 'sound science' della Monsanto. Rapporti e studi che riguardano un po' tutto, dal Roundup (Glifosato) della Monsanto che sta causando malattie renali croniche fatali a come, contrariamente alle affermazioni dell' industria, il diserbante Roundup della Monsanto persiste per anni contaminando il suolo, l'aria e l'acqua. E non dimenticando che NO! Le colture OGMtransgeniche non nutriranno il mondo, né esse hanno mai ridotto l'uso di erbicidi e pesticidi.
- 1. Il Roundup (Glifosato) della Monsanto legato ad una malattia renale cronica fatale Article in Journal of Environmental Research and Public Health, February 2014 (Ecco lo studio da link diretto: http://www.mdpi.com/1660-4601/11/2/2125) Cosa succede quando si mescola il glifosato (http://www.organicconsumers.org/articles/article_27530.cfm), che è il principio attivo chiave nell'erbicida Roundup della Monsanto, con acqua 'dura' ? Cioè con acqua che si trova naturalmente nel terreno e che contiene ioni metallici come calcio, magnesio, stronzio e ferro, e anche derivanti dall'uso di fertilizzanti chimici. Quando questi due elementi s'incontrano, il glifosato diventa 'estremamente tossico' per i reni. Questa è la teoria (http://www.organicconsumers.org/articles/article_29403.cfm) portata avanti da ricercatori, che cercando di scoprire il mistero di migliaia di decessi causati da malattie renali croniche fra le persone che vivono nelle zone agricole in Sri Lanka, El Salvador e Nicaragua.
- 2. Il Roundup (Glifosato) della Monsanto, persiste nel suolo e nell'acqua. Relazione U.S. Geological Survey report in Environmental Toxicology and Chemistry, February 2014 Monsanto ha sempre insistito (nonostante l' evidenza del contrario) che il suo erbicida Roundup è innocuo, che la sua tossicità non persiste. Ma ciò è solo la metà della realtà... l'altra metà sta nello studio pubblicato nel mese di febbraio 2014 sulla rivista Environmental Toxicology and Chemistry. I ricercatori dicono che se si studia solo il fondamentale principio attivo, glifosato, è possibile, come la Monsanto sostiene, stabilire che il Roundup non ha effetti collaterali. Tuttavia, ci sono altri ingredienti nel Roundup, tra cui uno chiamato acido Aminomethylphosphonic, o AMPAe lo studio, denominato: 'Pesticidi nel Mississippi, aria e pioggia: un confronto tra il 1995 e il 2007' , ha trovato che il glifosato e il suo sottoprodotto tossico, l'AMPA, sono stati rinvenuti in oltre il 75 % dei campioni d'aria e di pioggia testati nello stato del Mississippi nell'anno 2007. Che cosa significa questo? Secondo un' analisi (http://www.organicconsumers.org/articles/article_29354.cfm)' respirando l'aria presa in esame si inalano circa 2,5 nanogrammi di glifosato per metro cubo d'aria. È stato stimato che l'adulto medio inala circa11 metri cubi (o 388 piedi cubi) di aria al giorno, che sarebbe uguale a 27,5 nanogrammi (miliardesimi di grammo) di glifosato, in un solo giorno. Gasp!
- 3. Le Colture OGMtransgeniche hanno portato ad un aumento nell'uso di pesticidi ed erbicidi non ad una loro diminuzione
U.S. Department of Agriculture (USDA) report, February 2014.
L'USDA, per dare una misura della sua storia, non ha mai espresso un'opinione negativa motivata su una coltura di OGM, e ha pubblicato un rapporto probatorio su ciò che scienziati responsabili, indipendenti hanno detto in merito agli OGM. L'ingegneria genetica non comporta maggiori rendimenti (come l'industria vorrebbe farci credere), ma ha portato ad un AUMENTO (non a una diminuzione, come l'industria vorrebbe farci credere) dell'uso di pesticidi (insetticidi) e diserbanti. Per essere onesti, la relazione dà in generale recensioni favorevoli alle colture OGM. Non sorprende, dato il rapporto intimo (http://www.organicconsumers.org/usda_watch.cfm) dell'agenzia USDA con la Monsanto. Ma ciò che rende il tutto ancora più pesante è il fatto che la USDA oltre a difensore fedele delle colture OGM è ora quella che solleva domande (decisamente non provate e non scientifiche) sull'industria a lungo termine, e sostiene che la biotecnologia è la cosa migliore dopo... il pane affettato! (ovviamente.. con grano OGM).
Sustainable Pulse (http://www.organicconsumers.org/articles/article_29374.cfm) fa comunque un buon lavoro spulciando nella relazione dell'USDA che ci rivela le critiche (SORPRENDENTE !) dell'agenzia USDA alle colture OGM.
- “Negli Stati Uniti, dove le coltivazioni transgeniche sono diffuse da vari anni, è stata realizzata una ricerca sugli impatti ambientali di tali coltivazioni. Nell’ampio studio “Impacts of Genetically Engineered Crops on Pesticide Use: The First Thirteen Years” (Benbrook, 2009) viene ampiamente documentato che, tra il 1996 e il 2008, nelle aree coltivate con soia o mais transgenici, l’uso di erbicidi e di insetticidi è aumentato in misura notevole. La principale conseguenza di questo incremento è stata la proliferazione di molte piante spontanee resistenti al glifosato, l’erbicida utilizzato nella coltivazione di soia transgenica. Lo studio dimostra non solo che i semi transgenici non riducono l’uso di pesticidi, ma anche che vi è un veloce adattamento di alcune infestanti al glifosato, aumentando i costi.” Prof. Gianni Tamino Università di Padova
degli agricoltori e diminuendo la produzione.
- 4. I pesticidi sono più pericolosi di ciò che noi pensiamo. Articolo in BioMed Research International, (http://www.hindawi.com/journals/bmri/2014/179691/) February 2014. Ancora cattive notizie sui pesticidi (http://www.organicconsumers.org/articles/article_29289.cfm).
Uno studio pubblicato in BioMed Research International nel febbraio 2014 dice che non è solo delle sostanze tossiche che dobbiamo preoccuparci nei pesticidi, ma occorre stare attenti all'interazione fra gli ingredienti inerti, e quelli attivi, cioè quelli tossici. In genere, gli studi condotti per determinare la sicurezza dei pesticidi si focalizzano esclusivamente sui principi attivi. Ma gli scienziati dell'Università di Caen hanno testato nove prodotti commerciali, tra cui il Roundup e hanno scoperto che otto di loro erano centinaia di volte più tossici rispetto al loro principio attivo, da solo. Quale prodotto ha vinto il premio del 'più tossico ?... Il Roundup della Monsanto ovviamente, che è stato trovato essere 'di gran lunga il più tossico dei diserbanti e degli insetticidi testati,' sempre secondo lo studio.
- 5. L'Agricoltura biologica su piccola scala: necessaria per nutrire il mondo non il transgenico OGM U.N. Commission on Trade and Development (UNCTAD), Wake Up Before It Is Too Late, December 2013 Nel Dicembre 2013 la Commissione U.S. Per il Commerico e lo sviluppo (UNCTAD), ha pubblicato i risultati di uno studio approfondito, che produce un' enorme falla nella rivendicazione preferita della Monsanto, quella per cui avremmo bisogno di OGMtransgenici per sfamare il mondo. Lo studio, intitolato: "Svegliatevi prima che sia troppo tardi", è arrivato a questa conclusione: "l'agricoltura biologica su piccola scala è l'unico modo per sfamare il mondo. Svegliamoci prima che sia troppo tardi". Secondo l'analisi (http://www.organicconsumers.org/articles/article_29363.cfm) di uno dei collaboratori dello studio, il report contiene sezioni approfondite: sullo spostamento verso un'agricoltura sostenibile e resiliente; sulla produzione di bestiame e sui cambiamenti climatici; sull'importanza della ricerca e del suo ampliamento; sul ruolo e sull'utilizzo della terra; sul ruolo delle possibili riforme delle regole del commercio globale.
Più di 60 esperti provenienti da tutto il mondo hanno contribuito alla relazione. Chiaramente le prove, prove reali e scientifiche contro le colture OGM stanno crescendo, infatti nello spazio di un paio di mesi sono usciti ben cinque nuovi studi anti-OGM. Quando decideranno l'USDA, l'US Food Drug Administration (FDA) e l'US Environmental Protection Agency di smettere di sostenere un'industria OGM sotto attacco da parte della comunità scientifica? E quando si comicerà a mettere la salute pubblica prima dei profitti aziendali? Nel mese di dicembre, oltre 200 scienziati, medici ed esperti provenienti da settori pertinenti, hanno firmato una dichiarazione attestante che l'industria biotech inganna il pubblico quando afferma che gli OGM sono sicuri (http://www.i-sis.org.uk/Scientists_Declare_No_Consensus_on_GMO_Safety.php). Il gruppo dei 200 scienziati ha detto, che NON C'E' 'consenso scientifico' alle richieste di sostegno provenienti dall'industria del transgenico che chiede agli scienziati di dire che gli OGM sono sicuri. Invece, come nuovi studi dimostrano ogni giorno, è diventato sempre più chiaro che tra scienziati e medici credibili, l'opinione dominante è quella secondo la quale sarebbe meglio svegliarsi al più presto presto, per i rischi e le minacce di una tecnologia spericolata e per troppo tempo incontrollata, a cui è stato consentito dominare il nostro cibo e i sistemi dell'agricoltura.
http://www.organicconsumers.org/articles/article_29419.cfm
- ARTICOLO ORIGINALE in Inglese: Five New Reasons Monsanto’s ‘Science’ Doesn’t Add Up
http://www.organicconsumers.org/articles/article_29419.cfm
For Related Articles and More Information, Please Visit OCA's Genetic Engineering Page, and our Millions Against Monsanto Page.
To hear the pesticide and junk food marketers of the world tell it, anyone who questions the value, legitimacy or safety of GMO crops is naïve, anti-science and irrational to the point of hysteria. But how long can Monsanto ignore the mounting actual scientific evidence that their technology is not only failing to live up to its promises, it’s putting public health at risk? Jim Goodman, farmer, activist and member of the Organic Consumers Association policy advisory board, recently wrote about Monsanto’s deceptive use of the expression “sound science.”
But, ‘sound science’ has no scientific definition. It does not mean peer reviewed, or well documented research. ‘Sound science’ is only a term, an ideological term, used to support a particular point of view, policy statement or a technology. ‘Sound science’ is little more than the opinions of so-called “experts” representing corporate interests.
Simply put, ‘sound science’ always supports the position of industry over people, corporate profit over food safety, the environment and public health.
Here are five new reports and studies, published in the last two months, that blow huge holes in Monsanto’s “sound science” story. Reports of everything from Monsanto’s Roundup causing fatal, chronic kidney disease to how, contrary to industry claims, Roundup persists for years, contaminating soil, air and water. And oh-by-the-way, no, GMO crops will not feed the world, nor have they reduced the use of herbicides and pesticides.
1. Monsanto’s Roundup linked to fatal, chronic kidney disease. Article in Journal of Environmental Research and Public Health, February 2014 http://www.mdpi.com/1660-4601/11/2/2125
What happens when you mix glyphosate, the key active ingredient in Monsanto’s Roundup, with “hard” water? That is, water that contains metals, such as calcium, magnesium, strontium and iron, either found naturally in the soil, or resulting from the use of chemical fertilizers?
The glyphosate becomes “extremely toxic” to the kidneys.
That’s the theory put forth by researchers trying to uncover the mystery of thousands of deaths from chronic kidney disease among people in farming areas of Sri Lanka, El Salvador and Nicaragua.
2. Monsanto’s Roundup persists in soil and water. U.S. Geological Survey report in Environmental Toxicology and Chemistry, February 2014
Monsanto has always insisted (despite evidence to the contrary) that its Roundup herbicide is benign, that its toxicity doesn’t persist.
But that’s only half the story, according to a study published this month in Environmental Toxicology and Chemistry. Researchers now say that if you study only the key active ingredient, glyphosate, you might, as Monsanto claims, determine that Roundup is benign. But there are other ingredients in Roundup, including one called Aminomethylphosphonic acid, or AMPA. The study, called "Pesticides in Mississippi air and rain: A comparison between 1995 and 2007," found that glyphosate and its still-toxic byproduct, AMPA, were found in over 75 percent of the air and rain samples tested from Mississippi in 2007.
What does that mean for you? According to one analysis, “if you were breathing in the sampled air you would be inhaling approximately 2.5 nanograms of glyphosate per cubic meter of air. It has been estimated the average adult inhales approximately 388 cubic feet or 11 cubic meters of air per day, which would equal to 27.5 nanograms (billionths of a gram) of glyphosate a day.” Gasp.
3. GMO crops have led to an increase in use of pesticides and herbicides. U.S. Department of Agriculture (USDA) report, February 2014.
The USDA, which gauging from its track record has never met a GMO crop it didn’t like, published a report substantiating what responsible, independent scientists have been saying along. Genetic engineering does not result in increased yields (as industry would have us believe)—but it has led to the increased (not decreased, as industry claims) use of pesticides and herbicides.
To be fair, the report gives overall favorable reviews to GMO crops. Not surprising, given the agency’s cozy relationship with Monsanto. But that makes it all the more telling that the once staunch-defender of GMO crops is now raising questions about industry’s long-term, decidedly unproven and unscientific, claims that biotechnology is the best thing since sliced (GMO wheat) bread. Sustainable Pulse does a good job of sifting through the USDA’s report to reveal the agency’s criticisms of GMO crops.
4. Pesticides are more dangerous than we thought. Article in BioMed Research International, February 2014
More bad news on pesticides. A study published in BioMed Research International this month says that it’s not just the toxic chemicals we need to worry about in pesticides. It’s the inert ingredients, and how they interact with the active, toxic ingredients. Typically, studies conducted to determine the safety of pesticides focus exclusively on the active ingredients. But scientists at the University of Caen tested eight commercial products, including Roundup, and found that nine of them were hundreds of times more toxic than their active ingredient alone.
Which product won the “Most Toxic” award? Monsanto’s Roundup, which was found to be “by far the most toxic of the herbicides and insecticides tested,” according to the study.
5. Small-Scale, organic farming needed to feed the world. U.N. Commission on Trade and Development (UNCTAD), Wake Up Before It Is Too Late, December 2013
In December 2013, the U.N. Commission on Trade and Development (UNCTAD) released the results of a lengthy, in-depth study that blows a huge hole in one of Monsanto’s favorite claims, that we need GMOs to feed the world. The study, entitled Wake Up Before it is Too Late, concluded with this warning: Small-scale organic farming is the only way to feed the world. According to an analysis by one of the report’s contributors, the report contains in-depth sections on the shift toward more sustainable, resilient agriculture; livestock production and climate change; the importance of research and extension; the role of land use; and the role of reforming global trade rules. More than 60 experts from around the world contributed to the report. Clearly the evidence—real, scientific evidence—against GMO crops is mounting, when five new anti-GMO studies and reports surface in a matter of a couple of months. How much more will it take before the USDA, U.S. Food & Drug Administration (FDA) and the U.S. Environmental Protection Agency stop supporting an industry under attack from the scientific community? And start putting public health before corporate profits? In December, more than 200 scientists, physicians, and experts from relevant fields, signed a statement declaring that the biotech industry is deceiving the public when it claims that GMOs are safe. There is, the group said, no “scientific consensus” to support industry’s claims that GMOs are safe. But as new studies surface every day, it’s become increasingly clear that among credible physicians and scientists, the consensus is that we’d better wake up, soon, to the risks and threats posed by a reckless technology that has been allowed to dominate our food and farming systems, unchecked, for far too long.
Katherine Paul is Associate Director of the Organic Consumers Association.
Ronnie Cummins is National Director of the Organic Consumers Association
- *MONSANTO Chi è Monsanto? "Monsanto è il principale produttore mondiale di Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) ed è una delle aziende più controverse della storia industriale. Dalla sua fondazione nel 1901, nel corso degli anni, la multinazionale di Saint Louis nata come industria chimica, è stata accusata di negligenza, frode, attentato a persone e cose, disastro ecologico e sanitario, utilizzo di false prove. Eppure, oggi, questo pericoloso gigante della biotecnologia che si pubblicizza come azienda della "scienza della vita", grazie ad una comunicazione ingannevole, a pressioni e corruzioni, a rapporti di collusione con i vertici politici e amministrativi USA, continua indisturbato ad esportare e imporre in tutto il mondo il pericoloso modello dell'agricoltura transgenica. Un impero industriale con sedi in quarantasei Paesi e un fatturato annuo di 7,5 miliardi, che ha coperto in colture OGM quasi 100 milioni di ettari tra Stati Uniti, Argentina, Brasile, Canada, India, Cina, Paraguay, Sudafrica, Spagna, Romania."
http://www.gruppomacro.com/lp/ogm_monsanto
"La Monsanto è una industria che ha costruito parte del suo successo aziendale sulla chimica oggi ‘valorizzata’ grazie alle biotecnologie, le quali naturalmente vengono presentate come tecnologie rispettose dell'ambiente e capaci di lenire gli impatti negativi dei pesticidi. Monsanto è la multinazionale diventata famosa per aver prodotto l'Agente Arancio, il defoliante tossico e cancerogeno usato nella guerra del Vietnam; successivamente si è concentrata sui PCB, i pericolosi composti organoclorurati più nocivi del DDT ora vietati pressoché ovunque, ma che continueranno per millenni ad inquinare fiumi e mari, a causa della loro persistenza. Il grande business della Monsanto è oggi quello biotecnologico, per il quale ha sostenuto grandi investimenti finanziari legati ad esempio all'acquisizione di numerose società di ricerca titolari di brevetti o che devono entro breve termine assicurare la remunerazione del capitale impegnato per evitare la bancarotta. Una tale scommessa spiega l'arroganza che contraddistingue questa multinazionale nel sostenere la promozione delle colture transgeniche. Il processo di concentrazione oligopolistica dell'industria biotecnologica interessa anche altre multinazionali impegnate in fusioni societarie fra giganti o nell'assorbimento di piccole aziende di ricerca. Il controllo in poche mani dei brevetti biotecnologici e delle sementi che ne derivano, mette in serio pericolo quell'agricoltura plurale, sostenibile e ‘bio-diversa’ che tutt'ora occupa il 50% della forza lavoro mondiale, per la quale l'accesso alla terra e alle risorse genetiche è letteralmente fonte di sopravvivenza. Ecco perchè l a Monsanto viene portata ad esempio di una politica commerciale sensibile alle sole logiche del mercato e indifferente alle molteplici conseguenze negative di carattere ambientale e socio-economico." http://www.greenpeace.it/ogm/domandefrequenti.html
- Monsanto. La storia "Nasce nel 1901 a East St. Louis, nell’Illinois, come produttrice di saccarina. Nella grande crisi del ’29 acquista una ditta che ha messo a punto un nuovo composto, i policlorobifenili, detti PBC. Sono inerti, resistenti al calore, utili all’industria elettrica allora in grande espansione e come liquidi di refrigeranti nei trasformatori. La Monsanto fa i soldi, ma già negli anni Trenta viene fuori che il PCB è un composto chimico tossico, ma l’elettrico è troppo importante, e la Monsanto va avanti pressoché indisturbata.
Negli anni Quaranta si occupa di diossine e comincia a fabbricare l’erbicida noto come 245T, il nome gli deriva dal numero di atomi di cloro del famigerato composto. Così efficace che già negli anni Sessanta le grandi praterie americane, così infestate, diventano «silenti» ed uscirà un libro famosissimo a denunciare «the silent spring», la primavera silenziosa, senza uccelli, che darà il via alle prime campagne ecologiche americane. L’erbicida è così potente che l’esercito americano lo usa come defoliante nella sua guerra in Vietnam, dove concepisce l’idea demenziale che distruggendo tutte le foglie degli alberi del Nord e Centro Vietnam riuscirà a scovare i Vietcong.
La Monsanto, durante tutta quella sciagurata guerra, la prima che gli Americani perdono nella loro storia, ha venduto all’esercito il tristemente famoso «agente orange», un misto di 245T della Monsanto e del 24D della sua rivale Dow Chemical.Scienziati ed opinione pubblica, oltre alle diserzioni in massa dei giovani americani fanno sospendere, nel 1971, lo spargimento dell’agente orange, di cui si conoscono gli effetti delle diossine sull’ambiente. Ed è cancerogeno, ha provocato danni immunitari e alla riproduzione che non hanno finito di fare male ai vietnamiti. Negli anni Ottanta scopre il glifosato, sostanza base per molti erbicidi, e soprattutto del tristemente famoso Roundup. Il Roundup è un pesticida potente, e conveniente, che dà alla Monsanto profitti del 20% annui, proiettandola ai vertici. Però ha un difetto: fa male agli umani. I disordini provocati dal glifosato sono noti e documentati, ma le lobbies pro-pesticidi sono ormai potentissime, inarrestabili. Nel 1997 scorpora chimica e fibre sintetiche e le mette in una società di nome Solutia e spende miliardi (di dollari) che le vengono dai profitti del Roundup nel campo biotech. La grande pensata è questa: fabbrichiamo una specie di semente resistente al glifosato, così possiamo vendere le sementi super-resistenti, che si chiameranno Roundup ready, insieme al Roundup stesso. Così possiamo continuare a prendere due piccioni con una fava: vendere le sementi, e ancor più pesticida Roundup. Così, dal 1997 la Monsanto comincia a vendere soia, mais e colza transgenici, cioè con un gene che li fa resistenti al Roundup quei semi transgenici arriveranno in tutto il mondo.
Nel 1998 una delle nuove aziende Biotech, la Delta e Pine Land, si è inventata e brevettata una tecnica di nome «sistema di protezione della tecnologia» che è una modifica genetica alla pianta, a molte piante, che le fa sterili.
Il brevetto prende il nome di Terminator. La Monsanto, dopo due mesi dal brevetto, si compra la Delta & Pine Land, con l’evidente scopo di vendere le sementi transgeniche, che vengono chiamate «suicide» ai mercati dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Un giornale tra i pochissimi, The Ecologist, inglese, fa un numero speciale sul transgenico, e fa i nomi della gente delle lobbies che hanno fatto passare le leggi sui brevetti. Sono spesso quelli che poco prima erano nel biotech: era così e lo è ancora nel farmaceutico come negli armamenti, la chiamano la «revolving door». Entrano nelle multinazionali e escono dalle lobbies o dalle burocrazie ministeriali che decidono, e viceversa, da sempre. La Monsanto e quelli del biotech premono sulla distribuzione del giornale, e lo fanno saltare. Ma alla fine esce, in inglese, in francese e in spagnolo e com’è come non è, in pochi mesi l’Europa si allerta ai transgenici... La Monsanto si fonde con Pharmacia Upjohn, che fa un marchio separato per il transgenico agricolo, Che vogliono spacciare, anche in Italia, nel nome della fame del mondo, e dei prodotti che contengono...Con la connivenza, ovviamente, dei giornali e TV...Se poi ci siete chiesti cosa c’era di così terribile nel numero di The Economist, la risposta è: tutto. Dalla storia che ormai ha fatto il giro del mondo, denunciata in prima battuta da «Pure food» gruppo di ONG che hanno tirato fuori la sempreverde combine della revolving door, della porta girevole che funziona da sempre per le industrie belliche, i ricercatori e gli uomini chiave passano dall’industria alle organizzazioni statali che queste controllano. Cioè controllori e controllati sono sempre le stesse persone, che da quella porta girevole passano, ogni due o tre anni. Nel nostro caso, è una ricercatrice della Monsanto, chiamata dalla FDA a controllare le sue stesse ricerche. Lo stesso per una certa Ann Foster, passata da direttrice dello Scottish Consumer Council alla Monsanto, ed ancora membro di diverse commissioni di consulenza britanniche, tra cui quella degli aspetti medici degli alimenti. Le guardie fanno i ladri, e poi ancora le guardie! Nel gennaio 1997 la procura di New York ha costretto la Monsanto a ritirare annunci pubblicitari che sostenevano che il suo diserbante, l’ormai famigerato Roundup, è biodegradabile e non nuoce all’ambiente, perché menzogneri. Secondo la facoltà di Igiene della Università di California, il glifosato occupa il terzo posto nelle cause di malattie legate ai pesticidi contratte dai lavoratori. Ma la Monsanto, come le grandi multinazionali, può tranquillamente perdere una battaglia, dieci battaglie, perché alla fine vince, grazie ai suoi avvocati, e alle lobbies, le guerre. Anzi è così forte che riesce ad imporre quel che vuole agli organismi mondiali come il WTO." dal libro: «Transgenico NO», Ed. Malatempora http://www.disinformazione.it/monsanto.htm
- "Ai nostri giorni, la Monsanto Company è un'azienda multinazionale di biotecnologie agrarie, con circa 18.000 dipendenti e un fatturato di 8,5 miliardi di dollari (2007). Produttore di mezzi tecnici per l'agricoltura, è nota nel settore della produzione di sementi transgeniche e, da marzo 2005, dopo l'acquisizione della Seminis Inc, è anche il maggior produttore mondiale di sementi convenzionali. "http://it.wikipedia.org/wiki/Monsanto_Company Monsanto ha chiuso il secondo trimestre con profitti in crescita a 1,67 miliardi di dollari (3,15 dollari per azione) contro gli 1,48 miliardi di dollari (2,74 dollari per azione) riportati nello stesso periodo dell'anno scorso é [(2013) http://www.finanza.com/Finanza/Dati_Bilancio_Mondo/Nord_America/notizia/Monsanto_utili_e_ricavi_trimestrali_in_crescita_e_sopra_le_-416203] La Monsanto, resta la maggiore produttrice e finanziatrice della biotecnologia agricola ovvero dei prodotti geneticamente modificati; ha una lunga e triste storia di distruzione ed inquinamento in tutto il mondo, con alcune delle sostanze più tossiche conosciute dall'uomo come già osservato precedentemente, dai PCB agli Agent Orange fino al Roundup.. "Monsanto pretende di nutrire il mondo con i propri prodotti geneticamente modificati e invece applica una sistematica distruzione ecologica. La Monsanto è stata multata e portata in giudizio moltissime volte per: omessa etichettatura nei containers di Roundup; omissione nel riportare i dati sugli effetti dei propri prodotti sulla salute umana e sull’equilibrio ecologico del pianeta; inquinamento dell'ambiente da perdita di sostanze chimiche e da smaltimento improprio di sostanze chimiche. Il nome Monsanto è, per molti in tutto il mondo, divenuto il simbolo dell'avidità, dell'arroganza, degli scandali e degli affari loschi."
- "Il mondo secondo Monsanto", pubblicato da Arianna Editrice, è un libro inchiesta sulla multinazionale degli OGM che ha fatto il giro del mondo. Oltre 100.000 copie vendute e traduzioni in 11 paesi. E' stato scritto da Marie-Monique Robin che ha vinto il Premio Albert-Londres, il più prestigioso della stampa francese (1995). Giornalista, scrittrice e regista, è autrice di molti documentari che le sono valsi diversi riconoscimenti internazionali e di documentari ripresi in America Latina, Africa, Europa e Asia. L'autrice ha condotto per tre anni importanti ricerche che l'hanno portata in America, Europa e Asia, a scoprire la poco nota storia dell'azienda Monsanto. Avvalendosi di documenti inediti, delle testimonianze delle vittime, di scienziati e di uomini politici, il libro ricostruisce la genesi di un impero industriale che, grazie a una comunicazione menzognera, a rapporti di collusione con l'amministrazione nord americana, a pressioni e tentativi di corruzione, è divenuta la prima azienda al mondo produttrice di semi. Il testo svela inoltre il ruolo giocato da Monsanto nell'estensione planetaria delle colture OGM, senza che ci sia stato alcun controllo serio relativo ai loro effetti collaterali sulla natura e sulla salute umana. Il documentario analizza la questione degli OGM e dei brevetti sulle sementi geneticamente modificate e sui fertilizzanti chimici prodotti dalla multinazionale americana, che attualmente possiede il 90% degli OGM presenti nel mondo. Non solo: grazie alle testimonianze degli agricoltori e agli autorevoli interventi di esperti come Vandana Shiva, il film mostra l'innumerevole serie di cause che coinvolgono la Monsanto, già condannata per negligenza, frode, attentato a persone e cose, disastro ecologico e sanitario e utilizzo di false prove." https://www.youtube.com/watch?v=03Y3SFqaRp4&index=2&list=PLC0498CBFFD7627DC
- “Il Friuli secondo... Monsanto”. La coltivazione di OGM di produzione Monsanto è giunta anche in Italia: il 12 ottobre 2013 in Friuli V.G. si è svolta la prima trebbiatura illegale di mais Mon810, pure illegale, che in breve tempo ha contaminato colture tradizionali di mais situate nelle zone limitrofe, in merito è disponobile il testo dell'audizione del Capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, alla Camera dei Deputati, del 6 novembre 2013: http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20131107-agricoltura-testo-audizione-cesare-patrone-cfs-su-ogm-1 e seguito l’attività di campionamento eseguita dal Corpo forestale dello Stato ha riguardato anche i terreni limitrofi ai campi seminati con mais Mon810:http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20131107-agricoltura-testo-audizione-cesare-patrone-cfs-su-ogm-2 i risultati analitici ottenuti dimostrano, in effetti, un “inquinamento genetico” del mais transgenico che arriva anche fino al 10%. La
Regione Friuli V.G. ha approvato nel marzo (2014) una MORATORIA DI 12 MESI con sanzioni fino a 50mila euro e ordine di distruzione delle colture illegali eventualmente impiantate nel frattempo, questo fintanto ché l'Europa deciderà, fors'anche per l'autodeterminazione degli stati membri, in materia. Il 23 aprile 2014 il Tar del Lazio si è espresso contro il ricorso dell'agricoltore pro-OGM che voleva seminare liberamente mais OGMtransgenico prodotto della Monsanto. (più informazioni a link: https://docs.google.com/document/d/1f-cL74u9Lm0csPIm_fl1MsQeiWqOSg3DKO6JBT3p_5s/edit#bookmark=id.7l35auvf64js)
g) Monsanto dovrà ripagare i veterani sudcoreani della guerra in Vietnam
“Guerra in Vietnam, Corte Seul: “Monsanto risarcisca danni da agente arancio”.
La Corte suprema di Seul (Corea del Sud) ha infatti ammesso che la causa dell’acne chimica di 39 ex militari è strettamente legata al loro contatto diretto con l’agente arancio, il defoliante usato dall’aviazione americana sul Vietnam tra gli anni ’60 e ’70 e prodotto dalla Monsanto….Dal 1999, oltre 16mila militari sudocoreani sono ricorsi per vie legali oltre che contro Monsanto, contro Dow Chemicals un altro colosso Usa della chimica produttore dell’Agente arancio. La vicenda ha subito una svolta nel 2006, quando l’Alta Corte di Seul ha condannato Monsanto a pagare circa 60 milioni di dollari in danni agli ex volontari che in seguito all’esposizione alla sostanza defoliante si sono ammalati di tumore. Era la prima volta che un organo giudiziario sudcoreano si pronunciava contro le aziende produttrici del defoliante a base di diossina….I reduci ce l’hanno soprattutto con il governo di Seul che nel 1984, ha ricordato il quotidiano Hankyoreh, aveva fatto sapere ufficialmente a Washington che non c’erano state vittime per l’agente arancio. Mentre infatti in Australia e Nuova Zelanda in quello stesso anno da Washington erano arrivati 180 milioni di dollari in riparazioni per i danni alla salute creati ai soldati dall’esposizione diretta alla diossina. Di quei soldi a Seul non è mai arrivato nulla, 0 (zero).
Anche Hanoi attende il suo turno. Si stima infatti che, ancora oggi, quasi 5 milioni di vietnamiti, quasi tutti civili, soffrano di patologie che vanno dalle malformazioni neonatali ai disordini nervosi, per arrivare a forme tumorali a causa del contatto con la diossina dell’agente arancio…. Quella dei veterani sudcoreani è però e purtroppo una vittoria a metà: nella stessa sentenza la Corte suprema ha chiesto il riesame di una sentenza dell’Alta Corte di Seul del 2006 secondo la quale la multinazionale americana avrebbe dovuto ripagare 63 miliardi di won (circa 60 milioni di dollari) a 6795 ex militari sudcoreani ammalati di cancro. La causa dei tumori, dice la nuova sentenza, sarebbe molto “complessa” e non ci sarebbero prove sufficienti a provare il legame con l’agente arancio. In totale furono 320mila i soldati sudcoreani impegnati a fianco degli americani nella in Vietnam. Le associazioni di reduci stimano in 150mila i casi di soldati affetti da patologie legate al potente defoliante.” http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/18/guerra-in-vietnam-corte-suprema-seul-acne-chimica-causata-da-agente-arancio/659224/
e anche: http://www.tercerainformacion.es/spip.php?article55113
h) La multinazionale Monsanto è inserita profondamente nelle strutture portanti del potere americano
“La multinazionale Monsanto controlla sia la Casa Bianca che il Congresso U.S.A. Non importa molto chi vince le elezioni presidenziali...Questo efficace articolo scritto da Josh Sager pubblicato un mese prima delle elezioni presidenziali del novembre 2012 documenta attentamente come la Monsanto ha messo con le spalle al muro il sistema politico statunitense. Poco importa chi sarà eletto.. gli interessi della Monsanto saranno comunque serviti . Inoltre, Monsanto controlla anche le nomine chiave al Dipartimento dell'agricoltura americana (USDA) e quelle del Food and Drug Administration (FDA) ...Gli individui che lavorano per l'industria del transegenico vanno a lavorare per il governo, per far passare e rendere pubbliche normative favorevoli, e poi tornare al settore privato, dopo aver lasciato il servizio pubblico.” http://www.globalresearch.ca/monsanto-controls-both-the-white-house-and-the-us-congress/5336422
La seguente info-grafica dà alcuni esempi della "porta girevole" tra Monsanto e il governo degli Stati Uniti:
“Inoltre uno dei peggiori esempi non è nemmeno sul grafico, si tratta di Mr. Michael R. Taylor: Taylor ha iniziata come partner presso lo studio legale che rappresentava la Monsanto su questioni GBH (ormoni della crescita artificiali che forzano le mucche a produrre più latte). Poi, come vice-commissario della FDA (U.S. Food and Drug Administration) per la politica, ha scritto le linee guida rBGH sull’etichettatura della FDA – quelli che per intenderci hanno insistito che non c’ era differenza tra rGBH (latte da vacche dopate con ormoni della crescita) e latte normale. Taylor ha anche provveduto ad eliminare i riferimenti ai problemi con cibi OGM, con l'obiezione di personale scientifico. Poi ha trascorso alcuni anni lavorando direttamente per la Monsanto. E ora? Barak Obama lo ha riassunto alla FDA per “sorvegliare” la Monsanto nuovamente, come suo zar di questioni di “sicurezza alimentare”!” Che commistione! http://redgreenandblue.org/2012/02/02/monsanto-employees-in-the-halls-of-government-part-2/
i) Elevati livelli di PCB sono stati rilevati nella scuola media di Westport ma non è che la punta dell’iceberg. La Monsanto che produceva il materiale, chiamata in causa
Scott Summy, azionista di Baron and Budd, ha intentato una causa contro l'azienda Monsanto e suoi successori aziendali a nome della città di Westport e della Comunità delle scuole di Westport, in Massachusetts. La querela si riferisce all'uso di bifenili policlorurati (PCB) nelle scuole. Secondo i documenti del Tribunale, Monsanto presumibilmente conosceva i pericoli del PCB per decenni, ma non avvertì mai la popolazione di questi pericoli. L'obiettivo del processo è quello di forzare la Monsanto a pagare per la rimozione del PCB dalle scuole. L’avvocato Richard M. Sandman di Rodman, Rodman Sandman, P.C. e Robert Gordon di Weitz Luxenberg sono anche co-difensori nella querela. 'Gli studenti e gli insegnanti non devono essere esposti a PCB, mentre a scuola,' ha detto Scott Summy.'Monsanto sapeva che il PCB era stato aggiunto ai materiali di costruzione che sono stati ampiamente utilizzati nelle scuole pubbliche e non ha fatto per fermare questo. Ora, è il momento per Monsanto di pagare il conto e togliere immediatamente quello stesso materiale pericoloso, dalle nostre scuole.' Purtroppo, il PCB a Westport è solo la punta dell'iceberg. Migliaia di scuole in tutta l'America probabilmente contengono PCB nelle strutture. Tuttavia, poichè non non c'è nessun requisito per testare, molte scuole non sono a conoscenza dell’ esistenza del pericoloso e cancerogeno materiale. I PCB sono sostanze chimiche sintetiche che sono stati ampiamente utilizzate in numerosi materiali da costruzione dall'inizio degli anni cinquanta fino a quando il prodotto chimico è stato vietato negli anni settanta.
http://www.businesswire.com/news/home/20140514006534/en
j) Nuovo rapporto su Monsanto dettaglia l'influenza e il potere di una delle multinazionali più pericolose
April 3, 2013 by Jeff Smith (GRIID)
L'organizzazione nazionale Food & Water Watch ha reso pubblico un nuovo rapporto sulla multinazionale Monsanto. Il rapporto fornisce una panoramica del gigante delle biotecnologie che ora detiene 1.676 brevetti di sementi, piante e altre applicazioni agricole. I pòrodotti di Monsanto sono coltivate su oltre 282 milioni di ettari in tutto il mondo, tra cui il 40 per cento di tutte le superficie coltivabili degli Stati Uniti. La relazione delinea la storia della Monsanto e la sua influenza indebita su legislatori, ispettori, ricercatori universitari e consumatori. 'Anche se non troverete il marchio Monsanto sull'etichetta del contenitore di alimenti o bevande al vostro negozio locale, la Monsanto detiene un vasto potere sopra il nostro approvvigionamento alimentare,' ha detto Wenonah Hauter, direttore esecutivo di Food & Water Watch e autore del libro "Foodopoly". 'Questo potere è in gran parte responsabile di qualcos'altro che non possiamo trovare sui nostri scaffali del negozio di alimentari nè sulle etichette sugli alimenti geneticamente modificati. Infatti non solo Monsanto assieme ad altri complessi agroindustriali hanno impedirono l'etichettatura degli alimenti di OGM transgenici, ma spendono milioni per bloccare gli sforzi della base come il *California Prop 37 (che voleva non solo l'etichettature degli alimenti transgenici ma anche la fine dell'odiosa pratica di etichettare i cibi OGM transgenici con la parola 'naturale') al fine di tenere all'oscuro i consumatori.'Monsanto: Un profilo aziendale fornisce una profonda immersione nella storia della Monsanto in tanto che produttore chimico industriale pesante; una realtà in contrasto con l'immagine "falso-ecologica" con cui l'azienda riempie il mondo e per cui spende milioni di dollari. Il rapporto offre una cronologia delle pietre miliari nella storia dell'azienda, compresi i disastri chimici, fusioni e acquisizioni, e la prima cella di vegetali geneticamente modificati. Il report di 20 pagine copre numerosi aspetti della società, come sua storia, le tattiche che utilizza per imporre la sua volontà al pubblico, tattiche che hanno portata globale, e le sue pratiche di public relation. Altre zone che il report esplora efficacemente sono quelle relative all' influenza politica che la Monsanto intrattiene con la politica federale degli USA, e il rapporto dell'azienda con altre società, dimostrando un sistema ad incastro di potere, come si può vede nei due seguenti grafici. http://griid.org/2013/04/03/new-report-on-monsanto-details-the-power-influence-of-one-of-the-most-dangerous-global-corporations/#comments
*California’s Prop 37: http://en.wikipedia.org/wiki/California_Proposition_37_%282012%29
- OGM – L’ARROGANZA E IL SOPRUSO DELLE MULTINAZIONALI
1) GLI AGRICOLTORI BIOLOGICI (E QUELLI CONVENZIONALI) PAGANO IL PREZZO DELLA CONTAMINAZIONE CAUSATA DALLE COLTURE OGM
L’ U.S. Department of Agriculture ha spostato il suo periodo di osservazione sulla fattibilità della coesistenza dell’ingegneria genetica (OGM) con le colture non-OGM, Food & Water Watch in collaborazione con Organic Farmers’ Agency for Relationship Marketing (OFARM), e ha divulgato i risultati del sondaggio che mostrano chiaramente che la contaminazione da parte di colture OGM è in atto, e i coltivatori non-OGM ne stanno pagando il prezzo.
L'indagine rivolta agli agricoltori in17 stati degli USA, ma soprattutto nel Midwest, è uno sforzo per colmare il gap di dati che è stato utilizzato per giustificare una raccomandazione politica inadeguata, dal comitato consultivo USDA su Biotechnology and 21st Century Agriculture (AC21).
Il comitato si è riunito con i sostenitori del biotech, per una serie di incontri nel 2011 e 2012 per stabilire un protocollo per la coesistenza e per progettare un meccanismo di compensazione per gli agricoltori che sono economicamente danneggiati dalla contaminazione di colture OGM. Purtroppo, il comitato non è riuscito a stimare i costi associati alla presenza di OGM sui non-OGM e sull’agricoltura biologica a causa della mancanza di dati. Il loro ultimo suggerimento per un meccanismo di compensazione era una forma di assicurazione del raccolto che comprendeva, in una proposta, un premio a carico dei produttori di colture non-OGM..
"Se USDA davvero voleva sapere se la contaminazione stava avvenendo, tutto ciò che dovevano fare era chiedere ai produttori di granaglie biologiche che compiono enormi sforzi per mantenere le loro coltivazioni prive di contaminazione," ha detto Wenonah Hauter, direttore esecutivo di Food & Water Watch. "Ora USDA non può più rivendicare l'ignoranza su questo problema."
I risultati dell'indagine rivelano che i rischi e gli effetti della contaminazione da OGM hanno ingiustamente gravato sugli agricoltori biologici e non-OGM con lavoro extra, più ore e insicurezza finanziaria, e che ha portato ad un generale scetticismo di convivenza tra le comunità dei biologici. Alcuni addirittura hanno espresso la sensazione che il loro metodo scelto nella produzione sia seriamente minacciato. Nel frattempo, i coltivatori OGM non sono specificamente coinvolti nello sforzo di mitigare il rischio di contaminazione.
Molti dei produttori che hanno risposto, utilizzano i servizi di assistenza di marketing delle cooperative OFARM. "Per cercare di evitare la contaminazione, i produttori aderenti seguono i requisiti costosi degli standard biologici USDA e prendono misure supplementari progettate da OFARM", ha detto Oren Holle, un agricoltore ed allevatore biologico di Bremen, Kansas, e Presidente del OFARM. "Ma troppo spesso, devono affrontare costosi rifiuti causati dalla contaminazione da OGM."
• Quasi la metà degli intervistati è scettica sul fatto che produzioni vegetali OGM e non-OGM possono coesistere.
• Oltre due terzi non pensano che una buona amministrazione da sola sia sufficiente per proteggere gli agricoltori biologici e non-OGM dalla contaminazione.
• Cinque su sei degli agricoltori che hanno risposto sono preoccupati per la contaminazione da OGM che influisce sulla loro fattoria, e con il 60 per cento che afferma di essere estremamente preoccupato.
• Un agricoltore su tre di coloro che hanno risposto all'indagine, ha affrontato la contaminazione da OGM nella sua fattoria. Degli agricoltori contaminati, oltre la metà si sono visti respingere il prodotto dai loro acquirenti per questo motivo. Hanno riferito di un costo medio per carico di semi respinto (circa 1.000 quintali) che si aggira attorno ai $ 4.500.
• Quasi la metà degli agricoltori che hanno risposto non avrebbe scelto di acquistare l'assicurazione delle colture per coprire le perdite associate alla contaminazione da OGM. E di coloro che vorrebbero acquistare l'assicurazione, tre su quattro hanno riferito che i titolari di brevetti OGM, gli utilizzatori di OGM o entrambi tali soggetti, devono sostenere l'onere della responsabilità per qualsiasi perdita economica associata alla contaminazione da OGM.
Food and Water Watch (2014),Organic Farmers Pay the Price for Contamination, Report Feb 2014, Food & Water Watch and Organic Farmers’ Agency for Relationship Marketing (OFARM), pp 15. http://www.scribd.com/doc/209881344/Organic-Farmers-Pay-the-Price-for-Contamination il testo completo del documento:
http://documents.foodandwaterwatch.org/doc/GMO_contamination.pdf
- 2) MONSANTO SI APPROPRIA DI ALTRI 250 DNA NATURALI. L’ufficio europeo dei brevetti di Monaco (EPO) ha autorizzato Monsanto ad analizzare e selezionare le piante di soia adattate a certe zone climatiche, l’autorizzazione reca il codice EP08742297. L’associazione No Patents on Seeds invita i governi europei a mobilitarsi.
L’ufficio europeo dei brevetti di Monaco (EPO) ha autorizzato Monsanto ad analizzare e selezionare le piante di soia adattate a certe zone climatiche, l’autorizzazione reca il codice EP08742297. Le piante in questione sono varietà selvatiche e anche coltivate in zone dall’Asia all’Australia. L’autorizzazione consente a Monsanto di passare in rassegna 250 di queste piante per valutarne le caratteristiche con le quali si sono adattate e come varia il grado di maturazione. In questo modo la multinazionale si appropria di centinaia di sequenza di DNA che rappresentano variazioni genetiche naturali per poterle poi utilizzare a fini speculativi e commerciali. L’autorizzazione vale anche negli Usa, in Canada, in Cina e in Sudafrica. “Questa non è altro che biopirateria su larga scala – ha detto Christoph Then della coalizione internazionale No Patents on Seeds – Monsanto sta cercando di controllare l’accesso alle informazioni genetiche che poi le consentiranno di produrre ogm adattabili. I governi europei non possono ignorare questo abuso di EPO, bisogna fermare questo genere di cose”.http://www.aamterranuova.it/Agricoltura-bio/Monsanto-si-appropria-di-altri-250-Dna-naturali
Il 70% di tutte le imprese di soia coltivata negli Stati Uniti dipende da 6 varietà: mandarino, manciù, mandarino Ottawa, Richland, AK, Mukda.
Questa base genetica ristretta rende la coltivazione della soia vulnerabili a parassiti e malattie. Attraverso il brevetto su di screening diversità di soia, la Monsanto ha intenzione di monopolizzare la biodiversità della soia in Asia.
L’Asia è la patria della soia. Quelle che Monsanto chiama varietà "esotiche" sono invece varietà autoctone Asiatiche.
Secondo Tommy Carter di USDA, "i contadini cinesi addomesticarono semi di soia da 30 a 50 secoli fa. “Se riuscissimo a capire come quegli antichi contadini cinesi fecero, potremmo usare tecniche simili per ottenere migliori risultati nella ricerca da varietà asiatiche selvatiche " (puntualizzo che il codice riportato è il numero di applicazione assegnato. Il codice esatto di riferimento del brevetto è EP 2134870 B1)
http://www.navdanya.org/news/419-monsantos-soybean-biopiracy
"Questo brevetto non è altro che bio-pirateria su larga scala. Monsanto sta cercando di prendere il controllo della diversità genetica necessaria per adattarsi colture ai cambiamenti climatici, ad esempio ", dice Ruth Tippe per la coalizione No Patents on Seeds internazionali!. "Dopo la corretta interpretazione delle leggi europee sui brevetti, l'EPA non può rilasciare brevetti sui processi di selezione convenzionale. Ora abbiamo bisogno di una chiara reazione dei governi europei per fermare questi brevetti. "
Già a maggio 2012, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione chiedendo che l'EPA non brevetti prodotti da allevamento convenzionale. L'autorità ha preso in considerazione questa richiesta, ma finora largamente ignorata. Una decisione politica per fermare tali brevetti potrebbe essere presa dal Consiglio di EPO, che è composto da rappresentanti degli Stati membri. Il governo federale tedesco ha già annunciato un'iniziativa a livello europeo. Il Senato francese ha chiesto nel gennaio 2014, il governo della Francia di diventare attivo qui.
Le organizzazioni che stanno dietro "No Patents on Seeds!": Paura che i brevetti continueranno ulteriormente a guidare la concentrazione del mercato nel settore delle sementi e ad avere così le basi della nutrizione che dipendono da poche corporazioni internazionali.
La coalizione Keine Patente auf Saatgut!“ wird von Bionext (Paesi Bassi), la Erklärung von Bern, Gene Watch UK, Greenpeace, Kein Patent auf Leben!, Misereor, Rete Semi Rurali (Italia), Réseau Semences Paysannes (Francia), Red de Semillas (Spagna), dem norwegischen Development Fund e Swissaid getragen è supportata da centinaia di organizzazioni ed è contro la brevettabilità di piante e animali.
Questa è la cronistoria del brevetto: https://register.epo.org/application?d-16544-s=0&d-16544o=2&tab=event&number=EP08742297&lng=en
e questi tutti i dati relativi alla richiesta e lo status attuale: https://register.epo.org/application?number=EP08742297&tab=main
Il pdf con il testo completo del brevetto:
http://www.no-patents-on-seeds.org/sites/default/files/patente/anmeldung/ep2134870_b1.pdf
3) ECCO COME FANNO PER BYPASSARE FISICAMENTE I DIVIETI
Sementi di mais contaminate da OGM vendute in Francia.
Agricoltori e consumatori francesi truffati
Gli OGM hanno contaminato anche la Francia!
Sei diversi OGM sono stati rilevati nelle sementi di mais "certificate non-OGM" venduto in Francia nel 2013 e 2014 dalla ditta sementiera spagnola Semillas Fitó! Una situazione inaccettabile che condanniamo, mentre la legge sul divieto del mais OGM in Francia è discussa nel dibattito questo pomeriggio presso l'Assemblea Nazionale. Sei varietà OGM sono state rilevate nelle sementi di mais "certificate non-OGM". Abbiamo fatto fare dei test dal laboratorio indipendente Eurofins a 3 campioni casuali di sementi di mais di circa 3 chili, venduti nel 2013 e nel 2014.
Il laboratorio attualmente ha rilevato i seguente OGM.:
- 3 diversi OGM nel campione di mais ORDINO 2014 : il TC1507, e MIR604 DAS-59122;
- 6 diversi OGM nel campione di mais ORDINO 2013 : MON810, MON863, NK603, TC1507, MON88017, DAS-59122;
- 2 OGM differenti, nel campione di mais tauste 2013 : Il TC1507, DAS-59122.
Agricoltori francesi truffati
Gli OGM sono stati venduti, piantati e coltivati in campo, non si sa dove in Francia, all'insaputa di contadini che non volevano piantare OGM! Sono stati ingannati da questo seme, e quindi il mais OGM è potenzialmente presente nella nostra dieta.
La nostra richiesta è chiara: il seme di mais incriminato deve essere immediatamente rimosso dal mercato, il governo deve stabilire misure di controllo reali, e punire severamente le violazioni di queste regole. Ripetiamo: la coesistenza tra colture transgeniche e OGM è impossibile!
La legge che vieta la coltivazione di mais geneticamente modificato in Francia, il dibattito questo pomeriggio presso l'Assemblea Nazionale, è una necessità e una urgenza . Ma questa legge non sarà sufficiente: per lottare efficacemente contro gli OGM, la Francia deve agire a livello europeo per rafforzare la valutazione degli OGM e garantire che tiene conto di tutti gli effetti sulla salute a lungo termine, ambientali e socio-economico. Le ditte sementiere sono manipolatrici e senza scrupoli. Infatti, in alcuni casi, come in Brasile, assieme alle lobby pro-GM hanno introdotto queste colture nei campi, contaminando le colture intorno, e utilizzano la contaminazione de facto per ottenere l’autorizzazione della cultura! E 'una manovra delle ditte sementiere e delle lobby pro-OGM per portare a tutti i costi gli OGM nei paesi che non vogliono?
http://agriculture.greenpeace.fr/les-ogm-contaminent-aussi-la-france#.U01RoTn52os.twitter
Lettera da Greenpeace France a Mr Stéphane Le Foll, Ministro dell'Agricoltura, Agro-Alimentari e Forestali:
Oggetto: sementi di mais contaminato da OGM venduti in Francia
- Abbiamo recentemente testato dal laboratorio indipendente Eurofins, sementi di mais "non-OGM" sospettato di contenere OGM. Questi test sono stati positivi, e hanno rilevarato fino a 6 diversi OGM presenti non autorizzati per la coltivazione in Francia.
Si tratta di semi di mais Ordino e Tauste vendute nel 2013 e nel 2014 dalla sementiera spagnola Semillas Fitò. Abbiamo fatto tre test di campioni casuali di circa 3 chili. Il laboratorio attualmente ha rilevato:
• 3 OGM differenti in campioni di mais Ordino 2014: il TC1507, MIR604 e DAS-59122,
• 6 OGM differenti in campioni di mais Ordino 2013: MON810, MON863, NK603, TC1507, MON88017 e DAS-59122,
• 2 diversi OGM, nel campione di mais Tauste 2013: TC1507 e DAS-59122.
Troverete in allegato i risultati di queste analisi.
Questi semi sono stati distribuiti e commercializzati nel 2013 e di nuovo quest'anno, e possono quindi essere stati, ed essere ancora, acquistati da agricoltori che coltivano senza sapere che contengono OGM. Pertanto vi invitiamo a prendere immediatamente le misure necessarie, soprattutto per la tolleranza zero per gli OGM non autorizzati:
• togliere il mercato delle sementi
• rafforzare i controlli e punire severamente le violazioni di tali norme,
• indagare le culture che sono stati contaminati in questi ultimi anni,
• mettere in luce l'industria a valle, tracciando l'uso del mais contaminato da OGM soprattutto in alimenti e mangimi.
Siamo a vostra disposizione per ulteriori informazioni e vi prego di accettare, Signor Ministro, i sensi della nostra più alta considerazione.
Jean-François Julliard, CEO
Le analisi del campione di mais Ordino 2013
http://www.greenpeace.org/france/PageFiles/300718/ordino_2013.pdf
Le analisi del campione di mais Tauste
http://www.greenpeace.org/france/PageFiles/300718/tauste_CR.pdf
Le analisi del campione di mais Ordino 2014
http://www.greenpeace.org/france/PageFiles/300718/ordino_2014.pdf
4) La situazione invasiva degli OGMtransgenici in Sud Africa
Comunque gli Ogm hanno invaso il Sudafrica e nel novembre 2013 l’Acb aveva pubblicato il rapporto “GM Maize: Lessons For Africa-Cartels, Collusion And Control Of South Africa’s Staple Food”’ che dimostra come un gruppo di aziende, tra le quali Tiger Brands, Pioneer e Premier Foods, facciano cartello per fissare il prezzo del pane e della farina di mais, occupando l’intera filiera del mais e continuare a spremere i sudafricani poveri. L’ACB ha recentemente dimostrato con il dossier “Food Fascism in South Africa: Tiger Brands, Pioneer and Premier Force Feeding the Nation Risky GM Maize” che l’intero mercato della farina di mais è saturo di mais Ogm.
La Mayet sottolinea che «La maggioranza dei sudafricani non sono solo mangia mais Ogm senza esserne a conoscenza e senza il suo consenso ma non ha scelta o alternative di sorta, anche se i prodotti sono correttamente etichettati. Questo è totalmente antidemocratico e inaccettabile. Sa di vero fascismo del cibo»,
Ma c’è di più e di peggio: il rapporto dimostra che il governo sudafricano, attraverso Public Investment Corporation (PIC) è il più grande investitore in Tiger Brands e che oltre il 50% delle azioni della compagnia sono di operatori stranieri. Il maggiore azionista di Pioneer Foods è la Zeder, il braccio di investimenti nell’agro-alimentare del PSG Konsult Group, una private financial services company. L’80% di Premier Foods è di proprietà all’80% della Braite, quotata all’Euro MTF in Lussemburgo, ma con sede a Malta, fra i noti paradisi fiscali. La Mayet evidenzia che «Questi modelli di proprietà hanno aumentato la distanza tra produttori e consumatori, e sono lucrative autostrade per l’accumulo di capitale da parte di protagonisti lontani da queste imprese locali». Il ricercatore dell’Acb Gareth Jones smonta un altro mito sugli Ogm: «Sembra come se i principali mugnai e rivenditori del Sudafrica stessero facendo bei profitti con il nostro alimento di base e di certo questo non passa per il calo dei prezzi del mais al consumo. Il rapporto dimostra che fra l’aprile 2007 e l’aprile 2013, il costo medio di un sacchetto da 5 kg di farina di mais è aumentato del 43,7% nelle aree rurali, e del 51,8% nelle aree urbane. Questi fortissimi aumenti di prezzo aggravano le condizioni già terribili sotto le quali già vivono milioni di sudafricani. Questo è particolarmente significativo per i poveri, che in media spendono il 41% del loro reddito nel “paniere alimentare”». Gli ulteriori risultati del rapporto sono: Due società Monsanto e Pioneer Hi-Bred controllano il mercato delle sementi di mais; La movimentazione e lo stoccaggio del mais è dominato da tre società: Senwes, NWK e Afgri, tutte ex cooperative; I commercianti internazionali di granaglie Louis Dreyfus e Cargill, dominano il commercio di mais nella Borsa di Johannesburg; Una catena di valore altamente concentrata alimenta un settore food retail altrettanto concentrato, con quattro principali rivenditori: Shoprite/Checkers, Pick n Pay, Spar and Woolworths dominare il mercato. Nel resto del continente africano le cose non vanno molto meglio: Premier e Pioneer hanno ampliato tutte le loro operazioni in Africa. Tiger Brands opera già in 22 Paesi ed è il principale protagonista nella filiera del mais nell’Africa. La Mayet conclude: «’Avendo già rimpinzato i loro margini di profitto sui più poveri tra i poveri in Sudafrica, queste multinazionali stanno ora guardando con bramosia al vasto mercato africano a nord del Limpopo. L’esperienza del Sudafrica dovrebbe servire come un forte avvertimento».
Il rapporto Acb chiede di rompere questo soffocante cartello economico delle grandi companies del mais Ogm attraverso maccanismi che permettano di sviluppare una catena di piccoli operatori lungo tutta la d filiera del mais, dagli agricoltori, ai mugnai ed ai rivenditori. Questo dovrebbe includere la promozione di metodi di produzione agro-ecologica, catene del valore decentrate e programmi pubblici di miglioramento genetico del mais che forniscano l’accesso a sementi che possano essere liberamente condivise e scambiate.
http://www.greenreport.it/news/comunicazione/ogm-la-monsanto-condannata-per-pubblicita-ingannevole/
5) I dubbi sulle speculazioni dell’autodenuncia Monsanto
6) L'EPA (chissà come mai...) ha votato a favore della multinazionale Monsanto e contro la salute pubblica
Lo scorso maggio 2013, l'EPA ("Environmental Protection Agency" ovvero L'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente U.S.A.) ha votato a favore della multinazionale Monsanto e contro la salute pubblica, quando ha approvato limiti più elevati per la quantità di residui di glifosato (il principio attivo chiave nel diserbante "Roundup" della suddetta Monsanto) consentito sulla frutta, cereali e ortaggi negli U.S.A. Il Glifosato è pericoloso quanto il DDT ! Gli addetti giardinieri dei Comuni spruzzano Roundup sui bordi delle strade e nei parchi. I proprietari di case, giardini, campi da golf e i manutentori del verde e del paesaggio utilizzano il glifosato per il controllo delle infestanti.Ma l'utilizzo principale del Roudup della Monsanto è per le colture OGM. Il principio attivo del Roundup, il glifosato, può essere biologicamente il più dirompente prodotto chimico rilasciatio finora nell'ambiente, secondo uno studio dell'aprile 2013 pubblicato sulla rivista "Entropia". Lo studio collega il glifosato a debilitanti malattie come disturbi gastrointestinali, malattie cardiache, obesità, diabete, autismo, morbo di Parkinson e di Alzheimer e dice che l'impatto negativo dei composti chimici sintetici sul corpo umano è insidioso e si manifesta lentamente nel tempo, come l'infiammazione che produce danneggia i sistemi cellulari in tutto il corpo.'
http://salsa3.salsalabs.com/o/50865/t/0/blastContent.jsp?email_blast_KEY=1278292
http://www.reuters.com/article/2013/04/25/roundup-health-study-idUSL2N0DC22F20130425
7) Monsanto, Pubblicità TOSSICA
Pubblicità della Monsanto che per le infestanti consiglia ai cerealicoltori uno dei suoi prodotti, "Crop Protection", con il più alto contenuto di glifosate in forma di sale potassico (480 g/lt) da usare 7 GIORNI PRIMA DELLA RACCOLTA!! Attenzione !!! Stiamo parlando di un diserbante che studi scientifici qualificati, hanno classificato come CANCEROGENO!!!! Come si fa, alla luce delle conoscenze scientifiche a sottovalutare tali incombenze pressochè certe sulla salute??
La pubblicità tossica:
Vedi studi: Come il diserbante Roundup ® danneggia il cervello,
Comprovato, il Roundup si accumula nel cibo OGM, Studi dimostrano come Il Glifosato sia collegato a gravi patologie quali: diabete, alzheimer e cancro
e altri studi e ricerche scientifiche in questo capitolo: OGM - DANNI AGLI ORGANISMI SUPERIORI - UMANI
8) Monsanto, brevetto fraudolento su pomodori non OGM e biopirateria. Come è possibile aggirare le regole dei brevetti
Rappresentanti della coalizione internazionale No Patents on Seeds da Francia, Germania e Spagna hanno presentato un'opposizione contro un brevetto europeo detenuto dalla Monsanto su pomodori coltivati in modo "convenzionale" (EP1812575). Il brevetto rivendica pomodori con una naturale resistenza ad una malattia fungina denominata botrite. I pomodori originali usati per questo brevetto provenivano dalla International gene bank in Gatersleben, Germany. Era già noto che queste piante avevano la resistenza desiderata e erano semplicemente incrociati con altre piante di pomodoro. Monsanto ha poi prodotto un brevetto abilmente formulato in modo da creare l'impressione che l'ingegneria genetica fosse stata utilizzata per produrre i pomodori e per farlo sembrare una 'inventiva'. "Poichè i pomodori incrociati non sono brevettabili, Monsanto ha deliberatamente riformulato il brevetto durante il periodo di esame per far sembrare come se l'ingegneria genetica fosse stata coinvolta. Tuttavia, una lettura attenta del brevetto dimostra che questa operazione è semplicemente stata, fraudolenta. Questi pomodori non sono stati prodotti con il trasferimento di DNA isolato. L'Ufficio europeo dei brevetti avrebbe dovuto capire questo", dice Christoph Poi per No Patents on Seeds! "Questo brevetto dimostra quanto sia facile per le aziende come la Monsanto evitare i divieti esistenti nel diritto dei brevetti." Secondo la legge sui brevetti, "i procedimenti essenzialmente biologici per la produzione di piante e animali" sono esclusi dalla brevettabilità. L'Ufficio europeo dei brevetti concede abitualmente i brevetti su piante geneticamente modificate. Monsanto detiene già diverse centinaia di questi brevetti controversi. Tuttavia, in questo caso, i pomodori sono stati derivati da un incrocio normale, come descritto nel brevetto. Inoltre, è molto improbabile che tali pomodori possano essere creati mediante ingegneria genetica perché la resistenza a Botrytis sembra essere basata sugli effetti combinatori di diversi geni nel genoma dei pomodori. Le sequenze di geni importanti non sono noti nel dettaglio. Quindi, una combinazione del gene desiderato può essere ottenuto incrociando genomi interi, ma non trasferendo singole isolate sequenze di DNA. Per il caso gli attivisti hanno anche accusato Monsanto di biopirateria: I pomodori originari provenivano da una banca genetica internazionale in Germania, che dovrebbe salvaguardare i semi per il bene comune in un ulteriore impianto di coltivazione per garantire la sicurezza alimentare mondiale. "L'utilizzo di semi di banche genetiche internazionali per il deposito di brevetti sulle risorse genetiche e le loro caratteristiche native è niente di meno che un furto, è biopirateria e abuso del diritto dei brevetti", spiega Francois Meienberg per The Berne Declaration.. "I brevetti sulle risorse genetiche conservati nelle banche di sementi internazionali hanno enormi implicazioni per la disponibilità degli agricoltori e degli altri coltivatori, e possono notevolmente ostacolare o addirittura bloccare l'accesso agli impianti necessari per ulteriori coltivazioni."
http://www.no-patents-on-seeds.org/en/information/news/opposition-against-european-patent-tomatoes La coalizione internazionale di No Patents on Seeds sta organizzando l'opposizione. Parte della coalizione sono: Bionext (Paesi Bassi), The Berne Declaration (Svizzera), GeneWatch (UK), Greenpeace, Misereor (Germania), Development Fund (Norvegia), No Patents on Life (Germania), Red de Semillas (Spagna), Rete Semi Rurali (Italia), Reseau Semences Paysannes (Francia) e Swissaid (Svizzera). Le organizzazioni che compongono la coalizione No Patents on Seeds sono preoccupati che tali brevetti possano favorire un'ulteriore concentrazione del mercato, rendendo gli agricoltori e le altre parti interessate della catena di approvvigionamento alimentare sempre più dipendenti da poche grandi società internazionali e, infine, ridurre la scelta del consumatore. No Patents on Seeds chiede una revisione della legge sul brevetto europeo per escludere il materiale di riproduzione, le piante e gli animali e alimenti da essi derivati dalla brevettabilità. La coalizione è sostenuta da diverse centinaia di altre organizzazioni. "European patent specification Patent EP1812575B1, Tomato plants having higher levels of resistance to Botrytis"
Viene richiesta la revoca del brevetto, in alternativa una una pubblica udienza del ricorso. Come motivi di opposizione, l'articolo 53 bis, l'articolo 56, l'articolo 54 e l'articolo 83, l'articolo 53b
9) LA “SCIENZA” CHE DISCRIMINA LA RICERCA. LO STUDIO SERALINI.
"Nel settembre 2012 la rivista scientifica Food and Chemical Toxicology pubblicò il delicatissimo articolo del team del Professor Gilles Eric Séralini [prof.di biologia molecolare presso l'Istituto di biologia fondamentale e applicata(IBFA) dell'Università di Caen, Francia e membro del "Comité de Recherche et d'Information Indépendantes sur le génie GENétique"] in cui si mostrava una abnorme proliferazione di masse tumorali- a livello renale ed epatico, con tanto di fotografie shocking- in ratti che avevano assunto mangime a base di mais OGM NK 603 e bevuto acqua e Roundup (fitosanitario a base di glifosato, usato in concomitanza al mais, dotato del gene della resistenza a tale super-erbicida). Lo studio di due anni, aveva visto 200 cavie esposte a dosi di mais e erbicida: con un aumento di morti premature notevole nel gruppo sottoposto al trattamento (50% dei maschi e 70% delle femmine morti prematuramente) rispetto al gruppo di controllo (30% dei maschi e 20% delle femmine). L'aumento di tumori nel gruppo esposto sarebbe dell'ordine del 200% / 300% almeno nelle femmine. In seguito, la rivista Food and Chemical Toxicology, che aveva già riconsiderato l’articolo chiedendo nuovi dati agli autori, al pari di EFSA, avrebbe adottato una prassi editoriale non certo comune: rinnegando la pubblicazione. Di fatto tale scelta è poco seria, e paradossalmente finisce per gettare ombre su una redazione che non è stata in grado di valutare l’adeguatezza scientifica di un articolo (prima ipotesi), o che semplicemente, ora che la rivista tramite l’editor Dr A. Wallace Hayes-ha assunto un nuovo responsabile per le biotecnologie, Richard E. Goodman (ex Monsanto), creandogli un ruolo ad hoc entro la redazione- ha un conflitto di interessi (seconda ipotesi). Comunque vada, e da qualsiasi punto la si voglia osservare, una sconfitta per la reputazione della rivista. Ma anche pert la Monsanto che "s'è vista obbligata" a far assumere uno dei suoi per ricondurre (si fa per dire) le cose all'ordine...
La ritrattazione dell’articolo
Con una lettera, il Food and Chemical Toxicology Journal ha ritrattato la pubblicazione dell’articolo, esponendo alcune argomentazioni. Sebbene lo studio non implichi un tentativo di frode, e nemmeno presenti dati scorretti o manipolati, viene considerato “non conclusivo”. Orbene, sebbene un trial come questo non possa essere in quanto tale considerato mai conclusivo (in ragione del fatto di essere un unico, limitato esperimento su un numero tutto sommato piccolo di cavie), diventa difficile considerare la sua inconclusività- comune ad ogni singolo studio (ad eccezione forse di alcune meta-analisi particolarmente potenti) come motivo sufficiente per ritrattare la sua pubblicazione. Se così fosse, nessuno studio dovrebbe esser pubblicato più sulle riviste. Inoltre, si rileva come almeno i 2/3 degli studi sugli OGM inviati ad EFSA da parte delle industrie, richiedano poi- afferma EFSA pubblicamente- successive integrazioni e dati, in quanto, così come vengono proposti, non sarebbero in grado di arrivare a “conclusività.
Ma c’è di più. Come mette in rilievo GM Watch, la lettera del FCT viola principi di pubblicazione delle riviste, ed è “illecita, illegale e anti-scientifica”. In particolare violerebbe il Committe publication ethics (COPE) di cui il FCT è membro. In base a tale codice deontologico, infatti, uno studio può essere ritrattato solamente se sussista:
1) chiara evidenza che i risultati sono inaffidabili, in ragione di cattiva condotta (“produzione artificiale dei dati”) o errori palesi; o
2) se la ricerca è condotta con principi non etici; o
3) ancora, se vi sono plagi o ridondanze di pubblicazione (ad esempio, se l’autore ha copiato stralci e parti di altri studi).
Questo però non accade assolutamente con la pubblicazione di Seralinì.
Curiosamente invece, è quello che è accaduto nei mesi scorsi ad EFSA: sorpresa a ricopiare stralci degli studi della Ajinomoto (industria proprietaria) sull’affair aspartame. Rea confessa, l’Authority non sembra però aver destato molta sorpresa in questa sua condotta da parte degli addetti ai lavori. Sottolineando una contiguità ormai considerata normale tra industria e regolatori del rischio, con buona pace dell’indipendenza scientifica-principio chiave di legittimazione dell’Authority. C’è di più: in base al COPE, la “inconclusiveness” non può essere una giustificazione sufficiente per ritrattare un articolo, dovendosi limitare ad una “expression of concern” (p.5 del documento). Non si capisce quindi il senso di una richiesta così onerosa, come avanzata da alcuni ricercatori che hanno duramente criticato Seralinì[1]. Se poi si va ad osservare chi ha mosso le critiche a Seralinì, ci si accorge che sono persone con evidenti legami con l’industria biotecnologica. E che non solo hanno mosso accuse pesanti “a caso” (come quella sul benessere dei ratti), ma che hanno cercato di condizionare pesantemente la libertà dell’editor, su questioni sulle quali non avrebbero dovuto interferire. Mentre accusavano inoltre Seralinì di legami con industria, non dichiaravano i propri: che sono poi stati resi noti da GM Watch. E stavolta in base ad una interpretazione letterale delle linee guida COPE-dovrebbero essere ritrattati nella lora pubblicazione.
Revisione dei pari addio
Di più: la rivista sulla quale sarebbero state mosse le accuse è Transgenic Research: di cui Christou Spanou, tra i principali accusatori di Seralinì, è l’editor. Quindi, non vi sarebbe stato un vero e proprio processo di revisione dei pari, ma un uso “personalistico” della rivista. Ricercatore e editore allo stesso tempo, senza filtri intermedi. Spanou -a quanto si apprende da diverse fonti ha un lungo curriculum di legami con l’industria delle biotecnologie, ma non è un tossicologo. Non ha quindi titolo per discriminarare gli studi di Seralinì. Inoltre già in passato aveva fortemente provato ad ostracizzare uno studio pubblicato su Nature, che aveva sollevato il problema-in Messico- della contaminazione di mais GM in raccolti tradizionali. Articolo che aveva fatto forte scalpore, in quanto i ricercatori non si attendevano assolutamente la capacità del mais OGM di colonizzare le altre colture. Infine, un altro aspetto riguarda da vicino il modo in cui la scienza procede. Siccome il dibattito anche successivo ha continuato a svolgersi sulla rivista, con diversi articoli pubblicati sul tema, e come è nello spirito del confronto scientifico, diventa difficile e assurdo, ora per il Food and Chemical Toxicology journal ritrattare un singolo pezzo di questo dialogo. Una censura immotivata, un “non è mai esistito” che non si capisce bene dove possa o voglia portare, come la censura di battute volgari in varietà in prima serata: e che rischia di screditare molto di più chi lo esegue che non chi lo subisce. Intanto il Network Europeo degli Scienziati (ENSSER) per la responsabilità ambientale e sociale ha fortemente contrastato le accuse a Seralinì e soprattutto, l’idea di ritrattare la pubblicazione, non ricorrendone i presupposti. Gesto che sembra un favore fatto all’industria del bioteach, sottolinea il loro comunicato.
Conclusioni
In definitiva, e comunque vadano le cose, lo studio di Seralinì ha raggiunto un grande obiettivo: quello di rendere più trasparente la scienza. Non a caso nel momento in cui EFSA ha chiesto ulteriori dati, Seralinì ha richiesto la pubblicazione di quelli di Monsanto. Pubblicati sul sito di EFSA, la Monsanto ha poi minacciato di azione legale la stessa authority (minando la sua indipendenza). Paradossalmente, è la critica stessa a Seralinì, con richiesta di ulteriori dati, che ha finito per mandare in cortocircuito la logica stessa della valutazione del rischio (Risk assessment) scientifica come svolta dalle agenzie regolatorie (EFSA). Sia in apertura che in chiusura della lettera (“Answers to critics”)in risposta al Food and Chemical Toxicology Journal, Seralinì e colleghi chiedono inoltre di procedere con studi indipendenti, a lungo termine. Come del resto hanno richiesto e raccomandato le agenzie regolatorie francesi. Questa è la dinamica propria del progresso scientifico: possibilità di replicare sperimentalmente gli studi, a parità di condizioni, per arrivare agli stessi risultati.
La Commissione Europea ha risposto, finanziando con un progetto indipendente in materia. A ben vedere, il vero risultato che cercavano Seralinì ed il suo gruppo di ricerca lo hanno ottenuto."
[1] Transgenic Research, February 2013 Plurality of opinion, scientific discourse and pseudoscience: an in depth analysis of the Séralini et al. study claiming that Roundup™ Ready corn or the herbicide Roundup™ cause cancer in ratsGemma Arjó, Manuel Portero, Carme Piñol, Juan Viñas, Xavier Matias-Guiu, Teresa Capell, Andrew Bartholomaeus, Wayne Parrott, Paul Christou
N.B. Il Roundup è stato somministrato alle cavie a livelli ammessi dalla vigente legislazione USA; e considerati pertanto “sicuri”. Seralinì ha affermato che diversi studi indicano come il potenziale tossicologico nei topi possa valere anche per l’uomo: “diversi test che abbiamo effettuato sulle cellule umane vanno nella stessa direzione”. http://www.sicurezzaalimentare.it/dalla-scienza/Pagine/Seralin%C3%ACpubblicaricercaindipendentesuOGM.aspx
- Sito del Professor Seralini: http://www.gmoseralini.org/en/
- Indice delle rilevanti ricerche del Prof. Seralini e del suo team: http://www.gmoseralini.org/research-papers/
- "La soppressione di prove scientifiche a scopo di lucro deve essere punibile con rilevanze penali. Le corporations del tabacco l'hanno fatta franca per quasi 30 anni prima che il mondo si accorgesse del problema, e anche in quel caso la risposta è stata insufficiente. I rischi posti dalla risposta epigenetico risposta della pianta ai DNA di geni estranei è potenzialmente catastrofica, e SI DEVE applicare il principio di precauzione. La censura della scienza sta giocando con la vita delle persone".
Dr. Bob Abell, autore "Scientists Concerned and Informed on the Environment Speak Out", Kanata, Ontario, Canada.
...riferito allo studio Seralini rimosso dalla pubblicazione. http://scieso.org/aboutScieso.html
1) Lo studio Seralini "minacciava la base dell'industria multi-miliardaria OGM", secondo Claire Robinson, dal gruppo ambientalista GM Watch.
2) Ha inoltre affermato: "Gli attacchi alla metodologia di studio di Seralini sono particolarmente sospetti perché ha semplicemente replicato proprio ad uno studio della Monsanto sul medesimo mais GM, ma esteso in lunghezza (temporale).
3) Robinson, che gestisce un sito web dedicato a difendere il lavoro di Seralini, ammette che nessuno studio è perfetto." Ma quello di Seralini è il più lungo e il più completo ad oggi su un cibo GM e pesticidi associati", ha aggiunto.
4) "Ignoriamo le sue conclusioni a nostro rischio e pericolo." http://www.heraldscotland.com/news/environment/why-has-study-saying-gm-could-kill-been-ignored.22027767
9a) Monsanto: violentissimo attacco allo studio Seralini. Come provare a distruggere un ricercatore
Il Professor Gilles-Eric Séralini, professore di biologia molecolare presso l'università di Caen in Francia, sa come infiammare l'industria OGM ed i suoi amici. Per sette anni lui e il suo team hanno messo in dubbio le norme di sicurezza applicate a varietà di mais OGM e ha cercato di rianalizzare gli studi di settore finanziati presentati ai governi. L' industria OGM ha sempre reagito furiosamente e personalmente Séralini è stato ampiamente insultato e infangato in più occasioni.
Ma la scorsa settimana, Seralini si è abbattuto sulla testa dell'intera comunità scientifica e sulle aziende competenti. In una rivista peer-reviewed ha riportato i risultati di uno studio per un ammontare di € 3,2 milioni. Nutriti con una dieta di mais GM Roundup -tolerant della Monsanto NK603 per due anni, o esposti a Roundup, nello stesso periodo, i ratti hanno sviluppato livelli più elevati di cancro con tumori più grandi e muoiono prima degli esemplari di controllo. Séralini ha suggerito che i risultati potrebbero essere spiegati dagli effetti sul sistema endocrino del Roundup, e la sovraespressione del transgene nell’ OGM .Questa era “dinamite scientifica”. Era la prima volta che il mais contenente questi geni specifici era stato testato su ratti in due anni - quasi tutta la durata di vita dei ratti- al contrario delle prove di soli 90 giorni richiesti dai regolamenti. Circa una dozzina di studi a lungo termine di differenti colture OGM non sono riusciti a trovare effetti simili. Lo studio di Séralini ha anche esaminato la tossicità dell'erbicida Roundup se somministrato direttamente ai ratti.
http://www.theguardian.com/environment/2012/sep/28/study-gm-maize-cancer
Lo studio produce molto clamore e le affermazioni del cancro prodotto da mais transgenico resistente agli erbicidi del mais, vengono messe sotto i riflettori.
L'Europa non è mai stata particolarmente affezionata agli OGM, ma questo sorprendente documento di ricerca, sembra destinato a indurire ancor di più l'opposizione pubblica e politica, nonostante sia partito un torrente di scetticismo da parte di scienziati sul lavoro dell'equipe Seralini.
L'esplosione della copertura mediatica per i risultati, ha "eccitato" gli oppositori degli alimenti geneticamente modificati, soprattutto in Europa. Il primo ministro francese Jean-Marc Ayrault ha detto che se i risultati saranno confermati, il governo dovrà premere per un livello europeo divieto di mais. La Commissione europea ha incaricato l'Agenzia per la sicurezza alimentare europea indipendente ( EFSA) di Parma, in Italia, per valutare lo studio. Molti scienziati, però, hanno già messo in discussione la metodologia ed i risultati dello studio. Essi affermano che i dati presentati nel documento non accogono facilmente le domande per valutare in modo indipendente, e mettono in discussione disegno sperimentale dello studio e l'analisi statistica delle eventuali differenze tra i gruppi trattati e quelli di controllo. Altri scienziati sottolineano che il ceppo Sprague-Dawley di ratti utilizzati negli esperimenti è stato dimostrato essere sensibile allo sviluppo di tumori spontaneamente, soprattutto via via che invecchiano, rendendo difficile l'interpretazione dei risultati. I ratti sono stati monitorati per due anni (quasi tutta la loro durata di vita), rendendo questo il primo studio a lungo termine di mais contenente questi geni specifici. Circa una dozzina di studi a lungo termine di differenti colture GM non sono riusciti a trovare tali effetti sulla salute. Un primo test di mais NK603 nei ratti in uno studio di 90 giorni - l'attuale norma regolamentare - sponsorizzato da Monsanto non ha mostrato alcuna effetto.
In una risposta scritta alle domande, Séralini e Joël Spiroux de Vendômois, presidente di CRIIGEN e un co-autore dello studio, affermano che sono stati sorpresi dalla "violenza" e l'immediatezza delle critiche degli scienziati. Essi sostengono che la maggior parte dei critici non sono tossicologi, e suggeriscono che alcuni possono avere interessi in competizione, anche lavorando per sviluppare colture transgeniche. Gli autori ammettono che ratti Sprague-Dawley non possono essere il modello migliore per questo tipo di studi a lungo termine, ma aggiungono che la prova di 90 giorni di mais della Monsanto NK603 utilizzata per la sua autorizzazione, ha utilizzato la stessa razza di ratti. http://www.nature.com/news/rat-study-sparks-gm-furore-1.11471
E allora vediamola questa letteratura precedente. Questo è l’estratto del lavoro di revisione.
"L'obiettivo di questa revisione sistematica è stato quello di raccogliere dati riguardanti gli effetti delle diete contenenti mais geneticamente modificato, patata, soia, riso, triticale, sulla salute degli animali. Abbiamo esaminato 12 studi a lungo termine (di più di 90 giorni, fino a 2 anni di durata) e 12 studi multigenerationali (2-5 generazioni). Abbiamo riferito degli studi di 90 giorni con mangimi geneticamente modificati per i quali erano disponibili dati di studi a lungo termine o multigenerazionali. Molti parametri sono stati esaminati mediante analisi biochimiche, esame istologico di organi specifici, ematologia e l'individuazione del DNA transgenico. I risultati ed i metodi statistici sono stati considerati da ogni studio. I risultati di tutti i 24 studi non indicano alcun rischio per la salute e, in generale, non ci sono state differenze statisticamente significative nei parametri osservati. Tuttavia, sono state osservate alcune piccole differenze, anche se queste sono cadute all'interno della gamma normale delle variazione del parametro considerato e quindi non aveva significato biologico e tossicologico. Se necessario, uno studio di 90 giorni effettuato nei roditori, secondo linee guida delle prove OCSE, è generalmente considerata sufficiente al fine di valutare gli effetti sulla salute dei mangimi geneticamente modificati. Gli studi hanno lo scopo di dimostrare che le piante geneticamente modificate sono nutrizionalmente equivalenti alle loro controparti non-GM e possono essere utilizzati con sicurezza in alimenti e mangimi."
Peccato che gli autori di questa “revisione” appartengano a AgroParisTech, INRA – Met@risk e che prendano in considerazione lavori i cui autori lavorano per, tra gli altri: DuPont Haskell Laboratory, DuPont Experimental Station, Pioneer Hi-Bred International, Pioneer Overseas Corporation, Dow AgroSciences, EPL North East Inc, EPL-BioAnalytical Services, Monsanto Company, Monsanto Company Metabolism and Safety Evaluation-Newstead, Covance Laboratories… E quando appartengono a istituti di ricerca universitari le studio risulta finanziato dalla The Rockefeller Foundation... "OSTE... IL VINO E' BUONO?..."
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0278691511006399
Questo invece è lo studio Monsanto di 90 gg, eseguito da ricercatori della Monsanto stessa, e utilizzato.... per ottenere i permessi di commercializzazione: [(...) della serie: "OSTE... IL VINO E' BUONO?..."]
"Il lavoro presenta i risultati di uno studio di 13 settimane con ratti alimentati con mais Roundup Ready ®, che è tollerante al glifosato. La tolleranza agli erbicidi è stata realizzata attraverso l'introduzione di sequenze codificanti CP4 EPSPS nel genoma di mais per la produzione in planta di enzimi CP4 EPSPS. A differenza dei relativi enzimi EPSPS nel mais, gli enzimi CP4 EPSPS non sono inibiti dal glifosato. Secondo Purina TestDiets il mais Roundup Ready in diete di roditori è stato impostato a livelli di 11 e 33 %. Le risposte dei ratti alimentati con diete contenenti mais Roundup Ready sono state confrontate con quelle di ratti alimentati con diete contenenti mais non transgenico. Tutte le diete sono state nutrizionalmente equilibrate e conformi alle specifiche Purina Mills Inc. per i certificati LabDiet 5002. 400 sono stati utilizzati topi suddivisi in 10 gruppi di 20. La salute generale, il peso corporeo, il consumo di cibo, i parametri di patologia clinica (ematologia, chimica del sangue, analisi delle urine), peso degli organi, aspetto microscopico dei tessuti, erano comparabili tra i gruppi alimentati con diete contenenti Roundup Ready e di controllo con granella di mais. Questo studio integra studi sull'alimentazione degli animali con mais Roundup Ready a conferma che è il più sicuro e nutriente tra i mais ibridi commerciali esistenti.
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0278691504000547
A questo punto sullo studio dell'equipe Seralini, si scatena una reazione senza precedenti da parte dell’industria tramite gli scienziati da esse “foraggiati”
"Il Prof Maurizio Moloney, Istituto Rothamsted Research, ha detto: "Anche se questo documento è stato pubblicato in una rivista peer-reviewed, ci sono anomalie in tutto lo studio che normalmente avrebbero dovuto essere corrette o risolte attraverso il processo di peer-review. Per un documento con tali scoperte potenzialmente importanti, sarebbe stato più soddisfacente aver visto il tutto con un'analisi statistica più convenzionale. Stiamo effettuando un'analisi più dettagliata delle statistiche in relazione alle conclusioni, ma per il momento è giusto precisare che normalmente un arbitro avrebbe insistito per mostrare i dati di controllo e la loro varianza in un tale studio."
Prof David Spiegelhalter, Università di Cambridge, ha detto:" A mio parere, i metodi, le statistiche e la comunicazione dei risultati sono ben al di sotto del livello che ci si aspetterebbe in uno studio rigoroso. A dire il vero mi ha sorpreso sia stato accettato per la pubblicazione. E i numeri sono così bassi che non costituiscono prove sostanziali"
Dr Wendy Harwood, John Innes Centre, ha detto : "Non è stato reso disponibile il dataset completo, ma i risultati non contraddicono i risultati precedenti che la modificazione genetica in sé è una tecnologia neutrale, senza rischi per la salute...Senza l'accesso ai dati completi, possiamo solo dire che questi risultati non possono essere interpretati come se dimostrassero che la tecnologia OGM è di per sé pericolosa. Tuttavia essi indicano possibili preoccupazioni per l'esposizione a lungo termine verso il Roundup ciò richiede ulteriori studi".
Prof Ottoline Leyser, University of Cambridge, dice: "Come la maggior parte del dibattito sugli OGM, questo lavoro ha molto poco a che fare con OGM. Gli autori del documento non suggeriscono che gli effetti sono causati da modificazioni genetiche."
Prof Tom Sanders, King College di Londra, spiega: "Non ci sono dati sulla assunzione di cibo e dati di crescita. Questo ceppo di ratto è molto incline a tumori mammari in particolare quando l'assunzione di cibo non è limitato. "Vi è una mancanza di informazioni sulla composizione della dieta. Una preoccupazione è se ci sono state micotossine nella farina di mais a causa di conservazione impropria."
Prof Alan Boobis, Imperial College di Londra, ha detto: "Alcuni degli effetti sono presentati in un modo che rende difficile valutare il loro significato. Per esempio, non sembra esserci un'analisi statistica dei tumori mammari."
In sostanza la maggior parte lamenta la piccola dimensione del campione. Inoltre sostiene che per quasi 20 anni, miliardi di animali nell'UE sono stati nutriti con prodotti derivati da soia geneticamente modificata, principalmente dall'America Latina. Nessun problema è stato segnalato dalle centinaia di migliaia di contadini, funzionari, veterinari e così via.
La stessa rivista pubblica un articolo che non mostra effetti sulla salute di ratti alimentati a mais OGM anche se questo è uno studio di 90 giorni più corto.
http://www.sciencemediacentre.org/expert-reaction-to-gm-maize-causing-tumours-in-rats/
Qualche scienziato però cerca di fare chiarezza, come il tossicologo Domingo dell’Università di Barcellona, critico sulle linee esistenti e che effettua una revisione della letteratura sulla valutazione della sicurezza delle piante geneticamente modificate
Negli ultimi anni , c'è stata una notevole preoccupazione sulla sicurezza degli OGM, una zona importante e complessa di ricerca, che richiede standard rigorosi. Gruppi diversi, tra cui i consumatori e le organizzazioni non governative ambientali, hanno suggerito che tutte gli piante OGM per alimenti dovrebbero essere sottoposte a studi alimentari a lungo termine sugli animali prima della approvazione per il consumo umano. Nel 2000 e nel 2006, abbiamo rivisto le informazioni pubblicate in riviste scientifiche internazionali, facendo notare che il numero di riferimenti riguardanti rischi tossicologici per la salute umana e animale e studi sulle piante OGM per alimenti era molto limitato. L'obiettivo principale del presente riesame è stato quello di valutare l'attuale stato dell’arte per quanto riguarda i potenziali effetti negativi e le valutazione sulla sicurezza delle piante geneticamente modificate per il consumo umano. Il numero di citazioni che si trovano in banche dati ( PubMed e Scopus ) è drammaticamente aumentata dal 2006. Tuttavia, nuove informazioni su prodotti come patate, cetrioli, piselli o pomodori, tra gli altri, non erano disponibili. Mais, riso e soia sono stati inclusi nel presente riesame. E’ stato osservato che attualmente esiste un equilibrio nel numero tra gruppi di ricerca che, sulla base dei loro studi sostengono che un certo numero di varietà di prodotti geneticamente modificati (soprattutto mais e soia) sono sicuri e nutrienti come la rispettiva pianta non-GM convenzionali, e quelli che ancora sollevando serie preoccupazioni. Tuttavia, va notato che la maggior parte di questi studi sono stati condotti dalle società biotecnologiche responsabili di commercializzazione di queste piante OGM. Questi risultati suggeriscono un notevole progresso rispetto alla mancanza di studi pubblicati negli ultimi anni su riviste scientifiche da tali società.
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0160412011000055
I blog favorevoli al biotech si scatenano. Uno per tutti:
"L'ultimo esempio audace di distorsione scientifica è venuto la settimana scorsa, nella forma di un controverso studio che ha generato titoli dei giornali di tutto il mondo. Un gruppo di ricerca francese ha presumibilmente trovato che il mais OGM alimentato a ratti ha causato loro lo sviluppo di tumori giganti e muoiono prematuramente.
Entro 24 ore, la credibilità dello studio è stata attaccata da decine di scienziati. Il giudizio del consenso è stato rapido e schiacciante: lo studio era pieno di errori gravi, palesemente evidenti i difetti che avrebbero dovuto essere evitati da valutatori esperti. Molti critici hanno sottolineato che i ricercatori hanno scelto un ceppo di roditori estremamente inclini a tumori. Altri aspetti chiave dello studio, come ad esempio la dimensione del campione e l'analisi statistica, sono stati anche molto criticati. Uno scienziato dell'Università della Florida suggerisce lo studio è stato "progettato per spaventare" il pubblico. Che non è sforzo di immaginazione, considerando la storia dell’autore, Gilles - Eric Seralini, che favorì una campagna contro le colture OGM dal 1997", e i cui metodi di ricerca sono stati "messi in discussione prima" secondo il New York Times. Le circostanze dello studio sul tumore dei ratti di Seralini vengono definite bizzarre (come una rivista francese riporta, è stato condotto in condizioni di clandestinità) e dubbia (finanziamento è stato fornito da una organizzazione anti- biotecnologie) . Pamela Ronald, una genetista UC- Davis, ha sottolineato l'anno scorso su Scientific American: "Vi è un ampio consenso scientifico che le colture geneticamente modificate attualmente sul mercato sono sicure da mangiare. Dopo 14 anni di coltivazione e un totale complessivo di 2 miliardi di acri coltivati, senza effetti negativi per la salute o l'ambiente, sono il risultato della commercializzazione di colture geneticamente modificate." N.B. E' sempre l'OSTE che parla. ;)
Conscia del pericolo che tale ricerca può costituiure per i suoi introiti si fa durissima la critica della Monsanto: Qui il riassunto del documento:
"Questo studio non soddisfa gli standard minimi accettabili per questo tipo di ricerca scientifica, i risultati non sono supportati dai dati presentati, e le conclusioni non sono rilevanti ai fini della valutazione della sicurezza. Lo studio è stato oggetto delle prime recensioni critiche da parte di più agenzie di regolamentazione. Ad esempio, l' Istituto federale per la valutazione dei rischi ( BfR ), in Germania, afferma che " le dichiarazioni principali degli autori non sono sufficientemente corroborate da evidenze sperimentali, a causa di carenze nella progettazione dello studio e nella presentazione e interpretazione dei risultati."Informazioni critiche su come è stata condotta la ricerca sono assenti, ed i dati presentati non supportano interpretazioni dell'autore. Tra i difetti principali sono :Protocollo di ricerca non soddisfa gli standard dell'OCSE. La fonte e la qualità del mais utilizzato è chiaro. Dettagli critici sulla preparazione dieta e l'apporto alimentare sono assenti. Completa mancanza di dati relativi alle affermazioni di cambiamenti microscopicamente visibili nel fegato o tessuti renali (istopatologia anormale) e risultati di analisi di laboratorio del sangue e analisi delle urine. La mancanza di qualsiasi analisi statistica per la mortalità o di punto finale di incidenza del tumore. Analisi statistica dei decessi Monsanto basato su ravvicinamento visiva dei dati grafici indica una mancanza di significatività statistica anche quando vengono applicati criteri liberali (p < 0,10). I tassi di mortalità e di incidenza tumorale in tutti i gruppi rientrano nelle norme storiche per questo ceppo di topi di laboratorio, che è noto per una elevata incidenza di tumori. I dati presentati sono altamente selettivi, utilizzando (ad esempio) i metodi differenti per maschi e femmine, e non sono sufficienti a sostenere le conclusioni tratte. Vi è una mancanza di relazione dose -risposta per tutto lo studio. Non esiste un meccanismo plausibile per i risultati rilevati con mais geneticamente modificato, ed i risultati sono in contrasto con un ampio corpus di esperienza e di studi scientifici. Ampia documentazione su animali e in vitro, i dati hanno dimostrato che il glifosato non provoca il cancro o tumori, e non è un interferente endocrino. Questo studio non fornisce informazioni che chiami in causa le ampie valutazioni di sicurezza di glifosato o erbicidi Roundup . Biotecnologie vegetali sono in uso da oltre 15 anni, senza evidenza documentata di effetti negativi sulla salute umana o animale o per l'ambiente. Un ampio corpus di prove scientifiche, recensito da agenzie di regolamentazione di tutto il mondo, sostiene la sicurezza di biotecnologia vegetale in generale, così come la sicurezza specifico del mais NK603. http://www.monsanto.com/products/Documents/ProductSafety/seralini-sept-2012-monsanto-comments.pdf
Altro caso di “attacco orchestrato” allo studio Seralini è quello di Paul Christou (di cui s’è accennato nel capitolo:” LA “SCIENZA” CHE DISCRIMINA LA RICERCA. LO STUDIO SERALINI “), che al contrario di Seralini non ha avuto molta difficoltà ad ottenere una delle sue critiche pubblicate nella ricerca transgenica in “Transgenic Research”…. Egli, proprio lui…, è guardacaso il redattore capo del giornale. E, come nel caso Goodman-FCT, Paul Christou è collegato alla Monsanto. Monsanto, infatti, ha acquistato l'azienda di sementi OGM “Agracetus” (che era l’ex datore di lavoro di P.Christou) e Monsanto ora detiene i brevetti per la produzione di colture OGM di cui P. Christou è denominato come l'inventore. È prassi normale dichiarare di essere inventore di brevetti se si scrivono articoli scientifici, ma P.Christou nella sua critica dello studio Seralini, maldestramente...non ha rivelato nè il fatto che ha gestisce direttamente la direzione editoriale della rivista Transgenic Research e il suo status di inventore di brevetti, nè il suo evidente conflitto di interessi. della serie http://www.independentsciencenews.org/science-media/the-goodman-affair-monsanto-targets-the-heart-of-science/
Ricercatori francesi hanno studiato segretamente, per due anni, 200 ratti alimentati con mais OGM. Tumori, malattie gravi ... un massacro. Una bomba per l’industria degli Ogm. Il 19 settembre 2012 è esplosa una vera e propria bomba. La rivista americana "Food and Chemical Toxicology" - un punto di riferimento in materia di tossicologia alimentare – ha pubblicato i risultati della sperimentazione condotta dal team francese di Gilles-Eric Seralini, professore di biologia molecolare presso l'Università di Caen. Un cluster bomb: scientifica, sanitaria, politica ed industriale. Di fatto polverizza una verità ufficiale: l’innocuità del mais geneticamente modificato.
Anche a basse dosi, l’Ogm studiato si è dimostrato molto tossico e spesso fatale ai ratti. Tanto che, se fosse un farmaco, dovrebbe essere immediatamente sospeso in attesa di ulteriori indagini. Questo è lo stesso Ogm che si trova sulle nostre tavole attraverso la carne, le uova o il latte.
Fino al 2011, i ricercatori hanno lavorato in condizioni di quasi-clandestinità. Hanno criptato i loro messaggi di posta elettronica come il Pentagono, si sono auto censurati tutte le conversazioni telefoniche e hanno lanciato una finta ricerca tanto temono un colpo violento dalle multinazionali delle sementi. Il difficile recupero di semi di mais OGM NK 603, di brevetto Monsanto, attraverso una scuola agraria in Canada alla fine del 2007, prima di selezionare, in totale segretezza, 200 topi da laboratorio chiamati "Sprague Dawley". Il bilancio? Agghiacciante: "Dopo meno di un anno di menu differenziati a base di mais geneticamente modificati, spiega il professor Séralini, c’è stata una strage tra i nostri ratti, di cui non avrei mai immaginato la grandezza."
Tutti i gruppi di ratti alimentati con mais OGM trattato o non trattato con l'erbicida Roundup, l’erbicida della Monsanto, o alimentati con acqua contenente basse dosi dell’erbicida presente nei campi OGM, sono stati colpiti da un moltitudine di malattie gravi nel 13 ° mese dell'esperimento.
Un confronto devastante: i ratti alimentati con mais OGM hanno sviluppato tumori due o tre volte più di ratti alimentati senza OGM, indipendentemente dal loro sesso. All'inizio del 24°mese, cioè alla fine della loro vita, dal 50% al 80% delle femmine alimentati con OGM sono state colpite contro solo il 30% di quelle cibate senza OGM. Cosa ancora più notevole: i tumori si sono verificati molto più velocemente nei ratti nutriti con OGM. Venti mesi prima nei maschi, tre mesi prima nelle femmine. Per un animale che ha due anni di aspettativa di vita, la differenza è notevole. Per fare un confronto, un anno per un roditore è più o meno l'equivalente a 40 anni per un uomo. La CRIIGEN (Comitato per la ricerca e informazione indipendente sull’ingegneria genetica) è riuscita a trovareil finanziamento per questa ricerca (3,2 milioni di euro) che né l’INRA, né il CNRS, né alcun ente pubblico aveva giudicato opportuno intraprendere. Come? Un'altra sorpresa: chiedendo alla Fondazione svizzera Charles Léopold Mayer. Ma anche i proprietari della grande distribuzione (Carrefour, Auchan ..), che si sono associati per l'occasione. Dal morbo della mucca pazza, infatti, questi vogliono proteggersi da ogni nuovo scandalo alimentare. Tanto che è Gérard Mulliez, fondatore del Gruppo Auchan, ha fornito il finanziamento iniziale.Lo studio del professor Séralini lascia presagire una nuova guerra omicida tra pro e anti-OGM. I vari sistemi sanitari chiederanno con urgenza studi simili per verificare i risultati degli scienziati francesi? Sarebbe il minimo. Monsanto, la più grande società mondiale di semi transgenici, li lascerà fare? Improbabile: la sua sopravvivenza sarebbe a rischio. Per una singola pianta Ogm, esistono centinaia di varietà. Il che implica almeno una dozzina di studi di 100-150 milioni di euro ciascuno. Da: agricoltura italiana on line
La ricerca "retracted" dell'equipe Seralini:
G-E. Séralini, E. Clair, R. Mesnage, S. Gress, N. Defarge, M. Malatesta, D. Hennequin, J.S. de Vendômois (2012), "Long term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize",
Food and Chemical Toxicology, Vol. 50, Issue 11, November 2012, Pages 4221–4231
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0278691512005637
Pdf del testo intero:
9c) Il ritiro della ricerca Seralini
L’editore Elsevier ha ritirato il lavoro di Seralini pur ammettendo che non c’è NIENTE di falso o inesatto dopo avere ottenuto dall’autore tutti i dati non pubblici! “Inequivocabilmente, il redattore capo NON HA TROVATO alcuna prova di frode o travisamento intenzionale dei dati nello studio SERALINI. Tuttavia, c'è un legittimo motivo di preoccupazione per quanto riguarda sia il numero degli animali in ogni gruppo di studio e il particolare ceppo selezionato.” http://www.elsevier.com/about/press-releases/research-and-journals/elsevier-announces-article-retraction-from-journal-food-and-chemical-toxicology La ricerca non è stata "validata" alla fine, e sapete perchè? Perchè il numero di cavie non era sufficiente per il tempo per cui è durata la ricerca, nè secondo i censori era buona la specie di cavie.. Ci sono infatti dei parametri di tempo negli standards scientifici a cui corrispondono un preciso numero di cavie. Seralini e la sua equipe non aveva abbastanza fondi per condurre l'esperimento su un più elevato numero di cavie per un lungo periodo. Hanno comunque deciso di procedere ugualmente con gli esperimenti su un numero di cavie minore di quello dello standard...e allora Monsanto&Co se n'è approfittata e ha fatto invalidare il tutto. ASSURDO ! Così va purtroppo il mondo. Resta il fatto che per tutte le persone sensate l'esperimento è VALIDO ! Eccome !
Elsevier Announces Article Retraction from Journal Food and Chemical Toxicology “Long term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize,” by Gilles Eric Séralini et al. has been retracted by the journal Food and Chemical Toxicology Cambridge, MA, November 28, 2013
Elsevier announces that the article “Long term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize,” by Gilles Eric Séralini et al. has been retracted by the journal Food and Chemical Toxicology (FCT).
9c1) Monsanto vuole il controllo della scienza
The Goodman Affair: Monsanto Targets the Heart of Science
"Successivamente alla pubblicazione dello studio Seralini è stata lanciata sui media un'orchestrata campagna per screditare lo studio e persuadere il giornale scientifico Food and Chemical Toxicology (FCT) che l'aveva pubblicato a ritirarlo. Molti di coloro che hanno scritto lettere a FCT (che è pubblicato da Elsevier) avevano conflitti di interessi con l'industria degli OGM e dei suoi gruppi di lobbing, anche se questi non sono mai apparsi in pubblico.
Il giornale non ha fatto ritrarre lo studio. Ma pochi mesi dopo, all'inizio del 2013 la redazione di FCT ha acquisito un nuovo 'Associate Editor per la biotecnologia,' ovvero Richard E. Goodman. Questa era una nuova posizione, apparentemente fondata soprattutto per Goodman sulla scia dell' 'affaire Séralini'. Richard E. Goodman è professore alla ricerca di allergia alimentare e del programma risorsa, all'Università del Nebraska. Ma egli è anche un ex dipendente di Monsanto, che ha lavorato per l'azienda tra il 1997 e il 2004. Per la Monsanto ha valutato l'allergenicità di colture OGM e ha pubblicato articoli in merito e su questioni di allergenicità e sicurezza relative agli alimenti OGM (Goodman e Leach 2004) dell'azienda." UN "BEL" CONFLITTO D'INTERESSI !! Questo fatto è stato più che un tentativo della Monsanto e dell'industria del biotech di controllare la scienza stessa! E infine, come volevasi dimostrare, lo studio di Seralini, nel novembre del 2013 è stato ritirato. Monsanto ora controlla veramente quali studi sulle biotecnologie possono essere o meno pubblicati sulla rivista Food and Chemical Toxicology (FCT). Fra l’altro FCT aveva importanti ed esperti professori in quel ruolo preso da Goodman, da ricordare José L. Domingo, professore di tossicologia e salute ambientale autore fra l’altro due articoli completi, con studi sulla sicurezza alimentare degli OGM. Entrambi gli studi “però” ….hanno la “pecca” di esprimere, evidentemente in base ai dati scientifici rilevati, giudizi critici sulla tesi che gli OGM sono sicuri, come vorrebbe Monsanto. Di conseguenza.. si capisce perchè è tutt'altro che chiaro il perché FCT abbia bisogno di un 'editore associato per la biotecnologia' (l’ex dipendente della Monsanto Goodman), ma è invece chiarissimo perché Monsanto HA interesse nel garantire a sè stessa che 'l'affaire Séralini' non si ripeta mai più. Pietra tombale.
9d) Milletrecentocinquantotto (1358) scienziati boicottano il ritiro dello studio dell'equipe del Prof. Seralini
Un primo gruppo di 41 scienziati hanno firmato il testo base di una dichiarazione pubblica che condanna il ritiro dello studio sulle colture geneticamente modificate condotto dal Prof. Gilles-Eric Séralini e il suo team presso l'Università di Caen, in Francia. In un'altra iniziativa separata, oltre 1358 scienziati di tutto il mondo hanno condannato il ritiro dello studio Seralini e in una lettera aperta a FCT hanno annunciato che boicotteranno le riviste del gruppo Elsevier. La Dr Angelika Hilbeck, scienziato senior dell'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia, dell'Istituto di Biologia Integrativa IBZ, Zurigo, Svizzera, Presidente della Rete europea degli Scienziati per la responsabilità sociale e ambientale (ENSSER), ha detto : "Il ritiro del documento riguardante la ricerca del Prof. Seralini è privo di qualsiasi fondamento scientifico. Se la mancanza di «conclusioni definitive" fosse un motivo valido per il ritiro, le nostre biblioteche scientifiche sarebbero quasi vuote, infatti si deve ancora vedere uno studio scintifico che abbia dato risultati di conclusività 'definitiva'."
http://www.farminguk.com/news/Scientists-condemn-retraction-of-GM-study_27231.html
IL TESTO COMPLETO DELLA LETTERA Firmata al momento da 1358 scienziati del mondo intero.
A: Wallace Hayes
Editor in Chief
Food and Chemical Toxicology (FCT)
Cc Elsevier
re: «Tossicità a lungo termine di un erbicida Roundup e Roundup-tolerant mais geneticamente modificato", di GE Séralini et al, pubblicato in Food and Chemical Toxicology 2012, 50 (11), 4221-31
La vostra decisione di ritirare la carta è in palese violazione delle norme etiche internazionali stabilite dalla commissione per l'etica di pubblicazione (COPE), di cui FCT è membro. Secondo COPE, gli unici motivi di svincolo sono la prova evidente che i risultati sono inaffidabili a causa di cattiva condotta o di un errore onesto, plagio o la pubblicazione ridondante, o ricerca non etica. Avete già riconosciuto che la carta di Séralini et al (2012) contiene nessuno di questi difetti.
Questa arbitraria, retrazione completamente senza fondamento di una carta pubblicata peer-reviewed è senza precedenti nella storia dell'editoria scientifica, e suscita gravi preoccupazioni per l'integrità e l'imparzialità della scienza. Queste preoccupazioni sono accentuate da una sequenza di eventi che circondano il ritiro:
-) la nomina di ex-dipendente Monsanto, Richard Goodman alla nuova funzione di editore associato per le biotecnologie presso FCT
(http://www.independentsciencenews.org/science-media/the-goodman-affair-monsanto-targets-the-heart-of-science/)
-) il ritiro di un altro studio che denuncia gli effetti potenzialmente nocivi da OGM (che quasi subito è apparso in un altro giornale)
-) il non avere nel contempo ritrattato un articolo pubblicato dagli scienziati Monsanto sulla stessa rivista nel 2004, per il quale è stato individuato un errore grossolano.
La ritrattazione sta cancellando dai risultati informazioni pubbliche che sono potenzialmente di grande importanza per la salute pubblica. E’ la censura della ricerca scientifica, della conoscenza e della comprensione, un abuso della scienza colpisce al cuore della scienza e della democrazia, e la scienza per il bene pubblico. Vi invitiamo a invertire questa terribile decisione, e in seguito, di rilasciare pubbliche scuse a Seralini e ai suoi colleghi. Fino a quando non aderirete alla nostra richiesta, ci sarà boicottaggio Elsevier, cioè, rifiuto di acquistare prodotti Elsevier, pubblicare, revisionare, o fare il lavoro editoriale per Elsevier.
http://www.i-sis.org.uk/Open_letter_to_FCT_and_Elsevier.php
9e) e anche: “Scienziati contro la rivista Elsevier per la retrazione della ricerca Seralini”
Scienziati di tutto il mondo si sono uniti per condannare il ritiro da parte del direttore della rivista Elsevier Food and Chemical Toxicology (FCT), dello studio pionieristico sugli organismi geneticamente modificati (OGM) di mais e erbicida Roundup, diretta dal Prof Gilles- Eric Séralini e il suo team presso l'Università di Caen, in Francia.
Lo studio ha trovato che i topi alimentati con mais GM e / o bassi livelli di Roundup nella loro dieta subiscono gravi danni organici, in particolare per il fegato, i reni e la ghiandola pituitaria. Ulteriori osservazioni inattese erano più alti tassi di tumori di grandi dimensioni e la mortalità nella maggior parte dei gruppi di trattamenti
Un gruppo di 41 scienziati ed esperti di biosicurezza hanno firmato una dichiarazione pubblica che condanna la ritrattazione come un "atto di censura scientifica" apparente e chiedendo che la rivista ripristini lo studio, che si dice contenga reperti di importanza potenzialmente critica per la salute pubblica.
Il gruppo invita gli scienziati a firmare la dichiarazione, che è ospitato presso il nuovo sito web: http://www.endsciencecensorship.org/
e http://www.endsciencecensorship.org/en/page/retraction-intro
Sul sito web, molti degli scienziati firmatari spiegano lo studio e le sue conclusioni per il non specialista, oltre a fornire un esame dettagliato delle motivazioni addotte per il ritiro dello studio. Il pubblico è invitato a sostenere l'iniziativa chiedendo che il governo tedesco rilasci gli studi di tossicologia industriale sul glifosato, il principale ingrediente chimico di Roundup. Anche se questi studi costituiscono la base dell' omologazione UE di tutti gli erbicidi contenenti glifosato, essi sono tenuti segreti e sono tenuti dal governo tedesco. Lo studio di Séralini passato in peer review con revisioni minori, è stato pubblicato da FCT nel settembre 2012. Il documento è stato sottoposto ad una sostenuta campagna di attacco da parte di scienziati pro-OGM, molti dei quali avevano legami riservati con l'industria OGM o con le agenzie governative che avevano precedentemente approvati questa o altre colture OGM come sicure.
L'Editor di FCT, il dottor A. Wallace Hayes, ha ritrattato lo studio più di un anno dopo la sua pubblicazione. La decisione è arrivata dopo un secondo esame non proprio trasparente, effettuato da un gruppo di persone anonime, di competenza professionale sconosciuta, e con occulti potenziali conflitti di interesse.
Secondo la commissione per la pubblicazione di etica (COPE), di cui FCT è membro,il ritiro di uno studio è riservato ai casi di cattiva condotta, errore, pubblicazione ridondante o di plagio e ricerca immorale.
Nessuno di questi criteri è applicabile allo studio Séralini, come il dottor Hayes ha ammesso. Il Dr Hayes afferma che il ritiro è basata esclusivamente sulla natura "inconcludente" dei tumori e dei risultati di mortalità; egli ha scritto: "nessuna conclusione definitiva potrebbe essere tratta dai dati inconcludenti".
Tuttavia, gli scienziati dicono che la mancanza di "conclusioni definitive" non è un motivo valido ed è senza precedenti per ritrarre uno studio, dal momento che molti articoli scientifici contengono risultati inconcludenti.
Inoltre, i principali risultati dello studio sono stati i gravi effetti tossici a carico degli organi di animali (cavie) nutriti con mais geneticamente modificato e / o Roundup (diserbante al glifosato). Tuttavia questi risultati, che sono statisticamente significativi e così determinanti, come è possibile siano, sono stati ritirati, solo a causa della presenza di alcuni presunti risultati "inconcludenti" nella carta? Pochi mesi prima della ritrattazione, il dottor Richard E. Goodman*, un ex scienziato della Monsanto, è stato nominato ad una posizione editoriale appena creata nel campo delle biotecnologie a FCT. Subito dopo la nomina di Goodman, un secondo documento che contestava la sicurezza della tecnologia delle colture GM è stato ritirato dal FCT .(anche se è stato subito ri-pubblicato in un'altra rivista). *Richard E. Goodman è professore presso l'Allergy Research and Resource Food Program, University of Nebraska. Ma è anche un ex dipendente della Monsanto, che ha lavorato per la società tra il 1997 e il 2004. Durante gli anni in cui ha lavorato Monsanto Goodman ha valutato l'allergenicità delle colture OGM dell'azienda, e pubblicato documenti in suo nome sulla allergenicità, sulla sicurezza alimentare, e sulle questioni relative ai prodotti alimentari OGM (Goodman e Leach 2004). (http://www.independentsciencenews.org/science-media/the-goodman-affair-monsanto-targets-the-heart-of-science/)
Al link seguente, la lettera pubblica contro la retrazione dello studio Seralini:
http://www.endsciencecensorship.org/en/page/press-release#.UvE9iz15MyM
Il sito endsciencecensorship.org è stato istituito da parte dei cittadini e scienziati interessati in risposta alla retrazione della rivista Elsevier Food and Chemical Toxicology dello studio del professor Gilles-Eric Séralini e colleghi, L'obiettivo immediato del sito è quello di chiedere il ripristino dello studio Séralini. L'obiettivo più ampio è quello di richiamare l'attenzione sul problema della soppressione delle scoperte scientifiche in questo caso e in tutti i casi futuri che vengono a nostro avviso.
Endsciencecensorship (2014) Retraction of Séralini GMO study is attack on scientific integrity. http://www.endsciencecensorship.org/en/page/Statement#.UvJxl2J5MyO
Il testo completo della lettera e i firmatari:
http://www.endsciencecensorship.org/en/page/Statement#.UvFGKD15MyN
- Un’adesione “tipo”:
“La sorprendente (fino ad un certo punto) decisione di ritirare lo studio del Prof Seralini e della sua equipe è in dichiarata violazione delle norme etiche internazionali, stabilite dalla COPE, la Commissione per l'Etica di Pubblicazione, di cui la rivista FCT è membro. Secondo il COPE, gli unici motivi per cui si potrebbe giustificare un'azione simile sono:
- la prova evidente che i risultati sono inaffidabili a causa di cattiva condotta o di un errore,
- il plagio o la pubblicazione ridondante,
- oppure la ricerca non etica.
La rivista stessa ha riconosciuto che il lavoro di Séralini et al (2012) NON contiene nessuno di questi difetti. Ne scaturisce che l'arbitrario ritiro di questo studio a revisione paritaria, non ha precedenti nella storia dell'editoria scientifica, e suscita gravi preoccupazioni per l'integrità e l'imparzialità della scienza. Queste preoccupazioni sono inoltre accentuate da una sequenza di eventi che circondano il ritiro.”
9f) L'EFSA ha approvato (luglio 2013) le nuove linee guida sulle ricerche a lungo termine, validando di fatto il lavoro dell'equipe Seralini
Da notare che prima della ritrattazione (28 novembre 2013) dello studio Seralini e team, da parte della rivista Food and Chemical Toxicology Journal dove lo studio era stato pubblicato nel 2012, l'EFSA ha approvato qualche mese prima le nuove linee guida sulle ricerche a lungo termine, validando di fatto il lavoro dell'equipe Seralini.
Evoluzione sulla linea guida delle ricerche a lungo termine.
"L'autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato le linee guida per studi di due anni sui prodotti alimentari, per valutare il rischio di tossicità a lungo termine degli alimenti geneticamente modificati."
http://gmoseralini.org/seralini-validated-by-new-efsa-guidelines-on-long-term-gmo-experiments/
- Questo è un "affascinante" documento che convalida in gran parte la metodologia e le scelte del Prof. Gilles-Eric Seralini nel suo Studio 2012 sul mais OGM NK603, metodologia e scelte che l'EFSA e innumerevoli altri critici hanno precedentemente utilizzato per attaccare il Prof. Seralini e la sua equipe.
"Dopotutto, siamo lieti di vedere l'EFSA "prendere a bordo" le nostre lezioni ammonitrici su spurie "referenze" di gruppi di controllo e sullo storico controllo dei dati (anche se nello stesso documento EFSA successivamente, si permette l'uso di entrambi!), così come siamo lieti di vedere resi validi gli aspetti che più furono criticati, dell'esperimento del Prof. Seralini "
Seralini validated by new EFSA guidelines on long-term GMO experiments
The European Food Safety Authority (EFSA) has issued guidelines for two-year whole food feeding studies to assess the risk of long-term toxicity from GM foods.
Il documento: http://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/3347.htm
This is a fascinating document which largely validates the methodology and choices of Prof, Gilles-Eric Seralini in his 2012 study on GM maize NK603 – methodology and choices that EFSA and countless other critics previously attacked him for.
1. EFSA admits that “no standardised protocol or guidelines exist for this type of study and [industry] applicants have to adapt protocols” – as Seralini did, too.
2. EFSA says the same strain of rat that was used in the 90-day study on the GM food should be used in the longer study – thus vindicating Seralini’s use of the Sprague-Dawley rat, which Monsanto used in its 90-day study on the same maize.
3. EFSA says animals should be fed ad libitum, which Seralini did, but which critics complained made it impossible to measure individual food and water consumption.
4. EFSA admits that you do not necessarily need a narrow and fixed hypothesis and that such a study can be “exploratory”, in spite of its previous claim that Seralini’s experiment was flawed because it (according to EFSA) didn’t have a clear hypothesis or objective.
5. EFSA recommends against using the extra control or “reference diet” groups commonly included by Monsanto in its 90-day studies and fed a variety of supposedly non-GM diets, on the grounds that the concurrent controls are the valid controls AND what is being tested is the difference between the GM variety and the non-GM comparator. Seralini was criticised by many for not including these spurious extra control groups and for thus having “inadequate controls”.
6. EFSA cautions strongly AGAINST relying on historical control data and if it is used, restricts it to within 5 years of the current experiment and to the same testing facility. This is a much stricter requirement than industry ever applies; industry uses ancient data from a wide variety of sources.
EFSA says: “The use of historical control data should be considered with caution. The historical controls might not be useful because the incidences of neoplastic (or non-neoplastic) lesions would possibly be from control animals kept on different diets than the diet applied in whole food/feed study, and because the diet itself (high/low fat, type of fat, % of carbohydrate, type of carbohydrate, etc.) can influence the formation of neoplastic or non-neoplastic lesions. Where the diet formulation used in the experiment for the control groups cannot be demonstrated to be equivalent to that used for the generation of historical control data, the inclusion may be considered of an additional control group (as similar as possible to the historical controls), in addition to the concurrent control group(s).”It’s unfortunate that in rightly condemning the use of historical control data, however, EFSA allows in those extra control or “reference” groups that it rightly condemned in point (5) above.
7. EFSA recommends a minimum of 10 animals per sex per group for the chronic toxicity phase, the same number that Seralini used.
8. EFSA recommends housing animals in pairs, as Seralini did, so individual food consumption cannot be measured.
9. EFSA requires an a priori power analysis to ensure appropriate sample size, depending on the effect size that is being looked for. We’ve never noticed the GM industry doing one of these, resulting in experiments that are virtually guaranteed not to find anything. For Seralini’s team’s comment on this, see:
http://www.ijbs.com/v05p0706.htm
Overall, we’re pleased to see EFSA taking on board our cautionary lessons on spurious “reference” control groups and historical control data (even if in the same document EFSA subsequently allows the use of both!), as well as validating the aspects of Seralini’s experiment that he was most criticised for.
"Dopotutto, siamo lieti di vedere l'EFSA "prendere a bordo" le nostre lezioni ammonitrici su spurie "referenze" di gruppi di controllo e sullo storico controllo dei dati (anche se nello stesso documento EFSA successivamente, si permette l'uso di entrambi!), così come siamo lieti di vedere resi validi gli aspetti che più furono criticati, dell'esperimento del Prof. Seralini ".
9g) Perchè l'EFSA ha utilizzato due standard diversi per valutare il lavoro di Seralini e quello della Monsanto sul medesimo mais OGM?
Gli studi rispettivi come si sa, hanno dato risultati diametralmente opposti.
"Occorre terminare la pratica “dei doppi pesi e delle doppie misure" nel valutare gi studi di sicurezza sugli OGM. Gli scienziati dicono: 'Le nuove analisi dimostrano che l'EFSA, l'agenzia per la sicurezza alimentare europea, critica solo gli studi che trovano rischi".
“End double standards in evaluating GMO safety studies – say scientists :
"Europe’s food safety agency only criticises studies that find risk, new analysis shows"
The controversy about the Séralini et al. study, which reported negative health effects of Monsanto's NK603 GM maize and Roundup herbicide fed to rats over the long term,[1] is still going on. According to a new review published in Environmental Sciences Europe, the European Food Safety Authority (EFSA) used unscientific double standards to dismiss the Séralini study on genetically modified (GM) maize.[2]
The publication of this latest review comes just days after the retraction of the Séralini paper by Elsevier, the publisher of Food and Chemical Toxicology (FCT), on the unprecedented grounds of the “inconclusive” nature of some of the findings. ENSSER condemned the retraction[3] .
The Séralini study triggered an immediate storm of criticism by scientists and organisations, most of whom are known for their support of GMOs and their pleas for sweeping deregulation of GM plants in the EU and relaxation or even abandonment of risk assessment standards.[4]
Retrospective and selective application of new standards by EFSA
In September 2012, the European Commission asked EFSA to review the Séralini study. EFSA did so by retrospectively applying new standards released in 2011 to scientific work that Séralini planned and started in 2008.[5] EFSA concluded that the Séralini study was “inadequate”.[6]
But EFSA did not apply these same standards retrospectively to the original rat feeding study by Monsanto, even though the underlying design for the Monsanto study was later repeated by Seralini.[7] The Monsanto study concluded that this same GM maize was safe to eat, resulting in the approval for consumption of this GM crop by millions of animals and EU citizens in 2005.
EFSA review undermined the basic principles of science
Hartmut Meyer, one of the authors of the new review, said, “Use of such double standards is a common response from scientists calling for GMO deregulation and, somewhat surprisingly, also from some government authorities, to studies that show negative environmental and health effects of GMOs. Only those studies that find problems are subjected to excessive scrutiny and rejected as defective. This approach appears to be a tactic to avoid dealing with ‘inconvenient’ results, whilst selecting for ‘convenient’ results."
The new review then applied the same criteria used by EFSA to reject the Séralini study to 21 other 1-2-year feeding studies published in peer-reviewed scientific journals during the last 20 years. Those studies did not test feed derived from GM plants but mostly chemicals, used the same strain of rat, similar low numbers of tested animals and likewise modified protocols that extended or diverged to some degree from the strict OECD protocols and EFSA criteria as both Seralini and Monsanto did.
Restore scientific principles of objectivity
Angelika Hilbeck, the second author of the new review and chair of the European Network of Scientists for Social and Environmental Responsibility (ENSSER), said, “ENSSER wants to see scientific objectivity restored. We are calling for an end to the use of double standards, particularly by EFSA, in the evaluation of scientific research on substances that may pose risks to public health. We need a reasoned, respectful debate with the aim of reaching a consensus on the evaluation standards that must be consistently applied to all toxicity and carcinogenicity trials, regardless of whether they have findings that are ‘inconvenient’ for certain parties. EFSA should take the lead here.” “It’s time to stop selectively attacking methods and begin to deal with the results.”
Double standards used to claim GMO safety
Another example of selective scrutiny of study methods in order to avoid dealing with the results is a review of GMO safety studies conducted by Snell et al. (2012)[8]. In their review of 24 animal feeding trials with GM plant-derived feed, the authors noticed severe methodological shortcomings in a majority of the analysed publications, e.g. isogenic lines as controls were only used in 10 studies. However, Snell et al. used these shortcomings as arguments to dismiss those studies stating negative effects – but not those stating safety. Based on this asymmetrical, result-triggered approach, the review incorrectly concludes that no health hazards were found in 24 analysed publications.
Notes for editors
Hartmut Meyer and Angelika Hilbeck are founding members of the European Network of Scientists for Social and Environmental Responsibility (ENSSER). The European Network of Scientists for Social and Environmental Responsibility (ENSSER) was founded in 2009 to improve the quality of basic and regulatory science used in the risk analysis of existing and emerging technologies and their products such as genetically modified organisms, chemicals, food technologies, geo-engineering, nanomaterials, and synthetic biology, including the risk of their military use. To enable such scientific work, ENSSER advocates the creation of spaces for scientific work independent from the influence of the developers and owners of current technologies, supports early-warning scientists and promotes their protection from discrimination and discreditation. ENSSER members are contributing to the current scientific debates on technology and risk assessment in modern biotechnology[9] 17.12.2013
http://www.ensser.org/media/0813/ e anche: http://www.organicconsumers.org/articles/article_29055.cfm
9h) RIPUBBLICATO LO STUDIO precedentemente RITIRATO dell'equipe SERALINI: tossicità a lungo termine dell' erbicida Roundup e tossicità del mais OGM resistente all'erbicida Roundup
La ripubblicazione su Environmental Sciences Europe della ricerca dell'equipe del prof. Seralini ripristina lo studio della letteratura "peer-reviewed" affinché possa essere consultata e "lavorata" anche da altri scienziati. Lo studio ha trovato gravi danni renali e al fegato, oltre a disturbi ormonali, in ratti-cavia alimentati con il mais OGM, e bassi dosi (al di sotto di quelli consentiti dai parametri dell'UE nell'acqua potabile) di erbicida Roundup. Gli effetti tossici sono stati trovati nel mais OGM testato da solo, così pure come detto nel Roundup testato da solo, e anche insieme al mais. I risultati supplementari, inattesi, mostrano tassi più alti di mortalità e tumori di grandi dimensioni, ciò nella maggior parte dei gruppi di trattamento rispetto ai gruppi di controllo. Lo studio è stato pubblicato per la prima volta su "Food and Chemical Toxicology" (FCT) nel settembre 2012 [1] ma è stato in seguito ritirato dal capo redattore nel novembre 2013 anche in seguito ad una sostenuta campagna di critica e diffamazione da parte di scienziati pro-OGM.[2] ora lo studio è stato ripubblicato dalla rivista scientifica "Environmental Sciences Europe". La versione ripubblicata contiene materiale nuovo in risposta alle critiche subite dalla pubblicazione originale. Sono stati pubblicati anche i dati grezzi che stanno alla base dei risultati dello studio – a differenza degli studi industriali del settore che sottendono le approvazioni del Roundup, i quali invece sono mantenuti segreti. Tuttavia, il nuovo articolo sulla ricerca presenta gli stessi risultati di prima e anche le conclusioni risultano essere invariate. Lo studio ripubblicato è accompagnato da un commento a parte dell'equipe del Prof Séralini che descrive gli "sforzi d'incitamento" dei sostenitori delle colture OGM per forzare a suo tempo il capo redattore di "Food and Chemical Toxicology" FCT a ritrarre la pubblicazione originale. Il capo redattore di "GMOSeralini.org", Claire Robinson ha così commentato: 'Questo studio ha ora superato con successo non meno di tre round di rigorosa peer-review.' Il primo round fu la pubblicazione iniziale dello studio sulla rivista "Food and Chemical Toxicology" (FCT). E in quel caso lo studio passò con solo lievi modifiche, secondo gli autori.[3] La seconda revisione ha impiegato dei mesi. Si trattava di un esame non trasparente dei dati grezzi dello studio del Prof Séralini da parte di un gruppo segreto di persone senza nome, organizzato dal redattore capo della rivista "Food and Chemical Toxicology" FCT, A. Wallace Hayes, in risposta alle critiche dello studio degli scienziati pro-OGM e avversi allo studio Seralini[4,5] In una lettera al Prof. Séralini, Hayes ha ammesso che i revisori anonimi NON TROVANO NULLA di ERRATO sui risultati presentati dall'equipe Seralini. Tuttavia, Hayes ha sottolineato che è stata la natura 'inconcludente' di alcuni aspetti dello studio Seralini, vale a dire ciò che concerne i tumori riscontrati nei ratti-cavia e le osservazioni sulla mortalità degli stessi, questo ovviamente per giustificare la sua successiva (rispetto alla pubblicazione) decisione di ritrarre lo studio.[6] 'La spiegazione razionale dato per il ritiro dello studio dalla pubblicazione FCT, è stato ampiamente criticato dagli scienziati come un atto di censura e un inchino agli interessi dell'industria OGM.[7,8] Alcuni scienziati hanno sottolineato come numerosi articoli scientifici pubblicati in tutto il mondo contengono risultati "inconcludenti", compreso anche il breve studio (90 giorni) della Monsanto, sullo stesso mais geneticamente modificato che (quello NO!), non è stato ancora ritirato! [9] Il ritiro dello studo Seralini è stato condannato anche da un ex membro del comitato editoriale di FCT.[10] Ora lo studio ha passato un terzo round di peer review organizzato dalla rivista che ora l'ha ripubblicato: Environmental Sciences Europe.[11]
NOTE:
1. Seralini GE et al, 2012. RETRACTED: Long term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize. Food Chem Toxicol 50:4221–4231.
2. http://www.spinwatch.org/index.php/issues/science/item/164-smelling-a-corporate-rat
4. www.endsciencecensorship.org/en/page/statement#.U6XBuagoyBA;
Hayes AW (2013). Letter to Professor GE Séralini. 19 Nov. Available at: http://www.gmwatch.org/files/Letter_AWHayes_GES.pdf
5. http://www.spinwatch.org/index.php/issues/science/item/164-smelling-a-corporate-rat
6. Hayes AW (2013). Letter to Professor GE Séralini. 19 Nov.
Available at: http://www.gmwatch.org/files/Letter_AWHayes_GES.pdf
7. http://www.utsandiego.com/news/2014/jan/08/science-food-health/ ; Also see article beginning:http://www.endsciencecensorship.org/en/page/Statement#.U6YDUKgoyBA
9. http://www.endsciencecensorship.org/en/page/retraction-intro#.U6gKv6gowsk ;
http://www.endsciencecensorship.org/en/page/retraction-double-standards#.U6gLPKgowsk
10. http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0278691514000039
11. “Republished study: long-term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize”: http://www.enveurope.com/content/26/1/14
“Conflicts of interests, confidentiality and censorship in health risk assessment: the example of an herbicide and a GMO”: http://www.enveurope.com/content/26/1/13
Ecco lo studio del Prof. SERALINI ripubblicato sulla rivista scientifica "Environmental Sciences Europe":
Abstract
Background
Gli effetti sulla salute dei ratti-cavia del mais transgenico OGM NK603 (in percentuale dell'11% nella dieta), somministrato con o senza applicazione di Roundup (erbicida) e Roundup da solo (da 0,1 ppb del pesticida completo contenente glifosato e coadiuvanti) nell'acqua potabile, sono stati valutati per 2 anni. Questo studio costituisce un'indagine di approfondimento dello studio alimentare di 90 giorni condotto dalla Monsanto sulla medesima specie e numero di ratti-cavia e con l'analisi dei medesimi parametri biochimici, al fine di ottenere il permesso per la pubblica vendita di questo mais OGM. La nostra ricerca rappresenta il primo studio "cronico" (di lunga durata) su queste sostanze, in cui tutte le osservazioni, inclusi i tumori, sono riportate in ordine cronologico. Da sottolineare che lo studio non è stato progettato come uno studio sulla cancerogenicità delle sostanze analizzate. Segnaliamo i risultati principali dello studio, osservati su 34 organi, con 56 parametri analizzati a 11 "punti di tempo" (distanze di tempo) per la maggior parte degli organi.
Risultati
Le analisi biochimiche confermano delle insufficienze renali croniche molto significative, per tutti i trattamenti e sui ratti-cavia di entrambi i sessi; il 76% dei parametri alterati erano legate al rene. Nei maschi trattati, le necrosi e le congestioni del fegato sono state da 2,5 a 5,5 volte superiori. Le profonde e gravi nefropatie sono state generalmente da 1,3 a 2,3 volte maggiori.
Nelle femmine, tutti i gruppi di trattamento hanno mostrato un doppio fino ad un triplo aumento della mortalità, e la morte in genere avveniva prima del normale campione. Questa differenza si è rilevata evidente ancher nei tre gruppi di maschi alimentati con mais OGM. Tutti i risultati sono stati ormone - e sesso-dipendente, e i profili patologici erano paragonabili. Le femmine hanno sviluppato grandi tumori mammari più frequentemente, e prima dei controlli; l'ipofisi è stato il secondo organo più colpito; l'equilibrio ormonale del sesso è stato modificato dal consumo di mais OGM e dai trattamenti a base di Roundup. Sui maschi, sono stati riscontrati tumori palpabili fino a 4 volte più grossi rispetto al gruppo di ratti-cavia di controllo, questo a partire da ben 600 giorni prima sempre rispetto al gruppo di controllo, in cui un solo tumore è stato notato. Questi risultati possono essere spiegati non solo per gli effetti del Roudup (erbicida) che alterano il sistema endocrino non lineare, ma anche per la sovraespressione del transgene EPSPS o altri effetti mutageni del mais OGM con le relative conseguenze metaboliche.
Conclusioni
I risultati delle nostre ricerche comportano che devono essere effettuati altri esperimenti alimentari a lungo termine (2 anni) per poter valutare accuratamente e appieno la sicurezza degli alimenti OGM e dei pesticidi nelle loro attuali formulazioni commerciali.
http://www.enveurope.com/content/26/1/14
Commenti degli scienziati.
Il Dr. Michael Antoniou, un genetista molecolare con sede di studio a Londra, ha così commentato: 'Pochi studi sopravvivrebbero ad un tale controllo intensivo dei colleghi scienziati. La ripubblicazione dello studio dopo tre recensioni degli esperti (peer-reviewed) è un attestato al suo rigore, nonché per all'integrità dei ricercatori. 'Se qualcuno dubita ancora della qualità di questo studio, si dovrebbe semplicemente leggere la ricerca ripubblicata. La scienza parla da sé. 'Se anche allora si rifiuteranno di accettare i risultati, allora dovrebbero essi stessi lanciare il proprio studio di ricerca su questi due prodotti tossici che sono stati e sono tutt'ora nell'alimentazione umana e animale e nella catena alimentare da molti anni.'
Il Dr Jack A Heinemann, professore di biologia molecolare e genetica, Università di Canterbury Nuova Zelanda, ha definito la ripubblicazione dello studio Seralini 'un'importante dimostrazione della resilienza della comunità scientifica'. Il Dr Heinemann ha anche affermato che 'la prima pubblicazione di questi risultati ha rivelato alcune delle malvagità che possono essere liberate su ricercatori che presentano conclusioni scomode. Plaudo "Environmental Sciences Europe" per aver presentato il lavoro dopo un altro round di rigorosa "peer-review" e per aver coraggiosamente resistito al processo e le raccomandazioni dei suoi critici, soprattutto dopo essere stati testimoni di spiacevoli eventi che hanno accompagnato la prima pubblicazione. 'Questo studio ha probabilmente prevalso, attraverso il processo di revisione più completa e indipendente, a cui mai è stato sottoposto alcun studio scientifico sugli OGM'. Il lavoro fornisce importanti nuove conoscenze che devono essere prese in considerazione dalla comunità che valuta e riferisce sui rischi degli organismi geneticamente modificati, e su tutte le fonti di pesticidi, nelle nostre catene alimentari e nei mangimi per animali. Questi risultati devono essere verificati nel tempo, con la ripetizione degli studi o devono essere "sfidati" da sperimentazioni in grado di dimostrare il contrario. A mio parere con il tentativo di cancellare, come è stato fatto, questi dati dagli archivi pubblici, non è stato ottenuto o raggiunto nulla di costruttivo per la valutazione del rischio e per la promozione delle biotecnologie OGM.'
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10) The Ermakova affair: La"Correzione preventiva" degli studi scientifici critici sugli OGM
"Non solo i redattori impediscono la pubblicazione nelle proprie riviste delle ricerche che dimostrano che ci sono dei problemi con le colture geneticamente modificate (OGM) ma possono anche efficacemente impedirne la pubblicazione altrove. Nel 2007, la principale rivista accademica "Nature Biotechnology" ha "prodotto" uno "straordinario" attacco al lavoro della scienziata russa, Irina Ermakova (Marshall, 2007). Le sue ricerche di laboratorio avevano trovato una diminuzione ponderale, un'aumentata mortalità e una diminuzione di fertilità in ratti alimentati con soia Roundup-OGM tollerante, e questo in diverse generazioni di ratti (Ermakova, 2006; Ermakova, 2009). L'editore di Nature Biotechnology, Andrew Marshall, contattatò la scienziata Ermakova, invitandola a rispondere alle domande sui risultati della sua ricerca, che lei al momento aveva solo presentato in conferenze. Marshall le disse che era 'l'occasione per presentare i propri risultati e conclusioni dal vivo, invece che continuare a criticare da dietro le quinte'. Ermakova accettò. Il processo che seguì fu tanto ingannevole quanto irregolare. Il capo redattore inviò alla scienziata una serie di domande sulla sua ricerca, alle quali lei rispose. Successivamente le fu mandata una bozza di quello che lei pensava essere il 'suo' articolo, con la sua firma come autore.Tuttavia, l'articolo pubblicato appariva molto diverso. Il sottotitolo della Ermakova era stato rimosso e sostituito con un altro da Marshall. Ognuna delle risposte della Ermakova alle domande fu seguita da una critica di quattro scienziati pro-GM (Marshall, 2007). La bozza inviata a Ermakova, si era rivelata essere una 'bozza fittizia', che non aveva incluso le osservazioni critiche dei 4 scienziati. Inoltre, le è stata negata la possibilità di affrontare e rispondere a queste critiche nello stesso numero della rivista. Nell'articolo finale il redattore conservò i riferimenti alle critiche dei 4 scienziati pro-OGM, ma rimosse molti commenti e risposte della Ermakova, con l'effetto che le sue dichiarazioni apparivano prive di fondamento. Il trattamento subito dalla Ermakova da parte di Nature Biotechnology’s ha scatenato la condanna da molti scienziati. Ed è stato anche fortemente criticato in alcuni punti, dai media. Harvey Marcovitch, ex editore di una rivista scientifica e al tempo direttore del Comitato sulla pubblicazione etica (COPE), comitato che fissa norme etiche per riviste accademiche, così commentò: 'Questo è un tipo di pubblicazione che non ho mai incontrato'. Disse anche che durante la lettura fu colpito da 'alcune cose sorprendenti'. Non era disposto a speculare su quello che era successo esattamente e aggiunse: 'Il capo redattore o stava provando una nuova forma di sperimentazione in cui non tutto è andato secondo i piani, oppure c'era effettivamente una cospirazione o qualsiasi altra cosa uno vuole chiamarla.' Il Dr Brian John del gruppo "Cymru" gruppo NO-OGM del Galles, fu anche più schietto, chiamando il "processo": 'pubblicazione accademico scandalistica basata su inganni, bugie, doppiezza e malcostume editoriale'. In mezzo al tumulto, il capo redattore Marshall pubblicò la sua corrispondenza e-mail con la Ermakova, su internet. Questa pubblicazione delle e-mail dimostrò che non era stato lui a chiedere agli scienziati pro-OGM di commentare il lavoro della Ermakova, come egli aveva inizialmente sostenuto, ma che i quattro scienziati avevano loro stessi "avvicinato" la rivista proponendole la loro 'critica' e, anche se nessuno di loro era tossicologo, Marshall aveva accettato dei "critici" che si erano auto-proposti, per giudicare la ricerca della Ermankova, ricerca che non avevano nemmeno mai visto nella sua forma completa e definitiva, seppur come detto, palesemente viziata dal capo redattore Marshall. Inoltre la rivista Nature Biotechnology non rivelò pienamente i conflitti d'interesse dei critici della Ermakova. Vediamoli: Bruce Chassy è stato "autore di piombo" su due influenti pubblicazioni ILSI, che definisce le metodologie di valutazione del rischio debole per le colture OGM, metodologie che successivamente sono state inserite nelle linee guida dell'autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Vivian Moses è stato Presidente di CropGen, un gruppo della lobby dell'industria OGM con Monsanto che lo finanzia. L. Val Giddings, un consulente del settore, ed ex dipendente della Biotechnology Industry Organization (BIO). Nature Biotechnology ha anche omesso di dire che Giddings occupava una posizione senior presso BIO, ovvero era vice presidente per l'alimentazione e l'agricoltura, e che i finanziatori di BIO includono aziende delle colture OGM come Monsanto, Dow e DuPont. L'ultimo dei quattro critici, Alan McHughen, ha sviluppato una varietà di lino OGM chiamato Triffid e che, nel 2009 è stato scoperto aver contaminato forniture di lino dirette in Europa dal Canada. Se questi precedenti dei critici in questione fossero stati resi noti a tempo, i lettori avrebbero potuto giudicare diversamente la critica allo studio della Ermakova."
11) FINO A QUANDO CI SARA' IL "TRUCCO" non potrà mai esistere un dibattito onesto, razionale e scientifico
La pubblicazione dello studio Seralini e la conseguente attenzione dei media, hanno fatto innalzare l'attenzione sul profilo delle sfide fondamentali che la scienza deve affrntare in un mondo sempre più dominato dall'influenza corporativa. Queste sfide sono importanti per tutta la scienza, ma sono raramente discusse nelle sedi scientifiche.
11a) Storia degli attacchi agli studi dove compare l'individuazione del rischio degli OGM
Il Prof. Seralini e i suoi colleghi sono solo l'ultimo di una serie di ricercatori i cui risultati hanno innescato orchestrate campagne di molestie. Un'altro esempio di questi ultimi anni è Ignacio Chapela, temporaneo poi professore assistente a Berkeley, il cui libro sulla contaminazione di OGM del mais in Messico (Quist e Chapela, 2001) ha scatenato una intensa campagna di discredito. Questa campagna da ciò che è stato riferito è stata ideata dal Bivings Group (fra le società partner di Casaleggio), una società di pubbliche relazioni, pecializzata nel marketing virale e spesso utilizzata dalla Monsanto (Delborne, 2008)per le sue "campagne".
La brillante carriera di biochimico di Arpad Pusztai, giunse alla fine quando tentò di riferire i suoi risultati contraddittori sulle patate OGM (Ewen e Pusztai, 1999a). La Royal Society britannica utilizzò di tutto contro di lui: dall' ordinedi fare silenzio al forzato ritiro, dal sequestro dei dati alle molestie sono stati utilizzati per bloccare la sua continua ricerca (Ewen e Pusztai, 1999b; Lattuada, 2003). Più recentemente sono state utilizzate anche minacce di violenza fisica, contro Andrés Carrasco, professore di embriologia molecolare presso l'Università di Buenos Aires, la cui ricerca (Paganelli et al., 2010) evidenziò rischi per la salute a causa del glifosato, il principio attivo del diseccante della Monsanto, il Roundup (Amnesty International, 2010).Non fu una sorpresa, quindi, che quando nel 2009, 26 entomologi del mais fecero una mossa che non ha precedenti, scrissero una lettera anonima direttamente all' EPA americana per lamentarsi del controllo dell'industria nell'accesso alla ricerca sugli OGM.
11b) Il ruolo dei Media della scienza. Un aspetto importante ma spesso inosservato di questa intimidazione è che si verifica frequentemente di concerto con la media della scienza (vedi ad esempio: Ermakova, 2007; Heinemann e Traavik, 2007; Latham e Wilson, 2007). La segnalazione della ricerca di Seralini è avvenuta in modo discutibile sulle testate più prestigiose dei media scientifici: Science, The New York Times, New Scientist e il Washington Post che non sono minimamente riuscite a 'bilanciare' uniformemente la critica alla ricerca con una benchè minima copertura di supporto alle tesi del lavoro di Seralini (Carmen, 2012; Enserick, 2012; MacKenzie, 2012; Pollack, 2012). Tuttavia, dei media dotati di risorse meno copiose, come ad esempio il britannico Daily Mail sembravano non avere alcuna difficoltà a trovare un parere scientifico favorevole sullo stesso studio (Poulter, 2012)
11c) Il Fuorviante Report dei Media. Un motivo chiave degli studi in cui c'è constatazione di rischio è che le critiche espresse nei media, sono spesso false piste, ingannevoli o non veritiere. Così, l'uso di metodologie comuni è stato interpretato come indicativo della scienza scadente quando viene utilizzato da Seralini (2012), ma non quando viene utilizzato dall'industria (vedi arbitri sopra riportati e Science Media Centre, 2012). L'uso di argomenti depistanti è destinato a seminare dubbi e confusione tra i non esperti. Per esempio, Tom Sanders del Kings College di Londra è stato citato per aver detto: 'Il ceppo dei ratti utilizzati nell'esperimento Seralini è molto soggetto a tumori mammari particolarmente quando l'ingestione di cibo non è limitato' (Hirschler e Kelland, 2012). Ebbene lo scienziato non ha però detto, o non era a conoscenza, che la maggior parte degli studi sull'alimentazione commissionati dall' industria hanno utilizzato ratti dello stesso ceppo di quelli di Seralini, e cioè gli Sprague-Dawley (per esempio Hammond et al., 1996, 2004, 2006; MacKenzie et al., 2007). In questi e altri studi di settore (ad esempio Moretti et al. 2007), l'assunzione del cibo è statoa dello stesso tipo di quella dello studio Seralini, ovvero: senza restrizione. I commenti di Tom Sanders sono importanti, perché essi sono stati ampiamente citati e perché facevano parte di una risposta orchestrata scienza Media centro della British Royal Institution allo studio Seralini. Il Science Media Centre ha una lunga storia nel sedare polemiche sugli OGM, e i suoi finanziatori comprendono, guardacaso, numerose aziende che producono OGM e pesticidi.
11d) Il "Regolatore" di colpevolezza. A nostro avviso una grande parte di colpa finale per questa polemica va trovata nei "regolatori". I "regolatori", quali l'EFSA (European Food Safety Autority) in Europa e l'EPA (Environmental Protection Agency) e la FDA (Food and Drug Administration) negli Stati Uniti, hanno sancito i protocolli con poco o nessun potenziale per rilevare le conseguenze negative di OGM (Schubert, 2002; Freese e Schubert, 2004; Pelletier, 2005). Gli OGM sono tenuti a sottoporsi ad alcuni esperimenti, sono esaminati alcune "conclusioni" e i test sono condotti esclusivamente dal richiedente o dai suoi agenti. Inoltre gli attuali protocolli normativi sono semplicistici e basati su presupposti (RSC, 2001), che come previsto dalla prassi, non rileverà la maggior parte dei cambiamenti gentici – a parte per l'obiettivo bersaglio - indotta dal processo di inserimento del transgene (Heinemann et al., 2011; Schubert, 2002).Puzstai (2001) e gli altri di conseguenza hanno sostenuto che gli esperimenti alimentari, ben condotti, sono uno dei modi migliori per rilevare cambiamenti imprevedibili. Inoltre i test alimentari non sono obbligatori per l'approvazione regolamentare, e la credibilità scientifica dei test che sono stati finora pubblicati è stata pure contestata (Domingo, 2007; Pusztai et al., 2003; Spiroux de Vendômois et al., 2009). Ad esempio, lo studio di Snell et al (2012), che ha valutato la qualità di 12 a "lungo termine" (> 96 giorni) e 12 studi multigenerazionali, ha concluso affermando che: 'Gli studi esaminati sono spesso legati a un'inadeguata progettazione sperimentale che ha effetti dannosi sull'analisi statistica... le maggiori insufficienze includono non solo la mancanza di sperimentazione su linee isogeniche (geneticamente identici) ma anche sottovalutazione di potenza statistica [e], assenza di ripetizioni...'.A quanto pare, gli stessi problemi di disegno sperimentale e di analisi sollevati dallo studio di ricerca del rischio (di Seralini) non erano un cruccio per i critici, quando gli studi non avevano identificato alcun rischio, da ciò si capisce che i decisori sono male informati (eufemismo). Allora si può dire che è un grave problema per la scienza e la società, quando si verifica che gli attuali protocolli normativi approvano colture OGM basandosi su nessuno o pochissimi dati utili con cui valutare la sicurezza del prodotto.
11e) Scienza e politica. I governi si sono abituati all'utilizzo della scienza come una sorta di "calcio politico". Ad esempio, in uno studio condotto dalla Royal Society of Canada, su richiesta del governo canadese, sono stati identificati numerosi punti deboli del regolamento per ciò che concerne gli OGM in Canada (RSC, 2001). Il fallimento del governo canadese chiamato a rispondere in modo chiaro ai molti cambiamenti consigliati è stato dettagliato da Andree (2006). Analogamente, le sagge raccomandazioni contenute nella relazione internazionale dello IAASTD, prodotta da 400 ricercatori in oltre 6 anni di lavoro, e secondo la quale gli OGM sono inadatti al compito di far progredire l'agricoltura globale , sono state ignorate risolutamente dai responsabili politici. Così, pur proclamando processi decisionali basati sull'evidenza, i governi utilizzano frequentemente la scienza unicamente quando fa loro comodo.
11f) CONCLUSIONI. Quando coloro che con un interesse particolare tentano di seminare dubbi irragionevoli su risultati scientifici a loro scomodi, o quando governi sfruttano l'opportunità politica, "facendo la cernita" (scegliendo cosa loro fa comodo) dalle prove scientifiche, compromettono la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nei metodi scientifici, e mettono anche a rischio i propri cittadini. Le prove di sicurezza, la regolamentazione basata sulla scienza, e il processo scientifico stesso, dipendono fondamentalmente dalla diffusa fiducia in un corpo di scienziati dedicati all'interesse pubblico e alla propria integrità professionale. Se invece, il punto di partenza di una valutazione scientifica del prodotto è un processo di approvazione, truccato a favore della ricorrente e direi sistematica soppressione degli scienziati indipendenti che lavorano per il pubblico interesse, non potrà mai esistere un dibattito onesto, razionale e scientifico.
12) Le corporations del transgenico controllano la ricerca
Gli scienziati devono chiedere il permesso alle multinazionali del transgenico l'autorizzazione prima poter pubblicare una ricerca indipendente sulle colture geneticamente modificate. Tale restrizione deve terminare. ... Le multinazionali agritech hanno il potere di veto sui lavoro di ricerca scintifica dei ricercatori indipendenti. Le ricerca sugli OGM vengono ancora pubblicate, ovviamente, ma solo gli studi che le multinazionali del transgenico hanno approvato. In alcuni casi, gli esperimenti che avevano l'implicito via libera dalla multinazionale, successivamente sono stati bloccati in fase di pubblicazione perché i risultati non erano così lusinghieri… Per acquistare delle sementi geneticamente modificate, il cliente deve firmare un accordo che limita quello che può fare con quei semi. (If you have installed software recently, you will recognize the concept of the end-user agreement.) Agreements are considered necessary to protect a company’s intellectual property, and they justifiably preclude the replication of the genetic enhancements that make the seeds unique. But agritech companies such as Monsanto, Pioneer and Syngenta go further. For a decade their user agreements have explicitly forbidden the use of the seeds for any independent research. Under the threat of litigation, scientists cannot test a seed to explore the different conditions under which it thrives or fails. They cannot compare seeds from one company against those from another company. And perhaps most important, they cannot examine whether the genetically modified crops lead to unintended environmental side effects.
http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=do-seed-companies-control-gm-crop-research
13) LA PROPAGANDA MONSANTO AI DODICENNI
Il lavaggio del cervello praticato dalla Monsanto comincia in tenera età, con la complicità di alcune scuole U.S.A. .... infatti la multinazionale “Monsanto sta visitando le scuole per spiegare ai dodicenni quanto 'bene' sta facendo nel mondo... in tanto che "leader agricolo".... questo si chiama braiwash!
http://www.nationofchange.org/monsanto-visits-local-school-47-minute-propaganda-presentation-1402843006 Torna al SOMMARIO
14) La multinazionale "Coca-Cola" ha contribuito con $ 3,2 milioni per sconfiggere le leggi sull'etichettatura dei prodotti OGM, in California e nello stato di Washington
"Dis-onesto (dis-"Honest Tea") tè nell'acqua calda? Non è la prima volta che abbiamo esortato i consumatori a boicottare Honest Tea. E non sarà l'ultima. Honest Tea è di proprietà della Coca-Cola. E la Coca-Cola ha speso $ 3,2 milioni per sconfiggere le leggi per etichettatura degli OGM in California e nello stato di Washington, una parte di quei soldi riciclati illegalmente attraverso il Grocery Manufacturers Association (G.M.A.) che è un gruppo anti-consumatori, che ha speso milioni di dollari per sconfiggere le leggi sull'etichettatura degli OGM, che ha una legge in Congresso che anticipa (e impedisce) le leggi di stato sull'etichettatura, che ha intrapreso un'azione legale contro il Vermont per sovvertire lo legge sull'etichettatura degli OGM che lo stato ha recentemente approvato. I consumatori, semplicemente, non stanno acquistando quello che lo slogan della società Honest Tea, dice, ovvero: ' piacevolmente onesto ®' (Refreshingly HONEST®"). Pare che ora la Securities Exchange Commission (SEC) potrebbe mettere in discussione l'onestà di Honest Tea. Il Presidente nonchè co-fondatore Seth Goldman, ha ingannato intenzionalmente un reporter del Washington Post quando hanno affermato che la Coca-Cola non avrebbe contribuito direttamente al NO-sulla 522, ovvero la campagna per l'etichettatura dei prodotti OGM nello stato di Washington? Se è così, ha violato le regole del SEC che vieta di dirigenti di imprese pubbliche di rilasciare false dichiarazioni pubbliche. Se non avesse invece tentato di ingannare il giornalista, sarebbe stato lui stesso ad essere ingannato dal suo capo, il boss capogruppo di Coca-Cola. E' proprio così, a tutti gli effetti. I consumatori sono stanchi di essere presi in giro a suon di menzogne! Sono stanchi di annunci, slogan e campagne stampa disoneste e ingannevoli. Sono stanchi di aziende che dicono che gli ingredienti dei loro prodotti sono 'perfettamente sicuri' — salvo poi chiedere al Congresso di approvare leggi che permettono loro di mantenere quegli ingredienti segreti. E siamo stanchi di pagare una tassa per i prodotti biologici, solo per vedere il nostro denaro che se va in direzione dei desiderata di Grocery Manufacturers Association (GMA) — un gruppo commerciale la cui priorità numero uno è la lotta alla verità e alla trasparenza che persegue l'etichettatura degli alimenti e dei prodotti.
http://salsa3.salsalabs.com/o/50865/p/dia/action3/common/public/?action_KEY=9123
e anche: http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2014/06/24/honest-tea-gmo-labeling.aspx Torna al SOMMARIO
15) Nonostante l’insuccesso ventennale ancora si insiste con il “golden rice”, e si testa illegalmente su cavie umane, il riso ogm “golden rice”
Il "Golden Rice" è stato oggetto di ricerca per oltre 20 anni. Le decine di milioni di dollari spese per il "Golden Rice" sarebbero potute essere utilizzate per soluzioni contro la VAD (carenza di vitamina A: Vitamin A Deficiency - VAD) che sono già disponibili e funzionanti, come integratori alimentari, alimenti fortificanti e orti comunitari...L'utilizzo di coltivazioni OGM come risposta ai problemi di malnutrizione è un approccio approccio sbagliato che va in una direzione ben lontana dalle reali soluzioni. Il "Golden Rice" non affronta le cause alla base della VAD, che sono principalmente la povertà e la mancanza di accesso a una dieta varia e salutare. Questo riso OGM è un tentativo di soluzione tecnica che può generare nuovi problemi. Per esempio, l'approccio all'utilizzo del "Golden Rice" come monocoltura potrebbe far peggiorare la malnutrizione poiché incoraggerebbe una dieta basata unicamente sul riso, piuttosto che aumentare l'accesso a una dieta diversificata con frutta e verdura, considerata fondamentale per combattere sia VAD che altre carenze alimentari… nonostante ciò il "Golden Rice" è tornato sotto i riflettori nel 2012 a seguito di una pubblicazione scientifica per la quale alcuni ricercatori hanno somministrato "Golden Rice" sperimentale ad alcuni bambini cinesi (“24 children used as guinea pigs in genetically engineered "Golden Rice" trial”), ed è emerso che i genitori di questi bambini non erano stati informati della somministrazione di riso OGM. Questa violazione delle regole etiche ha portato a delle azioni disciplinari (Golden Rice Not So Golden for Tufts) nei confronti dei ricercatori interessati.
La ricerca scientifica: Tang G, Hu Y, Yin S, Wang Y, Dallal GE, Grusak MA & Russell RM (2012) β-carotene in Golden Rice is as good as β-carotene in oil at providing vitamin A to children. American Journal of Clinical Nutrition 96: 658-664.
http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/ogm/OGM1/Giu-le-mani-dal-nostro-riso/Golden-Rice/
Approfondimenti: “Golden rice’s lack of lustre. Addressing vitamin A deficiency without genetic engineering” http://www.greenpeace.org/international/Global/international/publications/agriculture/2010/Golden%20rices%20lack%20of%20lustre.pdf
16) Monsanto nasconde al mondo le prove sull'erbicida Roundup
"Sull'erbicida Roundup hanno qualcosa da nascondere". "La nostra salute sacrificata per interessi commerciali"
«Quest'anno un gruppo di volontari appartenenti a Chinese food safety ha presentato una richiesta al Ministero dell'agricoltura della Cina affinchè divulghi lo studio che ha giustificato il rilascio del certificato di sicurezza per l'importazione in Cina del diserbante Monsanto Roundup. Scrivendo sul sito GM Watch, si dice: 'il Ministero ha risposto che il Roundup è stato registrato in Cina nel 1988, basandosi su un rapporto di prova di tossicologia emesso da una società di collaudo chiamata Younger Laboratories in San Louis, Missouri. Il test è stato un test di tossicità di esposizione acuta (tale test dura al massimo un paio di giorni), il Roundup è stato somministrato via bocca ai ratti di e applicato sulla pelle dei conigli. Hanno sostenuto che non c'è stato alcun effetto su occhi o pelle delle cavie e nessuna allergia. I volontari hanno chiesto al Ministero di rendere pubblico lo studio e il Ministero ha a sua volta girato la richiesta alla mutinazionale Monsanto. Monsanto ha risposto che lo studio costituiva un segreto commerciale, aggiungendo che la società non aveva mai divulgato lo studio nel mondo e non era d'accordo nel divulgarlo ora. I volontari fanno appello contro la decisione'. http://gmwatch.org/index.php/news/archive/2014/15519-the-glyphosate-toxicity-studies-you-re-not-allowed-to-see e: http://www.globalresearch.ca/monsantos-roundup-herbicide-and-regulators-with-something-to-hide/5389977
17) "Senza liberta' e indipendenza non c'e' scienza, ci sono soltanto abili strategie di comunicazione e propaganda"
"I giganti del biotech come Monsanto stanno usando l'ingegneria genetica per arrivare a controllare le nostre vite e i nostri sistemi alimentari, attraverso la menzogna e la paura. Non manipolano solo la vita, ma anche i fatti. Nel libro "L'inganno a tavola" abbiamo le prove di come, negli ultimi anni, le colture e i cibi transgenici siano stati imposti al mondo con la forza. Abbiamo le prove di come la propaganda abbia preso il posto della scienza, di come si siano fatti sparire i rischi mettendo a tacere gli scienziati che lavoravano sui rischi.
L'emergere di nuovi pericoli da nuove tecnologie richiede un'intensificazione della ricerca pubblica, per valutare i rischi e fornire conoscenze ai sistemi deputati al controllo della biosicurezza e della salute pubblica. Ma proprio quando la ricerca pubblica e' piu' che mai necessaria per proteggere la salute delle popolazioni, gli scienziati indipendenti che svolgono studi indipendenti diventano novelli Galileo. Vengono allontanati dalle loro ricerche e dagli istituti in cui lavorano, sotto la pressione degli interessi di gruppi ristretti disposti a introdurre a qualunque costo sul mercato alimenti pericolosi, e impegnati a creare un'atmosfera generale in cui l'ignoranza dei rischi viene presa per garanzia di sicurezza.
Tyrene Hayes, uno scienziato dell'Universita' della California a Berkeley, nel suo laboratorio ha esposto giovani rane a dosi molto basse di atrazina, il diserbante piu' diffuso; i maschi si sono trasformati in ermafroditi, un risultato che fa pensare che l'atrazina possa essere un distruttore endocrino. Syngenta, la multinazionale che e' il principale produttore di atrazina, per prima cosa ha tentato di bloccare questo studio. Quando Hayes ha continuato con fondi propri, ha provato a offrirgli 2 milioni di dollari perché proseguisse le sue ricerche "in ambiente privato". Hayes ha declinato l'offerta e ha pubblicato il proprio lavoro negli Atti della National Academy of Sciences. Syngenta ha continuato ad attaccare quello studio e a fare di tutto perché non divenisse lo strumento di politiche utili alla protezione della salute pubblica e dell'ambiente.
Arpard Pusztai era riconosciuto come la piu' grande autorita' mondiale nel campo delle lectine quando lavorava al Rowett Institute di Aberdeen, in Scozia. Pusztai fu incaricato dal governo britannico di condurre una ricerca per valutare gli effetti sulla salute prodotti dalle patate geneticamente modificate. Cio' che fece fu dare da mangiare le patate transgeniche ai ratti. Cio' che trovo' fu che i ratti manifestavano danni a molti tessuti e al sistema immunitario. Dopo che, con il consenso del suo istituto, ebbe reso pubblici i risultati della sua ricerca, Pusztai venne licenziato e una vasta campagna fu orchestrata per screditare il suo lavoro, campagna che vide tra i suoi protagonisti le piu' alte autorita' dello stato. La sua casa fu svaligiata, i suoi dati e gli appunti rubati. In seguito, i risultati delle sue ricerche furono pubblicati sulla rivista Lancet.
In un altro istituto di fama mondiale, la Cornell University, John Losey ha studiato gli effetti che il mais Bt, ottenuto con l'ingegneria genetica, puo' avere su specie non-target. Ha alimentato larve della farfalla monarca con foglie di una comune erba di campo cosparse di polline del mais Bt. Moltissime delle larve che avevano mangiato le foglie col polline Bt sono morte, mentre le larve del gruppo di controllo nutrite con foglie spolverate di polline non geneticamente modificato sono sopravvissute tutte. Questo studio innocente ha scatenato la furia della Monsanto e della Novartis, che continuano a ripetere che le loro colture Bt, appositamente ingegnerizzate per uccidere parassiti come il "bollworm" del cotone e la piralide del mais, non hanno alcun effetto sulle specie non-target.
Uno scienziato dell'Universita' della California a Berkeley, Ignacio Chapela, ha scoperto che il polline del mais geneticamente modificato ha inquinato le varieta' naturali che crescono in Messico, il centro mondiale della biodiversita' del mais; lo studio di Chapela e' apparso sulla rivista Nature nel novembre del 2001. Quel lavoro avrebbe dovuto suonare come un grosso campanello d'allarme sul fatto che l'inquinamento portato dalle piante transgeniche puo' contaminare la biodiversita' per sempre. E invece il Bivings Group, l'agenzia che cura le pubbliche relazioni per Monsanto, ha lanciato una poderosa campagna attraverso esperti che si sono spacciati per scienziati usando nomi fittizi. Gli editori di Nature, non abituati a forme di pressione cosi' aggressive, hanno fatto qualcosa che non ha precedenti nei 133 anni di esistenza di questa rivista scientifica: hanno pubblicato una prudente lettera di parziale sconfessione del lavoro di Chapela. Le ripetute pressioni dei sostenitori del biotech hanno stroncato la carriera accademica di Chapela a Berkeley.
La strategia di manipolazione dei risultati scientifici e dei sistemi di regolamentazione messa in atto dalle multinazionali pone serie minacce all'indipendenza della scienza e alla salute pubblica.
Nel 2002 Monsanto e' riuscita a manipolare le autorita' indiane in modo da ottenere l'autorizzazione a seminare il proprio cotone GM. Questo cotone si e' rivelato un fallimento. Piu' di 12 ricerche indipendenti, compresi gli studi governativi, hanno dimostrato che, al posto delle 3 tonnellate per ettaro promesse, il cotone GM ha reso soltanto 400 kg per ettaro. I coltivatori, anziché veder aumentare il proprio reddito di 20000 rupie per ettaro, hanno perso 12800 rupie per ettaro.
Questi studi sono stati ignorati. Ed invece Martin Qaim dell'universita' di Bonn e David Ziberman dell'Universita' della California a Berkeley, senza aver mai neppure visto i campi degli agricoltori indiani nella stagione di questi raccolti, hanno pubblicato su Science un articolo in cui dicono che l'esperienza del cotone Bt fatta dall'India e' stata positiva e che il rendimento e' aumentato dell'80%. Qaim e Ziberman hanno utilizzato dati forniti loro da Monsanto-Mahyco, non hanno mai condotto una propria valutazione indipendente. In Kenia la Monsanto si e' servita di Florence Wanbugo per proclamare i supposti miracoli dell'ingegneria genetica della patata dolce. Oggi la falsita' di questi pretesi successi e' un fatto provato. La scienza si sta riducendo a un cumulo di informazioni "delle multinazionali, dalle multinazionali, per le multinazionali". Senza liberta' e indipendenza non c'e' scienza, ci sono soltanto abili strategie di comunicazione e propaganda."
Dalla prefazione del libro: «L’inganno a tavola» Dai semi dell'inganno ai semi della libertà*
di Vandana Shiva, Ecologista e attivista, scienziata e filosofa, Vandana Shiva è una delle più autorevoli voci mondiali in difesa della natura e della sua biodiversità http://it.wikipedia.org/wiki/Vandana_Shiva
http://occupytheseeditalia.blogspot.it/
18) DAI PRODUTTORI DEL TRANSGENICO NESSUN ACCESSO AI SEMI OGM, PER GLI SCIENZIATI INDIPENDENTI
“L’industria del biotech controlla strettamente l’accesso ai materiali OGM-transgenici necessari per fare ricerche e quindi portare prove scientifiche, e non rilascia nè tantomeno rilascerà permessi a ricercatori indipendenti, salvo sotto condizioni che nessuno scienziato serio accetterebbe mai.” http://www.gmwatch.org/index.php/news/archive/2014/15547-why-marc-gunther-can-t-be-trusted-on-gmos
19) LE MULTINAZIONALI DEL BIOTECH VIETANO LA RICERCA INDIPENDENTE SUGLI EFFETTI DEL TRANSGENICO
Le multinazionali dell’agribusiness come Monsanto, BASF, Pioneer, Syngenta ed altre proibiscono la ricerca indipendente. In un redazionale del Scientific American, dell’agosto 2009, viene rivelata la realtà shockante ed allarmante, dietro la proliferazione degli OGM nella catena alimentare del pianeta, dal 1994. Non ci sono, nel mondo a quell’epoca, studi scientifici indipendenti che siano stati pubblicati in una rivista scientifica qualificata e questo per una semplice ragione: è impossibile verificare in modo indipendente che i raccolti OGM come la soya della Monsanto Roundup Ready Soybeans o il mais MON8110 GMO si comportino come afferma la multinazionale o che, come la multinazionale comunque afferma, non abbiano effetti collaterali dannosi. Questo perchè le multinazionali OGM proibiscono tali test!
Come condizione preliminare per comprare le sementi, sia per piantarle per i raccolti o per farci ricerca, la Monsanto e le multinazionali del gene, chiedono prima di tutto di firmare un “accordo dell’utilizzatore finale” - End User Agreement - con l’azienda. Nello scorso decennio, quando ha avuto luogo la grande proliferazione delle sementi OGM in agricoltura, la Monsanto, la Pioneer (DuPont) e la Syngenta hanno richiesto agli acquirenti delle loro sementi OGM, di firmare un accordo che esplicitamente proibisce che le sementi vengano usate per una ricerca indipendente.
Agli scienziati è proibito testare un seme per indagare a quali condizioni fiorisce o perisce. Non possono paragonare nessuna caratteristica del seme OGM con altri semi NON OGM o OGM di altra azienda. Ancor piu’ allarmante, viene fatto loro divieto di esaminare se i raccolti geneticamente modificati conducano ad effetti collaterali non voluti, sia nell’ambiente, che negli animali che negli umani.
L’unica ricerca di cui si consente la pubblicazione in riviste scientificamente quotate e in quelle di peer-review, riguarda quegli studi che sono stati PRIMA approvati dalla Monsanto e dalla altre industrie e aziende OGM.
Tutto il processo con cui i semi OGM sono stati approvati in USA, a cominciare dalla proclamazione dell’allora Presidente George H.W. Bush nel 1992, su richiesta della Monsanto, sul fatto che il governo non avrebbe condotto alcun test sulla sicurezza dei semi OGM poichè il Presidente li aveva giudicati sostanzialmente equivalenti a quelli NON OGM, è un enigma pieno di interessi di corruzione. Sono le muiltinazionali stesse, come la Monsanto, che forniscono al governo USA i test sulla sicureza e prestazione degli OGM . Non stupiamoci quindi che gli OGM risuonino “positivi” e che la Monsanto ed altri possano falsamente affermare che gli OGM siano la “soluzione alla fame del mondo” .
In USA un gruppo di 24 scienziati, di università di grido, specializzati in insetti da raccolto, hanno scritto al governo USA, precisamente all’Ente per la Protezione Ambientale ( US Government Environmental Protection Agency- EPA-) richiedendo che quest’ultima costringa ad un cambiamento della censura nella pratica delle multinazionali. E’ come se la Chevrolet o la Tata Motors o la Fiat cercassero di censurare articoli per i consumatori, su test comparativi anti urto, relativi alle loro macchine e questo perchè non gradiscono i risultati dei test. Solo che qui si tratta della catena alimentare di esseri umani e animali. Gli scienziati con ragione hanno discusso con l’EPA sul fatto che la sicurezza sul cibo e la protezione dell’ambiente “dipendano dal fatto di rendere accessibili i prodotti vegetali ad un regolare scrutinio scientifico”
” Dovremmo pensarci 2 volte prima di mangiare i cereali da colazione americani , se si tratta di grano (corn flakes) OGM”. http://www.globalresearch.ca/gmo-scandal-the-long-term-effects-of-genetically-modified-food-on-humans/14570
Tuttavia e nonostante i grandi intralci posti dalle multinazionali del transgenico, al momento sono ben 1528 gli studi sugli impatti negativi sulla salute e sull’ambiente degli OGM, e annessi pesticidi: https://docs.google.com/document/d/1f-cL74u9Lm0csPIm_fl1MsQeiWqOSg3DKO6JBT3p_5s/pub#id.qro4h1uxoxvr
e CENTINAIA E CENTINAIA GLI STUDI SCIENTIFICI SUGLI IMPATTI NEGATIVI DEL GLIFOSATO
20) Scarseggiano i finanziamenti per le ricerche indipendenti.. chissà perchè?
Intervista al Prof. Monastra* Lei ha appena parlato di “sintesi di nuove proteine con effetti del tutto ignoti”. Siamo entrati in un settore molto controverso: il rapporto OGM-salute. Il consumatore chiede: “c’è da fidarsi?”
“Ovviamente nessun ricercatore pensa che gli OGM in commercio siano gravemente dannosi per la salute (d’altra parte – osservano alcuni - certi fenomeni patologici possono apparire dopo molto tempo e in seguito ad un consumo prolungato e rilevante), ma è altrettanto vero che esistono dati sperimentali che dovrebbero spingere a condurre ulteriori ricerche circa l’eventuale impatto sulla salute di alcuni alimenti ingegnerizzati, migliorando così anche la batteria di test a cui sottoporre ogni nuovo evento transgenico in attesa di autorizzazione (faccio riferimento agli studi condotti in vari Enti e Università italiane ed estere da esperti come Infascelli, Malatesta, Bertheau, Magaña-Gómez, Kiliç, Séralini, Velimirov, Carrasco, ecc.). Chissà perché scarseggiano i finanziamenti per questi approfondimenti sperimentali…! “
*Giovanni Monastra, Biologo, Ricercatore, Direttore Generale dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) di Roma, dove nel periodo ottobre 2002 - settembre 2005 ha svolto le mansioni di Coordinatore Scientifico, organizzando e seguendo lo sviluppo e la realizzazione di vari progetti dell’Istituto, tra cui, in particolare, il Piano di biosicurezza sugli Organismi Geneticamente Modificati: Progetto-Quadro OGM in agricoltura (MIPAF 2003). In seguito dirigente presso il Dipartimento dell’Ambiente del Comune di Roma http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=31746
21) Molte delle firme più note che in Italia si dichiarano a favore degli OGM non hanno esperienza di cosa siano le piante GM in agricoltura
D) Prof. Buiatti, sia a livello scientifico che nell’opinione pubblica il dibattito sugli OGM è molto duro. Cosa ne pensa?
R) Lo trovo particolarmente brutto e non onesto, l’opinione pubblica si trova di fronte a un attacco concentrico. Molte delle firme più note che si dichiarano a favore degli OGM non hanno esperienza di cosa siano le piante GM in agricoltura. Penso alla senatrice Cattaneo, che si occupa di ricerca sulle staminali e sulle malattie neurodegenerative, a Veronesi, oncologo, a Corbellini, laureato in filosofia e storico della medicina, a Marco Cattaneo, direttore de Le Scienze, fisico di formazione e giornalista scientifico. Una situazione alquanto buffa. Dall’altra parte abbiamo l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che in base alle proprie linee guida non può usare laboratori indipendenti per le sue ricerche! Quando Monsanto, o chi per essa, vuole immettere nel mercato un suo prodotto, l’agenzia, che non ha nemmeno laboratori di ricerca propri, presenta una serie di domande tecniche sull’affidabilità dei prodotti alla stessa impresa, la quale risponde appoggiandosi a ricercatori di sua fiducia: su questi dati EFSA autorizza il prodotto. Una modalità assurda che non garantisce imparzialità, anzi. L’EPA, la Environmental Protection Agency americana, funziona più o meno nello stesso modo, mentre l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel dibattito pro o contro OGM non ha mai voluto entrarci. http://www.greenews.info/pratiche/ogm-buiatti-dire-che-sono-sicuri-non-e-scontato-valutazioni-per-immetterli-sul-mercato-non-imparziali-20140806/
22) Pesante interferenza degli Stati Uniti e Gran Bretagna sulle ricerche condotte dalla task forze medico-scientifica incaricata di confermare o meno il bando sugli OGM in Africa
La National Biosafey Authority – NBA (Autorità Nazionale sulla sicurezza biologica) due settimane fa ha ordinato alla polizia e laboratori scientifici di procedere ad una verifica sulla esistenza di prodotti OGM illegalmente introdotti sul mercato grazie alla mancanza di informazioni sulle etichette. I primi risultati rivelano un network commerciale organizzato dagli Stati Uniti di proporzioni preoccupanti e in netta violazione con le leggi keniote. Washington e Londra avrebbero creato una lobby a favore dei prodotti geneticamente modificati all’interno del mondo medico e scientifico keniota che contesta i lavori del Dottor Thairu, considerati parziali, causa la nota avversità agli OGM di questo ricercatore. La creazione di questa lobby ha permesso a multinazionali anglo americane, tra cui la Monsanto, di effettuare delle ricerche non autorizzate dal governo sulla produzione locale di OGM in Kenya soprattutto su mais, cassava, sorgo e cotone. Alcuni parlamentari hanno chiesto l’apertura di un’indagine su queste ricerche clandestine. Si sospetta la Monsaldo e altre multinazionali alimentari di introdurre nel DNA dei prodotti OGM meccanismi di attacco contro le specie naturali. Inoltre i semi sono strutturati per avere una scadenza annuale e privati delle naturali caratteristiche di fertilità. Un’operazione coscientemente attuata dalla Monsanto per costringere i contadini del Terzo Mondo a diventare schiavi della catena di distribuzione. Non potendo replicare i semi o conservarli nelle banche semi come si usa fare per i prodotti naturali, i contadini ad ogni semina sono costretti a comprare nuovi semi OGM di monopolio della Monsanto. Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite la coltivazione mondiale di OGM è aumentata del 10.000%, nonostante le proteste mondiali e le restrizioni decise da vari paesi. Nel 1996 1,7 milioni di ettari erano adibiti alla coltivazione di prodotti OGM. Nel 2012 queste coltivazioni si estendono su 170 milioni di ettari prevalentemente concentrati nei paesi del Terzo Mondo con seri danni alla loro capacità agricola. http://www.lindro.it/politica/2014-08-01/136770-kenya-probabile-riconferma-del-bando-ai-prodotti-ogm
23) Il vero nodo che pongono gli OGM è: il brevetto sul vivente
I dati FAO dicono che il fabbisogno alimentare di oltre il 50% della popolazione mondiale è soddisfatto da solo tre specie (a proposito di povertà); il fatto che deve preoccupare è che controllare tramite brevetto tre specie vegetali, significa controllare la sovranità alimentare del mondo! E’ un problema di democrazia non di innovazione!" Vincenzo Vizioli, Presidente AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica)
e Presidente FIRAB (Fondazione Italiana per la ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica) http://aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2767
24) ESPERIMENTI DI NUOVI PRODOTTI TRANSGENICI DIRETTAMENTE SUGLI UMANI, SUCCEDE NEI CIVILISSIMI U.S.A. IN BARBA AL CODICE DI NORIMBERGA
In quello che sembra essere una 'nuova norma' di moda, i ricercatori OGM stanno andando dritto dalle banane transgenichec a sperimentazioni su esseri umani senza prima fare il passo eticamente necessario delle prove di tossicità su animali.
I ricercatori stanno uinfatti progettando di far testare le loro banane OGM agli studenti in Iowa (USA), apparentemente senza alcun previo test di tossicità animale. Questo sarebbe illegale in Europa, dove gli sviluppatori devono fare prima una breve prova di 90 giorni negli animali.
Andare dritti da un prototipo OGM in sviluppo, alla sperimentazione umana è esattamente quello che è successo con gli esperimenti sul "golden rice" transegenico, dove il riso dorato OGM è stato dato ai bambini senza consenso informato e senza preventiva sperimentazione animale. La mancanza di test sugli animali è stata condannata da scienziati internazionali come una violazione del codice di Norimberga, stabilito dopo la seconda guerra mondiale per impedire una ripetizione degli esperimenti nazisti sugli esseri umani. Analogamente, il pomodoro viola OGM, sviluppato da Cathie Martin presso il John Innes Centre, sembra essere destinato alla sperimentazione umana senza essere prima passato attraverso i test di tossicità animale. I ridotti esperimenti sulle cavie effettuate dal team di Martin non erano un vero test di tossicità. Miravano solo ad accertare la durata di vita delle cavie. L'esperimento non avrebbe così potuto rilevare i comuni rischi per la salute: come la tossicità epatica e renale, e non compaiono neppure ricercatori hche abbiano esaminato i parametri base di tossicologia, come di chimica del sangue e delle urine, lo status degli organi, o i livelli ormonali. Forse questa negligenza delle norme minime di sicurezza è ciò che possiamo aspettarci, quando gli scienziati sono autorizzati a sviluppare nuovi alimenti.... Molti di loro non hanno un background in biologia umana e animale o in tossicologia e semplicemente non comprendono che un impianto di geni può sfociare in tossicità o allergenicità. Gli studenti reclutati per le prove con le banane transgeniche nello stato dello Iowa dovrebbero ricordare il precedente di Porton Down, Wiltshire, Regno Unito, dove gli scienziati condussero esperimenti umani immorali per anni con il falso pretesto che essi erano "sicuri". Ad esempio, ai soggetti era stato detto che essi stavano partecipando ad una 'ricerca sul comune raffreddore' quando in realtà essi erano essere esposti a tossine nervine mortali. Prima di accettare di mangiare la banana OGM, gli studenti dovrebbero chiedere ai ricercatori: 'Dove sono i vostri dati sugli esperimenti animali?' Scienziati responsabili accoglierebbero con piacere tali domande.
http://www.gmwatch.org/index.php/news/archive/2014/15565-another-unethical-gmo-human-trial-planned
e: http://www.desmoinesregister.com/story/news/2014/08/02/isu-researcher-test-genetically-altered-bananas/13502003/
25) La Bayer lancia una nuova varietà di soia ogm
La soia Credenz è resistente al glyphosate e al glufosinate. La Bayer CropScience ha introdotto negli Stati Uniti una nuova linea di prodotti di soia. Conosciuta sotto il nome Credenz è una soia geneticamente modificata immune all'erbicida glifosato e glufosinato. Gli agricoltori quindi possono spruzzare più pesticidi, senza danneggiare il raccolto. "Dopo la pratica, il fallimento delle colture geneticamente modificate resistenti al glifosato attualmente la Bayer cambia improvvisamente. Il gruppo si dimostra essere un profittatore irresponsabile. L'annuncio di un ulteriore prodotto GM, dotato di una nuovo resistenza agli erbicidi espone l'intero concetto come situazione di stallo in cui, purtroppo, può vendere sempre di più e sempre più prodotti agrochimici tossici ". Jan Pehrke dal Vorstand der Coordination gegen BAYER-Gefahren aggiunge: "La linea di prodotti di soia Credenz è un ottimo esempio del modo sbagliato di prodotti agrochimici. A causa dell'uso a lungo termine di glifosato si sono venute a creare numerose specie di superinfestanti, che ora le “agro-giganti” vogliono fermare con una terapia di combinazione di pesticidi. Ancora una volta questo non aiuterà a lungo. " Pehrke chiede un divieto mondiale sul glifosato e glufosinato.
http://cbgnetwork.org/5712.html
Dirk Zimmermann di Greenpeace ha criticato il lancio del prodotto dicendo: “Dopo il fallimento delle piante resistenti al glifosato, adesso la BAYER aumenta la produzione di pesticidi. Dopo essersi unita alla corsa alle armi per la coltivazione globale di soia OGM, la multinazionale si sta dimostrando una irresponsabile speculatrice di guerra. L'introduzione di altre piante geneticamente modificate, resistenti a sempre più erbicidi, smaschera l'intera faccenda e rende chiaro che questa è una strada a senso unico che serve solo a vendere sempre più sostanze tossiche al settore agricolo.” In Sud America, foreste, terre coltivate a rotazione e piccole fattorie, sono state eliminate da massicce piantagioni di soia. I raccolti non vanno a nutrire la popolazione locale, ma sono in massima parte esportati in Europa o USA, per soddisfare l'enorme domanda dei produttori di carne. Inoltre, il boom della soia riduce la produzione dei cibi locali tradizionali.
https://www.bayercropscience.us/products/seeds/credenz
Philipp Mimkes della Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer (CBG Germania) afferma: “L'alto consumo di carne sta causando gravi danni ecologici e sanitari in Sud America. Chiediamo una riconversione all'agricoltura ecologica anche se questo comporta una diminuzione della produzione di carne. Gli erbicidi tossici come il glifosato e il glufosinato devono essere banditi!” Glifosato e glufosinato vengono venduti in combinazione con semi geneticamente modificati, in particolare soia e mais. Poiché il mercato dei semi è controllato da poche multinazionali, molti agricoltori riescono a comprare solo semi geneticamente modificati. http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=13032
Il glifosato, sviluppato dalla Monsanto e commercializzato col nome di "Roundup", è la tossina agricola più venduta al mondo. Il brevetto è scaduto e adesso il principio attivo è venduto anche dalla Bayer e da altre compagnie. Il glifosato è sospettato di causare difetti nel feto, danneggiare il DNA e facilitare l'insorgenza di malattie come il morbo di Alzheimer, il diabete e il cancro. Il glufosinato è ancora più tossico. La Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) afferma che la sostanza è molto rischiosa per i mammiferi. Il glufosinato è stato classificato come reprotossico dopo che esperimenti di laboratorio sui topi hanno mostrato nascite premature, morti intrauterine e aborti. Per questo motivo le vendite della sostanza in Europa dovranno essere sospese al massimo entro il 2017. Questo non ha impedito alla Bayer di annunciare, nel maggio 2013, la prevista costruzione di una nuova, enorme fabbrica di glufosinato negli USA. E' il modo in cui la multinazionale cerca di compensare la crescente inefficacia del glifosato contro le infestanti.
http://www.cbgnetwork.org/2786.html
Ricordo che l’EFSA stà per autorizzare la coltivazione del mais della pioneer 1507 che oltre che essere un mais Bt è anche resistente al glufosinate. Quindi presto questo pesticida ce lo troveremo anche noi nei nelle nostre coltivazioni.
Scientific Opinion updating the evaluation of the environmental risk assessment and risk management recommendations on insect resistant genetically modified maize 1507 for cultivation. EFSA Journal 2011;9(11):2429 [73 pp.]. http://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/2429.htm
I raccolti geneticamente modificati, contrariamente a quanto sostengono i lobbisti delle multinazionali, non risolvono il problema della fame nel mondo. L'80% dei raccolti OGM è usato per l'alimentazione animale. I raccolti OGM non sono resistenti alla siccità né hanno una resa maggiore. La loro coltivazione su aree sempre più grandi riduce la produzione di raccolti per l'alimentazione umana, rendendo più difficile la produzione di cibo per le popolazioni locali.
La BAYER, con una fetta di mercato globale del 20%, è il secondo maggior produttore di pesticidi. Dunque i prodotti di questa multinazionale sono responsabili di una parte significativa degli avvelenamenti da pesticidi, che la Organizzazione Mondiale della Sanità stima in circa 20 milioni di casi all'anno, dei quali circa 200.000 mortali.
26) Come addomesticare e falsificare uno studio
Studio del US National Research Council affidato a scienziati pro biotech.
Sessantaquattro (64) * affermati scienziati, ricercatori e professionisti hanno presentato una lettera aperta alla National Academy of Science’s National Research Council (NRC), e hanno fortemente criticato la proposta del Consiglio di un gruppo di esperti con il compito di completare un nuovo studio NRC , "Genetically Engineered Crops: Past Experience and Future Prospects".
Secondo NRC, "il comitato è stato elaborato da candidature presentate, considerando l'intera gamma di competenze e l'esperienza necessarie per affrontare compito di stilare lo studio.
L’"NRC ha offerto al pubblico la possibilità di commentare la composizione del Comitato al 5 agosto http://nas-sites.org/ge-crops/category/committee/
Il comitato ha il compito di condurre un esame di vasta portata nel corso dei prossimi 18 mesi sulla "storia dello sviluppo e dell'introduzione di colture Ogm negli Stati Uniti e a livello internazionale", nonché dei "presunti negativi" e " presunti positivi" impatti delle colture Ogm e delle loro tecnologie associate (ad esempio pesticidi) per gli agricoltori di tutto il mondo.. La relativa relazione, prevista per la pubblicazione nel 2016, è destinata a risolvere ogni possibile confusione derivante da "informazioni contrastanti" che stanno circolando in materia di Ogm, e fornire i risultati di "uno studio oggettivo indipendente" ai politici, al pubblico e "varie parti del governo degli Stati Uniti." Marcia Ishii-Eiteman scienziato senior di Pesticide Action Network, - un co-firmatario sulla lettera - ha spiegato: "Come scienziati e ricercatori, siamo profondamente turbati dalla creazione del NRC di un comitato che appare predisposto a sostenere le colture Ogm, senza intraprendere una valutazione equilibrata e basata su prove degli impatti reali della tecnologia. Un'indagine di successo dei complessi impatti agronomici, ecologici, economici, sociali, politici e culturali delle colture Ogm in tutto il mondo richiede un gruppo di esperti altamente qualificati nelle scienze sociali e nelle analisi multidisciplinari, e avendo esperienza del mondo reale al di là del microscopio. Molti pochi individui nel comitato proposto sono in possesso di questa esperienza, fatto salve poche eccezioni. Così come è attualmente configurato, il comitato di NRC non ha neanche lontanamente l'esperienza accademica e del mondo reale necessaria per produrre un prodotto credibile. "
http://www.panna.org/scientists-challenge-makeup-panel-meant-evaluate-gmo-risks
Nella loro lettera, gli scienziati hanno osservato che il progetto di NRC è "dominato da ricercatori delle scienze biofisiche, la maggior parte dei quali rientrano in un intervallo ristretto di discipline e campi, con la maggior parte degli scienziati che hanno incentrato la loro ricerca a livello cellulare o molecolare ... e [di lavoro] in un quadro di sviluppo delle colture GE."Gli autori hanno sottolineato la mancanza di sufficienti competenze nelle scienze sociali necessarie per rispondere alle grandi domande circa l'impatto delle colture GE, e ha esortato l’NRC per includere nel comitato sociologi rurali e di sviluppo, economisti, geografi, professionisti della salute pubblica, esperti internazionali di sviluppo ed ecologisti addestrati in sistemi agricoli diversificati.
Gli scienziati hanno anche criticato la completa assenza di agricoltori in un comitato che tenta di valutare l'esperienza degli agricoltori. E la lettera conclude che nella sua forma attuale:
"Il Comitato non può sperare di cominciare a svolgere il suo ampio mandato di esaminare gli complessi impatti storici, sociali, politici, culturali e altro degli Ogm e le tecnologie associate per gli agricoltori e le comunità, sia negli Stati Uniti o in tutto il mondo."
http://www.panna.org/sites/default/files/NRC%20GE%20Study%20Letter_2014_0.pdf
In un'altra lettera presentata da 18 scienziati * e ricercatori di oggi, l’NRC è stato fortemente criticato per non aver diversificare la gamma di interessi istituzionali rappresentati dal comitato, portando ad un insieme polarizzato dall'orientamento istituzionale dei suoi membri. Gli autori notano che molti dei relatori provengono dai programmi di sostegno alla Biosicurezza e alle Biotecnologie della USAID e USDA, e al Donald Danforth Plant Science Center, istituzioni affiliata alla Monsanto, e "dedicata alla ricerca, sviluppo, commercializzazione, esportazione e/o commercio di colture GE."
http://www.panna.org/sites/default/files/NRC_Nominations_Letter_2014.pdf
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Intervista all'autore di: "L'inganno degli OGM". Nel suo più recente libro di saggi, 'L'inganno degli OGM,' scritto insieme con Jeremy Gruber, Sheldon Krimsky*, che dirige il Council for Responsible Genetics (Consiglio per la genetica responsabile), critica l'industria dell'agricoltura e del cibo, per aver modificanto geneticamente il cibo che mangiamo.
Nota: Un paio di rettifiche devono essere apportate alle domande poste dall'intervistatore. In primo luogo, non c'era nulla di 'irrealistico' nello studio di sicurezza a lungo termine dell'equipe del Prof. Séralini sul mais transgenico OGM NK603 e sul diseccante-erbicida Roundup. L'esperimento ha testato bassi livelli di Roundup addirittura sotto i limiti normativi di sicurezza e per ciò che riguarda il mais transgenico OGM, sono state utilizzate le stesse proporzioni della dieta standard che vengono utilizzate ai fini normativi per i test in studi OGM. In secondo luogo, per quanto riguarda la domanda dell'intervistatore, sul fatto di chiedersi se 'questo risultato negativo avrebbe più peso di quello che hanno decine di test positivi?' - si può dire che oltre a questo del Prof. Seralini NON ci sono altri studi sulla sicurezza a lungo termine effettuati sul mais NK603 e allo stesso modo non ci sono nemmeno studi di sicurezza a lungo termine effettuati a fini normativi sulla formulazione completa dell'erbicida-diseccante Roundup tale come è venduto e utilizzato. Lo studio Séralini è dunque l'unico a cui si può ricorrere per esaminarne i risultati. Non è valida per citare i risultati degli studi sugli altri OGM per rivendicare la sicurezza di questo OGM; e non è valido citare studi normativi sul glifosato (senza tener conto della formulazione complteta del Roundup, compresi quindi gli adiuvanti) per pretendere che il Roundup sia sicuro.
Boston Globe, 18 Aug 2014
Per 30 anni come capo del Consiglio per la genetica responsabile, Sheldon Krimsky ha seguito il dibattito sugli gli alimenti geneticamente modificati. Krimsky, è un professore di lunga data alla Tufts University, ha scritto o previsionato 13 libri sulla scienza e la società. Nel suo più recente saggio, 'The GMO Deception', scritto assieme a Jeremy Gruber, Krimsky critica l'industria agricola e alimentare per il fatto che modificano la composizione genetica del cibo che mangiamo. Sheldon Krimsky afferma di non essere a favore o contro gli organismi geneticamente modificati, ma ritiene che la scienza richieda cautela.
Q.=Question / A.=Answer
Q. Perché hai scritto questo libro e perché adesso?
A. Vi è un sacco di confusione, ambiguità e polemica sugli gli OGM ed è difficile capire da dove provenga tutto ciò, e perché scienza non sia in grado di risolvere tale situazione. Abbiamo pensato che questo era il momento giusto per mettere insieme un volume su vari argomenti che sono stati oggetto di interesse pubblico e di controversie, come ad esempio: i cibi transgenici sono sicuri? Saranno gli OGM i nostri salvatori dalla fame nel mondo? Gli OGM contribuiscono davvero all'agricoltura sostenibile?
Q.Hai chiaramente preso una posizione anti-OGM nel libro.
R. Non avevamo l'idea di produrre una presentazione equilibrata tipo 'questa è la posizione di Monsanto' e 'questa è la posizione di Greenpeace'. Piuttosto, abbiamo preso un ampio spettro di persone che erano scettiche per motivi diversi, e volevamo che i loro parerei, le loro opinioni fossero rappresentate.
Q. Quindi non sei contrario agli OGM, sei solo scettico?
A. Uno dei valori fondamentali della scienza è lo 'scetticismo organizzato'. Quando vengono effettuate richieste, devi iniziare con lo scetticismo, fino a quando la prova è così forte che lo scetticismo scompare. Non è nella scienza iniziare dicendo 'Sì, mi piace questa ipotesi e deve essere vero'.
D. Perché è diventato così controverso problema della sicurezza con gli OGM?
R. Il problema con gli OGM risale al 1992 dopo che la Commissione Quayle [denominata per l'allora vice presidente Dan Quayle] emanò le linee guida per la biotecnologia. Quel rapporto consigliato dalla U.S. FDA che diceva 'non devi testare qualcuno di questi prodotti'. Hanno semplicemente detto all'industra biotech se vedete dei problemi, fatecelo sapere.
D. Non sei d'accordo con quell'approccio?
A. E' impossibile prevedere cosa sta per accadere ad un organismo se gli inserisci un gene estraneo. Che potrebbe interferire con altri geni, potrebbe sovra-esprimere alcune cose e sotto-esprimerne delle altre. Non puoi fare previsioni senza fare gli esperimenti necessari.
Q. Cioè vuoi dire che se una società (di biotech) inserisce un gene, non possono controllare dove va o cosa fa?
A. I geni fanno più di una cosa. Se si pensa al genoma come un ecosistema piuttosto che un sistema in stile "Lego", da subito un'idea diversa di quali sono le possibilità. Dobbiamo fare esperimenti per capire quello che può fare un gene estraneo (quello inserito) intende fare nell' l'organismo.
Q. Perché armeggiare con i geni è peggio dcbe cercare i tratti che vogliamo?
A. Il lavoro con gli ibridi si fa all'interno della stessa specie. Invece nelle colture geneticamente ingegnerizzate, si prende un gene da una specie completamente diversa e lo si immmette nel genoma di una pianta. Sarebbe come dire: mettiamo pochi geni animali nel gamete degli esseri umani e poi affermare che questa operazione è equivalente a inserire gamete umano alcuni geni da un altro essere umano.
Q. Che cosa ci può dire sull'esperimento (test Seralini) che è stato fatto? La maggior parte della ricerca non ha riscontrato che gli OGM transgenicisono sicuri e non sono diversi dalle colture ordinarie?
A.Perché ogni volta che uno scienziato trova un risultato negativo in un esperimento con ciò che ha da fare con l'alimentazione (OGMtransgenica) viene diffamato? E' questo il modo appropriato di trattare gli scienziati che scoprono con un esperimento il risultato negativo?
D. Può essere più preciso?
A. il caso più recente è stato uno scienziato francese, che ha pubblicato la sua ricerca (sui transgenici e il diserbande Roundup) in una rivista peer-reviewed. In un primo momento i redattori sostennero la sua opera. Poi però ricevettero molte critiche riguardo lo studio. Poco più di un anno dopo che lo studio era stato pubblicato, gli editori ritrassero lo studio stesso — non perché ci fosse qualcosa di sbagliato, o perché ci fosse frode scientifica, ma perché, hanno dichiarato, quei risultati (del suddetto studio) non erano definitivi. Subito, oltre 100 scienziati di tutto il mondo hanno preso posizione sostenendo l'autore dello studio (Gilles-Éric Séralini) e affermando che un simile trattamento era inconcepibile. Questo modo di fare (censura) non è esattamente come funziona la scienza. Un' altra rivista scientifica peer review è andato avanti e ha deciso di pubblicare lo studio che era stato ritirato dalla precedente rivista che lo aveva pubblicato.
Q. Ma non c'è stata critica che lo scenario proposto dalla ricerca di Séralini definito non realistico?
A. Quando stai testando i rischi di un prodotto o di una tecnologia, è razionale guardare gli scenari peggiori. Se si sta testando la sicurezza di un nuovo aereo, si fa delle prove al limite, non certo in condizioni di sicurezza normali.
Q. Allora questa constatazione negativa ha più peso che decine di test positivi?
A. Ogni volta che stai cercando il rischio insito in un prodotto, un singolo risultato negativo è più importante di 99 risultati positivi, soprattutto quando un numero sostanziale di tali risultati positivi è finanziato dall'industria agro-alimentare. Abbiamo avuto prodotti sul mercato per 50 anni: PCB, amianto, tabacco, DDT. All'inizio ci dissero che erano sicuri.
Q. c'è qualcosa che può convincerti che gli OGM transgenici sono sicuri?
R. Potrei convincermi se ci fossero stati studi indipendenti, studi che si pongono le domande giuste e darei importanza agli esperimenti che mettessero in evidenza i casi più vulnerabili.
Q. Tu mangi cibi OGM ?
R. Cerco di comprare biologico, perché questo è il modo solo ragionevole, dobbiamo evitare i cibi OGM transgenici. È molto difficile quando si mangia nei ristoranti, ma in casa nostra dobbiamo cercare di comprare cibi biologici.
* Sheldon Krimsky Dirigente del Council for Responsible Genetics (Consiglio per la genetica responsabile), e Professore di: Urban & Environmental Policy & Planning, School of Arts and Sciences at Tufts University e Professore aggiunto al Department of Public Health and Family Medicine at the Tufts School of Medicine.
28) Politici statunitensi comprati e a tutti gli effetti "di proprietà" delle grandi imprese Biotech (Monsanto fra queste).. e risultano "venduti" anche certi media… che succeda anche altrove?
20 08 2014
I Politici prendono soldi da Monsanto, e parte del contenuto della rivista 'Forbes' è pagato, vi siete mai chiesti perché la rivista 'Forbes' pubblica tanti attacchi al vetriolo su coloro che minacciano gli interessi dell'industria degli OGM? Ad esempio gli attacchi del giornalista Jon Entine al Prof Gilles-Eric Seralini? http://www.forbes.com/sites/jonentine/2012/09/30/does-the-seralini-corn-study-fiasco-mark-a-turning-point-in-the-debate-over-gm-food/
Può essere perché una parte del suo contenuto non è giornalismo ma... pubblicità e viene da organizzazioni che pagano 'Forbes' per pubblicarla, (come spiega la voce 2 dell'articolo di seguito). Il presente articolo afferma che ' Forbes è un'evidente frode. Non è affatto un'operazione editoriale o autonoma della rivista. È solo, in effetti, un sito di commento dell'utente che permette ai commentatori di dire che hanno scritto per 'Forbes'. O addirittura un sito per promotori pagati per scrivere articoli di elogio per Forbes e su qualunque cosa essi stiano promuovendo, qper poter poi dire in ulteriori operazioni di propaganda che 'Forbes' approva tali e quali sciocchezze di ogni genere. I media non sono l'unico settore negli Stati Uniti ad essere acquistato e posseduto da grandi aziende di Biotech. Una lettera all'editore di un giornale delle Hawaii (USA) afferma che un politico importante dell'isola (Hawaii) ha ripetutamente preso soldi da Monsanto – e poi ha negato ciò (punto 1 dell'articolo).
1."Rompiamo l'abitudine della corruzione legalizzata"
di Jeff Sims Maui (Hawaii) Weekly, August 19, 2014
"...il nostro attuale senatore dello (USA), Roz Baker, ha preso soldi dall'azienda Monsanto e questo nel 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012 Tuttavia, il 17 giugno, Baker ha fatto una dichiarazione pubblica affermando che non aveva preso soldi da Monsanto per un certo numero di anni. Ha anche preso i soldi lobbisti registrati e quindi conosciuti a tutti, della Monsanto. E 'tutto testimoniato dal registro pubblico. Ad esempio, George A. Martin le ha offerto denaro e Roz Baker ha accettato i soldi, questo nel 2007 ($ 500), 2008 ($ 1.000), 2010 ($ 1.000), 2.011 ($ 1.000), 2.012 ($ 1.000), 2.013 ($ 1.000) e quest'anno ($ 1.000). E inoltre ha preso soldi da Frederick J. Perlak e Carol K. Riemann. In un altro forum pubblico, la Baker ha negato che un lobbista Monsanto avesse organizzato una raccolta fondi per lei, ma il nome del lobbista della Monsanto era ben stampigliato sull'invito alla raccolta fondi per la Baker. Perché allora la Baker ripetutamente induce in errore il pubblico? Perché si è venduta (al lobbista della Monsanto?).
2."Che cosa si salva di 'Forbes' ?"
di Michael Wolff USA TODAY, February 23, 2014
http://www.usatoday.com/story/money/columnist/wolff/2014/02/23/forbes-magazine-on-the-block/5684695/
La rivista Forbes si è messa in vendita, e un accordo è atteso a breve - molto probabilmente con una società cinese che si chiama "Fosun International Ltd." , un conglomerato di investimento che ama definirsi la Berkshire Hathaway di Cina. In un certo senso, 'Forbes', almeno la rivista cartacea, è come 'Newsweek' o 'Businessweek', l'ombra di sè stessa, venduto in un mercato in difficoltà. 'Forbes' è stata offerto in lungo e in largo e apparentemente ha solo attirato l'interesse serio di un non-editore. Intanto, nell'attesa della vendita definitiva, Forbes si vende e pubblica svariati attacchi al vetriolo su coloro che minacciano gli interessi dell'industria degli OGM.
29) Per convincere l'Europa ad accettare gli Ogm nel trattato Ttip gli Usa faranno di tutto e di più. Come già avvenne con Berlusconi
Anche se il negoziato Usa-Eu sul trattato Ttip si è svolto finora nel massimo riserbo, è trapelato quanto basta per capire che uno degli ostacoli maggiori è costituito dagli Ogm (organismi geneticamente modificati), soprattutto dalle colture agricole biotech, dove alcune multinazionali Usa (Monsanto e Pioneer Dupont in testa) hanno interessi colossali. La loro tesi è che le colture Ogm assicurano raccolti più abbondanti, e perciò più redditizi, senza rischi per la salute. Tesi condivisa dall'amministrazione Usa, guidata da Barack Obama. Di parere opposto, in Europa, sono gli ambientalisti e le associazioni agricole, che giudicano le colture biotech incompatibili con le produzioni agricolo-alimentari di qualità, poco convenienti (gli Ogm non consentono di avere sementi, che vanno riacquistate ogni anno presso le multinazionali, che così lucrano profitti), e dannose per la salute umana. Con loro, sono schierati 19 dei 28 governi che fanno parte dell'Unione europea, e l'Italia di Matteo Renzi è tra questi. Una decisione definitiva, in sede Ue, dovrà essere presa dalla nuova Commissione guidata da Jean Claude Juncker, ma le multinazionali Usa del biotech non sembrano affatto rassegnate a una sconfitta. Dalla loro parte sanno di avere l'intero apparato diplomatico Usa, che in passato ha dimostrato di interferire non poco sulle decisioni dei governi europei. In proposito, è illuminante la rilettura di alcuni cablo riservati dell'ambasciata Usa a Roma durante il governo Berlusconi 2001-2005, rivelati dallo scandalo Wikileaks e pubblicati allora in un saggio (Mimmo Franzinelli e Alessandro Giacone, La Provincia e l'Impero; Feltrinelli). A differenza dei governi precedenti, tutti contrari alle coltivazioni Ogm, quello di Berlusconi fece subito sperare agli Usa in un cambio di rotta. Il Cavaliere e l'allora presidente Usa, George W. Bush, avevano infatti concordato una politica a favore degli Ogm: una svolta italiana che il vice consigliere Usa per la sicurezza si affrettò a ricordare a Giovanni Castellaneta, consigliere diplomatico di Berlusconi, subito dopo avere accertato che nel governo italiano c'era un ministro che remava contro. Si trattava di Gianni Alemanno, responsabile dell'Agricoltura, che da sempre si era schierato contro gli Ogm, e per questo era entrato in diretta polemica con l'oncologo Umberto Veronesi, che invece si era detto favorevole. Non solo. A sostegno della sua posizione, Alemanno aveva consultato le principali associazioni agricole (Coldiretti in testa), ottenendo il loro sostegno, salvo quello della Confagricoltura, favorevole ad alcuni tipi di «sementi non contaminate da Ogm»(!). La reazione della diplomazia Usa fu riassunta in un cablo riservato: «Il nostro obiettivo è di seppellire il documento Alemanno nella commissione nazionale delle biotecnologie». E se sarà approvato, Berlusconi subirà «una forte pressione per spostare l'Italia verso una politica più amichevole rispetto ai nostri interessi». Ma Alemanno non cedette, e un nuovo cablo dell'ambasciatore, Mel Sembler, avvertì Washington: «Non possiamo permettere ad Alemanno di andare avanti senza ostacoli». Scattò subito la ricerca di ministri filo-Usa, da schierare contro quello dell'Agricoltura. Quello dell'Industria, Antonio Marzano, non si fece pregare e in un appello pro-Ogm, sostenne che «l'opposizione non era basata su prove scientifiche, ma su sentimenti anti-americani». Uno speech preparatogli da un direttore generale del ministero, Amedeo Teti, che nei cablo Usa venne subito indicato come persona da «proteggere strettamente». Ma Alemanno tirò dritto. E quando la Regione Piemonte iniziò a distruggere le coltivazioni di mais biotech, si dichiarò d'accordo, presentando un decreto legge restrittivo sugli Ogm. Per protestare, l'ambasciatore Sembler si fiondò a Palazzo Chigi da Gianni Letta, che si disse all'oscuro di tutto e, per placare l'ospite, lo collegò in viva voce al telefono con Berlusconi, che si trovava ad Arcore. La sintesi della telefonata è in un cablo: «Dopo avere espresso il suo continuo supporto agli sforzi statunitensi del presidente Bush per diffondere la democrazia, Berlusconi ha promesso che non avrebbe fatto passare la bozza di decreto del ministro Alemanno, così come gli era stata descritta, al consiglio dei ministri». Ma di litigare con Alemanno, in realtà, Berlusconi non aveva nessuna voglia, come spiegò al ministro della Salute, Girolamo Sirchia, pure lui filo-Usa e pro-Ogm: «Il partito di Alemanno è una componente preziosa del governo». Di lì a poco la questione degli Ogm passò in secondo piano, scavalcata per importanza dall'inizio della guerra in Iraq contro Saddam Hussein, dove il contributo militare dell'Italia era per l'ambasciata Usa un tema prevalente su tutti gli altri. E Sembler, per giustificare a Wahington l'opportunità di mollare la presa sugli Ogm e non suscitare polemiche eccessive sulla stampa, scrisse in un cablo: «Dobbiamo ammazzare un drago per volta». Così, grazie ad Alemanno (discutibile come sindaco di Roma, ma valido ministro dell'Agricoltura), gli Ogm non passarono e sono tuttora vietati.”
In merito fu soprattutto delle forti pressioni pubbliche, degli agricoltori e del mondo dell’associazionismo che erano e sono tutora fortemente contrari all’introduzione del transgenico, ciò non compare nell’articolo, ma è la realtà completa dei fatti. http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1920395&codiciTestate=1
30) L'evoluzione dei parassiti rispetto alle piante biotech era stata prevista dagli scienziati ma la sua diffusa conoscenza non fu resa possibile dalle multinazionali dalle sementi transgeniche
Con le prime semine nel 1996, il mais Bt è diventato rapidamente molto popolare tra gli agricoltori statunitensi. Nel giro di pochi anni, le popolazioni di rootworms e piralide, comuni parassiti del mais, sono crollati in tutto il Midwest. I rendimenti sono aumentati e gli agricoltori hanno ridotto il loro uso di insetticidi convenzionali che causano danni più ecologici rispetto alla tossina Bt.
Entro la fine del millennio, tuttavia, gli scienziati che studiavano l'evoluzione della resistenza agli insetticidi hanno avvertito dei problemi imminenti . Qualsiasi diabrotica che potesse sopravvivere alle esposizioni Bt avrebbe un campo aperto in cui riprodursi, e, a meno che il raccolto fosse stato accuratamente gestito, la resistenza sarebbe emersa rapidamente.
E arriviamo al 2009, quando Aaron Gassmann, un entomologo della Iowa State University e co-autore ha risposto alle segnalazioni di gravi danni della diabrotica nei campi di mais Bt nel nord-est dello Iowa. Popolazioni che erano diventate resistenti a una delle tre varietà di mais Bt. (Ogni varietà produce un diverso tipo di tossina Bt). Egli ha descritto la resistenza in uno studio del 2011, e nello stesso periodo, i rapporti del mais Bt-danneggiato dalla diabrotica arrivavano dalle parti dell’Illinois, Minnesota, Nebraska e South Dakota. Questi non rappresentano un unico focolaio, ma piuttosto l'emergere, ancora e ancora, di resistenza.
Nel nuovo documento, Gassmann descrive ulteriori episodi di resistenza Bt in altre parti dell’Iowa. Trovò anche rootworms resistenti a una seconda varietà di mais Bt. Inoltre, essendo resistente ad una varietà le probabilità di resistenza ad un’altra sarebbe accresciuta. Ciò significa che il mais ingegnerizzato per produrre più tossine Bt - le cosiddette varietà accatastate - non farebbe molto per rallentare l'evoluzione della resistenza diabrotica, come inizialmente sperato.
Gli agricoltori probabilmente non smettereranno di usare il mais Bt, in quanto è ancora efficace contro altri parassiti - ma come i rootworms diventano più resistenti, ha detto Gassmann, gli agricoltori potranno rivolgersi agli insetticidi, aumentando così i costi e perdere i benefici ecologici originariamente ottenuti utilizzando mais Bt.Come entomologi interessati alla resistenza della diabrotica abbiamo scritto al EPA nel 2012: "Gli insetticidi si sovrappongono alla tecnologia transgenica, i vantaggi economici e ambientali del mais protetto dalla diabrotica rapidamente scompaiono."
L'entomologo Bruce Tabashnik della University of Arizona ha chiamato la resistenza Bt "un problema sempre più grave", e ha detto che le dimensioni dei rifugi devono essere aumentati drammaticamente e subito. Lui e altri scienziati hanno spinto l'EPA a raddoppiare i requisiti dei rifugi attuali, ma finora senza successo.
"Le imprese biotech hanno incitato con successo l’EPA per importanti riduzioni del fabbisogno di rifugi", ha detto Tabashnik.
L’entomologo Elson Shields della Cornell University è d'accordo. "La resistenza è stata causata perché i contadini non piantano i rifugi richiesti e le società non rispettano l'impianto dei rifugi", ha detto Shields, che ha scritto che "un diffuso aumento del fallimento potrebbe essere proprio dietro l'angolo."
Oltre ad aumentare le dimensioni di rifugio, gli agricoltori devono anche variare le colture piantate sui loro campi, piuttosto che piantare mais stagione dopo stagione, ha detto Gassmann. Le interruzioni del ciclo di mais interrompono naturalmente le popolazioni di diabrotica, ma l'approccio è "caduto in disgrazia", così come l'alto prezzo del grano lo ha fatto seminare di continuo. "La semina continua di grano è l'habitat perfetto per la diabrotica", ha detto Gassmann.
Shields ha anche lamentato la difficoltà che lui, e altri scienziati accademici di lunga esperienza, incontrano quando si cerca di studiare mais Bt. Fino al 2010, dopo le obiezioni organizzate da entomologi presso le principali università di agricoltura, s'era imposto alle aziende di sementi di consentire ai ricercatori esterni di studiare il mais Bt, il raccolto era però in gran parte interdetto dagli studi. Se gli studi fossero stati condotti adeguatamente, la resistenza della diabrotica avrebbe potuto essere stata rilevata anche prima che minacciasse di diventare un problema.
"Una volta che abbiamo avuto accesso legale, la resistenza è stata documentata in un anno", ha detto Shields. "Stavamo vedendo gli errori ben prima, ma non ci hanno permesso di testare la resistenza."
C'è una lezione da imparare per le future caratteristiche delle colture, ha detto Shields. La resistenza della diabrotica è stata prevista fin dall'inizio, ma l'industria delle sementi Bt, cercando di massimizzare i profitti a breve termine, ha ignorato colpevolmente gli scienziati esterni.
http://www.wired.com/wiredscience/2014/03/rootworm-resistance-bt-corn/
Gassmann, A. J., Petzold-Maxwell, J. L., Clifton, E. H., Dunbar, M. W., Hoffmann, A. M., Ingber, D. A., & Keweshan, R. S. (2014). Field-evolved resistance by western corn rootworm to multiple Bacillus thuringiensis toxins in transgenic maize. Proceedings of the National Academy of Sciences. doi: 10.1073/pnas.1317179111
http://www.pnas.org/content/early/2014/03/12/1317179111
31) TRANSGENESI: LE NUOVE innaturali e potenzialmente pericolose FRONTIERE, Symbio vanilla, la vaniglia da biotecnologia sintetica
Invece di prendere geni esistenti da specie naturali e inserirli in un altro, tipico della ingegneria genetica "tradizionale", la biologia sintetica crea interamente nuove sequenze di DNA utilizzando i computer per compilare miscele di "mattoni" da geni inventati con l'obiettivo di creare prodotti specifici per eseguire compiti innaturali, come il lievito che produce vanillina.
Biotecnologia sintetica. Symbio vanilla, la vaniglia da biotecnologia sintetica
Un nuovo ingrediente uscito da una "capsula di Petri" sta per entrare nell'approvvigionamento alimentare mondiale in molti dei nostri cibi preferiti, dal gelato alla torta di compleanno. E come molti dei prodotti dell'ingegneria genetica, non sarà etichettato ma commercializzato come "Naturale". Ma questo ingrediente è tutt'altro che naturale.
L’aroma di vaniglia prodotto con biologia sintetica (Synbio vaniglia) è prodotto con una nuova tecnologia genetica sperimentale virtualmente non regolamentata, la biologia sintetica, una versione estrema di ingegneria genetica. Synbio vaniglia è stato progettato per sostituire l’aroma naturale di vanillina dai baccelli di vaniglia, ed è realizzata in laboratori con DNA sintetico e riprogrammato, e lievito geneticamente modificato.
Questo è il primo uso principale di un ingrediente Synbio nel cibo, e decine di altri sapori e additivi alimentari sono in cantiere, in modo che la Synbio vaniglia potrebbe costituire un precedente pericoloso per ingredienti sintetici geneticamente modificati per intrufolarsi nel nostro approvvigionamento alimentare ed essere etichettati come "naturale”.
Aziende dei gelati sono una delle più grandi acquirenti di aroma naturale di vaniglia e dobbiamo mandare un messaggio forte alle grandi aziende chiedendo loro che si impegnano a non utilizzare Synbio vaniglia nel loro gelato. La vanillina da biologia sintetica pone diversi interrogativi sulla salute umana e preoccupazioni ambientali ed economiche per i consumatori, per le aziende alimentari e per le altre parti interessate. La vanillina da biologia sintetica potrebbe accelerare la distruzione della foresta pluviale e potrebbe danneggiare gli agricoltori sostenibili e le comunità povere di tutto il mondo.
Gli agricoltori di vaniglia naturale proteggono le foreste pluviali intatte coltivando le orchidee vaniglia di alto valore che dipendono da queste foreste tropicali. Se la domanda di Synbio vaniglia raggiunge una scala industriale, potrebbe portare alla distruzione della foresta pluviale in due modi. In primo luogo, la Synbio vaniglia mascherata come "naturale" potrebbe spostare la domanda per il mercato della vaniglia naturale. Senza il valore economico che il mercato della vaniglia naturale aggiunge alla foresta pluviale in queste regioni, queste foreste, le ultime a restare in piedi non saranno più protette dalla concorrenza dei mercati agricoli come la soia, olio di palma, e zucchero.
Inoltre, la domanda di zucchero necessario per alimentare il lievito progettato per la biologia sintetica potrebbe tradursi in chiaro taglio di foreste tropicali in America Latina, Africa e Sud Est Asiatico per la maggiore produzione di canna da zucchero.
http://www.foe.org/projects/food-and-technology/synthetic-biology/No-Synbio-Vanilla
Questo ingrediente, vanillina da biologia sintetica, è stato creato utilizzando la biologia sintetica da Evolva®, l'azienda che produce questo ingrediente, insieme a International Flavors and Fragrances (IFF), che prevede di commercializzare il suo prodotto come additivo alimentare a partire dal 2014. La biologia sintetica è una forma estrema di ingegneria genetica, in cui gli scienziati inventano un codice genetico interamente nuovo per poi inserirlo in organismi per servire funzioni specifiche. La biologia sintetica è la "progettazione e la costruzione di nuove parti biologiche sintetiche, dispositivi e sistemi che non esistono in natura e la riprogettazione di organismi biologici esistenti ". Invece di prendere geni esistenti da specie naturali e inserirli in un altro, tipico della ingegneria genetica "tradizionale", la biologia sintetica crea interamente nuove sequenze di DNA utilizzando i computer per compilare miscele di "mattoni" da geni inventati con l'obiettivo di creare prodotti specifici per eseguire compiti innaturali, come il lievito che produce vanillina.
http://libcloud.s3.amazonaws.com/93/eb/6/3136/synbio_vanillin_fact_sheet.pdf
Il DNA, che viene inventato al computer, è progettato per creare una nuova serie di indicazioni per il lievito, o quello che è chiamato alla nuova via metabolica.
Questo percorso dirige il lievito o le alghe a produrre sostanze differenti, quali vanillina, invece di quello che lievito e alghe produrrebbero naturalmente, cioè birra o olio.
Anche se questa vanillina sintetica è stata creata da computer e costruita attraverso un processo di fermentazione che non esiste in natura, il rivenditore della vanillina sintetica, Evolva e il suo partner IFF, stanno cercando di commerciare la Synbio vaniglia come "naturale". L'obiettivo di Evolva è quello di sostituire la VERA vanillina naturale (estratto dai semi di vaniglia) con la Synbio vaniglia innaturale. La Synbio vaniglia sarebbe la prima grande applicazione negli alimenti di questa nuova tecnologia genetica sperimentale.
La vanillina è la componente primaria del sapore di vaniglia, il sapore naturale più popolare del mondo. L'unico modo per ottenerlo naturalmente è dal baccello del seme dell'orchidea vaniglia. La vaniglia naturale è prodotta e raccolta dagli agricoltori nelle foreste pluviali del Madagascar, Messico e in tutto Sud-Est asiatico.
La vanillina da biologia sintetica è distinta dalla vanillina artificiale già sul mercato, anche se entrambi sono progettati nei laboratori. La vanillina artificiale è un mix di componenti chimici. La nuova vanillina sinbio è sintetizzata da un organismo geneticamente modificato, come il lievito. Mentre i biologi sintetici sostengono che il processo di fermentazione del lievito è naturale, questo richiede un lievito codificato al computer, che esiste solo all'interno di un laboratorio.
Le preoccupazioni sulla sicurezza
Come prodotto convenzionali GE, la Synbio vaniglia praticamente non è testata, non è regolamentata ed è tutt'altro che "naturale" o "sostenibile". Ma la U.S. Food and Drug Administration (FDA) è propensi ad accettarla come "Generally Recognized As Safe", che significa, in pratica, le imprese dichiarano i loro nuovi additivi sicuri, senza prima sottoporre alla FDA per la valutazione e l'approvazione.
Synbio vaniglia è una preoccupazione ma non solo perchè sarebbe inserita in gelati e bibite. Il problema GROSSO è che sarebbe il primo prodotto importante della biologia sintetica nel nostro cibo, e Synbio vaniglia potrebbe costituire un precedente per consentire a molti altri ingredienti sintetici GE etichettati come "naturali" di essere inseriti nel nostro cibo senza che il consumatore ne sia a conoscenza.
Non regolamentata e senza etichetta. (problema dell'etichettatura come funziona ora negli U.S.A.). Come con altri organismi geneticamente modificati (OGMTransgenici), veramente non è noto se la vanillina da biologia sintetica è sicura da mangiare, o quali impatti possono verificarsi se gli organismi sintetici dovessero interagire con organismi naturali o gli ecosistemi. Non abbiamo informazioni adeguate per rispondere a queste domande. Né vi sono disposizioni che richiedono queste informazioni prima che i prodotti siano lanciati sul mercato.
Senza prove, o regolamenti ed etichettatura degli alimenti specifici per la biologia sintetica, potremmo non essere in grado di identificare le minacce ambientali e per la salute fino a quando non sia troppo tardi.
L’auto-controllo non è legale per la contabilità finanziaria, MA non dovrebbe esserlo per le aziende che introducono tecnologie nuove e potenzialmente pericolose.
http://www.pccnaturalmarkets.com/sc/1401/synthetic-biology.html
Evolva è presente in Basilea (Svizzera), Chennai (India), Copenaghen (Danimarca) e negli Stati Uniti Bay Area. Evolva è quotata presso la Borsa Svizzera (Symbol: EVE).
32) Monsanto e altre multinazionali in campo comtro l'etichettatura obbligatoria degli alimenti contenenti componenti OGMtransgeniche
Le multinazionali: Pepsi, ConAgra, Monsanto, Smuckers e altre hanno appena annunciato che sponsorizzeranno con più di $ 1,5 milioni la battaglia contro l'etichettatura dei prodotti OGMtransgenici ! "Diritto di conoscere! La campagna in atto in Colorado (U.S.A.) è una campagna per realizzare l'obiettivo civile e di comune senso ragionevole, l'etichettatura obbligatoria di alimenti geneticamente modificati o OGMtransgenici in tutto lo stato, affinché i cittadini possano fare scelte informate sul cibo che comprano e mangiano. Le multinazionali contrarie all'etichettatura obbligatoria mettereanno in campo con quella cifra stanziata la solita disinformazione basata su notizie non vere, foraggiata dalle solite corporations per strizzare i cervelli e portarli sulle loro spiagge di sfruttamento intensivo e .. transgenico.
"NUOVO RAPPORTO:
L'Unione dei Consumatori ritiene che l'etichettatura degli OGM aumenterà i prezzi del cibo da ... rullo di tamburi per favore ... un "enorme" $ 2.30 a persona all'anno. Un'inezia, perciò ! Contrariamente a quanto le aziende chimiche e le società Big Food rivendicano, non ci sarà invece alcun aumento notevole dei prezzi alimentari da etichettatura obbligatoria cibo OGM. Questa nuova relazione è stata basata proprio sul modello di costo di etichettatura dei prodotti alimentari della FDA, così come su molti altri report e dati storici provenienti da paesi che richiedono l'etichettatura obbligatoria degli OGM.
Consumer Reports." NEW REPORT: Consumers Union finds that GMO labeling will increase food prices by... drum roll please... a whopping $2.30 per person per year. Contrary to what the chemical companies and Big Food companies are claiming, there will be NO NOTICEABLE INCREASE in food prices from mandatory GMO food labeling. This new report was based on the FDA's own food labeling cost model as well as several other reports and historical data from countries that require mandatory GMO labeling. THE TRUTH - from your most trusted source of independent consumer research, the publisher of Consumer Reports.
READ THE REPORT: https://consumersunion.org/wp-content/uploads/2014/09/GMO_labeling_cost_findings_Exe_Summ.pdf
Colorado needs your help - Please DONATE: https://secure.actblue.com/contribute/page/rtk_co?refcode=homepage&amount=25.00&recurring=2
#GMO #labelgmos #ConsumersUnion #ConsumerReports #GMOlabelingwontincreasefoodprices #needtoknowGMO #freedom2chooz #Yeson105 #Yeson92 #Colorado #Oregon #gmofreecanada #gmofreeusa
33) Principi di precauzione colpevolmente ignorati
nDiversi anni fa, divenne chiaro che i processi di controllo per un'alimentazione corretta, erano eseguiti in modo molto effimero, e le autorità di regolamentazione di tutto il mondo dipendevano in gran parte dalle aziende che presentavano i dati, i quali dati sono stati in molti casi insufficienti e poco affidabili, ma sono stati purtroppo accettati senza discussione.
Le colture OGMtransgeniche sono state approvate (e quindi in seguito commercializzate) dagli studi alimentari delle autorità di regolamentazione del governo degli Stati Uniti e in Europa, ignorando gli avvertimenti scientifici severi sulla sicurezza, come documentato nella pubblicazione ISIS 'peer-reviewed Ho et al. 2007.
L'instabilità del transgenico essenzialmente compromette tutte le valutazione di sicurezza effettuata prima del rilascio ambientale, un punto questo che è stato sottolineato dall' Institute of Science in Society (ISIS) fin dall'inizio. I nostri scienziati hanno monitorato e rivisto un'ampia letteratura scientifica e l'evidenza empirica su organismi geneticamente modificati (OGM) negli ultimi dieci anni. Le nostre ricerche hanno confermato tutte le più rilevanti e urgenti questioni sul tema del pericolo degli OGMtransgenici, mentre l'agricoltura biologica localizzata è stata ampiamente riconosciuta, come la soluzione all'attuale crisi alimentare e finanziaria così come il più importante mezzo per la mitigazione degli effetti e l'adattamento ai cambiamenti climatici.
(see ISIS Report, Food Futures Now: *Organic *Sustainable *Fossil Fuel Free (http://www.i-sis.org.uk/foodFutures.php)
Gli enti di controllo preposti dagli stati stanno ignorando il principio di precauzione, manipolano e corrompono la scienza, aggirando la legge, e contribuiscono a promuovere gli organismi geneticamente modificati (OGMtransgenici), a fronte di una massiccia opposizione pubblica e di prove schiaccianti accumulate contro la sicurezza degli organismi geneticamente modificati (OGMtransgenici), sia che siano prodotti alimentari che mangimi.
Ho MW, Cummins J and Saunders PT, GM food nightmare unfolding in the regulatory sham. Microbial Ecology in Health and Disease 2007, 19, 66-77.
http://informahealthcare.com/doi/abs/10.1080/08910600701343781
La ricerca in pdf
http://www.i-sis.org.uk/pdf/GM_food_nightmare.pdf
34) Nuovo attacco biotech: Monsanto apre un centro di ricerca in Messico, il governo Cinese prova ad “educare” i cittadini con giornali e tv al consumo di OGM
Monsanto aprirà una nuova struttura in Messico per avviare la ricerca su una nuova versione di mais OGM. L’ha definita un “global center”, e il suo scopo sarà lavorare per rifornire presto gli Stati Uniti con queste nuove pannocchie. La fondazione del nuovo centro di ricerca è stata sottolineata a suon di grancassa e dichiarazioni. In una nota della stessa Monsanto si eleva a paladina dell’ambiente, scrivendo che «lo scopo è creare nuove varietà resistenti alle malattie e allo stress che affligge le coltivazioni di tutto il mondo a causa delle condizioni negative provocate dal cambiamento climatico».
I messicani, però, non sembrano aver bevuto la storia, già informati della sentenza di un giudice federale che lo scorso anno, sulla base di un esposto del gruppo Acciòn Colectiva, aveva temporaneamente diffidato il governo dal rilasciare nuovi permessi alla multinazionale. Monsanto aveva risposto con una richiesta di rimuovere il giudice perché pregiudizievole.
Ma la pressione delle lobby pro biotech è forte in tutto il mondo. Tant’è che al suo estremo opposto, il governo cinese ha lanciato una campagna mediatica che coinvolge televisioni, giornali e internet, nel tentativo di convincere gli scettici della validità dei cibi geneticamente manipolati.
«Creeremo un atmosfera sociale positiva per il felice sviluppo dell’industria degli OGM», ha detto il ministro del’agricoltura.
Pechino vede il biotech come una fondamentale risorsa per dare risposte alla domanda di cibo della vasta popolazione, ma i cittadini non sono molto ricettivi. Non è che fino ad oggi il cibo cinese non abbia contenuto OGM, tutt’altro: il Paese importa milioni di tonnellate di soia modificata per nutrire i maiali negli allevamenti intensivi e per produrre l’olio, ma non ne ha ancora coltivata di propria. Pur avendo investito denaro nello sviluppo di mais e riso OGM, infatti, queste colture non sono mai giunte a produzione, a causa sia dell’opposizione, sia dei certificati di sicurezza, istituiti nel 2009 e scaduti a settembre. La scorsa primavera, invece, l’esercito cinese ha vietato gli OGM dai suoi approvvigionamenti. Il governo deve perciò fare i conti con una opinione pubblica piuttosto contraria a questi alimenti, oltre che indignata dalle denunce di Greenpeace China: lo scorso anno gli attivisti hanno trovato riso OGM illegalmente importato e venduto sui banchi di un supermercato. http://www.rinnovabili.it/ambiente/ogm-monsanto-messico-cina-333/
35) Vandana Shiva: "Io, spina nel fianco dell'industria Ogm. Vogliono screditarmi ma continuo a lottare"
Seeds of Doubt ( i semi del dubbio), s'intitola l'ampio reportage che le ha dedicato il giornalista scientifico Michael Specter sul magazine New Yorker (http://www.newyorker.com/magazine/2014/08/25/seeds-of-doubt). Un attacco frontale alla reputazione della Shiva, alle sue tesi, perfino alla sua onestà.
La comunità scientifica non è compatta, in realtà. Lo dimostrano le lettere al New Yorker. Eric Chivian, scienziato della Harvard Medical School, accusa Specter di "perdere credibilità perché omette serie preoccupazioni scientifiche" sugli insetticidi neuro-tossici usati per coltivare il mais geneticamente manipolato. I toni rasentano la guerra di religione, sul sito di Vandana Shiva appare, poi rimosso, un appello a trattare i pro-Ogm come "nazisti che vanno processati per crimini contro l'umanità". A sua volta, lei elenca intimidazioni e minacce di morte. Dalla sua casa di New Delhi mi dedica un'ora del suo tempo al telefono e risponde a tutte le domande più spinose.
Cominciamo dai titoli di studio. Specter insinua il dubbio che lei si presenti come una scienziata mentre non lo è, la descrive come una che ha solo la laurea breve, anche se poi il direttore Remnick ha fatto su questo un'autocritica ("Nessuno contesta che abbia ottenuto un master in Fisica e sono dispiaciuto che non sia menzionato nell'articolo"). Lei è o non è una scienziata?
Dove ha studiato?
"Specter e l'industria biotecnologica vogliono screditarmi descrivendo me e i milioni di persone contrarie agli Ogm come anti-scientifici, romantici. I miei studi sono una spina nel fianco per loro. Ho preso un Ph. D. (dottorato di ricerca) in Canada, in Filosofia della scienza con una tesi sulla Teoria quantica; e un master in Fisica. La teoria quantica mi ha insegnato alcuni principi che ispirano il mio lavoro, ma mi sono spostata da un paradigma meccanicistico a uno ecologico. Potevo continuare i miei studi quantici alla fondazione Tata o proseguire studi interdisciplinari sulle politiche della ricerca scientifica al Politecnico di Bangalore. Ho scelto la seconda strada per approfondire le relazioni tra scienza e società. Ho studiato abbastanza la fisica per impadronirmi dei suoi concetti, ma non mi sono voluta trasformare in una macchina di calcolo. E ho tanta stima degli intellettuali non-scienziati che contribuiscono a mettere in discussione il pensiero scientifico, come Noam Chomsky".
Altra accusa: la sua campagna ignora che il cotone Bt (con il Bacillus thuringiensis) abbia migliorato la condizione dei contadini indiani, ridotto l'uso di pesticidi e quindi le malattie dei coltivatori. Inoltre quell'epidemia di suicidi che lei denuncia sarebbe un falso: la percentuale tra i contadini indiani che coltivano Ogm sarebbe inferiore rispetto ad altre categorie sociali.
"Specter non ha fatto una vera ricognizione sul campo, non si è spinto nella regione cotoniera del Maharashtra. Altrimenti avrebbe saputo di Shankar Raut e Tatyaji Varlu, del villaggio di Varud, suicidi dopo il disastroso raccolto di cotone Bt. E tanti casi come questi. L'argomento che i
contadini si suicidano per i debiti, e non per gli Ogm, è specioso. Gli agenti della Monsanto che vendono semenze Ogm, fertilizzanti e pesticidi, sono gli stessi che fanno il credito. Il contadino prima si indebita per le semenze di cotone, poi scopre di dover comprare più fertilizzanti e pesticidi e s'indebita ancora. Il bacillo del cotone Bt perde efficacia, le dosi di pesticidi aumentano, i debiti pure. È questo ciclo di alti costi, escalation nei prodotti chimici, la trappola del debito che spinge al suicidio".
Il New Yorker contesta la sua affermazione secondo cui i brevetti della Monsanto impediscono ai contadini di conservare le sementi. Una legge sui diritti degli agricoltori, varata nel 2001, tutela il loro diritto di conservare e riutilizzare i semi. E, secondo l'articolo, i costi scendono e i raccolti sono più ricchi.
"Prima che arrivasse la Monsanto le semenze locali di cotone costavano da 5 a 10 rupie il chilo. Il monopolio costruito dalla Monsanto ha fatto salire i prezzi a 3.555 rupie il chilo di cui 1.200 sono royalties. Laddove la Monsanto ha dovuto ridurre i prezzi, per esempio nell'Andra Pradesh, è successo grazie alle nostre pressioni sull'antitrust locale. Anche la legge del 2001 non nasce per caso, io ero stata designata tra gli esperti del ministero dell'Agricoltura. Ma la lotta non finisce mai. Pensi che in questo momento la Pepsi Cola sta penetrando nel business delle mense scolastiche in India. Altro che alimentazione equilibrata, chilometro zero. Un colosso americano del junk-food vuole decidere cosa mangiano i bambini indiani. È in pericolo la nostra sovranità alimentare. Dietro le campagne ideologiche come questo articolo del New Yorker s'intravede un altro obiettivo. Monsanto vuole conquistare l'Africa. Perciò devono diffondere il mito che i loro Ogm hanno reso ricchi i contadini indiani".
Ma ci sono fior di scienziati autorevoli, non al servizio delle multinazionali, che lavorano in strutture di ricerca pubbliche, e difendono gli Ogm. Chiedono di non essere demonizzati. Chiedono che la libertà di ricerca sia difesa anche se i risultati sono sgraditi.
"Il principio fondamentale che ci muove è questo: l'idea che il diritto su un seme sia proprietà privata, è inaccettabile. Non si deve poter brevettare e privatizzare una pianta (o addirittura generazioni di piante) così come non si deve poterlo fare con la vita umana. L'America difende delle forme estreme di proprietà privata attraverso i brevetti. Non sono contraria alla ricerca. L'importante è che gli scienziati distinguano i ruoli. Chi fa ricerca in laboratorio non deve poi essere coinvolto nella commercializzazione di un prodotto. Uno scienziato puro non deve trasformarsi in venditore globale di sementi brevettate. La Monsanto non persegue il progresso scientifico, altrimenti non sarebbe contraria alla trasparenza. Guardi, nonostante le loro campagne perfino in America l'opinione pubblica vuol essere informata, chiede l'etichettatura degli Ogm. E Monsanto che fa? Trascina in tribunale lo Stato del Vermont per bloccare l'obbligo delle etichette trasparenti. Anche l'Europa è minacciata, dentro il nuovo trattato di libero scambio che state negoziando con gli Usa ci sono attacchi al vostro principio di precauzione".
In seguito alle accuse del New Yorker un agronomo italiano ha proposto che il governo Renzi cancelli la sua partecipazione all'Expo 2015.
"Se non ci vado io, andranno altri a sostenere le mie tesi. L'importante è che l'Expo non sia una manifestazione commerciale bensì un'occasione educativa, per riflettere sul grande tema di oggi: in che modo si deve nutrire l'umanità, con quali conseguenze sulla salute, sui consumi energetici, sulla biodiversità. Dobbiamo riprenderci questi temi essenziali della vita, sottrarli alla macchina propagandistica dell'agrobusiness ".
http://www.repubblica.it/ambiente/2014/10/03/news/intervista_vandana_shiva_ogm-97215746/
Stesso articolo, in lingua originale: http://www.repubblica.it/ambiente/2014/10/03/news/vandana_shiva_i_m_a_pain_in_the_neck_for_the_gmo_industry_they_want_to_discredit_me_but_i_will_continue_to_fight_-97239762/?ref=nrct-4
36) La BAYER lancia una nuova soia OGM resistente sia al glifosato che al glufosinato. Il glifosato è sospettato di causare difetti nel feto, danneggiare il DNA e facilitare l’insorgenza di malattie come il morbo di Alzheimer, il diabete e il cancro.
Il glufosinato è ancora più tossico.
Bayer CropScience ha lanciato una nuova linea di soia geneticamente modificata. La multinazionale ha iniziato le vendite di semi di soia resistenti sia al glifosato che al glufosinato. Il nome commerciale del prodotto è Credenz e altre varietà, resistenti anche agli erbicidi cosiddetti HPPD, verranno commercializzate in seguito.
Dirk Zimmermann di Greenpeace ha criticato il lancio dicendo: “Dopo il fallimento delle piante resistenti al glifosato, adesso la BAYER aumenta la produzione di pesticidi. Dopo essersi unita alla corsa alle armi per la coltivazione globale di soia OGM, la multinazionale si sta dimostrando una irresponsabile speculatrice di guerra. L’introduzione di altre piante geneticamente modificate, resistenti a sempre più erbicidi, smaschera l’intera faccenda e rende chiaro che questa è una strada a senso unico che serve solo a vendere al settore agricolo sempre più sostanze tossiche.”
In Sud America, foreste, terre coltivate a rotazione e piccole fattorie, sono state eliminate da massicce piantagioni di soia. I raccolti non vanno a nutrire la popolazione locale, ma sono in massima parte esportati in Europa o USA, per soddisfare l’enorme domanda dei produttori di carne. Inoltre, il boom della soia riduce la produzione dei cibi locali tradizionali.
Philipp Mimkes della Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer (CBG Germania) afferma: “L’alto consumo di carne sta causando gravi danni ecologici e sanitari in Sud America. Chiediamo una riconversione all’agricoltura ecologica anche se questo comporta una diminuzione della produzione di carne. Gli erbicidi tossici come il glifosato e il glufosinato devono essere banditi!” Glifosato e glufosinato vengono venduti in combinazione con semi geneticamente modificati, in particolare soia e mais. Poiché il mercato dei semi è controllato da poche multinazionali, molti agricoltori riescono a comprare solo semi geneticamente modificati.
Il glifosato, sviluppato dalla Monsanto e commercializzato col nome di “Roundup”, è la tossina agricola più venduta al mondo. Il brevetto è scaduto e adesso il principio attivo è venduto anche dalla Bayer e da altre compagnie. Il glifosato è sospettato di causare difetti nel feto, danneggiare il DNA e facilitare l’insorgenza di malattie come il morbo di Alzheimer, il diabete e il cancro.
Il glufosinato è ancora più tossico. La Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) afferma che la sostanza è molto rischiosa per i mammiferi. Il glufosinato è stato classificato come reprotossico dopo che esperimenti di laboratorio sui topi hanno mostrato nascite premature, morti intrauterine e aborti. Per questo motivo le vendite della sostanza in Europa dovranno essere sospese al massimo entro il 2017. Questo non ha impedito alla Bayer di annunciare, nel maggio 2013, la prevista costruzione di una nuova, enorme fabbrica di glufosinato negli USA. E’ il modo in cui la multinazionale cerca di compensare la crescente inefficacia del glifosato contro le infestanti.
I raccolti geneticamente modificati, contrariamente a quanto sostengono i lobbisti delle multinazionali, non risolvono il problema della fame nel mondo. L’80% dei raccolti OGM è usato per l’alimentazione animale. I raccolti OGM non sono resistenti alla siccità né hanno una resa maggiore. La loro coltivazione su aree sempre più grandi riduce la produzione di raccolti per l’alimentazione umana, rendendo più difficile la produzione di cibo per le popolazioni locali.
La BAYER, con una fetta di mercato globale del 20%, è il secondo maggior produttore di pesticidi. Dunque i prodotti di questa multinazionale sono responsabili di una parte significativa degli avvelenamenti da pesticidi, che la Organizzazione Mondiale della Sanità stima in circa 20 milioni di casi all’anno, dei quali circa 200.000 mortali.
Fonte: www.cbgnetwork.org
http://ambiente.mondoraro.org/archives/82119
37) La multinazionale del transgenico e dei pesticidi Monsanto eroga $ 4,7 milioni a favore della coalizione del No all'etichettatura obbligatoria dei cibi transgenici in Colorado in vista del prossimo referendum in questo stato
I residenti del Colorado e Oregon si preparano a votare a novembre 2014 in materia di etichettatura obbligatoria degli OGMTransgenici...La multinazionale del transgenico e dei pesticidi Monsanto ha dalla sua parte contribuito con un budget enorme di circa $ 4,7 milioni a favore della coalizione del No all'etichettatura obbligatoria dei cibi transgenici in Colorado. http://newhope360.com/non-gmo/monsanto-donates-62-million-colorado-and-oregon-gmo-labeling-bills?NL=NH-03&Issue=NH-03_20141002_NH-03_196&sfvc4enews=42&cl=article_1_b
38) IL PERICOLOSO ERBICIDA 2,4-D SDOGANATO dall'Agenzia di Protezione dell'Ambiente (EPA U.S.A.)
È ufficiale. Grazie ai rappresentanti di Dow Agrosciences e ai loro compagni presso il dipartimento americano dell'agricoltura (USDA) e la US Environmental Protection Agency (EPA), l'azienda Dow ora, ha permesso di utilizzare fino a 176 milioni di sterline in più (secondo l'USDA, anche se gli scienziati prevedono molto di più) di 2,4-D nell'ambiente. L'EPA ha rimosso gli ultimi ostacoli approvando l'erbicida di Enlist Duo (mortale) della ditta Dow (fatto da una combinazione altamente tossica del 2,4-D (uno degli ingredienti tossici dell'Agente arancio" utilizzato come defoliante in Vietnam nella guerra) e il Roundup, il cui principio attivo chiave, è il glifosato. Il diserbante verràquindi utilizzato liberamente sulle nuovo colturetransgeniche di mais e soia. Ciò significa un altro $ 1 miliardo circa nelle vendite della Gene Giant (semi transgenici resistenti al pesticida 2,4 -D Dow. Ce n'è abbastanza per farci ammalare. Ma è anche la ragione per continuare la lotta. Il National Resources Defense Council ha immediatamente fatto causa all'EPA, e altri gruppi hanno affermato che faranno lo stesso. http://www.organicconsumers.org/articles/article_31189.cfm
39) Le colture OGM e il tratto digestivo del ratto: una revisione critica per studi risultati difettosi, scarsi, insuffiecienti, lacunosi, e che portano alla conclusione che persiste la mancanza di prove per dimostrare che queste varietà di colture transgeniche sono sicure da mangiare
Si tratta di un briefing su un nuovo articolo scientifico peer-reviewed dal titolo: "OGM crops and the rat digestive tract: A critical review", di Irena Zdziarski, e del Dr. John Edwards, Judy Carman e Julie Haynes. Lo studio è una recensione fatta dai ricercatori presso l’University of Adelaide, la Flinders University e l’Institute of Health and Environmental Research, tutti con sede in Sud Australia. Il documento recensisce studi pubblicati in cui è stata valutata la salute dei ratti dopo che i ratti sono stati alimentati con alcune colture OGM. I tipi più comuni di colture OGMtransgeniche sono progettati per fare una delle due cose.
- Il primo tipo ha un gene inserito in esso (spesso il gene EPSPS) per fare produrre alla pianta una nuova proteina che permette alla pianta stessa di sopravvivere ai trattamenti con un erbicida come il glifosato. I più comuni di questi sono chiamati colture Roundup Ready.
- Il secondo tipo di coltura ha un gene inserito in esso (spesso cry1Ab o geni cry3Bb1) in modo che la pianta produca una nuova proteina che è un insetticida, in modo che quando un insetto mangia la pianta, l'insetto mangia anche la nuova proteina insetticida, che si traduce nella morte dell'insetto. Attualmente e solo in alcuni Paesi le colture OGM sono spesso coltivate con due o più di questi geni contemporaneamente.
Volevamo vedere con la nostra ricerca quante prove esistono per la sicurezza delle colture contenenti questi tre geni per animali che li mangiano. Abbiamo esaminato le prove per il tratto digestivo, perché questo è il primo luogo ove queste nuove proteine vanno quando vengono ingerite, e dove rimangono più a lungo. Pertanto, se queste nuove proteine sono tossiche per gli animali (e lepersone) che le mangiano, è più probabile che gli effetti siano visibili nel tratto digestivo. L'apparato digerente comprende lo stomaco e l'intestino. Poiché a volte è molto difficile vedere se vi è un danno ai tessuti senza l'aiuto di un microscopio, abbiamo preso in considerazione solo le prove ottenute guardando attraverso un microscopio. Questi sono chiamati studi istopatologici. Abbiamo guardato anche solo in studi condotti su ratti, in quanto questi animali sono gli animali standard utilizzati per questo tipo di studi.
Abbiamo scoperto che c'erano 47 varietà di colture approvate dai regolatori governativi per consumo animale o umano che contenevano questi tre geni GM. Ma siamo riusciti a trovare pubblicati studi solo per 9 di queste varietà di colture. Non siamo riusciti a trovare studi di alcun tipo per le altre 38 varietà autorizzate. Questo significa che non abbiamo trovato nessuno studio istopatologico pubblicato per 81% delle varietà di colture autorizzate.
La maggior parte degli studi sono stati sulla valutazione della salute generale della coltura OGMTransgenica sulla salute del ratto, ma la maggior parte di questi studi (76%) sono stati fatti solo dopo che il prodotto transgenico era già stato approvato per il consumo umano o animale, e la metà di questi studi sono stati pubblicati almeno nove anni dopo l'approvazione delle suddette colture transgeniche.
Ma quel che è peggio è che non siamo riusciti a trovare un singolo studio che sia stato condotto correttamente o segnalato.
Difetti inclusi negli studi esaminati: gli scienziati sono stati incoerenti o non trasparenti nei loro metodi, non hanno specificato quali studi portassero e considerassero un risultato tossico o patologico, e non sono stati trasparenti in ciò che hanno trovato. Inoltre molti degli studi contenevano più di tali difetti.
Abbiamo quindi concluso che vi è una mancanza di prove per dimostrare che queste varietà di colture transgeniche sono sicure da mangiare.
Chiediamo anche linee guida da sviluppare per come gli studi istopatologici dovrebbe essere fatti in modo che questi studi vengano compiuti correttamente, studi tra gi ricercatori che possano essere confrontati, e il lavoro di un investigatore possa essere ripetuto da un altro. Un metodo scientifioco insomma. Abbiamo anche descritto come questi studi istopatologici dovrebbero includere vari metodi specializzati per stabilire con più facilità l'inizio di ogni cambiamento patologico. In questo modo, potremmo meglio determinare se le colture OGM siano sicure per l’alimentazione animale e per le persone. Da gmwatch.org
http://gmo-awareness.com/2014/10/03/peer-review-of-gmo-safety-studies-find-significant-flaws/ Zdziarski, I. M., Edwards, J. W., Carman, J. A., & Haynes, J. I. (2014). GM crops and the rat digestive tract: A critical review. Environment international, 73, 423-433.
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0160412014002669
40) L'utilizzo di insetticidi ed erbicidi sulle colture OGMtransgeniche è alle stelle!
Un recente articolo di Huffington Post (http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2014/10/12/herbicide-insecticide-gmo-crops.aspx?#_edn1) scritto da direttore d'azienda, il Dr. David Bronner, evidenzia i terribili problemi che affrontiamo come l'incremento dell'uso di pesticidi sulle colture transgenetiche. È abbastanza scioccante per rendersi conto che le coltivazioni negli Stati Uniti, così come molte altre regioni del mondo, sta producendo un'eredità tossica contro la quale i nostri discendenti saranno senza dubbio obbligati a lottare. Terra, corsi d'acqua e cibo stesso sta diventando sempre più tossici, a causa dell'apparentemente illimitata avidità delle aziende della tecnologia chimica. Il Dr. Bronner propone una sintesi del libro del Dr. Ramon J. Seidler 'L'Uso dei pesticidi sulle colture geneticamente ingegnerizzate' (http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2014/10/12/herbicide-insecticide-gmo-crops.aspx?#_edn). Il Dr Seidler, pH.d., è un ex scienziato Senior che ha lavorato per l'Environmental Protection Agency (EPA), e non si è certo allineato nella discussione dui transgenici. Secondo Bronner, lo studio del Dr. Seidler dovrebbe essere lettura obbligatoria per tutti i giornalisti che proteggono gli OGM, come pure per i cittadini in generale, perchè è davvero importante capire perché hanno diritto di sapere se il cibo è stato transgeneticamente modificato. L'uso delle sostanze chimiche tossiche su coltivazioni di OGM è alle stelle! Ci sono due categorie principali di colture geneticamente ingegnerizzati di (GE): quelle progettati per sopportare/resistere ad elevate quantità di erbicida, quali varietà di Roundup Ready della Monsanto, e quelle progettati per produrre al proprio interno un insetticida (colture Bt). Queste due categorie rappresentano oltre il 99 per cento di tutte le superficie dedicata alla coltura OGMTransgenica negli Stati Uniti. Il loro uso diffuso ha portato ad una fenomenale problema di resistenza alle "erbacce" o "infestanti" che appunto sono sempre più resistenti ai parassiti e agli erbicidi e si stanno rapidamente diffondendo e scatenando il caos nei terreni agricoli americani. Fin dall'inizio, questo sembrava un risultato inevitabile, anche per i non-scienziati, invece per molti anni l'industria della tecnologia chimica ha insistito nel spergiurare che non si sarebbe verificata alcuna resistenza. Bene, ora sappiamo che NON SAPEVANO NEMMENO DI COSA STAVANO PARLANDO, OPPURE HANNO VOLUTAMENTE SOSTENUTO UINA BUGIA PER mantenere il loro business in crescita. http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2014/10/12/herbicide-insecticide-gmo-crops.aspx?
resumè: http://www.organicconsumers.org/articles/article_31172.cfm
41) In Africa ci sono 87 milioni di ettari di suolo acquistati dal 2007 a oggi dalle multinazionali americane e cinesi che potrebbero fare da apripista a tutto il continente (seppur anche li ci sono Stati che si sono opposti e si oppongono) per i transgenici
mI transgenici a scopo alimentare o mangimistico sono stati studiati per far fare business (a tendenza dominio) alle poche multinazionali che li producono, vanno a discapito della sovranità alimentare dei popoli e degli individui, e a detrimento della biodiversità, inquinano i raccolti convenzionali anche a chilometri di distanza (il polline non ha bisogno di passaporti, infatti basta il vento ) inquinano le falde, la terra, i batteri, i microrganismi, entrando prepotentemente nella catena alimentare, incrementano l’uso di pesticidi (di potenza e nocività sempre maggiore) poichè sia le infestanti che i parassiti diventano a loro volta resitenti rispettivamente sia al glifosato che alla tossina Bt; arrecano danni al benessere e alla salute di insetti, vertebrati, anfibi e mammiferi (incluso l’uomo).Tutto documentato e scientificamente rilevato.
Naturalmente ciò non basta per fermare la propaganda. Nè basta per dire definitivamente STOP! agli esperimenti che stanno facendo sull’uomo, infatti i transgenici a scopo alimentare e/o mangimistico sono un’esperimento mondiale su noi stessi, in barba a ogni principio di precauzione o come lo chiama Serra di “cautela”. Da un annetto circa la recrudescenza della spinta favorevole ai transgenici si è accentuata in Europa e specie nel nostro Paese. Per via dell’Expò 2015 a Milano. Ma occorre dire che le sotterranee trattative del TTIP sono in corso, e in ballo c’è proprio l’apertura delle vaste praterie europee (ora in qualche modo protette da leggi nazionali e UE a difesa dei consumatori), alle corporations d’oltreoceano, ansiose di rullare sopra il continente, senza più finalmente barriere di alcun genere. E poi in Africa, come ricorda giustamente Serra ci sono 87 milioni di ettari di suolo acquistati dal 2007 a oggi dalle multinazionali americane e cinesi che potrebbero fare da apripista a tutto il continente (seppur anche li ci sono Stati che si sono opposti e si oppongono) per i transgenici. Mentre il continente africano conosce ancora, e attualmente, la fame. Ecco cosa significa PERDITA di sovranità alimentare dei popoli, e degli stati. Ma alle grandi e poche corporations del settore, più i loro vasti apparati di propaganda, cosa volete che importi? http://giacomosalerno.com/2014/10/08/limportanza-di-coltivare-il-dubbio-sugli-ogm-michele-serra/#comment-77201
42) Gli ogm fanno male alla democrazia
"Difendiamo il modello dell'agricoltura diffusa: con gli ogm si rischia di impoverire milioni di persone a vantaggio di un oligopolio" Più informatizzata, più giovane, con maggiore capacità di offrire lavoro. E' l'identikit dell'azienda biologica secondo il rapporto curato da Mipaaf, Inea, Ismea e Sinab presentato oggi in occasione della Biodomenica organizzata dall'Aiab (appuntamento principale a Roma, ai Fori imperiali). Dal confronto con un'azienda di tipo tradizionale emerge il profilo di un'attività di dimensione spesso familiare, con un'età media bassa (il 22% ha tra i 20 e i 39 anni a fronte del 9,6% del totale delle aziende) e un alto livello di scolarizzazione (49% di laureati e diplomati, contro una media del 24%).
Con il biologico si guadagna di più e si crea più lavoro: il reddito netto per unità lavorativa familiare è di 51.478 euro contro i 34.294 euro delle aziende che producono in modo convenzionale. Inoltre nel bio si spende il 14% in più per il lavoro (22.957 euro contro i 15.066 del convenzionale) e per l'innovazione tecnologica: il 15,6 % delle aziende biologiche italiane è informatizzato contro il 3,8%, delle convenzionali; il 10,7% ha un sito web contro l'1,8%; il 5,2% usa l'e-commerce contro lo 0,7%.
Infine le imprese bio si caratterizzano per la diversificazione delle attività produttive (agriturismo, attività ricreative e sociali, fattorie didattiche) che riguarda il 17% delle aziende (oltre il triplo rispetto alla media nazionale) e la vendita diretta (89% rispetto al 64% delle altre).
"In questi giorni si parla molto di ogm e spesso si trascurano gli aspetti sociali legati all'invasione degli alimenti geneticamente modificati", ricorda Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab, l'Associazione italiana agricoltori biologici. E continua: "Al di là delle evidenze scientifiche sui rischi di contaminazione dei prodotti tradizionali, che sono alti, c'è un problema di sovranità alimentare. Tre specie - mais, riso e grano - sfamano il 50% della popolazione e quattro multinazionali controllano già il 70% del mercato dei semi. Togliere spazio all'agricoltura familiare e tradizionale a vantaggio del modello iper industrializzato e centralizzato vuol dire impoverire milioni di persone e arricchire un oligopolio. Gli ogm fanno male alla democrazia" .
In Italia il modello dell'agricoltura familiare è ancora prevalente. Tra l'altro - fanno notare all'Aiab - il presidio del territorio assicurato da questa presenza diffusa rappresenta un antidoto contro il dissesto idrogeologico. Ridurlo significa aumentare ulteriormente il rischio di alluvioni e frane che il cambiamento climatico sta già innalzando. http://www.repubblica.it/ambiente/2014/10/12/news/aziende_biologiche-97911310/
43) Monsanto acquista la Blackwater, il maggiore esercito di mercenari del mondo
La Monsanto ha assoldato un esercito privato di assassini prezzolati a difesa dei propri interessi: la Blackwater!
Questa notizia viene rivelata da una informativa di Jeremy Schaill, in una inchiesta per il giornale “The Nation”, dove si afferma che l’esercito mercenario più grande al mondo, quello dellaBlackwater (in precedenza denominato Xe Service e dopo, di recente come ” Academi”), è stato acquistato dalla multinazionale. La Blackwater era considerato un servizio di “intelligence” privato che si era macchiato di molti crimini e violazioni di legge, in particolare durante il conflitto in Iraq dove i mercenari della Blackwater erano stati accusati di aver compiuto massacri contro i civili ed aveva operato anche su altri teatri di intervento, in Medio Oriente ed in Africa, a seguito delle forze USA.
..La Monsanto, insieme alle altre multinazionali, è quella che più sta spingendo per TTIP. Chi controllerà il cibo e l'acqua controllerà il mondo. Questo è il loro scopo. http://www.controinformazione.info/finalmente-lo-hanno-fatto-monsanto-ha-acquistato-la-blackwater-il-maggiore-esercito-di-mercenari-del-mondo/
44) Studio finanziato dall'UE sull’alimentazione con mais OGM, sospettato di manipolazione
L’arroganza e l’interferenza della industria biotech
La valutazione dello studio rivela indicazioni di effetti negativi sulla salute dei reni, del fegato e del pancreas. Diversi scienziati hanno espresso preoccupazione a GMWatch per la recente pubblicazione dello studio in dettaglio dei risultati del progetto di ricerca sulla sicurezza degli OGM dell'UE finanziato con fondi pubblici, GRACE. Le loro preoccupazioni si concentrano sul fatto che, mentre nello studio, gli autori concludono non esserci effetti negativi" nei ratti alimentati con MON810 Monsanto per 90 giorni, al contrario risultano molte differenze statisticamente significative nei ratti alimentati con cibo OGM e alcuni di questi sono potenzialmente negativi. Ora Testbiotech ha pubblicato un'analisi dei dati e ha concluso che "ha rivelato indicazioni di effetti negativi sulla salute su reni, fegato e pancreas ". Testbiotech ha anche trovato numerosi conflitti di interesse con l'industria fra tra gli autori dello studio ma anche tra i redattori della rivista che lo pubblicò, Archives of Toxicology. Gli autori di Testbiotech chiedono che lo studio venga ritratto. L'esito del progetto GRACE è particolarmente importante.
Il risultato del progetto GRACE è particolarmente importante perché i responsabili politici europei hanno in programma di utilizzare i risultati per corroborare le loro decisioni sul fatto che gli esperimenti sull alimentazione animale saranno richiesti a tutti per le future valutazioni del rischio degli OGM nel cibo. L'apparente manipolazione del risultato del progetto GRACE rappresenta un tradimento del pubblico e un uso improprio dei fondi pubblici.
Comunicato stampa Venerdì, 7 novembre 2014
Testbiotech ha pubblicato oggi una valutazione indipendente dei dati di uno studio di alimentazione con i topi che sono stati condotti nell'ambito del progetto GRACE finanziato dalla Commissione europea. I ratti sono stati alimentati per un periodo di 90 giorni con prodotti da tecniche di ingegneria genetica, il mais MON810, che produce una proteina insetticida. I risultati sono stati pubblicati nel mese di ottobre 2014, sulla rivista Archives of Toxicology. Gli autori concludono che non vi sono rilevanti effetti tossicologici osservabili. Tuttavia, una valutazione da parte Testbiotech ha ora rivelato indicazioni di effetti negativi sulla salute dei reni, fegato e pancreas. Inoltre, il fallimento in questo studio per determinare una concentrazione di MON810 in cui vi erano effetti tossici rilevabili, rende l'intero studio più o meno valido. Per la valutazione dei dati, la consultazione con altri esperti esterni è stata resa possibile da un tossicologo con lunga esperienza in tossicologia regolatoria. Testbiotech critica anche gli autori per avere pubblicato i risultati dello studio su una rivista scientifica con stretta affiliazione con l'industria. Si potrebbe supporre che questo giornale è stato deliberatamente scelto per evitare un esame rigoroso dei dati.
"Siamo scioccati dai risultati della nostra valutazione. Secondo la Commissione europea, i risultati di questi studi di alimentazione saranno decisivi per i futuri standard di valutazione del rischio per le piante geneticamente modificate nell'UE. Ora sembra che il risultato sia stato manipolato per sradicare dubbi sulla sicurezza di questi prodotti", dice Christoph Then per Testbiotech; tra l'altro Testbiotech in grado di dimostrare che i redattori principali di Archives of Toxicology, Jan G. Hengstler e Hermann Bolt hanno un stretta affiliazione con l'industria e una posizione simile per l'industria per quanto riguarda la valutazione del rischio delle sostanze chimiche. Inoltre, l'autore principale dello studio GRACE, Pablo Steinberg, ha collaborazioni attive con enti finanziati del settore, come il Life Science Institute (ILSI), inoltre lui è anche uno dei redattori di Archives of Toxicology. Data l'importanza di questo studio, Testbiotech raccomanda la retrazione della carta. La ripubblicazione deve essere considerata solo sotto un rigoroso processo di peer review, in un giornale con una reputazione scientifica non offuscata dalla cooperazione discutibile con l'industria, che non sia influenzato da affiliazioni degli autori e che abbia i più alti standard in materia di prevenzione dei conflitti di interesse.
"Se gli studi tossicologici sono finanziati pubblicamente dobbiamo esigere i più elevati standard in termini di qualità scientifica e la prevenzione dei conflitti di interesse. Questo non è il caso con questo progetto. Questo caso dimostra che i meccanismi per garantire la qualità del lavoro scientifico non funzionano", dice Christoph Then. http://testbiotech.de/en/node/1110
I risultati della revisione di Testbiotech
Comments regarding the GRACE publication „Ninety-day oral toxicity studies on two genetically modified maize MON810 varieties in Wistar Han RCC rats (EU 7th Framework Programme project GRACE)“ http://www.testbiotech.org/node/1107
Il sommario
I risultati di uno studio di alimentazione di 90 giorni con il mais geneticamente modificato MON810 che faceva parte del progetto di ricerca della UE GRACE, sono stati pubblicati nel mese di ottobre 2014. I risultati di questo progetto sono tenuti ad avere un impatto significativo sugli standard futuri nella valutazione del rischio delle piante geneticamente modificate nell'UE. Gli autori concludono che la dieta non ha innescato alcun effetto tossicologicamente rilevanti nei ratti.Tuttavia, questa conclusione non si basa su una valutazione sufficientemente approfondita dei dati che sono stati ottenuti. In particolare per chiudere, è inaccettabile ritenere come tossicologicamente irrilevante la diminuzione della concentrazione di proteine del siero totale e del peso del pancreas e l'aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Nei termini di determinare una dose priva di effetti tossici (livello senza effetto), lo studio di Zeljenková et al. (2014) deve essere considerato non valido. In aggiunta, ci sono seri dubbi circa l'integrità scientifica per quanto riguarda l'intero processo di pubblicazione. Questa sembra essere basata su strette affiliazioni tra l'autore corrispondente e la rivista specializzata, Archives of Toxicologye i suoi redattori. C'è una lunga storia di collaborazione tra la rivista e l’industria, e una chiara mancanza di dichiarazione di conflitti di interesse. Data l'importanza di questo studio, si raccomanda il ritiro della carta. La ripubblicazione dovrebbe essere considerata solo sotto un rigoroso processo di peer review, e in un giornale che non sia influenzato da nessuna affiliazione con gli autori, e dimostrabilmente abbia una storia di più alti standard e di integrità in materia di conflitti di interessi.
http://www.testbiotech.org/sites/default/files/Testbiotech_Doubts_%20EU_Reseach_Project_GRACE_0.pdf
L’annuncio di Grace
il progetto di ricerca GRACE UE pubblica i risultati del primo studio.
Darmstadt, Germania - (Marketwired - 15 ottobre 2014) - La sicurezza delle piante geneticamente modificate è stata a lungo oggetto di controversie. Una questione chiave sono i metodi di prova in grado di identificare in modo affidabile l'impatto sulla salute a medio e lungo termine del consumo di colture GM. Il progetto di ricerca GRACE è stato chiesto dalla Commissione europea per testare vari metodi per questo scopo. Che possono ad esempio essere utilizzati per testare gli effetti delle piante GM su colture cellulari inclusi questi 90 giorni e un anno di esperimenti di alimentazione degli animali con i roditori, e metodi in vitro,.
Il processo di alimentazione
In questo studio, che è stato pubblicato di recente in Archives of Toxicology, gli scienziati hanno condotto uno studio di 90 giorni della alimentazione sui ratti. Agli animali sono stati dati due diverse varietà di mais geneticamente modificato MON810. Ai gruppi di controllo è stata data la varietà non-GM di origine o una delle quattro varietà di mais convenzionale come parte della loro dieta. I risultati hanno mostrato che le due varietà di mais GM testate non hanno innescato effetti negativi negli animali di prova.
Lo studio sistematico implementato e validato dalla guida emessa dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare nel 2011 per esperimenti di alimentazione di 90 giorni con tutto il materiale vegetale geneticamente modificato. Nel 2013, la Commissione europea ha approvato un regolamento di esecuzione rendendo questo tipo di alimentazione di prova obbligatoria per l'autorizzazione di piante geneticamente modificate. Allo stesso tempo, al progetto di ricerca GRACE finanziato dall'UE è stato affidato il compito di verificare se tali studi possono infatti fornire ulteriori informazioni per la valutazione dei rischi delle piante geneticamente modificate. La recente pubblicazione non fornisce ancora alcuna risposta a questa domanda.
La pubblicazione incriminata e il suo abstract
Zeljenková, D., Ambrušová, K., Bartušová, M., Kebis, A., Kovrižnych, J., Krivošíková, Z., ... & Steinberg, P. (2014). Ninety-day oral toxicity studies on two genetically modified maize MON810 varieties in Wistar Han RCC rats (EU 7th Framework Programme project GRACE). Archives of toxicology, 1-26.
La valutazione del rischio degli OGM e la comunicazione delle prove (GRACE; www.grace-fp7.eu ) progetto è finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del 7 ° programma quadro. Un obiettivo chiave di GRACE è quello di condurre esperimenti di 90 giorni di alimentazione degli animali, studi e analisi con un periodo di tempo prolungato sugli animali e in vitro su mais OGM al fine di valutare comparativamente il loro uso per la valutazione del rischio in piante geneticamente modificate. Nel presente studio, sono presentati i risultati di due studi di alimentazione di 90 giorni, con due diverse varietà di mais GM MON810, le loro varietà vicino-isogenico non-GM e quattro varietà di mais convenzionale aggiuntivi. Le prove di alimentazione sono state effettuate tenendo conto delle linee guida per tali studi pubblicati dal comitato scientifico dell'EFSA nel 2011 e l' OCSE Test Guideline 408. I risultati ottenuti mostrano che il mais MON810 a un livello fino al 33% nella dieta non induce effetti avversi nei ratti Wistar Han RCC maschili e femminili dopo l'esposizione subcronica, indipendentemente dai due differenti background genetici della manifestazione.
http://link.springer.com/article/10.1007/s00204-014-1374-8
45) Secondo l'attivista Jeffrey Smith il suicidio è collegato al fallimento delle colture di cotone Bt
I semi killer della Monsanto dietro l’ondata di suicidi di contadini in India. In India ogni trenta minuti un contadino si suicida. Ad essere incriminata è la multinazionale Monsanto, la fornitrice di prodotti chimici, che persuade gli agricoltori indiani a comprare sementi da organismi geneticamente modificati (OGM) per espandere ulteriormente queste colture in tutto il mondo. La stima è impressionante come il fatto che nel giro di 16 anni, più di un quarto di milione di contadini si è tolto la vita per la disperazione di non poter sostenere le proprie famiglie, riferisce il Centro per i diritti umani e la giustizia globale (CHRGJ). E una delle possibili cause di questi alti tassi di suicidio è proprio l'arrivo delle colture geneticamente modificate in India, avverte l'attivista Jeffrey Smith in un'intervista a RT. Secondo l'attivista, gli agricoltori indiani si suicidano a causa del fallimento delle colture geneticamente modificate. Una ricerca indipendente conferma che "circa l'85% delle famiglie degli agricoltori in cui si è avuto il suicidio è collegato direttamente al fallimento del cotone Bt e approssimativamente un altro 10% si lega indirettamente al fallimento dello stesso", spiega Smith. Il cotone geneticamente modificato causa una serie di problemi: non germoglia, ha una performance peggiore, stimola la putrefazione della radice, la deformazione delle foglie o l’infestazione da cocciniglie. La qualità del cotone inoltre può essere minore o può richiedere più lavoro per raccogliere le piante. Gli agricoltori si lamentano anche del prurito e di eruzioni cutanee quando toccano il cotone e, a volte, quando il bestiame pascola sulle piante di cotone dopo la raccolta si registrano morti tra bufali, capre e pecore. Smith ha anche rivelato la strategia con la quale la Monsanto spinge gli agricoltori indiani a comprare i suoi semi OGM: realizzare le prove sul campo in condizioni ideali, con irrigazione. Senza di queste, i semi non sono così buoni. Inoltre, la società ha gonfiato le statistiche per dimostrare che questi semi sono garanzia di prosperità, racconta l'attivista. Smith scorge l'obiettivo della società che è quello di usare l'India, che ha una delle più grandi concentrazioni di contadini in tutto il mondo, perché sia una fonte di reddito per i suoi semi, utilizzandola così per introdurre molte altre varietà di colture geneticamente modificate che potrebbero, a partire da quel momento, diffondersi in tutto il mondo. "
"Vogliono contaminare il mondo con colture geneticamente modificate in modo che nessuno possa competere con i prodotti non modificati geneticamente puri", ha concluso. http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=9521
e: http://actualidad.rt.com/actualidad/view/147636-monsanto-india-contaminar-mundo-ogm
46) OGM: No all’etichettatura in Colorado e Oregon, la vittoria delle multinazionali
No all’etichettatura Ogm in Colorado e Oregon. Le misure proposte in entrambi gli Stati sono state rigettate e non hanno ottenuto il risultato sperato. La maggioranza dei votanti in Colorado ha rifiutato l’etichettatura dei cibi che contengono organismi geneticamente modificati.
L’introduzione dell’etichettatura Ogm è stata rifiutata anche in Oregon, con una vittoria meno schiacciante da parte di coloro che hanno espresso un voto contrario. In Colorado l’etichettatura è stata bocciata con il 66% dei voti contrari, contro il 34% dei voti favorevoli. Si è trattato in questo caso di una vittoria piuttosto netta che probabilmente è la conseguenza delle campagne contro l’etichettatura Ogm intraprese nel corso degli ultimi mesi dalle multinazionali, con nomi come Monsanto, Pepsi e Coca Cola in prima fila. I consumatori hanno perso il diritto di conoscere la verità sul contenuto degli alimenti che acquistano normalmente al supermercato. E le multinazionali in Oregon e Colorado, con particolare riferimento alle aziende alimentari, non dovranno prendere provvedimenti per fornire i dettagli sugli ingredienti utilizzati o per modificare la formulazione dei propri prodotti, a favore di materie prime biologiche o convenzionali ma pur sempre prive di organismi geneticamente modificati. In Oregon la vittoria è avvenuta sul filo del rasoio, con una percentuale del 51%. E’ in Colorado, dove i risultati sono stati più incisivi, che le multinazionali e gli oppositori all’etichettatura hanno investito milioni di dollari per boicottare il Referendum. Dunque in Oregon la votazione della Measure 92 per l’introduzione dell’etichettatura Ogm è fallita di poco. La misura è risultata impopolare soprattutto nell’Oregon centrale e orientale. In Oregon i gruppi favorevoli all’etichettatura sono determinati a proseguire la propria campagna per convincere il Governo federale a creare delle linee guida nazionali per i prodotti alimentari che contengono organismi geneticamente modificati. Si tratta ormai di un movimento sociale, della difesa del diritto dei consumatori a conoscere fino in fondo ciò che le aziende alimentari mettono in vendita. Gli oppositori alla campagna in Oregon hanno raccolto ben 20 milioni di dollari per impedire che questo Stato fosse il primo ad introdurre un etichettatura Ogm approvata dai votanti. La vittoria della Measure 92 avrebbe obbligato le aziende ad inserire la dicitura “Genetically Engineered” sulle confezioni dei prodotti alimentari contenenti Ogm. La stessa cosa sarebbe avvenuta in Colorado se la Proposition 105 sull’etichettatura Ogm avesse ottenuto voti favorevoli. Da luglio 2016 le aziende alimentari avrebbero dovuto etichettare i prodotti contenenti Ogm con la dicitura "Produced With Genetic Engineering". Evidentemente le pressioni di aziende alimentari e multinazionali hanno condotto al fallimento delle due iniziative. Ma la questione non è chiusa e probabilmente simili Referendum verranno riproposti qui e in altri Stati. http://www.greenbiz.it/food/gdo/56-chi-siamo/12058-etichettatura-ogm-colorado-oregon?PageSpeed=noscript
47) Castagni transgenici e ...consigli per gli acquisti
“…Castagni ogm con un geni di grano? Questi alberi sono in fase di sviluppo e sono stati cresciuti a New York. Gli sviluppatori hanno intenzione di chiedere all' FDA e all'USDA l'approvazione nei prossimi 5 anni. Nessuno studio sulla salute umana per il potenziale allergenico? (ATTENZIONE: Contiene FRUMENTO). Nessuna etichetta richiesta…?
“…Hanno creato dei castagni transgenici che utilizzano un gene di grano per combattere la peronospora. Gli alberi vengono coltivati in laboratori e siti di prova, e potrebbero chiedere presto l'approvazione federale per impiantarli nei boschi ?
Dobbiamo parlare con i nostri portafogli ! Non comprare nulla fatto con OGMtransgenici! Ad esempio concentratevi dulle ditte Kelloggs e Gerber. Stiamo vincendo quelle battaglie. Quando Kelloggs sarà costretta a rimuovere gli OGM dai suoi prodotti perchè nessuno li acquista e offrirci viceversa un prodotto Non-OGM verificato, allora latre aziende seguiranno sicuramente! Se non si compra, non è possibile vendere, e gli agricoltori non semineranno OGMtransgenico! http://www.popsci.com/transgenic-chestnuts-roasting-open-fire
e: https://www.facebook.com/GMOFreeUSA/photos/a.468695639837571.108816.402058139834655/902762486430882/?type=1&theater
48) Colza transgenica rilevata in Svizzera, nonostante il divieto di semina
Secondo uno studio pubblicato su PloS dal titolo:"Unexpected Diversity of Feral Genetically Modified Oilseed Rape (BrassicanapusL.) Despite a Cultivation and Import Ban in Switzerland e nonostante divieti di importazione e di coltivazione di sementi di colza (Brassica napus L.) geneticamente modificata (OGMtransgenica), sono state trovate piante di colza resistenti al Round up Ready, sono piante che crescevano lungo le linee ferroviarie e nelle aree portuali in quattro siti in Svizzera raccolte nel 2011 e nel 2012. Tutte le piante geneticamente modificate sono stati identificate come OGM transgeniche "GT73" (Roundup Ready, Monsanto) resistenti al glifosato. I siti più colpiti sono stati il porto sul Reno di Basilea e la stazione ferroviaria di trasporto merci St. Johann di Basilea.
Inoltre, sono state trovate piante resistenti al glufosinato presente in semi OGMtransgenici del tipo: Ms8xRf3, Ms8 e Rf3 (tutti commerciati come InVigor, della Bayer) a cinque punti di campionamento nel porto sul Reno. Questa è la prima volta che le piante della Bayer: MS8xRF3, MS8 o RF3 sono state rilevate allo stato selvatico in Europa. Un'altra scoperta riguarda la scoperta dell' 'outcrossing' (trasferimento di materiale genetico tra differenti ceppi di pianta) tra GT73 OGM (pianta Monsanto) e due piante di colza, semi oleosi, non OGM. Ciò conferma i timori che le piante geneticamente modificate transgeniche sono in grado di trasformare piante convenzionali e/o biologiche in OGMtransgeniche http://www.greenmedinfo.com/blog/breaking-monsantobayers-gm-plants-contaminate-europe-despite-ban-1
49) Eliminare gli oppositori: ecco come l'Industria degli OGM risponde alle critiche
Nel 1962, Rachel Carson uscì con una pubblicazione rivoluzionaria sugli effetti nocivi causati dai pesticidi cancerogeni come il DDT. Immediatamente si ritrovò bersaglio di una brutta campagna diffamatoria orchestrata dal produttore del veleno, una società con sede a St. Louis. Questa compagnia sottopose la Carson e il suo libro, "Silent Spring" (La Primavera Silenziosa) a violenti attacchi. Arrivarono al punto di pubblicare una parodia del suo lavoro intitolata "The Desolate Year" (L'Anno Desolato), che ritraeva un mondo senza agenti cancerogeni come il DDT, come un mondo pervaso dalla fame e dagli insetti. Nonostante questi attacchi, "Silent Spring" ha continuato a vendere milioni di copie e ha vinto il National Book Award. Oggi è ampiamente considerato come il libro che ha dato origine al movimento ambientalista. L'antagonista della Carson - la Monsanto - non ha vinto alcun premio per "The Desolate Year". Ne tantomeno si sono verificati gli scenari terribili delineati nel suo caustico manifesto, quando gli Stati Uniti bandirono il DDT nel 1972. Oggi la diatriba è stata ampiamente dimenticata. Ma l'esperienza della Carson è una storia importante da ricordare, perché cinque decenni dopo, la Monsanto continua a esercitare queste tattiche spietate contro una nuova generazione di attivisti.
Il dibattito sui pesticidi continua, ma si è ampliato per includervi una nuova linea di prodotti preoccupanti, ovvero gli Organismi Geneticamente Modificati, meglio noti come OGMtransgenici. Se c'è una cosa chiara nel dibattito sulla pericolosità degli OGM, è questa: le compagnie come Monsanto farebbero o direbbero qualunque cosa per negare il numero crescente di fondate preoccupazioni sui suoi prodotti. Questo comprende anche la tattica di gettare fango su chi dissente, esattamente come accadde mezzo secolo fa alla Carson. Ogni volta che viene messa di fronte a critiche efficaci, l'industria degli OGM e i suoi apologeti, tipicamente, cercano di "eliminare l'oppositore" piuttosto che discutere i fatti. Nel mese di agosto 2014 il giornalista del New Yorker Michael Specter ha pubblicato un pezzo terribilmente fazioso, chiaramente destinato a minare la mia credibilità, per la mia posizione contro gli OGM. Altrettanto preoccupante è stato il ricorso di Specter ai miti perpetrati da Monsanto e dai suoi alleati per minimizzare la polemica - e promuovere i presunti benefici - degli OGM. Navdanya International ha pubblicato una replica argomentata e completa del pezzo di Specter che potete leggere qui. Incoraggio i lettori ad usarlo come un riferimento nel dibattito in corso sugli OGM. La replica fa luce sulla ricerca scadente di Specter. In particolare, scardina le sue argomentazioni pro-OGM, dimostrando chiaramente che si basano su falsità che si possono smentire facilmente. Ad esempio è imbarazzante come Specter evochi la carestia in Bengala del 1943, per sostenere la sua posizione sugli OGM, dicendo che questi avrebbero potuto evitare una carenza di cibo. Sembra essere completamente all'oscuro del fatto che le carestie si verificano spesso in luoghi con adeguato approvvigionamento alimentare. Infatti, era quello il caso nel 1943, quando la Gran Bretagna esportava cibo dall'India, mentre tre milioni di bengalesi morivano di fame.
L'economista premio Nobel Amartya Sen ha chiarito decenni fa come la mancanza del diritto politico ed economico sul cibo - piuttosto che una mancanza di approvvigionamento alimentare - è spesso la causa di carestia. La carestia del Bengala non è stata causata da una carenza di cibo. È stata causata da uno squilibrio di potere.
Questo stesso squilibrio di potere è quello che le multinazionali affamate di profitto come Monsanto, tendono a imporre ai contadini e cittadini di tutto il mondo. Gli agricoltori della zona del cotone in India, gravati da pesanti debiti a causa dei costi altissimi dei semi imposti da Monsanto, si suicidano in numero allarmante. Se le multinazionali OGM come la Monsanto avessero voluto aiutare i poveri, avrebbero potuto iniziare sollevando questi agricoltori dal peso del debito. Naturalmente, chiunque osi sfidare gli immorali monopoli OGM, si trova immediatamente accusato di fomentare la fame. A questo proposito, non molto è cambiato dai tempi di Rachel Carson. Questa vecchia teoria senza fondamento non riuscì a fermare Carson, il cui lavoro ha portato ad un divieto del DDT negli Stati Uniti nel 1972. Fallirà anche nel cercare di fermare quelli come noi che lavorano per sensibilizzare le persone sui rischi degli OGM e dei pesticidi nel 21° secolo.
Per ulteriori informazioni su come respingere i miti sugli OGM, potete di leggere l'intera replica pubblicata sui siti di Navdanya International e Seed Freedom.
http://www.huffingtonpost.it/vandana-shiva/eliminare-gli-oppositori-strategia-ogm_b_6301340.html
- BUONE NOTIZIE E….A VOLTE … SI VINCONO BATTAGLIE !
1) A VOLTE LI “PIZZICANO”: Monsanto costretta al ritiro della pubblicità ingannevole
L’Advertising Standards Authority (Asa) del Sud Africa ha condannato, con effetto immediato, la Monsanto a ritirare la pubblicità su Radio 702 e su altre emittenti locali con la quale la multinazionale degli organismi geneticamente modificati esaltava i benefici delle colture Ogm. Negli annunci, la Monsanto affermava che le colture geneticamente modificate «Ci permettono di produrre più cibo in modo sostenibile utilizzando meno risorse per contribuire ad ambiente un più sano risparmiando sui pesticidi, riducono le emissioni di gas serra ed aumentano in modo sostanzialei». Secondo l’Asa le affermazioni della Monsanto sono risultate infondate. La multinazionale ha annunciato appello contro la sentenza, ma al processo non è stata in grado di fornire spiegazioni che confermassero i presunti benefici delle sue sementi Ogm, come richiesto dalle norme pubblicitarie del Sudafrica. Era stato l’African Centre for Biosafety (Acb) a presentare una denuncia contro Monsanto e spiega che «L’Acb è stata sostenuta nella sua denuncia dalla signora Judith Taylor di Earthlife Africa. A Monsanto è stata data da Asa la possibilità di rispondere alla denuncia dell’Acb, ma secondo l’ASA, è stata in grado di fornire all’Asa solo link ai documenti sul suo sito web, ma non è stata in grado di fornire, come richiesto secondo i termini della disciplina della pubblicità dalla legge sudafricana, input da un esperto indipendente e credibile che confermassero i vari studi che la Monsanto invoca che mostrano gli apparenti vantaggi i delle colture geneticamente modificate».
La direttrice esecutiva dell’Acb, Mariam Mayet, ha detto: «Siamo euforici per questa decisione. Monsanto era già stata avvisata dall’Asa nel lontano 2007 che doveva sostenere le sue affermazioni con un esperto indipendente e credibile in materia (GM Food/M Wells/ 8739 – 18 giugno 2007), in merito alle sue pretese sui cosiddetti benefici delle colture geneticamente modificate. Tuttavia, sembra Monsanto non abbia molto rispetto della legge sudafricana in quanto ha disseminato il suo inferno di false informazioni all’opinione pubblica sudafricana».
Comunque l’Asa ha avvertito la Monsanto che «Dovrà garantire che detiene giustificazioni adeguate per le sue affermazioni pubblicitarie» o rischio ulteriori sanzioni.
http://www.acbio.org.za/index.php/media/64-media-releases/454-monsanto-forced-to-withdraw-unsubstantiated-and-misleading-adver%3E%20tising-claims-on-benefits-of-gm-crops-advertising-standards-authority-of-south-africa Lunedi, 17 Marzo 2014 13:30
Il testo della sentenza accompagnato dall’originale in pdf
Nella questione tra: Mariam Mayet per conto del Centro africano per la Biosicurezza - Primo Ricorrente Judith Taylor - Seconda Ricorrente e Monsanto South Africa (Pty) Ltd. - convenuto
I reclami dei consumatori sono state presentati contro uno spot radiofonico della Monsanto per le colture geneticamente modificate, che così recita:
8 miliardi di persone entro il 2025. Come si fa per dar loro tutti da mangiare? Colture GM ci permettono di produrre più cibo in modo sostenibile utilizzando meno risorse. Colture e alimenti GM sono strettamente regolamentati e sono stati ampiamente studiati e testati per la sicurezza. Colture GM forniscono un ambiente più sano risparmiando sui pesticidi e diminuiscono emissioni di gas serra pur aumentando i raccolti in modo sostanziale. Per saperne di più sulla sicurezza e i benfits di colture GM vai su www.monsanto.com.
Durante l'udienza la ASA ha dichiarato:
“Oltre a presentare i link ai documenti sul proprio sito web, il convenuto non ha presentato nulla da un esperto indipendente e credibile per confermare che i vari studi considerati e di cui sul suo sito web sono applicabili al prodotto del convenuto, o che supportano le affermazioni pubblicitarie.
Come risultato, la pubblicità è attualmente infondata ed in violazione della clausola 4.1 della Sezione II del Codice. La denuncia viene accolta.”
http://www.acbio.org.za/images/stories/dmdocuments/SA-advertising-standards-Monsanto-2014.pdf
2) La Monsanto ci ha provato anche in Cile, ma il governo l'ha bocciata!
Ritirata la legge che avrebbe favorito gli interessi delle biotech.
Il ritiro della “legge Monsanto” sulla privatizzazione delle sementi contadine e sulla non-adesione alla Convenzione UPOV 91 sulla protezione della produzione di piante sono celebrati dai cittadini cileni che si impegnano attivamente in difesa della produzione agro-ecologica e cultura della famiglia contadina.
La pressione è venuto da un ampio movimento della campagna e della città, in difesa di brevetti di semi liberi, non transgenici e contro i pesticidi, articolato in campagna "Yo no quiero transgénicos in Cile". Il presidente Bachelet col il suo governo di coalizione ha annunciato il 17 marzo il ritiro del progetto noto come Legge Monsanto, che è stato presentato in Parlamento nel 2009 dal presidente stesso durante la precedente amministrazione. L'iniziativa legale si proponeva di assegnare alle imprese multinazionali come Monsanto, Syngenta, Pioneer / Dupont e Bayer, i produttori di semi ibridi e transgenici, più poteri e ampie garanzie a scapito dei diritti dei contadini e del patrimonio genetico. Un ruolo di primo piano è stato svolto dalle donne rurali e indigene, agricoltori biodinamici, insieme con le associazioni socio-ambiantales, indigeni, consumatori e famiglie, e ogni interessato alla possibilità di gustare un alimento sano e sicuro. Insieme hanno formato un movimento di difesa dei semi. In Cile, la riscoperta dei valori dell'agricoltura contadina familiare e agro-ecologia - come alternativa concreta ad affrontare i cambiamenti climatici, anche in risposta alla necessità per le persone di avere una maggiore quantità e una migliore nutrizione - è cresciuta e acqua, terra e semi sono essenziali per il raggiungimento sovranità alimentare, l'obiettivo perseguito dalla “Yo no quiero trangenicos en Chile”.
http://www.michelcollon.info/Le-Chili-celebre-le-triomphe.html?lang=fr
Il progetto, è stato ammesso nel 2009 e poi ha ricevuto il via libera unanime alla Camera dei Rappresentanti nel gennaio 2010, durante il primo mandato di Bachelet.
Il progetto, noto anche come " Monsanto-von Baer ", alludendo ai suoi beneficiari, consegna il monopolio alle multinazionali che producono semi ibridi e transgenici
Nel testo originale, l'Esecutivo ha presentato al voto "un disegno di legge che abroga l'attuale legge N º 19,342, aggiornando il regime giuridico che disciplina i diritti dei coltivatori di piante e privilegio degli agricoltori ". Tutto questo, secondo lo stesso documento firmato dalla Bachelet edai ministri legati al tema, "per promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuove varietà vegetali e migliorare la produttività agricola nazionale ".Nella Camera dei Rappresentanti nel marzo 2010, pochi giorni prima dell'arrivo di Piñera alla Moneda, gli articoli 11, 35 e 36 del progetto, sia in generale che in particolare sono stati approvati con il voto favorevole di 76 Membri.
Il testo del disegno di legge:
http://www.camara.cl/pley/pdfpley.aspx?prmID=6559&prmTIPO=INICIATIVA
In una dichiarazione pubblica, 30 organizzazioni hanno firmato il loro rifiuto della "Legge Monsanto", comprese dinamica biologica Farmers Association del Cile, Cile Seed Network e Greenpeace Cile libero.
"Non siamo d'accordo con questa legge che dà nuovi poteri e garanzie per le imprese, continuiando ad aumentare il numero di semi 'certificati', 'ibridi' o 'migliori' ampliando il monopolio dell’industria agrochimica", hanno detto.
Allo stesso modo, hanno avvertito che "costituirà una minaccia di appropriazione del patrimonio naturale e biologico per il profitto di società private e corporazioni transnazionali, governi, istituti e università." María Isabel Manssur, della Fundación Sociedades Sustentables ha detto che grave sarebbe approvarla, è un pessimo progetto perché dà molti diritti alle industrie delle sementi, la creazione di un enorme squilibrio tra multinazionali e piccoli produttori locali, rurali e indigeni". E genera anche erosione genetica che porterà: la perdita del seme nazionale in quanto consente l'appropriazione delle varietà tradizionali. Saremo in totale impotenza", ha sottolineato l'accademico ricordando inoltre che grandi aziende come la Monsanto stanno lasciando l'Europa per stabilirsi in paesi come il Cile, con leggi molto più permissive e scarsa applicazione.
Manifestazioni di massa si susseguono nelle città e cittadine, accompagnate da scambi di sementi, e creazione e di social network virtuali con le liste parlamentari "verdi e rossi"; concerti, fiere di biologico, forum pubblici, e interventi nelle riunioni della commissione per l'agricoltura di entrambe le Camere, erano tra le attività utilizzate. I guardiani dei produttori di sementi come Bio Bio Organic, Chilo Biologico, le donne contadine e indigene, agricoltori biodinamici, insieme con le organizzazioni socio-ambientale, indigeni e dei consumatori, e le famiglie, tutti interessati a optare per il cibo sano e sicuro.
E così come testimoniato dalla documentazione ufficiale del Senato del Governo cileno con la cronistoria del famigerato bollettino 6.355-01, in data 18 marzo 2014 veniva ufficializzato il ritiro della proposta di legge.
http://www.senado.cl/appsenado/templates/tramitacion/index.php?boletin_ini=6355-01
Nella pubblicazione ufficiale del senato, 362ª legislatura 2ª Sesión, di martedì 18 marzo 2014 a pag 20 possiamo leggere quindi:
Mr. ALLIENDE (Vice Segretario Generale) - Nella sua seduta odierna, il Comitato ha adottato all'unanimità le seguenti risoluzioni:
1 - Ritirare il progetto di tabella contrassegnata con il numero 2 (regola vegetali ritrovati e che abroga la legge n 19.342) (Bollettino n ° 6355-01).
http://www.camara.cl/pley/pdfpley.aspx?prmID=49094&prmTIPO=BOLETINOFICIAL
3) Strasburgo dice no a commercio e coltivazione mais OGM 1507
Roma, 16 gennaio 2014 Comunicato stampa
Ogm, Strasburgo dice no a commercio e coltivazione mais 1507
Soddisfatta Legambiente: “Chiediamo al governo italiano di vietare l’immissione di ogm in agricoltura a garanzia della sicurezza e della qualità dell’agricoltura italiana”
Legambiente saluta positivamente il voto odierno del Parlamento europeo sulla proposta di decisione del Consiglio relativa all'immissione in commercio per la coltivazione, a norma della direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, di un granturco (Zea mays L., linea 1507) geneticamente modificato per renderlo resistente a determinati parassiti dell'ordine dei lepidotteri.
Il Parlamento si oppone, infatti, alla coltivazione di questo mais geneticamente modificato; invita il Consiglio a respingere la proposta della Commissione e questa a “non proporre di autorizzare nuove varietà di OGM e a non rinnovare autorizzazioni precedenti fintantoché i metodi di valutazione del rischio non saranno stati sensibilmente migliorati”. In attesa dell’approvazione del regolamento europeo che modifica la direttiva 2001/18/CE - conferendo anche agli Stati membri il diritto di vietare sul proprio territorio la coltivazione di ogm per motivazioni socio economiche -, Legambiente chiede al governo italiano di procedere al più presto al divieto di coltivazione sul territorio nazionale di tutte le varietà geneticamente modificate, a partire dal mais Monsanto MON 810, sulla base sia della necessità di una valutazione dei rischi inerenti agli ogm, sia di motivazioni socio economiche. http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/ogm-strasburgo-dice-no-commercio-e-coltivazione-mais-1507
4) I maya ce l’hanno fatta! Vietata la coltivazione di soia geneticamente modificata
Dopo il divieto di coltivazione del mais geneticamente modificato in Messico nel 2013, la regione di Campeche nel paese ora ha anche vietato la coltivazione di soia geneticamente modificata a seguito di una battaglia legale di due anni.
La seconda Corte distrettuale di Campeche ha stabilito questa settimana a favore delle tre comunità maya dalla borgata Hopelchén che avevano citato il Ministry of Agriculture, Livestock , Rural Development, Fisheries and Food ( Sagarpa) e il Secretariat of Environment and Natural Resources ( SEMARNAT).In una sentenza storica, la Corte ha deliberato a favore delle comunità Pac-Chen e Cancabchen in Hopelchén e determinato che gli effetti della sentenza si applicano a tutti i comuni interessati dal permesso per la coltivazione della soia GM in Campeche. SAGARPA ora ha l'obbligo di garantire che nessun GM di soia sono piantati nello stato.
Il problema ha avuto inizio il 6 giugno 2012, quando la SAGARPA, con il sostegno della SEMARNAT ha consentito il rilascio di soia GM Roundup-Ready della Monsanto nell'ambiente. La messa a dimora di 253 000 ettari, è stato consentito in sette stati nel Messico, tra i comuni di Campeche, Hopelchén, Tenabo, Calkiní, Escárcega, Carmen e Palisade. In Campeche le autorità Maya hanno reagito con rabbia all'autorizzazione del governo e Pac-Chen, Cancabchen e varie associazioni di apicoltori Campeche hanno deciso di andare in tribunale per impedire la messa a dimora degli OGM, perché colpiscono l'industria del miele, attraverso 'inquinamento della produzione', e che hanno portato alla chiusura di alcuni mercati internazionali per gli apicoltori.
Le comunità maya hanno dichiarato che l'impianto di soia GM influeno le pratiche tradizionali storici del popolo (apicoltura), e che vi era una violazione del loro diritto ad un ambiente sano attraverso l'uso eccessivo di erbicidi e attraverso la deforestazione che gli OGM incoraggiano. Dopo quasi due anni di contenzioso, la Seconda Corte distrettuale ha sostenuto rivendicazioni delle comunità indigene.
Inoltre, il Secretariat of Environment and Natural Resources ( SEMARNAT), all'atto della approvazione della concessione, è stato riscontrato avere violato la procedura prevista dal suo regolamento interno, omettendo tre decisioni vincolanti, Conabio, CONANP e INE, che sconsigliavano l'impianto di soia geneticamente modificata in poligoni segnati. 13 Marzo 2014
5) Sentenza storica per il Brasile annullato rilascio autorizzazione mais OGM Bayer
Annullato il rilascio per la coltivazione di Bayer Liberty link GM di mais e il giudice afferma che vi è la necessità di studi sugli effetti negativi degli OGM in tutte le principali biomi del paese. In una storica sentenza la Corte d'appello federale del Brasile ha deciso all'unanimità di annullare il rilascio della licenza di coltivazione del mais Bayer Liberty link GM. La sentenza è un altro disastro giuridico per l'industria biotech e avviene subito dopo la decisione, presa all'inizio di questa settimana da un tribunale della regione di Campeche in Messico, di vietare la coltivazione di soia GM , per proteggere le tradizioni del popolo Maya, vale a dire l'apicoltura.
La Corte brasiliana ha annullato la decisione della Brazil’s Biosecurity Commission (CTNBio), che aveva permesso il rilascio per la coltivazione del mais GM Liberty Link. L'azione civile contro CTNBio è stata avviata da Land Rights, the Brazilian Institute for Consumer Defense – IDEC and the National Association of Small Farmers.
La decisione è stata segnalata per aver creato un nuovo paradigma giuridico e potrebbe costringere le autorità brasiliane a rivedere tutte le altre versioni commerciali di OGM in Brasile. Mai prima d'ora un giudice aveva affermato che vi è la necessità di studi sugli effetti negativi degli OGM in tutte le principali biomi del paese.
Il giudice federale Candido Silva Alfredo Leal Junior, ha letto brani tratti dalla sua decisione per circa un'ora e mezza. In aggiunta ai suoi commenti sui biomi, il Giudice ha ordinato alla CTNBio di sviluppare uno standard per consentire al pubblico di avere accesso ai documenti nel file elaborato dalla Commissione, consentendo il loro coinvolgimento qualificato nel processo di liberalizzazione degli scambi. L'avvocato Fernando Prioste ha affermato che la decisione avrà un impatto importante sulla questione degli OGM in Brasile, perché costringe i regolatori nazionali ad effettuare studi per valutare i rischi in tutti gli ecosistemi e costringe CTNBio di dare ampio trasparenza ai processi di rilascio di OGM nell’ambiente; "Il voto di oggi merita uno studio dettagliato perché copre l'argomento in profondità, analizzando gli aspetti legali che conciliano le conseguenze sociali ed economiche del rilascio di OGM in Brasile per le generazioni future."
"Dopo dieci anni di rilascio commerciale di colture GM in Brasile, il dibattito sulla questione si è seriamente intensificato, esponendo la debolezza dei pesticidi e dell’agricoltura basata sugli OGM. La decisione della Corte costituisce oggi un elemento importante che sosterrà la lotta del popolo per un modello di agricoltura basato sulla agro-ecologia, che garantisca i diritti degli agricoltori e il cibo sano senza pesticidi per tutta la popolazione ", ha concluso Prioste. 14 marzo 2014 http://sustainablepulse.com/2014/03/14/historic-court-ruling-stops-cultivation-bayers-gm-maize-brazil/#.UyM57D95MyM
6) La Francia vieta la coltivazione del MON 810
“No al mais Ogm in Francia. L’Assemblea Nazionale lo scorso 15 aprile ha approvato un progetto di legge che proibisce la coltivazione del mais transgenico Mon810 prodotto dalla multinazionale Monsanto e contenente la tossina Bt. Ciò rafforza la decisione di vietare la coltivazione del mais Ogm già resa nota a marzo attraverso un decreto d’emergenza. L’Associazione Generale dei Produttori di mais aveva espresso la propria opposizione al provvedimento, in nome del libero accesso alle innovazioni biotech. In questo momento il Governo francese ritiene necessario mantenere la moratoria nazionale sugli Ogm, soprattutto in nome del “Principio di Precauzione” supportato dal ministro delle Relazioni con il Parlamento Jean-Marie Le Guen.
Fino a questo momento l’Unione Europea ha approvato due varietà Ogm e soltanto una viene effettivamente coltivata. Si tratta proprio del mais Monsanto Mon810, di cui il più grande produttore è la Spagna, con 149.926 ettari. La maggior parte della produzione spagnola di mais Ogm viene destinata alla produzione di mangimi per gli animali. La seconda varietà Ogm introdotta in Europa era rappresentata dalla patata Amflora, prima approvata dalla Commissione Europea e poi bocciata dalla Corte di Giustizia.
Nel 2013 al secondo posto per la produzione di mais Ogm trovavamo la Francia, con 22 mila ettari, seguita dalla Repubblica Ceca (5000) e dal Portogallo (4200), per citare i maggiori produttori europei. L’Unione Europea al momento sta esaminando la nuova autorizzazione per la coltivazione del mais Monsanto. Gli Stati UE dovranno comunque avere il diritto di proibire gli Ogm sul proprio territorio, nonostante l’eventuale approvazione europea. Il progetto di legge francese indica chiaramente che la coltivazione del mais geneticamente modificato è proibita in tutto il Paese. Il divieto dovrebbe estendersi dunque anche al mais TC1507 di Pioneer-Dupont, qualora fosse autorizzato dall’Unione Europea. All’inizio del 2014 il Parlamento Europeo ha bocciato la relativa proposta di autorizzazione, in quanto non è ancora stato dimostrato che questa varietà di mais geneticamente modificato sia innocuo per le farfalle e gli insetti impollinatori.” http://www.greenbiz.it/food/agricoltura/10385-ogm-francia-mette-al-bando
Approvato il decreto che blocca su tutto il territorio 17/02/2014
Consultazione pubblica sulla misura prevista adottata dal governo nel caso in cui la Commissione non prende alcuna azione di sospendere la commercializzazione e l'uso di varietà di sementi di granturco geneticamente modificato (Zea mays L. Linea MON 810 ). La consultazione ha funzionato dal 17 febbraio al 9 marzo, 2014 incluso.
http://agriculture.gouv.fr/Consultation-du-public-MON-810
L’intento di questo progetto di decreto è quello di vietare la commercializzazione e l'uso di varietà di sementi da granturco geneticamente modificato MON 810, per far fronte ai rischi ambientali della coltivazione di questa varietà
Testo della proposta di legge:
http://agriculture.gouv.fr/IMG/pdf/Projet_arrete_interdiction_MON810_2014-02-12__cle0b1311.pdf
Dalle osservazioni pervenute:
Argomenti a favore del divieto contemplato o contro gli OGM.
La stragrande maggioranza degli intervistati ha espresso sostegno al progetto di ordine, in opposizione agli OGM . Argomenti invocati frequenti sono:
- impatto economico negativo degli OGM in determinati settori, compresa l'agricoltura biologica , marchi di qualità , apicoltura…
- L'impossibilità della coesistenza degli OGM con le catene di cui sopra;
- l'assenza di norme di coesistenza tra colture geneticamente modificate e altri percorsi,
- costi supplementari relativi all'organizzazione di questa coesistenza;
- La necessità di applicare il principio di precauzione;
- Mancanza di studio sulla sicurezza degli OGM , l'incertezza sui rischi,
- I rischi per la salute connessi con gli OGM, -ecc
Sintesi delle osservazioni:
http://agriculture.gouv.fr/IMG/pdf/MON_810_Bilan_consultation_cle4524ae.pdf
E finalmente il decreto viene approvato e recita così:
“Il commercio, l'uso e la coltivazione di varietà di sementi di mais geneticamente modificato MON 810 elencate nell'ordine del 3 agosto 1998, di cui sopra sono vietati nel paese fino all'adozione di, in primo luogo, una decisione definitiva ai sensi dell'articolo 18 della direttiva 2002/53/CE del 13 giugno 2002 di cui sopra e, dall'altro, delle misure comunitarie di cui 3 dell'articolo 54 del regolamento (CE ) N. 178/2002 del 28 gennaio 2002 di cui sopra.”
Il testo completo del decreto approvato:
7) Ogm, sentenza storica in ITALIA: il Tar dice no alle semine di mais Monsanto in Italia
(clicca sul titolo-link)
8) La Russia dice no alle importazioni del transgenico e sceglie il biologico. La Russia ha deciso di NON importare OGM.TRANSGENICI
Conferma il Primo ministro della Russia, Dmitry Medvedev:
'Se Agli americani piace mangiare prodotti OGM, lasciamoli a loro. Noi non abbiamo bisogno di farlo, abbiamo abbastanza spazio e opportunità per produrre cibo biologico. '
Sarebbe bello fosse così sul fatto di produrre biologico. Speriamo! E intanto incassiamo la bella notizia che la Russia non vuole il transgenico !
Infatti quello che è interessante è che dalla fine del febbraio scorso (2014), il Parlamento russo ha chiesto al governo di imporre un divieto temporaneo per tutti i prodotti geneticamente modificati. La Duma ha approvato. http://rt.com/news/russia-import-gmo-products-621/
La Russia scende in campo per prendere posizione sull’argomento. Il primo ministro Dmitrij Medvedev ha dichiarato che la Russia non importerà prodotti Ogm e che il Paese ha abbastanza spazio e risorse per produrre alimenti bio. La coltivazione di Ogm in Russia è già regolata da severi divieti. A suo parere, Mosca non ha nessuna ragione per incoraggiare la produzione di alimenti geneticamente modificati o per importarli dall’estero. Lo ha dichiarato il primo ministro lo scorso sabato durante un congresso di deputati che ha riguardato le aree rurali.“Se gli americani amano mangiare prodotti Ogm, lo facciano pure. Noi non abbiamo bisogno di farlo. Abbiamo abbastanza spazio e opportunità per produrre cibi biologici” - ha sottolineato Medvedev. Il primo ministro ha ordinato un monitoraggio ampio e approfondito del settore agricolo, poiché, nonostante i severi divieti, una certa quantità di prodotti e semi Ogm ha potuto comunque raggiungere il mercato russo. In precedenza, il ministro dell’Agricoltura Nikolaj Fedorov aveva dichiarato che la Russia avrebbe dovuto rimanere libera da Ogm. Alla fine di febbraio il Parlamento russo aveva chiesto al Governo di imporre un divieto temporaneo sugli Ogm. La Commissione Agricoltura della Duma aveva supportato la messa al bando del commercio di prodotti transgenici. Al momento in Russia non è ancora presente alcuna limitazione ufficiale sul commercio di alimenti che contengano Ogm, ma Medvedev sembra mirare alla completa messa al bando. Ora, quando il contenuto di Ogm supera lo 0,9%, i produttori hanno l’obbligo di indicare la presenza di ingredienti geneticamente modificati in etichetta. Le importazioni di Ogm saranno proibite se i prodotti in questione non supereranno le ispezioni, almeno secondo la nuova bozza di legge da poco pubblicata dal Governo russo. Il presidente Vladimir Putin ha dichiarato che è necessario proteggere i cittadini dagli alimenti geneticamente modificati. In generale, la Russia non intende importare Ogm e mira a bloccare ogni forma di coltivazione. Secondo il ministro Fedorov, il Paese dovrebbe rimanere un territorio libero da Ogm, poiché le autorità statali non intendono porre a rischio in alcun modo la salute della popolazione. 3 Aprile 2014
http://www.greenbiz.it/food/agricoltura/10393-ogm-russia-stop-importanzione
9) ETICHETTATURA OBBLIGATORIA degli OGM. GRANDE VITTORIA nel VERMONT ! Primo Passo. Può aprire scenari nuovi negli USA e forse anche nel mondo. Speriamo altri stati negli States seguano l'esempio del Vermont!
"...Quest'anno, la Madre Terra ha almeno una cosa per celebrare — l'inizio della fine dell'impero del male di Monsanto. Infatti, lo stato U.S.A del Vermont ha approvato "H.112" , la prima legge di uno stato degli USA che richiede l'ETICHETTATURA OBBLIGATORIA degli OGM (organismi geneticamente modificati per trangenesi) e che proibisce di etichettatare alimenti contaminati da OGM come 'naturali' o con la dicitura 'tutto naturale'. Con l'approvazione di questa legge sull'etichettatura degli OGM nello stato del Vermont dopo ben 20 anni di lotta, è il momento di festeggiare la nostra comune vittoria. Ma come tutti sappiamo, la battaglia per un nuovi e sani alimenti, un diverso sistema di allevamento, e un futuro sostenibile è appena iniziata. Monsanto denuncerà probabilmente lo stato del Vermont. E perderà. E i giganti dei geni e del cibo spazzatura proveranno ancora ad emanare una legge federale destinata a spogliare il Vermont e ogni altro stato degli USA, del diritto di approvare leggi che richiedano senza equivoci l'etichettatura dei prodotti OGM o contenti OGM. Ma noi combatteremo sempre. E vinceremo."
“I am proud of Vermont for being the first state in the nation to ensure that Vermonters will know what is in their food. The Legislature has spoken loud and clear through its passage of this bill. I wholeheartedly agree with them and look forward to signing this bill into law.” - Vermont Governor Peter Shumlin, on the passage of H 112, the first trigger-free mandatory GMO labeling law in the U.S.
e: http://www.organicconsumers.org/articles/article_29778.cfm
and:
articolo completo: http://www.burlingtonfreepress.com/story/news/politics/2014/04/27/gmo-labeling-came-pass-vermont/8166519/
- Il Governatore Pete Shumlin ha firmato l'8 maggio 2014 la prima legge autonoma degli U.S.A.sull'obbligo di etichettatura degli OGM.
Altri stati seguiranno il suo esempio ! Non lasciamo il Vermont da solo!
MONTPELIER, Vt. “Il Governatore Peter Shumlin ha firmato la legge che permette al Vermont di diventare il primo stato degli USA a richiedere l'etichettatura degli alimenti che contengono ingredienti.geneticamente modificati (OGM). Ma la nuova legge deve affrontare due grandi minacce: una possibile causa da parte dei produttori alimentari e la legislazione nel Congresso degli Stati Uniti che vieterebbe di imporre tali requisiti di etichettatura. Lo stato del Maine e del Connecticut hanno precedentemente approvato le leggi che richiedono l' etichettatura sugli alimenti geneticamente modificati, ma tali leggi non prendono hanno fino a quando altri Stati non seguiranno. La legge del Vermont chiamata H.112 entra invece in vigore dal luglio 2016 senza alcun requisito che altri Stati approvino la legge prima di tale data. Circa 300 persone e una band dal vivo si sono ritrovati giovedì pomeriggio scorso (8 maggio 2014) sui gradini della Statehouse a Montpelier (Vermont) per festeggiare la firma della legge da parte del Governatore Shumlin.”
- “...Di buon mattino i "piagnoni" erano in pieno vigore, lamentandosi (complaining) che la nuova legge del Vermont la "H.112" che impone l'obbligo di etichettatura degli OGM, è 'irresponsabile' e (sempre secondo loro) "disinforma" i consumatori e fa 'alzare i prezzi alimentari'. Il Grocery Manufacturers Association sta spingendo una legge (bill ) in Congresso a precorrere la H.112. E Monsanto ha minacciato di citare in giudizio, anche se rimane da capire se effettivamente lo farà… Comunque l'8 maggio 2014 è stato anche un grande giorno per il movimento "diritto di sapere" in Oregon. La Corte suprema dell'Oregon infatti, ha spianato la strada agli attivisti per iniziare la raccolta di firme per un'iniziativa di referendum da tenersi in novembre 2014 per l'etichettatura obbligatoria degli OGM. Oggi, si assapora le vittorie. Domani, si torna al lavoro. Per assicurarsi che vinciamo in Oregon. E Arizona. E Colorado. E in California. E Massachusetts. E New York. E.... Attenzione Monsanto, stiamo arrivando!” http://www.organicconsumers.org/bytes/ob424.html#article5
- Almeno altri 25 Stati hanno preso in seria considerazione la possibilità di legiferare in materia di etichettatura di ingredienti OGM nei prodotti alimentari. Tale informazione è presente nel rapporto sui requisiti per l’etichettatura, dell'organizzazione senza scopo di lucro: Council for Agricultural Science and Technology. http://www.organicconsumers.org/articles/article_29912.cfm
10) Costarica, il popolo per uno sviluppo sostenibile e no OGM
In un recente numero di American Ethnologist la rivista scientifica dell’American Ethnological Society Thomas W. Pearson da’ un ampio sguardo ad alcune comunità in Costa Rica, che hanno scelto di adottare ordinanze e codici comunali che impediscono l'impianto di transgenici o geneticamente modificati (OGM).
Nel suo articolo intitolato Transgenic-free territories in Costa Rica: Networks, place, and the politics of life , Pearson sostiene che il lavoro di comunità rurali come Santa Cruz, nel Guanacaste, contro la coltivazione di colture transgeniche nella loro terra, è una "difesa della sovranità, luogo, e anche la vita stessa. " Pearson ha studiato come le organizzazioni che promuovono lo sviluppo sostenibile e le pratiche di agricoltura biologica in Guanacaste, hanno conosciuto gli OGM e i pericoli che comportano. Il gruppo che Pearson ha osservato è "Sol de Vida", un'organizzazione che the Costa Rica Star ha menzionato in un articolo sulla creazione di fonti rinnovabili per la produzione di energia per la cottura domestica. Non solo, Sol de Vida ha raggiunto il successo lottando per una legislazione atta a tenere gli OGM fuori da Santa Cruz, e s'è battuta anche per l'autonomia delle donne locali, attraverso la promozione di stufe a energia solare. Ci sono molti punti interessanti in tutto l'articolo di Pearson. Egli descrive nel dettaglio il rapporto tra le reti di attivisti transnazionali che operano per contrastare le manovre di conquista adottate dalle multinazionali come la Monsanto. Pearson descrive come queste reti di attivisti transnazionali cercano di sensibilizzazione gruppi come Sol de Vida. In data 8 aprile 2006 (Giornata Internazionale della opposizione agli OGM), Pearson era a Guanacaste ad ascoltare Juan Arriaga, di Sol de Vida, che parlava della sua esperienza nel fare di Santa Cruz un territorio legalmente libero dal transgenico. Il fatto che le varie comunità in Costa Rica stanno diventando territori liberi dal transgenico ha molto a che fare con l'approccio attivista. Nel suo articolo Pearson ricorda come Don Juan Arriaga ha parlato del filibustiere americano William Walker e della sua banda di mercenari e di come hanno cercato di prendere il controllo del Centro America, ma alla fine sono stati fermati dalle truppe Tico nella storica battaglia di Rivas . Pearson ha notato come Don Juan Arriaga usi ad arte paragoni tra la coraggiosa campagna nazionale e la battaglia contro i mercanti transgenici come la Monsanto, il proverbiale Davide contro Golia, una lotta che non manca mai di suscitare lo spirito del popolo. Alla fine, Pearson stabilisce che le comunità come San Isidro, Santa Cruz, Abangares, Talamanca, Moravia, e Barva esprimono determinazione del popolo di adottare uno sviluppo sostenibile che è anche socialmente equo.http://news.co.cr/transgenic-free-territories-costa-rica/4163/
Thomas W. Pearson, (2012), Transgenic-free territories in Costa Rica: Networks, place, and the politics of life American Ethnologist. Volume 39, Issue 1, pages 90–105, DOI: 10.1111/j.1548-1425.2011.01350.x
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1548-1425.2011.01350.x/abstract
Il testo in pdf: http://www.uwstout.edu/faculty/pearsont/upload/Pearson-T-2012-Transgenic-free-territories-in-CR-AE.pdf
11) Gli inganni della Monsanto costretta a pagare
Una notizia di qualche anno fa quando la Monsanto fu condannata in Francia per pubblicità ingannevole (29/01/2007) - Pesticidi. Il tribunale di Lione condannò il gigante dell'agrochimica per pubblicità ingannevole
http://www.slowfood.it/sloweb/3E6E345B0326b1B100vpL1279AEB/sloweb
“L'associazione francese Eau & Rivières de Bretagne (Erb) ha ottenuto la condanna della filiale francese della Monsanto per la pubblicità di Roundup, il diserbante più venduto nel mondo. Il tribunale ha riconosciuto ingannevole tale pubblicità che presentava il Roundoup come 2biodegradabile" e "rispettoso dell'ambiente", fornendo un'immagine "ecologica" dell'erbicida. «Nel 2000, Monsanto ha investito in una grossa campagna pubblicitaria alla televisione per il Roundup. Erb ha dimostrato, attraverso studi dettagliati, la presenza massiva di glifosate, la sostanza attiva dell'erbicida, nei corsi d'acqua bretoni» afferma Gilles Huet, delegato dell'associazione. Il glifosate è un prodotto pericoloso per l'ambiente e la salute. Nel 2001 è stato classificato dalla Commissione europea come tossico per gli organismi acquatici e altamente dannoso per gli ecosistemi. «Con la sua pubblicità ingannevole, Monsanto ha favorito l'uso indiscriminato di questo pesticida, il più venduto al mondo» continua Huet. Un uso che si traduce, secondo l'associazione, in un forte tasso d'inquinamento delle acque francesi: le due molecole chimiche di Roundup sono rilevate rispettivamente nel 55% e 35% delle acque di superficie. Già nel 1996, a seguito di una procedura giudiziaria condotta dallo stato di New York, la stessa pubblicità era stata bandita dal territorio americano. Dopo il 2001, la tossicità di Roundup per l'ambiente e la salute è stata confermata da nuovi studi. L'équipe del prof. Bellé del Centre national de la recherche scientifique ha messo in evidenza il carattere potenzialmente cancerogeno dell'erbicida. E Gilles-Eric Seralini, professore di biologia molecolare dell'università di Caen, ha dimostrato che il Roundup agisce sull'apparato endocrino degli organismi. Il tribunale di Lione ha inoltre condannato la Monsanto a un'ammenda (seppur estremamente esigua) di 15 000 euro, poiché, si legge nella sentenza, la multinazionale «conosceva perfettamente, prima di lanciare la campagna pubblicitaria, le caratteristiche ecotossiche di Roundup». In Italia, questo erbicida viene commercializzato con il medesimo nome”.
Fonte: Libération www.eau-et-rivieres.asso.fr
http://blogeko.iljournal.it/monsanto_pubblicita_ingannevole_roundup/33129
12) PROIBITI GLI OGM IN DUE CONTEE DELL'OREGON (U.S.A.)
Due contee dell'Oregon (U.S.A.): Jackson e Josephine, hanno sonoramente sconfitto i "Giganti del Gene", martedì 20 maggio 2014. Gli elettori della contea di Jackson, condotti da un gruppo di base chiamato Our Family Farms Coalition, hanno fatto promuovere in tutta la contea attraverso un referendum i DIVIETI di coltura del transgenico. La vittoria invia un chiaro segnale all'industria del biotech, i loro OGM non sono AFFATTO desiderati! E invia un segnale altrettanto chiaro ai politici, le due Contee infatti prenderanno posizione per tutelare il loro diritto democratico di determinare i regolamenti locali. Questa volta, i soldi della Monsanto e bugie non hanno funzionato (http://salsa3.salsalabs.com/dia/track.jsp?v=2&c=pzF7f3rMJIH3w2ufag5SaLqkb0CnGZSy). (Monsanto e il resto dei giganti dei Geni hanno speso 1 milione di dollari, nuovo record per un referendum in una contea (e questo solo nella Contea di Jackson!).Questa volta, i cittadini comuni e i diritti della Comunità hanno prevalso sulla corruzione politica e aziendale. Questa volta, si festeggia. La vittoria di questa settimana è ancora più dolce, arrivando poche settimane dopo che il Vermont ha convertito in legge la prima autonoma proposta di legge di questo paese che richiede l'etichettatura obbligatoria (http://salsa3.salsalabs.com/dia/track.jsp?v=2&c=3kF6F0y78sBrgmi5rw1Bcbqkb0CnGZSy). Il movimento anti-OGM, da sempre una forza da non sottovalutare, è ora una minaccia più grande che mai per le società che hanno avvelenato e contaminato con impunità e per decenni questo Paese. Ora, dobbiamo vincere l' iniziativa di referendum n° 44 in Oregon il prossimo novembre, il voto richiede l'etichettatura obbligatoria degli alimenti OGM in tutto lo stato. C'è anche bisogno di difendere l'iniziativa di Josephine County che è a rischio a causa di una controversa legge (http://salsa3.salsalabs.com/dia/track.jsp?v=2&c=49pUnAsgzDKifG%2BbNlsy%2Frqkb0CnGZSy) approvata l'anno scorso in Oregon che annulla gli eventuali divieti approvati della contea agli OGM. Invece nella Contea di Jackson il voto del referendum non teme nulla in quanto è stato tenuto prima che detta controversa legge (Oregon SB 863) venisse approvata. Infine dobbiamo difendere la nuova legge sull'etichettatura del Vermont, perché il Grocery Manufacturers Association ha promesso di citare il Vermont in giudizio davanti alla Corte federale e abbattere la sua legge sull'eticehttatura obbligatoria dei prodotti alimentari contenenti OGM.
E ANCHE: http://www.organicconsumers.org/articles/article_30084.cfm
E: http://www.commondreams.org/headline/2014/05/21-1
13) Grano OGM: stop del Giappone alle importazioni dagli USA, richiesti accertamenti da Taiwan
"Grano OGM. Dopo la scoperta della presenza di frumento geneticamente modificato in un'azienda agricola dell'Oregon, negli Stati Uniti, alcuni Paesi del mondo, in primis il Giappone, stanno prendendo posizione rispetto alle importazioni del cereale proveniente dal continente americano. Il timore è che il grano OGM possa aver contaminato i carichi destinati all'esportazione. Il Giappone sarebbe stato il primo a schierarsi contro il grano OGM, decidendo di cancellare un ordine pari a 27.500 tonnellate di grano proveniente da Oltreoceano lo scorso giovedì. Altri acquirenti internazionali sembrano aver reagito negativamente alla notizia. La Corea del Sud avrebbe deciso di sospendere i carichi di grano in arrivo dagli Stati Uniti, mentre l'Unione Europea si sarebbe occupata con urgenza di richiedere test genetici sulle importazioni provenienti dall'America. Taiwan potrebbe decidere di richiedere accertamenti per assicurarsi che tutto il grano importato dagli Stati Uniti risulti privo di OGM. Il Giappone ha richiesto alle autorità statunitensi di comunicare al più presto ogni informazione riguardante l'incidente. La questione interessa in modo particolare il Giappone, in quanto il Paese del Sol Levante importa circa 5 milioni di tonnellate di grano all'anno, il 60% delle quali proviene dagli Stati Uniti. Tali dati rendono il Giappone uno dei maggiori importatori di grano statunitense del mondo. A Bruxelless, la Commissione Europea, lo scorso giovedì, si è occupata di richiedere agli stati membri dell'Unione Europea di porre sotto controllo le importazioni di grano dagli Stati uniti, in quanto esso potrebbe risultare contaminato da tratti geneticamente modificati. Il grano OGM non ha mai ricevuto alcuna autorizzazione che ne permettesse la coltivazione o l'esportazione in alcun Paese del mondo. Anche negli Stati Uniti la coltivazione di grano OGM è vietata e per tale motivo la presenza del cereale geneticamente modificato in Oregon è stata giudicata illegale. La stessa Monsanto nel 2005 aveva desistito dall'intento di commercializzare grano OGM nel mondo, cogliendo una vera e propria resistenza in proposito da parte dei mercati a cui la sua esportazione sarebbe stata destinata. L'America rappresenta il maggiore esportatore di grano al mondo, occupandosi di inviare ogni anno verso diversi Paesi carichi del valore complessivo di 8 miliardi. Monsanto potrebbe ritrovarsi ad affrontare le ire di tutto il mondo in merito alle possibilità di contaminazione del grano tramite OGM. Il rifiuto di importazione del cereale da parte del Giappone rappresenta un primo segnale di allerta e di tutela dei cittadini rispetto all'ingresso nell'alimentazione della popolazione di cereali geneticamente modificati o contaminati, la cui presenza nei carichi per l'esportazione sarebbe da considerare illegale." http://www.greenbiz.it/food/agricoltura/7312-grano-ogm-giappone-stop-importazioni
originale: http://grist.org/news/japan-and-other-nations-say-no-to-u-s-wheat-worried-about-gmos/
e anche: http://www.marketwatch.com/story/taiwan-firms-review-us-wheat-imports-on-gm-fears-2013-05-31
14) La Global GMO Free Coalition (GGFC) ha raggiunto i 4.5 milioni di membri, riuniti in 60 gruppi aderenti in tutto il mondo
La GGFC è la prima rete coordinata a livello mondiale che affronta il problema degli organismi geneticamente modificati (OGM), e che si pone l’obiettivo precipuo di opporsi alla propaganda del settore biotech, fornendo al contrario informazioni che portino ad azioni responsabili da parte degli organismi competenti, fino ad arrivare ad una regolamentazione legislativa definitiva in tutto il mondo. I partner della coalizione, circa 60, provengono da tutti i continenti: dagli Usa alla Gran Bretagna, dall’Iran al Cile, dal Brasile all’Australia. Segno evidente che la questione è sentita in tutto il pianeta. «E’ un problema globale che merita un approccio globale – afferma Rowlands del GGFC– L’industria degli Ogm sta immettendo nell’ambiente prodotti nocivi non testati. Per questo invitiamo tutte le organizzazioni del settore ad unirsi a noi». La “coalizione” coordinerà relatori esperti indipendenti, organizzerà eventi pubblici, fornirà alla stampa e ai governi di tutto il mondo tutte le informazioni raccolte, al fine di centrare i seguenti obiettivi prefissati:
- ottenere una maggiore esposizione mediatica sulla questione degli “ogm free”;
- fornire argomenti scientifici dettagliati sulla base dei fatti,
- mettendo così in discussione il monopolio attuale sulla scienza da parte dei media allineati all’industria biotech;
- sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema in questione;
- migliorare le capacità dei partner della coalizione all’interno del processo di lobbying nel momento della discussione di politiche verdi con i governi.
«Un sistema globale di agricoltura progettato a resistere ad enormi quantità di pesticidi e altre sostanze tossiche non è più sostenibile – afferma Katherine Paul, Direttore dell’Organic Consumer Association, partner statunitense – La scienza ha dimostrato che la natura si evolve e riesce a resistere col tempo a queste tipologie di pesticidi. Ciò vuol dire che ci sarà una vertiginosa evoluzione anche da parte dell’industria biotech, che produrrà pesticidi ancora più potenti del passato». «Purtroppo un mondo libero da ogm è praticamente impossibile – afferma Sayer Ji, Fondatore di GreenMedInfo – Il minimo che possiamo fare è di fermare questo esperimento globale. Tutti hanno il diritto di essere informati e di scegliere una via alternativa e se si continua così ci sarà un inevitabile impoverimento del suolo». http://www.ilcambiamento.it/diritti_umani/global_gmo_free_coalition_fian.html
15) L’IAASTD mette in guardia sul transgenico. Potreste non aver sentito parlare dell'IAASTD, ma è un documento di riferimento potenziale nei settori dello sviluppo e dell'agricoltura (chiamato da alcuni Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell'agricoltura) ed è stato redatto da circa 400 scienziati ed esperti di scienze sociali di tutto il mondo, l'acronimo significa: Valutazione internazionale delle scienze agrarie e della tecnologia per lo sviluppo (IAASTD) e a proposito delle colture geneticamente modificate transgeniche afferma che: "Le colture OGM suscitano 'persistenti preoccupazioni per la sicurezza' e possono anche essere dannose per lo sviluppo rurale". Naturalmente ciò non è piaciuto alle due corporations padrone del settore: Monsanto e Syngenta che hanno abbandonato il lavoro dell'IAASTD con scuse farlocche. http://www.independentsciencenews.org/environment/science-media-failed-the-iaastd/
16) Le Hawaii mettono fuori legge gli Ogm, le multinazionali si ribellano
La svizzera Syngenta avrebbe intossicato decine di persone usando erbicidi proibiti in Europa dal 2004. La norma dovrebbe entrare in vigore a metà agosto, ma i big internazionali stanno facendo lobbying. Gli abitanti di un'isola delle Hawaii sono in rivolta contro la multinazionale svizzera Syngenta che, in quel luogo paradisiaco, ha impiantato delle coltivazioni di Ogm. Succede a Kauai, dove il colosso elvetico dell'agroalimentare possiede 1.215 ettari di terreno per produrre soja e mais transgenici. "Abbiamo scelto le Hawaii perché il clima, sull'arcipelago, consente di effettuare da tre a quattro raccolti l'anno, molto più che sul continente", ha spiegato al quotidiano Le Temps di Ginevra Savina La Scalea, portavoce di Syngenta. All'origine della protesta c'é il massiccio impiego di pesticidi, utilizzati nei campi di mais e soja. In particolare di atrazina, un erbicida proibito in Europa dal 2004 ma con il quale, tra il 2010 e il 2012, Syngenta ha innaffiato abbondantemente le proprie coltivazioni hawaiane. Con il risultato che 20 allievi di una scuola di Kauai, a un centinaio di metri da uno dei campi su cui è stata versata l'atrazina, sono finiti all'ospedale con sintomi di intossicazione: "Lamentavano vertigini, disturbi respiratori ed erano in preda al vomito", il resoconto del quotidiano Honolulu Civil Beat. Sempre a Kauai, stando a quanto affermano gli abitanti "quando c'è vento siamo investiti da folate di terra rossa, che ci provocano mal di testa e crisi di asma". Inoltre i medici locali hanno registrato un aumento preoccupante di malformazioni cardiache, tra i neonati dell'isola: "Cinquantatre casi ogni 10 mila nascite, ovvero dieci volte di più della media nazionale" spiega un medico dell'ospedale di Waimea. Di fronte a queste denunce il Parlamento dello Stato delle Hawaii ha votato, nell'autunno scorso, una legge anti-Ogm che impone, tra l'altro, a Syngenta e agli gruppi attivi nel settore transgenico, di rivelare il contenuto degli erbicidi, utilizzati nelle loro coltivazioni. La legge dovrebbe entrare in vigore il 16 agosto 2014 ma, nel frattempo, il colosso svizzero ha messo in campo l'artiglieria pesante con operazione di lobbying presso gli eletti locali, per convincerli ad annullare quella legge e approvarne una di segno opposto che vieti, in sostanza, al Parlamento delle Hawaii. di legiferare sugli Ogm. http://www.repubblica.it/economia/2014/05/30/news/hawaii_syngenta_ogm-87641518/?rss
17) Perù, il Paese che non vuole Ogm, almeno per 10 anni !
La legge caldamente richiesta dagli attivisti peruviani e promulgata nel 2011, è finalmente entrata in vigore: con una normativa storica, il Perù vieta l’introduzione di cibo geneticamente modificato all’interno dei confini del Paese per i prossimi dieci anni. Pene decisamente salate aspettano chi volesse trasgredire l’ordinanza: le sanzioni possono arrivare fino a 14 milioni di dollari e comportare la distruzione degli Ogm introdotti o prodotti illegalmente. Stretti controlli verranno infatti effettuati anche sui prodotti importati da Paesi terzi. Proprio mentre molti Paesi decidono di aprire le porte agli Ogm, il Perù fa un coraggioso passo indietro, sottraendosi alle pressioni del settore privato favorevole alla produzione di biocarburante. Per dieci anni, nel Paese non sarà più possibile importare, produrre o utilizzare organismi geneticamente modificati. L’approvazione della normativa era in realtà attesa già da diversi anni: il testo, pronto dal 2005, attendeva solo la firma ufficiale dell’ex Presidente Alan Garcia, che però non era riuscito ad appianare gli attriti tra i Ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente. A prendere la penna in mano è stato invece l’attuale Presidente, Ollanta Humala. Una scelta che difende la salute, ma anche l’ambiente, ha dichiarato alla stampa il Ministro all’Ambiente Manuel Pulgar Viral. Tale condotta è infatti volta alla difesa della biodiversità autoctona peruviana e alla protezione delle singole specie vegetali, molte delle quali costituiscono una larga fetta delle esportazioni nazionali, che in caso contrario rischierebbero l’estinzione. Non meno importanti sono i benefici economici; come sottolineato dal Ministro Viral, la decisione si inserisce in un’ottica di supporto ai produttori locali. L’economia del Paese, infatti, è fortemente improntata sull’esportazione di prodotti biologici, quali cacao, caffè e mais. Secondo gli attivisti, si tratta di una vittoria di una importante battaglia, ma non ancora della guerra, dal momento che il 70% circa delle riserve di cibo attualmente presente in Perù contiene Ogm. Tuttavia, si tratta di un passo avanti senza eguali e una netta presa di posizione nei confronti della salute, della giustizia e del patrimonio ambientale che si spera possa essere da esempio per molti altri Paesi del mondo. http://www.tuttogreen.it/peru-il-paese-che-non-vuole-ogm/. «Con la promulgazione della legge, affermiamo nuovamente il nostro impegno per il Perù e per la protezione della nostra biodiversità. Non c’è alcuna incompatibilità con gli accordi internazionali, perché ogni paese è libero di applicare le precauzioni necessarie a proteggere il suo medio ambiente», ha affermato Il senatore Jaime Delgado presidente della «Commissione per la difesa dei consumatori». L’approvazione della legge ha riscosso anche l’approvazione delle associazioni di settore, che hanno accolto con entusiasmo la norma e lodato il presidente Humala, conservatore, per avere preso la decisione «senza cedere alle pressioni dei gruppi di potere». In effetti, pochi giorni prima che la legge venisse promulgata, il Segretariato statunitense del commercio estero (Ustr) aveva inviato una lettera all’allora premier Salomón Lerner Ghitis (imprenditore peruviano dimessosi con l’inizio della presidenza di Ollanta Humala), in cui esprimeva la sua preoccupazione per la misura. http://pangeanews.net/tutti-i-paesi/il-peru-dice-no-al-transgenico/
"Dieci anni permetteranno di acquisire dati importanti dalla ricerca scientifica senza mettere a repentaglio i cittadini e gli ecosistemi", commentano molti deputati.
La nuova legge del Perù mette la sua politica alimentare più vicino a quella europea, che a quella degli Sati Uniti o di molti dei suoi vicini sudamericani. Mentre le specie geneticamente modificate possono ancora essere testate nei laboratori, a partire da dicembre 2012, non possono essere piantati o liberati, ed è vietato importare sementi Ogm nel paese. Entrambi gli attivisti e scienziati considerano questo un successo. Per gli ultimi decenni, il professor Gutierrez è stato molto attivo, facendo esperimenti nei campi di prova e nei laboratori dell’Università agraria ed è un sostenitore delle norme che regolano le colture Ogm. “Non vi sono ricerche a lungo termine sugli Ogm”, dice Gutierrez in un laboratorio spartano appena fuori la capitale. “Non si può misurare gli effetti reali in 5, 10 o 20 anni. Ci vuole più tempo per osservare gli effetti, soprattutto quando si parla di interi ecosistemi.” Gli Ogm prodotti al di fuori del paese, tuttavia, sono ancora presenti nei prodotti in vendita in supermercati. http://utagri.enea.it/news/attualita/il-peru-dice-no-agli-ogm
Il presidente Ollanta Humala, la cui opposizione agli Ogm è ben nota, ha sempre esplicitato la sua opposizione all’introduzione nell’agricoltura peruviana degli organismi geneticamente modificati, ricordando la concreta minaccia cui si esporrebbe il grande patrimonio floristico e colturale del Perù, paese amazzonico, dinnanzi ad una contaminazione (difficilmente gestibile) da parte di Ogm. Inoltre il Perù è tra i maggiori esportatori di prodotti biologici (cacao, caffè, cotone e frutta), una tranche di un mercato in espansione e futuro caposaldo per un’effettiva green-economy del Paese.
Non di meno importanza è la libertà degli agricoltori peruviani che, in tal modo, non sarebbero costretti ad assoggettarsi al monopolio prepotente delle multinazionali sementiere Ogm, cui i coltivatori dovrebbero rivolgersi, perennemente, per il rifornimento di sementi destinati alla propria produzione. La coltivazione biologica, diversamente, oltre che a garantire la tutela e il mantenimento della biodiversità, lascia agli agricoltori la libertà di coltivazione, mantenendo e rinnovando con lo scambio di sementi la varietà colturale nel proprio appezzamento di terra. http://www.blogbiologico.it/agricoltura-biologica/il-peru-piu-avanti-moratoria-di-10-anni-contro-gli-ogm/
18) Coldiretti e Cia ricordano che il 76 per cento degli italiani si dichiara contrario all’uso di Ogm in agricoltura
“Un risultato ottenuto grazie alla grande mobilitazione delle associazioni di ambientalisti, agricoltori, consumatori, cooperatori riuniti nella coalizione Liberi da Ogm”, ha affermato il coordinatore Stefano Masini responsabile ambiente della Coldiretti. http://www.helpconsumatori.it/ambiente/ogm-rimane-in-vigore-il-decreto-che-vieta-la-semina/81067 "A livello nazionale l’opposizione agli ogm è ancora maggiore con quasi otto italiani su dieci (76 per cento ) che si sono detti contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura, con un aumento del 14 per cento rispetto allo scorso anno, secondo i dati Ipr marketing." http://www.coldiretti.it/News/Pagine/509---18-Luglio-2013.aspx
Il “no” agli Ogm, tra l’altro, è condiviso da oltre il 70 per cento degli italiani -osserva la Cia- e diventa fondamentale a un anno da “Expo 2015”, dove l’Italia ha scelto di mostrarsi al mondo attraverso il cibo, nelle sue accezioni più diverse, ma tutte saldamente legate alla storia, alla cultura, alle tradizioni delle variegate realtà rurali.
http://www.cia.it/ncia/svl/documentiRead?doc_id=36480&tpl_id=7
19) No Ogm, l’Ue non ignori il 70% dei cittadini contrari
“Due cittadini su tre in Europa sono contrari ai cibi “biotech”. “Gli Ogm, tra l’altro, sono incompatibili con l’agricoltura italiana sottolinea la Cia che è fortemente legata alla molteplicità di territori e tradizioni. L’omologazione a cui gli Ogm conducono metterebbe a rischio gli oltre 5.000 prodotti tipici che rappresentano la spina dorsale dell’enogastronomia italiana. Veri e propri gioielli del “made in Italy” che da un lato sono autentiche calamite per il turismo enogastronomico, un comparto che vale 5 miliardi, dall’altro contribuiscono a far volare l’export agroalimentare nel mondo, con cifre da record che a fine 2013 hanno sfiorato a 35 miliardi di euro. Da parte della Cia, comunque, non c’è un atteggiamento oscurantista né una preclusione nei confronti della ricerca – aggiunge la Confederazione – Ma tutto deve essere fatto nel pieno rispetto del principio di precauzione e della tutela delle esigenze peculiari delle produzioni tipiche dei territori agricoli italiani”. La nostra posizione sugli Ogm ribadisce la Cia non è assolutamente ideologica, ma scaturisce dalla consapevolezza che la loro utilizzazione può annullare la nostra idea di agricoltura e, quindi, l’unico vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: qualità, origine, tracciabilità, biodiversità, tipicità.” http://www.helpconsumatori.it/ambiente/ogm-rimane-in-vigore-il-decreto-che-vieta-la-semina/81067
e: http://www.ciamilano.it/new/no-ogm-cittadini-contrari/
C'è una "crescente opposizione della maggioranza dei cittadini europei che in quasi due casi su tre (61 per cento) si sono detti molto contrari ai cibi geneticamente modificati" http://www.coldiretti.it/News/Pagine/509---18-Luglio-2013.aspx
20) Niente mais ogm Bt, nè pesticidi, per la difesa biologica meglio i droni, complessivamente costano MENO* e NON INQUINANO !
“..Sotto la guida dell’agronomo Francesco Alessandrini, alcuni contadini della zona hanno messo da parte i pesticidi e schierato armi biologiche contro il parassita, nello specifico il trichogramma brassicae, imenottero che va ghiotto di uova di piralide. L’insetto, già presente in natura, “ma non in misura sufficiente a contrastare la piralide”, sottolinea Gabriele Caleffi, direttore dell’Associazione mantovana allevatori (Ama), fa strage di parassiti. L’idea è buona, ma per distribuire il trichogramma bisogna procedere a mano: impossibile farlo sulle larghe distese a mais. E quando ci si affida alle macchine tradizionali, si rovinano i campi, perdendo anche raccolto.” Ecco che allora s’è pensato ai droni. L’apparecchio scelto “pattuglierà 200 ettari di campi a mais, volando a un metro dalla cima della pannocchia. Per ogni ettaro di terra, distribuirà una sfera di cellulosa biodegradabile contenente cento larve di trichogramma che nei successivi 15-20 giorni si svilupperanno, aggredendo la piralide prima che faccia danni. Caleffi calcola che, in media, “ogni ettaro di terra dà fino a 130 quintali di mais”, ma se il parassita contamina le piante, “se ne perde fino al 15%”. Per questa stagione hanno aderito venti allevatori: se la sperimentazione avrà successo, l’obiettivo è di estenderla. Anche perché i costi dell’apparecchio, al momento di “40mila euro”, osserva Alessandrini, “sono destinati a scendere”. Omar Camarin, agricoltore, socio ADRON (la ditta friulana che ha progettato i droni con il laboratorio a Mels di Colloredo di Montealbano) dichiara al Tg del Friuli V.G. (del 15-07-2014 edizione delle 14.00): “Non calpestando le piante abbiamo una maggiore quantità di granella raccolta, impieghiamo molto meno tempo, in un appezzamento medio di 10 ettari dove impiegavamo una giornata a distribuirla manualmente, con il drone ci si impiega 1 ora. I costi per la distribuzione del prodotto di lotta biologica sono circa 100,00 € all’ettaro, circa come i pesticidi, ma essendo un prodotto di lotta biologica abbiamo anche un guadagno per la nostra salute”. Intervista e video dal minuto 7’19’’ al minuto 9’30’’: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-fd3bd1fb-03a4-4a79-8c5a-fc025cd592a5-tgr.html?refresh_ce#p=0
articolo: http://www.wired.it/economia/business/2014/07/10/droni-agricoltura-mais/
Come funziona l’operazione: “Le uova di Trichogramma brassicae, confezionate dentro sfere di cellulosa biodegradabili (a questo link il video dimostrativo), vengono rilasciate sulla coltura attraverso distributore automatizzato e montato sul drone.Con un volo ad altezza di un metro superiore all’apice della pianta di mais, viene rilasciata la capsula. Nel giro di 15-20 giorni si sviluppano le larve per la lotta biologica, con nascite scalari. La piralide si sviluppa fino a tre generazioni e, sostengono i tecnici, con la lotta biologica si riesce a coprire il periodo che va da inizio luglio a fine agosto. I risultati, ma anche i costi (come confermato dall’intervista più sopra) sono equiparabili ai trattamenti chimici, col vantaggio che la distribuzione può avvenire in qualsiasi condizione ambientale (se i terreni sono bagnati il trampolo non può entrare in campo, il drone può trattare) e a impatto zero sul versante ambientale. Le dimensione del drone sono di un metro per un metro, e – per legge – deve essere teleguidato da un pilota diplomato Enac. Il velivolo viaggia a una velocità di crociera circa 20-30 chilometri orari. È alimentato a batteria ricaricabile con una durata in grado di coprire 5 ettari.” http://www.assomais.it/articoli/piralide-del-mais-la-difesa-biologica-si-fa-con-il-drone.html
* I droni, complessivamente costano MENO* poichè si evitano le spese delle sementi ogm, e si evitano pure le spese dei pesticidi ! Guadagnando ovviamente in SALUTE!
- La piralide del mais è un vero problema per gli agricoltori friulani e non, un parassita che infesta i campi riducendone sensibilmente la produttività: esistono solo due modi di combatterlo, la disinfestazione chimica oppure il trichogramma, 100% biologico e naturale. Finora questo insetto “buono” era utilizzato solo attraverso lo spargimento a mano nel campo: un lavoro lungo e faticosissimo se si pensa che bisogna farsi largo tra le piante alte più di due metri che graffiano la pelle e liberano fastidioso polline. L’agricoltura incontra la robotica grazie all’intuizione e allo sviluppo tecnologico di un gruppo di giovani friulani che ha progettato un drone che sorvola i campi e sparge speciali involucri di cellulosa con all’interno uova di trichogramma brassicae, un insetto capace di uccidere le uova di piralide. http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/07/31/news/ecco-il-drone-che-salva-i-campi-di-mais-1.9686449
21) La Tasmania (stato dell’Australia) proroga indefinitamente il divieto al transegenico
Il governo della Tasmania (stato dell'Australia) ha dichiarato che estenderà indefinitamente il divieto di colture geneticamente modificate. Il Vice-premier della Tasmania Bryan Green ha affermato che il governo continuerà la moratoria sugli organismi geneticamente modificati (OGM), che è in atto dal 2001. “Non ci sarà nessuna data di fine specificata per la moratoria, ciò fornirà un incentivo positivo per le imprese della Tasmania a investire in marketing e sviluppo del brand” ha dichiarato Green. Ha aggiunto anche che il divieto contribuirà a promuovere l'immagine dei prodotti della Tasmania. “Lo status della Tasmania e il nostro sistema di biosicurezza permettono che il nostro cibo e le nostre industrie agricole siano in ottima posizione per godere dei vantaggi che derivano da essere uno stato in cui il è vietato il transgenico”. Il divieto non si applica ai papaveri coltivati nello stato per uso farmaceutico.
http://www.theguardian.com/world/2014/jan/09/tasmania-gm
22) UNA REGIONE OGM FREE ! A Remanzacco (Udine) il "Forno Rurale" raddoppia, per un pane "Ogm free"
"La filiera del frumento friulano di qualità che ha come obiettivo la produzione di pane friulano progetto, questo, condiviso tutti i soci del Forno rurale."
Una Regione che per legge è OGM FREE come lo è il FRIULI Venezia Giulia (vedi: https://docs.google.com/document/d/1f-cL74u9Lm0csPIm_fl1MsQeiWqOSg3DKO6JBT3p_5s/pub#id.y11ru7cr4a0p) può sfruttare anche il "brand" per la sua ECONOMIA. Ecco l'esempio del Forno Rurale di Remanzacco che giustamente coglie la palla al balzo e dichiara il suo PANE "OGM Free".
Tuttavia occorrono alcune precisazioni sul titolo di questo articolo che porterebbe a pensare che esista una farina di grano transgenica, invece non è così. E nemmeno quella di mais transgenico può essere utilizzata a scopo alimentare umano, in Europa.
Posto che ad oggi i transgenici commerciali sono: soya, mais, cotone e colza e che in EUROPA VIGE l'obbligo di etichettare come “prodotto da OGM” anche gli alimenti nei quali non è possibile reperire materiale genetico, come gli oli e che viene ammesso dal regolamento un limite dello 0.9% per la presenza ACCIDENTALE di OGM (purché autorizzati) in alimenti non OGM, occorre ricordare che a tuttoggi non è presente in Europa alcun prodotto transgenico autorizzato al consumo umano, il solo mais, il famigerato MON810 Monsanto, è prodotto in soli 5 Paesi europei solo ed ESCLUSIVAMENTE ad uso MAGIMISTICO (animale). Ricordo anche che in EUROPA E’ UNA PERCENTUALE IRRISORIA, LO 0,08 %, QUELLA COLTIVATA A TRANSGENICO (129mila ettari contro i 160 milioni dedicati all'agricoltura), vedi al link:
https://docs.google.com/document/d/1f-cL74u9Lm0csPIm_fl1MsQeiWqOSg3DKO6JBT3p_5s/pub#id.p2thrc39epni
In ogni caso una Regione OGM FREE come il FRIULI V.G. beneficia di un "in più" di non poco conto, il Friuli Venezia Giulia può davvero essere d’esempio a tutte le altre Regioni italiane che vogliono seriamente impostare la propria politica agraria nel senso della tutela dei prodotti tipici, di qualità, biologici e biodinamici.
La strada è aperta; ognuno può seguirla, auspicando che il semestre italiano di presidenza UE sia davvero il momento per dire basta definitivamente agli OGM in Europa. Articolo tratto da:
23) Usa: Bayer condannata per ogm non autorizzati
50 milioni di euro di danni per il crollo dei prezzi a causa del riso contaminato. Preoccupa la decisione dell'Ue di sospendere i controlli sulle importazioni dagli Usa (23-04-2010) Quasi cinquanta milioni di dollari dovranno essere pagati dalla multinazionale tedesca Bayer CropScience agli agricoltori dell' Arkansas a causa del crollo dei prezzi di mercato provocato dalla vendita di sementi di riso contaminate con organismi geneticamente modificati (Ogm) non autorizzati. Lo rese noto la Coldiretti nel sottolineare con preoccupazione che il pronunciamento avvenne proprio mentre l'Unione Europea ha decise di sospendere le misure di emergenza adottate nel 2006 per prevenire le importazioni sul mercato comunitario di riso contaminato statunitense. Si tratta - sottolinea la Coldiretti - della quarta causa andata in giudizio tra quelle promosse dai coltivatori di riso nei confronti della Bayer CropScience che era già stata condannata a pagare 4,5 milioni di dollari nei casi tre precedenti
La Corte ha convenuto che - precisa la Coldiretti - il prezzo di mercato del riso è crollato dopo che il dipartimento della giustizia statunitense ha annunciato nell'agosto 2006 che tracce di riso geneticamente modificato Liberty Link (non autorizzato) sono state trovate nel riso statunitense “long-grain”. A seguito della presenza di contaminazioni da ogm le quotazioni del riso - continua la Coldiretti - sono crollate di 150 milioni di dollari negli Stati Uniti anche per effetto del crollo della domanda internazionale che ha danneggiato i produttori di Arkansas, California, Louisiana, Mississippi, Missouri and Texas che hanno avviato azioni giudiziarie nei confronti della multinazionale. La presenza di partite di riso contaminate provenienti dagli Stati Uniti ha costretto l'Unione Europea ad adottare rigorosi e costosi sistemi di controllo dopo la scoperta di casi in molti Paesi come l'Italia che - denuncia la Coldiretti - l'ultimo Comitato Permanente per la Catena alimentare e la salute degli animali (SCFCAH) dell'Unione Europea con votazione a maggioranza ha deciso di sospendere. http://www.coldiretti.it/News/Pagine/295---23-4-2010.aspx
24) “TOSCANO” a lavorazione artigianale, con tabacco Kentucky, rigorosamente Ogm free, naturale al 100%
Sono state le prime lavoratrici a battersi per vedere riconosciuti i loro diritti sindacali e le prime ad acquisire pari dignità rispetto ai colleghi uomini. E da 200 anni tramandano la ‘ricetta’ di un prodotto che è parte della storia e della tradizione italiana, il sigaro Toscano. Da quando è nato, a inizio Ottocento, le sigaraie della Manifattura di Lucca eseguono la stessa lavorazione artigianale, con lo stesso tabacco Kentucky, rigorosamente Ogm free, naturale al 100%. Nella manifattura di Lucca ci sono in tutto 40 sigaraie e la loro età non supera i 40 anni: producono 500 sigari ogni giorno. La ricetta è semplice: solo tabacco, acqua e stagionatura, per realizzare un prodotto di alta qualità conosciuto in tutto il mondo.
e anche: https://sites.google.com/site/amicotoscano/Home/sezioni-del-sito/il-nostro-sigaro
l sigaro toscano è realizzato solo con tabacco Kentucky, rigorosamente Ogm free, è un prodotto naturale al 100% solo tabacco e acqua, ha un gusto unico grazie alla fermentazione ed è stagionato fino a 12 mesi. Gli stabilimenti sono a Lucca, cava dè Tirreni (Sa) e la pre-manifattura di Foiano della Chiana (Ar).http://www.leggo.it/NEWS/CRONACA/sigaro_toscano_100_made_in_italy_raggiunto_accordo_tra_produttori/notizie/-67275.shtml
25) La Rete Europea delle Regioni OGM-free
"..Attualmente circa 130 Provincie e 4200 Comuni in Europa hanno dichiarato il proprio territorio libero da OGM contribuendo in modo determinante a dare forza politica alle Reti istituzionali in questo ambito." http://www.firab.it/site/la-rete-europea-delle-regioni-ogm-free/
"..Con l’allargamento della Baviera e dell’Assia, la rete conta 62 Regioni su 9 Stati e rappresenta circa 180 milioni di abitanti su oltre 1.200.000 Kmq di superficie." http://www.regioni.it/it/show-ladesione_alla_rete_ogm_free_delle_regioni_tedesche_della_baviera_e_di_hessen_lincontro_a_bruxelles_presieduto_dallassessore_malaspina/news.php?id=344034 "L’assessore regionale all’Agricoltura, Maura Malaspina, come attuale presidente della Rete delle Regioni e Autorità Locali d’Europa ”Libere da Organismi Geneticamente Modificati (OGM)”, ha firmato il documento sulla posizione delle 62 Regioni, provenienti da nove Stati membri e aderenti alla Rete. Il documento è rivolto principalmente ai partecipanti del Consiglio Ambiente che si è svolto il 12 giugno 2014 e sottolinea che l’approccio della Rete sin dal 2003, si basa su quattro principi guida:
1)Principio di sussidiarietà;
2) Principio di precauzione;
3) Principio che chi inquina paga;
4) Principio di libertà di scelta per tutti.
La Rete resta d’accordo sulle conclusioni del Consiglio adottate il 4 dicembre 2008, e del Parlamento europeo del 5 luglio 2011, in particolare sui criteri socio-economici e su una più rigorosa valutazione del rischio da parte dell’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare)”, afferma Malaspina. Il documento evidenzia la necessità che gli Stati membri confinanti collaborino nella condivisione delle informazioni per prevenire qualsiasi diffusione transfrontaliera." http://www.cronacheanconetane.it/2014/le-regioni-europee-ogm-free-sostengono-la-proposta-di-modifica-della-direttva-sugli-ogm/
Sito regioni OGM-free: http://www.gmo-free-regions.org/
26) Monsanto obbligata a pagare $ 93 milioni ai cittadini avvelenati in una cittadina statunitense, dedita alla produzione del cancerogeno AGENTE ORANGE
I residenti di una cittadina del West Virginia (U.S.A.) che negli svariati decenni scorsi (dal 1948 al 2010) aveva ospitato una fabbrica della Monsanto che produceva sostanze chimiche nocive, tossiche e cancerogene (PCB, diosssina, Agente Arancio*), possono iniziare finalmente a ricevere assistenza per un ammontare di 84 milioni di dollari per un programma di durata trentennale. La Monsanto ha accettato di pagare anche 9 milioni di dollari per la bonofica dei terreni e dell’intera zona che comprende circa 4.500 abitazioni civili. Il West Virginia State Journal ha riferito nelle scorse settimane (luglio 2014) che chiunque ha vissuto, lavorato o frequentato la scuola nelle zone colpite dalla contaminazione da diossina può ora presentarsi presso l'ufficio sinistri e registrarsi al fine di esprimere formalmente l’interesse a ricevere un controllo medico gratuito e ha anche diritto ad una pulizia della proprietà (casa, terreni..).
Tuttavia molti abitanti sono convinti che comunque l’operazione pulizia servirà a poco poichè i veleni sono oramai diventati parte troppo integrante di ogni cosa esistente in zona. http://rt.com/usa/171312-monsanto-nitro-settlement-office/
*- Agent Orange e difetti di nascita in Vietnam:
http://ije.oxfordjournals.org/content/35/5/1230.full
27) Monsanto dovrà ripagare i veterani sudcoreani della guerra in Vietnam:
28) Kenya, No ai prodotti OGM
Kenya, probabile riconferma del bando ai prodotti OGM Oltre 100 diversi prodotti alimentari requisiti dai supermercati perché spacciati come naturali. Usa e Gb coinvolti. Nel novembre 2012 il Ministro della Sanità pubblica Beth Mugo annunciò il bando di tutti i prodotti OGM sul territorio keniota, causa il sospetto di effetti nocivi sulla salute dei consumatori. Le pressioni americane costrinsero il governo a rendere la decisione provvisoria e soggetta ad eventuale conferma o revisione a seguito di approfonditi studi scientifici. Il Ministero della Salute ha creato una Task Force con il compito di valutare gli effetti sulla salute dei consumatori del cibo geneticamente modificato al fine di prendere la decisione finale. La Task Force è guidata dal Dottor Kihumbu Thairu, famoso scienziato biomedicale. Il bando degli OGM è stato violato diverse volte in Kenya da ditte alimentari americane che, attraverso intermediari per la grossa distribuzione, hanno introdotto sul mercato diversi prodotti OGM senza etichetta, facendoli passare come prodotti naturali. Nella comunità economica dell’Africa Orientale (East Africa Community) non esiste una legislazione omogenea sui prodotti OGM. Gli Stati Membri si sono riuniti per creare una legge comune sulla sicurezza biologica di cui la prima bozza è attesa entro quest’anno. Adottare una legislazione comune permetterà ai paesi dell’Africa Orientale di minimizzare i costi delle ricerche e a regolare i prodotti OGM. Si registrano forti interferenze della Monsanto intenzionata a bloccare il varo dei questa legge regionale. http://www.lindro.it/politica/2014-08-01/136770-kenya-probabile-riconferma-del-bando-ai-prodotti-ogm
29) SALVARE L’UMANITÀ DAI CIBI TRANSGENICI: APPELLO AL PAPA DA ESPERTI DI TUTTO IL MONDO. IL VATICANO DA IL VIA LIBERA ALLA DIFFUSIONE DELL’APPELLO E DELLA LETTERA CHE LO ACCOMPAGNA
Oggi vengono così resi noti in tutto il mondo la lettera e il documento allegato, che si intitola “Perchè le coltivazioni transgeniche sono una minaccia per i contadini, la sovranità alimentare, la salute e la biodiversità nel pianeta”. Questi sono stati recentemente presentati a Papa Francesco e hanno ricevuto il via libera dal Vaticano per la loro pubblica diffusione.
Nel documento, firmato da Vandana Shiva, Ana María Primavesi, Andrés E. Carrasco, Elena Álvarez-Buylla, Pat Mooney, Paulo Kageyama, Rubens Nodari, Vanderley Pignati, sono spiegati in modo dettagliatissimo e scientifico i danni causati dall’agricoltura transgenica e i motivi per cui è urgente mettere un freno a questo tipo di agricoltura Obiettivo dell’iniziativa è che il Papa si esprima criticamente sui transgenici e in appoggio all’agricoltura contadina "il che - è scritto nella lettera - sarebbe un grande aiuto per salvare i popoli e il pianeta dalla minaccia costituita dal controllo sulla vita da parte di imprese che monopolizzano i semi, chiave di tutta la rete alimentare".
Il Vaticano, dopo aver ricevuto il documento del gruppo di esperti, dà il via libera alla sua diffusione con la lettera che lo accompagna. “I dati FAO – ricorda Andrea Ferrante, responsabile delle relazioni internazionali di AIAB e membro italiano di Via Campesina, l’organizzazione mondiale di contadini che si è impegnata a divulgare il documento in tutto il mondo - ci dicono che il fabbisogno alimentare di oltre il 50% della popolazione è soddisfatto da solo 3 specie vegetali. Controllarle significa avere la sovranità alimentare del mondo intero. Il documento ci riporta ancora una volta alla delicatezza del periodo storico e politico, e all’opportunità offerta dalla presidenza italiana in un momento in cui anche l’Europa è tenuta a prendere decisioni importanti per garantire che tutto il suo territorio sia definitivamente libero da OGM”.
Serena Romagnoli di Amig@s MST-Italia (Amici del Movimento Senza Terra brasiliano) ha dichiarato: “Speriamo che la sollecitazione che ci arriva da questo documento, sostenuto dal Movimento Senza Terra brasiliano e da Via Campesina internazionale, trovi ampia eco nella società italiana e nella Chiesa. La conferenza dei Vescovi brasiliani ha condannato la coltivazione e commercializzazione di sementi transgeniche nel suo documento ‘Chiesa e questione agraria all’inizio del XXI secolo’ del maggio 2014, nel quale contrappone nettamente la ‘Terra del lavoro’ alla ‘Terra degli affari’. "E’ la piccola agricoltura familiare che può affrontare il problema della fame e garantire il rispetto della natura”. Lo dice Maria Grazia Mammuccini, vicepresidente AIAB e vicepresidente Navdanya International, l’organizzazione che fa capo a Vandana Shiva. “Le coltivazioni transgeniche producono meno, usano una quantità molto maggiore di veleni agricoli e aumentano la disoccupazione. Chi ci guadagna sono le multinazionali che puntano solo al loro profitto non certo all’interesse sociale.
La voce di Papa Francesco sarebbe di grande aiuto per salvare i popoli ed il pianeta dal rischio enorme del controllo totale da parte delle multinazionali sui semi e quindi sulla vita". http://aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2788
Di seguito, la lettera: (https://www.dropbox.com/s/nrio4p1gnj7za8s/PAPA%20FRANCESCO_Lettera%20OGM.doc) il profilo dei firmatari e la sintesi del documento: (https://www.dropbox.com/s/t0p4k6ovyp0ozba/PAPA%20FRANCESCO_Documento%20OGM.docx) che è stato presentato, nella versione integrale, a Papa Francesco.
- «Le coltivazioni transgeniche sono una minaccia per i contadini, la sovranità alimentare, la salute e la biodiversità nel pianeta». http://www.slowfood.it/sloweb/f5ee2b8d95da33fc305694109641df52/scienziati-al-papa-diciamo-no-agli-ogm?-session=sf_soci:42F9411313bae02E1DvwF49B7405
30) Guatemala. Mobilitazioni contadine contro la “Legge Monsanto” hanno successo. E nell’articolo: SINTESI della situazione delle lotte in Sud America
Una battaglia globale per la difesa della vita e dei propri alimenti contro i progetti di morte delle multinazionali del transgenico. Guatemala, giovedi 4 settembre 2014, dopo le giornate di mobilitazione in tutto il paese, mentre gruppi di autorità indigene assediavano il palazzo del governo nella capitale, il parlamento guatemalteco ha fatto una marcia indietro e a maggioranza ha votato l'abrogazione della cosiddetta Legge Monsanto (Ley de Obtencion Vegetales). http://www.globalproject.info/it/mondi/guatemala-mobilitazioni-contadine-contro-la-legge-monsanto/17726
31) OGM: il 77% degli italiani è contrario
“I dati contenuti nel IV Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura”, presentato oggi al SANA di Bologna, parlano chiaro: ben il 77% degli italiani vuole un’agricoltura libera da OGM perché teme i rischi per la salute degli organismi geneticamente modificati e non si fida. I consumatori preferiscono scegliere prodotti sicuri e certificati provenienti da agricoltura sostenibile e coltivati in Italia. Non a caso 6 italiani su 10 affermano di preferire frutta e verdura fresche, considerate più sicure...Dall’analisi della fondazione Univerde emerge che negli ultimi due anni gli italiani non hanno mutato opinione sugli OGM. I contrari restano fermamente convinti delle loro opinioni, mentre i favorevoli sono appena il 9%. Il 59% della popolazione, tuttavia, sarebbe disposto a consumare prodotti agricoli geneticamente modificati se fosse sicuro di non incorrere in rischi per la salute.” http://www.greenstyle.it/ogm-il-77-per-cento-degli-italiani-e-contrario-108662.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+greenstyle+%28GreenStyle%29
32) Storica sentenza in Costarica contro gli Ogm
La Corte Suprema ha infatti sentenziato che le modalità attuali con cui vengono accordati i permessi per autorizzare gli ogm è incostituzionale e vìola i diritti della collettività dei cittadini. La decisione è arrivata in queste settimane dopo l’azione condotta da diversi gruppi ecologisti e di produttori che nel dicembre del 2012 avevano portato avanti un’azione di incostituzionalità (clicca qui per scaricare il documento) contro il Regolamento statale del Servizio Fitosanitario (qui il documento). I ricorrenti avevano già segnalato che le norme violavano i diritti dei cittadini costaricensi poiché non svelavano, anzi tenevano nascoste, le informazioni tecniche che venivano utilizzate per dare l’ok alla coltivazione di ogm sul suolo nazionale. L’organismo giudiziario ha accolto l’obiezione ritenendola fondata. In questo modo, la Sala Costituzionale ha garantito che i procedimenti per l’autorizzazione, d’ora in avanti, dovranno essere accessibili a tutti e questo permetterà ai cittadini e alle associazioni di presentare opposizione ai permessi, dal momento che mettono in grave rischio l’equilibrio degli ecosistemi e la salute della popolazione. Ma la lotta prosegue. La risoluzione 2014-15017 rappresenta la vittoria solo su uno dei fronti della guerra contro il transgenico, visto che la sentenza in sé non dà la possibilità al Costarica di liberarsi definitivamente dalle coltivazioni ogm benchè costituisca un precedente importante. I movimenti ecologisti costaricensi annunciano quindi che proseguiranno “con immutato impegno per l’eliminazione totale degli organismi geneticamente modificati”. http://www.informarexresistere.fr/2014/09/18/sentenza-rivoluzionaria-in-costarica-lok-agli-ogm-viola-i-diritti-delle-persone/
e anche: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=8761
Approfondimenti: http://feconcr.org/index.php?option=com_content&task=view&id=2382&Itemid=73
33) La Monsanto lascia il Venezuela, gli agricolori scrivono una nuova legge su i semi
Quando le multinazionali fanno questi annunci, c’è sempre da seguire attentamente, poichè l’intento è spesso quello di allentare la pressione mediatica e popolare negativa che gli si sta riversando contro. Tuttavia come si legge qualche avanzamento concreto c’è stato:
“Con la vittoria dei movimenti contadini, l’Assemblea Nazionale del Venezuela è stata incaricata di elaborare un progetto di legge volto a proibire l’uso e il consumo di alimenti geneticamente modificati. Il legislatore sta elaborando la nuova legge sulle sementi, con l’aiuto dei gruppi e membri delle comunità in tutto il paese, e hanno partecipato anche rappresentanti del Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ) e il mediatore, che partecipano e servono come osservatori per garantire il processo di associazione. “ http://www.informarexresistere.fr/2014/02/07/la-monsanto-lascia-il-venezuela-gli-agricolori-scrivono-una-nuova-legge-su-i-semi/
34) OGM: TASK FORCE, 85% DEGLI ITALIANI VOGLIONO L’EXPO SENZA BIOTECH
(AGENPARL) – Roma, 13 set – Secondo l’85 per cento degli italiani all’Expo deve essere valorizzata l’agricoltura di qualità senza Ogm che l’Italia ha fatto giustamente la scelta di non coltivare insieme alla stragrande maggioranza dei Paesi dell’Unione. E’ quanto emerge da una indagine Ipr marketing divulgata dalla “Task force per una Italia libera da Ogm” che conferma la contrarietà al biotech nei campi nazionali di quasi 8 italiani su 10 (76 per cento). Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura secondo la Task force non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy. Nell’Unione Europea secondo la task force nonostante l’azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810) nonostante le promesse sulle proprietà miracolistiche. http://www.agenparl.com/?p=90739
Appello dellaTask Force NO OGM: http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/comunicati/Verso-Expo-2015-Nutrire-il-Pianeta-senza-OGM/
35) Messico: al magistrato Marroquín è stato ratificata e confermata la legittimità a proseguire il processo sulla misura precauzionale di sospensione contro la semina di mais transgenico. Monsanto che si era opposta, perde una battaglia
“Ma c’è un’altra recente vittoria: alla Syngenta è stata negata la sospensione della misura precauzionale che l’impresa aveva sollecitato sostenendo che avrebbe dovuto essere consultata prima dell’emissione del provvedimento stesso. Il tribunale ha ritenuto non pertinente la richiesta della Sygenta a causa della gravità dei danni che avrebbe potuto causare la semina.
Nonostante le buone notizie, e il fatto che restano ancora pendenti diversi ricorsi contro gli esiti dell’azione legale collettiva, manca la considerazione di fondo della richiesta della società civile, ovvero che i danni causati dal mais transgenico violano i diritti al godimento della biodiversità e di un cibo e di un ambiente sano.
Un altro espetto inquietante del processo è che lo Stato messicano, attraverso le sue istituzioni, sta agendo legalmente a favore degli interessi delle imprese. Purtroppo, situazioni simili si ripetono in molti ambiti dell’amministrazione statale che, in teoria, dovrebbe difendere l’interesse pubblico e invece utilizza le risorse e il suo potere per favorire gli interessi delle multinazionali.
Un chiaro esempio di questa situazione è stato recentemente rivelato dal quotidiano online Los Angeles Press a proposito della della Commissione Interministeriale di Biosicurezza e Organismi Genetinamente Modificati (Cibiogem) che gestisce i permessi delle coltivazioni transgeniche. La Cibiogem fa parte, tra le altre cose, delle stesse amministrazioni pubbliche che in questo momento sono coinvolte nel processo dalla parte delle multinazionali. La segreteria esecutiva della Cibiogem è attualmente retta da Sol Ortiz, già denunciata nel 2009 per aver passato a un’impresa commerciale gli studi sulla contaminazione transgenica del mais autoctnono, studi nei quali era stata coinvolta in quanto faceva parte dell’UNAM (Universidad Nacional Autònoma de el Mexico, ndt) che li ha a sua volta utilizzati per sostenere falsamente che la contaminazione non esisteva.
Adesso la segreteria della Cibiogem ha convocato una serie di scienziati e imprenditori affiliati all’organismo per respingere, capitolo per capitolo, i contenuti del libro Il Mais in pericolo pubblicato nel 2013 dall’Unione degli scienziati per la società (UCCS) e dall’UNAM. Il testo è stato elaborato da 50 ricercatori di istituzioni di tutto il paese che hanno contribuito a costruire un ampio panorama critico dei rischi del transgenico in Messico per quel che riguarda la biodiversità, l’economia, il patrimonio genetico e la sovranità.
Il testo ha seguito altri documenti scientifici che la UCCS ha recapitato al governo richiedendo la sospensione delle autorizzazione transgeniche ottenendo il sostegno di più di tremila scienziati nazionali e internazionali.
Per tutta risposta la Cibiogem, invece di organizzare un discussione pubblica trasparente e imparziale con scienziati critici e aperta alla società e ai gruppi interessati, il 26-27 giugno ha promosso un incontro chiuso, esclusivo, invitando solo attori pro-OGM in un hotel della capitale. Il fine evidente era organizzare la controffensiva al libro. L’articolo del Los Angeles Press rivela un messaggio di posta elettronica di Agrobio México (l’associazione delle multinazionali del transgenico) nel quale si segnalano alla Cibiogem tecnici e rappresentanti di Monsanto, DuPont e altre imprese come consulenti indipendenti. L’associazione invita inoltre una serie di scienziati e di istituzioni accademiche private annoverati da Agrobio come “amici della causa” a partecipare all’incontro a porte chiude della Cibiogem oltretutto a spese dei contribuenti. Tra gli invitati, spiccano: Ariel Álvarez, ex segretario esecutivo del Cibiogem, e altri noti difensori del transgenico del IPN, Cinvestav, Istituto de Biotecnología dell’ UNAM. Agrobio fa inoltre sapere che i risultati di quest’incontro saranno utilizzati come contributo formale al capitolo biotecnologia della riforma dell’agricoltura.
La mancanza di etica nell’uso delle risorse pubbliche è evidente. La falsità degli argomenti utilizzati risulta più chiara con questo tipo di manipolazioni. E perchè questi signori temono tanto un dibattito aperto?
Intanto la resistenza del popolo messicano contro il transgenico per proteggere il mais, la milpa e le forme sane di cibo e di vita va avanti in molte direzioni, dalle campagne alle città. Fonte: la Jornada
http://comune-info.net/2014/09/letica-e-gli-amici-della-causa-ogm/
36) Il Ministro Martina marcatori molecolari SI’ ! Coltivazione OGM NO !
Al quotidiano dalle tesi pro OGM “Il Foglio” ha riposto con una lettera il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, difendendo la strategia italiana nel settore: http://www.inu.it/wp-content/uploads/Foglio_Martina_14_settembre_2014.pdf
37) L'Olanda dice No a Monsanto e mette al bando l'erbicida Roundup
L'Olanda si schiera contro Monsanto. Dopo Russia, Tasmania e Messico, un nuovo Paese è pronto a dire stop alla vendita di erbicidi a base di glifosato ai privati, a partire dalla fine del 2015. Lo ha deciso di recente il Parlamento olandese. I cittadini che utilizzano abitualmente l'erbicida Roundup nell'orto o in giardino dovranno trovare una diversa forma di controllo delle erbacce.
L'ingrediente principale di Roundup è il glifosato, sostanza che è stata correlata a cancro, infertilità, difetti alla nascita, danni al sistema nervoso e malattie renali. Ricordate la mamma che sfidò Monsanto per indagare fino in fondo le cause della morte della sua bambina? Per non parlare della presa di posizione di Brasile e Sri Lanka contro Roundup e glifosato, a causa della diffusione di malattie renali tra gli agricoltori. Esther Owehand ha presentato la proposta per vietare il glifosato insieme a Gerard Schouw, altro membro del Parlamento olandese. La mozione è stata adottata. Gli stessi cittadini olandesi hanno espresso la loro preoccupazione per i possibili danni causati all'ambiente e alla salute dal glifosato. I partiti ambientalisti e animalisti hanno fatto sentire la propria voce e hanno ottenuto un largo consenso.
La speranza è che l'azione dell'Olanda - e di tutti i Paesi Bassi – contro Monsanto sia fonte di ispirazione per tutti i Paesi europei e esteri, dove il glifosato è ancora normalmente utilizzato sia dai privati cittadini che nell'agricoltura industriale. Negli Stati Uniti, ad esempio, ben 2 milioni di persone hanno espresso il desiderio di vietare i prodotti Monsanto. Ma Fda e Usda hanno fatto ben poco per affrontare il problema.
38) Cina, i comandi militari stoppano le forniture di cibi OGM transgenici
L'esercito cinese ha ordinato a tutte le stazioni di rifornimento militare di permettere solo l'acquisto di approvviggionamenti di granaglie e olio non-OGMtransgenici, ciò a causa di problemi di sicurezza sulla salute, che potrebbero causare i cibi OGM.
http://www.fooddemocracynow.org/blog/2014/may/14/breaking_chinese_army_bans_all_GMO_grains_and_oil/
39) Uno studio afferma che gli OGMTransgenici sono ovunque nei cibi negli Stati Uniti e dovrebbero essere etichettati
Gli OGM sono ovunque nei cibi negli Stati Uniti e dovrebbero essere etichettati, lo studio di Consumer Reports ha appurato inoltre che la parola 'Natural' in etichetta è praticamente inutile, legalmente non significa nulla e dovrebbe essere vietata, per evitare di confondere e indurre in scelte sbagliate i consumatori. Invece le etichette con la certificazione riportata con la scritta: 'organica' e 'Non-OGM progetto verificato' sono del tutto affidabili. http://www.commondreams.org/news/2014/10/07/gmos-are-everywhere-and-should-be-labeled-study-finds
40) Straordinaria e vittoriosa resistenza di Malvinas Argentinas contro Monsanto/OGM
È già trascorso un anno da quando i cittadini di un minuscolo centro della provincia argentina di Córdoba hanno piantato le tende di fronte al gigantesco cantiere e sono riusciti a fermare il megaprogetto della più temibile e criminale impresa dell’agro-business. La realizzazione del presidio ha permesso di paralizzare la più grande opera che la multinazionale sta portando avanti a livello mondiale. Un piccolo gruppo di abitanti di questo piccolo centro situato a 14 chilometri da Córdoba ha iniziato a mobilitarsi due anni fa quando la presidenta (Cristina Fernández, ndt) ha annunciato alla televisione nazionale che Monsanto avrebbe fatto investimenti per installare un impianto di sementi di mais transgenico che comprende 240 silos e l’utilizzo di milioni di litri di agrotossici. Un piccolo gruppo di persone può cambiare la storia se è capace di radicarsi in un territorio e trasformarlo in luogo di resistenza. Per un anno hanno affrontato il freddo e la pioggia, senz’acqua e senza luce, dormendo nelle tende da campeggio; il loro sostentamento è stato reso possibile dalla solidarietà e dalla volontà degli attivisti. Si sono stesi a terra per impedire l’accesso ai camion che trasportavano materiali da costruzione con il loro stesso corpo, hanno affrontato la repressione da parte della polizia, gli attacchi di gruppi appartenenti al sindacato delle costruzioni e la pressione dei poteri pubblici. Con l’argilla hanno costruito ripari da utilizzare come cucina, deposito e luogo per tenere riunioni e assemblee. Accanto alla strada hanno coltivato un orto per provvedere al cibo della comunità. La coesione e la risolutezza che sostiene il presidio ha consentito che si trasformasse in una comunità di vita. http://comune-info.net/2014/10/accampati-anno-contro-monsanto/
41) Forte vento a favore del SI’ per etichettatura OBBLIGATORIA dei cibi OGMTransgenici negli USA. Monsanto spende milioni per tentare di spingere per il NO. Occorre battere Monsanto
Le cose non svanno così bene per Monsanto in questi giorni. Una quarto trimestre con una perdita di $ 156 milioni. $ 90 milioni di danni pagati ad una città del West Virginia avvelenata da una fabbrica della Monsanto. Nuovi rapporti che escono ogni giorno, citando i rischi per la salute del diserbante tossico Roundup della Monsanto e svelando le menzogne dell'azienda su come gli agricoltori transgenici 'aiutano', 'proteggono' l'ambiente e "nutriranno" il mondo. Ma con il vostro aiuto, le cose potranno andare ancora molto peggio per il bullo del Biotech specialmente la mattina del 5 novembre, sperando di avere abbastanza elettori dell'Oregon che vanno a votare per il sì per il referendum sull'etichettatura obbligatoria degli alimenti transgenici e sperando anche di avere abbastanza elettori in Colorado che vadano anche li a votare sì per uil medesimo DIRITTO di vedere finalmente etichettato tutto il cibo OGMtransgenico. I sondaggi ci dicono che il sì in Oregon è al 49 al contro il 44% dei no. Dopo aver perso Washington (2013) e la California (2012) quelle perdite hanno rafforzato la nostra determinazione a mantenere viva battaglia per l' etichettatura degli OGMtrangenici nei cibi. Ora è il momento di vincere.Una vittoria in Oregon consegnerà un colpo mortale alla campagna dai giganti del Gene transgenico e del cibo spazzatura per tenervi all'oscuro di ciò che c'è nel vostro cibo. Una vittoria in Colorado potrà essere la ciliegina sulla torta. La Monsanto è stata costretta a spendere milioni di dollari, combattendo la nostra campagna sul SI' all'etichettatura dei suoi OGMTransgenici nei cibi. Gli abbiamo fatto spendere milioni in campagne pubblicitarie e di pubbliche relazioni oltre alle querele. Andiamo, non piangere per Monsanto. Diciamo: basta batterli! http://www.organicconsumers.org/bytes/ob444.html
42) Per l'Italia essere Ogm free è un benefit
(ANSA) - ROMA, 14 OTT - "Per l'Italia essere un Paese Ogm free è un benefit enorme, serve per il futuro di tutta l'economia". Lo ha detto alla trasmissione Radio Anch'io su il patron di Eataly Oscar Farinetti che sottolinea: "L'Italia che ha 1.200 vitigni autoctoni contro i 200 della Francia, 573 cultivar dell'olio contro i 70 della Spagna, e tipicità come il basilico ligure e la liquirizia calabra, non c'entra nulla con gli Ogm, deve occuparsi di altro".
Del resto, osserva l'imprenditore, "il dibattito internazionale riguarda solo 4 colture Ogm e sono il mais, la soia, il cotone e la colza. Solo il mais è coltivato in Italia e quindi siamo estranei a questo dibattito. Inoltre mi fa paura mescolare animali con vegetali - ha concluso - per questo nella carne della Granda da dieci anni abbiamo eliminato la soia Ogm dai mangimi". In questo quadro, ha segnalato nella trasmissione un operatore della Borsa cerealicola di Pavia, "la soia non Ogm è quotata il 25% in più di quella Ogm. Ciò nonostante, - ha sottolineato - la richiesta è in crescita, anche in questo momento di crisi. Essere Ogm free è pertanto un brand che funziona, credo sia una scelta vincente quella portata avanti dalla coalizione 'Liberi da Ogm' e dall'organizzazione Coldiretti", ha detto infine. http://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=199807
43) Ogni tanto qualcuno ha quello che si merita!
La scienziata-capo europea, Anne Glover, è stata definita una "pericolosa imbecille" da Nassim Nicholas Taleb, emerito Professore di Risk Engineering presso la New York University, sulla sua convinzione che il principio di precauzione dovrebbe essere abbandonato in materia di OGM.
"The EU chief scientist, Anne Glover, has been called a dangerous imbecile by Nassim Nicholas Taleb, the Distinguished Professor of Risk Engineering at New York University, over her belief that the Precautionary Principle should be abandoned with regard to GMOs. The reason for the Precautionary Principle is, of course, to make sure that if things go wrong, they don’t go catastrophically wrong – and that, Taleb has pointed out, is precisely the danger with GM crops, as they pose systemic risks to ecologies and human health. Indeed, Taleb, who famously predicted the global economic crash, says that even "calling the GMO approach 'scientific' betrays a very poor – indeed warped – understanding of probabilistic payoffs and risk management." Thank you, Professor Taleb!
READ: http://www.gmwatch.org/index.php/news/archive/2014/15726
Nassim Nicholas Taleb, Rupert Read, Raphael Douady, Joseph Norman, Yaneer Bar-Yam
(Submitted on 17 Oct 2014)
We present a non-naive version of the Precautionary (PP) that allows us to avoid paranoia and paralysis by confining precaution to specific domains and problems. PP is intended to deal with uncertainty and risk in cases where the absence of evidence and the incompleteness of scientific knowledge carries profound implications and in the presence of risks of "black swans", unforeseen and unforeseable events of extreme consequence. We formalize PP, placing it within the statistical and probabilistic structure of ruin problems, in which a system is at risk of total failure, and in place of risk we use a formal fragility based approach. We make a central distinction between 1) thin and fat tails, 2) Local and systemic risks and place PP in the joint Fat Tails and systemic cases. We discuss the implications for GMOs (compared to Nuclear energy) and show that GMOs represent a public risk of global harm (while harm from nuclear energy is comparatively limited and better characterized). PP should be used to prescribe severe limits on GMOs. http://arxiv.org/abs/1410.5787
44) Dopo gli attacchi “disperati” dei media pro-OGM, risponde Vandana Shiva: «Non saranno le polemiche a fermarmi»
nAlla vigilia di Novo Modo, a Firenze, Valori ha intervistato Vandana Shiva. Un dialogo a tutto tondo, che parte dal recente dibattito col New Yorker per poi affrontare le politiche pubbliche sugli Ogm, il diritto al cibo, l'Expo che si avvicina. Dopo le anticipazioni diffuse nelle scorse settimane, ecco l'intervista integrale.
Lei sta per partecipare a Novo Modo a Firenze. Qual è la sua opinione su quest’evento? Crede che possa aiutare a diffondere una maggiore consapevolezza?
La prima cosa che bisogna dire è che l’Italia sta pagando le conseguenze di una crisi innescata da altri. Una società che è stata in grado di andare avanti da sola per migliaia di anni oggi è in crisi a causa delle banche e di Wall Street e probabilmente sarà ancora più in crisi con il TTIP. Questo spiega il perché sia ancora più importate sviluppare un nuovo modello di economia, un modello che permetta alle persone di avere un’altra strada da seguire. Un nuovo modello economico non è un lusso: è un imperativo. Ed essendo un imperativo, deve basarsi sui due pilastri: sulla sostenibilità economica e sulla sostenibilità sociale. Ciò significa sostenere la Terra, con le sue risorse, e sostenere le società, con il loro potenziale di creare lavoro e benessere.
Ho fatto parte di Terra Futura fin dall’inizio e sono impaziente di entrare in contatto con questa nuova faccia, incentrata su una nuova economia. Non vedo l’ora di lavorare con Banca Etica per far sì che queste tematiche non siano oggetto solo di una discussione tra pochi ma diventino un vero e proprio motore di speranza per le nuove generazioni.
Negli Usa gli OGM sono stati imposti alla popolazione. Ora gli americani stanno soffrendo una serie di disturbi legati all’alimentazione, nuove allergie, problemi intestinali. È per questo che l’opinione pubblica americana sta facendo pressione per l’etichettatura degli Ogm.
L’attacco a me sul New Yorker è legato a un più generale attacco al diritto della popolazione mondiale al cibo: il diritto di sapere cosa stiamo mangiando, di decidere come vengono coltivate le sementi, in una parola il diritto di scegliere. Per gli agricoltori, quindi, questo si declina nel diritto di scegliere di possedere e coltivare le proprie sementi, cosa resa illegale dai diritti di proprietà che sono in mano alle aziende. Per i consumatori, si tratta del diritto di sapere cosa stanno mangiando e di avere la garanzia da parte dello Stato del fatto che il cibo che mangiano sia sano.
In questi vent’anni di OGM negli Usa non è diminuito l’uso di pesticidi chimici in agricoltura: quindi, questa promessa era falsa. Gli OGM non sono la tecnologia più avanzata in agricoltura perché, invece di controllare parassiti ed erbe infestanti, hanno creato super parassiti e super infestanti: altra promessa che si è rivelata falsa. Quella degli OGM non è una tecnologia avanzata: è una tecnologia crudele, che si basa sull’ignoranza di come funzionano i sistemi naturali e l’evoluzione. Questo è il motivo per cui l’Europa deve difendere il principio di precauzione.
In passato lei ha affermato che il problema non sta nel fatto che esistano scienziati a favore degli OGM: il problema nasce nel momento in non si limitano a fare gli scienziati ma hanno un ruolo commerciale, contribuendo di fatto alla vendita di semi e brevetti.
La maggior parte degli scienziati che fanno davvero ricerche indipendenti stanno riscontrando che i geni non lavorano nel modo previsto dall’industria degli OGM, vale a dire in modi prevedibili in cui un determinato gene rappresenta una caratteristica univoca da trasmettere a un determinato seme. Al contrario, un gene corrisponde a una molteplicità di tratti. Il genoma è fluido: la scienza ci insegna questo. I veri scienziati ci insegnano la nuova biologia dell’interazione e dell’interconnessione. Una piccola parte degli scienziati, al contrario, promuove gli Ogm. Ma noi non abbiamo mai detto a nessuno di smettere di fare ricerca. Diciamo una cosa ben diversa: andate avanti con la ricerca, andate ancora più a fondo quando indagate sull’impatto degli Ogm sulla salute e sull’ambiente. Si tratta di tematiche che, però, devono essere sperimentate in laboratorio e in certe condizioni. I governi che hanno posto restrizioni agli Ogm non hanno bloccato la ricerca, hanno bloccato la commercializzazione. Quando si passa dalla ricerca alla commercializzazione, infatti, è necessario prendere in considerazione due fattori: il primo è costituito dagli impatti ambientali e sanitari, il secondo dal fatto che le alternative siano davvero migliori. Cosa significa alternative migliori? Significa, ad esempio, che si stanno sperimentando la super banane OGM arricchite da vitamina A: ma le banane coltivate tradizionalmente in India contengono già la vitamina A! O ancora, il controllo dei parassiti e delle erbe infestanti: l’agricoltura tradizionale ha già sviluppato delle modalità per controllarli, gli OGM invece non sono efficaci. Dobbiamo capire come si comportano gli OGM, capire come si comportando le alternative agli OGM, e produrre evidenze scientifiche di tutto questo. L’industria, al contrario, ci vuole ciechi: non vuole far crescere la scienza, ma vuole fermarla, e lo fa perché raccoglie i proventi monetari di ogni OGM che riesce a vendere. Questo è l’ordine del giorno di qualsiasi azienda che produca OGM: raccogliere le royalties.
Magari proprio le evidenze scientifiche possono costituire un elemento molto più difficile da attaccare?
Esatto. Un gruppo di scienziati di cui faccio parte ha prodotto un report molto dettagliato, chiamato No Consensus on Safety, in cui si sintetizza tutta la ricerca svolta finora. Ne emerge questo: il fatto che la sicurezza degli Ogm sia accertata non corrisponde a una verità scientifica.
Il giornalista del New Yorker l’ha attaccata non solo come attivista ma anche come persona, fino a mettere in dubbio i suoi titoli di studio. Pensa che sia semplicemente il prezzo da pagare per essersi esposta così tanto? Tornando indietro, farebbe esattamente le stesse scelte?
Quando hanno iniziato a mentire sulle mie lauree, quando hanno iniziato a rimuovere da Wikipedia la laurea in Fisica che ho preso in India, ho capito che erano disperati. Una disperazione che si è manifestata negli attacchi che hanno rivolto a me su questioni davvero irrilevanti. Sì, ho studiato Fisica, ma ho anche rinunciato a una carriera accademica per mettermi al servizio del Pianeta. Non ho nemmeno intenzione di candidarmi a una posizione accademica né ora né in altri momenti della mia vita, quindi è proprio una polemica inutile.
Sì, è il prezzo che devo pagare: è il prezzo che bisogna pagare quando ci si schiera contro il potere e l’avidità. La biodiversità, l’agricoltura ecologica, le sementi nelle mani degli agricoltori, tutto questo rappresenta il vero futuro del cibo e dell’agricoltura. Nonostante questi violenti attacchi, sì: rifarei tutto da capo esattamente nello stesso modo. Continuerò con il mio lavoro, continuerò con le mie ricerche, continuerò a lavorare per la salvaguardia delle sementi e ad aiutare il movimento internazionale per la tutela della biodiversità, del cibo, della sicurezza e della sovranità alimentare, per far conoscere al mondo le menzogne raccontate dall’industria degli Ogm.
Quindi di fatto c’è qualcuno che sta cercando di delegittimare l’intero movimento anti-Ogm attaccando Vandana Shiva.
Sì, senza dubbio. È ridicolo che si punti l’attenzione su qualcuno come me, qualcuno che è riuscito a costruire e supportare un vasto movimento. Ma di fatto il pretesto sono io, il vero focus non sta soltanto negli OGM ma, più in generale, nelle politiche pubbliche in difesa dei diritti dei cittadini. Vogliono mettere a repentaglio tali diritti tramite questi attacchi pretestuosi, con la speranza che, da qualche parte, qualcuno al governo lasci perdere perché non è sufficientemente consapevole della questione o perché è già stato influenzato. L’attacco non è rivolto a me ma a ciò che rappresento, insieme a milioni di persone nel mondo. L’attacco non è a me ma alle politiche sulla tutela della biodiversità, sulla biosicurezza, sull’agroecologia, quelle politiche che l’Italia ha messo in atto per proteggere la buona agricoltura dall’invasione della cattiva agricoltura. Questo sarà il dibattito all’Expo. L’Expo è il posto in cui l’Italia dovrà difendere il modello sano di agricoltura.
Lei sarà Ambassador all’Expo.
Sì, sarò un Ambassador, ma non solo: farò anche parte di Women for Expo, il board al femminile costituito dall’ex ministro degli Esteri Emma Bonino, seguito ora dal nuovo ministro, per dare spazio al ruolo delle donne, alle loro conoscenze e competenze. Sono stata invitata anche a prendere parte a una pubblicazione, sempre legata all’Expo, che credo verrà edita a novembre da Feltrinelli.
All’Expo si troverà anche ad avere a che fare con i big dell’agrochimica. Come ha intenzione di relazionarsi con loro?
Avrò a che fare con le società dell’agrochimica allo stesso modo in cui lo faccio nella mia vita di tutti i giorni e quando lavoro con i movimenti, in India o in qualsiasi altra parte del mondo. Li affronterò con la verità, per far emergere le loro bugie.
Quindi magari cercherà di trovare momenti di confronto pubblico…
Sì, solo nella misura in cui tali momenti saranno organizzati dall’Expo. Io mi presento all’Expo come un’umile ospite, con l’intento di supportare il governo italiano e i movimenti che in Italia lavorano per i diritti e le persone. Se ci sarà l’occasione di creare un dibattito in cui è utile il mio contributo, io ci sarò. Se i cittadini vorranno compensare la presenza dei big dell’agrochimica, creando anche un’alternativa, io ci sarò. Ci sarò dentro e fuori dall’Expo. Ci sarò ovunque un mio contributo, anche piccolo, sarà in grado in qualche modo di fare la differenza.
Lei lavorerà anche con l’università Bicocca per un progetto che riguarda il riso. Può anticiparmi qualcosa?
Quando è iniziato il progetto Expo, ho promosso l’enorme importanza della biodiversità del riso: in India ci riferiamo al riso come al nostro pane, alla nostra vita, e ne esistono migliaia di varietà. L’Università userà tutti i contribuiti che abbiamo elaborato: se vorranno fare di più, ci sarò.
18 Novembre 2014
Valentina Neri
http://www.valori.it/speciali/vandana-shiva-polemiche-new-yorker-8121.html
“La delibera – parla il sindaco di Soriano nel Cimino (Viterbo) Sig. Menicacci – ci impegna ad introdurre, nei servizi di ristorazione collettiva gestiti dal Comune, un sistema informativo chiaro indicante l’eventuale presenza di OGM negli alimenti somministrati; a garantire che nei bandi di gara emanati dal Comune per gli appalti pubblici di servizi e forniture alimentari destinati alla ristorazione collettiva, l’utilizzo di prodotti che non contengono OGM costituisca titolo preferenziale per l’aggiudicazione.” http://www.tusciaweb.eu/2014/11/bando-i-prodotti-ogm-nel-comune/
Ci attiveremo a informare il consiglio comunale circa i controlli che le autorità competenti hanno effettuato per verificare l’utilizzo improprio dei citati OGM; ad informare attraverso incontri e comunicazioni scritte i produttori, se presenti, ed i rivenditori sul territorio comunale sui rischi di “contaminazione” nell’utilizzo e di vendita di prodotti geneticamente modificati nella catena produttiva le cui conseguenze non sono attualmente prevedibili; ad avviare una seria campagna di educazione alimentare legata al consumo e alla spesa consapevole di prodotti tradizionali e locali di qualità; a pubblicizzare la delibera, che dovrà essere predisposta, tramite l’apposizione di cartelli segnaletici indicanti le parole “Soriano nel Cimino – Comune OGM FREE”.
46) CRESCE IL FRONTE ANTI-OGM PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ
Nonostante il grande rumore che accompagna le azioni dei pro-Ogm, è il caso di soffermarsi su ciò che ancora non si dice e non si sa. Ed è proprio su questi aspetti che bisogna ancora indagare, sottolineando che essere contro gli Ogm non significa essere contro la scienza ma contro un modello di sviluppo economico che privilegia la monocoltura e mortifica le diversità culturali che caratterizzano le produzioni agroalimentari tipiche di tutti i popoli. http://www.ladeadellacaccia.it/index.php/cresce-il-fronte-anti-ogm-per-la-tutela-della-biodiversita-25401/
La Prof. Manuela Giovannetti, dell’Università degli studi di Pisa, ha affrontato l’argomento dal punto di vista scientifico, mostrando con i dati forniti da riviste specializzate che i semi gm sono utilizzati soprattutto per la produzione di cotone, mais, colza e soia, impiegati quasi esclusivamente nel settore industriale. La maggior parte di queste piante (l’83%) è resistente agli erbicidi (HT) mentre il restante 17% è resistente agli insetti (IR). La capacità di resistere agli erbicidi comporta che le ecotossine presenti nella pianta per difendersi dalle infestanti, si propagano nelle radici e intaccano il suolo, diffondendosi in aree molto vaste.
In relazione alla resistenza degli insetti alle tossine transgeniche è stato fatto notare come negli Stati Uniti le etichette apposte sui sacchi delle sementi riporti l’avviso “Respect your refugee”: la coltivazione, in sostanza, deve essere tenuta lontana da zone di rifugio per evitare la contaminazione, ma in moltissimi casi si è verificata una diffusione delle ecotossine proprio in tali aree. Inoltre, è stato rilevato che durante la fioritura il polline è in grado di viaggiare a lungo raggio, con il rischio di contaminare anche campi posti ad una distanza di più di 3 chilometri. Questo dimostra che le aperture verso una possibile coesistenza devono essere assolutamente bandite perché altamente rischiose.
47) Neil Young, il musicista canadese, contro Starbucks e Monsanto
L'artista canadese Neil Young, 69 anni, ha intrapreso una battaglia contro l'azienda Starbucks da da lui precedentemente amata, pubblicamente elogiata in quanto ritenuta progessista, moderna nel campo delle condizioni lavorative e illuminata sui diritti della comunità LGBT. Ma ora Starbucks ha compiuto l'errore di allearsi con "i peggior delinquenti: la Monsanto". Nella primavera 2014 lo Stato del Vermont ha approvato una legge che prevede l'etichettatura di tutti i prodotti contenenti componenti, quindi con gli ingredienti OGM riportati sull'etichetta della confezione, entro il 2016. Subito dopo quattro industrie alimentari hanno fatto causa allo Stato: tra di esse c'è anche la "Grocery Manufacturers Association", che con oltre 300 associati include anche Starbucks e Monsanto. "Starbucks non crede che i suoi clienti abbiano il diritto di sapere cosa c'è nel loro caffè" recrimina il rocker canadese. E Starbucks "si nasconde dietro" la GMA, dice Neil Young. Ma se a "Monsanto può non interessare quello che noi pensiamo, a Starbucks, compagnia pubblica, interessa. E se riusciamo ad attirare l'attenzione potremmo spingere Starbucks a ritirarsi dalle società che hanno intentato causa contro il Vermont per l'etichettatura obbligatoria dei prodotti alimentari contenti OGM".
Negli ultimi anni, il rocker canadese ha intensificato il suo impegno per la difesa dell'ambiente: nel 2009 ha pubblicato l'album "Fork on the road", interamente dedicato a un progetto per la realizzazione di un'auto elettrica. Più recentemente, Young ha denunciato "l'insostenibile situazione ambientale del Canada" e la minaccia rappresentata dal progetto di espansione dei depositi di sabbie bituminose, dai quali si estrae il petrolio. Il musicista ha inoltre preso posizione contro il cotone che non viene coltivato secondo metodi biologici e rispettosi dell'ambiente. La star ha inviato un messaggio ai propri fan, ricordando di non acquistare capi di cotone, a meno che non si tratti di cotone biologico. Ai suoi concerti vengono vendute esclusivamente magliette realizzate con metodi e materiali bio. http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2014/11/17/news/young-100772706/
48) OGM, le Hawaii dicono stop alla coltivazione, Monsanto sconfitta dal Referendum
Stop alla coltivazione di Ogm a Maui, nelle Hawaii. I Referendum per l’introduzione dell’etichettatura Ogm in Colorado e Oregon hanno dato risultati negativi negli scorsi giorni, dopo che le multinazionali dell’agribusiness, tra cui Monsanto, Pepsi e Kraft, hanno speso milioni di dollari per contrastare le nuove misure. Ma ora ecco una vittoria per i difensori della sicurezza alimentare e una sonora sconfitta per Monsanto. La Contea di Maui, nelle Hawaii, ha approvato attraverso un Referendum la più forte misura anti-Ogm di tutti i tempi, nonostante le opposizioni delle multinazionali biotech. A Maui la nuova moratoria richiede una completa sospensione della coltivazione di campi Ogm fino a quando studi decisivi proveranno che gli alimenti geneticamente modificati sono sicuri. Spesso la località di Maui viene definita la “Ground Zero” degli Ogm. La moratoria approvata questo martedì potrebbe avere implicazioni nazionali, dato che le multinazionali produttrici di sementi Ogm, tra cui Monsanto e Dow AgroSciences, utilizzano proprio questa regione delle Hawaii per sperimentare la coltivazione di nuove varietà di semi. Gli agricoltori che coltivano volontariamente Ogm potrebbero essere multati per una somma di 50 mila dollari al giorno. Monsanto avrebbe intenzione di richiedere alla Corte di Maui che la moratoria venga considerata illegale e inapplicabile. Monsanto dunque non si arrende, ma nel caso delle Hawaii la multinazionale delle sementi Ogm non ha avuto la meglio sull’opinione dei cittadini contrari alla coltivazione di prodotti geneticamente modificati, come invece è avvenuto in Colorado e Oregon. Per anni le Hawaii sono state inondate di pesticidi proprio dalle multinazionali biotech, con Monsanto, Dow AgroSciences, DuPont Pioneer e Syngenta in prima fila. Le sostanze tossiche utilizzate nell’agricoltura biotech alle Hawaii sono state correlate a numoresi problemi di salute, dai disturbi cognitivi nei bambini al cancro. Un Referendum che impone lo stop agli Ogm basterà a fermare Monsanto e le altre multinazionali degli Ogm? http://www.greenbiz.it/food/agricoltura/12071-ogm-hawaii-monsanto?PageSpeed=noscript
49) McDonald's dice "no" alle patate ogm
"Non le usiamo e non abbiamo intenzione di cambiare i piani"
Il Dipartimento dell'Agricoltura americano ha approvato le patate geneticamente modificate della J. R. Simplot, azienda con sede in Idaho, lo stato delle patate americano. McDonald's, uno dei maggiori partner commerciali di J. R. Simplot, però dice no alle patate ogm. "Non usiamo patate geneticamente modificate e non abbiamo intenzione di rivedere la nostra politica" afferma il colosso degli hamburger. Non è la prima volta che l'industria dei fast food resiste alla "tentazione" delle patate ogm: era già accaduto dieci anni fa, quando aveva detto no alle patate modificate di Monsanto. http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2014/11/16/mcdonalds-dice-a-no-a-patate-ogm_321489ba-a582-4199-b422-3b6b45d4ee09.html
50) Regione italiana VALLE D’AOSTA: OgmFree
"Il testo presentato dall'assessorato regionale dell'agricoltura va ad abrogare l'attuale legge del 2005 e «introduce il divieto generale di coltivazione degli OGM su tutto il territorio regionale – spiega il relatore Claudio Restano (UV) –: la Valle d'Aosta si propone come prima regione d'Italia OGM Free. Si tratta di una norma che persegue più obiettivi contemporaneamente: la prevenzione della salute della popolazione, la difesa del leale commercio dei prodotti del settore agroalimentare, la tutela del territorio e dell'ambiente e la promozione della Regione Valle d'Aosta, del suo territorio e delle conseguenti produzioni agricole di qualità»." http://www.aostaoggi.it/politica/2844-parere-favorevole-in-commissione-alla-valle-d-aosta-ogm-free.html
Conseil de la Vallée Comunicato n° 643 del 23 dicembre 2014
“…La terza Commissione "Assetto del territorio",
presieduta dal Consigliere Stefano Borrello, riunita oggi, martedì 23 dicembre 2014, ha espresso parere favorevole a maggioranza, con l'astensione del gruppo UVP, sul disegno di legge che contiene disposizioni in materia di impiego di organismi geneticamente
modificati sul territorio della Regione autonoma Valle d'Aosta, di cui è
relatore il Consigliere Claudio Restano.
Il provvedimento legislativo, che si compone di 7 articoli,
abroga la vigente normativa regionale in materia di coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche (n. 29/2005)…”
http://www.consiglio.vda.it/info_conseil/dettaglio_comunicato_i.asp?pk_comunicato=64485
- OGM – IL FALLIMENTO DI UNA INNOVAZIONE
1. Oltreoceano, un po' tardi, ma se ne stanno accorgendo: le colture non-OGM sono più produttive e redditizie, negli U.S.A. un numero crescente di agricoltori sta abbandonando il transgenico.
C'è infatti un crescente movimento di agricoltori USA che sta abbandonano gli organismi geneticamente modificati (OGM) a causa della semplice S-convenienza economica.
“Negli U.S.A. gli agricoltori stanno abbandonando il transgenico e il motivo vi sorprenderà.
Un numero sempre maggiore di agricoltori americani sta abbandonando i semi geneticamente modificati, ma non è perché sono ideologicamente contrari all'industria. In poche parole, dicono che le colture non-OGM sono più produttive e redditizie. La rivista Modern Farmer ha scoperto appunto che fra i contadini c'è una crescente disaffezione per gli organismi geneticamente modificati (OGM) semplicemente per motivi economici. "Otteniamo gli stessi, o addirittura migliori, profitti, e pure risparmiamo' afferma il consulente e agricoltore Aaron Bloom a proposito dei semi non OGM. Aaron Bloom ha sperimentato semi non OGM per cinque anni e ha scoperto che la coltivazione con i non-OGM è più redditizia. Modern Farmer ha scoperto che i "convertiti" alle colture non OGM (http://modernfarmer.com/2013/12/post-gmo-economy/) non sono degli hippy, ma sono agricoltori conservatori del Midwest (U.S.A.) che stanno compiendo importanti decisioni aziendali. Passano alle sementi naturali semplicemente perché è più redditizio, non a causa di una qualsiasi ideologia.
"Cinque anni fa i semi OGM andavano bene'" ci disse il contadino Huegerich di Cristo, che insieme a suo padre ha piantato semi OGM. 'Non ho avuto la diabrotica del mais a causa del gene Bt, e ho usato meno pesticidi. Ora, i vermi si sono adattati, e le erbacce spontanee ("infestanti") sono diventate resistenti. Madre Natura si modifica, si adatta." Gli agricoltori possono essere pagati di più per il mais convenzionale che per quello transgenico. In più, Huegerich ha scoperto che il mais convenzione può produrre di più, per acro. Huegerich ha anche affermato a Modern Farmer che due anni fa ha piantato 320 ettari di mais convenzionale e 1.700 di mais OGM. I campi convenzionali hanno reso da 15 a 30 bushel (1 bushel = 25,4 kg di mais http://it.wikipedia.org/wiki/Bushel) in più per l'acro (1 acro= 4.046,85642 m²) rispetto ai campi OGM, con un margine di profitto fino a $100 in più per acro'. L'anno scorso, ha piantato mais convenzionale in 750 acri. La "Nuova banca del seme di sopravvivenza "™ ti permette di piantare un acro di giardino in piena crisi! (http://www.survivalseedbank.com/?utm_source=Abandoning_SSB_jan6&utm_medium=Abandoning_SSB_jan6&utm_campaign=Abandoning_SSB_jan6)
Huegerich continua dicendo: "Ricevo un premio di cinquanta cent per ogni contenitore (da 25 kg. Circa)", di mais non OGM che cresce a Breda, nello Iowa. Ho aumentato l'utilizzo dell'erbicida del 26 per cento tra il 2001 e il 2010 a causa della diffusione di erbe infestanti resistenti agli erbicidi." Huegerich ha detto anche che ha usato erbicidi su mais OGM e mais convenzionale, anche se teoricamente non ne avrebbe dovuto avere bisogno per il mais transgenico. Il gruppo Farm Water Watch ha riferito che 61,2 milioni di acri di terra, coltivata negli Stati Uniti, sono afflitti da erbe infestanti, resistenti agli erbicidi più diffusi, quelli a base di glifosato. L'articolo del Modern Farmer, intitolato: "L'economia Post OGM" , costituisce un caso eccellente per i coltivatori che abbandonano gli OGM. Ecco alcuni dei fatti interessanti che vanno in tal senso:
- Secondo Aaron Bloom, il costo di coltivazione per un acro di mais non-OGM (http://modernfarmer.com/2013/12/post-gmo-economy/) era di $680,95, mentre il costo di coltivazione sempre per un acro, ma di mais OGM era $761,80 Ciò significa il mais OGM costa $80,85 di più un acro.
- I semi OGM possono costare fino a $150 per il sacco, quindi di più dei semi convenzionali.
- Il mercato per gli alimenti non-OGM è cresciuta da $1,3 miliardi nel 2011 a $3,1 miliardi nel 2013, questo comunque deve tener conto che alcuni paesi asiatici ed europei non vogliono semi OGM.
- Il venditore di granaglie Clarkson paga gli agricoltori un supplemento di $2 a bushel per la soia non-OGM e un ulteriore $1 a bushel (1 bushel = 25,4 kg di mais) per mais non-OGM.
- Sta crescendo il mercato per le sementi non-OGM. Allo "Spectrum Seed Solutions" che dispone di sementi non-OGM, le vendite sono raddoppiate ogni anno, negli ultimi quattro anni. Le vendite presso un'altra azienda che commercializza sementi non-OGM, la "eMerge Genetics" di Des Moines Ovest, nello Iowa, sono aumentate del 30 per cento l'anno, per cinque anni.
- Il Presidente della "Spectrum Seed Solutions" Scott Odle pensa che il mais non-OGM potrebbe costituire il 20 per cento del mercato entro cinque anni.
Bloom, il consulente agricolo, ci ha detto che piantare mais convenzione può far risparmiare gli agricoltori una media di $81 per acro per ogni stagione. Che fa una bella differenza! Ovvero $81.000 per una fattoria di 1.000 acri. Sembra che per gli agricoltori il passato possa essere il futuro, anche visto che sempre più coltivatori abbandonano gli OGM. Il libero mercato potrebbe davvero significare la fine dei semi OGM.
2. CONTAMINAZIONE DA OGM TRANSGENICI
2a) CONTAMINAZIONE DA OGM il COMUNICATO DELLA F.A.O.
Il 14 marzo 2014 la FAO ha pubblicato un comunicato che denuncia l'aumento sproporzionato di fenomeni di contaminazione da OGM nei prodotti alimentari e mangimi commercializzati nel mondo. L'organizzazione ha registrato 198 segnalazioni da ben 75 Paesi (Italia compresa) di tracce di prodotti transgenici, in alimenti o mangimi che non avrebbero dovuto contenerne.
L’inchiesta parte da lontano, precisamente è cominciata nel 2002, ma la maggioranza delle contaminazioni è avvenuta fra il 2009 e il 2012. La maggior parte dei prodotti “intaccati” sono di provenienza americana, canadese o cinese. Semi di lino, riso, mais e papaya, mangimi per animali domestici e soia sono risultati i prodotti alimentari più interessati. Il ritrovamento delle tracce transgeniche nei prodotti non-OGM ha portato al blocco delle importazioni in 26 Paesi. La contaminazione è potenzialmente in agguato durante ogni fase della filiera alimentare: dalla coltivazione fino al trasporto finale dei prodotti. Renata Clarke (FAO) ha dichiarato: ‘Più test si fanno, più controlli si effettuano, e più casi si trovano’. Molti OGM sono autorizzati nei Paesi di provenienza ma non in quelli in cui arrivano gli alimenti. Al di là delle paure e degli allarmismi, dopo questi (svariati) fenomeni scatta obbligatoriamente l'etichettatura ‘contiene OGM’.Secondo questa inchiesta, 30 Paesi coltivano OGM, per finalità di ricerca o per la produzione commerciale; 17 Paesi non hanno sistemi di sicurezza alimentare o altre regole riguardo agli OGM; e ben 55 Paesi hanno una politica di tolleranza zero nei riguardi degli OGM non autorizzati.
2b) Percy e Louise Schmeiser, e la contaminazione da OGM. Percy e Louise Schmeiser sono una coppia canadese di agricoltori ultrasettantenni insignita nel 2007 del Right Livelihood Award (il premio Nobel alternativo), considerata una dimostrazione vivente dei rischi delle coltivazioni biotech .
Agricoltori da oltre 60 anni, nel 1998 Percy e Louise si sono ritrovati con i campi contaminati da polline di piante Ogm brevettate da Monsanto. La multinazionale delle sementi geneticamente modificate, anziché indennizzarli per il danno, li ha citati in giudizio, chiedendo 120.000 dollari per violazione di brevetto. La causa, che ha attirato l’attenzione internazionale, si è protratta per sei anni e si è conclusa con la condanna degli Schmeiser. Successivamente, c'è stata un'altra vertenza tra Schmeiser e la Monsanto che il 19 marzo 2008 si è chiusa con un accordo extra-giudiziale: questa volta è stato l’agricoltore canadese a citare l'azienda, dopo aver scoperto una nuova contaminazione Ogm. Prima di entrare in aula, Monsanto ha accettato e ha pagato, ammettendo esplicitamente la sua responsabilità per questa ulteriore contaminazione genetica.
Pur non avendo il phisique de role dei contestatori, da allora Percy e Louise girano il mondo, ammonendo con pacatezza su questo ennesimo rischio nascosto degli Ogm.
“Campi contaminati e agricoltori condannati a pagare royalties, consumatori che non potranno più scegliere cosa mangiare perché tutte le piante potranno essere contaminate da Ogm. – dicono gli organizzatori del tour - Come dimostra il caso di Percy e Louise, non si tratta di catastrofismo o di fantascienza, è semplicemente lo scenario che ci attende se l’Italia autorizzerà la coltivazione degli Ogm”. http://www.bancaetica.it/evento/milano-incontro-percy-schmeiser-contadino-nobel-contro-gli-ogm
2c) IL CASO DI STEVE MARSH, CONTAMINAZIONE e DANNEGGIAMENTO da OGM, IN AUSTRALIA. Steve Marsh è un agricoltore biologico da una comunità agricola a sud di Perth in Kojonup, Western Australia e nel 2010, il governo Stato del Western Australia tolto il divieto di GM canola, permettendo la coltivazione commerciale di questa coltura GM per la prima volta. Di conseguenza molti agricoltori, tra cui vicino di casa di Marsh, iniziarono a coltivare colza GM. Successivamente, Steve ha trovato piante di colza geneticamente modificate diffuse su gran parte della sua fattoria, contenenti sementi. Il 70% della fattoria di Steve è stata contaminata e ha perso la sua certificazione biologica. Questa contaminazione ha avuto un impatto drammatico sulla Steve Marsh e il suo sostentamento, mentre la Monsanto che rifiuta qualsiasi responsabilità per contaminazioni è "esente" da ogni responsabilità. Invece di accettare questa invasione biotech, Steve Marsh ha deciso di prendere una posizione. Poiché e stata l'unica strada disponibile, Steve ha portato il suo vicino in tribunale per il risarcimento danni. L'agricoltore OGM è sostenuto da lobby pro-OGM e Graziers Association. Questo caso è il primo del suo genere al mondo, in cui un agricoltore biologico è alla ricerca di un risarcimento da un agricoltore OGM quando i suoi diritti sono stati violati da contaminazione da OGM. Questo è qualcosa che Steve Marsh non voleva fare ma non ha altra scelta, se vuole difendere il suo diritto a coltivare la sua terra libera da OGM e il difendere il nostro diritto di mangiare senza OGM. Il sistema di etichettatura in Australia e Nuova Zelanda è pieno di scappatoie e spesso l'unico modo per essere certi che un alimento è senza OGM è quella di acquistare biologico. Quando Steve Marsh ha posto il suo problema al ministro dell'aAgricoltura che al momento è Mr.Terry Redman, gli è stato detto che gli standard biologici sono da biasimare suggerendo che gli alimenti biologici dovrebbero consentire la contaminazione da OGM. Non siamo assolutamente d'accordo con tale affermazione e crediamo che sia un diritto fondamentale di tutti noi crescere e mangiare cibi OGM free, soprattutto cibi biologici.
Se il giudice decide che è 'irragionevole' per il settore biologico avere una tolleranza zero per gli OGM, il risultato sarà che in Australia, i cittadini non avranno diritto a mangiare prodotti senza OGM visto che non c'è modo di garantire che i prodotti coltivati in Australia siano OGM-free. Di conseguenza il costo per l'acquisto e il commercio di prodotti senza ogm salirà se gli agricoltori non OGM pagheranno per il costo della contaminazione…” L’udienza di Steve Marsh si è tenuta il 10 Febbraio 2014 presso la Corte Suprema dell’Australia occidentale. http://safefoodfoundation.org/what-we-do/help-this-farmer/
e: https://www.youtube.com/watch?v=dmu7v2oDk5c
Purtroppo il verdetto: (http://www.supremecourt.wa.gov.au/_files/Judgment%20Summary%20-%20Marsh%20v%20Baxter%20%28CIV%201561%20of%202012%29%2028%20May%202014.pdf)
risulta essere sfavorevole all’agricoltore biologico australiano S. Marsh, secondo la corte australiana il vicino ha il diritto di coltivare transgenico inquinando di fatto le colture di Steve Marsh e danneggiandolo economicamente, causandogli di conseguenza la perdita della certificazione biologica per la sua azienda. E’ un’assurdità!
«Speriamo che la battaglia di Steve non sia finita e che continuerà all'alta Corte australiana, come la sua lotta, che è di tutti gli agricoltori biologici australiani, che ancora vivrà sotto il timore di contaminazione OGM in seguito a questa sentenza.»
Henry Rowlands, Global GMO Free Coalition Coordinator, www.gmofreeglobal.org
http://www.gmofreeglobal.org/en/news/post/steve-marsh-gm-contamination-case-fails-in-australian-supreme-court
- Steve Marsh ha deciso di presentare appello: Steve Marsh to appeal GM canola contamination case: The Safe Food Foundation welcomes Steve Marsh’s decision to appeal the decision against him in the WA Supreme Court last month. He lodged his appeal on Wednesday 18 June and the appeal will be heard in the next six to twelve months before the court of appeal made up of three judges. http://stevemarshbenefitfund.com.au/?p=848
2d) I SEMI DEL DUBBIO. Le esperienze degli agricoltori Nord Americani con le colture GM e la CONTAMINAZIONE
Il dossier, elaborato da Soil Association, è destinato a investigare le difficoltà che comporterebbe la messa a coltura degli OGM in Gran Bretagna, difficoltà in tutto paragonabili a quelle che incontreremmo nel nostro Paese. Il dossier mette a fuoco, attraverso un repertorio bibliografico molto ricco, ma ancor più attraverso delle interviste agli agricoltori statunitensi e canadesi che coltivano, sia biologicamente, sia piante OGM, le peripezie di una reciproca coesistenza, che si dimostra, lo diciamo subito, come incompatibile. Difatti, la contaminazione, attraverso il polline o i semi portati dal vento e dagli insetti, di colture tradizionali o biologiche da parte di quelle OGM, risulta un evento inevitabile spazzando via dai mercati i prodotti dell'agricoltura biologica. Inoltre, appare chiaro come le promesse delle multinazionali biotecnologiche, più prodotto e impiego ridotto di pesticidi, non sono state per nulla mantenute. Infine, mi piace sottolineare, come si siano manifestati numerosi paradossi legali: agricoltori biologici, che hanno avuto le loro piante contaminate da geni OGM, non solo non hanno ottenuto risarcimenti per essere usciti dai loro circuiti commerciali, ma hanno dovuto pagare, loro!, denaro sonante alle multinazionali per aver coltivato, senza averlo voluto, delle piante coperte da brevetto. Questo dossier rende evidente come le suddette multinazionali stiano facendo affari sulla testa degli agricoltori e dei consumatori del mondo. Dovremo lasciarli fare? http://dirittidellanaturaitalia.it/i-semi-del-dubbio-la-natura-schiava/
Il riassunto del dossier: di Hugh Warwick e Gundula Meziani (2003 I SEMI DEL DUBBIO. Le esperienze degli agricoltori Nord Americani con le colture GM, Soil Association Bristol, UK, pp148. http://www.rfb.it/i-semi-del-dubbio_riassunto.htm
E il PDF dell’intero volume: http://www.rfb.it/I-semi-del-dubbio.pdf
2e) La Contaminazione da transgenico, dei raccolti convenzionali e biologici negli U.S.A:
GLI AGRICOLTORI BIOLOGICI (E QUELLI CONVENZIONALI) PAGANO IL PREZZO DELLA CONTAMINAZIONE CAUSATA DALLE COLTURE OGM: https://docs.google.com/document/d/1f-cL74u9Lm0csPIm_fl1MsQeiWqOSg3DKO6JBT3p_5s/edit#bookmark=id.8be777u8gjl8
2f) L'industria degli OGM non è in grado di tenere sotto controllo la diffusione degli organismi geneticamente modificati. I casi di contaminazione sono tanti Ricordiamo il Liberty Link 602, una varietà sperimentale e illegale di riso Ogm prodotto dalla Bayer, che era in vendita - senza autorizzazione - nei supermercati europei. E poi iI riso reperito nel 2006 dai NAS di Brescia che hanno sequestrato 11.880 confezioni di un prodotto a base di riso cinese. I prodotti sequestrati sono risultati positivi alla presenza di riso transgenico illegale Bt63, una varietà che nessuno ha mai autorizzato, ma che continua a contaminare i mercati europei. Questa varietà di riso Ogm è stata modificata per resistere agli insetti e contiene una proteina - la Cry1Ac - che è un potenziale allergene. Le analisi effettuate avevano già dimostrato degli effetti negativi sui topi. Un gruppo di scienziati indipendenti rilasciò una dichiarazione ufficiale . Non è mai stata concessa un'autorizzazione alla coltivazione commerciale di questo riso proprio a causa dei crescenti timori sulla sicurezza. http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/news/riso-ogm-illegale-italia/
Dossier riso ogm cinese: http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2006/9/riso-cinese-ogm.pdf
2g) Nuova contaminazione da frumento sperimentale OGMtransgenico rilevata in un centro di ricerca nel Montana dove non era affatto prevista !
Da rilevare che tale frumento sperimentale OGMtransgenico non era più coltivato dal 2003.
E se lo dice l'USDA è tutto dire! Tuttavia non si tratta di un caso isolato anche l'USDA banalmente afferma trattarsi di un "incidente".
"Il 26 settembre 2014 il Dipartimento americano dell'agricoltura (USDA) ha annunciato che è stato scoperto nel luglio 2014 del frumento sperimentale transgenico presso una struttura di ricerca del Montana che legalmente non coltivava la varietà dal 2003.
Ancora una volta, USDA e industria biotech hanno messo gli agricoltori e l'alimentazione a rischio, 'ha detto Andrew Kimbrell, direttore esecutivo per il centro per la sicurezza alimentare. 'Coesistenza tra transgenico e colture non-transgeniche è un vero fallimento di questa politica che fondamentalmente non può funzionare. La contaminazione genetica è una grave minaccia per gli agricoltori in tutto il paese. Nel bando stesso, USDA ha chiuso l'indagine su un episodio di contaminazione di frumento transgenico accaduto nel maggio 2013 in Oregon, senza alcuna spiegazione per l'accaduto (perchè non ha dato spiegazioni sull'accaduto??) L' episodio di contaminazione ha condotto alla chiusure dei mercati di esportazione vitale del frumento e una class action contro Monsanto dei coltivatori di frumento che nella storia della contaminazione hanno perso milioni di dollari per le mancate esportazioni del loro frumento. 'L'USDA chiude una ricerca infruttuosa e tenta di seppellire la storia di un'altra contaminazione. L'USDA non può tenere questi come episodi isolati; la contaminazione è il risultato inevitabile della tecnologia di coltura transgenica, ha detto Kimbrell. 'È tempo per il Congresso di intervenire in modo definitivo'. Monsanto ha ricevuto 35 avvisi di "non conformità" sui suoi prodotti dal 2010 al 2013 più di qualsiasi altra azienda. E sono gli agricoltori ad andarci di mezzo in quanto messi all'indice dai consumatori per i gravi episodi di contaminazione.
Dopo un decennio di prove sul campo, Monsanto ha abbandonato gli sforzi per introdurre il frumento Roundup Ready GE nel 2004 a fronte di un'intensa opposizione internazionale da perte di consumatori, agricoltori, lavoratori del settore, trasformatori, e aziende alimentari. Tuttavia, dopo una pausa di sei anni, Monsanto ha cominciato nuovamente l'estesa sperimentazione sul campo di frumento transegenico nel 2011. Coloro che si oppongono al frumento transgenicoOGM hanno a lungo sostenuto che l'operazione poteva contaminare il frumento convenzionale, rendendolo quindi invendibile per molti mercati che rifiutano i prodotti transgenici. Gli Stati Uniti sono il più grande esportatore mondiale di frumento, un business da $ 8 miliardi. Uno studio del 2005 ha stimato che l'industria del frumento potrebbe perdere da 94 $ a $ 272 milioni se fosse introdotto il frumento transgenico OGM. Nel passato la contaminazione transgenica ha rilevato episodi che coinvolgono il riso OGM e il mais OGM, contaminazioni che hanno innescato oltre $ 1 miliardo di perdite e disagio economico per gli agricoltori. Alla fine del 2005, L'ispettore generale dell' USDA ha pubblicato una relazione graffiante con i dettagli di numerose violazioni delle regole di agenzia nella raccolta di prove sul campo sulle colture transgeniche. I funzionari dell'USDA non conoscevano le posizioni di molti dei campi che dovevano ispezionare e sui quali erano state effettuate le prove del transgenico, e sugli altri appezzamenti non hanno fatto condurre i controlli. Nel 2002, la National Academy of Sciences ha anche criticato gravi lacune nel regolamento dell'USDA sulle colture transgeniche. Nel 2013, il Centro per la sicurezza alimentare ha aderito con oltre 150 organizzazioni e imprese ad una lettera ufficiale indirizzata al Segretario dell'USDA Vilsack richiamando l'Agenzia per proteggere l'industria del frumento e per implementare le protezioni necessarie contro la contaminazione da OGMtransgenico. http://organicconnectmag.com/new-ge-wheat-contamination-appears-in-montana/
2h) I transgeni possono sfuggire al controllo e sono un rischio per l'ambiente
Sono circa 20 anni da quando le colture geneticamente modificate (GM) sono state introdotte sul mercato. Ci sono stati molti casi noti in diversi paesi in cui transgeni si sono incrociati con varietà di colture locali e con parenti selvatici e di una diffusione oltre le loro zone di coltivazione.
Un nuovo studio pubblicato dalla rivista, Environmental Sciences Europe, esamina le relazioni scientifiche di tali eventi. Esempi importanti sono l'erba da pascolo, colza e cotone. La relazione mette in evidenza i fattori che favoriscono la fuga del transgene; in particolare, i "parenti" selvatici che possono incrociarsi con le piante coltivate sono un fattore importante nella diffusione involontaria di transgeni. La relazione sottolinea che ci sono "incertezze significative nel predire quali transgeni scapperanno e in che modo possono interagire con l'ambiente".
Gli autori avvertono che il principio di precauzione può essere applicato solo se sono disponibili misure efficaci per garantire la rimozione di organismi geneticamente modificati dall'ambiente. Altrimenti, non sarà possibile mitigare eventuali effetti indesiderati. A causa delle implicazioni di questo e delle lacune nelle conoscenze, gli autori chiedono norme più severe da attuare immediatamente per ridurre l'incidenza della fuga del transgene nell'ambiente.
http://www.gen-ethisches-netzwerk.de/GID/222/bauer-panskus/unkontrollierte-verbreitung
Abstract
Circa 20 anni dopo l'introduzione sul mercato delle prime piante geneticamente modificate, passiamo in rassegna l’esistenza o meno della diffusione incontrollata. Riassumiamo casi documentati nella letteratura scientifica e ricaviamo conclusioni per la regolazione dell'autorizzazione di nuovi "eventi". Diversi casi documentati in Nord e Centro America, e in Giappone dimostrano che i transgeni si sono diffusi al di là di zone di coltivazione. Esempi importanti sono agrostide ( Agrostis stolonifera ), colza ( Brassica napus ) e cotone (Gossypium hirsutum). Diversi fattori possono essere identificati come rilevanti per la dispersione del transgene nell'ambiente. Le graminacee (Poaceae), in particolare, presentano un elevato potenziale di persistenza e invasività, e parenti selvatici che possono incrociare con le piante coltivate, sono un fattore importante nella diffusione involontaria di transgeni. Ci sono incertezze significative nel predire quali transgeni scappernno e in che modo possono interagire con l'ambiente. Ad esempio, il cambiamento climatico potrebbe avere un impatto importante sul potenziale invasivo di alcune specie vegetali. La diffusione incontrollata di transgeni è quindi una restante sfida per le autorità di regolamentazione. Discutiamo alcuni di questi problemi nel contesto delle normative comunitarie in quanto tali norme fanno esplicito riferimento al principio di precauzione nella valutazione delle incertezze. Abbiamo trovato che il principio di precauzione, come stabilito dalla direttiva UE 2001/18 può essere applicato solo quando sono a disposizione misure efficaci per rimuovere gli organismi geneticamente modificati dall'ambiente se dovessero rendersi necessarie. Se una rimozione dall'ambiente non fosse praticamente realizzabile, sviluppi indesiderabili non potrebbero essere mitigati.
Conclusioni
È scientificamente provato che esistono piante geneticamente modificate, che sono sfuggite al controllo spazio-temporale e si sono ricombinate in popolazioni naturali. I centri di origine delle rispettive piante sono tra le regioni di particolare interesse.
Le misure dovrebbero essere adottate immediatamente per ridurre ulteriori diffusioni incontrollate dei transgeni nell'ambiente. Nel medio termine, dovrebbero essere messi in atto regolamenti adeguati, per impedire nuovi problemi in questo contesto.
Come le attuali lacune nella conoscenza evidenziano, è indispensabile una regolamentazione più severa in materia di emissioni sperimentali, il trasporto e la coltivazione commerciale di organismi geneticamente modificati, se
(A) i transgeni possono persistere e invadere l'ambiente dopo la fuga accidentale di contenimento;
(B) ci sono grandi dubbi sul fatto che i transgeni possono essere recuperati dall'ambiente entro un ragionevole periodo di tempo, se l'urgenza richiede;
(C) è già noto che i transgeni persisteranno e / o mostrare un comportamento invasivo dopo il rilascio nell'ambiente.
http://www.biosafety-info.net/article.php?aid=1049
Bauer-Panskus, A., Breckling, B., Hamberger, S., & Then, C. (2013). Cultivation-independent establishment of genetically engineered plants in natural populations: current evidence and implications for EU regulation. Environmental Sciences Europe, 25(1), 34.
http://www.enveurope.com/content/25/1/34
3) Fallimento anche in ambito di mercato. Il cotone Bt
“Lo studio condotto da Michel Fok della Ricerca Agricola per lo Sviluppo (CIRAD) in Francia e Naiyin Xu di Jiangsu Accademia del dipartimento Scienze Agricole in Cina, mostra che l'uso del cotone Bt in Cina è influenzato dallo sviluppo delle diverse varietà di mercato del cotone. L'utilizzo di cotone BT ha beneficiato dello sviluppo delle varietà di mercato, ed è stato anche facilitato, dalla metà degli anni novanta, da un quadro normativo favorevole. Tuttavia, le incertezze sulla qualità del cotone e i prezzi alti delle sue sementi, possono influenzare la redditività e anche di conseguenza la scelta dell'uso continuato di cotone Bt, nonché lo sviluppo delle varietà di mercato (infatti l'uso del cotone Bt in Cina è strettamente legato a questo sviluppo di mercato).
Nel 2007, è stata lanciata in Cina una politica di sovvenzione delle sementi per risolvere i problemi di varietà e sementi sul mercato, tuttavia molti hanno messo in discussione l'efficacia di questo nuovo regolamento.” http://www.isaaa.org/kc/cropbiotechupdate/article/default.asp?ID=8493
“L'avvento del cotone Bt ha portato ad una vera e propria rinascita della produzione di cotone (ricerca e sviluppo di specie alternative al Bt ndr.), specie nelle zone colpite da grave resistenza ai pesticidi dei "bollworms" come la Helicoverpa armigera. La regressione era già stata osservata in termini di redditività (Wang et al., 2008) , tuttavia, le questioni della sostenibilità sollevate dalla vasta diffusione del cotone Bt, richiede una più completa comprensione dei fattori di diffusione sottostanti. Questo articolo è un contributo a questo dibattito in quanto si concentra sul processo di sviluppo delle varietà di mercato. In Cina, la diffusione del cotone Bt è coincisa con un drammatico cambiamento istituzionale nello sviluppo delle varietà di cotone e del mercati delle sementi . Questo cambiamento ha certamente incoraggiato la Monsanto e il suo alleato la Delta & Pineland Company ad entrare nel mercato cinesem al fine di coomercializzare le loro varietà e contribuire alla "modernizzazione" del settore delle sementi. Lo sviluppo delle varietà nel mercato ha comunque portato ad una forte concorrenza. Il numero di varietà commercializzate è aumentato, un fenomeno che è stato anche favorito dalla capacità di risposta degli agricoltori alla novità. Di conseguenza, la durata delle vita delle varietà di mercato è risultata essere sempre più in contrazione, il che ha implicato che i costi di sviluppo e la diffusione delle nuove varietà dovessero essere recuperati in un periodo più breve. Questo potrebbe essere stato uno dei fattori che ha contribuito agli aumenti dei prezzi osservati per i semi di cotone. Se è così, questo sarebbe un impatto in contrasto con la teoria economica standard, nel senso che una maggiore concorrenza potrebbe aver portato ad aumenti di prezzo. I dati che abbiamo sfruttato non ci permettono di confermare pienamente questo punto, e sono necessari ulteriori studi per esplorare altri fattori potenzialmente responsabili per i prezzi elevati di sementi.
La concorrenza era anche ostacolata della presenza di varietà di semi falsi. Gli alti prezzi delle sementi incoraggiavano iniziative senza scrupoli come la fornitura di semi contraffatti. Gli agricoltori hanno pagato a caro prezzo i semi, per ottenere colture di scarsa qualità, confermando così il cosiddetto disturbo di mercato delle sementi che ha prevalso in Cina dal 2005.
Il dibattito internazionale circa il rilascio di varietà OGM è ancora fortemente oscurato dalla paura del potere monopolistico o dalla mancanza di concorrenza . Il caso della Cina dimostra che la concorrenza da sola non sarebbe sufficiente a garantire risultati sostenibili ed equi. C'è stata perciò una richiesta di regolazione. Il governo cinese ha risposto nel 2007 con l'attuazione del "QSSP" (quality seed subsidy policy), lo spirito e gli esiti del quale erano ancora abbastanza discutibili. L'obiettivo era quello di coprire in genere il 50% del costo del seme pagato dai coltivatori di cotone. Il controllo reale della produzione di sementi è risultato essere ormai fondamentale.”
http://www.isaaa.org/kc/cropbiotechupdate/article/default.asp?ID=8493
Fok M., Xu N.. (2011), Variety market development: A Bt cotton cropping factor and constraint in China. AgBioForum, 14 (2) : 47-60. http://www.agbioforum.org/v14n2/v14n2a02-fok.htm
Il testo in pdf http://www.agbioforum.org/v14n2/v14n2a02-fok.pdf
- 4) IL VALORE DELLA QUALITA'. L'ONU BOCCIA GLI OGM-TRANSGENICI e dice che l’Agricoltura Biologica è l’unico modo per sfamare il mondo
L'autunno 2013 l'UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development) ha presentato il proprio rapporto: “Wake up before it is too late” (“Svegliarsi, prima che sia troppo tardi”). La pubblicazione: http://unctad.org/en/PublicationsLibrary/ditcted2012d3_en.pdf redatta da una sessantina di scienziati di tutto il mondo, sostiene che lo sviluppo agricolo è giunto al limite e che è necessario un cambiamento rapido e significativo degli attuali sistemi di produzione basati su monoculture fortemente dipendenti dagli input chimici. Le soglie di contaminazione del suolo e dell'acqua, dichiara, sono già state superate, la biodiversità è a rischio e la crisi è oramai evidente soto molti aspetti: tra il 2011 e il 2013 i prezzi delle materie prime alimentari sono stati di circa l'80% più cari rispetti a quelli registrati nel periodo 2003-2008; è aumentato di 8 volte l'uso dei fertilizzanti, ma i tassi di crescita della produttività agricola sono diminuiti dal 2% all'1% annuo. Il rapporto ribadisce che la fame nel mondo è un problema con molte sfacettature, che non può essere risolto solo da cambiamenti tecnici e CON ASSOLUTA CHIAREZZA dichiara che gli OGM transgenici NON COSTITUISCONO UNA SOLUZIONE SOSTENIBILE, anzi nei fatti hanno dimostrato di rendere più difficile l'innovazione dal bass, la conservazione in situ, e l'accesso ai semi: “L'agricoltura industriale è INSOSTENIBILE e gli adeguamenti tecnologici basati sull'ingegneria genetica non sono stati in grado di raggiungere importanti obiettivi di sviluppo per il millennio; al contrario, hanno introdotto prodotti che limitano l'innovazione a livello delle aziende agricole, la conservazione delle risorse e l'accesso al miglior germoplasma, adatto alle condizioni locali”. Piuttosto, sono i modelli agricoli alternativi e agro-ecologici a mostrare “il potenziale di:
L’ONU dice che l’Agricoltura Biologica è l’unico modo per sfamare il mondo.
“Cambiamenti trasformativi sono necessari nei nostri sistemi alimentari, agricoli e commerciali al fine di aumentare la diversità nelle aziende, ridurre il nostro uso di fertilizzanti e altri input a supporto dei piccoli agricoltori per creare forti sistemi alimentari locali. Questa è la conclusione di una notevole nuova pubblicazione da parte della Commissione delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo ( UNCTAD ). La relazione, "Wake up before it is too late: make agriculture truly sustainable now for food security in a changing climate", include i contributi provenienti da più di 60 esperti di tutto il mondo. Il rapporto include sezioni di approfondimento sullo spostamento verso una agricoltura resiliente più sostenibile; produzione animale e il cambiamento climatico; importanza della ricerca ed estensione; il ruolo di uso del suolo; e il ruolo di riformare regole del commercio globale. La relazione collega sicurezza globale e i conflitti crescenti con l'urgente necessità di trasformare l'agricoltura verso ciò che chiama "intensificazione ecologica". Il rapporto conclude: "Questo implica un cambiamento rapido e significativo dal convenzionale, basato sulla monocoltura- e troppo dipendente dalle richieste della produzione industriale e andare verso sistemi di produzione di rigenerazione sostenibili che anche migliorino notevolmente la produttività dei piccoli agricoltori." La relazione dell'UNCTAD ha individuato indicatori chiave per la trasformazione necessaria in agricoltura.
http://www.organicconsumers.org/articles/article_29363.cfm
Comunicato stampa United Nations Conference on Trade and Development.
Ginevra, Svizzera, (18 settembre 2013)
Un nuovo rapporto dell'UNCTAD suggerisce che l'agricoltura nei paesi ricchi e quelli poveri dovrebbe passare da monocoltura ad una:
- maggiore varietà di colture,
- ridurre l'uso di fertilizzanti e altri fattori, con un
- maggiore sostegno per i piccoli agricoltori, ed
- essere più localmente concentrata la produzione e il consumo di cibo.
Il Trade and Environment Review 2013 avverte che il proseguo della povertà rurale, la fame persistente in tutto il mondo, le popolazioni in crescita, e l’aumentare delle preoccupazioni ambientali, devono essere trattati come una crisi collettiva. Si dice che è necessaria un'azione urgente e di vasta portata prima che il cambiamento climatico cominci a causare gravi perturbazioni al settore agricolo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Alla relazione, sottotitolata "Wake up before it is too late: make agriculture truly sustainable now for food security in a changing climate", hanno contribuito più di 60 esperti internazionali per l'analisi della relazione del soggetto. Lo studio rileva che la vastità in cui i metodi di produzione dovrebbero essere modificati in queste proposte porrebbe notevoli sfide. Inoltre, sarebbe necessario correggere gli squilibri esistenti tra dove si produce il cibo e dove esso è necessario, per ridurre le asimmetrie di potere che esistono nei mercati dei fattori e la trasformazione alimentare agricola sarebbe anche necessario adeguare le norme commerciali correnti, per l'agricoltura. Il Trade and Environment Review 2013 suggerisce un cambiamento rapido e significativo lontano dalla produzione industriale di cibo basata sulle monocolture convenzionali che dipendono in larga misura da fattori esterni quali fertilizzanti, agro-chimici, e concentrata sui mangimi. Invece, si dice che l'obiettivo dovrebbe essere "mosaici di sistemi di produzione di rigenerazione sostenibili che anche migliorano notevolmente la produttività dei piccoli agricoltori e promuovere lo sviluppo rurale". La relazione sottolinea che i governi devono trovare il modo di calcolare e ricompensare gli agricoltori per beni pubblici non pagati, che attualmente forniscono come:
Le previsioni del report dicono che il cambiamento climatico avrà un impatto drastico sull'agricoltura, soprattutto nelle regioni in via di sviluppo con la più alta crescita futura della popolazione, come l'Africa sub-sahariana e in Asia meridionale.
La crescita molto più lenta della produttività agricola nel futuro e la rapida crescita della popolazione nelle regioni più vulnerabili quasi certamente aggravaranno i problemi attuali con la fame, la siccità, l'aumento dei prezzi dei generi alimentari, e l’accesso alla terra. Queste pressioni possono facilmente portare a migrazioni di massa, e di tensioni e conflitti internazionali per il cibo e le risorse come il suolo e l'acqua.
Il rapporto cita una serie di tendenze che suggeriscono insieme l’aumentare della crisi:
• prezzi alimentari dal 2011 a metà del 2013 sono stati quasi 80 per cento superiore a quello per il periodo 2003-2008;
• utilizzo globale di fertilizzanti è aumentato di otto volte negli ultimi 40 anni, anche se la produzione cerealicola mondiale è raddoppiata solo durante tale periodo;
• I tassi di crescita della produttività agricola sono recentemente scesi dal 2 per cento l'anno al di sotto di 1%;
• Due tipi di danno ambientale irreparabile sono già stati causati dall'agricoltura: la contaminazione del suolo e dell'acqua con azoto, e la perdita di biodiversità;
• emissioni di gas serra provenienti dall'agricoltura sono la principale causa del riscaldamento globale in sud del mondo. Hanno anche la crescita più rapida (con le emissioni da trasporto);
• acquisizione di terreni esteri nei paesi in via di sviluppo (spesso definito "land grabbing") negli ultimi anni è pari, in valore, compreso tra cinque e dieci volte il livello di assistenza ufficiale allo sviluppo.
Ma la cosa più importante, sono i problemi persistenti come la fame, la malnutrizione e l'accesso al cibo. Quasi 1 miliardo di persone attualmente soffrono la fame, e un altro 1 miliardo sono malnutriti, osserva il rapporto, anche se la produzione agricola mondiale corrente già fornisce calorie sufficiente per sfamare una popolazione di 12-14 milioni.
Circa il 70 per cento degli affamati o malnutriti sono essi stessi piccoli contadini o braccianti agricoli, indicando che la povertà e l'accesso al cibo sono le sfide più importanti. La relazione dice che le monoculture e i metodi di allevamento industriale non stanno fornendo cibo a prezzi accessibili sufficienti quando è necessario, mentre i danni ambientali causati da questo approccio sono in aumento e sono insostenibili. Si dice che la massima priorità deve essere consentire ai poveri rurali a raggiungere l'autosufficienza in cibo o di guadagnare un reddito sufficiente attraverso l'agricoltura in modo che possano comprare cibo. La relazione sottolinea che un cambiamento è necessario verso diversi modelli di produzione che riflettano la "multifunzionalità" dell'agricoltura e migliorare i cicli nutritivi chiusi. Inoltre, come i costi ambientali dell'agricoltura industriale sono in gran parte non contabilizzati, i governi dovrebbero agire per garantire che il cibo venga coltivato maggiormente dove è necessario. Si consiglia di regolare le regole del commercio per incoraggiare a "regionalizzare /localizzare il più possibile la produzione alimentare " La relazione osserva che la strategia passata di basarsi sui mercati internazionali per soddisfare la domanda di alimento base, è recentemente riuscita a fornire i risultati sperati, perché ha fatto affidamento su prezzi alimentari poco discontinui e non mancano di approvvigionamento sui mercati internazionali, condizioni che si sono drasticamente modificate dopo la fine del secolo. La relazione afferma inoltre che la globalizzazione ha favorito alti livelli di specializzazione; questo ha portato ad una scala crescente di produzione di una minore varietà di colture, e ha creato pressioni enormi sui costi. Tutto questo ha aggravato la crisi ambientale del settore agricolo e ha ridotto la capacità di recupero agricola.
http://unctad.org/en/pages/PressRelease.aspx?OriginalVersionID=154
UNCTAD, (2013), Wake up before it is too late: make agriculture truly sustainable now for food security in a changing climate. Un. Nat. Conf. Trade and Devel., Trade and Environment Review 2013, U. Hoffman (ed.), UN Publications, Geneva, Switzerland, 341 pp. http://unctad.org/en/PublicationsLibrary/ditcted2012d3_en.pdf
- 5) L'U.S.D.A. * (United States Department of Agriculture) ammette: gli OGM possono causare gravi rischi ambientali
"Un nuovo rapporto pubblicato dal Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti dimostra che mais e soia OGM, colture geneticamente ingegnerizzate per resistere a determinate sostanze chimiche, possono causare gravi danni.
Le colture OGM sono praticate sul suolo degli Stati Uniti da15 anni, tuttavia l'ultimo rapporto USDA rivela che gli americani hanno tuttora preoccupazioni, seppur molto meno che in Europa, sul consumo di prodotti creati su misura in laboratorio, transgenici, Il rapporto è stato pubblicato dall' Economic Research Service del USDA. E anche se il documento prende in considerazione le tendenze che hanno modellato il come gli scienziati e gli agricoltori si sono avvicinati agli organismi geneticamente modificati, da quando sono stati introdotti negli Stati Uniti un decennio e mezzo fa, il consenso sembra ritrovarsi sul fatto che nessuno è ancora certo sul "pedaggio" (in termini: ambientali, economici, di salute, di inquinamento..ecc. ndr.) che l'ondata di OGM potrà veramente avere. Gli autori dello studio hanno scritto che tra il 1984 e il 2002, il numero di varietà OGM approvati dell’USDA’s Animal and Plant Health Inspection Service, o APHIS, è cresciuto in modo esponenziale. Oggi, le colture OGM si trovano nella maggior parte delle più grandi aziende americane, e gli scienziati negli ultimi anni hanno scoperto nuovi modi innovativi per costruire, in determimate sementi, tratti più desiderabili rispetto alle colture tradizionali. L'agenzia ha aggiunto che proprio l'anno scorso, colture OGM sono state piantate su circa 169 milioni di acri di terra negli Stati Uniti - o circa la metà di tutti i terreni agricoli da costa a costa.
L'USDA ha riconosciuto che circa il 93 per cento di tutte le colture di soia piantate negli Stati Uniti lo scorso anno ha coinvolto varianti di OGM resistenti agli erbicidi (HT), e mais HT e cotone HT, costituivano rispettivamente circa l'85 e il 82 per cento della superficie totale.
- " Le colture HT sono in grado di tollerare alcuni erbicidi altamente efficaci, come il glifosato, permettendo agli utilizzatori di queste varietà di controllare in modo più efficace le erbacce pervasive", si legge un estratto dal report USDA.
Poiché tali diserbanti vengono irrorati su un numero sempre maggiore di campi con colture HT, gli esperti USDA ammettono che tale fatto potrebbe avere un grande, non ancora certo, impatto sull'ambiente. In una parte della relazione si legge: "Perché glifosato è significativamente meno tossico e meno persistente di erbicidi tradizionali" "... l'impatto netto della adozione di un raccolto HT è un miglioramento della qualità ambientale e una riduzione dei rischi sanitari connessi con l'uso di erbicidi (anche se ci sono lievi aumenti i chili totali di erbicida applicato). Tuttavia, la resistenza al glifosato tra le popolazioni infestanti negli ultimi anni potrebbe aver indotto gli agricoltori ad aumentare i tassi di applicazione. Pertanto, la resistenza delle infestanti può essere compensa con alcuni dei vantaggi economici e ambientali dell’adozione delle colture HT in materia di uso di erbicidi. Inoltre, la tossicità dell'erbicida potrebbe presto essere negativamente colpita (rispetto al glifosato), con l'introduzione (stimato per il 2014) di colture resistenti agli erbicidi dicamba e 2,4-D". Il 2,4-D è un componente dell’Agent Orange ed è stato collegato a rischi per la salute. Se l'USDA da il via libera per le aziende OGM alla produzione di raccolti resistenti al 2,4-D, l'agente potrebbe apparire in quantità allarmanti in tutti i terreni agricoli degli U.S.A. Ma mentre i sostenitori anti-OGM ritengono che è solo una delle ragioni per cui si oppongono all'afflusso di colture artificiali, cresciute in modo esponenziale in gran numero in tutte la contee, l'USDA ha detto che l’attivismo in questo senso è stato relativamente piccolo negli Stati Uniti.
Si legge nella relazione: "Alcuni consumatori, compresi quelli dell'Unione europea, hanno indicato una certa riluttanza a consumare prodotti GE (OGM). In altri paesi, compresi gli Stati Uniti, l’espressione della preoccupazione dei consumatori è meno diffusa". "Nonostante il rapido aumento dei tassi di adozione per mais, soia e varietà di cotone GE da parte degli agricoltori statunitensi, alcuni continuano a sollevare domande riguardanti i potenziali benefici e rischi di Ogm."
Secondo il rapporto, l'uso di erbicidi sul mais OGM è aumentato da circa 1,5 libbre per acro piantato nel 2001, a più di 2,0 libbre per acro piantato nel 2010.
http://rt.com/usa/usda-gmo-risk-report-537/ Fernandez-Cornejo, J., Wechsler, S., Livingston, M., & Mitchell, L. (2014). Genetically Engineered Crops in the United States (No. 164263). United States Department of Agriculture, Economic Research Service. Economic Research Report No. (ERR-162) 60 pp.
http://www.ers.usda.gov/publications/err-economic-research-report/err162.aspx#.UxzGuj95MyN Il rapporto per intero:
http://www.ers.usda.gov/ersDownloadHandler.ashx?file=%2Fmedia%2F1282246%2Ferr162.pdf
* USDA è il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti!
Questo è un ente statale di uno stato che concede permessi di piantare OGM senza troppi problemi...Quindi se loro stessi affermano, come fanno in questo studio, che gli OGM possono causare gravi rischi ambientali la realtà, purtroppo, non può che essere molto peggiore peggiore di quella che descrivono !
- 6) Gli scienziati dichiarano assenza di consenso sulla sicurezza degli OGM
Un gruppo di 93 scienziati provenienti da tutto il mondo deplorano la disinformazione sulla sicurezza degli OGM ed espongono la mancanza di prove empiriche e scientifiche su cui vengono effettuate le false affermazioni di "consenso" sulla sicurezza. http://www.i-sis.org.uk/Scientists_Declare_No_Consensus_on_GMO_Safety.php
Aggiornato al 10/12/2013: Il numero dei firmatari è aumentato a 297 entro il 10 dicembre, tra i quali, il dottor Belinda Martineau, che ha contribuito a commercializzare il primo alimento geneticamente modificati al mondo, il pomodoro "Flav Savr" (caratterizzato dalla maturazione “a comando”verrà poi ritirato per le sue scadenti qualità organolettiche http://www.estovest.net/rtf/Monastra_OGM_aspettative.rtf). Dice che se l’utilizzo di questa potente tecnologia GM è considerato "sicura", il dibattito è tutt'altro che finito!
"Appoggio pienamente questa affermazione accurata, attenta e professionale che descrive la mancanza di consenso scientifico sulla sicurezza della colture geneticamente modificate(GM / GE) e altri organismi GM / GE (noti anche come OGM). Il dibattito della società sul modo migliore per utilizzare la potente tecnologia di ingegneria genetica non è chiaramente finita. Per i suoi sostenitori che tale lo considerano, è poco più che un pio desiderio."
Un altro firmatario, il dottor Judy Carman, direttore dell’Institute of Health and Environmental Research, Adelaide, e professore aggiunto associato all’ health and the environment, Flinders University, South Australia, ha detto:
"Tra le centinaia di diverse colture geneticamente modificate che sono stati approvati per il consumo umano e animale da qualche parte nel mondo, di pochi ne è stata accuratamente testata la sicurezza. Quindi non è possibile avere un consenso che sono tutti sicuri da mangiare - almeno, non un consenso basato su prove scientifiche certe derivate da dati sperimentali".
Un terzo firmatario, il Prof Elena Alvarez-Buyllla, coordinatore del Laboratory of Molecular Genetics of Plant Development and Evolution, Institute of Ecology, UNAM, Mexico, ha detto che: "Data l'evidenza scientifica a portata di mano, le rivendicazioni radicali che le colture geneticamente modificate siano sostanzialmente equivalenti e sicure come le colture non geneticamente modificate, non sono giustificabili.” uno dei firmatari della dichiarazione, il Dr. Margarida Silva, biologo all'Università di Cordoba (Argentina): "... la ricerca è stata in gran parte finanziata dalle aziende stesse che dipendono dai risultati positivi per la loro attività, e ora sappiamo che dove scorre il denaro, l'influenza cresce".
Il comunicato stampa: http://www.ensser.org/media/0613/
La Dichiarazione: “Nessun consenso scientifico sulla sicurezza degli OGM”.
"Come scienziati, medici, accademici, ed esperti provenienti da discipline pertinenti agli aspetti di valutazione scientifica, giuridica, sociale e di sicurezza degli organismi geneticamente modificati (OGM), con forza respingiamo le richieste da parte degli sviluppatori di semi GM e alcuni scienziati, commentatori e giornalisti che ci sia un "consenso scientifico" sulla sicurezza degli OGM e che il dibattito su questo tema sia "over" (chiuso). Ci sentiamo in dovere di rilasciare questa dichiarazione, perché il consenso richiesto in materia di sicurezza degli OGM non esiste.
L'affermazione che tale consenso esista è fuorviante e travisa le prove scientifiche attualmente disponibili e l'ampia diversità di opinioni fra gli scienziati su questo tema.
Inoltre, la domanda favorisce un clima di compiacenza che potrebbe portare ad una mancanza di rigore normativo e scientifico e della dovuta cautela, e mettere potenzialmente in pericolo la salute degli esseri umani, degli animali e dell'ambiente.
Scienza e società non procedono sulla base di un consenso costruito, così come la conoscenza attuale è sempre aperta a ben fondata su sfide e disaccordi
Sosteniamo la necessità di continuare ulteriormente la ricerca scientifica indipendente, e di un informato dibattito pubblico sulla sicurezza dei prodotti GM, e sollecitiamo i sostenitori GM a fare lo stesso.
Alcune delle nostre obiezioni alla richiesta di consenso scientifico sono di seguito elencate:
1. Non c'è consenso sulla sicurezza alimentare degli OGM
2. Non ci sono studi epidemiologici che studiano i potenziali effetti del consumo di alimenti geneticamente modificati sulla salute umana.
3. Sostenere che gli organismi scientifici e di governo approvano la sicurezza degli OGM è esagerato o inesatto
4. Il Progetto di ricerca dell'UE non fornisce una prova affidabile della sicurezza alimentare OGM
5. La Lista di diverse centinaia di studi non dimostra la sicurezza alimentare degli OGM
6. Non vi è consenso sui rischi ambientali delle colture geneticamente modificate.
7. Gli accordi internazionali in materia mostrano un diffuso riconoscimento dei rischi dovuti dagli alimenti geneticamente modificati e dalle loro colture. Il testo della comunicazione: http://www.ensser.org/fileadmin/user_upload/ENSSER_Statement_no_scientific_consensus_on_GMO_safety_ENG_LV.pdf
la lista dei firmatari al 10 dicembre 2013: http://www.ensser.org/fileadmin/user_upload/signatories_as_of_131210_lv.pdf
- 7) Il diserbante Roundup e suoi metaboliti a livelli estremi nella soia GMO (OGM-transgenica)
Uno studio condotto da scienziati dell’ Arctic University of Norway ha rilevato "livelli estremi" del Roundup, l'erbicida agricolo prodotto dalla Monsanto, nella soia geneticamente modificata. Lo studio, che esce nel numero di giugno 2014 di “Food Chemistry” e disponibile on-line, ha esaminato 31 diverse piante di soia nelle aziende agricole dello Iowa (U.S.A.) e confrontato l'accumulo di pesticidi e diserbanti sulle piante distinte in in tre categorie:
1) soia geneticamente modificata "Roundup Ready",
2) soia convenzionalmente prodotta (non GE), e
3) la soia coltivata utilizzando pratiche biologiche.
Hanno trovato alti livelli di Roundup nel 70 per cento delle piante di soia OGM.
Tutti i campioni individuali di GM-soia conteneva residui di entrambi glifosato e AMPA, in media 9,0 mg / kg. Al contrario, nessun campione dal convenzionale o di soia biologica ha mostrato residui di queste sostanze chimiche (vedi Fig. 1 http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0308814613019201)
Ciò dimostra che la soia GM Roundup Ready trattata durante la stagione di crescita assorbe e accumula glifosato e il suo prodotto di degradazione AMPA. Inoltre, ciò che è stato considerato un ipotesi di lavoro per colture resistenti agli erbicidi, vale a dire che, con la diffusione delle infestanti resistenti:
"C'è una possibilità teorica che anche il livello di residui di erbicidi e dei suoi metaboliti possa aumentare" (Kleter et al. 2011) ora è dimostrato che stà realmente accadendo. Le coltivazione di soia OGM valutate dagli scienziati sono costruite (ingegnerizzate) per sopravvivere all’effetto del glyphosate contenuto nel Roundup in modo che gli agricoltori possono spruzzare questa sostanza chimica sulle coltivazioni per sbarazzarsi delle infestanti. Ma si sono sviluppate alcune cosiddette "super infestanti" resistenti al Roundup. A loro volta, alcuni agricoltori utilizzano ancora più Roundup per cercare di uccidere quelle erbacce resistenti. Questo porta a rilevare maggiori quantitativi delle sostanze chimiche contenute nel Roundup sulla soia e, infine, nella catena alimentare. Chi ci dice "quando" la contaminazione da Roundup può essere considerata "estrema?" ... Monsanto stessa.... Nel 1999, il gigante chimico ha definito un "livello estremo" del diserbante come 5,6 milligrammi per chilogrammo di peso del materiale vegetale. Sorprendentemente, gli scienziati norvegesi hanno trovato un enorme 9 mg di Roundup per chilogrammo, in media. Tutto il discorso si riduce in sostanza a questo: ogni volta che mangiamo soia transgenica stiamo prendendo una dose di Roundup con esso. Questo è allarmante, perché il Roundup è stato trovato essere pericoloso per la salute umana, e in alcuni casi arriva fino al punto di uccidere le cellule umane. Gli autori così concludono:
"Questo studio ha dimostrato che la soia GMO Roundup Ready può avere elevati livelli di residui di glifosato ... e anche che le diverse pratiche agricole possono comportare una composizione nutrizionale marcatamente diversa della soia .... La mancanza di dati sui residui di antiparassitari nelle principali piante coltivate è una grave lacuna di conoscenze con potenziali conseguenze per la salute umana e animale." Affermazioni della Monsanto: La Monsanto (produttrice di glifosato) ha sostenuto che i residui di glifosato nella soia GM sono inferiori che nella soia convenzionali, in cui i residui di glifosato sono stati misurati fino a 16-17 mg / kg (Monsanto 1999). Questi residui, presenti nelle piante non geneticamente modificate, probabilmente sono dovuti alla pratica di spruzzare il Roundup prima del raccolto (per l'essiccazione). Un'altra affermazione della Monsanto è stata quella che i livelli di residui fino a 5,6 mg / kg in GM-soia rappresentano "... livelli estremi, e di gran lunga superiori a quelli tipicamente presenti". (Monsanto, 1999).
( Ovviamente le dichiarazioni della Monsanto non sono più rinvenibili nel suo sito al link
- http://www.monsanto.co.uk/news/99/june99/220699_residue.html -,
ma fortunatamente si è riusciti a trovarle nel link d’archivio seguente: -http://web.archive.org/web/20090105233408/http://www.monsanto.co.uk/news/99/june99/220699_residue.html - )
E Bøhn, uno degli autori dello studio afferma:
“Abbiamo però provato che sette dei 10 campioni di soia GM considerati, superavano questo "livello estremo" (di glifosato + AMPA), che indica una tendenza verso livelli di residui superiori. Il crescente utilizzo di glifosato sulla soia Roundup Ready statunitense è stata scientificamente documentata (Benbrook 2012).”
http://www.ewg.org/agmag/2014/04/extreme-levels-herbicide-roundup-found-food
Bøhn, T., Cuhra, M., Traavik, T., Sanden, M., Fagan, J., & Primicerio, R. (2014). Compositional differences in soybeans on the market: glyphosate accumulates in Roundup Ready GM soybeans. Food Chemistry 153 207–215.
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0308814613019201
8) La Cina dice no al mais transgenico MIR 162 della multinazionale Syngenta e gli Usa perdono 2,9 mld di $. La Cina ha detto no all’acquisto di alcune varietà di mais Ogm prodotte all'estero. Il rifiuto è costato all’agricoltura industriale degli Stati Uniti ben 2,9 miliardi di dollari. Si tratta delle prime stime calcolate riguardo ad una simile perdita commerciale. Le spedizioni di mais Ogm Syngenta arrivate in Cina sono state rispedite al mittente. Secondo una prima analisi economica condotta dalla National Grain and Feed Association, la mossa avrebbe provocato una perdita immediata pari ad 1 miliardo di dollari. I conteggi si sono basati sui dati forniti dai maggiori esportatori di cereali. E’ necessario tenere conto che la Cina rappresenta il terzo maggiore acquirente di mais nel mondo. Dallo scorso novembre ha però iniziato a rifiutare di comprare il mais transgenico MIR 162*, che in precedenza, invece, veniva accettato. Questa varietà di mais biotech si trova ancora in attesa dell’approvazione ufficiale da parte di Pechino. Alla mancata vendita si sommano i costi per le spedizioni all’estero e le altre spese relative alla filiera commerciale, come ha sottolineato Randy Gordon, presidente dell’NGFA. Le associazioni vorrebbero che Syngenta bloccasse le vendite contenenti varietà di mais non approvate in Cina, come il MIR 162 e l’Agrisure Duracade. Il mais rifiutato dalla Cina è stato dirottato verso altri compratori. Cargill, il maggior esportatore di cereali degli Usa, ha dichiarato che lo stop agli acquisti ha contribuito ad un calo del 28% dei guadagni. Non è dato sapere se la Cina potrà cambiare idea entro la conclusione dell’attuale anno commerciale. Ora gli esperti si attendono che la Cina prosegua a rifiutare i carichi di mais con varietà non ammesse. E’ stato calcolato che ciò porterà ad un calo del prezzo del mais statunitense compreso tra i 10 e i 20 centesimi per carico. Per il prossimo anno commerciale, che inizierà il 1° settembre 2014, si prevedono perdite comprese tra gli 1,2 e i 3,4 miliardi di dollari, soprattutto per via dell’introduzione del mais Duracade, che verrà coltivato per la prima volta negli Stati Uniti questa primavera. 18-04-2014 http://www.greenbiz.it/food/agricoltura/10377-mais-ogm-cina-usa
*Nel Mais transgenico MIR162 sono stati introdotti due transgeni:
1) una copia della sequenza vip3Aa20 che è una delle varianti di una regione, denominata vip3Aa e derivante dal Bacillus thuringiensis, che codifica per una classe di proteine Vip3Aa notoriamente tossiche per i lepidotteri.
2) il gene pmi (manA) derivante dall'E. coli e codificante per l'enzima PMI (Fosfomannosoisomerasi), che permette alla cellule di utilizzare il mannosio come fonte esclusiva di carbonio. http://www.biosafetyscanner.org/schedaevento.php?evento=95
9) Fallimento ogm, da uno studio Neozelandese
Uno studio destinato a far discutere parecchio: è quello pubblicato dall’International Journal of Agricultural Sustainability, che parla di un sostanziale fallimento delle tecnologie OGM, sottolineandone, invece, le minacce per la biodiversità procurate invece da questo tipo di produzione agricola.
Il “Sustainability and innovation in staple crop production in the US Midwest”, studio condotto da Università di Canterbury in Nuova Zelanda, ha confrontato i dati relativi a 50 anni di produzioni agricole in Europa occidentale e negli States. Secondo i ricercatori, le biotecnologie e le colture OGM praticate in America stanno riducendo le rese per ettaro e aumentano notevolmente l’inquinamento a causa dell’uso massiccio dei pesticidi: in Europa, invece, tutto ciò non si sarebbe ancora verificato a causa dello stop posto da molti Paesi alle politiche sugli OGM.
Secondo i ricercatori, gli OGM sono un sistema vulnerabile, che subisce molto di più le conseguenze degli eventi climatici sempre più estremi e comporta delle variazioni nella robustezza dei parassiti che diventano resistenti ai pesticidi. Secondo lo studio:
- L’Europa ha imparato a ricavare più cibo per ettaro usando meno sostanze chimiche nel processo. Le scelte degli Stati Uniti in tema di biotecnologia, li stanno lasciando indietro rispetto all’Europa, sia in termini di produttività che di sostenibilità.
Secondo lo studio, inoltre, i prezzi e le speculazioni dipendono enormemente dalla stabilità dei raccolti e quindi dalla resistenza delle colture ai cambiamenti climatici: più la produzione è stabile, più le speculazioni diventano infruttuose, rendendo più forte l’intero sistema. Inoltre, gli scienziati sottolineano il legame che si è stabilito fra economia americana, politiche di incentivo e produzione agricola:
- L’agricoltura risponde agli incentivi commerciali e legislativi. Questi prendono la forma di sussidi, strumenti per tutelare i diritti alla proprietà intellettuale, incentivi fiscali, promozioni commerciali e legislazione. I sistemi degli incentivi negli Stati Uniti spingono verso la dipendenza dai semi OGM e da pratiche di gestione che sono inferiori a quelle adottate e sussidiate in Europa.
Da greenstyle 24 giugno 2013:
http://www.greenstyle.it/ogm-sono-un-fallimento-secondo-un-recente-studio-44522.html
Lo studio:
Heinemann J.A., M. Massaro M., Coray D.S., Zanon Agapito-Tenfen S., Wen J.D., (2013): Sustainability and innovation in staple crop production in the US Midwest, Intern. Jour. of Agric. pp 18, DOI: 10.1080/14735903.2013.806408
http://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/14735903.2013.806408
Il testo completo in pdf:
http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/14735903.2013.806408
10) Critiche striscianti addirittura da parte dell’USDA nonostante la sua posizione pro-ogm.
Una nuova relazione del United States Department of Agriculture’s (USDA) Economic Research Service (ERS) pubblicato la scorsa settimana è uscito con alcune critiche a sorpresa sulle colture geneticamente modificate.
La relazione giustamente chiamata “Genetically Engineered Crops in the United States” ha rivelato che le colture Geneticamente Modificate (GM) (principalmente mais, cotone e soia) sono state piantate in 169 milioni di ettari nel 2013, ovvero circa la metà dei terreni USA utilizzati per le colture.Nonostante il tono positivo atteso di tutta la relazione a causa del consueto supporto totale dell' USDA alle colture GM, ci sono stati alcuni segnali eloquenti che anche l'USDA ha alcuni dubbi striscianti di questo sistema di coltivazione (GM). Sustainable Pulse ha selezionato una serie di critiche della USDA verso gli OGM (GM):
1. Nel corso dei primi 15 anni di uso commerciale, le sementi Ogm non hanno dimostrato di aumentare la potenzialità di resa delle varietà. Infatti, i rendimenti dei semi tolleranti agli erbicidi o resistenti agli insetti possono essere talvolta inferiori alle rese delle varietà convenzionali ...
2. Il fatto che molti ricercatori non hanno trovato differenze significative tra i rendimenti netti degli utilizzatori e dei non utilizzatori di colture HT* (soia particolarmente HT) malgrado la rapida adozione di queste colture suggerisce che molti utilizzatori potrebbero ottenere benefici non monetari dall'adozione HT. *HT=Herbicide-tolerant (HT) crops, Colture tolleranti l'erbicida HT.
3. L'ERS ha detto che l’erbicida Roundup utilizzato per il mais OGM è aumentato da circa 1,5 libbre per acro piantato nel 2001, a più di 2,0 libbre per acro piantato nel 2010. Invece l'uso di erbicidi sul mais non-OGM è rimasto relativamente livellato durante lo stesso lasso di tempo.
4. La tossicità dell’erbicida potrebbe presto essere influenzata negativamente (rispetto al glifosato), con l'introduzione (stimata per il 2014) di colture resistenti agli erbicidi: dicamba e 2,4-D.
5. L’adozione delle colture HT ha probabilmente ridotto l'uso di erbicidi solo inizialmente, in quanto la resistenza agli erbicidi nelle popolazioni infestanti può aver indotto gli agricoltori ad aumentare i tassi di applicazione in questi ultimi anni, compensando così alcuni dei "vantaggi" economici e ambientali avuti con l’adozione di mais HT, in materia di uso di erbicidi.
Nonostante queste critiche la relazione ERS è come ci aspettavamo per lo più molto favorevole alle colture GM ma contiene anche alcune informazioni preoccupanti per i cittadini americani tra cui: i ricercatori hanno migliaia di test in corso nei campi degli Stati Uniti per nuove colture. A partire da settembre 2013 circa 7.800 rilasci sono stati approvati per le colture geneticamente modificate (GE) di mais, oltre 2.200 per la soia GM, più di 1100 per il cotone GE, e circa 900 per le patate GE.
Di questi rilasci, 6772 erano per varietà Ogm con tolleranza agli erbicidi, 4.809 per la resistenza agli insetti, e 4.896 per la qualità del prodotto, come il sapore o la nutrizione, e 5190 per la resistenza alla siccità.
La Monsanto ha le maggiori autorizzazioni in campo con 6.782, seguita dalla DuPont Pioneer, con 1.405.
Fernandez-Cornejo J., Wechsler S., Livingston M., and Mitchell L.(2014), Genetically Engineered Crops in the United States, ERR-162 U.S. Department of Agriculture, Economic Research Service, February 2014. 60pp.
http://www.ers.usda.gov/publications/err-economic-research-report/err162.aspx#.U20XhoF_syO
il documento in pdf:
file:///C:/Documents%20and%20Settings/Administrator/Desktop/DA%20DESKOP/err162.pdf
Altro importante tassello della ragione del fallimento della tecnologia transgenica rilasciata in ambiente, è dovuto non solo al RISCHIO, bensì alla CERTEZZA del DANNO che arreca al vivente.
11) Individuata in U.S.A. specie di Diabrotica virgifera virgifera RESISTENTE alla tossina Bt (Bacillus thuringiensis) del mais transgenico Cry3Bb1
Il mais Bt ha problemi di resistenza. Il mais Bt della Monsanto, introdotto nel 2003 per resistere agli attacchi del parassita Diabrotica virgifera, non è efficace e costringe gli agricoltori a far ricorso agli insetticidi, con sprechi economici e notevoli danni per l’ambiente. Il mais Bt della Monsanto, modificato geneticamente per resistere al parassita Diabrotica virgifera, che attacca l’apparato radicale della pianta impedendone la crescita, continua a manifestare problemi di resistenza. Il mais Bt introdotto nel mercato nel 2003 e 're' assoluto nelle grandi distese maidicole statunitensi, non riesce a raggiungere gli obiettivi per cui è stato modificato geneticamente, resistere al coleottero che attacca il mais. E agli agricoltori non resta che ricorrere ad ancor maggiori quantità di pesticidi, con sprechi economici aggiuntivi e gravi ripercussioni ambientali. Gli scienziati hanno individuato una specie di Diabrotica virgifera virgifera RESISTENTE alla tossina Bt (Bacillus thuringiensis) del mais transgenico Cry3Bb1. L'insetto Diabrotica ha imparato a mangiare i campi di mais Ogm. Nei campi degli Stati Uniti una bestiolina sta facendo secco (letteralmente) il mais Ogm studiato apposta per resisterle. Ricordate la diabrotica (foto), l’insetto che ha imparato a fare marameo ai campi di mais geneticamente modificato della Monsanto? Ebbene, ora la diabrotica è andata oltre. E’ in grado di mangiare (e danneggiare) anche a varietà di mais Ogm commercializzati da altri colossi dell’agrochimica quali Syngenta e DuPont. Lo certifica un articolo pubblicato pochi giorni fa dal Pnas: il bollettino dell’Accademia delle Scienze statunitense, mica il ciclostilato dei centri sociali. Un passo indietro per capire. I mais Ogm che devono alzare bandiera bianca di fronte all’assalto della diabrotica hanno una cosa in comune. Il loro patrimonio genetico è stato manipolato in laboratorio inserendovi un frammento di patrimonio genetico del Bacillus thuringiensis, un batterio in grado di produrre sostanze insetticide. Sono cioè mais Ogm Bt. Esistono vari tipi di mais Ogm Bt, ciascuno dei quali è in grado di produrre una diversa sostanza insetticida. La diabrotica (Diabrotica virgifera virgifera) è un insetto presente anche in Italia che depone le uova nel terreno: le piante mangiano le radici del mais. Gli adulti, nella seconda metà dell’estate, ne mangiano le foglie. Già da alcuni anni è nota l’esistenza di ceppi di diabrotica in grado di banchettare su piante di mais Ogm che esprimono tossina insetticida Cry3Bb1, come ad esempio la varietà Mon 863 della Monsanto. La novità riportata dal Pnas è la scoperta di ceppi di diabrotica resistenti anche ad una diversa tossina insetticida, che viene chiamata mCry3A e che è propria di altri tipi di mais Ogm Bt: qui l’elenco completo; seguendo il link si nota che soltanto pochi sono stati approvati per la coltivazione e appartengono appunto a Syngenta e DuPont. Non a Monsanto. Sempre sul Pnas si legge che la resistenza alle due tossine insetticide è presente contemporaneamente negli stessi ceppi di diabrotica. Ossia, sono stati trovati insetti in grado di mangiare sia mais Ogm che produce la tossina Cry3Bb1 sia mais Ogm che produce la tossina mCry3A. Fin qui le notizie. Le considerazioni? Principalmente una: l’agricoltura che punta sugli Ogm è un’agricoltura di retroguardia. Negli Usa è il modello dominante da una ventina di anni; questo breve lasso di tempo ha consentito alla diabrotica di vincere. Del resto, la diabrotica non aveva scelta: o adattarsi e resistere alle tossine insetticide prodotte dalle piante, o perire. Si è adattata. Per la cronaca, tradizionalmente la diabrotica viene combattuta con la rotazione delle colture: le uova vengono deposte nel terreno, le larve mangiano le radici del mais e se invece trovano quelle di un’altra pianta muoiono semplicemente di fame. E’ una tecnica in uso da secoli e funziona tuttora. http://blogeko.iljournal.it/un-insetto-ha-imparato-a-mangiare-i-campi-di-mais-ogm/78938studio Pnas: http://www.pnas.org/content/early/2014/03/12/1317179111
Lance Meinke entomologo alla University of Nebraska: ”La rotazione delle colture è lo strumento migliore. In generale, un anno di semi di soia in un campo che è stato coltivato a mais spazza via la popolazione di dobrotica. Gli insetti depongono le uova che si schiudono, ma quando le larve cercano di nutrirsi con piante di soia, non trovano le sostanze nutritive di cui hanno bisogno e muoiono. La rotazione delle colture può sopprimere le popolazioni diabrotica nel tempo , riducendo il rischio generato dalla loro nuova resistenza Bt. Ma come l’ entomologo Elson Shields della Cornell University ha detto, la diabrotica è solo un sintomo di un problema molto più ampio che riguarda il settore delle sementi OGM e il profitto a breve termine. http://www.ecoblog.it/post/126573/mais-ogm-nei-campi-usa-un-insetto-si-evoluto-e-ora-se-lo-mangia
- Aaron Gassmann, an Iowa State University entomologist and co-author of a March 17 Proceedings of the National Academy of Sciences study describing rootworm resistance. “There needs to be a fundamental change in how the technology is used.”
Fast forward to 2009, when Gassmann responded to reports of extensive rootworm damage in Bt cornfields in northeast Iowa. Populations there had become resistant to one of the three Bt corn varieties. (Each variety produces a different type of Bt toxin.) He described that resistance in a 2011 study; around the same time, reports of rootworm-damaged Bt corn came in from parts of Illinois, Minnesota, Nebraska and South Dakota. These didn’t represent a single outbreak, but rather the emergence, again and again, of resistance. http://www.wired.com/2014/03/rootworm-resistance-bt-corn/
- «The billion dollars bug» (l'insetto da un miliardo di dollari). In Europa Diabrotica virgifera virgifera è stato scoperto per la prima volta nel 1992 in Serbia, da cui si è rapidamente diffuso in tutta Europa, Italia compresa, dove è stato rilevato finora in diverse regioni dell’Italia settentrionale. Oggi questo piccolo insetto ha messo in ginocchio nientemeno che la Monsanto. Altro che Davide e Golia. La Diabrotica, infatti, si è rivelata resistente alla tossina secreta dal mais transgenico prodotto dalla società statunitense causando danni stimati intorno al miliardo di dollari.
12) RESISTENZE. L’Helicoverpa armigera, uno dei peggiori parassiti del cotone in Cina sviluppa resistenza alla tossina Bt
Guai in vista per gli OGM, i parassiti sviluppano enorme resistenza
Gli OGM soluzione alla fame nel mondo, alla siccità, ai parassiti? Si racconta da anni questa favoletta ma la fame nel mondo è un tarlo ancora piuttosto esteso e la tutela della biodiversità alimentare resta l’unica strategia a basso impatto realmente efficace per garantire cibo a tutti. Per quanto riguarda i parassiti poi la brutta notizia (brutta per chi sostiene gli OGM) è che i parassiti si stanno adattando fin troppo bene alle colture geneticamente modificate, sviluppando un’enorme resistenza. Lo rivela un recente studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, a cura del dipartimento di entomologia dello University of Arizona College of Agriculture and Life Sciences. Secondo gli autori i parassiti si stanno adeguando alle colture geneticamente modificate in modi del tutto inaspettati. Prendiamo l’eliotide del cotone. Le colture di cotone ed anche le piante di mais sono state geneticamente modificate per evitare di usare insetticidi ad ampio spettro che avrebbero ucciso anche altri insetti non nocivi.
L’intervento di bioingegneria ha fatto in modo che queste piante producessero delle tossine derivate dal batterio Bacillus thuringiensis o Bt. Le tossine Bt uccidono gli insetti nocivi, ma sono innocue per la maggior parte delle altre creature ed anche per gli esseri umani. Queste tossine ecologiche sono state utilizzate senza problemi per decenni sotto forma di spray dai coltivatori organici, e dal 1996 sono state inserite nella composizione genetica delle colture OGMtransgeniche.
Ebbene i parassiti stanno sviluppando a loro volta delle mutazioni genetiche che li rendono resistenti alle tossine Bt. I ricercatori hanno notato questa resistenza, tra l’altro sempre maggiore con il trascorrere del tempo, in diverse popolazioni di parassiti.
L’Helicoverpa armigera, ad esempio, uno dei peggiori parassiti del cotone in Cina, sviluppa una mutazione dominante. Le mutazioni osservate nei parassiti prelevati sul campo sono diverse da quelle osservate in laboratorio esponendo gli insetti alle tossine Bt. Le mutazioni in laboratorio sono recessive, più facili da gestire. Gli autori hanno notato che nei campi nel Nord della Cina dove si usano più colture geneticamente modificate, la resistenza era tre volte superiore che in Cina nord-occidentale dove si coltiva meno cotone Bt.
Il rischio è serio e va monitorato perché per proteggerci dai parassiti modificando le piante rischiamo di produrre parassiti ancora più forti, vanificando anche gli sforzi di chi usa da sempre antiparassitari naturali proprio a base di Bt.
Pubblicato il 22 giu 2012 da AlterEco
L'estratto: http://www.pnas.org/content/109/26/10275 H. Zhang, W. Tian, J. Zhao, L. Jin, J. Yang, C. Liu, Y. Yang, S. Wu, K. Wu, J. Cui, B.E. Tabashnik, and Y.Wu, (2012)
Diverse genetic basis of field-evolved resistance to Bt cotton in cotton bollworm from China
PNAS vol. 109 no. 26 10275-10280
Il testo intero in pdf: http://www.pnas.org/content/109/26/10275.full.pdf+html
13) Le coltivazioni Ogm sono più costose di quelle tradizionali. Aumentano i parassiti secondari o non-target
vedi sviluppo articolo e ricerca
14) Roundup Monsanto: altri 5 motivi per mettere al bando il glifosato
Roundup il diserbante a base di glifosato della Monsanto non cessa di essere sotto accusa. Da anni circolano ricerche sugli effetti nocivi del glifosfato, la sostanza alla base del noto erbicida di Monsanto i cui rischi, soprattutto a livello ormonale e di malformazioni genetiche sono stati per decenni taciuti anche dalla Commissione europea. Il Roundup continua a far notizia dopo i risultati di uno studio condotto da parte di un gruppo di scienziati danesi, che si sono occupati delle conseguenze del suo impiego sulle attività degli enzimi e sulla salute gastrointestinale dei mammiferi. Gli scienziati danesi richiedono che vengano effettuate ulteriori indagini sul diserbante prodotto da Monsanto e su altri erbicidi e pesticidi che contengono glifosato. Secondo gli esperti, questa sostanza chimica è più pericolosa durante le fasi di vita iniziali dei mammiferi. Inoltre, secondo le ricerche, il glifosato interferirebbe con gli enzimi del fegato e impedirebbe all'organismo di disintossicarsi naturalmente. Perché una sostanza così ad alto rischio non è ancora stata messa al bando?
1°) Salute del bestiame
Gli accertamenti sanitari attuati sul bestiame in Danimarca hanno dimostrato che i mangimi a base di soia Ogm, che viene cosparsa di glifosato durante la coltivazione, hanno effetti negativi sulla salute degli animali. Gli scienziati della Aarthus University hanno studiato la presenza di glifosato nei suoli e i suoi effetti sui mammiferi. La sostanza ha un impatto maggiore durante le fasi più delicate della vita degli animali. In particolare, gli esperti sono preoccupati per gli effetti negativi del glifosato sul sistema gastrointestinale.
2°) Esposizione alle infezioni
Sia nei bovini che nel pollame il glisofato agisce alterando l'equilibrio della flora batterica intestinale. Di conseguenza gli animali risultano più esposti agli attacchi degli agenti patogeni e negli ultimi dieci anni le infezioni da botulismo sarebbero aumentate in modo esponenziale. I batteri responsabili della salmonellosi sono risultati altamente resistenti al glifosato, mentre i batteri benefici, come i lactobacilli, vengono distrutti da questa sostanza.
3°) Capacità di disintossicazione
Il glifosato limita la capacità di disintossicazione dell'organismo. Secondo ulteriori ricerche, il glifosato inibisce gli enzimi del citocromo P450 nell'uomo. Questi enzimi servono ad aiutare l'organismo ad espellere le tossine. Il glifosato agisce trattenendo le sostanze indesiderate, come se si trattasse di un catalizzatore. Il glifosato sarebbe in grado di interferire anche con i batteri presenti nell'intestino umano. La sua azione nociva non riguarderebbe dunque soltanto le piante e gli animali, ma anche l'uomo. Se nell'apparato intestinale si accumulano più facilmente sostanze indesiderate, il sistema immunitario verrà ostacolato.
4°) Produzione di ammoniaca
Ulteriori indagini hanno evidenziato che le piante trattate con glifosato producono ammoniaca in eccesso a causa di una maggiore attività dell'enzima PAL. Questo enzima si trova in vegetali, animali e microbi e catalizza la reazione che libera ammoniaca. L'ammoniaca in eccesso crea un'interruzione della crescita delle piante. Si teme che un'azione simile possa agire negativamente sulla flora intestinale degli esseri umani. Gli esperti si chiedono quali possano essere gli effetti negativi sul nostro apparato digerente e temono, tra le conseguenze, infiammazioni che possono verificarsi in tutto il corpo.
5°) Malformazioni genetiche e malattie renali
L'erbicida Roundup di Monsanto provoca malformazioni genetiche: ce lo hanno tenuto nascosto per 30 anni. Secondo un rapporto pubblicato nel 2013 da un team internazionale di esperti, il glifosato può provocare difetti alla nascita su animali da laboratorio e l'UE ne sarebbe già stata a conoscenza da tempo. La notizia però non era mai stata resa pubblica. Gli esperti hanno effettuato per mesi le proprie analisi ed hanno scoperto che le colture Ogm su cui si utilizza l'erbicida Roundup contengono un agente patogeno che può causare aborti negli animali. L'erbicida Roundup in Brasile e Sri Lanka sta causando una vera e propria epidemia di malattie renali tra gli agricoltori. Il 15% della popolazione dello Sri Lanka ne sarebbe affetto e il Governo ha richiesto la messa al bando del prodotto.
Ora che gli effetti dannosi del glifosato sono stati riconosciuti anche sull'uomo, perché ne viene ancora permesso l'impiego in agricoltura?
http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/13147-roundup-monsanto-glifosfato
La ricerca: http://www.gmwatch.org/index.php/news/archive/2014/15376-roundup-under-the-spotlight-in-denmark
15) Il numero di paesi che coltivano colture geneticamente modificate è per la prima volta in diminuzione, può significare il declino di questa tecnologia, dice l'associazione "Amici della terra”
Il nuovo rapporto esamina la realtà delle produzioni di colture geneticamente modificati (OGM) in tutto il mondo - riscontrando che c'è resistenza significativa agli OGM in tutti i continenti, e tale coltivazione di colture geneticamente modificate è diminuita su una scala globale.' C'è resistenza pubblica verso le colture OGM in ogni continente, con l'aumento dell'impatto sociale e ambientale ovunque dove sono stati piantati, 'ha detto Mute Schimpf, attivista della campagna che riguarda l'alimentazione per gli Amici della terra europei. ' In Europa è evidente che il pubblico non li voglia, i negozi rifiutano di venderli e un numero crescente di Paesi li hanno vietati.' Si è osservato che nel 2013, per la prima volta da che le colture hanno iniziato ad essere introdotte, circa 15 anni fa, il numero di paesi che le coltivano sono diminuiti. La relazione ha rilevato che Polonia ed Egitto sono i paesi che più recentemente hanno o sospeso la produzione di colture OGM o hanno optato per la loro eliminazione graduale. La relazione ha inoltre fatto emergere che un solo Paese, la Spagna, provvede il 90% di tutta la produzione OGM dell'Unione europea. Schimpf aggiunto che l'Unione europea ha registrato un 'chiaro rifiuto dei consumatori', verso gli OGM, unito al coro dei NO agli OGM dei rivenditori di cibo e dei negozianti. Di chi è il beneficio? La relazione afferma che 90 colture OGM sono cresciute in soli sei paesi al mondo, e che questi produttori costituiscono meno dell'1% di tutta la popolazione dedita all'agricoltura. Un'ulteriore analisi industriale dal rapporto suggerisce anche che il rivendicato incremento di OGM piantati nel 2013 rimane confinato a solo questi sei paesi, i cui principali sono: USA, Canada, India, Brasile. La relazione sostiene inoltre che, nonostante il battage pubblicitario fatto sulle nuove varietà di OGM per ventuali miglioramenti nutrizionali o migliore adattamento climatico, circa 99 % delle colture OGM coltivate hanno ancora il gene di resitenza all'erbicida o quello della resistenza ad alcuni insetti, o entrambi. Inoltre, la relazione ci suggerisce che varietà di OGM incentrati sul paventato miglioramento della nutrizione, come il riso "fortificato" OGM Golden Rice, non sono affatto e in ogni caso, la soluzione migliore per le carenze vitaminiche delle popolazioni umane.
Problemi con gli OGM? Alcuni Paesi tra cui USA e Canada affrontano crescenti problemi connessi con la produzione di colture OGM. Negli USA, il 49% degli agricoltori segnala problemi con erbe infestanti resistenti agli erbicidi; mentre in Canada, circa il 10% degli agricoltori segnalano gli stessi problemi, con conseguente irrozazione di 'sempre più tossici diserbanti'. Il rapporto cita prove e fatti derivati dalla diretta coltivazione di colture OGM in Nord e Sud America, da più di due decenni si suggerisce agli agricoltori un aumento dei livelli di uso dell'antiparassitario a causa della resistenza delle erbaccia infestanti o/e degli insetti.' L'agricoltura e il cibo non dovrebbe essere nelle mani di corporations che traggono profitto dalle sementi OGM e dallele sostanze chimiche necessarie per farli crescere. Abbiamo bisogno di un sistema alimentare che promuove le aziende più verdi, alimenti più sicuri e delle vivaci comunità rurali,' ha detto Schimpf.
In effetti se le corporations degli OGM sostengono che i benefici per la salute di queste ultime e le varie migliorie sono vere.... perché sono poi le stesse corporations, tra cui Monsanto, ad opporsi strenuamente all'etichettatura dei loro prodotti che permetterebbero ai consumatori di poterli identificare facilmente sugli scaffali dei supermercati?
Dettagli UE: Spagna: 136.962 ettari, dati ufficiali del governo (2013), Portogallo: 8171, dati ufficiali del governo (2013), Repubblica Ceca: 2.561 ettari, dati ufficiali del governo (2013), Romania: 835 ettari, dati ufficiali del governo (2013) , Slovacchia: 100 ettari, dati ufficiali del governo (2013). http://sustainablepulse.com/2014/04/30/global-acceptance-gm-crops-decline-new-foe-report/#.U2N5-IF_syM
Pispini Myrto, (2014), Who benefits from gm crop? An industry built on myths. Report project “Development Fields: Using land to reduce poverty”, with the financial support of the European Commission.
BUND, Friends of the Earth, Amsterdam., april 2014. 11 pp.
http://www.foeeurope.org/who-benefits-gm-crops-industry-myths-280314
16) I contadini africani contro la rivoluzione “verde” (Ogm) di Bill Gates e Rockfeller
Alcune organizzazioni non governative criticano le politiche dell’Alliance for a Green Revolution in Africa (Agra), fondata nel 2006 dalla Bill* and Melinda Gates Foundation e Rockefeller Foundation, che vuole favorire la diffusione di colture geneticamente modificate (Ogm) e delle tecnologie della nuova “rivoluzione verde”. All’inizio di luglio 2013 una coalizione di circa 60 Ong africane si è riunita per protestare contro l’Agra in previsione del summit del G8 a Londra. Queste associazioni affermano che gli Ogm e la rivoluzione verde, che puntano ad aumentare le rendite agricole dei Paesi in via di sviluppo con innovazioni specifiche, a lungo termine saranno nocive per gli ecosistemi africani e, in una lettera invita alla presidente dell’Agra Jane Karuku, scrivono: «Le tecnologie della rivoluzione verde vanno a profitto di relativamente pochi agricoltori ed i benefici avvengono spesso a spese della maggioranza. Queste tecnologie provocano:
1) una concentrazione della proprietà,
2) aumentano l’economia di scala (la produzione deve essere fatta su grande scala per penetrare nei mercati e mantenercisi) e
3) riducono il numero di famiglie che producono del nutrimento in un contesto in cui gli altri mezzi di sussistenza sono limitati».
4) Inoltre, come spiega Irin, l’agenzia di informazione umanitaria dell’Onu, «Pensano anche che la proprietà intellettuale di numerosi tipi di piante andrà alle grandi compagnie multinazionali, come prevedono le pratiche della rivoluzione "verde"». Le Ong africane sono convinte che «La proprietà private delle conoscenze e delle risorse materiali (per esempio le sementi ed il materiale genetico) significa che i diritti di proprietà (royalties) sfuggono all’Afrique e passano nelle mani delle multinazionali».
L’Agra sta lavorando in Africa in collaborazione con i piccoli agricoltori, accorda loro microcrediti e fornisce sementi ibride e concimi per aumentare le rendite agricole, il tutto con il dichiarato intento di lottare contro la fame e la povertà. Intervenendo ad una recente conferenza sull’agricoltura a Nairobi, Sir Gordon Conway, un agronomo autore del libro “One Billion Hungry: Can We Feed the World?”, ha sottolineato: «Ci sono milioni di agricoltori qualificati in Africa ed hanno semplicemente bisogno di attrezzature». Nel suo libro sostiene che «I microcrediti – destinati ai piccoli agricoltori – così come i macro-investimenti, sono necessari perché gli agricoltori possano beneficiare delle tecnologia della green revolution (ovvero degli OGM !!)». Secondo lui, «I gruppi tradizionalmente marginalizzati – soprattutto le donne, I giovani e le minoranze etniche – trarranno profitto dell’utilizzo delle nuove tecniche agricole destinate ai piccoli coltivatori e ci sarà una diminuzione considerevole del numero totale delle persone che soffrono la fame». Secondo i suoi calcoli, «Se le agricoltrici si vedono garantire l’accesso alle stesse risorse produttive degli uomini, questo potrebbe ridurre da 100 a 150 milioni il numero di persone sottoalimentate nel mondo».Uno scenario che stride con le esperienze di diffusione degli Ogm presenti. Ovviamente Peter Hazell, un esperto che lavora per la Banca mondiale e l’ International food policy research institute (Ifpri) dice: «Se entro il 2050 bisognerà nutrire 9 miliardi dei esseri umani con delle procedure che rispettino l’ambiente e in un contesto di cambiamento climatico, dobbiamo aver accesso a quel che di meglio la scienza moderna può offrire. Tutte le tecnologie presentano dei rischi (per esempio i telefonini possano causare il cancro al cervello), ma intanto le colture Ogm sembrano piuttosto efficaci (....)». Discorsi fotocopia di quelli già fatti per giustificare tecnologie rischiose come il nucleare, ma le Ong africane non sono per nulla d’accordo e Teresa Anderson de la Fondation Gaia, spiega ad Irin che «Stanno aiutando da diversi anni gli agricoltori per incoraggiarli a non utilizzare più fertilizzanti e pesticidi ed a migliorare la salute dei suoli e degli ecosistemi, la diversità delle sementi e la loro sovranità alimentare. L’Agra invece sta cancellando un decennio di progressi agroecologici in Africa, spingendo gli agricoltori ad indebitarsi ed a ricadere sotto il giogo dell’industria agroalimentare, un tragico film già visto in India. Gareth Jones dell’African centre for biosafety, sottolinea che «Le coltivazioni commerciali di piante geneticamente modificate sono autorizzate unicamente in tre Paesi dell’Africa: l’Egitto, il Burkina Faso ed il Sudafrica. Tra questi Paesi, solo il Sudafrica le utilizza in maniera intensiva. E’ un errore pensare che questo modello possa essere riprodotto altrove nel continente. L’eredità del colonialismo e poi dell’apartheid in Sudafrica ha lasciato un settore agricolo commerciale ricco e sovvenzionato nelle mani degli agricoltori bianchi che, spesso (soprattutto i coltivatori di mais, di cotone e di soia), possiedono grandi parcelle di terreno ed utilizzano fertilizzanti moderni. I progetti che puntano a spingere i piccoli agricoltori a coltivare Ogm, sull’esempio di quello della regione di Makhathini Flats, all’epoca portati come un vanto dall’industria della biotecnologia, sono ampiamente falliti». Makhathini Flats è un progetto iniziato nel 2002 con la produzione di cotone ed è finite dopo solo 5 anni: gli alti costi dei rimborsi dei prestiti per acquistare le sementi e le cattive condizioni climatiche hanno reso impossibile ai piccoli contadini coltivare il cotone Ogm e Jones ribadisce: «Niente prova che l’introduzione delle sementi Ogm darà dei risultati differenti sul resto del continente». Allora perché iniziative come Agra propongono un maggior utilizzo di Ogm in Africa? La presidente dell’Agra Karuku si difende e ribatte che «L’organizzazione cerca di collaborare con partner locali per sviluppare nuove varietà di sementi. In Kenya, l’alleanza lavora con l’istituto nazionale di ricerca agricola, è questo organismo che detiene i brevetti sulle sementi e non le grandi società multinazionali». La Karuku ha anche sottolineato i problemi che creerà la imponente crescita demografica in Africa: «A causa della mancanza di terre agricole, gli agricoltori africani dovranno accrescere la produttività delle loro coltivazioni». La presidente dell’Agra ricorda il rapporto Fao 2012 sull’insicurezza alimentare, che dice che in Africa ci sono 239 milioni di persone sottoalimentate e conclude che «E’ necessaria un’azione molto ampia. Se non facciamo niente, sarà molto peggio di così. Dovremmo preoccuparci». Hazell corre in soccorso della Karuku: «Nessuno obbliga gli agricoltori a coltivare Ogm; se si rivelano meno redditizi delle altre soluzioni, gli agricoltori smetteranno semplicemente di utilizzarli. Gli agricoltori hanno potuto ridurre l’utilizzo dei pesticidi in numerose colture geneticamente modificate, il che ha avuto un impatto benefico considerevole sull’ambiente e la salute». Un quadretto idilliaco degli Ogm in Africa che era già stato demolito nel settembre 2012 da più di 350 Ong africane (tra le quali African biodiversity network, African centre for biosafety, Kenya biotechnology coalition, Participatory ecological land use management ed ActionAid Tanzania ed Uganda), che hanno redatto una dichiarazione per protestare contro i metodi agricoli delle fondazioni dei coniugi Gates e di Rockfeller: «À causa del programma delle sementi dell’Agra, noi temiamo che le numerose e ricche varietà delle sementi indigene africane diventino proprietà delle compagnie di sementi brevettate, il che cambierà e ridurrà l’accesso degli agricoltori alle varietà indigene e li imprigionerà in un sistema di produzione agricola ad alto rendimento molto costoso». Questa coalizione cita uno studio del 2009 dell’International assessment of agricultural science and technology for development (Iaastd), diretto da Fao, United Nation environmental programme (Unep) e Banca mondiale che conclude che «E’ poco probabile che l’agricoltura industriale sia davvero benefica per lottare contro la fame e la povertà».
Nel 2001, uno studio commissionato dalla Commissie genetische modificatie olandese rivelò che nel 2009 «Le tre più grandi imprese di sementi controllavano più di un terzo del mercato mondiale delle sementi» ed Irin sottolinea che «In base ai quadri giuridici più recenti, gli agricoltori che coltivano le sementi brevettate non sono autorizzati ad utilizzare le sementi naturalmente prodotte dalle loro colture. Le grandi imprese come Monsanto perseguono sistematicamente gli agricoltori che propagano le loro colture brevettate». Ruth Nyambura, di African biodiversity network, evidenzia infine che «Ovunque nel mondo, le società che possiedono le sementi possiedono anche i prodotti chimici; è un cartello mafioso che si dimostra spietato con gli agricoltori poveri che producono su piccola scala».
* Bill Gates possiede 500.000 azioni della Monsanto. Controvalore: 23 milioni di dollari.
http://naturalsociety.com/bill-gates-foundation-buys-500000-shares-of-monsanto/
17) Sono ben 1.528 le pubblicazioni scientifiche sugli impatti negativi per la salute e l'ambiente degli Ogm e annessi pesticidi
Alla faccia dei propagandisti/rivenditori di fumo OGM !! Quando dicono che le nostre affermazioni non sono scientifiche!
Questa raccolta di ricerche è un esempio dei riferimenti scientifici fra cui oltre 1500 studi, indagini e analisi, scientifiche, che suggeriscono/dimostrano i vari impatti negativi e i potenziali impatti negativi delle colture (GE/OGM) geneticamente ingegnerizzati, cibi, e pesticidi correlati. Questa lista contiene i riferimenti al transgenico per quanto riguarda:
- l'impatto sulla salute,
- gli impatti sull'ambiente, compreso quello sugli organismi non bersaglio (NTO),
- la resistenza di organismi bersaglio,
- la deriva dei pesticidi,
- la contaminazione genetica,
- il TGO o trasferimento orizzontale di geni,
- gli effetti indesiderati o collaterali,
- come pure i riferimenti per quanto riguarda i rendimenti, l'impatto sociale, l'etica, l'economia e i regolamenti.
Nella maggior parte dei casi, i collegamenti sono forniti di abstract per i riferimenti o link a siti dove lo studio può essere letto, letto in anteprima e/o acquistato. http://gmofreeusa.org/gmos-are-top/gmo-science/
18) CENTINAIA E CENTINAIA GLI STUDI SCIENTIFICI SUGLI IMPATTI NEGATIVI DEL GLIFOSATO
Centinaia e centinaia le pubblicazioni scientifiche sugli impatti negativi per la salute, l'ambiente, gli animali, gli insetti, i pesci, l'ecosistema... del famigerato glifosato, base del Roundup, il diseccante della Monsanto utilizzato in larga quantità sulle coltivazioni transgeniche, e non solo, resistenti al glifosato stesso.
GLYPHOSATE STUDIES on:
1. Human Health NHL/Cancer(Glyphosate), Parkinsonism(Glyphosate)
2. Non-Target Organisms Actinopterygii (..Fish), Amphibians, Arachnids, Arbuscular mycorrhizal fungi, Crustaceans, Insects, Mammals, Mollusks, Reptiles,
3. Nutrient/Anti-nutrient/toxin,
4. RR Corn feeding
5. RR Soy feeding
6. Roundup/Glyphosate Drift
7. Tolerant weeds
8. Urine(Glyphosate)
9. Water(Glyphosate)
10. Yield/Plant health(Glyphosate)
11. Others fields
http://gmofreeusa.org/gmos-are-top/gmo-science/glyphosate-studies/
19) La rivista Science in Society ha prodotto una relazione completa sui rischi sanitari e ambientali degli Ogm (http://www.i-sis.org.uk/Ban_GMOs_Now.php)
"Divieto degli OGM da subito! Rischi ambientali e di salute, soprattutto alla luce della nuova genetica" a cura della Dr Mae-Wan Ho e della Dr Eva Sirinathsinghji
Le colture resistenti agli erbicidi (glifosato) costituiscono quasi il 60%, quelle resistenti alla proteina tossica Bt (insetticida) 15% e il 25% possiedono entrambe le caratteristiche. Le coltivazioni principali sono solo tre: soya resistente al Roundup-glifosato (erbicida) (47%), mais (resistenti al Bt 4%, e con entrambe le caratteristiche: 23%) e cotone (Bt 11%, entrambe le cartteristiche 2%). Gli OGM rimangono limitati a due caratteristiche (resistenti al glifosato e al Bt) e sono quindi tre le principali colture, che NON interessano la gran parte del mondo. Una delle ragioni principali del disinteresse mondiale verso il transgenico è la sua relativa incapacità di avere tratti caratteristici di ingegnerizzazione davvero utili. Come Geoffrey Lean del Telegraph ha osservato nel recensire il libro del Prof. Sir Gordon Conway, ex Presidente della Fondazione Rockefeller e Scientific Adviser capo del dipartimento per lo sviluppo internazionale, e un supporter OGM ben noto [2}: «Ciò che emerge dal suo libro "One Billion Hungry"… è che per il miliardo di affamati che ci sono sulla Terra...la tecnologia OGM sta contribuendo assai poco, almeno finora». Al contrario, le colture convenzionali con la M.A.S. (Marked Assisted Selection) la Selezione Assistita dei Marcatori genetici sta producendo miracoli nel frattempo, come ci scrive Conway, nel suo libro. Gli scienziati inglesi del National Institute of Agricultural Botany (NIAB) hanno appena creato nuovi ibridi di frumento che potrebbe aumentare la produzione fino al 30%. Ma è in Africa che si sono registrati i più importanti successi. La varietà di riso NERICA risulta essere fino a 4 volte più produttivo rispetto alle varietà tradizionali, inoltre richiede periodi più breve per la crescita, contiene più proteine, resiste meglio ai parassiti e alle malattie, prospera su suoli poveri e resiste alla siccità. Si registrano anche: 30 varietà di mais resistente alla siccità, che è riuscito ad incrementare la resa del 20-30% in 13 paesi. Ci sono poi i fagioli rampicanti che hanno triplicato la loro produzione in Africa centrale, le varietà di frumento che riesce a crescere in suoli salini, più una miriade di altre meraviglie: patate resistenti alla malattia della ruggine, colture arricchite con vitamina A, ferro e altri nutrienti essenziali.
L'altro motivo del disinteresse mondiale verso il transgenico è la RESISTENZA che inevitabilmente si sviluppa verso le colture OGM e agli organismi geneticamente modificati (tra cui anche alberi, pesci e bestiame), che è cresciuta contemporaneamente in tutto il mondo, come pure i pericoli e i fallimenti che seguono, e vengono immancabilmente alla luce, subito dopo la martellante propaganda delle aziende del transgenico.
20) Agricoltura e biotecnologie: il fronte della ricerca, tra un’avanguardia silenziosa e un’innovazione (gli OGM) oramai superata Roma 2010
Evento è stato organizzato dalla “Task Force per un’Italia libera da OGM” ed era quindi
assolutamente di parte, tuttavia la presenza, al lordo di qualche defezione, di diciassette
professori universitari, molti dei quali autori in prima persona di studi sull’argomento, appare rilevante. Per chi è abituato al contraddittorio di Internet, un convegno in cui ogni affermazione è supportata da uno o più articoli pubblicati su testate dell’autorevolezza di Science o Nature Biotechnology, rivista peraltro decisamente schierata a favore della tecnologia in agricoltura, genera una sensazione decisamente gradevole. Ad esempio, quando Rita Levi Montalcini dichiara che gli OGM non hanno mai ucciso nessuno, commette un’inesattezza: come dimenticare l’ ”incidente” del 1989 in cui batteri geneticamente modificati per produrre l’amminoacido L-Triptofano (usato all’epoca come integratore) generarono negli Stati Uniti una serie di casi di sindrome eosinofilo-mialgica che ufficialmente causarono 37 morti e 1535 invalidi permanenti? Un caso isolato di vent’anni fa, certo, ma dovrebbe insegnarci che il principio dell’equivalenza sostanziale sostenuto dall’OMS non basta e vanno condotti test specifici su ogni organismo transgenico. E parliamo di test seri, non di quellidell’EFSAche prevedono l’utilizzo di 40 topi per 90 giorni di sperimentazione e come se non bastasse sono condotti esclusivamente da ricercatori stipendiati dalle tre multinazionali del transgenico (nota di colore: questi test furono sviluppati da una persona che oggi dirige il marketing di Syngenta, una delle tre multinazionali di cui sopra). Che i rischi esistono lo testimonia l’eccellente intervento del Prof. Mariano Bizzarri,autore di un libro che cita oltre 4.000 riferimenti bibliografici a sostegno delle proprie tesi. I rischi più gravi, riassumendo, sono:
- Alterazioni nella qualità e nel valore nutrizionale dei cibi: ad esempio, come dimostrato dal Prof. Federico Infascelli dell’Università Federico II di Napoli, il mais transgenico Bt fermenta nel ruminedei bovini a velocità assai superiore di quello convenzionale. Le possibili interazioni gene-nutriente e variazioni di biodisponibilità e metabolismo dei nutrienti suggeriscono che almeno nell’infanzia l’utilizzo di cibi transgenici dovrebbe essere assai prudente;
- Resistenza agli antibiotici: Pietro Perrino, Dirigente di Ricerca del CNR di Bari ed ex
direttore dell’Istituto del Germoplasma, cita studi che dimostrano che, per la sua natura
intrinseca, il DNA transgenico contiene punti caldi per la ricombinazione ed è 1.000 volte più propenso di quello naturale al trasferimento genico anche tra specie lontane. Questo può creare, ad esempio, piante infestanti con resistenza doppia o tripla agli erbicidi, ma c’è di peggio. I geni marker utilizzati nelle tecniche transgeniche conferiscono forme di resistenza antibiotica, ed è dimostrato che questi geni possono essere trasferiti alla flora intestinale umana. E tutti in medicina, dall’OMS in giù, concordano nel ritenere preoccupante e pericolosa l’ascesa della resistenza batterica agli antibiotici nell’era contemporanea;
- Allergie: le allergie alimentari sono cresciute di circa il 600% negli ultimi 15 anni, la colpa non è certo degli OGM, ma è passato alla storiail caso di quella soia transgenica, con un gene della noce del Brasile, ritirata in fretta e furia dal commercio dopo avere scatenato reazioni allergiche gravi in circa un quarto dei soggetti esposti;
- Effetti tossici e cancerogeni: sì, ci sono prove della riattivazione di linfomi precedentemente in remissione ad opera di transgeni, e non solo: rimando al Bizzarri per approfondimenti. Ma dimentichiamo, per un attimo, tutti i dubbi sui possibili rischi per la salute e l’ambiente del transgenico. Lasciamoli proprio da parte e ipotizziamo che si tratti di una tecnologia sicura al 100%. Fatto? Bene. Partiamo dalle basi: la tecnologia per lo sviluppo di organismi transgenici risale agli anni Ottanta, e la loro immissione sul mercato data 1996. Da allora, si utilizzano esattamente le stesse tecniche ormai obsolete (non entro nel tecnico, ma in tre lustri le biotecnologie hanno compiuto passi da gigante), e relativamente a quattro sole specie vegetali: mais, soia, cotone e colza. E’ interessante notare che il cotone e la colza non hanno praticamente usi alimentari, e per le altre due specie l’uso nell’alimentazione umana è assai ridotto rispetto a quelli energetico e zootecnico. Inoltre, le modificazioni transgeniche sono solo di due tipi: resistenza agli erbicidi e resistenza agli insetti, con prevalenza della prima.
Ah, un’altra nota di colore: il transgene della “resistenza agli insetti” agisce producendo la famosa tossina Bt, considerata dalle solite multinazionali completamente innocua. Peccato che il Dr.Arpad Pusztai abbia dimostrato fin dal 1997 i suoi effetti sui topi, che includono la riduzione della massa di fegato, cuore e cervello unite a immunodeficienze varie. E il già citato studio del Prof. Infascelli ha ritrovato tracce della tossina negli organi interni di capretti nutriti esclusivamente con il latte delle madri, a loro volta nutrite con un 20% di soia transgenica. Ma questa è solo una nota di colore, la domanda spontanea è un’altra: perché, se questa tecnologia produce risultati così straordinari, in 15 anni non è progredita minimamente e viene utilizzata solo per quattro piante, per di più di scarsissima rilevanza alimentare? Gli OGM non dovevano risolvere la fame del mondo?
Ma c’è di più: la tecnologia transgenica è obsoleta. Si basava sull’idea che il DNA fosse il software dell’organismo, unico codice della vita, e quest’idea si è dimostrata sbagliata. Come sottolinea Livio Giuliani, Dirigente di Ricerca dell’ISPSEL, il DNA è piuttosto il firmware, o meglio uno dei firmware, dell’organismo. Ma soprattutto esiste un altro “software”, quello elettromagnetico. Iniziarono Preparata e Del Giudice con i loro straordinari studi sulla natura bifase dell’acqua, proseguirono Zhadin e Novikov scoprendo gli effetti di campi magnetici deboli sul transito degli ioni. A mettere insieme i pezzi ci ha pensato il Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier, che nel 2009 ha dimostrato, assieme a quattro collaboratori, come durante un’infezione batterica compaiano segnali elettromagnetici che condizionano il DNA cellulare finalizzandone l’attività allo sviluppo infettivo.
Gli studi sui trattamenti elettromagnetici delle colture, come quello di Pietruszewski e Wojcik del 2000 [Pietruszewski, S. and S.Wójcik, 2000. Effect of magnetic field on yield and chemical composition of sugar beet roots. Int. Agrophysics, 14: 89-92 http://www.researchgate.net/publication/26552182_Effect_of_magnetic_field_on_yield_and_chemical_composition_of_sugar_beet_roots], sono oltre un centinaio, e mostrano le straordinarie potenzialità di tecniche come l’ICR (Risonanza di Ciclotrone, fenomeno noto da oltre un secolo e di ampio uso medico) in agricoltura: inducendo modifiche non ereditarie, in modo privo di controindicazioni e senza alterare gli ecosistemi, è (o sarà) possibile ottenere gli effetti somatici desiderati. Ma se nell’attesa dell’implementazione dell’ICR sulle colture (lenta perché non gode dei finanziamenti di multinazionali miliardarie) si volesse utilizzare comunque il transgenico, forse è il caso di chiederci se e quanto ci converrebbe. Attualmente l’UE autorizza il solo Mais Bt, coltivato per circa 75.000 ettari in Spagna e per meno di 20.000 ettari complessivi in altri cinque Paesi. Nel mondo si coltivano circa 100 milioni di ettari di mais, 200.000 in Italia. L’aumento di resa con il mais Bt arriva al massimo al 15-20%, ma in Italia dove le rese sono già fra le più alte al mondo sarebbe un po’ inferiore. Considerando i costi maggiori, il guadagno sarebbe non oltre il 5%, senza contare gli effetti sociali sulla manodopera e il prezzo minore dovuto alle rese più elevate. C’è davvero bisogno di fare tutto questo chiasso per utili così ridotti, rilevanti soprattutto per i pochi con estensioni significative e per le biomasse? O forse l’agricoltura italiana avrebbe un premio nel continuare a perseguire la via della qualità, piuttosto che quella delle grandi quantità a basso prezzo in cui –anche per motivi di costi sociali e retribuzione del lavoro- non saremo mai competitivi rispetto al Nuovo Mondo? La risposta la sanno anche le multinazionali: il business della coltivazione transgenica in Europa è molto piccolo, per cui l’interesse maggiore è nel consumo. Ad esempio, l’Italia importa soia per uso zootecnico per circa 1,5 miliardi di euro l’anno, e buona parte di questa è transgenica. Nessuno, però, ci dirà mai se la carne e il latte che finiscono sulle nostre tavole provengono da animali nutriti con prodotti transgenici... o almeno questo è l’attuale orientamento di Bruxelles. Una sfida persa in partenza? Vedremo. [Fonti: Gazzetta dell'economia, Science, Nature biotechnology, Molecolar lab, Aquarium online, Racine, Efsa, Editori riuniti, Fabio Ghioni, Nejm, Fbae, Grigio Torino, Foiaccademia, Springerlink, Aam Terranova,]
http://www.artoi.it/wp-content/uploads/2014/01/Lavori-su-OGM.pdf
21) IN EUROPA E’ UNA PERCENTUALE IRRISORIA, LO 0,08 % , QUELLA COLTIVATA A TRANSGENICO
In Europa "sono rimasti solo cinque Paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare Ogm, con 129mila ettari di mais transgenico piantati nel 2012, una percentuale irrisoria della superficie agricola comunitaria pari a circa lo 0,08 per cento della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati ISAAA. Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - conclude la Coldiretti - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy." http://www.coldiretti.it/News/Pagine/509---18-Luglio-2013.aspx
AGGIORNAMENTO: Secondo una analisi più recente sempre della Coldiretti, nell’Unione Europea nonostante l’azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i Paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto, di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810). http://giovanimpresa.coldiretti.it/pubblicazioni/attualita/pub/ogm-stop-consiglio-ue-conferma-no-di-8-italiani-su-10/
22) Una coesitenza impossibile. Spagna. Mais Ogm fa calare produzione di mais bio
La coltivazione di mais geneticamente modificato ha causato una drastica riduzione della produzione biologica di questo cereale e sta rendendo la coesistenza praticamente impossibile. Questa è la conclusione di uno studio condotto dall’Istituto di scienze ambientali e tecnologia dell’Università di Barcellona nelle regioni della Catalogna e dell’Aragona, le maggiori zone produttrici di Ogm. In Aragona ad esempio, dal 2004 al 2007, la coltivazione del mais biologico è calata del 75% a causa dell’impossibilità di certificare il prodotto per la contaminazione derivante dalla coltivazione in pieno campo di mais BT geneticamente modificato, che in quella regione ha raggiunto nel tempo oltre il 40% delle superficie dedicata al mais. I ricercatori, dati alla mano, hanno dimostrato che sia il concetto di coesistenza sia di implementazione differenziata tra Ogm e Bio sono fallimentari. Soprattutto perchè i coltivatori biologici incontrano gravi difficoltà nell’ottenere le compensazioni per le contaminazioni accidentali, questo dovuto a una certa incertezza nella misurazione del livello di tale contaminazione e la sua origine. Gli agricoltori dunque non trovano conveniente nè tutelato il settore del biologico e lo abbandonano. Un altro dato particolare che fa propendere per la tesi che sia proprio il granturco Ogm il problema, è il fatto che in tutta la Spagna il numero di produttori e di ettari dedicati al biologico stanno aumentando, tranne quelli di mais. (SloWeb)
Edizioni AIAB, Anno VI, Numero 27, Venerdì 18 luglio 2008
http://www.aiab.it/home/bioedicola/ban/archivio_biogricultura_notizie/2008/27
- Una coesitenza impossibile. L'Università di Barcellona ha rilevato un collasso delle colture di mais bio laddove è stato introdotto massicciamente quello ogm
La coltivazione di mais geneticamente modificato ha causato una drastica riduzione della produzione biologica di questo cereale e sta rendendo la coesistenza praticamente impossibile. Questa è la conclusione di uno studio condotto dall'Istituto di scienze ambientali e tecnologia dellUniversità di Barcellona nelle regioni della Catalogna e dell'Aragona, le maggiori zone produttrici di ogm. In Aragona ad esempio, dal 2004 al 2007, la coltivazione del mais biologico è calata del 75% a causa dell'impossibilità di certificare il prodotto per la contaminazione derivante dalla coltivazione in pieno campo di mais BT geneticamente modificato, che in quella regione ha raggiunto nel tempo oltre il 40% delle superficie dedicata a mais. I ricercatori, dati alla mano, hanno dimostrato che sia il concetto di coesistenza sia di implementazione differenziata tra ogm e bio sono fallimentari. Soprattutto perchè i coltivatori biologici incontrano gravi difficoltà nell'ottenere le compensazioni per le contaminazioni accidentali, questo dovuto a una certa "incertezza" nella misurazione del livello di tale contaminazione e la sua origine. Gli agricoltori dunque non trovano conveniente nè tutelato il settore del biologico e lo abbandonano. Un altro dato particolare che fa propendere per la tesi che sia proprio il granturco gm il problema, è il fatto che in tutta la Spagna il numero di produttori e di ettari dedicati al biologico stanno aumentando, tranne quelli di mais.
Fonte : www.uab.es Innovations Report Luca Bernardini l.bernardini@slowfood.it http://slowfood.it/sloweb/3E6E345B114fc1E235JPN13B3275/una-coesitenza-impossibile?-session=sf_soci:42F94EEF0a3560083BJiB0604485 09/07/2008
23) India: disastroso raccolto del cotone gm Mahyco
Secondo il Dipartimento per l’agricoltura di Karn nell’ultima annata agraria circa 58.000 ettari seminati a MRC-7351 e Nikkiplus hanno avuto rese inferiori al 50% rispetto alle attese, causando gravi perdite agli agricoltori che basano proprio sul cotone la propria sopravvivenza. Sul Bangalore Mirror ovviamente la Mahyco difende il suo prodotto sostendendo che il suo cotone Bt è in grado di resistere agli insetti nocivi: i campi sarebbero stati attaccati da nuovi parassiti non sensibili o resistenti al alla tossina Bt emessa dal cotone OGM, e il raccolto disastroso sarebbe da attribuirsi alle condizioni metereologiche. Rimane il fatto che i campi sono stati attaccati e in molte aree le piante non sono riuscite a produrre batuffoli di cotone. Aspettiamo la fine delle indagini, ma intanto non possiamo che ribadire l'inutile dannosità di queste colture. http://www.slowfood.it/sloweb/98ca6e63390bde59b2c18be991a832ee/india-disastroso-raccolto-del-cotone-gm-mahyco
24) Guerra alle “erbacce” con il "DUO MORTALE" perchè il Roundup da solo NON FUNZIONA PIU'
Guerra alle “erbacce”. Stiamo parlando della guerra tra gli agricoltori e le erbe superinfestanti. Una guerra che le erbe superinfestanti stannp chiaramente vincendo. Che cosa propongono i Giganti dei Geni (le corporations degli OGM) per battere le erbacce? Erbicidi ancor più potenti. Una strategia questa che gli scienziati dicono creerà solo erbacce superinfestanti più grandi e forti . Allora l' Environmental Protection Agency (EPA) americana (l'Agenzia di protezione ambientale), invece di bloccare il ciclo vizioso e pericoloso, è in procinto di approvare un altro diserbante mortale. Se noi non li fermiamo. I venditori ambulanti di pesticidi alla Dow AgroSciences vogliono che l'EPA approvi qualcosa che chiamano "Duo Arruolato". Noi lo chiamiamo il "Duo Mortale", perché utilizza una combinazione di 2,4-D, uno degli ingredienti tossici dell'agente arancio, e il Roundup, il cui principio attivo, chiave, è il glifosato, che è già associato ad una miriade di malattie, difetti di nascita, infertilità, allergie e cancro. Perché le aziende biotech ora si rivolgono alle sostanze chimiche dell'Agent Orange per combattere le erbacce? Perché il Roundup della Monsanto, il diserbante più ampiamente usato nel mondo, non funziona più. E non è mera speculazione. Proprio in quesyto mese di giugno 2014, coltivatori di cotone del Texas hanno inviato una richiesta di 'emergenza' all'EPA per ottenere il permesso di utilizzare propazina (un noto cancerogeno che l'EPA riferisce essere solamente ' leggermente velenoso) sulle loro colture. Perché la grande emergenza? Perché il Roundup della Monsanto non funziona più e, sorpresa, i raccolti sono stati invasi da erbacce superinfestanti. E in tondo in tondo andiamo.
http://salsa3.salsalabs.com/o/50865/p/dia/action3/common/public/?action_KEY=14182
25) Gli Ogm non possono essere il futuro
di Marcello Buiatti * 25 luglio 2014
Ieri sono rimasto un po’ sorpreso per il titolo di un articolo del Prof. Corbellini sulla Unità , che diceva «agricoltura, il pensiero corto della sinistra». La sorpresa mi veniva da un lato dal fatto che il Prof. Corbellini é un insigne docente di Storia della Medicina e non di scienze agrarie e poi perché non mi risulta che esista una Agricoltura di sinistra, purtroppo, come dice il Prof.Corbellini, con un pensiero corto. L’articolo é un circostanziato attacco al Pd in quanto tale e specificamente al Presidente del Consiglio, al ministro dell’Agricoltura Martina, a Farinetti, Slow Food, la Coldiretti, la Serracchiani e soprattutto agli «intellettuali snob e tecnofobi, gli adepti (sic!) di quei misteri gaudiosi che sono cibo biologico e chilometro zero». Quale il peccato di queste persone e della agricoltura biologica? Il fatto che sono contrari alla introduzione nel Paese delle piante Ogm che secondo Corbellini sono il futuro della agricoltura, la punta più avanzata della scienza che salverà il Mondo dalla fame.
Vediamo dunque le caratteristiche di queste piante soprattutto, e che effetti hanno sull agricoltura. Ebbene, innanzitutto le piante geneticamente modificate (Pgm) in commercio sono essenzialmente quattro (soja, mais, cotone, colza) modificate per soli due caratteri (resistenza ognuna a un insetto, resistenza a un diserbante) e non sono il «nuovo che avanza» perché sono state tutte «prodotte» nei primi anni ottanta del Novecento e dopo quella epoca purtroppo le molte altre prodotte non sono riuscite ad entrare nel mercato.
Per controllare quello che dico basta andare nel sito dello ISAA che é il sito delle grandi imprese produttrici che pubblica l’andamento nel mondo degli Ogm. In questo sito troverete che solo queste quattro piante sono prese in considerazione anche se coprono quasi 180 milioni di ettari. Da questi dati la domanda: come mai tanto terreno occupato da Ogm? La risposta sta nel comportamento ormai soprattutto finanziario delle tre maggiori multinazionali della agricoltura (Monsanto, Dupont, Syngenta) che non fanno più ricerca ma guadagnano dalle royalties dei brevetti e dai giochi nelle Borse internazionali in cui il titolo sale tutte le volte che un nuovo Paese accetta di coltivare Ogm e quando persone note dichiarano che sono fondamentali per la vita.
Vediamo in maggiore dettaglio cosa è successo in Argentina, Brasile, Paraguay per comprendere meglio la parte economica del problema. http://www.unita.it/scienza/gli-ogm-non-possono-essere-il-futuro-1.582510
In quel caso, quando i Governi hanno aperto la strada agli Ogm i messi delle imprese hanno comprato moltissime piccole aziende locali come le nostre e cacciato i contadini, salvo una parte come braccianti. Questo anche usando le armi come in Paraguay, e perdendo tutta la biodiversità delle piante locali insieme ai linguaggi delle comunità distrutte spostate nelle favelas. È quindi diminuita la quantità di cibo disponibile e si sono coltivati soprattutto la soia e in piccola parte il mais esportati per la nutrizione degli animali dei Paesi sviluppati. Tutto qui il grande vantaggio degli Ogm che ha dato un potere incredibile alle multinazionali ed ha eliminato colture e culture anche in Cina, India e recentemente Africa.
La ragione per non far entrare nel nostro Paese Ogm é questa perché noi siamo il Paese con maggiore diversità di piante e di cibi della Europa e abbiamo come concorrente sui cibi solo la Cina. Questo ci permette di puntare sulla qualità dei prodotti e di spuntare quindi prezzi veramente alti. Abbiamo quindi bisogno continuo di nuove varietà di tutte le piante della nostra tradizione (solo il mais ha da questo punto di vista un certo interesse) e per questo ci sono metodi molecolari, questi si molto recenti, che ormai si usano in tutto il mondo che permettono di accelerare la selezione di varietà nuove. È su questi veramente nuovi metodi che punta il progetto del bistrattato ministro Martina che investirà una notevole cifra di denaro per i tanti laboratori italiani in grado di fare questo lavoro checché ne dica il nostro amico Corbellini. Detto questo il lettore si chiederà come mai non ho parlato dei pericoli per la salute degli Ogm ma lo ho fatto perché il problema da questo punto di vista non sono tanto gli Ogm quanto parte di EFSA, la agenzia europea di controllo dei cibi. Questo perché, a dimostrare la potenza delle multinazionali, le linee guida di EFSA sono state scritte da una signora che é poi diventata capo del marketing di Syngenta. Non é per caso infatti che le linee guida impediscano a EFSA di usare laboratori indipendenti per analizzare il materiale transgenico e quindi, quando ci sono obiezioni ai dossier da controllare la agenzia chiede una risposta alla stessa impresa produttrice che usa i suoi laboratori, per cui i produttori si auto-controllano.
Ecco quindi le forti ragioni e non la ignoranza delle sinistre per cui siamo per la utilizzazione delle nuove tecnologie e non di quelle del secolo scorso e per la difesa del meraviglioso patrimonio della nostra agricoltura e delle nostre tradizioni locali.
*professore di Genetica
http://www.unita.it/scienza/gli-ogm-non-possono-essere-il-futuro-1.582510?page=2
26) Polline di soia OGM-transgenico, incide nell’export del miele messicano
In Germania sono stati analizzati campioni di miele di api messicane, ed è stato riscontrato come tale miele contenga polline di soia geneticamente modificata transgenica, tale fatto mostra con forte evidenza scientifica che nel sud-est del paese le api raccolgono il polline, e vengono in contatto con piante che in Germania sono state vietate per il consumo umano a causa di una moratoria.
Lo studio è stato commissionato da ricercatori provenienti da quattro istituti del Messico e degli Stati Uniti: l’Instituto Smithsonian de Investigaciones Tropicales, il Colegio de la Frontera Sur, la Universidad Autónoma de Yucatán e l’Instituto Nacional de Investigaciones Forestales, Agrícolas y Pecuarias (INIFAP)), che hanno ricevuto nove campioni di miele respinti dalla vendita in Germania, e analizzati dal laboratorio Intertek a Brema. Le analisi sono state effettuate per la ricerca di tracce di polline nel miele commercializzato. Da una serie di nove campioni studiati, due erano positivi al polline di piante geneticamente modificate transgeniche. I risultati dello studio sono stati pubblicati online il 7 Febbraio 2014 su Scientific Report.
Il Messico è il quarto più grande produttore di miele e il quinto più grande esportatore di questo prodotto nel mondo. La presenza di tracce di miele geneticamente modificato dal Messico costituisce una minaccia alla produzione da cui dipendono oltre 25 mila famiglie negli stati del Messico di Yucatan, Campeche e Chiapas. L'impatto negativo per gli apicoltori concerne circa l'80% del miele messicano che viene esportato verso l'Unione europea, zona commerciale che vieta l'importazione di alimenti con tracce di OGM.
David Roubik, uno scienziato dello Smithsonian Institute Tropical Research insieme con il suo team hanno sviluppato la capacità di individuare granelli di polline nel miele a Panama e in Messico quando hanno cominciato a verificare i processi nel corso degli anni 1980 e 1990, studiando gli effetti dell'arrivo di api africanizzate sulle api autoctone.
"Nessun altro può fare questo tipo di lavoro a questo livello di profondità ed essere sicuri che ciò che si sta rilevando sono i granuli di polline di soia", ha detto Roubik.
Si è scoperto che sei dei nove campioni di miele originari di Campeche contenevano polline di soia anche se non tutti erano di soia geneticamente modificata transgenica. Lo stesso miele conteneva polline di molte specie di piante selvatiche. Il polline proviene da piccole aziende agricole e da vicine colonie di api in diversi piccoli apiari.
"Dobbiamo interpretare questi risultati con cautela e chiarire quanto sia significativo questo fenomeno in altri posti in Messico", ha detto Roubik. Le colonie di api agiscono come indicatori ambientali estremamente sensibili.
Le api di una colonia possono raccogliere nettare e polline risorse di fiori in un'area di 200 chilometri quadrati. Con un'economia basata sull'agricoltura associata all'economia di sussistenza con la produzione di miele, le implicazioni sociali di questa nuova analisi possono generare discussioni molto profonde con implicazioni nell’apicoltura in generale ", ha detto il ricercatore dell'Istituto Smithsonian, che ha i suoi laboratori negli Stati Uniti e a Panama. Nel giugno 2012 il Centro Messicano di Diritto Ambientale (CEMDA), ha presentato una relazione con i dati dell' UNAM e il Colegio de la Frontera Sur in cui ha detto che almeno 25 mila unità di produzione di miele nello stato messicano del Chiapas e nella penisola dello Yucatan potrebbero essere negativamente influenzate dalla decisione del governo federale di piantare 253.000 ettari di soia geneticamente modificati transgenica a Campeche, Quintana Roo, Yucatan, Tamaulipas, San Luis Potosí, Veracruz e Chiapas . http://cronica.com.mx/notas/2014/813917.html
Villanueva-Gutiérrez, R., Echazarreta-González, C., Roubik, D. W., & Moguel-Ordóñez, Y. B. (2014). Transgenic soybean pollen (Glycine max L.) in honey from the Yucatan peninsula, Mexico. Scientific reports, 4. Article number: 4022. doi:10.1038/srep04022
http://www.nature.com/srep/2014/140207/srep04022/full/srep04022.html
- Il miele dello Yucatàn è uno dei migliori al mondo: la sua aromaticità e la sua dolcezza, unite alla certificazione biologica del prodotto, lo rende uno dei preferiti dagli europei, che ricoprono il 90% delle esportazioni. È da anni, tuttavia, che coltivazioni di soia transgenica minacciano la naturalezza del prodotto, mettendo a rischio, oltre alla composizione del miele, anche il mercato che vi ruota attorno: trentun milioni di dollari per circa diecimila tonnellate l’anno, che ricoprono circa un terzo della produzione nazionale dello Yucatàn. La dialettica tra istituzioni, apicoltori e Paesi che importano il miele, ha portato nel tempo alla sospensione momentanea delle coltivazioni di soia transgenica, senza però riuscire a raggiungere una normativa precisa in proposito.
«C’è la possibilità – dice Miguel Lara Sosa, presidente della società apistica Maya dello Yucatàn – che la semina venga nuovamente autorizzata». Quella del miele contaminato è una storia che affonda le sue radici nel 2000, anno in cui venne dato il primo permesso alle coltivazioni transgeniche. Solo nel 2011 l’Ue si rese conto che il miele presentava tracce di contaminazione transgenica, e ne bloccò le importazioni; per due mesi i Paesi europei decisero di non acquistare più l’alimento fino a quando non ne fosse stata confermata la biologicità. Nello stesso anno, il governo messicano approvò la piantagione di 30 mila ettari di soia transgenica, dietro pressioni della multinazionale Monsanto. Gli apicoltori riuscirono a fermare anche queste coltivazioni, ma la questione resta ancora aperta, il processo ancora in corso e il rischio di contaminazione ancora dietro l’angolo. Il tema viene riaperto proprio in un periodo di forte debolezza del mercato apistico: l’ultimo anno ha visto un drammatico calo delle produzioni legate al settore a causa dei cambiamenti climatici; la popolazione delle api si è ridotta (vedi qui: http://www.slowfood.it/sloweb/76043df19c591d517ab29dae4dc03703/api-cronaca-di-un-disastro-annunciato), e le piogge fuori stagione lavano via il polline dai fiori, rendendo impossibile per gli insetti nutrirsi. Una perdita a tutto tondo per l’agrogastronomia mondiale, che rischia di veder scomparire una delle più pregiate qualità di miele a causa di meri interessi economici.
27) L' EPA (l'Agenzia di Protezione dell'ambiente statunitense) nega la richiesta di soccorso del Texas di utilizzare diserbante pericoloso su 3 milioni di acri di cotone transgenico
La US Environmental Protection Agency ha negato una richiesta di emergenza negando il permesso di utilizzare il pericoloso erbicida propazina da usare contro le superinfestanti che invadono i campi di cotone transgenico ingegnerizzato con il gene di resistenza al diserbante. E sempre più chiaro in che modo le colture OGM stanno conducendo l'agricoltura: con un utilizzo sempre maggiore di diserbanti, sempre più tossici, per cercare di controllare le erbe infestanti oramai sempre più resistenti agli erbicidi. È una piacevole sorpresa che l'EPA statunitense ha rifiutato la richiesta di emergenza perveuta dallo stato del Texas, Dipartimento di agricoltura, di utilizzare l'erbicida propazina, riconosciuto come altamente tossico, per uccidere le piante resistenti e superinfestanti che invadono le colture di cotone OGM dello stato.
EXCERPT: 'Questa non è un'emergenza perché la resistenza delle infestanti è da tempo prevedibile, dal momento che è stato riconosciuto da molti anni, che il cotone OGM (resistente ai diserbanti) spruzzato con sempre più abbondante glifosato (Roundup) creerebbe superinfestanti resistenti, sempre più resistenti' ha detto Jay Feldman, direttore esecutivo di Beyond Pesticides . "È un abuso della legge per cercare di mantenere in vita falliti sistemi di coltivazione transgenica, con sostanze chimiche sempre più tossiche, quando esistono invece alternative valide, come i metodi di coltivazione biologica'.
28) LA TRANSGENESI PUO’ DARE ORIGINE A FORMAZIONE DI SEGMENTI DI RNA, IN ORIGINE ASSENTI
Intervista al Prof. Monastra*
-Eppure i sostenitori degli OGM dicono che da sempre l’uomo cerca di potenziare e rendere più efficienti le sue coltivazioni, e quindi la natura…
- Naturalmente tutti siamo d’accordo che la natura vada “potenziata” e “perfezionata”, ma se pensiamo al significato delle parole appare evidente che la via del transgenico vero e proprio (cioè il trasferimento di geni tra organismi geneticamente molto lontani tra loro e che in natura mai potrebbero dare luogo a un accoppiamento con discendenza), pone non pochi problemi: rompendo le barriere naturali che esistono tra i gruppi biologici non si perfeziona la natura in quanto si esce dalle sue linee di sviluppo evolutivo, piuttosto la si altera, la si manipola sostituendosi all’azione di Dio o dell’evoluzione (a seconda delle proprie convinzioni). Ovviamente non si tratta di negare a priori questa strada per motivi ideologici, ma almeno si abbia l’onestà di non parlare di “potenziamento” e “perfezionamento”. Esiste una differenza qualitativa tra l’aumento artificiale del tasso di mutazione in un organismo (procedura molto seguita in passato, ad esempio, per il miglioramento della produttività del frumento) e l’inserimento di geni del tutto estranei: nel primo caso si accetta una idea organica e sistemica del vivente che si autoregola nel cambiamento attraverso un bilanciamento e un interazione tra vari livelli, non solo genici, nel secondo l’approccio è meccanicista e atomista: si sommano, in modo forzoso, pezzi di DNA esogeno al genoma di un organismo. Almeno andrebbero migliorate le tecniche che ancora sono grossolane: non sappiamo, ad esempio, quante copie del gene vengono introdotte e dove si vanno a posizionare. Sono aspetti molto importanti, a cui si aggiungono le recenti acquisizioni della ricerca, che hanno dimostrato come nel tempo il patrimonio genetico degli OGM vada incontro a un riarrangiamento. In un lavoro pubblicato nel 2008, su una importante rivista, Plant Molecular Biology* , è stato dimostrato che il gene per la proteina Bt (molecola tossica per alcuni insetti), inserito nel mais MON810, ha “spezzato” un gene già esistente nella pianta. L’operazione di transgenesi, inoltre, ha determinato la formazione di segmenti di RNA, in origine assenti: in pratica questo RNA è frutto della “copiatura” di una parte del gene “spezzato”, prima menzionato, e di una parte del gene inserito. Ciò può determinare la sintesi di proteine nuove con effetti del tutto ignoti. Questo non è il solo caso, dato che altri laboratori hanno ottenuto risultati analoghi analizzando la soia transgenica, tollerante il glifosato, o altri tipi di mais GM. A seguito di una di queste scoperte (sulla mancanza nell’OGM di un pezzo della sequenza teorica del DNA inserito) la stessa Monsanto alcuni anni fa ha dovuto modificare già una volta il brevetto di un suo prodotto ingegnerizzato.
*Giovanni Monastra, Biologo, Ricercatore, Direttore Generale dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) di Roma, dove nel periodo ottobre 2002 - settembre 2005 ha svolto le mansioni di Coordinatore Scientifico, organizzando e seguendo lo sviluppo e la realizzazione di vari progetti dell’Istituto, tra cui, in particolare, il Piano di biosicurezza sugli Organismi Geneticamente Modificati: Progetto-Quadro OGM in agricoltura (MIPAF 2003). In seguito dirigente presso il Dipartimento dell’Ambiente del Comune di Roma. http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=31746
* La Ricerca su Plant Molecular Biology: http://138.192.68.68/bio/faculty/Makarevitch/MyWebPage/Information/pmb.pdf
I. Makarevitch, S.K. Svitashev1 and D.A. Somers ∗ Department of Agronomy and Plant Genetics, University of Minnesota, 411 Borlaug Hall, 1991 Buford Circle, St. Paul, MN 55108, USA (∗author for correspondence; e-mail somers@biosci.cbs.umn.edu);
1 Present address: Pioneer Hi-Bred, 7300 NW 62nd Avenue, P.O. Box 1004, Johnston, IA 50131, USA
- E il parere del Prof. Gianni Tamino: “Nella realizzazione di organismi transgenici o geneticamente modificati (OGM) si ritiene sufficiente inserire un gene estraneo per determinare un nuovo specifico carattere, ma i geni agiscono secondo una logica a rete, tipica di un sistema complesso, in cui ogni gene interagisce con tutti gli altri. A questo proposito, nel 2002, il premio Nobel Dulbecco, ha dichiarato: “introducendo un nuovo gene in una cellula, la funzione di un gran numero di altri geni viene alterata: non è sufficiente introdurre un gene nell’organismo per determinarne l’effetto, che invece dipende da quali altri geni sono già presenti.”Non è facilmente prevedibile quali alterazioni potrebbe provocare la diffusione nell’ambiente di OGM, ma sicuramente si dovrebbero adottare criteri cautelativi. Va ricordato inoltre che, per ovviare alla contaminazione ambientale attraverso il polline, si è pensato di inserire i geni nel DNA dei cloroplasti, ma una ricerca del 2003 ha dimostrato che i geni estranei inseriti in una pianta possano spostarsi dai cloroplasti al DNA del nucleo della cellula e in questo modo disperdersi nell’ambiente con il polline” Prof. Gianni Tamino, Università di Padova http://www.artoi.it/wp-content/uploads/2014/01/Lavori-su-OGM.pdf
29) In Brasile i parassiti stanno diventando resistenti al mais Bt 1507, solo tre anni dopo l'introduzione del prodotto transgenico sul mercato
“Questo mais 1507, geneticamente modificato, potrebbe presto essere approvato per la coltivazione nell'Unione europea. Il mais transgenico1507 è stato sviluppato dalle società biotech statunitensi Pioneer/DuPont e Dow. Il mais 1507 è una cosiddetta coltura di Bt che produce una proteina insetticida ma la pianta è ingegnerizzata anche con il gene di resistenza agli erbicidi con il principio attivo glufosinate...Secondo gli autori dello studio, lo sviluppo di resistenza fu inizialmente notato in Brasile nel 2012, il terzo anno dopo l'inizio della coltivazione del mais transgenico 1507 in Brasile.
Da un punto di vista scientifico, la resistenza dell’insetto Spodoptera frugiperda al transgenico non è una sorpresa. Studi condotti in Porto Rico avevano già dimostrato nel 2008 che questo insetto parassita aveva acquisito resistenza dopo alcuni anni di coltivazione. Di conseguenza l’industria ritirò il mais transgenico 1507 dal mercato di Porto Rico...Testbiotech sta richiedendo un arresto del processo di approvazione per il mais 1507 in Europa, soprattutto perché ci sono lacune nei dati fondamentali nella valutazione del rischio.” http://www.gmwatch.org/index.php/news/archive/2014/15551-brazil-pest-resistance-to-bt-maize-in-third-year-of-cultivation
Zone di diffusione della resistenza dei parassiti al transgenico Bt, nel mondo: http://www.testbiotech.org/sites/default/files/bt_resistance_2014_0.jpg
La ricerca: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S026121941400204X
30) Cinque cose che vanno peggio dopo l’ingresso degli Ogm in India
articolo di Vandana Shiva
Il controllo dei semi, primo anello della catena alimentare e fonte della vita, è la questione centrale, e la mia più grande preoccupazione. Quando un’azienda controlla un seme, controlla la vita, compresa quella dei nostri agricoltori. Monsanto e i suoi uomini di marketing stanno cercando disperatamente di scollegare l’epidemia di suicidi degli agricoltori in India dal suo controllo crescente della fornitura di sementi di cotone.
Attraverso i brevetti delle sementi Monsanto è diventata il “Signore della vita” del pianeta. Questi brevetti sono però illegittimi, perché mettere un gene tossico nella cellula di una pianta non significa “creare” o inventare la pianta stessa. Sono semi dell’inganno. L’inganno di essere il creatore di semi e di vita; l’inganno che mentre si intrappolano gli agricoltori nel debito si afferma di lavorare per il loro benessere e per migliorarne la vita; l’inganno che gli Ogm nutrono il mondo. Gli Ogm non riescono a controllare i parassiti e le erbe infestanti, e hanno invece portato alla nascita di alcuni super-infestanti (vedere “L’imperatore OGM è nudo”). L’ingresso di Monsanto nel settore delle sementi indiano è stato reso possibile con una politica sulle sementi del 1988 imposta dalla Banca Mondiale, che richiese al governo indiano di deregolamentare il settore delle sementi.
Cinque cose sono cambiate con l’ingresso sulla scena di compagnie come Monsanto.
- Prima: le aziende indiane sono rimaste bloccate in joint venture e accordi sulle licenze, e la concentrazione di potere nel settore delle sementi è aumentata. Nel caso del cotone Monsanto ora controlla il 95% del mercato dei semi attraverso i suoi Ogm.
- Seconda: le sementi, che un tempo erano una risorsa comune degli agricoltori, sono diventate una “proprietà intellettuale” di Monsanto, che ha iniziato a raccogliere diritti aumentando così i costi delle sementi stesse.
- Terza: i semi di cotone da impollinazione aperta sono stati sostituiti da quelli ibridi, compresi gli ibridi geneticamente modificati. Una risorsa rinnovabile è diventata una merce brevettata non rinnovabile.
-Quarta: il cotone che era in precedenza stato cresciuto insieme alle colture alimentari ora deve essere cresciuto come monocoltura, con una maggiore vulnerabilità ai parassiti, alle malattie, alla siccità e alla perdita dei raccolti.
-Quinta: la Monsanto ha iniziato a sovvertire i processi di regolamentazione in India, infatti ha iniziato a utilizzare le risorse pubbliche per spingere i suoi ibridi non rinnovabili e gli OGM attraverso i cosiddetti partenariati pubblico-privati (PPP).
La creazione di monopoli delle sementi, la distruzione delle alternative, la raccolta di super-profitti sottoforma di royalty e la crescente vulnerabilità delle monocolture ha creato terreno fertile per il sorgere nel settore agrario di debiti, suicidi, e angoscia.
Per saperne di più, visita il sito italiano della nostra associazione, Navdanya International: http://www.navdanyainternational.it/
Vandana Shiva è una delle più autorevoli voci mondiali in difesa della natura e della sua biodiversità, ecologista e attivista, scienziata e filosofa
31) RESISTENZA AGLI ERBICIDI SVILUPPATA DA PIANTE INFESTANTI
Nella foto seguente c'è l'elenco di tutte le piante, erbe infestanti, che nelle diverse zone del mondo dove si coltivano gli OGM con il gene di resistenza agli erbicidi, sono diventate resistenti AGLI ERBICIDI stessi (dati anno 2011). Ovunque si sono coltivati questi OGM resistenti, che costituiscono più dell’80% di tutti i transgenici utilizzati nel mondo (compresa la Spagna sebbene in quello stato di OGM non se ne siano coltivati molti), si è avuto un aumento di incidenza di piante spontanee resistenti.
Prof. Gianni Tamino (docente di Biologia generale e dal 2001 di Fondamenti di Diritto ambientale al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova; fa inoltre parte del corpo docente del Corso di specializzazione in Bioetica a Padova)
Dal 2004 un agricoltore di Atlanta ha notato che i focolai di amaranto hanno resistito al potente erbicida “Roundup” a base di glifosato e divorato campi di soia GM. nel suo sito web la Monsanto raccomanda gli agricoltori di mischiare glifosato con erbicidi come 2,4-D, vietato in Scandinavia perché correlato con il cancro. E ‘curioso che il New York Times che oltre 20 anni fa ha scritto che Amaranto potrebbe essere il futuro del cibo nel mondo ora chiama questa pianta un “superweed” o “pigweed”, termini dispregiativi che riflettono una concezione di amaranto come una piaga. Secondo un gruppo di scienziati britannici del Centro di Ecologia e Idrologia, si è prodotto un trasferimento di geni di piante geneticamente modificate e di alcuni “indesiderabili” erbe come amaranto. Questo fatto, e molti altri esempi in tutto il mondo (vedi foto poco sopra) contraddicono le affermazioni di esponenti dell’industria degli organismi geneticamente modificati transgenici OGM, che affermano che l’ibridazione tra una pianta geneticamente modificata e un impianto non modificato è semplicemente “impossibile”.
- Effetto boomerang per Monsanto negli USA
5.000 ettari di terreno coltivati a soia transgenica hanno dovuto essere abbandonati dai contadini della Georgia e altri 50.000 sono gravemente minacciati.
Il panico è dovuto ad una “erbaccia” che ha deciso di opporsi al gigante agroalimentare Monsanto, noto come il peggior predatore della Terra. Questa pianta mutante prolifera e sfida il RoundUp, pesticida totale a base di glifosfato, a cui – secondo quanto pubblicizzato – non resiste nessuna erbaccia. Quando la natura torna al comando Fin dal 2004 un agricoltore di Macon, Georgia, città a circa 130 km da Atlanta, si rese conto che alcune varietà di amaranto resistono al RoundUp, con cui irrigava le sue piantagioni di soia. I campi vittime di questa “erbaccia” infestante erano stati seminati con sementi RoundUp Ready, geneticamente manipolate con l’inserimento di un gene resistente al RoundUp, a cui – secondo quanto pubblicizzato – non resiste nessuna erbaccia. Da allora la situazione si è aggravata, e il fenomeno si è esteso ad altri stati: Carolina del Sud, del Nord, Arkansas, Tennesse e Missouri.
Secondo un gruppo di scienziati dell’organizzazione britannica Center for Ecology and Hydrology, di Winfrith, nel Dorset, può esserci stato un transfer di geni tra la pianta ogm e alcune erbe indesiderate come l’amaranto. Questa constatazione contraddice le avventate ed ottimistiche affermazioni dei sostenitori degli ogm, che insistevano nell’affermare che non fosse possibile una ibridazione tra una pianta geneticamente modificata e una non modificata. Essi insistevano sul fatto che ciò sarebbe semplicemente “impossibile”. Secondo il genetista britannico Brian Johnson, specilizzato nello studio di problemi derivanti dall’agricoltura, “è sufficiente un solo incrocio su molti milioni di possibilità; una volta generata la nuova pianta, questa possiede un vantaggio selettivo enorme, e si moltiplicherà rapidamente.” Il potente erbicida utilizzato, a base di glifosfato di ammonio, ha esercitato una pressione enorme sulle altre piante, che ha accentuato ancor di più la velocità di adattamento. Così, a quanto pare, un gene di resistenza agli erbicidi ha dato vita a una pianta ibrida, ottenuta da un incrocio tra il cereale che si intendeva proteggere e l’amaranto che si è rivelato impossibile da eliminare. Al momento l’unica soluzione possibile sembra essere quella di etirpare le erbacce a mano, come si faceva anticamente – ma questo non è possibile se le piantagioni superano certe dimensioni. D’altra parte queste erbe infestanti sono profondamente radicate, difficili da estirpare – è stato così che 5.000 ettari di terreno coltivato hanno dovuto essere semplicemente abbandonati. Molti agricoltori stanno pensando di rinunciare agli ogm e tornare alla coltivazione tradizionale. Perdipiù, questi semi geneticamente modificati costano di più, e la quantità di raccolto è fondamentale in questo tipo di agricoltura. Il 25 Giugno 2005 l’inglese The Guardian pubblicava un articolo in cui si rivelava che geni modificati di cereali erano transitati su piante selvatiche, creando così piante resistenti agli erbicidi – cosa inconcepibile secondo gli scienziati del Ministero dell’Ambiente. A partire dal 2008 la stampa specializzata statunitense ha riportato svariati casi di resistenza e il governo USA ha operato rilevanti tagli ai finanziamenti, che hanno obbligato il Ministero dell’Agricoltura a ridurre le proprie attività.
Alan Rowland, produttore e commerciante di sementi di Dudley, Missouri, afferma che negli ultimi tempi nessuno gli chiede più i semi Monsanto, che pure erano arrivati a costituire l’80% del suo volume d’affari. Oggi i semi ogm sono scomparsi dal suo catalogo, e la richiesta di sementi tradizionali aumenta continuamente.
Pianta diabolica, pianta sacra. È interessante notare che questa pianta “diabolica” agli occhi della agricoltura genetica era una pianta sacra per gli Incas e i popoli mesoamericani, ed è una delle piante alimentari più antiche del mondo. Produce 12.000 semi all’anno, le sue foglie sono più ricche di proteine della soia, contiene vitamina A, C e sali minerali. Così questo boomerang, inviato dalla natura sulla Monsanto, non solo neutralizza questo predatore, ma installa anche una pianta che potrebbe alimentare l’umanità in caso di carestia. Sopporta quasi qualunque clima, tanto in regioni secche quanto in zone di monsoni o terre tropicali; non sembra avere alcun problema con gli insetti né con le malattie. In francese ‘la marante’ significa ‘la graziosa’; così ora l’Amaranto lancia la sfida alla potente Monsanto, come Davide sfidò Golia – e tutti sanno come andò a finire. Una lotta che all’inizio sembrava già segnata… Se questi fenomeni si riprodurranno in quantità sufficiente – come sembra stia accadendo – presto Monsanto dovrà chiudere bottega. Ma, a parte i suoi dipendenti, davvero dispiacerà a qualcuno? http://www.google.com/url?q=http%3A%2F%2Fwww.naturopatia.it%2Farchivio%2Farticoli%2F332-effetto-boomerang-per-monsanto-negli-usa.html&sa=D&sntz=1&usg=AFQjCNGA8Ve-22tzWEKl0hOBR5iV58vZhg
Articolo originale (in francese):
e anche: http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/10442-amaranto-contro-ogm
32) Perchè si può dire che gli OGM in agricoltura sono pericolosi
Intervista al Prof. Buiatti, genetista
D) Si può perciò dire che gli OGM sono pericolosi?
R) La questione è che gli esseri viventi non sono macchinette, ogni essere vivente è fatto da componenti che interagiscono tra loro e indirettamente in modo imprevedibile. Inserire un gene in un genoma che non lo aveva, provocherà un cambiamento che non possiamo conoscere a priori. Con il mio gruppo di ricerca all’Università di Firenze abbiamo ad esempio inserito un gene di ratto per il recettore di glucocorticoidi in una varietà di pianta simile al tabacco pensando che in questo caso non ci fossero effetti secondari imprevisti, ma non è stato così: è cambiato totalmente il sistema ormonale della pianta modificata e con esso la capacità della pianta di resistere a stress. Oltretutto la tecnologia degli OGM è vecchia, risale agli anni Ottanta del Novecento… Dall’altro lato l’aumento di coltivazioni OGM sul pianeta ci ha fatto perdere variabilità genetica di cui abbiamo, e avremo, sempre più bisogno per contrastare i cambiamenti climatici. Si stima una perdita dell’80% della biodiversità mondiale. E un’altra balla è che con gli OGM si utilizzano meno insetticidi. In India e in misura minore in Cina si è visto che l’uso del cotone geneticamente modificato ha sì eliminato il cosiddetto “verme del boccio”, il cotton bollworm, ma sopprimendo il principale parassita del cotone ha provocato, secondo un meccanismo noto a qualsiasi genetista, la prolificazione di attacco al cotone da parte di 150 specie diverse di insetti un tempo non pericolosi che non hanno più avuto concorrenza, costringendo gli agricoltori a usare più pesticidi di prima. Le colture GM sono fallimentari dal punto di vista agronomico. Per questo, nonostante siano passati molti anni dalla prima pianta GM, le colture biotech sono ancora solo quattro: mais, soia, colza e cotone. Nessuna multinazionale fa più ricerca da almeno dieci anni perché vive sulle royalties e sui brevetti di queste quattro piante biotech, finanziariamente produttive solo per le multinazionali. http://www.greenews.info/pratiche/ogm-buiatti-dire-che-sono-sicuri-non-e-scontato-valutazioni-per-immetterli-sul-mercato-non-imparziali-20140806/
34) I dolori che procura la coltivazione di colza OGM agli agricoltori che la coltivano
La colza OGM non è germogliata, in Australia; e di conseguenza i coltivatori vogliono essere rimborsati. Gli agricoltori australiani hanno trovato problemi con un colza OGM Roundup Ready, che non è riuscita a germogliare correttamente e hanno perciò chiesto il risarcimento dei danni conseguenti.
L'articolo è dall'anno scorso, ma è interessante come esempio dei problemi imprevisti che possono verificarsi con colture geneticamente modificate transgeniche. E nel caso specifico trattasi della stessa varietà di pianta transgenica che gli anni precedenti è cresciuta bene. C'è un problema quindi.
“Il prodotto OGM può causare problemi, perturbare la funzione genica a causa dell' inserimento del transgene e altri eventi mutageni che possono anche NON manifestarsi immediatamente, ma che vengono alla luce più tardi, con differenti condizioni di crescita negli anni successivi. Le piante rispondono alle diverse condizioni di tempo atmosferico e a diverse condizioni di terreno con differenti modelli di espressione genica che cercano di adattarsi alle condizioni manifestatesi.
È possibile che eventi mutageni nella colza Hyola 404RR GM abbiano causato questa mancanza di adattamento efficace. È una sorta di effetto 'Bomba a orologeria OGM'. È difficile dire esattamente cosa sta succedendo senza effettuare un'analisi molecolare, ma non è possibile escludere il ruolo del transgenico OGM come causa fondamentale.
Un commento di un lettore all'articolo è azzeccato, dice: «il titolo corretto dell'articolo sarebbe 'Dolori della crescita di colza OGM'. Perchè con il transgenico OGM succede che quando le cose vanno bene è una storia di successo della colza GM, ma quando vanno malee falliscono non è mai una questione di OGM ma c'è sempre qualche altra scusa? Per una nuova tecnologia, questo insabbiamento sembra assai losco.” http://www.farmweekly.com.au/news/agriculture/cropping/general-news/canolas-growing-pains/2659497.aspx
e: http://www.gmwatch.org/index.php/news/archive/2014/15566-gm-canola-s-growing-pains
35) Crisi agraria e ogm tra le cause dei suicidi degli agricoltori indiani "emarginati"
Un nuovo studio ha trovato che i tassi scioccanti di suicidio in India sono più alti nelle aree con il maggior numero di contadini oppressi dai debiti che si aggrappano a piccole aziende - meno di un ettaro - e cercano di far crescere 'colture', come il cotone e il caffè, che sono molto sensibili alle fluttuazioni dei prezzi mondiali.
La ricerca supporta una serie di studi di casi precedenti che puntano a una crisi in settori chiave del settore agricolo in India a seguito della 'liberalizzazione' dell’economia della nazione nel corso del 1990. I ricercatori dicono che l'intervento della politica per stabilizzare il prezzo delle colture da reddito e alleviare gli agricoltori indebitati potrebbero contribuire ad arginare l'ondata di suicidi che ha spazzato la campagna indiana. Questo ultimo lavoro fa seguito a un recente studio di Lancet dei ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM), che ha mostrato tassi di suicidio indiani essere tra i più alti al mondo - con il suicidio la seconda causa di morte tra i giovani adulti in India. Nel 2010, 187.000 indiani che si sono uccisi rappresentano un quinto di tutti i suicidi a livello mondiale.Tuttavia, mentre lo studio di Lancet ha rivelato tassi di suicidio nelle aree rurali essere quasi il doppio di quelli delle aree urbane, e il metodo più comune di suicidio era la deliberata ingestione di pesticidi, gli autori LSHTM non credevano di avere prove sufficienti per mostrare che i tassi di suicidio fossero più elevati tra gli agricoltori.
I tassi di suicidio variano notevolmente nei diversi stati indiani. Sulla base dello studio LSHTM, i ricercatori di Cambridge e UCL hanno analizzato figure suicide di 18 Stati indiani - nonché le statistiche nazionali della criminalità e il censimento e perizie effettuate dal Ministry of Agriculture - per creare modelli di dati che indagano se studi di casi di " suicidio di agricoltore " che si concentrano su alcuni punti caldi potrebbero essere generalizzati in tutta l'India.
I ricercatori del team, del Cambridge University’s Department of Sociology and University College London’s Department of Political Science, dicono che hanno trovato significativi nessi causali che mostrano che l'enorme variazione dei tassi di suicidio tra gli stati indiani può essere ampiamente rappresentato da suicidi tra i contadini e lavoratori agricoli:
Gli agricoltori a più alto rischio hanno tre caratteristiche:
1) quelli che coltivano colture come il caffè e il cotone;
2) quelli con le aziende agricole "marginali" di meno di un ettaro; e
3) quelli con debiti di 300 rupie o più.
Stati indiani in cui queste caratteristiche sono più diffuse hanno i tassi di suicidio più alti. In realtà, queste caratteristiche rappresentano quasi il 75% della variabilità dei suicidi a livello statale. I ricercatori dicono che i risultati delle loro analisi statistici di supporto molti casi di studio e rapporti dal campo e suggerire c'è un'epidemia di suicidi nelle zone marginali di agricoltura indiana che sono in balia di economia globale. “La coltivazione del cotone richiede relativamente grandi investimenti ed è ampiamente sostenuto che questi costi sono aumentati drammaticamente dopo la liberalizzazione dell'economia. A causa di restrizioni messe in atto dalle multinazionali, i semi devono essere acquistati ogni anno. Grandi quantità di fertilizzanti e pesticidi sono necessari, e questi sono diventati sempre più costosi a causa di una riduzione delle sovvenzioni. Inoltre, la coltivazione del cotone richiede molta acqua, ma a partire dai primi anni 1990 la quantità di denaro pubblico speso per l'irrigazione è crollata e gli agricoltori sono sempre più costretti a investire in proprio. In molti casi, i coltivatori di cotone devono prendere in prestito denaro per pagare queste spese in conto capitale e questo è particolarmente vero per gli agricoltori marginali con pochissime risorse.” L’indebitamento è la "proverbiale ultima goccia" della catena causale: "L'accumulo del debito contadino è una conseguenza diretta dell’aggravarsi della crisi agraria, e l'ondata di suicidi dei contadini è un risultato diretto dell’aumentare del debito. Il Debito rende gli agricoltori marginali estremamente vulnerabili alle turbative come la malattia o la perdita del raccolto a causa di condizioni meteorologiche estreme o parassiti. Alcuni osservatori hanno suggerito che l'introduzione di varietà geneticamente modificate di colture dopo la liberalizzazione ha notevolmente peggiorato la situazione: la coltivazione di tali colture è "ecologicamente vulnerabile poiché si basa sulla monocoltura delle varietà introdotte e sulle pratiche non sostenibili di agricoltura chimica intensiva".
Lo studio è stato recentemente pubblicato online sulla rivista Globalization and health.
Kennedy, J., & King, L. (2014). The political economy of farmers’ suicides in India: indebted cash-crop farmers with marginal landholdings explain state-level variation in suicide rates. Globalization and health, 10(1), 16-16.
http://www.globalizationandhealth.com/content/10/1/16
36) Sviluppata resistenza dal coleottero Diabrotica del mais all'insetticida Bt, anche in Pennsylvania (U.S.A.)
La linea di fondo dell'articolo è che basandosi su una tattica (organismi geneticamente modificati, transgenici) per troppo tempo c'è un'evoluzione della resistenza anche negli insetti. Proprio come s'è visto con le erbacce infestanti, resistenti al glifosato, il coleottero Diabrotica è stato abile ad adattarsi alle tattiche degli OGM Bt, ovvero dei transgenici (in questo caso il mais OGM) resistenti all'insetticida….Il modo più semplice per risolvere questo problema, o per evitare che si produca, è quello di ruotare regolarmente le colture di mais con soia o erba medica (o qualche altra coltura non-mais per la succesiva stagione di coltura); cercare di evitare la coltivazione di mais continue in qualsiasi campo per più di due o tre anni.
http://www.agprofessional.com/news/dealer-update-articles/Suspected-Bt-corn-rootworm-resistance-in-Pennsylvania--270958691.html e anche: http://www.gmwatch.org/index.php/news/archive/2014/15594-bt-corn-rootworm-resistance-in-pennsylvania
37) Riso Ogm, la Cina blocca le sue ricerche
La Cina prende, almeno apparentemente, le distanze dagli Ogm.
Il ministero cinese dell'agricoltura ha infatti negato il rinnovo dei certificati di biosicurezza accordati nel 2009 e scaduti il 17 agosto scorso, a fini sperimentali, a due varietà di riso e a una varietà di mais transgeniche. Un atto che, a priori, blocca ogni prospettiva di commercializzazione futura. Per il momento non è arrivata alcuna spiegazione ufficiale sulle ragioni della decisione. Certo per la Cina, che conta il 7% di terre arabili del pianeta, è una bella sfida nutrire il 22% della popolazione mondiale. L'ex Celeste impero si trova costretto a prendere in considerazione tutti i mezzi in grado di garantire la propria sicurezza alimentare e, per esempio, investe, e ha investito, in maniera massiccia nella ricerca sugli Ogm per migliorare la resa delle sue produzioni cerealicole. Tuttavia, dal 2012 Pechino cerca anche di inquadrare meglio l'utilizzo delle colture transgeniche. Un proposito che ha portato a un conflitto latente con gli Stati Uniti: dal 2013 la Cina ha bloccato o annullato l'importazione di centinaia di migliaia di tonnellate di un mais Ogm Usa. http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1917523&codiciTestate=1
38) Trasferimento geni da cultura a infestante
Non cessano nè sono mai cessati i dubbi sulla sostenibilità degli ogm. I transgeni possano trasferirsi anche alle erbacce migliorandone le capacità competitive rispetto alle colture.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica New Phytologist in agosto e ha sicuramente avuto meno eco di quanto sarebbe stato lecito attendersi, anche visto l'attivismo del fronte anti ogm, in Italia e in Europa.
Una gruppo di studio cino-americano, guidato da Weng Wai della Fudan University di Shangai e che ha visto la collaborazione anche della Ohio State University, ha individuato il meccanismo attraverso il quale uno dei geni ogm più comunemente utilizzati per conferire resistenza all'erbicida glifosate si può trasferire alle erbacce infestanti.
Il gene esaminato è l'Epsps che conferisce la resistenza al glifosate e che è il perno di tutte le colture Roundap Ready della Monsanto.
La ricerca cino-americana ha evidenziato che le erbe infestanti di seconda e terza generazione, cresciute in campi coltivati a riso ogm, contenevano il gene Epsps. Non solo il gene sarebbe stato trasferito dalla coltura alle infestanti ma nelle infestanti sarebbe stato sovraespresso.
Tale gene sarebbe coinvolto non solo nella resistenza all'erbicida ma anche nel flusso di carbonio e in molte vie di biosintesi, tal che si avrebbero benefici anche su crescita e sviluppo delle piante. Nelle infestanti transgeniche è stato riscontrato un aumento delle concentrazioni dell'aminoacido Trp, che è un precursore dell'ormone della crescita Iaa e di molti altri composti. Come conseguenza, in campo sono stati riscontrati, nel corso di due stagioni di crescita, un aumento del numero di fiori e di semi, fino al 57%, delle piante con il gene Epsps sovraespresso. I semi, inoltre, presentavano una capacità di germogliamento fino al 120% superiore rispetto agli omologhi senza il gene Epsps.
Esaminando la bibliografia scientifica degli ultimi anni i ricercatori hanno osservato risultati agronomici molto simili che, tuttavia, in molti casi non sono stati interpretati ma che potrebbero trovare una spiegazione grazie al meccanismo di trasferimento genetico individuato dalla ricerca cino-americana.
Stando alle conclusioni cino-americane la resistenza transgenica al glifosate potrebbe essersi già diffusa nelle popolazioni selvatiche di Agrostis, Brassica rapa, Brassica napus, Amaranthus palmeri, Lolium e anche sull'erba medica. L'amaranto e il loglio sono infestanti comuni di molti cereali e i ricercatori temono che la sovraesposizione genica, o anche l'amplificazione, del gene Epsps possa consentire, a queste infestanti modificate, di avere tassi di crescita demografica accelerata e un vantaggio competitivo. Alcuni studi riportano infatti casi di fioriture anticipate e di altri meccanismi genetici utili per migliorare la diffusione delle erbacce.
La massima espressione genica, secondo lo studio, si verificherebbe quando le infestanti non vengono trattate con erbicida.
I ricercatori cinesi hanno già annunciato che continueranno lo studio dell'effetto del trasferimento del transgene sulle infestanti nella prossima annata agraria per comprendere meglio l'impatto ecologico ed economico di una sovraespressione del transgene Epsps sulle infestanti che“colpisce i raccolti” migliorando la salute delle erbacce.
Wang, W., Xia, H., Yang, X., Xu, T., Si, H. J., Cai, X. X., Wang, F., Su, J., Snow, A. A. and Lu, B.-R. (2013), A novel 5-enolpyruvoylshikimate-3-phosphate (EPSP) synthase transgene for glyphosate resistance stimulates growth and fecundity in weedy rice (Oryza sativa) without herbicide. New Phytologist. doi: 10.1111/nph.12428
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/nph.12428/abstract
39) Il glyphosate potrebbe essere peggiore del DDT che ora uno studio del 2014 collega all’Alzheimer
Il Morbo di Alzheimer, una grave forma di demenza, colpisce oggi circa 5,4 milioni di americani, ed è la sesta causa di morte negli Stati Uniti. Secondo una proiezione scioccante, il morbo di Alzheimer si prevede interessare il 25 % degli adulti americani nei prossimi 20 anni, rivaleggiando con l'attuale prevalenza di obesità e diabete.
Tali previsioni sono particolarmente dolorose alla luce del fatto che l'Alzheimer è una malattia conseguente allo stile di vita, soprattutto alla dieta. Fattori nascosti quali le esposizioni tossiche possono anche svolgere un ruolo distinto.
Secondo l'articolo pubblicato nel Los Angeles Times, i ricercatori hanno collegato l'esposizione al DDT allo sviluppo della malattia di Alzheimer più tardi nella vita.
Lo studio, pubblicato sulla rivista JAMA Neurology, ha trovato che i pazienti con diagnosi di Alzheimer avevano livelli notevolmente più elevati del DDE metabolita del DDT nel loro sangue, quattro volte superiore , infatti, rispetto a persone della stessa età che non hanno la malattia.
L'autore principale Jason Richardson ha detto al Los Angeles Times : "DDE può durare nel corpo per un certo numero di anni. Quando siete alla ricerca di livelli di DDE, è fondamentalmente un'istantanea della esposizione in vita di una persona a DDT e DDE nell’ambiente.
Oltre l'80 per cento di noi ha livelli misurabili di DDE nel nostro sangue; che è una realtà. Lo riceviamo dalla contaminazione legata al cibo che proviene da paesi che utilizzano DDT."
L'uso del DDT (diclorodifeniltricloroetano) ha avuto inizio durante la seconda metà della seconda guerra mondiale, quando fu generosamente spruzzato per controllare malattie come la malaria e il tifo. Una volta che la guerra era finita, ha cominciato ad essere utilizzato come pesticida agricolo. Monsanto è stato uno di più di una dozzina di aziende che produssero la sostanza chimica.
Nel 1962, il biologo americano Rachel Carson ha scritto il libro innovativo Silent Spring , in cui ha avvertito degli impatti ambientali devastanti del DDT, suggerendo che la sostanza chimica può anche avere effetti nocivi sulla salute umana.
Questi ha giustamente messo in discussione la logica ed l’equilibrio mentale di utilizzare tali grandi quantità di una sostanza chimica senza sapere molto circa il suo impatto sulla salute ambientale e umana. La protesta pubblica provocata dal suo libro alla fine ha portato al divieto di usare il DDT per uso agricolo negli Stati Uniti nel 1972.
Il suggerimento che l'esposizione DDT potrebbe contribuire a una malattia così devastante come Alzheimer decenni dopo l'esposizione, dovrebbe essere un campanello d'allarme in tutto il mondo per quello che potrebbero essere le ramificazioni del glyphosate.
Glyphosate (Roundup) è stato approvato nel 1974 negli Stati Uniti, ed è stato ampiamente utilizzato in modo aggressivo da allora. Come con il DDT, stiamo ora vedendo ricerche che collegano l’esposizione al glyphosate a salti drammatici di tassi di malattia, come l'autismo per esempio, così come allergie alimentari e problemi digestivi.
La differenza è che gli effetti si mostrano molto prima, e appaiono più evidentemente collegati, che non nel caso di DDT.
Personalmente, credo che saremo in un mare di guai nei prossimi decenni, quando i pieni effetti di tossicità del glyphosate diventeranno evidenti. A mio avviso, semplicemente, non c'è tempo da perdere, quando si tratta di porre fine all'uso sconsiderato di glyphosate.
Secondo il Dr. Don Huber, esperto in un'area della scienza che riguarda la tossicità di alimenti da ingegneria genetica (GE), il glyphosate, il principio attivo del Roundup, erbicida della Monsanto, in realtà è molto peggio del DDT!
Vale la pena notare che le colture OGMTransgeniche sono molto più contaminate col glyphosate dalle colture convenzionali, per "gentile" concessione del fatto che sono progettate per resistere a livelli estremamente elevati di Roundup senza perire insieme alle infestanti. La contaminazione da glyphosate è una parte importante dei rischi complessivi degli alimenti transgenici, e non può essere lavato via come una sostanza chimica di superficie, esso è incorporato in ogni cellula della pianta.
Per quanto strano possa sembrare, quando gli viene chiesto quale tossina avrebbe preferito usare se avesse dovuto fare una scelta, tra due mali il dottor Huber dice che avrebbe effettivamente preferito il DDT al glyphosate!
http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2014/02/13/glyphosate-ddt-alzheimers.aspx
Elevated Serum Pesticide Levels and Risk for Alzheimer Disease
Richardson, J. R., Roy, A., Shalat, S. L., von Stein, R. T., Hossain, M. M., Buckley, B., ... & German, D. C. (2014). Elevated serum pesticide levels and risk for Alzheimer disease. JAMA neurology, 71(3), 284-290.
http://archneur.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1816015
40) Rischi sanitari diretti e indiretti del glyphosate
EFFETTI SULLA SALUTE del glyphosate
La rapida espansione della soia OGM RR ha portato a forti aumenti nell'uso di glyphosate. Si è spesso affermato che il glyphosate è sicuro per le persone e per l'ambiente. Ma la ricerca scientifica mette in discussione queste affermazioni.
Gli studi mostrano che il glyphosate ha gravi effetti tossici sulla salute e sull'ambiente. Gli ingredienti aggiunti o coadiuvanti nel Roundup aumentano la sua tossicità. Gli effetti nocivi di glyphosate Roundup e sono stati trovati anche a livelli che vengono comunemente utilizzati in agricoltura e si trovano nell'ambiente.
I risultati includono: Nelle cellule umane, Roundup provoca la morte cellulare totale entro 24 ore. Questi effetti si trovano a livelli di gran lunga inferiori a quelli raccomandati per uso agricolo e corrispondenti ai livelli minimi di residui presenti negli alimenti.
• l’erbicida glyphosate è un interferente endocrino, sono sostanze che interferiscono con il funzionamento ormonale nelle cellule umane. Questi effetti si registrano con dosi che sono fino a 800 volte più basse dei livelli minimi di residui, consentiti in alcune colture transgeneticamente modificate destinate all'alimentazione animale negli Stati Uniti. (!)
• il glyphosate Roundup: danni alle cellule placentari umane in concentrazioni inferiori a quelle riscontrati con uso agricolo.
• il glyphosate Roundup: danneggia le cellule embrionali umane e cellule placentari, in concentrazioni ben al di sotto quelle raccomandate per uso agricolo
• il Roundup è tossico e letale per gli anfibi. Applicato al tasso raccomandato dal fabbricante per uso agricolo, Roundup ha causato un calo del 70 per cento nella ricchezza di specie di girini. Un esperimento con concentrazioni più basse ha comunque causato il 40 per cento di mortalità.
• l'erbicida glyphosate e il suo principale metabolita (prodotto di degradazione ambientale del glyphosate): AMPA, modifica i punti di controllo del ciclo cellulare in embrioni di riccio di mare, interferendo con la funzione di riparazione del DNA fisiologico. Tale interruzione è nota per portare a instabilità genomica e il possibile sviluppo di tumori umani.
• Il glyphosate è tossico per ratti femmina e causa malformazioni scheletriche nei loro feti.
• l'AMPA, il principale prodotto di degradazione ambientale del glyphosate, provoca danni al DNA delle cellule. Questi risultati dimostrano che il glyphosate Roundup è estremamente tossico per molti organismi e per la salute delle cellule umane.
• Nel 2009 lo scienziato governo argentino professor Andrés Carrasco ha annunciato le sue scoperte: il glyphosate causa malformazioni in embrioni di rana e di pollo, in dosi molto inferiori rispetto a quelli utilizzati nell' irrorazione agricola.
• Studi epidemiologici sull'esposizione al glyphosate mostrano un'associazione con gravi problemi di salute, fra cui: nascite premature e aborti spontanei, mieloma multiplo, linfoma non-Hodgkin danni al DNA.
Effetti tossici indiretti di glyphosate.
Il glyphosate è commercializzato come un prodotto che degrada rapidamente e innocuo per l'ambiente. Ma questo non è vero.Nel terreno il glyphosate ha un tempo di dimezzamento (il periodo di tempo che serve per perdere metà della sua attività biologica) compreso tra 3 e 215 gg. In acqua, l'emivita di glyphosate è 35-63 gg. Glyphosate riduce la popolazione di uccelli ed è tossico per i lombrichi.
RISCHI PER LA SALUTE DI ALIMENTI E COLTURE OGM
I rischi più evidenti della soia OGM RR si riferiscono all'erbicida glyphosate utilizzato con il raccolto. Ma un'altra serie di rischi deve essere considerato: quelli derivanti dalla manipolazione genetica.
La Food and Drug Administration (FDA) ha permesso ai primi alimenti geneticamente modificati sui mercati mondiali nei primi anni 1990.
Contrariamente a quanto sostenuto dall'industria GM e dai suoi sostenitori, la FDA non ha mai approvato alcun cibo OGM come "sicuro". Invece, si sono deregolamentati gli alimenti OGM, stabilendo che essi sono "sostanzialmente equivalenti" alle loro controparti non-OGM e non richiedono prove speciali di sicurezza. Il termine "sostanziale equivalenza" non è mai stato scientificamente o legalmente definito.
La decisione della FDA è stata ampiamente riconosciuta come una decisione politica un espediente senza alcun fondamento nella scienza. Discutibilmente la FDA ha ignorato gli avvertimenti dei suoi stessi scienziati che gli OGM sono diversi dalle colture tradizionali e pongono rischi specifici.
Il legislatore europeo per gli OGM, l'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), come la FDA, ritiene che le prove di alimentazione con alimenti geneticamente modificati sono generalmente inutili e basa la sua valutazione della sicurezza degli alimenti geneticamente modificati sul presupposto che i cibi geneticamente modificati sono sostanzialmente equivalenti ai loro equivalenti non geneticamente modificati . Quando sono state trovate differenze, l'EFSA spesso le respinge come di nessun "significato biologico". Tuttavia in Europa è prevista l'etichettatura dei componenti transgenici negli alimenti mentre ciò non succede ancora, malgrado le proteste e gli imminenti referendum, negli U.S.A.
http://www.gmfreecymru.org.uk/pivotal_papers/health.html
Antoniou M, Brack P, Carrasco A., Fagan J., Habib M., Kageyama P., Leifert C., Nodari R.O., Pengue W. (2010) GM SOY Sustainable? Responsible? GLS Gemeinschaftsbank eG and ARGE Gentechnik-frei September 2010, pp 32.
http://earthopensource.org/index.php/reports/gm-soy-sustainable-responsible
41) Il Texas tenta l'ultimo disperato attacco alle infestanti super resistenti, il glifosato non funziona più
Lo Stato del Texas sta cercando di ottenere il permesso dell'EPA per l'uso di un controverso erbicida per combattere l'amaranto. L'Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) sta valutando una richiesta di soccorso da parte dei legislatori del Texas per consentire agli agricoltori che coltivano cotone di utilizzare un erbicida controverso, che segna una nuova frontiera nella guerra contro le "super infestanti"; un tema che ha creato divisioni tra gruppi di agricoltori e di ambientalisti. A Maggio il Dipartimento di Agricoltura del Texas ha chiesto all'EPA una deroga per permettere ai coltivatori di irrorare i campi nel corso di questa estate con propazina - una sostanza chimica poco utilizzata nell'agricoltura degli Stati Uniti - per controllare una pianta invasiva conosciuta come Amaranthus palmieri o amaranto. L'amaranto, che può crescere fino a 7,6 cm al giorno, è una delle numerose specie invasive che hanno sviluppato una resistenza al principale erbicida usato nella nazione, il glifosato, che è ampiamente venduto da Monsanto come Roundup. Il Texas, per volere dei coltivatori di cotone di questo Stato, sta chiedendo all'EPA di consentire l'irrorazione con la propazina, il principio attivo dell'erbicida Milo-Pro, su un massimo di 3 milioni di ettari, che è quasi la metà della superficie che si stima sia coltivata a cotone in questa stagione. Il Texas infatti è il più grande produttore di cotone della nazione, che scorso anno contava per il 33% del raccolto totale, valutato in 5,2 miliardi di dollari, secondo il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti.
Il Centro per la Sicurezza Alimentare, un gruppo di pressione senza scopo di lucro, e altri difensori dell'ambiente, si oppongono alla proposta, sostenendo che la propazina pone potenziali rischi per la salute umana. La propazina è stata identificata dall'EPA come un possibile cancerogeno per l'uomo ed è uno dei pesticidi il cui uso è limitato e che richiedono una licenza per l'acquisto e l'applicazione, secondo il produttore di Milo-Pro (un diserbante contenente propazina, ndr). La propazina è strettamente legata all'atrazina, un erbicida usato da molti coltivatori di mais che oramai è vietato nell'Unione europea. Coloro che criticano questo diserbante molto simile, citano studi che indicano che esso può interrompere la riproduzione sessuale nelle rane, e causare potenziali problemi riproduttivi negli esseri umani.
L'EPA afferma che la somiglianza della propazina con l'atrazina suggerisce che la prima può causare interruzioni ai sistemi ormonali nei ratti, e ha il potenziale di filtrare fino alla falda o raggiungere le acque superficiali per ruscellamento in seguito alle piogge. Secondo Jim Musser, un responsabile vendite dell'azienda Iowa Albaugh Inc., che produce Milo-Pro, questo erbicida è attualmente approvato dall'EPA solo per l'uso su colture di sorgo in Texas, Oklahoma, New Mexico, Colorado e Kansas.
La propazina fu originariamente registrata nel 1950 da parte dell'EPA, ma tale registrazione è stata annullata nel 1988, a causa della mancata fornitura da parte delle aziende chimiche dei dati richiesti per il monitoraggio delle acque sotterranee; una nuova registrazione è stata però rilasciata un decennio più tardi."Abbiamo venduto Milo-Pro per gli ultimi cinque anni e non abbiamo riscontrato problemi con le acque di falda o le acque superficiali dopo aver condotto i dovuti test", ha dichiarato Musser. "inoltre questo erbicida viene utilizzato su una superficie molto minore di ettari."
L'EPA solitamente legifera sulle esenzioni di emergenza entro 50 giorni e ha rifiutato di commentare la richiesta che le è stata avanzata. "L'Amaranto è un problema molto serio per gli agricoltori", ha detto Bill Freese, analista delle politiche scientifiche presso il Centro per la Sicurezza Alimentare. «Ma la propazina non è la soluzione. In primo luogo abbiamo bisogno di pratiche agricole che non diano luogo a erbe infestanti resistenti, in modo da non dover ricorrere agli erbicidi tossici come trattamento."
Gli agricoltori statunitensi hanno avuto un certo successo nel controllo dell'amaranto utilizzando un arsenale crescente di erbicidi, ma la proposta del Texas sottolinea la sfida che gli agricoltori devono affrontare per evitare che questa malerba strangoli i loro raccolti.
"La resistenza delle infestanti è motivo di massima preoccupazione per noi", ha detto Ned Meister, direttore delle attività normative per la 'Texas Farm Bureau'. "Lo scopo della richiesta è quello di mettere un altro strumento nella cassetta degli attrezzi degli agricoltori per fronteggiare le malerbe che sono già divenute resistenti ad altri prodotti chimici. "
Per un decennio gli agricoltori hanno combattuto le infestanti che hanno sviluppato una resistenza al glifosato, soprattutto al Sud, dove una stagione di crescita più lunga e il clima caldo hanno fatto diventare questa zona il fronte della battaglia.
La Monsanto, con sede a St. Louis, ha rivoluzionato il mercato dei pesticidi alla metà degli anni '90, quando ha iniziato a vendere le sementi geneticamente modificate, alcune delle quali sono state modificate per resistere all'irrorazione con il glifosato, che fa morire le piante arrestandone la produzione interna di proteine. Gli agricoltori accolsero il Roundup della Monsanto, che poteva distruggere molte infestanti lasciando le colture illese. Ma per combattere le infestanti hanno utilizzato sempre di più erbicidi considerati ancora più forti del glifosato in questi ultimi anni, comprese le sostanze chimiche come il 2, 4-D e il dicamba.
Oltre che con i prodotti chimici, gli agricoltori possono cercare di arginare la crescita dell'amaranto ricorrendo ogni anno alla rotazione delle colture, piantando colture di copertura e praticando il diserbo manuale. Ma trovare manodopera per il diserbo manuale al giorno d'oggi è difficile, secondo i coltivatori di cotone.
"Una pianta di amaranto è in grado di produrre migliaia di semi, quindi non sono necessarie molte piante per trovarsi molto velocemente nei guai", ha detto Walt Hagood, un agricoltore di terza generazione che coltiva cotone, sorgo, grano e altre colture vicino a Lubbock, Texas. "In alcuni luoghi, l'amaranto sta cominciando a invadere interi campi." E il glifosato è impotente. Articolo di Jesse Newman, 19 giugno 2014 Fonte: http://online.wsj.com/news/article_email/texas-tries-last-ditch-attack-on-super-weed-1403221544-lMyQjAxMTA0MDIwMDEyNDAyWj
42) Ecco perché gli ogm non sfameranno il mondo
La lobby del biotech ci ha provato fin dall’inizio con i ricatti emotivi: gli ogm risolveranno il problema della fame nel mondo, ci siamo sentiti ripetere per anni. Ma è quanto di più lontano dalla realtà ci possa essere. Ecco perché, nel rapporto del Canadian Biotechnology Action Network (CBAN) di Giovanni Fez - 15 Ottobre 2014 http://www.ilcambiamento.it/inquinamenti/ogm_non_sfameranno_il_mondo.html
Ecco perché gli ogm non sfameranno il mondo
La lobby del biotech ci ha provato fin dall’inizio con i ricatti emotivi: gli ogm risolveranno il problema della fame nel mondo, ci siamo sentiti ripetere per anni. Ma è quanto di più lontano dalla realtà ci possa essere. Ecco perché. A Robert Fraley, vicepresidente di Monsanto, è stato consegnato nel 2013 (scatenando polemiche in tutto il mondo) il World Food Prize, un premio, dunque, per il cibo. Fraley è un uomo che dice queste cose: «Ci sono 7,2 miliardi di persone sul pianeta. Ce ne saranno 9,6 miliardi nel 2050. La richiesta di cibo raddoppierà…Solo usando il cibo geneticamente modificato e la scienza saremo in grado di nutrire il pianeta…Tutto ciò rappresenta un’opportunità di business ed è certo importante da una punto di vita sociale»[1]. Le parole di Fraley fanno fremere di indignazione ma danno l’idea effettiva di ciò che gli ogm sono, nulla più di un’opportunità per fare affari, un modo per arricchire una manciata di individui travestiti da altruisti. [2] «Nel breve termine può sembrare difficile pensare che io possa fare soldi con gente che i soldi non li ha. Ma nella pratica lo sviluppo dell’agricoltura a livello dei villaggi è qualcosa che può fruttare moltissimo nel tempo». E queste sono le parole di Robert Shapiro, già dirigente di Monsanto (citato nel rapporto del CBAN “Will GM Crops Feed The World”). «Con la parola sviluppo, Shapiro intende la possibilità per Monsanto di assumere il controllo delle politiche agricole e delle strategie, distruggendo i metodi, le conoscenze e le pratiche tradizionali per poterle sostituire con le politiche aziendali [3]» spiega Colin Todhunter, giornalista inglese da sempre impegnato sul fronte ambientale e dei diritti umani; ha vissuto molti anni in India scrivendo per il Deccan Herald, il New Indian Express e il Morning Star. Vogliamo un esempio delle strategie di comunicazione con cui Monsanto e le lobby del biotech tentano di ammantare le loro politiche di altruismo e buonismo, cercando di trasformare chi è critico verso gli ogm in un nemico dei poveri? Lo fornisce il senatore statunitense Charles Grassley: «E’ una vergogna che i leader sudafricani, così evidentemente ben nutriti, preferiscano vedere il loro popolo affamato piuttosto che fargli mangiare lo stesso cibo che noi consumiamo ogni giorno negli Stati Uniti». Ecco qui: i sostenitori degli ogm vogliono convincerci che abbiamo bisogno di questa tecnologia per vincere la fame e nutrire i popoli del mondo. Ci hanno detto che gli ogm sono essenziali, che vanno bene per l’ambiente e che forniranno ai contadini gli strumenti necessari per affrontare i cambiamenti climatici. Ci hanno detto che gli ogm daranno maggiori raccolti e maggiori guadagni agli agricoltori. Ebbene, il Canadian Biotechnology Action Network (CBAN) ha appena pubblicato un rapporto che smentisce, punto per punto, tutte queste affermazioni [4]. Non è certo il primo e non sarà neanche l’ultimo; è un altro tassello che si aggiunge all’enorme mole di evidenze che dimostrano come gli organismi geneticamente modificati siano la peggiore delle strade imboccate. «Innanzi tutto la fame è causata dalla povertà e dalle disuguaglianze – spiega Todhunter, commentando il rapporto – Le persone non sono affamate a causa della produzione agricola insufficiente ma perché non hanno denaro per comprare il cibo, non hanno accesso alla terra per coltivarselo, perché il territorio è stato depredato, perché il sistema di distribuzione alimentare non funziona, perché mancano l’acqua e le infrastrutture per irrigare, conservare, trasportare e finanziare gli agricoltori. Se questi problemi di fondo non saranno risolti e se la catena alimentare rimarrà inaccessibile a chi è affamato e povero, allora un aumento della produzione agricola non servirà». Noi già produciamo abbastanza cibo per nutrire l’intera popolazione mondiale ed era così anche durante il picco della crisi alimentare, nel 2008. L’attuale produzione alimentare è sufficiente per nutrire dieci miliardi di persone. Nel mondo si produce il 17% del cibo in più a persona rispetto a 30 anni fa eppure il numero degli affamati è ancora molto alto. La crisi dei prezzi alimentari del 2008 e del 2011 si è manifestata in anni di raccolti da record, dimostrando con chiarezza che tali crisi non sono il frutto della scarsità di cibo. I cereali ogm che oggi sono sul mercato non sono destinati a sfamare gli affamati. Quattro tipi di cereali ogm coprono all’incirca il 100% dei terreni destinati a questo tipo di coltivazione. E tutti e quattro sono stati sviluppati per un sistema agricolo industriale su larga scala, vengono utilizzati soprattutto per essere esportati, per produrre carburante o per confezionare cibi industriali e mangimi animali. Le coltivazioni ogm non hanno prodotto un aumento dei raccolti e tanto meno un aumento nei guadagni degli agricoltori.
Le coltivazioni ogm portano ad un aumento nell’utilizzo di pesticidi e causano immensi danni all’ambiente. In India avevano promesso una diminuzione di pesticidi con il cotone Bt, ma ciò non è avvenuto.
Le coltivazioni ogm sono coperte da brevetto, appartengono alle multinazionali e generano profitti per le multinazionali.
I piccoli agricoltori hanno visto aumentare i loro costi perché devono sempre comprare i semi e soggiacciono ai rischi insiti nell’utilizzo degli ogm. Ne esce un messaggio chiaro: la fame, la sicurezza alimentare e il fatto di poter nutrire il pianeta sono un problema politico, sociale ed economico e come tale va affrontato[5]. La sicurezza, la democrazia e la sovranità alimentare non si ottengono rendendo i contadini dipendenti da un pugno di multinazionali il cui scopo è quello di sfruttare l’agricoltura per massimizzare i profitti. Come anche altri rapporti [6,7], quello del CBAN conclude che abbiamo bisogno di metodologie agroecologiche differenti e sostenibili, sviluppando le economie alimentari su basi locali. Anche perché sono proprio i piccoli agricoltori (che spesso servono comunità locali) ad essere più produttivi dei giganti industriali (che puntano all’export) [8].
2]http://www.thetimes.co.uk/tto/business/industries/consumer/article4069203.ece
4] http://www.cban.ca/Resources/Topics/Feeding-the-World
5] Glover, Dominic. 2010. Exploring the Resilience of Bt Cotton 's “Pro-Poor Success Story”. Development and Change, 41(6), pp.955-981.
6] http://unctad.org/en/PublicationsLibrary/tdr2013_en.pdf
7] http://www.unep.org/dewa/agassessment/reports/IAASTD/EN/ Agriculture%20at%20a%20Crossroads_Global%20Report%20(English).pdf
9] http://www.theecologist.org/News/news_analysis/2267255/gm_ crops_are_driving_genocide_and_ecocide_keep_them_out_of_the_eu.html
43) IL TRANSGENICO IN POCHE CIFRE
NIl 99% degli agricoltori nel mondo hanno scelto di essere liberi dagli OGMtransgenici. 18 milioni sono gli agricoltori che coltivano OGM in 27 diversi Paesi: una cifra che rappresenta meno dell’1% della popolazione agricola mondiale. Tre delle colture OGM si trovano in sei Paesi (che totalizzano il 92% del raccolto globale OGM) e questi Paesi coltivano principalmente solo quattro varietà di OGM: soia, mais, colza e cotone. Ciò significa che l’88% del terreno coltivabile nel mondo rimane libero dagli OGM.
Nel dettaglio in Europa al 2103 risultano piantati solo 148mila ettari di mais transgenico MON810 (l'unico transgenico ammesso in UE), la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari) e ciò costituisce appena lo 0,09 % di tutta la superficie coltivata in Europa (160.000.000 ettari)
http://www.greenreport.it/news/comunicazione/gli-ogm-vandana-shiva-perche-i-semi-liberi-non-piacciono-liberisti/#sthash.6ivVeJxr.dpuf e https://docs.google.com/document/d/1f-cL74u9Lm0csPIm_fl1MsQeiWqOSg3DKO6JBT3p_5s/pub#id.p2thrc39epni
44) Coldiretti, ‘Ogm falsa opportunità; a rischio il Made in Italy’
La diffusione degli Ogm mette in pericolo la qualità dei prodotti agroalimentari Made in Italy. Questo l’allarme lanciato da Cinzia Coduti, responsabile Ambiente e Territorio di Coldiretti, intervenendo nella giornata conclusiva dell’XI Forum dell’informaizione ambientale organizzato da Greenaccord Onlus e dal Comune di Napoli. Dagli anni Novanta, spiega la responsabile dell’Organizzazione, le colture agricole “hanno perso il 75 per cento della diversità genetica“: il vero problema è ”bloccare questa diminuzione“, oltre che distribuire meglio la produzione e il consumo di cibo, e ”non di autorizzare l’utilizzo di organismi geneticamente modificati“. Alla base della contrarietà di Coldiretti, prosegue Coduti, c’è la volontà di difendere “distintività” e “unicità” dei prodotti, qualità che passano attraverso “la bellezza del nostro territorio e delle diverse produzioni agroalimentari che permettono al made in Italy di essere conosciuto, apprezzato e invidiato in tutto il mondo“. L’esigenza per Coldiretti è inoltre quella di evitare “un’omologazione di gusti e prodotti che certamente non è utile né per i consumatori né per l’ambiente“, tutelando “biodiversità, territori e conservazione delle risorse naturali“, commenta ancora Coduti. Si tratterebbe poi anche di difendere i consumatori da possibili pericoli per la salute, pericoli derivanti, spiega Coldiretti, “dall’uso di materie prime geneticamente modificate che potrebbero causare danni nel medio e lungo periodo. In tre parole: principio di precauzione“. Un principio anche più volte ribadito dalle magistrature italiane ed europee, come accaduto nel Tribunale amministrativo del Lazio il quale ha sentenziato che “quando sussistono incertezze riguardo all’esistenza o alla portata di rischi per la salute delle persone“, possono essere adottate misure protettive “senza dover attendere che siano esaurientemente dimostrate la realtà e la gravita’ dei rischi“. Ultimo invito da parte dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, riguarda una maggiore attenzione sull’importanza di un’educazione alimentare che coinvolga tutte le generazioni: l’informazione corretta è “essenziale”, conclude la nota di Coldiretti, e i consumatori devono imparare a “distinguere le differenze tra i prodotti, la loro provenienza, il loro metodo di coltivazione“. http://www.theblazonedpress.it/website/2014/10/13/coldiretti-ogm-falsa-opportunita-a-rischio-il-made-in-italy/179842
45) Gli Ogm non sono affatto economici. Anzi, sono tra i più costosi perché si raccolgono le royalty su ogni seme venduto
"Gli Ogm non sono affatto economici. Anzi, sono tra i più costosi perché si raccolgono le royalty su ogni seme venduto. Nel caso del cotone in India il prezzo è passato da 5 rupie al chilogrammo a 3600. Oltre a ciò non si tiene conto dell'uso dei pesticidi da parte degli agricoltori, perché in effetti sono costretti a farne un uso molto maggiore. Di conseguenza gli agricoltori si indebitano, e molti indebitati si suicidano. Abbiamo già perso 291mila contadini - e a dirlo sono le statistiche governative, non le mie - dal 1995, quando la globalizzazione ha iniziato a modificare le leggi sulle sementi. La maggior parte di questi suicidi si è verificata nella cosiddetta fascia del cotone, la zona nella quale cresce il cotone indiano: il 95% di questo cotone ormai è geneticamente modificato. Per quanto riguarda la produzione, poi, la coltivazione delle specie geneticamente modificate implica costi molto elevati, perfino negli Stati Uniti. Gli agricoltori pagano qualcosa come dieci miliardi di dollari per le royalty e per prodotti per la cura dei semi. Oltre, naturalmente, al prezzo delle sementi vere e proprie". http://www.repubblica.it/ambiente/2014/10/20/news/vandana_shiva_ogm_molto_pi_cari_dei_prodotti_biologici-98554505/
46) Ogm, basta mistificazioni: non sconfiggono fame e malnutrizione
Negli ultimi giorni si leggono nuovamente sui giornali articoli sugli Ogm, che sembrano non avere veramente la voglia di uscire da stereotipi e in alcuni casi da inesattezze (o, per essere più esatti, menzogne) sul loro utilizzo in agricoltura. Credo sia perciò utile puntualizzare alcuni dati di fatto.
Quando la smetteremo di paragonare il concetto generale di 'biotecnologie' a quello limitato di 'Ogm'? Le biotecnologie sono - come dice la parola stessa - le tecnologie della vita, e riguardano un'infinità di tecniche (basti pensare alla birra ottenuta tramite la fermentazione di lieviti). Quindi sia chiaro che chi osteggia l'utilizzo di Ogm in campo agroalimentare non è contro le biotecnologie in quanto tali. Gli Ogm sono un'altra cosa, e quelli in campo agroalimentare un'altra ancora. E ci tengo a sottolineare e a ripetere "In campo agroalimentare" in queste righe per non creare fraintendimenti.
Non so più quante volte abbiamo letto della produzione di insulina a partire da batteri Ogm portata come esempio della bontà degli Ogm (in agricoltura). Ma in questo caso si sta parlando di due mondi completamente differenti. Una cosa è la produzione in laboratorio (quindi in ambiente confinato) di insulina - e che sia chiaro, ben venga! Siamo tutti ben contenti del fatto che si riesca a ottenere insulina in quantità grazie a questa tecnica - altra e ben diversa cosa è il rilascio in ambiente di organismi transgenici che non siamo in grado di controllare.
Ogm e la fame nel mondo. Dire che grazie agli Ogm si stia sconfiggendo fame e malnutrizione credo sia l'abbinamento più vergognoso si possa fare. Gli Ogm agroalimentari attualmente coltivati hanno - nella gran parte dei casi - come caratteristica quella di essere resistenti a una sostanza chimica (un erbicida) prodotta dalla stessa azienda che ne brevetta il corrispondente seme Ogm. Se andiamo a verificare quello che sta avvenendo nei paesi che hanno maggiormente adottato queste colture, come ad esempio Stati Uniti e Argentina, si nota che con l'aumento di queste coltivazioni è andato aumentano anche l'uso di sostanze chimiche in agricoltura. Non solo, sono andati aumentando anche i fenomeni di resistenza delle piante infestanti a queste sostanze (in particolare al glifosato), cosa che sta portando a utilizzare dosi sempre maggiori di erbicidi e a riutilizzare in campo sostanze più problematiche (ad esempio il 2.4-D), per ovviare a questo problema. L'attuale coltivazione di Ogm in campo agricolo riguarda principalmente quattro colture: soia, mais, cotone e colza - tutte coperte da relativo brevetto - e destinate al mercato mangimistico dei cosiddetti Paesi ricchi, non a sfamare persone.
L'attuale produzione alimentare è più che sufficiente per sfamare un numero di persone ben più alto dell'attuale popolazione mondiale, eppure si soffre ancora di fame e malnutrizione. Ciò avviene perché queste persone non hanno accesso al cibo, non perché non ci sia cibo a sufficienza. Veramente c'è qualcuno che pensa seriamente che espandendo monocolture di Ogm (coperte da brevetto, che necessitano di costosi input esterni, poco adattabili ai problemi sempre più frequenti legati ai cambiamenti climatici), si risolva questo problema terribile invece di andare a peggiorarlo?
Affermare poi che il cosiddetto 'Golden Rice' abbia "Risolto quasi integralmente il gravissimo problema della cecità infantile" nei paesi dove c'è carenza di vitamina A è semplicemente una menzogna. Sarebbe più corretto invece definirlo un esperimento costoso e rischioso che negli ultimi 20 anni non ha portato a reali soluzioni per sconfiggere la carenza di vitamina A (Vad). Come dichiarato dall'Irri (International Rice Research Institute), ente che ha promosso le coltivazioni sperimentali di questo riso, "Non è stato ancora stabilito se il consumo giornaliero di 'Golden Rice' migliori l'assunzione di vitamina A nelle persone che ne sono carenti e se sarebbe quindi in grado di ridurre i problemi correlati, quali la cecità". Le decine di milioni di dollari spese per il 'Golden Rice' sarebbero potute essere meglio utilizzate per soluzioni valide contro la Vad che sono già disponibili e funzionanti. Ad esempio - oltre agli integratori alimentari - aumentare l'accesso delle persone a una dieta differenziata di frutta e verdura coltivate in modo sostenibile aiuterebbe non solo a combattere la Vad, ma anche altre carenze vitaminiche.
Per quanto riguarda invece le colture Bt (ovvero piante che sono state geneticamente modificate in modo che producano la tossina Bt per allontanare un parassita), si tenga ben presente che il rischio è analogo (per i parassiti) a quanto sta già avvenendo per le piante infestanti diventate a loro volta resistenti agli erbicidi tollerati dalle coltivazioni Ogm. Negli Stati Uniti, dove i singoli appezzamenti di mais Bt si estendono su centinaia se non migliaia di ettari, si cerca di ovviare al problema - e quindi di evitare che i parassiti diventino resistenti alla tossina Bt - creando le cosiddette 'zone rifugio' intorno al mais Ogm (ovvero di piantare mais non transgenico ai bordi dei campi), ma sta diventando sempre più chiaro il fatto che queste zone rifugio potrebbero non arrestare il problema, facendo sì che si sviluppino e si moltiplichino parassiti ancora più aggressivi e difficili da controllare. Credo sia superfluo menzionare (o forse non lo è), che se è difficoltoso creare queste 'zone rifugio' nelle vaste estensioni americane, viene davvero difficile immaginare sia possibile organizzarle nel panorama agricolo italiano dove la dimensione media di un'azienda agricola non raggiunge i 10 ettari.
Dicevamo prima che le biotecnologie sono la scienza della vita, che comprendono un'infinità di tecniche. Gli OGM sono solo una di queste tecniche, la più rozza e rischiosa, mentre esistono sistemi molto più all'avanguardia ed efficaci come la Mas (Marker Assisted Selection - Selezione Assistita da Marcatori), che sfrutta la conoscenza del Dna per identificare le caratteristiche migliori delle diverse varietà, per effettuare gli incroci più convenienti. Una tecnica quest'ultima che sta già avendo brillanti risultati. Varietà di frumento resistenti alla siccità e varietà di riso resistenti alle inondazioni vengono già coltivate dagli agricoltori.
Allora la domanda da porsi forse è un'altra: quando cominceremo veramente ad investire fondi (pubblici e privati) per una ricerca che serva a sviluppare pratiche e soluzioni sostenibili? È quello che ci serve, per un'agricoltura che sia davvero in grado di produrre sul lungo periodo cibo sano per tutti, senza mettere a rischio l'ambiente dal quale tutti dipendiamo.
47) Uno scienziato ex Pro-OGMtransgenico ammette che gli OGMtransgenici non sono sicuri
Il dottor Thierry Vrain, un ex chimico di OGM che è venuto fuori con un sacco di informazioni che dovrebbero aprire gli occhi della gente sui pericoli reali degli alimenti geneticamente modificati e delle relative colture.Vrain era il primo ad ammettere che la Monsanto ha condotto un sacco di studi che mostrano che gli OGM sono sicuri, ma ha cambiato la propria sintonia con Monsanto circa dieci anni fa, quando ha iniziato la lettura di riviste scientifiche da altri paesi. Vrain spiega: 'Ho iniziato a prestare attenzione al flusso di studi pubblicati provenienti dall'Europa, alcuni da prestigiosi laboratori e pubblicati in prestigiose riviste scientifiche, che mettevano in discussione l'impatto e la sicurezza degli alimenti modificati'.
Vrain era un sostenitore dei transgenici OGM ed era uno scienziato ex biotech nel campo agricolo, in Canada).. Ecco cosa pensa ora sulla suo ex industria: "Smentisco le affermazioni delle aziende di biotecnologia che loro colture ingegnerizzate rendono di più, che richiedono meno pesticidi, che non hanno alcun impatto sull'ambiente e ovviamente che sono sicuri da mangiare. Io lo smentisco! Ci sono un certo numero di studi scientifici che sono stati fatti per Monsanto dalle università in USA, Canada e all'estero. La maggior parte di questi studi sono sulle prestazioni incampo delle colture ingegnerizzate transgeniche, e naturalmente trovano gli OGM sicuri per l'ambiente e quindi sicuri da mangiare. 'Vrain però pensa che il pubblico è stato truffato. Egli ritiene che dovremmo tutti domanda che le agenzie governative replichino i test che dimostrerebbero che gli OGM sono sicuri, perchè quei risultati che si basano su studi pagati dalle società biotech. Il dottor Thierry Vrain continua: '
'Le piante di mais e soia Bt che sono ormai ovunque nel nostro ambiente (U.S.A.) sono registrate come insetticidi. Ma sono regolate queste piante insetticide e le loro proteine sono testate per essere sicure? Non dai Dipartimenti federali responsabile della sicurezza alimentare, non in Canada e non negli Stati Uniti ! NON ci sono in questi paesi studi condotti a lungo termine per dimostrare si transgenici di mais e soia sono sicuri. Tutto quello che abbiamo sono studi scientifici fatti fuori, in Europa, in Russia, che dimostrando come i ratti alimentati con cibi transgenicamente modificati muoiono prematuramente. Questi studi dimostrano che le proteine prodotte dalle piante ingegnerizzate sono differenti rispetto a quello che dovrebbero essere. L'inserimento di un gene in un genoma utilizzando questa tecnologia può provocare danni alle proteine. La letteratura scientifica è piena di studi che mostrano che mais e soia transgenici contengono proteine tossiche o allergeniche'. Questa scienza ha in realtà solo circa 40 anni. Tutto è basato su una teoria della manipolazione genetica ipotizzato circa 70 anni fa – Teoria chiamata "OneGENE" – che dice che ciascun gene codifica per una singola proteina. Il Human Genome project ha dimostrato che questa teoria del One Gene è totalmente sbagliata. La aggior parte degli scienziati ora capisce che ogni gene può dare più di una proteina e che inserendo un gene ovunque in una pianta alla fine crea proteine "canaglia". Alcune di queste proteine sono ovviamente tossiche, come le Cry proteine trovati in mais OGMtransgenico o allergeniche. Altrimenti noto come tossine Bt (Bacillus thuringiensis), le Cry proteine sono una delle risposte di biotech per un prodotto alimentare 'sicuro'. Che è strano; uno studio ha trovato i prodotti ad ingegneria Bt assolutamente tossici per il sangue dei mammiferi. Dr. Mezzomo dice che le tossine Cry Bt sono mortsli per i topi. Un altro studio li lega ad un più alto tasso di leucemia. Ancora un altro studio condotto presso l'ospedale universitario di Sherbrooke in Quebec ha trovato la tossina Bt del mais nel sangue delle donne incinte e dei loro bambini, così come in donne non gravide. Queste stesse tossine stesse sono anche associate con elevati livelli di infiammazione nel corpo, allergie, MS e cancro. Inoltre, che cosa ridicola ed egocentrica per gli scienziati biotech che pensano di decifrare il codice della vita quando ci sono ancora ettari ed ettari di foresta pluviale che contengono erbe medicinali che non hanno mai studiato o riconosciuto. Ogni miglio quadrato perso in queste foreste rappresenta una fonte di possibile di soluzione del cancro o di qualche super-cibo. Perché diamine abbiamo bisogno di OGM? Noi non abbiamo utilizzato anche la pletora di alimenti ed erbe che madre natura ha già fornito noi, se solo sapessimo gestirle in modo sostenibile. Sembra esserci un nuovo Estratto -meraviglia scoperto, ogni pochi giorni, nonostante il nostro saccheggio.
Inoltre, Vrain una volta ha risposto onestamente a questa domanda in un'intervista: 'Domanda: È incredibile che la gente non domanda l'idea stessa di alterare il DNA. Quando la Monsanto o altri sostengono che un organismo transgeneticamente modificato è 'sostanzialmente equivalente' alla pianta convenzionale, per me è illogico perché quando il DNA viene alterato, la pianta è alterata. Non è la stessa e non è certo naturale.
Risposta: “Dipende dalla vostra visione del mondo. Come scienziato, quando si aggiunge un gene di batteri a una pianta, o un gene della pianta a un pesce, o un gene umano al mais, o 10.000 ettari di mais crescente insulina,...lo considerano progresso. Così se una pianta di pomodoro ha un gene batterico, sembra ancora molto simile a una pianta di pomodoro. Non si può dire molto dal gusto del pomodoro, quindi è facile credere alla 'sostanziale equivalenza'... ma il Roundup (diserbante della Monsanto il cui gene è inserito nel pomodoro) è un chelante; significa che sequestra alcuni minerali: magnesio e manganese. Trattiene quindi i minerali e non lasciare andare così fondamentalmente che ciò affama la pianta. E probabilmente affama anche molte altre creature nel terreno. ' Ci sono nuove prove che dimostrano come questi stessi importanti minerali sono chelati anche negli esseri umani che mangiano transgenico (http://action.responsibletechnology.org/o/6236/t/0/blastContent.jsp?email_blast_KEY=1150514).” Il dottor Thierry Vrain ha basato la sua ricerca sul diserbante RoundUp su oltre 500 fra rapporti di governo e articoli scientifici pubblicati su riviste peer-reviewed, alcuni di queste con il più alto grado di riconoscimento nel mondo. Ora dimmi esattamente come fanno ad essere sicuri gli OGMtransgenici ? Se un biologo di terreno e scienziato di ingegneria genetica da 30 anni, rivede la sua posizione sugli OGMtransgenici coloro che sono ancora aggrappati alla efficacia biotech non dovrebbe cedere? Abbiamo bisogno di più informatori sugli OGM come lui. Spero che siano là fuori e vengono avanti, e velocemente. http://www.globalresearch.ca/former-pro-gmo-biotech-scientist-admits-gmos-arent-safe-refutes-claims-by-monsanto/5410850
48) Le 10 ragioni per cui non abbiamo bisogno degli OGMtransgenici
1) Gli OGMtransgenici non aumentano le rese dei raccolti
2) Gli OGMtransgenici accrescono l'uso dei pesticidi
3) Gli OGMtransgenici hanno creato il problema delle infestanti resistenti ai pesticidi
4) Gli OGMtransgenici hanno effetti tossici o allergenici sulle cavie di laboratorio
5) Gli OGMtransgenici non possono coesistere con colture NON OGMtransgeniche
6) Gli OGMtransgenici non sono necessari per una buona e corretta alimentazione
7) Ci sono modi migliori per nutrire le popolazioni del Pianeta che gli OGMtransgenici
8) La riproduzione convenzionale attraverso semi convenzionali è meglio di quella fatta con tecnologia transgenica, poichè quella convenzionale produce semi per colture, con caratteristiche utili
9) La tecnologia transgenica è imprecisa, e continua a produrre sorprese spiacevoli
10) Gli OGMtransgenici non sfamano le popolazioni del Pianeta ma garantiscono la proprietà sui brevetti dell'approvvigionamento alimentare
"10 reasons we don't need GM foods", a short report from the authors of "GMO Myths and Truths", is published today as a free download by the sustainability and science policy platform Earth Open Source.
Claire Robinson, co-author of the new report with genetic engineers Dr Michael Antoniou and Dr John Fagan, said: "At just 11 pages plus references, '10 reasons' is designed for people who may not have the time to read 'GMO Myths and Truths', which extends to 330 pages. '10 reasons' is ideal for giving to friends, family, politicians, and journalists, when a longer document is not appropriate.
" '10 reasons' explains that GM crops do not increase yield potential or reduce pesticide use. Nor can they help us meet the challenges of climate change any better than existing non-GM crops, or deliver more nutritious foods. GM crops have been shown to have toxic effects on laboratory and farm animals.
"There is only one way in which GM crops outperform non-GM crops: they are easier to patent in a way that guarantees ownership not only of that GM plant variety but also all plants bred from it. This process enables consolidated ownership of the seed and food market by a few large companies on a scale that has never happened before.
"That is a recipe for loss of food sovereignty and security. It is the opposite to feeding the world – the line we are constantly fed to justify the introduction of GM crops."
“10 reasons” is based on the extensive evidence collected in "GMO Myths and Truths". THE TIME FOR GMO TRUTHs IS NOW.
Download "10 reasons we don't need GM foods":
http://earthopensource.org/index.php/reports/10-reasons-we-don-t-need-gm-foods
Download "GMO Myths and Truths" (2nd edition published 19 May 2014):
http://earthopensource.org/index.php/reports/gmo-myths-and-truths
49) Secondo il parere della Dottoressa Stephanie Seneff : "entro il 2025, la metà dei bambini potrebbe essere autistica a causa del pesticida glifosato"
Lo studio presenta una correlazione quasi perfetta tra l'aumento dell'uso di glifosato e la prevalenza dell'autismo, anche se la correlazione non significa causalità.
A cura delle Dottoressa Stephanie Seneff : 'Entro il 2025, la metà dei bambini sarà autistica a causa del glifosato' , studio-presentazione: http://people.csail.mit.edu/seneff/glyphosate/Groton_Seneff.pdf
"La Dottoressa Stephanie Seneff è uno dei nomi più controversi nella scienza americana, soprattutto quando ha segnalato che gli alimenti geneticamente modificati (OGM) hanno aumentato di molto il numero di malattie croniche, come allergie alimentari ed altri disturbi come diabete, Alzheimer, Parkinson, sclerosi a placche o sindrome dell'intestino irritabile, e molte altre. Le ultime opere di questa scienziata del MIT pongono l'attenzione sull' autismo, una malattia sempre più frequente e sulla quale, tuttavia, abbiamo ancora poche informazioni. Secondo la presentazione drella Dottoressa S. Seneff, che ha tenuto lo scorso giugno 2014, il glifosato, ovvero il componente principale dell'erbicida Roundup, è la principale causa di queste malattie inclusa anche l' intolleranza al glutine. Il problema è che questo diserbante è prodotto da Monsanto, il più grande produttore mondiale di semi transgenici e una delle più potenti multinazionali del mondo, che ha difeso la sicurezza del suo prodotto sul proprio sito web. Molti si sono affrettati a screditare la teoria di Seneff, come accade con la giornalista veterano della nutrizione Tamar Haspel, nelle pagine di The Huffington Post. In quell'articolo, l'autore ci ricorda che tale articolo è più di pura speculazione, non è approvato da tutti, e rivela anche che Seneff è specializzato in ingegneria elettrica e informatica, e che il suo interesse verso il cibo è recente. Ad ogni modo, ciò che è innegabile è che la prevalenza dell'autismo è aumentata notevolmente negli ultimi decenni. Attualmente, circa uno ogni 175 bambini di tutto il mondo è nato con questo disturbo, anche se tale media varia in ogni Paese. Negli Stati Uniti, la prevalenza è attualmente all'1,5%, mentre nel 1975, era di solo un bambino su 5.000, secondo i dati pubblicati da K. Wintraub in un articolo su Nature. La dottoressa S. Seneff ha utilizzato questi dati per basare le sue previsioni e garantire che se la crescita rimane stabile, entro l'anno 2025 metà dei bambini potrebbe essere autistica."
50) “Behind the label”, il docufilm che indaga il dramma ambientale e sociale causato dalla coltivazione di cotone Ogm in India
L’uso di colture Ogm in India colpisce i già precari equilibri ambientali, che sono la base della sopravvivenza di milioni di persone. I suoli agricoli si impoveriscono fino alla sterilità, si moltiplicano nuovi parassiti, non contrastati dalle sementi Ogm e animali domestici muoiono inspiegabilmente dopo aver pascolato tra i residui del cotone geneticamente modificato. “Behind the label”, il docufilm di Cecilia Mastrantonio e Sebastiano Tecchio che indaga il dramma ambientale e sociale causato dalla coltivazione di cotone Ogm in India http://www.ilsostenibile.it/2014/11/15/behind-the-label-arriva-in-tv-il-docufilm-che-svela-cosa-si-nasconde-dietro-la-coltivazione-di-cotone-ogm/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter
51) STUDIO CONFERMA OGM COME PESSIMO INVESTIMENTO
BIn questo nuovo studio pubblicato lo scorso Settembre 2014 da Portfolio 21, una società di gestione di investimenti di Portland, Oregon, USA, si conferma che non solo che gli OGM sono una cattiva idea, ma anche un pessimo investimento: http://orgcns.org/1vm2HbM
"...Certe varietà resitenti agli erbicidi (HT) se la sono cavata poco meglio con nuove varietà di 'superinfestanti' ( glyphosate-resistenti) che vengono scoperte ormai molto frequentemente. Su diverse migliaia di esperimenti condotti in campo dal 1987 su prodotti transgenici, oltre 650 test hanno declamato rendimenti più alti in tanto che transgenici. Eppure, nessuno di questi transgenici è stato commercializzato, ciò indica il fallimento della tecnologia transgenica rispetto alla facile propaganda che li pretende più efficaci dei prodotti convenzionali.
I rendimenti più elevati segnalati successivamente all'introduzione di colture OGM è in gran parte dovuta ai cambiamenti delle tecniche agricole e all'aumento dell'irrorazione di fertilizzanti e prodotti chimici. Un recente studio condotto dal servizio di ricerca economica della USDA ha concluso che fra il 1995 e il 2011il costo medio per ogni acro di semi OGM di soia e di mais è aumentato rispettivamente del 325% e 259%
In questo stesso lasso di tempo, fra il 1995 e il 2011, la superficie piantata mais e soia transgenici OGM è cresciuta da meno del 20% circa, a più di 80-90%. (49) Tutto sommato quindi, i rischi connessi con l'agricoltura OGM superano largamente i benefici. Mentre la modificazione genetica come strumento in generale non è intrinsecamente negativa né positiva (tenuto conto anche di altri campi di applicazione), la storia del suo uso indica però che il prodotto transgenico è utilizzato massimamente per aumentare i profitti a breve termine per le società di biotecnologie agricole a scapito dei consumatori, piccoli agricoltori e dell'ambiente. L'agricoltura industrializzata è già di per sè una sfida alla sostenibilità, e gli esempi che ci arrivano da tutto il mondo ci dimostrano il livello estremamente più pesante di afflizione che viene toccato con l'aggiunta degli organismi transgenici, a questo già devastante tipo di agricoltura.
Tuttavia, nel mercato attuale, lo sviluppo di organismi geneticamente modificati (OGM) richiede massicci investimenti, che poi spinge la necessità di ritorni economici massicci. Guardando il piccolo numero di tecnologie transgeniche in uso oggi in campo agricolo, risulta evidente che la natura della selezione favorisce un certo insieme di colture che sono più adatte alla coltivazione su larga scala, intensiva, meccanizzata. Questo è amplificato dallo sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale sui semi OGM, i materiali occorrenti per la crescita (pesticidi prodotti spesso dalla stessa azienda che produce i semi OGM) e gli strumenti complessivi utilizzati per l'ingegneria genetica. Nel suo stato attuale, l'obiettivo principale dell'agricoltura transgenica OGM è solamente quello di aumentare le vendite di semi e di taluni prodotti chimici a cui i semi sono resistenti.
RISCHIO Ambientale. L'agricoltura transgenica rafforza molti degli aspetti più dannosi della monocoltura e della meccanizzazione. Questi includono la perdita di biodiversità, l'uso di agro-chimici, e l'accelerato esaurimento del suolo. Inoltre, il materiale genetico transgenico può diffondersi oltre l'area prevista tramite impollinazione incrociata e incroci, e così potenzialmente ha la possibilità di migrare attraverso la specie.
RISCHI sociali. I cambiamenti demografici che hanno accompagnato la commercializzazione e l'adozione degli OGM mostrano un disegno inquietante, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. I piccoli agricoltori rimangono spesso intrappolati dai costi di licenza dei semi e altri costi di accesso sempre in crescita. Inoltre, l'esasperazione dell'esportazione esportato per elaborazione può aggravare l' approvvigionamento alimentare locale e i problemi legati qualità della produzione.
RISCHI di Governance e regolamentazione. Il sistema di proprietà intellettuale consentendo i brevetti aziendali sugli organismi, apre la porta ad una serie di pratiche commerciali eticamente problematiche. Le società biotech agricole hanno anche ripetutamente utilizzato la loro indebita influenza sugli arbitri del mercato per guadagnare l'approvazione del prodotto, eludere i regolamenti, e sopprimere il dissenso provocato dagli studi indipendenti in materia.
RISCHI reputazione. I consumatori stanno diventando sempre più istruiti sulle loro abitudini alimentari e le conseguenze di queste scelte. Oltre a generare domande concernenti gli effetti sulla salute, nutrendosi con prodotti contenenti OGMtransgenici, la diffusione di queste informazioni fa accumulare le percezioni negative sulla società del biotech agricolo e l'industria del transgenico nel suo complesso.
RISCHIO finanziario. Rese disponibili le informazioni e la scelta, un numero sempre crescente di consumatori (e di aziende commerciali che a loro si rivolgono) stanno rifiutando gli OGMtransgenici. Il mercato, soprattutto fra i consumatori dei paesi ricchi, ha spinto le colture OGM verso la fascia bassa del mercato, dove si possono reperire ora una scelta a buon mercato di mangimi per animali, materia prima per i biocombustibili e, alimenti pesantemente trasformati. Le aziende biotech agricole inoltre devono vedersela con spese processuali, insediamenti, e 'oneri di ristrutturazione' derivanti dalla non riuscita distribuzione dei prodotti transgenici.
Conclusioni.
Le argomentazioni a favore della generazione attuale di prodotti geneticamente modificati non sono efficaci, semplicemente perchè non includono mai i necessari test su periodi di tempo prolungati, nè includono test indipendenti dai controlli di chi i transgenici li produce e li distribuisce. Invece, le multinazionali del transgenico manipolano: i controllori deputati a tale compito, gli istituti di ricerca, e i media. Queste multinazionali del bioteach hanno reiterato queste pratiche sistematicamente, ma ancora insistono propagandando che loro avrebbero a cuore i migliori interessi dei clienti. Il rifiuto recente di Monsanto di rendere pubblici i dati riguardanti gli effetti dei loro pesticidi e delle loro colture transgeniche sulle popolazioni di API, è indicativo della loro miopia e del disinteresse per qualsiasi essere o cosa che non siano i loro profitti (47). Inoltre, i loro transgenici non hanno dato i benefici promessi. In un'analisi di 77 studi condotti in otto paesi, da un team di scienziati statunitensi e francesi, è stato scoperto e dimostrato che quasi la metà delle specie dei principali parassiti sono diventati resistenti alle piante transgeniche di cotone Bt e mais Bt.
52) Passare all’offensiva contro gli Ogm: messa al bando del glifosato e l'etichettatura della filiera completa, inclusi i foraggi usati
Due proposte da discutere:
1) la messa al bando del glifosato in Italia e nell’Unione Europea e
2) l’etichettatura della filiera completa di carne e formaggi, compresi i foraggi usati
Gran parte delle iniziative che si prendono in Italia contro gli Ogm sono giuste e importanti ma quasi sempre improntate a una logica difensiva. L’analisi diffusa da otto scienziati amici di Via Campesina potrebbe consentire ora il passaggio da una fase di resistenza a un’offensiva contro le multinazionali, con una mobilitazione certo contadina ma anche di gran parte della popolazione. Due proposte da discutere: la messa al bando del glifosato in Italia e nell’Unione Europea e l’etichettatura della filiera completa di carne e formaggi, compresi i foraggi usati. Occorre infatti informare e boicottare la soia Ogm e piena di residui di pesticidi, anche proibiti in Ue, che arriva dall’America Latina, soprattutto da Brasile e Argentina. Viene usata nella maggioranza degli allevamenti intensivi in Italia ma è venduta anche nei consorzi della Coldiretti, che pure fa parte della task force contro gli Ogm.
di Antonio Lupo
I tentativi delle multinazionali europee e USA di estendere le coltivazioni Ogm in Europa, ora presenti in solo cinque Paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), continuano, sia con l’introduzione illegale di coltivazioni (vedi il caso Friuli), sia con tentativi di modifiche delle direttive europee. Proprio a seguito dell’introduzione illegale, circa due anni fa, di coltivazioni Ogm in Friuli, è nata la task force Per un’Italia libera da Ogm, forte di 39 associazioni (Acli, Adoc, Adiconsum, Adusbef, Aiab, Amica, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Assoconsum, As. Se. Me., Campagna Amica, Cia, Città del Vino, Cna Alimentare, Codacons, Coldiretti, Crocevia, Fai, Federconsumatori, Federparchi, Firab, Focsiv, Fondazione Univerde, Greenaccord, Greenpeace, Isde, Lega Pesca, Legacoop Agroalimentare, Legambiente, Lipu, Movimento dei consumatori, Movimento difesa del cittadino, Slow Food Italia, Symbola, Uecoop, Una.api, Unci, Upbio, Vas, Wwf), che chiede la “definitiva messa al bando della coltivazione di Ogm sul territorio italiano». Altre Associazioni NO OGM si sono ultimamente mobilitate per impedire che l’Europarlamento approvasse una proposta di modifica della Direttiva 2001/18, che limitava l’autonomia degli Stati nazionali in questo campo. Sono iniziative importanti, ma fondamentalmente difensive, rispetto alle strategie di attacco delle multinazionali. Una analisi aggiornata e con vere novità è arrivata con il documento “Perché le colture transgeniche (OGM) sono una minaccia per gli agricoltori, la sovranità alimentare, la salute e la biodiversità del pianeta” di Ana María Primavesi, Andrés E. Carrasco, Elena Álvarez-Buylla, Pat Mooney, Paulo Kageyama, Rubens Nodari, Vandana Shiva, Vanderley Pignati. E’ stato scritto da 8 scienziati, amici di Via Campesina, che l’ha inviato in allegato a una lettera al Papa l’aprile scorso, con la preghiera di pronunciarsi sulla intera questione.
A mio parere, il documento contiene una analisi (elenco in seguito le cose più significative), che ci permette di passare da una fase di resistenza a una di offensiva contro le multinazionali, mobilitando la maggioranza delle popolazioni, non solo quelle contadine.
1 - Dal 1996, anno in cui si sono cominciati a seminare Ogm, è aumentato il numero di malnutriti e obesi, un fenomeno che è ormai sinonimo di povertà, non di ricchezza
2 - I cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, l’acidificazione degli oceani, l’inquinamento e l’esaurimento di acqua dolce, l’erosione dei suoli, le quantità eccessive di fosforo e di azoto scaricate in mare e nei suoli e l’inquinamento chimico sono direttamente collegati al sistema industriale delle imprese di produzione alimentare, che hanno negli Ogm il loro paradigma centrale.
3 - Gli Ogm sono una tecnologia piena di incertezze e imprecisa, non sono naturali, si basano su un pensiero biologico riduzionista che è in un rapporto sempre più trasparente con l’ideologia che presiede l’egemonia neoliberista, negando conoscenze ormai consolidate sulla complessità e sulla “fluidità del genoma” , per cui i singoli geni fanno parte di una rete funzionale complessa.
4 – Le colture Ogm, in media, producono meno, per ettaro, delle colture ibride.
5 - I sei più grandi produttori di prodotti agrochimici controllano a livello mondiale il 76 per cento del mercato globale dei pesticidi e il 60 del mercato di semi a livello mondiale. Controllano anche il 100 per cento del mercato globale delle sementi transgeniche e preferiscono gli OGM per due motivi: gli Ogm sono brevettati, ed essendo resistenti ai pesticidi assicurano le vendite di entrambi i prodotti.
6 – Gli Ogm hanno comportato un aumento senza precedenti nell’uso dei pesticidi (erbicidi e altri pesticidi sempre più tossici), provocando enormi resistenze ai diserbanti. Sono proprio i pesticidi che danno alle multinazionali produttrici i maggiori profitti: il mercato della vendita di pesticidi è molto superiore a quella delle vendite di sementi.
7 – L’aumento di pesticidi usati si traduce in gravi problemi ambientali. Per il forte aumento dell’uso di pesticidi conseguente all’uso di OGM, esistono almeno 24 tipi di erbe dannose o invasive che sono resistenti al glifosato e sempre più sono le erbe resistenti a questo e ad altri pesticidi. E’ inevitabile la contaminazione con le colture non-Ogm, con quelle ibride e anche con quelle native o creole, sia per l’impollinazione dal vento e dagli insetti, o per il trasferimento, il trasporto e lo stoccaggio di cereali e semi. L’uso massiccio di pesticidi, insieme ai coadiuvanti e surfattanti loro associati, produce una contaminazione rapida e profonda delle acque e del suolo, anche ben oltre il sito di impianto. Il problema era già presente, ma si è aggravato con gli Ogm, e l’aumento di volumi usati.
8 - L’aumento di pesticidi usati si traduce in gravi problemi di salute pubblica. L’aumentato e senza precedenti uso di pesticidi legato agli OGM si somma all’uso di sostanze chimiche che già si utilizzavano, ma ne aumenta i volumi, la concentrazione dei principi attivi e dei residui negli alimenti, in modo esponenziale. L’Accademia di Medicina Ambientale negli Stati Uniti ha pubblicato la sua posizione sugli OGM nel 2009, esortando le autorità, “per la salute e la sicurezza dei consumatori”, ad istituire con urgenza una “moratoria sugli alimenti geneticamente modificati e l’attuazione immediata di test indipendenti e a lungo termine sulla sicurezza”. Tra gli effetti negativi, testati da vari studi su animali, menzionano “rischi seri”, tra cui la sterilità, la interferenza endocrina, l’invecchiamento accelerato, la alterata regolazione di geni associati con la sintesi del colesterolo, e la regolazione dell’insulina, cambiamenti nel fegato, reni, milza e sistema gastrointestinale. Un’altra revisione indipendente di articoli scientifici, realizzata dai ricercatori delle Università di Atene e Tessaglia dimostrano che le colture Ogm sono associate con effetti tossici, epatici, pancreatici, renali, riproduttivi e alterazioni ematologiche e immunologiche, come anche con possibili effetti cancerogeni. (Dona e Arvanitoyannis, 2009). L’aumento senza precedenti nell’uso e nella concentrazione dei pesticidi ha moltiplicato per cento volte il livello di residui negli alimenti e per autorizzare la soia OGM, diversi governi hanno dovuto consentire un aumento fino a 200 volte del volume dei residui di glifosato consentito negli alimenti. (Bøhn e Cuhra, 2014). In Europa, dove il consumo di soia Ogm è alto a causa degli alimenti trasformati e degli animali nutriti con mangimi OGM, tracce di glifosato sono state trovate nelle urine del 45 per cento dei cittadini testati in 18 città nel 2013 (Friends of the Earth Europe, 2013). Il glifosato, l’erbicida usato con gli OGM, ha effetti teratogeni, un’altra malattia cronica correlata al glifosato è il cancro. Più recentemente Samsel e Teneff hanno dimostrato un rapporto tra l’aumento dell’uso di glifosato e diverse malattie metaboliche, gastrointestinali, obesità, diabete, malattie cardiache, depressione, autismo, cancro, ecc (Samsel e Seneff, 2013b). Nella loro ultima pubblicazione entrambi i ricercatori associano l’aumento della celiachia al maggiore impiego di glifosato. Gli studi del Dr. Gilles-Eric Séralini al CRIIGEN, Università di Caen, Francia hanno mostrato che il 60-70 per cento dei ratti nutriti con mais OGM della Monsanto hanno sviluppato tumori, contro il 20-30 per cento nel gruppo di controllo, oltre a problemi epato-renali e di morte prematura.
9 - Dopo quasi 20 anni che sono sul mercato, il 99 per cento degli Ogm piantati nel mondo continuano ad essere quattro colture (soia, mais, colza, cotone), sono tutte commodity, ovvero merci industriali per l’esportazione, tutti sono gestiti da grandi aziende, dal seme al marketing, tutti sono foraggio per gli animali in cattività, biocarburanti e finalizzati a altri usi industriali.
10 – La stragrande maggioranza dei consumatori non vuole mangiare Ogm. Le aziende lo sanno, e per questo si oppongono all’etichettatura dei loro prodotti, spendendo decine di milioni di dollari per impedirlo. Se gli Ogm non dovessero comportare un danno, come essi sostengono, non dovrebbero avere alcun problema alla loro etichettatura.
11- La stragrande maggioranza di contadini e contadine si oppongono agli Ogm, perché rappresentano una minaccia alla loro precaria situazione economica, trasferendo i mercati, contaminando i loro semi, la terra e l’acqua.
Due proposte per una mobilitazione popolare
Insieme alla diffusione e adesione al documento integrale, che si può fare tramite il sito www.cibosostenibile.it, penso che possiamo e dobbiamo discutere, per trovare alcuni obiettivi su cui mobilitare una maggioranza di popolo, oggi istintivamente contraria a pesticidi e Ogm, ma poco informata
– Il primo obiettivo è:
a) chiedere l’etichettatura della filiera completa di carne e formaggi, compreso i foraggi usati, informare e
b) boicottare la Soia Ogm e piena di residui di pesticidi , anche proibiti in UE, che arriva dall’America Latina, soprattutto Brasile e Argentina, che viene usata praticamente nella maggioranza di allevamenti intensivi in Italia (ma è venduta anche nei consorzi della Coldiretti, che pure fa parte della task Force contro gli Ogm!)
– Il secondo obiettivo concreto può essere il richiedere il bando del glifosato in Italia e UE, un diserbante, usato anche in luoghi pubblici e da amministrazioni pubbliche, di cui è ormai provato i gravi danni alla salute
Ritengo che una mobilitazione con questi obiettivi rappresenterebbe anche un grosso traino alla mobilitazione contro il T-tip, che, se venisse approvato ( e non è chiaro quando potrebbe avvenire), peggiorerebbe enormemente la situazione europea già così incerta e lacunosa anche in questo campo.
Articolo di di Antonio Lupo
*Comitato Amigos Mst Italia http://comune-info.net/2014/10/ogm-pesticidi/
53) Rilevazione di residui del diserbante glifosato negli animali e nell'uomo
Da quando la soia OGM è arrivata nel nostro cibo, sono stati aumentati dalle autorità preposte i livelli massimo di residui (LMR) di glifosato nel cibo stesso (il glifosato è il principio attivo del diserbante/diseccante Roundup) del 233% (!!!!) da 6ppm a 20ppm. Perché sta aumentando il residuo di glifosato nella soia OGM? La spiegazione risiede nell'aumento di resistenza delle erbacce infestanti al glifosato, a questa resistenza gli agricoltori stanno rispondendo con dosi maggiori, e con più applicazioni del Roundup. La cosa più inquietante è che la massima quantità di glifosato tollerata non stata aumentata in base a nuove prove scientifiche, ma piuttosto, in risposta all'aumentata resistenza delle infestanti. Un importante studio del 2014 ha scoperto che quella sostanza, il glifosato, era frequentemente presente nelle urine delle popolazioni, con livelli ancor più elevati nei soggetti con malattie croniche. I livelli di residuo del glifosato aumentano... e così fanno le nostre fatture mediche.
Ricerca: Krüger, M., Schledorn, P., Schrödl, W., Hoppe, H. W., & Lutz, W. (2014) Detection of Glyphosate Residues in Animals and Humans. J Environ Anal Toxicol, 4: 2. http://www.ichnfm.org/library/GMOglyphosate-residues-in-animals-and-humans.pdf
Link: http://www.independentsciencenews.org/news/how-extreme-levels-of-roundup-in-food-became-the-industry-norm/
Link: http://www.gmwatch.org/index.php/news/archive/2014/15236-glyphosate-accumulates-in-roundup-ready-gm-soybeans-new-study
Link: Global Report, a pagina 200: http://www.unep.org/dewa/assessments/ecosystems/iaastd/tabid/105853/default.aspx
Link: http://www.gmwatch.org/index.php/news/archive/2014/15279-pesticide-approvals-misleading-and-roundup-most-toxic-of-9-pesticides-tested
54) La verità sulla tossina Bt
Avete per caso già sentito dai sostenitori dell'OGMtransgenico dire che in agricoltura biologica sono utilizzati insetticidi a base di Bt e tali insetticidi sono considerati sicuri? In agricoltura biologica l'uso degli spray al Bacillus thuringiensis (Bt), un batterio che dimora nel terreno, non ha nessun rapporto con il Bt sintetico utilizzato nell'ingegneria genetica in colture OGMtransgeniche. Gli stessi dati della detentrice del brevetto, la Monsanto, mostrano che il mais OGMtransgenico con la tossina Bt non è sicuro. Una re-analisi di dati della Monsanto ha riscontrato una tossicità epatica e renale nelle cavie alimentate con mais OGMtransgenico con la tossina Bt.
Il DNA della pianta del mais OGMtransgenico denominato Smartstax produce 6 versioni sintetiche della tossina Bt all'interno di ogni cellula del chicco di mais stesso. Queste tossine Bt sono pesticidi registrati e regolamentati dall'EPA (Ente USA per la protezione dell'ambiente). Le stesse tossine Bt sintetiche sono state trovate nel siero del sangue del 93% delle donne incinte, testate in uno studio svolto presso l'ospedale di Sherbrooke in Canada e nell l'80% del sangue cordonale dei loro bambini non ancora nati. Il livello di tossina Bt prodotto dal mais OGMtransgenico Smartstax è da 1.500 a 2.000 volte superiore alla dose di applicazione registrata nell'agricoltura biologica. E con una ulteriore differenza. La piccola dose di Bt irrorata in agricoltura biologica è una tantum, ovvero una o due volte per stagione, il chicco di mais OGMtransgenico con la tossina Bt incorporata, produce la tossina Bt fin dal primo momento che è messo a dimora, e non smette mai !... Ne avete sentito abbastanza?
INDEPENDENT SCIENCE SUGGESTS CAUSE FOR CONCERN: http://www.gmofreeusa.org/research/bt-bacillus-thuringiensis-studies/
leggi anche: http://www.gmwatch.org/component/content/article/13142
DANNI CAUSATI DAGLI OGM AGLI ORGANISMI SUPERIORI
- 1) OGM - DANNI AGLI ORGANISMI SUPERIORI – ANFIBI
a) Roundup, impatto letale su acquatici e anfibi terrestri
Un team di biologi statunitensi condotto da Rick A. Relyea del Dipartimento di scienze biologiche dell'università di Pittsburgh, ha studiato l’effetto del diseccante Roundup sugli anfibi e spiega che «I pesticidi costituiscono un' importante aggiunta antropica alle comunità naturali. Nelle comunità acquatiche, la grande maggioranza degli impatti dei pesticidi sono stati determinati da esperimenti "singlespecies" condotti in condizioni di laboratorio. Anche se questo è un protocollo essenziale per identificare rapidamente gli impatti diretti dei pesticidi sugli organismi, impedisce una valutazione degli effetti, diretti e indiretti, dei pesticidi sugli organismi radicati nei loro naturali contesti ecologici».
Lo studio ha esaminato l'impatto dei 4 pesticidi più comuni a livello mondiale: 2 insetticidi, carbaryl (Sevin) e malathion, due erbicidi, al glifosato (Roundup) e il 2,4-D, sulla biodiversità delle comunità acquatiche contenenti alghe e 25 specie di animali. E' venuto fuori che «La ricchezza di specie è stata ridotta del 15% con il Sevin, del 30% con malathion, e del 22% con il Roundup, mentre il 2,4-D non ha avuto effetto. Entrambi gli insetticidi hanno ridotto la diversità zooplancton eliminando cladoceri ma non i copepodi (quest'ultimi sono aumentati in abbondanza). Gli insetticidi hanno anche ridotto la diversità e la biomassa di insetti predatori e hanno avuto un apparente effetto indiretto positivo sulle varie specie di girini, ma non hanno avuto effetto sulle lumache. I due erbicidi non hanno avuto effetti su zooplancton, insetti predatori o lumache. Inoltre, l'erbicida 2,4-D non ha avuto alcun effetto sui girini. Tuttavia, il roundup ha completamente eliminato due specie girini e quasi sterminato una terza specie, con un conseguente calo del 70% dell'abbondanza delle specie di girini».
Relyea sottolinea che «Questo studio rappresenta una delle più estese indagini sperimentali sugli effetti dei pesticidi sulle comunità acquatiche e offre una prospettiva globale sugli impatti dei pesticidi quando gli organismi non bersaglio vengono esaminati all'interno di condizioni ecologicamente rilevanti».
Dallo studio emerge che il roundup, un erbicida sistemico ad ampio spettro, in concentrazioni sub-letali ma rilevanti per l'ambiente ha causato cambiamenti morfologici in due specie di anfibi, ed è questa la prima ricerca a dimostrare che un pesticida può indurre cambiamenti morfologici in un vertebrato.
I ricercatori evidenziano: «Dato che i girini modificano la loro forma del corpo per adattarsi all'ambiente, una forma del corpo che non si adatta l'ambiente può mettere gli animali in un netto svantaggio. Questa scoperta evidenzia il fatto che i pesticidi, che sono importanti per la produzione vegetale e la salute umana, possono avere conseguenze impreviste per le specie che non sono l'obiettivo del pesticida. Gli erbicidi non sono progettati per colpire gli animali, ma stiamo imparando che possono avere una vasta gamma di effetti sorprendenti, modificando il modo in cui lavorano gli ormoni nei corpi degli animali. Questo è importante perché gli anfibi servono non solo come un barometro della salute dell'ecosistema, ma anche come un indicatore di potenziali pericoli per le altre specie della catena alimentare, compresi gli esseri umani». Il roundup, venduto sotto diverse etichette in tutto il mondo, tra le quali Vision, è l'erbicida numero uno nel mondo e la Monsanto non l'ha presa bene, e sul suo sito web ha accusato la ricerca di scarsa accuratezza, ma il team dell'università di Pittsburgh ha risposto seppellendola sotto una valanga di dati e studi. Per determinare l'effetto del roundup sui girini negli stagni, il team di Relyea ha aggiunto, attenendosi alle quantità undicate nelle etichette, il roundup negli stagni mesocosmi (serbatoi esterni da 1000 litri che contenevano le alghe, zooplancton, lumache, girini e numerose specie di insetti predatori). Dopo due settimane i ricercatori hanno determinato il numero di girini sopravvissuti. Il risultato è stato una morte diffusa per molte specie di anfibi esposti al roundup rispetto agli anfibi nei serbatoi di controllo. Inoltre, il tasso di mortalità era molto più alto del previsto sulla base di studi precedenti sul Roundup.
I ricercatori respingono le critiche della mutinazionale ed evidenziano che «Tutto il lavoro è stato finanziato dalla National Science Foundation del governo degli Stati Uniti. Questa ricerca non è anti-pesticidi, anti-agricoltura o anti-agenda forestale. Abbiamo semplicemente posto la domanda: "Cosa succede ai girini se il roundup è presente negli habitat acquatici?"»
E Relyea rispondendo alla Monsanto che diceva che il roundup è destinato esclusivamente ad un utilizzo a terra e non nell'acqua, ricordato che «Ci sono prove schiaccianti che roundup penetri negli habitat acquatici, normalmente attraverso "overspray" involontario (o inevitabile) e aereo. Inoltre, in alcuni Paesi al di fuori del Nord America, il roundup viene spruzzato direttamente sull'acqua per controllare le piante acquatiche emergenti. Si tratta di una conoscenza relativamente comune che il roundup non dovrebbe essere applicato a grandi stagni e laghi, ma è meno comunemente conosciuto che la maggior parte degli anfibi non si riproducono in grandi stagni e laghi a causa della predazione da parte di pesci. Invece, le piccole zone umide temporanee che possono sembrare poco importanti e di solo 15 cm di acqua possono, infatti, produrre migliaia di girini tra cui molte specie che si riproducono solo nelle zone umide temporanee. Queste piccole pozze temporanee non sono evitate o non sono evitabili dalle applicazioni di pesticidi aeree. Il roundup non è solo letale per i girini, un nuovo studio ha scoperto che può essere mortale per rane e rospi terrestri».
http://www.greenreport.it/_archivio2011/?page=default&id=+15310
e: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202121990550547&set=np.93189335.1603594232&type=1&theater¬if_t=close_friend_activity
Relyea, R. A. (2005). The impact of insecticides and herbicides on the biodiversity and productivity of aquatic communities. Ecological applications,15(2), 618-627.
http://www.esajournals.org/doi/abs/10.1890/04-1291
- 2) OGM - DANNI AGLI ORGANISMI SUPERIORI - VERTEBRATI
2a) Con Roundup proliferazione di batteri mortali nel microbiota
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Current Microbiologydal titolo "The Effect of Glyphosate on Potential Pathogens and Beneficial Members of Poultry Microbiota In Vitro," ha scoperto che il principio attivo dell’erbicida Roundup della Monsanto, noto come glyphosate, influenza negativamente i batteri gastrointestinali di pollame in vitro. I ricercatori hanno presentato la prova che i batteri altamente patogeni hanno resistito glifosato, mentre batteri benefici erano da moderatamente a molto sensibili ad esso.
Alcune delle specie benefiche che sono soppresse dal glifosato sono: Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Bacillus badius, Bifidobacterium e Lactobacillus adolescentis spp. Le specie patogene che shanno resistito alla tossicità del glifosato sono: Salmonella Entritidis, Salmonella Gallinarum, Salmonella Typhimurium, Clostridium perfringens e Clostridium botulinum.
I ricercatori hanno dichiarato che: "Una riduzione di batteri benefici nel microbiota del tratto gastrointestinale per ingestione di glifosato potrebbe disturbare la normale comunità batterica intestinale. " Ancora più allarmante era la loro osservazione che la tossicità del glifosato sulle specie benefiche prevalenti, Enterococcus, "potrebbe essere un fattore significativamente predisponente associato con l'aumento delle malattie botuliniche da clostridi sopprimendo l'effetto antagonista di questi batteri su clostridi stessi.” "I Clostridi sono una classe di batteri anaerobi tra cui alcuni dei più pericolosi che l'uomo conosca, come la C. tetani e C. botulinum , che producono il tetano e la tossina botulinica, rispettivamente.”
Si consideri che la tossina botulinica è la sostanza tossica più acuta che si conosca, e che nonostante il fatto che è approvato dalla FDA per l'uso "estetico", ad esempio iniezioni di Botox, essa è visto come una potenziale arma biologica perché ci vogliono solo 75 miliardesimi di grammo ( 75 ng) per uccidere una persona del peso di 75 kg. E 'stato stimato che solo 1 kg sarebbe sufficiente per uccidere l'intera popolazione umana.
I ricercatori hanno notato che i ceppi benefici sensibili al glifosato, bifodobacteria, lattobacilli, propionibatteri ed enterococchi sono noti per inibire la crescita di C. botulinum. Hanno anche scoperto che Salmonella e E.coli, ceppi patogeni, sempre trovati contaminare prodotti avicoli, erano altamente resistenti al glifosato. Infine, i ricercatori hanno osservato che il glifosato ha anche il potenziale di indurre mutazioni genetiche all'interno di batteri, rendendo possibile ad un nuovo livello di patogenicità di emergere, a seguito di esposizione cronica a questa sostanza chimica.
http://www.greenmedinfo.com/blog/roundup-herbicide-linked-overgrowth-deadly-bacteria Shehata, A. A., Schrödl, W., Aldin, A. A., Hafez, H. M., & Krüger, M. (2013). The effect of glyphosate on potential pathogens and beneficial members of poultry microbiota in vitro. Current microbiology, 66(4), 350-358. Lo studio:
http://link.springer.com/article/10.1007/s00284-012-0277-2
2b) Gli Ingredienti cosidetti inattivi in formulazioni di erbicidi, sono attivamente tossici.
Un problema fondamentale è connesso con le valutazioni tossicologiche sul rischio degli agrochimici (e nuove sostanze chimiche artificiali in genere), vale a dire, queste valutazioni non tengono conto della realtà di tossicologici sinergici, cioè l'amplificazione dei danni associati con più esposizioni chimiche che si verificano simultaneamente.
I coadiuvanti nelle formulazioni di glifosate non solo aumentano la tossicità del glifosato - essi stessi sono altamente tossici. Infatti, uno studio pubblicato sulla rivista Toxicology settembre 2012 dal titolo " Ethoxylated adjuvants of glyphosate-based herbicides are active principles of human cell toxicity," ha trovato che 24 ore di esposizioni su linee cellulari epatiche, embrionali e placentari a concentrazioni basse come 1 ppm - Una dose ben al di sotto delle dosi ambientali e occupazionali "accettabili" – provocano effetti negativi sulla respirazione cellulare e sull'integrità della membrana. Gli autori hanno riferito i loro risultati in quanto tali:
“Nel complesso, questi risultati sfidano la definizione di valori guida come la dose giornaliera accettabile di glifosato, quando queste si basano per lo più su un lungo periodo di test in vivo del solo glifosato. Poiché pesticidi vengono sempre utilizzate con coadiuvanti che potrebbero cambiare la loro tossicità, la necessità di valutare tutta la loro formulazione come miscela diventa evidente. Questo mette in discussione il concetto di principio attivo di pesticidi per le specie non bersaglio.”
Che il consumatore di alimenti contaminati da OGM deve capire è che il glifosato, e per i numerosi ingredienti non sufficientemente testati "inattivi" spruzzati su questi alimenti, entrare nel corpo e hanno reali, effetti negativi che sono cumulative, anche se per lo più subclinici.
http://www.greenmedinfo.com/blog/research-roundup-herbicide-toxicity-vastly-underestimated
Abstract I pesticidi sono sempre utilizzati in formulazioni come miscele di un principio attivo con coadiuvanti. Glyphosate, il principio attivo del pesticida più diffuso nel mondo, è un erbicida che dovrebbe essere specifico sul metabolismo vegetale. I suoi coadiuvanti sono generalmente considerati come diluenti inerti. Dato che gli effetti collaterali per tutti questi composti sono stati rivendicati, abbiamo studiato i potenziali principi attivi per la tossicità sulle cellule umane per 9 formulazioni a base di glifosato. Per questo abbiamo dettagliato le loro composizioni e tossicità, e come controlli abbiamo usato un coadiuvante importante (il tallowamine polietossilato POE-15), il solo glifosato, e una formulazione totale, senza glifosato. Questo è stato eseguito dopo 24 h di esposizione su linee cellulari epaticche (HepG2), embrionali (HEK293) e placentati (JEG3). Abbiamo misurato le attività mitocondriali, degradazioni di membrana, e caspasi 3/7 attività. Le composizioni di coadiuvanti sono stati analizzati mediante spettrometria di massa. Qui mostriamo che tutte le formulazioni sono più tossiche del glyphosate, e separammo sperimentalmente tre gruppi di formulazioni differenziali tossiche secondo le loro concentrazioni in coadiuvanti etossilati. Tra questi, il POE-15 appare chiaramente essere il principio più tossico contro le cellule umane, anche se gli altri non sono esclusi. Si inizia ad essere attivo con effetti negativi sulla respirazione cellulare e sull'integrità della membrana al dosaggio tra 1 e 3 ppm, a dosi ambientali/occupazionali. Dimostriamo inoltre che il POE-15 induce necrosi quando si verifica il primo processo micellizzazione, mentre il glifosato è noto per promuovere effetti interferenza endocrina dopo l'immissione nelle cellule. Nel complesso, questi risultati sfidano la definizione di valori guida come la dose giornaliera accettabile di glifosato, quando queste si basano per lo più su un lungo periodo di test in vivo di solo glifosato. Poiché pesticidi vengono sempre utilizzate con coadiuvanti che potrebbero cambiare la loro tossicità, la necessità di valutare tutta la loro formulazione come miscele diventa evidente. Questo mette in discussione il concetto di principio attivo di pesticidi per le specie non bersaglio.
Mesnage, R., Bernay, B., & Séralini, G. E. (2013). Ethoxylated adjuvants of glyphosate-based herbicides are active principles of human cell toxicity.Toxicology, 313(2), 122-128. doi.org/10.1016/j.tox.2012.09.006 http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0300483X12003459
2c) Il Roundup prodotto dalla multinazionale Monsanto è 125 volte più tossico del suo principio attivo, il glyphosate
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Biomedical Research International rivela che nonostante la notorietà ancora relativamente benigna di prodotti agrochimici come l'erbicida Roundup, prove di regolamentazione svolte su molte formulazioni chimiche su cui il sistema agricolo moderno dipende, rivelano che sono molto più tossiche del proprio principio attivo. L’erbicida Roundup, per esempio, è risultato essere 125 volte più tossico suo principio attivo glifosato studiato in isolamento. Intitolato "Major pesticides are more toxic to human cells than their declared active principles", lo studio ha valutato in quale misura la tossicità del principio attivo (AP) e i cosiddetti “ingredienti inerti”, cioè coadiuvanti, in formulazioni popolari a livello globale sia rappresentata nei 9 principali pesticidi: 3 erbicidi, 3 insetticidi, e 3 fungicidi.
Il documento descrive come l'industria agrochimica nasconda la vera tossicità delle loro formulazioni chimiche, concentrandosi sui rischi per la salute associati al solo "principio attivo" (AP) nelle loro formulazioni complesse, e prepara il pubblico ad un avvelenamento di massa attraverso la determinazione di un 'livello accettabile di danno' tramite il calcolo della cosiddetta 'dose giornaliera accettabile (DGA)' sulla base del profilo di rischio tossicologico di un solo ingrediente:
"I pesticidi sono utilizzati in tutto il mondo come miscele chiamati formulazioni. Essi contengono coadiuvanti, che vengono spesso mantenuti confidenziali e sono chiamati inerti da parte delle aziende produttrici, oltre a un principio attivo dichiarato (AP), che è l'unico testato secondo le normative in test tossicologici eseguiti sui mammiferi. Ciò consente il calcolo della dose giornaliera accettabile (DGA), il livello di esposizione che si ritiene essere sicuro per gli esseri umani nel lungo termine, e giustifica la presenza di residui di tali antiparassitari a livelli "ammissibili" nell'ambiente e negli organismi. Solo l'AP e un metabolita sono usati come marcatori, ma ciò non esclude la presenza di coadiuvanti, che sono penetranti cellulari. Il problema del rischio tossicologico sottovalutato è così grave che i ricercatori descrivono la ricerca precedente che ha trovato l’inattesa tossicità nei cosiddetti coadiuvanti "inerti" che erano fino a 10.000 volte più tossici del cosiddetto principio attivo, rivelando loro di essere una maggiore fonte di effetti collaterali secondari rispetto al glifosato stesso.
Hanno inoltre noto che questo 'tossicità sinergica' potrebbe spiegare i risultati della precedente ricerca sugli animali a lungo termine in cui le formulazioni a base di glifosato hanno mostrato tossicità nella gamma di parti per trilione (0,1 parti per miliardo) che non poteva essere spiegato con il solo glifosato.
Il metodo di prova e risultati:
Al fine di verificare la tossicità delle varie formulazioni chimiche e dei loro ingredienti, i ricercatori hanno utilizzato linee cellulari umane embrionali (HEK293), placentari (JEG3), ed epatiche (HepG2) "perché sono ben caratterizzate e validate come modelli utili per testare la tossicità di pesticidi, corrispondente a quanto osservato su tessuto fresco o cellule primarie. Essi hanno rilevato che queste linee cellulari sono addirittura in alcuni casi meno sensibili rispetto alle cellule primarie, e quindi non la sopravvalutano tossicità cellulare."
I risultati dello studio sono stati chiari. Fatta eccezione per un antiparassitario (Matin), "Tutte le formulazioni erano citotossiche e di gran lunga più tossica dei principi attivi.
Principali risultati inclusi:
* Su cellule umane, tra i prodotti testati, i fungicidi erano i più tossici essendo citotossici in dosi 300-600 volte inferiori alle diluizioni agricole, seguiti da erbicidi (tranne Matin) e poi insetticidi.
* In tutti i tipi di cellule, i fungicidi sono risultati essere i più tossici (media LC50 12 ppm).
* L'erbicida Roundup (LC50 63ppm) per tossicità era, accanto ai fungicidi, due volte più tossico come Starane, e più di 10 volte tossico come i 3 insetticidi, che rappresentano il gruppo meno tossico (media LC50 720ppm).
Discussione
I ricercatori hanno notato che il loro era il primo studio per testare tutti questi formulati pesticidi sulle cellule umane a concentrazioni ben al di sotto delle diluizioni agricole - che indica la rilevanza dei loro risultati sulle esposizioni umane giornalmente.
I ricercatori hanno notato che nel presente studio, le cellule sono state esposte a sostanze chimiche per non più di 48 ore, ma in precedenti ricerche hanno osservato un aumento della tossicità con il tempo (vale a dire "amplificando il tempo di effetto"), tale che "la tossicità differenziale tra il glifosato AP [principio attivo] e Roundup è aumentato di 5 volte in 72 ore.
In conformità con questo fenomeno, portano l'esempio:
Per esempio, in questo esperimento, dopo 24h, 63ppm di Roundup è risultato essere tossico per le cellule, ma nel nostro esperimento precedente, dopo due anni in ratti, solo 0.1ppb di Roundup è risultato essere sufficiente a provocare patologie.
I coadiuvanti nei pesticidi sono generalmente dichiarati come inerti, e per questo motivo non sono testati in esperimenti di regolamentazione a lungo termine. È quindi molto sorprendente che amplifichino fino a 1000 volte la tossicità dei loro principi attivi nel 100% dei casi in cui sono indicati per essere presente dal costruttore. Infatti, la tossicità differenziale tra formulazioni di pesticidi e loro AP ora sembra essere una caratteristica generale della tossicologia dei pesticidi. Come abbiamo visto, il ruolo dei coadiuvanti è aumentare solubilità dell’AP e proteggerlo dal degrado, aumentando la sua emivita, aiutando la penetrazione cellulare, e quindi migliorare la sua attività pesticida e di conseguenza gli effetti collaterali. Essi possono anche aggiungere la loro tossicità. La definizione di coadiuvanti come "inerti "è dunque una sciocchezza, anche se la US Environmental Protection Agency ha recentemente cambiato la denominazione per gli altri ingredienti: i coadiuvanti antiparassitari devono essere considerati come "composti attivi tossici".
Secondo i ricercatori, erbicida Roundup è emblematico della dissonanza cognitiva tra realtà scientifica e diritto industriale alla convinzione ancora diffusa che molte delle sostanze chimiche abitualmente applicate alle nostre colture alimentari e mangimi sono relativamente sicure:
Essi concludono lo studio con le seguenti osservazioni:
"[A] n esposizione ad un singolo formulato pesticida deve essere considerata come una co-esposizione a un principio attivo e ai coadiuvanti. Inoltre, lo studio degli effetti combinatori dei vari AP insieme può essere molto secondaria se la tossicità delle combinazioni di ogni AP con i suoi coadiuvanti sono trascurati o sconosciuti. Anche se tutti questi fattori fossero conosciuti e presi in considerazione nel processo di regolamentazione, ciò non escluderebbe un effetto perturbatore endocrino di sotto della soglia di tossicità. Le prove croniche di pesticidi potrebbero non riflettere rilevanti esposizioni ambientali se un solo ingrediente è testato da solo."
http://livefreelivenatural.com/new-study-roundup-herbicide-125x-toxic-regulators-claim/
Mesnage, R., Defarge, N., Spiroux de Vendômois, J., & Séralini, G. E. (2014). Major pesticides are more toxic to human cells than their declared active principles. BioMed research international, volume 2014, Article ID 179691, 8 pages. http://dx.doi.org/10.1155/2014/179691
http://www.hindawi.com/journals/bmri/2014/179691/
- 3) OGM - DANNI AGLI ORGANISMI SUPERIORI - MAMMIFERI
3a) Alterazioni al sistema immunitario intestinale con il mais MON 810
L'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione Italiano, ha pubblicato un rapporto on-line nel Journal of Food Chimica Agraria documentando perturbazioni significative nel sistema immunitario di giovani e vecchi topi che sono stati alimentati col mais geneticamente modificato MON 810.
Il mais GM e la varietà dei genitori non-GM da cui è stato tratto, sono state coltivate simultaneamente in campi vicini a Landriano, Italia, dai semi forniti da Seeds Emporda (Girona, Spagna).
I mais GM e non GM sono stati anche analizzati per i livelli di aflatossine fungine B1, B2, G1, G2, fumonisina B1 (FB1), deossinivalenolo (DON), ocratossina, e zeralenon, che spesso contaminano chicchi di granturco. I valori erano inferiori al massimo consentito in Europa, tranne FB1 (1350 e 2450 mg/kg) e DON (1300 e 650 mg/kg) in GM e mais non GM rispettivamente. I topi in svezzamento, 21 giorni di età, sono stati alimentati con le diete per 30 e 90 giorni, e i vecchi topi, da 18 a 19 mesi, sono stati alimentati per 90 giorni sulle diete sperimentali.
Non ci sono state differenze di peso corporeo medio o negli alimenti consumati tra i topi GM-fed e di controllo. Queste sono le caratteristiche "agronomiche" tipicamente misurate in prove di alimentazione, e troppo spesso, le uniche caratteristiche misurate.
Il numero totale dei globuli bianchi nel piccolo intestino, milza e sangue non erano diverse. Tuttavia, c'erano differenze significative nelle percentuali di cellule T e B, e di CD4+, CD8+, GDT+, e MBT+ nei gruppi sia in svezzamento che vecchi topi che sono stati nutriti con GM per 30 e 90 giorni, rispettivamente, rispetto ai gruppi di controllo. Questi cambiamenti sono apparsi nell'intestino, milza e sangue, e sono stati accompagnati da aumento delle citochine nel sangue IL-6, IL-13, IL-12p70, e MIP-1b, tutti coinvolti in risposte allergiche e infiammatorie.
Questi cambiamenti non sono stati rilevati nei topi alimentati con la dieta commerciale pellet non-GM.
I disturbi immunitari sono significativi anche in vista dei risultati provenienti da un altro laboratorio; l’analisi proteomica ha individuato 43 proteine che erano regolate nei semi di mais MON 810 rispetto al ceppo parentale, tra le quali la 50 kDa g-Zein , un noto proteina allergenica, che non era presente nel ceppo parentale.
E 'chiaro che la modificazione genetica è intrinsecamente pericolosa, come sempre comportando cambiamenti imprevedibili e incontrollabili nel genoma e epigenome (pattern di espressione genica) avendo un impatto sulla sicurezza.
Gli autori italiani hanno concluso che "i risultati ottenuti indicano che il consumo di granturco MON810 utilizzato nel presente studio ha indotto alterazioni nella risposta immunitaria intestinale e periferica nei soggetti”.
http://www.i-sis.org.uk/MON810gmMaizeMiceImmuneSystem.php
Finamore A, Roselli M, Britti S, et al. (2008), Intestinal and peripheral immune response to MON 810 maize ingestion in weaning and old mice. J Agric. Food Chem. 2008; 56(23):11533-11539.
http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/jf802059w
il testo in pdf: http://www.giovannimonastra.info/documenti_pdf/Monastra_J_Agr_Food_Chem_2.pdf
3b) Cambiamenti morfologici e biochimici nei ratti nutriti con mais ogm
Questo studio è stato effettuato per valutare la sicurezza delle colture di mais geneticamente modificato (GM), Mon 810 Ajeeb YG. Chicchi di mais da Ajeeb YG o di quello usato come controllo (Ajeeb) sono stati inseriti nella dieta dei roditori in concentrazioni del 30% e somministrati ai ratti (n = 10/group) per 45 e 91 giorni. Un ulteriore gruppo di controllo negativo dei ratti (n = 10/group) è stato alimentato diete AIN93G.(questa sarebbe una formulazione purificata di vari ingredienti senza prodotti gm). Le condizioni generali sono state osservate giornalmente, mentre il peso corporeo totale è stati registrato settimanalmante. Al termine dei periodi di studio sono stati misurati alcuni organi viscerali (cuore, fegato, reni, testicoli e milza) e la biochimica del siero. I dati hanno mostrato parecchie differenze statisticamente significative negli organi/peso corporeo e nella biochimica del siero tra i ratti nutriti con mais OGM e/o non-OGM e i ratti alimentati con diete AIN93G. In generale, ad esempio, il mais GM ha causato parecchi cambiamenti aumentando o diminuendo il peso degli organi, il peso corporeo o valori biochimica del siero. Questo indica potenziali effetti negativi e tossici sulla salute del mais GM e sono quindi necessarie ancora ulteriori indagini.
http://www.gmfreecymru.org/pivotal_papers/crucial46_and_47.html
Gab-Alla A. A., El-Shamei Z.S., Shatta A.A., Moussa E.A., and Rayan A.M., (2012), Morphological and Biochemical Changes in Male Rats Fed on Genetically Modified Corn. Journal of American Science 8(9), p. 1117-1123
Il testo completo in pdf:
19 luglio 2013 - I mangimi a base di soia e mais geneticamente modificati provocano un alto tasso di infiammazione allo stomaco dei maiali che se ne nutrono e un aumento statisticamente significativo di peso dell’utero.
È quanto emerso da uno studio tossicologico condotto per circa 23 settimane da un team di ricercatori Usa e australiani della Flinders University su maiali nutriti con organismi geneticamente modificati. I mangimi destinati ai suini comprendevano differenti varietà di mais e soia GM, contenenti proteine per la resistenza agli insetti e la tolleranza all’erbicida a base di glifosato, comprese varietà “stacked” con più geni di resistenza nella stessa pianta, approvati alla coltivazione e comunemente usati nella mangimistica.
Obiettivo dei ricercatori era quello di misurare gli effetti di una dieta contenente ingredienti transgenici sugli organi dei maiali (fisiologicamente simili agli esseri umani, in particolare per quanto riguarda le osservazioni gastrointestinali), rispetto ad una alimentazione composta da mangime convenzionale e sostanzialmente equivalente.
Il confronto ha riguardato il periodo di vita media di un suino, dallo svezzamento alla macellazione, e dai risultati dell’autopsia è emerso che le femmine del gruppo con dieta GM avevano un utero del 25% più pesante rispetto al gruppo di controllo non-GM.
L’esame degli organi ha evidenziato, inoltre, un tasso più elevato di infiammazioni dello stomaco nei suini nutriti con soia e mais transgenici (32% rispetto al 12%), sia per i maschi (22.2%) che per le femmine (41.7%), dovuti alla possibile interazione delle tossine cry con proteine recettive presenti nella parete intestinale dei mammiferi.
Nonostante la diffusa commercializzazione delle piante transgeniche, la ricerca australiana costituisce il primo studio a lungo termine che documenti gli esiti tossicologici sul sistema gastrointestinale e riproduttivo dei suini, e gli autori hanno sottolineato la necessità di effettuare ulteriori indagini per approfondire tali aspetti, preferibilmente prima della approvazione delle piante transgeniche, includendo anche le nuove varietà “stacked” di mais e soia di nuova generazione. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Journal of Organic Systems (JOS)
Approfondimenti, Direct link to the study: ‘A long-term toxicology study on pigs fed a combined genetically modified (GM) soy and GM maize diet’
(or, same: http://gmojudycarman.org/wp-content/uploads/2013/06/The-Full-Paper.pdf)
Video intervista da parte del Dr. Joseph Mercola (esperto di salute naturale di fama internazionale) alla Dr. Judy Carman sui pericoli del cibo geneticamente modificato negli alimenti e in particolore dal minuto 2’23’’ sullo studio tossicologico della sua equipe (appena descritto sopra) che collega gli OGM nei mangimi animali, ad infiammazioni allo stomaco nei maiali in generale, ed ingrossamento dell'utero nelle scrofe: https://www.youtube.com/watch?v=D3um6JdHfcY
- “Gli esseri umani hanno un sistema digestivo simile a quello dei maiali, occorre quindi studiare se le persone, mangiando cibi transgenici (in U.S.A.), hanno problemi digestivi simili”. Dr Judy Carman. https://www.facebook.com/GMOFreeUSA/photos/a.468695639837571.108816.402058139834655/723182354388897/?type=1&theater
- Altra intervista sul tema dell’articolo e della sua ricerca scientifica, alla Dr. Carman: http://gmojudycarman.org/dr-judy-carman-gmo-pig-study/
- FOTO relativa allo stomaco di maiali nutriti con mangime transgenico e FOTO di maiali non nutriti con mangime transgenico: https://www.facebook.com/GmoJudyCarman/photos/a.445256368903621.1073741827.440334002729191/445256372236954/?type=1&theater
3d) Gli OGM, il glifosate e il domani
In un'intervista a Acres USA Magazine il Dr. Don Huber getta un sacco di luce sinistra sugli OGM, Roundup, e le colture Roundup Ready.
Dr. Huber è un patologo vegetale che si è specializzato in biologia e controllo dei funghi patogeni, ecologia microbica, controllo biologico, interazioni microbiche e fisiologia ospite-parassita. In breve, ha passato più di 50 anni come un patologo vegetale. Si è recentemente ritirato presso la Purdue University. Il Dr. Huber ha inviato una lettera al segretario dell'Agricoltura Tom Vilsack il 11 Gennaio 2011, mettendo in evidenza le sue preoccupazioni per OGM, il glifosato, e un organismo di recente scoperto che "promuove malattie delle piante e mammiferi, il che è molto raro." Questo nuovo organismo è legato direttamente agli OGM e l'erbicida Roundup (o altri erbicidi adesso contenenti glifosato.) Il glifosato è l'ingrediente attivo usato per uccidere la vegetazione. Il Roundup è stato utilizzato prevalentemente con le colture Roundup Ready fin dai primi anni 1990. Roundup è anche usato come spray commerciale per prati e giardini negli Stati Uniti.
Don Huber afferma che due tratti modificati rappresentano praticamente tutte le colture geneticamente modificate coltivate nel mondo di oggi. Una riguarda la resistenza agli insetti. L'altra, la modifica più inquietante riguarda l'insensibilità agli erbicidi a base di glifosato spesso conosciuti come Roundup, il nome del prodotto Monsanto. Il glifosato uccide tutto al suo passaggio, tranne le piante geneticamente modificate che gli resistono. Gli erbicidi a base di glifosato sono ora i diserbanti più utilizzati al mondo. Il glifosato è un partner essenziale per gli OGM che sono l'attività principale del fiorente settore biotech. Il glifosato è un erbicida "ad ampio spettro" che distrugge indiscriminatamente, non uccidendo direttamente le piante indesiderate, ma vincolando l'accesso ai nutrienti essenziali.
A causa del modo subdolo in cui opera, è stato commercializzato come un sostituto relativamente benigno per i precedenti erbicidi devastanti a base di diossina. Ma una raffica di dati sperimentali ha mostrato che il glifosato e gli alimenti OGM che lo incorporano pongono seri pericoli per la salute.
"C'è un crescente livello di glifosato nella nostra catena alimentare, e con i dati tossicologici che sono ora disponibili, i livelli sono spesso molte volte superiori il livello che preoccuperebbe molto seriamente dal punto di vista clinico. Alcuni di tali dati mostrano che anche livelli piuttosto bassi di glifosato, sono molto tossici per le cellule del fegato, cellule renali, cellule testicolari, e il sistema ormonale endocrino, e diventa importante perché tutti i sistemi sono correlati. Stiamo trovando alti livelli di glifosato nel letame e, naturalmente, questo si verifica a causa dell'alimentazione somministrata agli animali. È tutto di passaggio attraverso l'animale o è anche nella loro carne e nei loro tessuti? " Ad aggravare il rischio è la tossicità degli ingredienti "inerti" utilizzati per rendere il glifosato più potente. I ricercatori hanno scoperto, per esempio, che il POEA tensioattivo può uccidere le cellule umane , soprattutto quelle embrionali, della placenta e le cellule del cordone ombelicale. Ma questi rischi sono stati convenientemente e purtroppo ignorati. http://www.sonofafarmer.com/470/
Huber M. Don, (2011), GMOs Glyphosate & Tomorrow, Distinguished Professor, Scientist Reveals Growing, Multi-Faceted Problems in Glyphosate & Crops Created to Survive It. Interview, Agres, Vol. 41, No. 5, p 1-9.
http://www.docstoc.com/docs/79094684/GMOs_-Glyphosate-_amp-Tomorrow
Il testo dell’articolo completo in pdf:
http://www.organicconsumers.org/artman2/uploads/1/May2011_Huber.pdf
https://www.facebook.com/photo.php
3f) Il mais OGM provoca la morte degli spermatogoni
In questo studio egiziano, l'esame istopatologico è stato effettuato su ratti alimentati mais GM, ed i risultati sono stati confrontati con i ratti alimentati con mais non-GM. Lo studio ha trovato chiari segni di organo-patologie nel gruppo alimentato con GM, soprattutto nel fegato, rene e intestino tenue. Un esame dei testicoli ha rivelato la necrosi (morte) e desquamazione (spargimento) delle spermatogoni che sono alla base degli spermatozoi e della fertilità maschile, e tutto questo dopo solo 91 giorni di alimentazione.
MON 810 - Ajeeb YG (Monsanto) è un mais geneticamente modificato (OGM) per resistere agli insetti e in particolarmodo è resistente alla piralide.
La sicurezza del mais Ajeeb YG è stata valutata mediante il confronto delle variabili di risposta tossicologiche in ratti che consumano diete contenenti Ajeeb YG (OGM) con quelli contenenti chicchi di mais Ajeeb (non gm). Chicchi di mais da Ajeeb YG o Ajeeb sono stati inseriti nella dieta dei roditori in concentrazioni del 30% e somministrati ai ratti (n = 10/group) per 91 giorni. Un ulteriore gruppo di controllo negativo dei ratti (n = 10/group) sono stati alimentati con diete AIN93G (questa sarebbe una formulazione purificata di vari ingredienti senza prodotti gm). I ratti alimentati con mais GM hanno mostrato cambiamenti istopatologici. Nel fegato viene visualizzata una vacuolizzazione citoplasmatica di epatociti centrolobulari e la degenerazione grassa degli epatociti. I reni hanno mostrato una congestione dei vasi sanguigni renali e la dilatazione cistica dei tubuli renali. I testicoli hanno rivelato necrosi e desquamazione delle cellule germinali degli spermatogoni che rivestono i tubuli seminiferi.
La milza ha mostrato una leggera deplezione linfocitaria e congestione. L’intestino tenue mostra iperplasia, iperattivazione delle ghiandole secretorie delle mucose e sono stati rilevati necrosi dei villi intestinali. A causa di queste osservazioni, suggeriamo che il rischio di colture GM non può essere ignorato e merita ulteriori indagini al fine di individuare i possibili effetti a lungo termine, se del caso, del consumo di cibo GM e che potrebbe contribuire la sorveglianza post-commercializzazione.
http://www.gmfreecymru.org/pivotal_papers/crucial46_and_47.html
El-Shamei, Z. S., Gab-Alla, A.A., Shatta, A. A, Moussa, E. A. and Rayan, A. M., (2012), Histopathological Changes in Some Organs of Male Rats Fed on Genetically Modified Corn (Ajeeb YG)] Journal of American Science 2012;8(10): 684-696
La Ricerca: http://www.yasni.info/ext.php?url=http%3A%2F%2Fwww.academia.edu%2F3405345%2FHistopathological_Changes_in_Some_Organs_of_Male_Rats_Fed_on_Genetically_Modified_Corn_Ajeeb_YG_&name=Ahmed+H.+Rayan&showads=1&lc=it-it&lg=it&rg=us&rip=it Il testo completo in pdf:
http://www.jofamericanscience.org/journals/am-sci/am0810/093_11743am0810_684_696.pdf
3g) Gli OGM (tossine Cry) collegati a disturbi delle cellule del sangue e leucemia.
(NaturalNews) Affermazioni diffuse del settore secondo le quali i tratti alterati di organismi geneticamente modificati (OGM) non persistono nel cibo e sono quindi innocui per gli esseri umani hanno ancora una volta dimostrato di essere false. Un nuovo studio pubblicato su Journal of Hematology & Thromboembolic Diseases, ha rivelato che gli OGM in effetti sono tossici per le cellule del sangue umano, e di conseguenza possono portare allo sviluppo di malattie del sangue mortali come l’anemia e leucemia.
Alcuni ricercatori del Dipartimento di Genetica e Morfologia e dell’ Istituto di Scienze Biologiche presso l’Università di Brasilia hanno affermato questo, dopo l’allattamento di cavie (topi) che avevano assunto varie dosi di proteine Cry, o tossine Cry, che sono agenti presenti in alcuni pesticidi appositamente ingegnerizzati in molte colture GM. Dopo la somministrazione di una sola dose di queste tossine, il team ha osservato lo sviluppo di una serie di differenti anomalie del sangue, molte delle quali sono peggiorate progressivamente nella settimana successiva la somministrazione della dose singola.
Anche con dosi minori di tossine Cry sono stati osservati danni alle cellule del midollo osseo e hanno causato l’anemia; caratterizzata da una mancanza di globuli rossi e di emoglobina nel sistema.
E questo è successo nei mammiferi, vertebrati, una specie che Monsanto e il resto della cabala delle biotecnologie ha da tempo dichiarato non essere influenzata dalla tossina Bt nè dai suoi sottoprodotti tossici risultanti. Alla fine, i danni causati da esposizione alla tossina Cry si sono manifestati con gravi neoplasie ematologiche come la leucemia, un tipo mortale di cancro al sangue. “Lo studio ha dimostrato che il Bt spora-cristalli geneticamente modificato che produce Cry1Aa, Cry1Ab, Cry1Ac o Cry2A causa ematotossicità, in particolare per la linea eritroide “, hanno scritto gli autori dello studio. L’esposizione prolungata a tossine OGM ha dimostrato di poter causare danni sistemici per la salute umana.
http://www.openyoureyes91.com/ogm-collegato-a-disturbi-delle-cellule-del-sangue-la-leucemia/
link originale: http://www.naturalnews.com/040857_GMO_leukemia_GM_crops.html#ixzz2XVUD5dIp
lo studio: http://esciencecentral.org/journals/JHTD/JHTD-1-104.php?aid=11822%3Faid%3D11822#
Mezzomo BP, Miranda-Vilela AL, Freire IdS, Barbosa LCP, Portilho FA, et al. (2013) Hematotoxicity of Bacillus thuringiensis as Spore-crystal Strains Cry1Aa, Cry1Ab, Cry1Ac or Cry2Aa in Swiss Albino Mice. J Hematol Thromb Dis 1:104. doi: 10.4172/jhtd.1000104
Il lavoro completo in pdf: http://esciencecentral.org/journals/JHTD/pdfdownload.php?download=JHTD-1-104.pdf&&aid=11822%3Faid%3D11822
3h) Il diserbante “Roundup” della Monsanto distrugge il testosterone e provoca la sterilità maschile
Un recente studio pubblicato sul Journal of Toxicology in Vitro ha scoperto che, anche a livelli molto bassi, la formula erbicida Roundup della Monsanto distrugge il testosterone e porta alla sterilità maschile. I risultati si aggiungono agli altri più di 25 malattie note per essere collegato a Roundup, che includono:
Per il loro studio, Emilie Clair ed i suoi colleghi della Universite de Caen Basse-Normandie Institute of Biology in Francia hanno testato gli effetti di glifosato, il principio attivo di Roundup, sulle cellule testicolari di ratti. In diluizione di una parte per milione (ppm) a 10.000 ppm, che rappresenta diversi livelli di esposizione in situazioni di vita reale, ciascuna delle prove ha rivelato tossicità cellulare innegabile causata da Roundup. Interessante notare che i risultati hanno rivelato che, anche in una sola ppm, Roundup era responsabile di aver causato gravi alterazioni del sistema endocrino riducendo i livelli di testosterone del 35 per cento. E è un livello un'esposizione in ppm considerato estremamente basso, e molto inferiore rispetto ai livelli tipici di esposizione in situazioni ambientali quotidiane. A livelli di esposizione più elevati, Roundup ha mostrato di indurre la morte cellulare testicolare in meno di un'ora, e in genere non oltre 48 ore dopo l'esposizione. E questo è solo la tossicità acuta, lo studio non ha analizzato gli effetti a lungo termine dell'esposizione continua e ripetuta a Roundup, che ha già dimostrato di penetrare nei fiumi e falde acquifere.
Uno studio simile pubblicato sulla rivista Reproductive Toxicology nel 2007 hanno trovato risultati simili. Test in vivo con Roundup rivelato che le anatre esposte a Roundup mostrano "alterazioni nella struttura del testicolo e nella regione dell'epididimo (una parte del sistema riproduttivo maschile) nonché dei livelli sierici di testosterone e estradiolo, con cambiamenti nell'espressione dei recettori degli androgeni limitato al testicolo." così contrario alle affermazioni fatte da Monsanto che afferma non esserci davvero alcun livello di esposizione sicura al Roundup.A livelli di esposizione tipici, è stato dimostrato essere in grado di distruggere le cellule umane e causare gravi danni al sistema riproduttivo. E a livello di tracce, è stato dimostrato poter disturbare gravemente il corretto funzionamento ormonale e portare a basso testosterone negli uomini. "Poichè è un pesticida sistemico e spruzzato in dosi elevate, qualsiasi coltura acquisisce il veleno anche nelle parti che mangiamo ", scrive Lia Zerbe in un recente pezzo sul Rodale Roundup News. "Tre semplici modi per ridurre l'esposizione? Mangiare cibi biologici , usare tecniche biologiche nella cura del prato nel vostro giardino, e avviare un orto biologico per ridurre ulteriormente l'esposizione a sostanze chimiche nocive.
http://www.naturalnews.com/035135_Roundup_herbicide_testosterone.htm
Clair E., Mesnage R., Travert C., Séralini G.E., (2012),A glyphosate-based herbicide induces necrosis and apoptosis in mature rat testicular cells in vitro, and testosterone decrease at lower levels Toxicology in Vitro, Vol. 26, Issue 2, p 269–279. http://dx.doi.org/10.1016/j.tiv.2011.12.009
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0887233311003341
Il testo completo in pdf:
http://gmoseralini.org/wp-content/uploads/2013/01/Clairal_ToxInVitro_2012-1.pdf
3i) Il diserbante Roundup sopprime la crescita dei batteri intestinali benefici
Uno studio pubblicato sulla rivista "Anaerobe", intitolato "Glyphosate suppresses the antagonistic effect of Enterococcus spp. On Clostridum botulinum," conferma la capacità di questo erbicida di influenzare negativamente le popolazioni di batteri intestinali (e generare perciò disbiosi), nel tentativo di spiegare perché le malattie associate al Clostridio botulinica nei bovini, sono aumentate nel corso degli ultimi 10-15 anni nei bovini tedeschi.
La normale microflora intestinale è un fattore critico di estrema importanza nel prevenire la colonizzazione intestinale da C. Botulinum, come mostrato e confermato nel modello di botulismo infantile sui topi.
Numerosi batteri nel tratto gastro-intestinale (GIT) producono batteriocine nei confronti di C. botulinum e di altri agenti patogeni; batteri che producono acido lattico (LAB) come lattobacilli, lattococchi ed enterococchi, generano batteriocine che sono efficaci contro il Clostridium spp.
Una riduzione di LAB nel microbiota GIT per ingestione di forti biocidi come il glifosato (o composti di esso, vedi Roundup) potrebbe essere una spiegazione per l'aumento osservato nei livelli di malattie associate al C. botulinum. Nel presente documento, gli autori riportano sulla tossicità del glifosato al più prevalente Enterococcus spp nel GIT, la più diffusa specie di batteri lattici nel tratto gastrointestinale del bestiame, e hanno concluso che "l’ingestione di questo erbicida potrebbe essere un fattore predisponente significativo associato con l'aumento delle malattie collegate al C. botulinum nel bestiame". Una delle implicazioni chiave di questa scoperta è che, poiché molti dei batteri benefici che compongono i 100 trilioni di batteri presenti nel nostro intestino e necessari per una buona salute, provengono dal nostro cibo, e questi cibi ricchi di batteri. nutrono e aiutano a mantenere la flora del nostro intestino. La rimozione dei principali microrganismi benefici del nostro microbiota porterà probabilmente a interrompere profondamente l'infrastruttura batterica della nostra salute. Naturalmente, le implicazioni di questa scoperta si estendono oltre la salute del bestiame o del pollame. La maggior parte dei consumatori americani non hanno nemmeno il diritto legale di conoscere attraverso l'etichettatura veritiera se stanno mangiando OGM, se stanno consumando prodotti non biologici, soia, colza, semi di cotone Roundup Ready, e quindi sono stati esposti a residui anni di glifosato;
http://www.greenmedinfo.com/blog/how-gmo-farming-and-food-making-our-gut-flora-unfriendly Krüger, M., Shehata, A. A., Schrödl, W., & Rodloff, A. (2013). Glyphosate suppresses the antagonistic effect of Enterococcus spp. on Clostridium botulinum. Anaerobe, 20, 74-78. doi.org/10.1016/j.anaerobe. 2013.01.005
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1075996413000188
3j) Scoperto nelle colture OGM un gene virale nascosto
"Possibili conseguenze della sovrapposizione tra le sequenze promotrici di CaMV 35S nei vettori di trasformazione delle piante utilizzati e il gene virale VI nelle piante transgeniche" Nonostante i numerosi studi, esperti e scienziati che parlano dei pericoli degli OGM per la salute, il governo degli Stati Uniti, e di altre importanti organizzazioni che manipolano l'informazione, come il Council on Foreign Relations, continuano a sostenere e a promuovere gli OGM. I ricercatori della European Food Safety Authority (EFSA = l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) hanno scoperto un gene virale precedentemente sconosciuto che è noto come "Gene VI." Si trova nella maggior parte delle colture OGM di spicco, e può alterare le funzioni biologiche negli organismi viventi. Organismi geneticamente modificati che contengono una serie di sostanze chimiche che alterano le cellule; questo è quello che fanno questi prodotti chimici.
In alcune colture di mais sono stati trovati i geni che creano mutazioni fisiche all'interno del corpo. Gene trovato anche nei semi di soia Roundup-Ready. Da non dimenticare il NK603, che recentemente è stato collegato allo sviluppo di tumori di massa nei ratti.
Questo gene aiuta ad assemblare particelle virali che inibiscono la difesa naturale del sistema cellulare e produce proteine nocive. La sequenza regolatrice genetica più comune nel mercato OGM, codifica anche un frammento significativo di questo gene virale. La presenza di questo gene "nascosto" è causa di cambiamenti fenotipici indesiderati (mutazioni del DNA.) Delle 86 differenti organismi transgenici (nei quali vi è un inserimento unico di DNA estraneo) commercializzati oggi, 54 negli Stati Uniti, contengono il gene V1 al loro interno. Fonte: "http://www.collective-evolution.com/2013/05/08/hidden-viral-gene-discovered-in-gmo-crops/
La ricerca: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22892689
N. Podevin , P. du Jardin (2012) Possible consequences of the overlap between the CaMV 35S promoter regions in plant transformation vectors used and the viral gene VI in transgenic plants, GM Crops and Food: Biotechnology in Agriculture and the Food Chain, Volume 3, Issue 4 Oct./Nov./Dec. 2012, pp 296 – 300.
L'estratto: https://www.landesbioscience.com/journals/gmcrops/article/21406/
Il testo completo in pdf:
https://www.landesbioscience.com/journals/gmcrops/2012GMC0020R.pdf
In seguito l'EFSA ha smentito, ma lasciando evidenti ombre: (http://www.efsa.europa.eu/it/faqs/faqinsertedfragmentofviralgeneingmplants.htm) il gene virale nascosto (Gene VI) scoperto nelle colture OGM, la ricerca https://www.landesbioscience.com/journals/gmcrops/article/21406/ dice che "può alterare le funzioni biologiche negli organismi viventi". Nella risposta l'EFSA precisa che l’autore della ricerca è un ex membro del personale EFSA, attualmente vicepresidente del gruppo di esperti GMO dell’EFSA, che scrive a titolo personale. Ma NON DA NESSUNA spiegazione scientifica sul perchè: ".. i dati pubblicati nell’articolo dal titolo ‘Possible Consequences of the overlap between the CaMV 35S promoter regions in plant transformation vectors used and the viral gene VI in transgenic plants’ (Possibili conseguenze della sovrapposizione tra le sequenze promotrici di CaMV 35S nei vettori di trasformazione delle piante utilizzati e il gene virale VI nelle piante transgeniche) NON RAPPRESENTANO una nuova scoperta di un gene virale né lasciano presupporre timori, in termini di sicurezza, collegati a organismi geneticamente modificati già valutati in precedenza". Cioè dobbiamo credere fideisticamente alla smentita e non alla ricerca di un, come l'EFSA stessa lo definisce: "SUO ESPERTO". ... mha…
3k) Ingestione del gene resistente all’antibiotico (contenuto negli OGM) in relazione con la perdita di efficacia degli antibiotici sui patogeni: LEGGI
3l) DANIMARCA. Chieste ulteriori indagini sui residui di glifosato nella soia OGM, dopo le inquietanti scoperte rilevate degli allevatori di maiali e di galline
In Danimarca è stato richiesto un memorandum sull'alimentazione animale a base di prodotti OGM con il gene di resistenza al glifosato, nello specifico per residui di glifosato in alimenti con soia-OGM. La richiesta è stata inoltrata perchè, come sintetizza il documento, sono stati riscontrati potenziali effetti avversi in animali nutriti con OGM sia in un allevamento di galline da uova, sia in un allevamento di maiali, e di contro si sono riscontrati effetti benfici per la salute degli stessi animali allevati con alimenti non OGM
DCA –Danish Centre for Food and Agriculture , Aarhus University, Denmark.
4February2014 Memorandum on:
"The feeding of genetically modified glyphosate resistant soy products to livestock" Martin Tang Sørensen, Hanne Damgaard Poulsen and Ole Højberg
Department of Animal Science Aarhus UniversityDenmark
CONCLUSIONI
"Sia nel caso del produttore di uova che nel caso dell'allevatore di maiali, non siesclude la possibilità che le condizioni osservate avrebbero potuto cambiare nel tempo per ragioni sconosciute. Una correlazione fra le osservazioni dell'allevatore di maiali e il cambiamento alimentare da farina di soia OGM, a farina di soia non OGM non può essere tuttavia rifiutata. Così pure non può essere rifiutato che esiste una correlazione fra le osservazioni dell'allevatore di maiali e il residuo di glifosato trovato nel mangime. Così è più che probabile che l'effetto rilevato è principalmente connesso con il contenuto residuo di glifosato nel mangime, piuttosto che dal raccolto OGM in sè stesso." Insomma... "questioni di lana caprina"... il PROBLEMA C'E', ECCOME ! http://dca.au.dk/fileadmin/DJF/Notat_gmofoder__uk_version_Memorandum_on_The_feeding_of_genetically_modified_glyphosate_resistant_soy_products_to_livestock.pdf
3m) Allevatore danese incolpa i mangimi OGM per le nascite dei suoi maiali, nati morti o deformi
Un allevatore di maiali, il danese IB Pedersen, ha incolpato gli ingredienti geneticamente modificati (OGM) dei mangimi per terribili deformità nei suoi maiali e maialini. L'allevatore, è anche convinto che i mangimi OGM hanno causato seri problemi di salute e morte dei feti in alcuni dei suoi maiali. Pedersen è arrivato a questa conclusione dopo aver sperimentato sia il mangime geneticamente modificato che quello naturale. L'agricoltore ha condotto esperimenti dopo aver notato un sacco di deformità, malattie, morti e infertilità tra i suoi 13.000 maiali. L'allevatore ha dichiarato: 'Quando ho utilizzato mangimi OGM ho riscontrato sintomi di meteorismo, ulcere allo stomaco, alti tassi di diarrea, maialini nati con deformità, ma quando sono passato al mangime non – OGM, alcuni di questi problemi sono spariti in pochi giorni.' Pedersen sollevato una polemica importante in Danimarca, quando ha scritto un articolo, poi pubblicato, in una rivista leader del settore. In particolare, ha attirato l'attenzione quando ha affermato che la minaccia degli alimenti geneticamente modificati potrebbe essere molto peggio di quello da talidomide (un farmaco che ha causato malformazioni in oltre 10.000 bambini nel 1960). La colpa è dell'erbicida glifosato contenuto nella soia OGM resistente al glifosato stesso. Pedersen afferma che la maggior parte delle deformità e dei problemi di stomaco nei suini, sono stati causati da soia geneticamente modificata e che era stato spruzzata con il glifosato. La soia OGM è comunque geneticamente modificata per essere resistentie al glifosato, glifosato che viene utilizzato per uccidere le erbacce. Riconnettersi con la terra e le fonti di approviggionamento del cibo, incoraggia la stabilità, la sicurezza, e l'indipendenza degli alimenti e dei mangimi.
I mangimi OGM hanno causato gravi difetti alla nascita nei maialini: deformità spinale, zampe non sviluppate e anche i gemelli siamesi. Altri suini erano nati sotto dimensionati o nati morti. L'allevatore dice anche che il cibo geneticamente modificato ha reso le scrofe meno fertili. Alcune scrofe hanno abortito quando sono state alimentate con mangimigeneticamente modificati. I maiali hanno avuto problemi digestivi gravi, comprese ulcere e diarrea, quando hanno mangiato il cibo OGM. Quando Pedersen ha testato corpi dei maiali deformi, è stato trovato che il glifosato era presente nei loro organi. Più c'è glifosato più aumentano le deformità.' Ha affermato l'allevatore. Pedersen non è un agricoltore biologico, non è un hippy, gestisce una fattoria "industriale" ed è un esperto coltivatore e un uomo d'affari. Il Professore Kruger, professore all'Università di Lipsia della Germania, supporta le rimostranze dell'allevatore Pedersen. Kruger ha anche trovato prove che il glifosato è pericoloso. "Un sacco di capi di bestiame sono malati ma nessuno è interessato". Ha affermato il Prof. Kruger. 'Nella maggior parte dei casi le più alte concentrazioni di glifosato provengono da prodotti geneticamente modificati come soia, colza e mais'. Kruger ha rilevato residui di glifosato in campioni di carne di negozio. Il Glifosato può causare il botulismo nelle vacche". http://www.offthegridnews.com/2013/12/18/farmer-blames-gmo-feed-for-pig-deformities-and-deaths/
ALTRA FONTE per la ricerca di Kruger e le ricerche:
Il glyphosate, il controverso diserbante contenuto nel Roundup della Monsanto e contenuto come gene di resistenza nell'80% dei semi transegenici, trovato da una ricerca scientifica nei suinetti malformati in Danimarca
Il glyphosate è stato trovato nei suinetti malformati. La ricerca è stata condotta da un team di ricercatori provenienti dalla Germania e dall'Egitto in collaborazione con l'allevatore suinicolo danese Ib Pedersen, i cui suini sono stati analizzati per il tenore di glyphosate.
Il tasso di malformazioni è aumentato a uno su 260 suinetti nati se la scrofa è alimenta con un contenuto di 0,87-1,13 ppm di glyphosate nei primi 40 giorni di gravidanza. Nel caso di 0,25 ppm di glyphosate nei mangimi della scrofa, un suinetto su 1.432 risultava malformato. In questo caso, dunque, una dose maggiore di glyphosate ha portato a più malformazioni. I suinetti hanno mostrato diverse anomalie, tra cui atrofia all’orecchio, deformazioni della colonna vertebrale e del cranio, il foro nel cranio, e atrofia alla gamba. In un maialino, un occhio non si è sviluppato; aveva una sola grande orbita (ciclopia, una malformazione osservata nelle popolazioni argentine esposti a spruzzatura del Roundup nelle colture OGM). C'erano suinetti senza tronco, con una "lingua da elefante", e un maialino femmina con testicoli. Un maialino deforme aveva una pancia gonfia e la l'intestino cefalico e l’intestino caudale non erano collegati. Le più alte concentrazioni di glyphosate sono stati trovati nei polmoni e nel cuore, con le concentrazioni più basse nel muscolo, osservano i ricercatori, "Ulteriori ricerche sono urgentemente necessarie per dimostrare o escludere il ruolo del glyphosate nelle malformazioni nei suinetti e altri animali". Ciò significa nutrire animali da laboratorio con una dieta contenente le stesse concentrazioni di glifosato (in forma di Roundup), come erano alimentati i suini di Ib Pedersen, in uno studio multigenerazionale. Ciò fornirebbe la prova causale definitivo necessario per condannare l’ erbicida glifosato come il colpevole delle malformazioni ai suini.
http://www.gmwatch.org/index.php/news/archive/2014/15553-glyphosate-found-in-malformed-piglets-study
Krüger, M., Schrödl, W., & Pedersen Ib, S. A. (2014).Detection of Glyphosate in Malformed Piglets. J. Environ Anal Toxicol, 4(230), 2161-0525: La ricerca: http://omicsonline.org/open-access/detection-of-glyphosate-in-malformed-piglets-2161-0525.1000230.php?aid=27562
3n) Effetti su animali (topi) di un’alimentazione contenente soia OGM
L’utilizzo di piante geneticamente modificate (OGM) nell’alimentazione umana e in zootecnia è sempre più diffuso. Queste piante sono state modificate inserendo nel loro DNA uno o pochi geni, allo scopo di esprimere alcune specifiche caratteristiche, quali la produzione di particolari nutrienti, la tolleranza a pesticidi, la resistenza a fattori ambientali, malattie o parassiti, ecc. Il nostro gruppo di ricerca ha indagato per alcuni anni i possibili effetti di un’alimentazione contenente soia Roundup Ready sull’organizzazione cellulare e tessutale del topo. Questa soia è stata modificata geneticamente per tollerare l’erbicida Roundup, a base di glifosate. Il glifosate inibisce l’enzima 5-enolpiruvilshikimato-3-fosfato sintetasi (EPSPS), che, nelle piante, catalizza una tappa della sintesi degli aminoacidi aromatici. Nella soia Roundup Ready, l’enzima originale è stato sostituito dall’enzima CP4-EPSPS, da Agrobacterium tumefaciens, che non viene inibito dal glifosate, rendendo quindi la pianta resistente all’erbicida. I nostri studi, condotti con approccio multidisciplinare associando indagini in microscopia ottica ed elettronica, ad analisi biochimiche e microbiologiche, hanno evidenziato alcune modificazioni nell’organizzazione del nucleo cellulare in fegato, pancreas esocrino e testicolo di topi nutriti con soia Roundup Ready, rispetto ai topi nutriti con soia non GM. Inoltre, nelle cellule acinose pancreatiche sono state osservate anche modificazioni morfo-funzionali degli organuli citoplasmatici coinvolti nell’attività di sintesi proteica, mentre nelle cellule di Sertoli presenti nel testicolo sono state osservate dilatazioni del reticolo endoplasmatico liscio. Molte di queste modificazioni si sono rivelate reversibili in poche settimane, sostituendo la soia GM con soia non GM. Negli animali vecchi (24 mesi), le modificazioni epatiche – prevalentemente a carico del nucleo e dei mitocondri – nei topi nutriti con soia GM suggeriscono un’accentuazione dei fenomeni di invecchiamento rispetto ai controlli. L’intestino, sia tenue che crasso, sembra, invece, non subire modificazioni strutturali legate alla dieta neanche dopo 24 mesi di alimentazione con soia GM; tuttavia, si assiste ad una diminuzione dell’espressione di mucine acide e solforate.Va comunque sottolineato che, ad esclusione di queste differenze a livello istologico e cellulare, non è stata osservata alcuna differenza macroscopica tra i due gruppi di animali, così come nessun segno di sofferenza e tanto meno di patologie è stato rilevato nei topi nutriti con soia GM fino al 24° mese di vita. E’ stato, inoltre, osservato un ritardo nell’attivazione del genoma degli embrioni allo stadio di 2 e 4-8 cellule di topi nutriti con soia GM rispetto ai controlli. Tuttavia, l’assenza di differenze di fertilità tra topi nutriti con soia GM e non GM indica che questo ritardo nell’attivazione dei meccanismi nucleari allo stadio pre-impianto rappresenta un fenomeno temporaneo e non danneggia il successivo sviluppo embrionale. Successivamente alla somministrazione in campo di Roundup, risulta assai difficile determinare, attraverso analisi chimiche, la presenza di suoi residui nelle piante trattate: per chiarire se le modificazioni morfo-funzionali osservate nei tessuti dei topi nutriti con soia GM possano essere dipendenti dalla presenza nel mangime di residui di erbicida, è stato dunque condotto uno studio anche su cellule in coltura. Cellule epatiche isolate sono state trattate con basse concentrazioni di Roundup ed i risultati hanno evidenziato modificazioni nucleari e mitocondriali analoghe a quelle osservate nel fegato dei topi nutriti con soia GM. Questi dati sembrano, quindi, avvalorare l’ipotesi che residui di Roundup possano avere un ruolo nell’instaurarsi delle modificazioni cellulari e tessutali nei topi nutriti con soia Roundup Ready; coerentemente, dati in letteratura dimostrano che lo stesso erbicida è in grado di inibire l’attività mitocondriale e rallentare la riattivazione del genoma in embrioni precoci di riccio di mare.
Ricerca di Manuela Malatesta1, Beatrice Baldelli2, Serafina Battistelli2 1Università di Verona, 2Università di Urbino http://www.biodinamica.org/2010/09/effetti-sul-topo-di-un%E2%80%99alimentazione-contenente-soia-gm/ e: http://www.artoi.it/wp-content/uploads/2014/01/Lavori-su-OGM.pdf
parte 2
3o) Il destino metabolico del DNA transgenico
Una fra le principali preoccupazioni sollevate dall’opinione pubblica sull’impiego degli OGM nel settore agroalimentare è rappresentata dal destino di frammenti di DNA modificato ingeriti dagli animali. Infatti anche utilizzando alimenti convenzionali, il DNA vegetale introdotto con la dieta non è completamente degradato nel tratto gastro-intestinale.
In merito a questa tematica il gruppo di ricerca di Nutrizione e Alimentazione animale, della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Napoli Federico II, ha condotto una serie di indagini in diverse specie animali mettendo in evidenza la presenza di frammenti di DNA vegetale nel sangue e in alcuni organi. Lo studio del destino metabolico del DNA vegetale di origine alimentare nell’organismo animale, risulta importante al fine di valutare la sicurezza dei prodotti transgenici. L’integrità del DNA, infatti, rappresenta il fattore chiave per un ipotetico trasferimento genico orizzontale del DNA ricombinante dagli alimenti geneticamente modificati (GM) alla microflora intestinale. Di interesse non minore risulta la valutazione di possibili effetti organo-metabolici indotti da una dieta GM. Allo scopo di apportare un contributo in merito, sono state effettuate alcune indagini sperimentali in ognuna delle quali sono stati costituiti gruppi omogenei di animali che ricevevano, con la dieta, soia convenzionale vs soia RoundUp Ready (RR), caratterizzata dalla presenza del gene epsps, isolato dall’Agrobacterium tumefaciens ceppo CP4, in grado di rendere la pianta resistente all’azione dell’erbicida glifosate. In tutte le indagini si è provveduto alla ricerca, mediante PCR, delle sequenze di DNA transgenico, nonché alla valutazione dell’attività di alcuni enzimi serici e tissutali. Nell’indagine effettuata sui conigli, mentre non è stato possibile mettere in evidenza sequenze di DNA transgenico, gli animali alimentati con soia GM hanno mostrato livelli significativamente più elevati dell’attività degli enzimi LDH a livello cardiaco e renale, e
degli ALT e GGT solo a livello renale. Per quanto riguarda la distribuzione degli isoenzimi, differenze significative sono state rilevate per LDH1 e LDH2 nel cuore e LDH1 nel rene. Un significativo aumento di questo isoenzima è stato anche rilevato nel fegato. Nelle prove effettuate sulle capre, soltanto nel gruppo di animali alimentati con soia RR, sono stati rilevati, nel latte frammenti transgenici del promotore 35S e del gene cp4 epsps della soia RR con frequenza tra il 20 e il 60% e tra il 30 e il 40%, e nel sangue con frequenza del 20.% e del 42.5%, rispettivamente. Nel siero di questi animali i livelli degli enzimi AST and ALT risultarono significativamente (P<0.05) più bassi.
Federico Infascelli, Università Federico II –Napoli
http://www.artoi.it/wp-content/uploads/2014/01/Lavori-su-OGM.pdf PARTE 1
e anche: http://www.biodinamica.org/2010/09/il-destino-metabolico-del-dna-transgenico/
3p) Un confronto sugli effetti di tre varietà di mais OGM sulla salute dei mammiferi
RIASSUNTO
Presentiamo per la prima volta un'analisi comparativa dei dati derivanti da ricerche sul sangue e sugli organi di ratti nutriti con tre delle principali varietà di mais OGM commercializzate. I mais GM sono: NK 603, MON 810, MON 863, varietà che sono presenti in alimenti e mangimi in tutto il mondo. L'NK 603 è stato modificato per essere resistente all'erbicida Roundup ad ampio spettro e quindi contiene residui di questa formulazione. Il MON 810 e MON 863 sono progettati per sintetizzare due tossine Bt diverse, utilizzate comunque entrambe come insetticida. Circa 60 diversi parametri biochimici sono stati classificati per ogni organo, e misurati nel siero e nelle urine dopo 5 e 14 settimane di alimentazione. I ratti alimentati con mais GM sono stati confrontati prima con i loro gruppi di controllo rispettivi, isogenici o genitoriali non nutriti con GM. Poi c'è stato il confronto con sei gruppi di riferimento, che avevano consumato diverse altre varietà di mais non geneticamente modificato. Abbiamo applicato i metodi non parametrici, tra cui i confronti multipli di coppie con un approccio di False Discovery Rate. L'analisi delle componenti principali ha permesso la ricerca in scattering di diversi fattori (sesso, settimane di alimentazione, dieta, dose e gruppo). Le nostre analisi (che erano basate su: sesso del ratto - dose frequente – dipendenti) sui tre tipi di mais OGM ha chiaramente rilevato nuovi effetti collaterali collegati al consumo di quei mais GM. Gli effetti, seppur diversi fra 3 mais OGM, sono stati per lo più associati a rene e fegato dei ratti, gli organi deputati alla disintossicazione dell'organismo. Altri effetti sono stati anche notati a livello del cuore, delle ghiandole surrenali, della milza e del sistema ematopoietico. Concludiamo che questi dati evidenziano segni di tossicità epatorenale, probabilmente dovuti ai nuovi pesticidi specifici per ogni tipo di mais GM. Inoltre, non si possono escludere impreviste conseguenze metaboliche dirette o indirette sulla della modificazione genetica.
CONCLUSIONI
I profili fisiopatologici sono unici per ogni coltura/alimento geneticamente modificato, si sottolinea la necessità di una valutazione caso per caso della loro sicurezza, come in gran parte è ammesso e concordato dai "controllori". Non è possibile fare osservazioni per tutti gli alimenti GM riguardo a qualsiasi effetto tossico anche simil-subcronico generale. Tuttavia, nelle 3 varietà di mais GM che hanno costituito la base di questa indagine (che era basa su: sesso del ratto - dose frequente – dipendenti), sono stati rivelati nuovi effetti collaterali legati al consumo di questi cereali. Gli effetti erano principalmente concentrati nel rene e sulla funzione del fegato, i due principali organi di disintossicazione da dieta, ma dettagliatamente differivano con ogni tipo di mais GM. Inoltre, sono stati riscontrati frequentemente anche alcuni effetti sul cuore, surrene, milza e le cellule del sangue. Siccome nelle funzioni metaboliche di rene e fegato esistono normalmente delle differenze di reazione fra i diversi sessi, abbiamo riscontarto che i disturbi altamente significativi dal punto di vista statistico, nella funzione di questi organi, e tenuto conto appunto delle diverse reazioni fra ratti maschi e femmine, non possono essere liquidati come biologicamente insignificanti, come è stato proposto da altri [4]. Quindi concludiamo affermando che i dati da noi rilevati suggeriscono fortemente che queste varietà di mais GM inducono uno stato di tossicità epatorenale. Questo può essere dovuto ai nuovi pesticidi (erbicida o insetticida) presenti in particolare in ogni tipo di mais geneticamente modificato, inoltre non possono essere esclusi effetti metabolic anche se non intenzionali, causati dalle proprietà mutagene del processo di trasformazione transgenico [42]. Tutte e tre le varietà di mais GM contengono un residuo di pesticida distintamente differente connesso con il loro particolare stato transgenico (glifosato e AMPA nel mais NK 603, Cry1Ab modificato mel mais MON 810, Cry3Bb1 modificato nel mais MON 863). Queste sostanze non sono state mai prima parte integrante dell'essere umano o dieta animale e pertanto le conseguenze sulla salute per coloro che li consumano, specialmente nel corso di lunghi periodi di tempo, sono attualmente sconosciute. Inoltre, qualsiasi effetto collaterale legato all'evento GM sarà unico in ogni caso siccome il sito di inserzione del transgene e lo spettro delle mutazioni ampie del genoma, differisce tra i tre tipi di mais modificati. In conclusione, i dati della nostra ricerca consiglia fortemente che vengano eseguiti supplementari studi a lungo termine (fino a 2 anni) sull'alimentazione animale eseguita in almeno tre specie, preferibilmente anche multi-generazionale, per fornire dati scientificamente validi sugli effetti tossici acuti e cronici di colture, mangimi e alimenti OGM. La nostra l'analisi evidenzia che i reni e il fegato sono gli organi importanti su cui concentrare particolarmente la ricerca come è emerso chiaramente con impatto negativo sulla funzione di questi organi, nei ratti che sono stati alimentati con le 3 varietà di mais GM anche per soli 90 giorni.
"Un confronto degli effetti di tre varietà di mais OGM sulla salute dei mammiferi" "A Comparison of the Effects of Three GM Corn Varieties on Mammalian Health" Joël Spiroux de Vendômois1, François Roullier1, Dominique Cellier1,2, Gilles-Eric Séralini1,3 http://www.ijbs.com/v05p0706.htm
3q) DNA transgenico e i suoi effetti metabolici nei caprini
Ogm: a favore o contro, meglio la verità www.julienews.it
NAPOLI - E’ tutto vero quello che dicono molti scienziati nel Mondo che “degli Ogm (Organismi Geneticamente Modificati) non rimane nessuna traccia nell’organismo” oppure qualcosa viene nascosta? Una ricerca dai risultati ...
Il gruppo di ricerca composto anche da docenti del Dipartimento di Strutture, Funzioni e Tecnologie Biologiche (Proff. Avallone, Lombardi e Mirabella) e dalla biotecnologia veterinaria Raffaella Tudisco, ha condotto una serie di indagini mettendo in evidenza la presenza di frammenti di DNA vegetale nel sangue e in alcuni organi di diverse specie animali, alimentate con mangimi transgenici. Non solo spiega – Infascelli – tratti del DNA modificato sono stati ritrovati nel sangue e negli organi degli animali alimentati con una dieta GM, ma lo stesso nei figli di questi, così da chiarire che il passaggio del DNA avviene anche attraverso il latte materno.
Nelle prove effettuate sulle capre, soltanto nel gruppo di animali alimentati con soia RR, sono stati rilevati, nel latte frammenti transgenici del promotore 35S e del gene cp4 epsps della soia RR con frequenza tra il 20 e il 60% e tra il 30 e il 40%, e nel sangue con frequenza del 20.% e del 42.5%, rispettivamente. Nel siero di questi animali i livelli degli enzimi AST and ALT sono risultati significativamente (P<0.05) più bassi.
Molto interessanti appaiono i risultati scaturiti dalle indagini effettuate sui capretti nati da madri che ricevevano, a partire da 60 d prima del parto, soia GM vs soia convenzionale e alimentati esclusivamente con latte materno.
Soltanto nel gruppo di capretti figli di madri GM, infatti, sono stati rilevati frammenti del DNA transgenico, nel fegato, rene, muscolo, milza, cuore e sangue. Tali risultati suggerirebbero un passaggio del DNA attraverso il latte. In questi capretti, infine, è stato registrato un significativo aumento dell’LDH, in particolare dell’isoenzima LDH1 nel cuore, muscolo e rene, nonché della GGT nel fegato. Tali ultime alterazioni, confermate anche da reazioni di istochimica, sarebbero da attribuire ad un aumento del metabolismo cellulare e indicano la necessità di ulteriori studi per valutare possibili effetti a lungo termine.
La ricerca:
Fate of transgenic DNA and evaluation of metabolic effects in goats fed genetically modified...
Tudisco, R., Mastellone, V., Cutrignelli, M. I., Lombardi, P., Bovera, F., Mirabella, N., ... & Infascelli, F. (2010). Fate of transgenic DNA and evaluation of metabolic effects in goats fed genetically modified soybean and in their offsprings. animal, 4(10), 1662-1671. DOI: http://dx.doi.org/10.1017/S1751731110000728 e http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=7875679
Ricerca in Pdf: http://journals.cambridge.org/download.php?file=%2FANM%2FANM4_10%2FS1751731110000728a.pdf&code=fab7b9c582b34927ae713db408d36660
Questo lavoro scientifico m’ha ricordato lo studio di Aziz Arisa, Samuel Leblancc (2011) “Maternal and fetal exposure to pesticides associated to genetically modified foods in Eastern Townships of Quebec, Canada” : Tracce di Bt e dei fitofarmaci glifosato e glufosinato associati agli OGM trovate nel sangue di un gruppo di donne incluso donne in stato di gravidanza oltre che nei feti
3r) Il glyphosate danneggia le vacche da latte
L'ambiente, l'uomo e ora i bovini allevati per il cibo... il glyphosate è un orrore che apparentemente non conosce limiti. Un nuovo studio dalla Danimarca dimostra che le vacche da latte in tutto il mondo sono danneggiate dal dilagare di questo veleno agricolo.
Secondo questo ultimo atto d'accusa, la sostanza chimica della Monsanto, il glyphosate, l'ingrediente attivo primario nell’erbicida Roundup, è stato identificato nel 100 per cento dei campioni di urina raccolti da vacche da latte in tutta la Danimarca, e le implicazioni per la salute fanno profondamente riflettere sia per gli animali che per gli esseri umani. La Dr. Monika Kruger e i suoi colleghi dell'Università di Lipsia in Germania e della Minoufiya University in Egitto, probabilmente non si aspettavano di trovare glyphosate in ogni singolo campione di urina raccolta per l'analisi, come parte del loro studio. Ma come si dice, il dato parla da sé, e dimostra quanto sia onnipresente questo erbicida nelle colture, ed è diventato estremamente tossico per tutto l'ambiente. In ogni caso, si scopre che vacche da latte sono stati trovate avere il glyphosate non solo nelle loro urine, ma anche nel loro sangue, e a livelli che suggeriscono grave tossicità cellulare. Pubblicato sul Journal of Environmental & Analytical Toxicology, il nuovo studio ha dato uno sguardo da vicino a 30 vacche da latte provenienti da otto aziende produttrici di latte in tutta la Danimarca. I campioni di urina sono stati raccolti da tutte le mucche e testati per i parametri indicativi di citotossicità, che comprendono sostanze come la fosfatasi alcalina (AP) e la creatinina chinasi (CK). Il team ha anche esaminato attentamente i livelli di colesterolo così come le nonché concentrazioni dei minerali in traccia essenziale come manganese (Mn), cobalto (Co), selenio (Se), rame (Cu) e zinco (Zn). Dopo aver analizzato i risultati, è stato stabilito che tutte le mucche avevano un certo livello di glyphosate nei loro sistemi. Molte di queste stesse vacche avevano anche diversi tipi e gradi di danno agli organi, compreso danni al fegato, reni e cellule muscolari. Alti livelli di urea sono inoltre stati rilevati in molte delle vacche e ciò suggerisce un potenziale effetto nefrotossico, o rene-avvelenamento da glyphosate, l’impoverimento minerale osservato suggerisce danni simili. "Correlazioni tra glifosato e alcuni dei parametri sierici del sangue misurati a CK, Se, Co e Zn dimostrano che il glyphosate è tossico per il normale metabolismo delle vacche da latte ", hanno concluso i ricercatori. "Questo studio fornisce la prima documentazione della misura in cui i bovini da latte danesi sono esposti al glyphosate e il suo impatto su diversi parametri ematici."
http://www.naturalnews.com/042175_glyphosate_dairy_cows_harmful_effects.html
Krüger, M., Schrödl, W., Neuhaus, J., & Shehata, A. A. (2013). Field Investigations of Glyphosate in Urine of Danish Dairy Cows. J Environ Anal Toxicol, 3(186), 2161-0525
3s) Mangiare cibi OGMtransgenici cambia i batteri intestinali
L'influenza del glifosato sul microbiota e la produzione della neurotossina botulinica durante la fermentazione ruminale
(Il microbiota è l'insieme di microorganismi simbiontici che si trovano nel tubo digerente).
Abstract
Lo scopo del la presente ricerca è quella di studiare l'impatto del glifosato sul microbiota e sull'espressione della neurotossina botulinica (BoNT) durante la fermentazione ruminale in vitro. Questo studio è stato condotto utilizzando due incubatori DAISYII con quattro siti di incubazione ventilati riempiti di fluido ruminale di una mucca di 4 anni, non in lattazione (vacca Holstein-Friesian). Duecento millilitri di liquido ruminale e 800 ml di soluzione tampone sono stati utilizzati con sei sacchetti filtro contenenti 500 mg di mangimi concentrati o una fibra arricchita. Sono state aggiunte concentrazioni finali diluite di 0, 1, 10, e 100 mg / ml di glifosato nei fluidi rumine e si è proceduto a incubarle in condizioni di CO2-aerata per 48 ore. La popolazione di protozoi e la flora ruminale è stata analizzata al microscopio, ed è stata caratterizzata utilizzando la fluorescenza in situ, tecnica di ibridazione. Il Clostridium botulinum e BoNT è stato stato quantificato rispettivamente con il numero più probabile, e con il metodo ELISA (metodo di analisi immunologica (acronimo di Enzyme-Linked Immunosorbent Assay) ). I risultati hanno mostrato che il glifosato ha avuto un effetto inibitorio in determinati gruppi di microbiota ruminale, ma è aumentata la popolazione di specie patogene. Il BoNT è stato prodotto durante l'incubazione quando l' inoculato è stato trattato con alte dosi di glifosato. In conclusione, il glifosato provoca disbiosi che favorisce la produzione di BoNT nel rumine. I regolamenti restrizioni globali per l'uso del glifosato dovrebbero essere rivalutati. http://link.springer.com/article/10.1007/s00284-014-0732-3#page-1
- Un nuovo studio dal titolo " The Influence of Glyphosate on the Microbiota and Production of Botulinum Neurotoxin During Ruminal Fermentation,"conferma un crescente sospetto che gli alimenti geneticamente modificati contaminati con l’onnipresente agrochimico Roundup stanno causando cambiamenti diffusi nella microbioma di coloro che li consumano, con conseguente cambiamenti corporei che si ritengono portare a una vasta gamma di malattie letali.
Come abbiamo riferito nel 2012, in un articolo intitolato " Roundup Herbicide Linked To Overgrowth of Deadly Bacteria ", un numero crescente di ricerche indica l’erbicida più popolare al mondo come causa di disbiosi (alterazione patogena dei batteri intestinali), una condizione che colpisce profondamente e altera il cosiddetto holobiont , o insieme totale di organismi più le cellule umane che compongono nostra costituzione corporea, e di conseguenza, la salute.
Perché noi dipendiamo dalla selezione e dalla quantità di ceppi batterici con i quali siamo co-evoluti negli innumerevoli eoni, qualsiasi interruzione significativa dei legami commensali a questo universo microbico si tradurrà in uno stato di funzionamento non ottimale, in ultima analisi, condizione che porta alla malattia.
Ma ora sappiamo che il glyphosate interferisce con le comunità microbiche che costituiscono la base per la nostra salute, alterando il suo complesso funzionamento in modo tale che interferisce con la produzione di amminoacidi basici e neuro-ormoni, dando ai batteri nocivi il sopravvento.
Infatti, nel nuovo studio i ricercatori hanno scoperto che il glyphosate altera la microflora delle vecchie vacche di 4 anni in modo che i ceppi ad alta patogenicità di batteri Clostridio botulinica fioriscono, portandoli a concludere:
"Il glyphosate provoca disbiosi che favorisce la produzione di tossina botulinica nel rumine. Le norme per le restrizioni globali per l'uso del glifosato dovrebbero essere rivalutate."
Si consideri che il botulinum,
"..è la sostanza più acuta e tossica conosciuta, e che, nonostante il fatto sia approvata dalla FDA per uso “estetico", ad esempio iniezioni di Botox, è attualmente in fase di valutazione come potenziale arma biologica , perché che bastano 75 miliardesimi di grammo ( 75 ng) per uccidere una persona del peso di 75 kg (165 libbre). E 'stato stimato che solo 1 kg (2,2 lbs) sarebbero sufficienti per uccidere l'intera popolazione umana." Ogni sostanza chimica in grado di aumentare la proliferazione o la produzione di batteri botulinici deve essere considerata una minaccia chiara e presente per la salute umana. Il fatto che il modello agricolo predominante negli Stati Uniti si basa su piante geneticamente modificate che sono progettate per sopravvivere ad un trattamento di questo agente tossico, per esempio soia, mais, colza GM, indica che chiunque mangi una dieta standard a base di OGM è probabile venga esposto a sostanze chimiche che indirizzano il loro microbioma verso una produzione di botulinum.
I modelli normativi attuali sugli alimenti geneticamente modificati non considerano la diffusa contaminazione delle colture alimentari (e l'ambiente) con Roundup e glyphosate, e quindi considerano le colture convenzionali e di produzione biologiche come ' sostanzialmente equivalenti, anche se l'esposizione al glyphosate e la contaminazione del cibo OGM viola chiaramente questo principio.
Mentre la ricerca sulla tossicità del glyphosate (e Roundup, che può avere diversi ordini di grandezza maggiore di tossicità ) si accumula, il consumatore ha una sola opzione disponibile per evitare un danno inevitabile: e cioè, evitare a tutti i costi gli alimenti che sono prodotti all'interno di questo modello agricolo dipendente da questa sostanza chimica; dovrebbe crescere l’abitudine di acquistare il proprio cibo da un contadino completamente controllato o fonte di origine agricola supportata da comunità, o concentrandosi per l'acquisto di prodotti certificati non-OGM e/o biologici, cibo che non si basa su sostanze chimiche di questo tipo.
http://www.greenmedinfo.com/blog/gm-food-causes-deadly-bacteria-grow-your-gut-1
Ackermann, W., Coenen, M., Schrödl, W., Shehata, A. A., & Krüger, M.(2014) The Influence of Glyphosate on the Microbiota and Production of Botulinum Neurotoxin During Ruminal Fermentation. Current Microbiology, 1-9. DOI 10.1007/s00284-014-0732-3
http://link.springer.com/article/10.1007/s00284-014-0732-3
- 4) OGM - DANNI AGLI ORGANISMI SUPERIORI - UMANI
4a)Tracce di Bt e dei fitofarmaci glifosato e glufosinato associati agli OGM trovate nel sangue di un gruppo di donne incluso donne in stato di gravidanza oltre che nei feti.
27 aprile 2011 - Tracce della tossina insetticida prodotta dai geni del batterio del suolo Bacillus thuringiensis (Bt) e dei fitofarmaci glifosato e glufosinato associati alle piante geneticamente modificate sono state identificate nel sangue di un gruppo di donne oggetto di uno studio dell’Università di Sherbrooke, in Canada. Nel sub campione di donne in stato di gravidanza i composti sono stati ritrovati, oltre che nelle madri, anche nei feti.
Lo studio è stato condotto su 69 donne, di cui 30 incinte, di cui si sono misurati i livelli ematici degli erbicidi a base di glifosato e glufosinato, e della proteina insetticida Cry1Ab. L’obiettivo dei ricercatori era quello di verificare se la dieta quotidiana potesse rappresentare un fattore di esposizione a questi composti chimici e di acquisire i dati utili ad una successiva e più approfondita analisi sui possibili risvolti sanitari, in particolare per la riproduzione femminile e il corretto sviluppo del feto.
Dalle analisi del sangue è emersa la presenza di metaboliti di glufosinato nel 100% delle donne incinte e dei campioni di cordone ombelicale, mentre la tossina Cry1Ab è stata riscontrata nel 93% delle donne incinte e nell’80% del cordone ombelicale esaminato. Nelle donne non incinte, invece, composti di degradazione del glifosato sono stati riscontrati nel 5% dei casi, metaboliti di glufosinato nel 69% e la proteina Cry1Ab nel 69 % del campione totale. Questi dati sembrano indicare la possibilità che il principale prodotto della degradazione del glufosinato sia in grado di attraversare la placenta raggiungendo il feto più facilmente dell’erbicida.
Poiché gli individui selezionati non sono mai entrati in contatto diretto con gli erbicidi, la loro presenza nel corpo umano è stata attribuita all’alimentazione, lasciando ipotizzare un identico rischio di esposizione per la maggioranza della popolazione, a causa della forte presenza nella dieta canadese di cibo OGM. Rimane aperta, però, la questione della discrepanza nella presenza e nei livelli della proteina Bt nelle donne incinte (1,5 nanogrammi per millilitro) rispetto alle altre (0.13 nanogrammi per millilitro). Nelle conclusioni i ricercatori hanno sottolineato la pericolosità del glifosate e della tossina Cry1Ab chiaramente identificati nelle donne e nei feti e la necessità di intensificare lo studio degli effetti generati dai pesticidi sull’unità feto-materna. Il legame tra disturbi ostetrico-ginecologici e contaminanti ambientali, infatti, è per ora sconosciuto, ma è possibile che la contaminazione da pesticidi sia responsabile di complicazioni perinatali quali aborto, nascite premature e ritardo della crescita intrauterina, nonché di disordini riproduttivi come infertilità, endometriosi e cancro ginecologico. Gli autori dello studio hanno fatto appello a tossicologi, nutrizionisti ed esperti della riproduzione affinché, utilizzando i loro dati, approfondiscano ulteriormente il fattore di rischio sanitario eventualmente attribuibile all’esposizione a queste molecole. L’articolo è stato pubblicato dalla rivista “Reproductive Toxicology”.
Fondazione Diritti Genetici. lo studio: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21338670
articolo:
Studio di Aziz Arisa, Samuel Leblanc (2011) “Maternal and fetal exposure to pesticides associated to genetically modified foods in Eastern Townships of Quebec, Canada” http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0890623811000566
Vedi anche:
4a.bis) COS’E’ IL GLIFOSATO ?
“Il glifosate (“glifosato” in italiano) è il principio attivo del Roundup, il diserbante più impiegato nelle piante OGM, ed è prodotto da Monsanto. Oltre al glifosate, il Roundup ha come componenti alcune sostanze cosiddette adiuvanti (vedi articolo sulla loro pericolosità: https://docs.google.com/document/d/1f-cL74u9Lm0csPIm_fl1MsQeiWqOSg3DKO6JBT3p_5s/pub#id.3uyygoiwc43u) che permettono l’entrata del glifosate nella piante stesse. L’effetto sinergico dura circa 150 giorni, un tempo molto lungo. Uno studio eseguito su ratti e cellule umane ha dimostrato che l’uso combinato di glifosate e adiuvanti altera le membrane cellulari ed è perciò dannoso alla salute. Provoca danni anche alla flora batterica del terreno e alle micorrize.” Prof. Buiatti ordinario di Genetica all’ateneo di Firenze dal 1981
http://www.greenews.info/pratiche/ogm-buiatti-dire-che-sono-sicuri-non-e-scontato-valutazioni-per-immetterli-sul-mercato-non-imparziali-20140806/
Vedi anche: Gli Ingredienti cosidetti inattivi in formulazioni di erbicidi, sono attivamente tossici
E anche: Il Roundup prodotto dalla multinazionale Monsanto è 125 volte più tossico del suo principio attivo, il glyphosate
4b) Come il diserbante Roundup ® danneggia il cervello
Un nuovo studio rivela un meccanismo finora sconosciuto su come il più popolare erbicida al mondo legato agli OGM danneggia il cervello. Sorprendentemente, nonostante Roundup ® sia erbicida più diffuso e approvato in tutto il mondo, i meccanismi di base attraverso la quale esercita la tossicità verso specie animali non-bersaglio (uomo compreso) devono ancora essere adeguatamente caratterizzati. Preoccupati per lo stato del Brasile quale maggiore consumatore mondiale di pesticidi dal 2008, i ricercatori hanno cercato di chiarire gli effetti tossicologici di questi prodotti agrochimici negli esseri umani. Il loro nuovo studio, pubblicato sulla rivista Toxicology, fornisce un meccanismo proposto per gli effetti avversi neurologici di Roundup ® (un erbicida a base di glifosato). E 'stato osservato che l'esposizione agli agrochimici può causare o accelerare, patologie neurodegenerative, quali il morbo di Parkinson e morbo di Alzheimer.
Tuttavia, manca un meccanismo d'azione, un tale collegamento può più facilmente essere liquidato come una coincidenza; che è in gran parte la posizione dell'establishment medico, dell'industria agricola, e delle sue aspiranti autorità di regolamentazione. Gli autori sottolineano che "le condizioni neurodegenerative sono frequentemente associate con eccitotossicità glutammatergica e lo stress ossidativo", che è il motivo per cui hanno deciso di approfondire l'argomento.
Intitolato, " Mechanisms underlying the neurotoxicity induced by glyphosate-based herbicide in immature rat hippocampus: involvement of glutamate excitotoxicity " la ricerca testa la neurotossicità del Roundup ® nell'ippocampo di ratti immaturi seguito di esposizione acuta (30 minuti) e cronica (gravidanza e allattamento). I risultati hanno scoperto che l'esposizione acuta al Roundup ® induce il flusso di calcio nei neuroni (in primo luogo, attivando i recettori NMDA e canali voltaggio-dipendenti del Ca2 +), il che porta a stress ossidativo e alla morte delle cellule neurali.
Hanno anche scoperto che il diserbante colpisce gli enzimi ERK e CaMKII, il seguito dei quali è un enzima la cui dis-regolazione è stata collegata alla malattia di Alzheimer. Inoltre, l'esposizione acuta è stato osservato avere i tre seguenti effetti:
- aumentare il glutammato amminoacido nelle giunzioni attraverso cui i neuroni comunicano (sinapsi), che, quando viene rilasciato in livelli in eccesso, può esercitare effetti eccitotossici/neurotossici nei neuroni.
- Diminuire il glutatione antiossidante neuroprotettivo.
- Aumentare l'“irrancidimento del cervello”, cioè l'ipoperossidazione, caratterizzata da eccitotossicità (eccesso di stimolazione dei neuroni) e da danno ossidativo.
Il riepilogo dei risultati, guardando gli effetti di entrambi le esposizione, acuta e cronica, sono stati segnalati come segue: "Presi insieme, questi risultati hanno dimostrato che il Roundup ® potrebbe portare a livelli eccessivi di glutammato extracellulare e di conseguenza di glutammato e di stress ossidativo nell'ippocampo di ratto". "L'eccitotossicità Roundup-indotta del glutammato sembra condividere effetti simili al glutammato monosodico (MSG) e all’eccitotossicità aspartame-collegata, e indicando che chiunque sia incline a un cervello o una condizione neurologica che coinvolge un aumento dello stress ossidativo e/o eccitotossicità neuronale (stimolazione delle cellule nervose patologica o eccessiva) dovrebbe essere ancora più cauto e ridurre l'esposizione a questo purtroppo onnipresente contaminante ambientale e alimentare. Gli autori hanno anche sottolineato che il loro studio ha trovato che l'esposizione materna al Roundup ® ha portato la prole ad essere esposta all'erbicida perché attraversa la barriera placentare durante la gestazione e/o è arrivato a loro attraverso il latte materno. Gli scienziati ammoniscono: "L'esposizione a sostanze tossiche nell'ambiente durante i periodi di gravidanza e in lattazione ha potenzialmente una influenza sugli embrioni e sullo sviluppo fetale." Questa non è la prima volta che sono state sollevate problematiche circa le proprietà contraccettiva di Roundup che causano difetti di nascita. 22 marzo 2014
http://www.disclose.tv/news/This_is_how_GMOs_damage_your_brain/101334
Cattani, D., de Liz Oliveira Cavalli, V. L., Rieg, C. E. H., Domingues, J. T., Dal-Cim, T., Tasca, C. I., ... & Zamoner, A. (2014). Mechanisms underlying the neurotoxicity induced by glyphosate-based herbicide in immature rat hippocampus: involvement of glutamate excitotoxicity. Toxicology, 320, 34-45. http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0300483X14000493
4c) Comprovato, il Roundup si accumula nel cibo OGM
Un nuovo importante manoscritto accettato per la pubblicazione sulla rivista Food Chemistry smentisce l'idea diffusa che le colture OGM sono 'sostanzialmente equivalenti' ai loro omologhi tradizionali, una nozione che costituisce la base per le agenzie nazionali e internazionali - tra cui la U.S. FDA, la United Nation's Food and Agriculture Organization e la World Health Organization - dichiarando gli alimenti GM essere sicuri senza aver effettuato adeguate valutazioni del rischio per la salute.
Il nuovo manoscritto dal titolo, " le differenze di composizione nella soia sul mercato: il glifosato si accumula nei semi di soia Roundup Ready GM , " è stata presentato da un team di ricercatori provenienti dalla Norvegia e Regno Unito che hanno esplorato le differenze compositive di 31 lotti di soia da Iowa , Stati Uniti d'America, che consisteva in tre diversi tipi:
- Soia geneticamente modificata, tollerante al glifosato (GM-soia);
- Soia non modificata coltivata utilizzando una regime di coltivazione "chimica" convenzionale;
. Soia non modificata coltivata utilizzando un regime di coltivazione biologica.
La loro analisi ha rivelato le seguenti scoperte:
- "La Soia ecologica mostrato il profilo nutrizionale sano con più zuccheri, quali glucosio, fruttosio, saccarosio e maltosio, significativamente in totale più proteine e zinco e meno fibre rispetto sia a quella convenzionali che Soia GM."
"La Soia ecologica contiene in totale anche meno grassi saturi e acidi grassi omega-6 sia della convenzionali che Soia GM ".
"La Soia GM conteneva alti residui di glifosato e AMPA* (media 3.3 e 5.7mg/kg, rispettivamente). lotti di soia convenzionali e biologici contenevano nessuno di questi prodotti agrochimici." Sono riassunti i loro risultati:
"Con l’utilizzo di 35 diverse variabili nutrizionali ed elementari per caratterizzare ogni campione di soia, siamo stati in grado di discriminare la soia GM, convenzionale e biologica senza eccezione, dimostrando la "sostanziale non equivalenza" in caratteristiche di composizione per la soia "ready-to-market."
Come abbiamo discusso in precedenza, "l'estrema tossicità di Roundup distrugge la 'sostanziale equivalenza' dell’argomento GM / non-GM", un sempre maggiore numero di ricerche pubblicate peer-reviewed indicano che il Roundup e le relative formulazioni di erbicidi a base di glifosato rappresentano un ambiente estremo e il pericolo per la salute umana: "Se l'erbicida Roundup della Monsanto fosse in realtà 'più sicuro del sale da tavola' come una volta pubblicizzato, il consumo di alimenti geneticamente modificati non sarebbe altrettanto controverso. La verità, però è che praticamente tutti gli alimenti GM oggi contiengono residui di questa sostanza chimica tossica, che smentisce che cibi GM e non GM siano 'sostanzialmente equivalenti", e che è la giustificazione dottrinale principale dietro al perché gli alimenti geneticamente modificati non sono adeguatamente testati per la sicurezza e milioni di persone in questo paese che li mangiano stanno vivendo e respirando come cavie".
http://www.greenmedinfo.com/blog/roundup-accumulates-gmo-food-proving-its-lack-safety Bøhn, T., Cuhra, M., Traavik, T., Sanden, M., Fagan, J., Primicerio, R., (2013) Compositional differences in soybeans on the market: glyphosate accumulates in Roundup Ready GM soybeans, Food Chemistry. doi.org/10.1016/j.foodchem.2013.12.054
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0308814613019201
I residui di glifosato e AMPA in campioni di soia individuali (n = 31).
* l'AMPA nello specifico è il prodotto di degradazione del Roundup, chiamato acido aminomethylphosphonato. foto: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10201761803386093&set=p.10201761803386093&type=1&theater
4d) Diserbante trovato nelle urine umane in tutta Europa
Sono state trovate tracce del diserbante glifosato nelle urine dei cittadini di ben 18 Paesi europei, così come si evince dai risultati del test commissionato da Friends of the Earth Europe. I risultati del test sollevano grandi preoccupazioni visto l’aumento dei livelli di esposizione ad erbicidi a base di glifosato, comunemente utilizzati da agricoltori, autorità pubbliche e giardinieri di tutta Europa. Inoltre è prevedibile un ulteriore aumento dell’utilizzo del glifosato se in Europa verranno introdotte colture geneticamente modificate (OGM). Nonostante il suo uso diffuso, vi è attualmente uno scarso monitoraggio riguardo la presenza di glifosato in cibo, acqua o nell’ambiente in generale. Questa è il primo caso in Europa di monitoraggio della presenza del diserbante in corpi umani.
Adrian Bebb portavoce di Friends of the Earth Europe ha dichiarato: “La maggior parte delle persone saranno preoccupate di scoprire che possono avere diserbante nei loro corpi. Abbiamo testato le persone che vivono in città in ben 18 Paesi e trovato tracce negli organismi umani in ognuno di questi Paesi. Questi risultati suggeriscono che siamo costantemente esposti al glifosato nella nostra vita quotidiana, ma non sappiamo da dove proviene, quanto sia diffuso nell’ambiente, e i danni che sta causando alla nostra salute.” “I nostri test mettono in evidenza una grave mancanza di intervento da parte delle autorità pubbliche in tutta Europa e indica che il diserbante è ampiamente abusato. I governi devono iniziare il loro monitoraggio ed apportare misure urgenti per evitare il suo utilizzo. Questo significa anche respingere eventuali colture geneticamente modificate che aumenterebbero l’utilizzo del glifosato.” Friends of the Earth Europe sta invitando l’Unione europea a indagare con urgenza su come il glifosato riesca a penetrare nel corpo delle persone, aumentando pertanto i livelli di monitoraggio nell’ambiente, negli alimenti e nell’acqua, ed introducendo restrizioni immediate sull’utilizzo del glifosato. Friends of the Earth Europe ha commissionato test di laboratorio su campioni di urine di volontari in 18 paesi in tutta Europa e ha scoperto che, in media, il 44% dei campioni conteneva glifosato. La percentuale di campioni positivi varia da paese a paese, con Malta, Germania, Regno Unito e Polonia che hanno le prove più positive, e livelli più bassi rilevati in Macedonia e in Svizzera.Tutti i volontari che hanno fornito campioni vivono in città, e nessuno aveva manipolato o usato prodotti a base di glifosato nella fase di preparazione alle prove che sono state effettuate tra il marzo e il maggio 2013.Il glifosato è usato in molte colture geneticamente modificate. 14 nuove colture geneticamente modificate progettate per essere coltivate con glifosato sono attualmente in attesa di approvazione per poter essere coltivate in Europa. L’approvazione di queste colture comporterebbe inevitabilmente un ulteriore aumento dell’utilizzo di glifosato nella UE Il più grande produttore di glifosato è la Monsanto che lo vende sotto il marchio 'Roundup'.
http://www.foeeurope.org/weed-killer-glyphosate-found-human-urine-across-Europe-130613 Hoppe H-W, (2013), Determination of Glyphosate residues in human urine samples from 18 European countries, Report Glyphosate MLHB-2013-06-06. Medical Laboratory Bremen, Haferwende 12, 28357 Bremen, Germany. BUND, Friends of the Earth, June 28, 2013. 18 pp.
4e) Diserbante Monsanto Roundup: causa malformazioni genetiche?
M. Antoniou, M. E. El-Din Mostafa Habib, C. V. Howard, R. C. Jennings, C. Leifert, R. Onofre Nodari, C. Robinson, J. Fagan. (2011) Roundup and birth defects: is the public being kept in the dark?© Earth Open Source, 2011, pp 52.
Un gruppo di scienziati dell’Ong britannica “Earth Open Source” ha diffuso recentemente un rapporto secondo il quale il diserbante più utilizzato al mondo sarebbe causa di malformazioni genetiche nei feti degli animali da laboratorio.
La sostanza responsabile sarebbe il “glifosato”, contenuta all’interno del prodotto Roundup dell’azienda americana Monsanto utilizzato sin dagli anni ’90 anche nei giardini delle scuole, nelle aree verdi cittadine e ai lati delle strade. Il dossier degli scienziati accusa l’industria agro-chimica e la Commissione Europea di sapere da almeno trent’anni della pericolosità del prodotto ma di averlo consapevolmente tenuto segreto all’opinione pubblica. Pubblicato con il titolo “Roundup and birth defects: is the public being kept in the dark?” il 7 giugno 2011, svela gli effetti devastanti del diserbante Roundup.
Nel 1993 è stato provato che le malformazioni comparivano anche in caso di esposizione media o bassa al glifosato, ma nel 2002 gli esperti della Commissione Europea, invece di avvertire la popolazione dei rischi potenziali, hanno liberalizzato la commercializzazione del diserbante in Europa. Comprovati studi, da parte di ricercatori argentini e britannici, hanno accertato la responsabilità dell’erbicida nelle malformazioni cranio-facciali degli embrioni di rane e polli. Inoltre, l’impiego del prodotto anche in agricoltura avrebbe favorito l’emergere di malattie cancerogene osservate sulla popolazione del Sudamerica, una delle zone al mondo in cui si usa maggiormente la soia Ogm Roundup, creata proprio per tollerare elevate quantità di glifosato. Don Huber, professore emerito presso la Purdue University, ha scritto una lettera aperta al Ministro dell'Agricoltura americano dell’epoca Tom Vilsack, in cui ha scritto: "E' ben documentato che il glifosato favorisce la patogenenesi del terreno ed è già coinvolto nell'aumento di oltre 40 malattie delle piante, ma smantella le difese delle piante dai chelanti, sostanze nutrienti vitali, e riduce la biodisponibilità dei nutrienti negli alimenti per animali, e ciò a sua volta può causare disturbi di origine animale"
La Commissione Europea, d’altro canto, ha smentito tutti gli studi effettuati dagli scienziati dichiarando che «il glifosato rientra in una categoria di pesticidi che non richiede un’immediata attenzione». La “deadline” per la revisione del prodotto era fissata per il 2012, ma una nuova direttiva UE l’ha posticipata al 2015. Claire Robinson, coautore dello studio, ha spiegato: “Sembra che ci sia stata una deliberata volontà di coprire la verità da parte dell’industria chimica (spiegabile ma non giustificabile) e di chi doveva controllare (inspiegabile e ingiustificabile). Tutto ciò sulla pelle della sicurezza pubblica. Anche perché il Roundup non viene utilizzato solo in agricoltura, ma anche nel giardinaggio, nei parchi e nelle aree verdi delle scuole, grazie alla falsa informazione che sia sicuro”. Da tuttogreen.it:
http://www.tuttogreen.it/diserbante-monsanto-roundup-causa-malformazioni-genetiche/
Il rapporto:
Il testo completo in pdf:
http://www.earthopensource.org/files/pdfs/Roundup-and-birth-defects/RoundupandBirthDefectsv5.pdf
4f) Glifosato (Roundup) collegato al cancro del tessuto linfatico
Una nuova recensione sul rapporto tra esposizione a pesticidi e il rischio di tumori del sangue nelle ghiandole linfatiche (linfomi) ha confermato l'esistenza di un collegamento con il più popolare pesticida al mondo e cioè il glyphosate, principio attivo del Roundup della Monsanto. Pubblicato nell' International Journal of Environmental Research and Public Health e intitolato “Non-Hodgkin Lymphoma and Occupational Exposure to Agricultural Pesticide Chemical Groups and Active Ingredients: A Systematic Review and Meta-Analysis", la ricerca è incentrata su revisioni sistematiche di una serie di meta-analisi di quasi 30 anni di valore di ricerca epidemiologica sul rapporto tra linfoma non-Hodgkin (NHL) e l'esposizione professionale a 80 ingredienti attivi di pesticidi agricoli e 21 gruppi chimici. La revisione focalizzata su 44 pubblicazioni, ognuna delle quali riportata i risultati di studi condotti in paesi ad alto reddito.
Lo studio si apre con accenno al "sorprendente incremento" osservato dell'incidenza di linfomi di tipo non-Hodykin negli ultimi 30 anni. Perché gli agricoltori tendono ad avere una bassa mortalità generale, ma elevati tassi di alcuni tipi di cancro, e si ritiene che l'esposizione agli agrochimici possa contribuire a spiegare questa contraddizione. Oltre a mostrare che vi è evidenza coerente che l'esposizione ai pesticidi in contesti agricoli professionali abbia importanza determinante per la NHL, lo studio ha trovato che l'esposizione al glifosato, in particolare, è stato associato positivamente con un sottotipo comune di NHL, cioè al linfoma a cellule B.
Il glifosato collegato al linfoma è solo la punta dell'iceberg della tossicità.
Questa constatazione, pur significativo, non sorprende più di tanto visti i dati esistenti che si stanno accumulando ora e che mostrano che il glifosato e molti dei suoi cosiddetti ingredienti 'inattivi', anche in formulazioni di erbicidi come il Roundup, sono cancerogeni, forse anche in concentrazioni infinitesimali (gamma di parti per trilione).
http://www.greenmedinfo.com/blog/glyphosate-roundup-linked-cancer-lymph-tissue-new-study
Abstract: Questo documento descrive i risultati di una revisione sistematica e una serie di meta-analisi di quasi tre decenni di ricerca epidemiologica sul rapporto tra linfoma non-Hodgkin (NHL) e l'esposizione professionale a principi attivi di pesticidi agricoli e a gruppi chimici. Le stime di associazioni di NHL con 21 gruppi chimici antiparassitari e 80 principi attivi sono stati estratti da 44 paper, ognuno dei quali ha riferito i risultati delle analisi di studi condotti in paesi ad alto reddito. Effetti casuali nelle meta-analisi hanno mostrato che gli erbicidi fenossilici, insetticidi carbammati, insetticidi organofosforici e il principio attivo lindano, un insetticida organoclorurati, sono stati associati positivamente con il NHL. In alcuni documenti, sono state riportate associazioni tra pesticidi e sottotipi di NHL; Linfoma alle cellule B è stato positivamente associato con erbicidi fenossilici e l’erbicida organofosforico, glifosato. Il Linfoma diffuso a grandi cellule B è stato positivamente associato con l'esposizione agli erbicidi fenossilici. Nonostante le prove che il NHL è associato con alcuni prodotti chimici, questa recensione indica la necessità di indagini che riguardino una più ampia varietà di pesticidi, in più aree geografiche, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito, che, pur producendo una gran parte dell'agricoltura mondiale , mancavano nella letteratura che è stata utilizzata per questo lavoro. Schinasi, L., & Leon, M. E. (2014), Non-Hodgkin Lymphoma and Occupational Exposure to Agricultural Pesticide Chemical Groups and Active Ingredients: A Systematic Review and Meta-Analysis. International journal of environmental research and public health, 11(4), 4449-4527.
http://www.mdpi.com/1660-4601/11/4/4449/htm
4g) Studi dimostrano come Il Glifosato sia collegato a gravi patologie quali: diabete, alzheimer e cancro
Il Glifosato (N - phosphonomethylglycine), il principio attivo dell'erbicida Roundup®, è l'erbicida principale in uso oggi negli Stati Uniti, e sempre più in tutto il mondo, in agricoltura e nella manutenzione dei prati, soprattutto ora che il brevetto è scaduto. 80% delle colture geneticamente modificate, in particolare di mais, soia, colza, cotone, barbabietole da zucchero e più recentemente di erba medica, sono specificamente mirate verso l'introduzione di geni che sviluppano resistenza al glifosato, il cosiddetto "Roundup Ready® feature”. Negli esseri umani, solo piccole quantità (~ 2%) di glifosato ingerito sono metabolizzati come acido aminomethylphosphonic (AMPA), e il resto entra nel flusso sanguigno e viene eventualmente eliminato attraverso l'urina.
Una nuova revisione di centinaia di studi scientifici che riguardano il glifosato, “componente” principale di tanti ogm Monsanto mette in luce i suoi effetti all'interno del corpo umano.
“Qui mostriamo come le interferenza con gli enzimi CYP agiscono sinergicamente con rottura della biosintesi degli amminoacidi aromatici dai batteri intestinali. Il documento descrive come tutti questi effetti potrebbero lavorare insieme, e con le altre variabili; le conseguenze sono la maggior parte delle malattie e delle condizioni associate a una dieta occidentale, che comprendono disturbi gastrointestinali, obesità, diabete, malattie cardiache, depressione, autismo, sterilità, cancro e la malattia di Alzheimer. Spieghiamo gli effetti documentati del glifosato e la sua capacità di indurre la malattia.”
Il glifosato inibisce il citocromo P450 (CYP).I citocromi P450 sono i maggiori attori coinvolti nella detossificazione dell'organismo, essendo in grado di agire su una gran numero di differenti substrati, sia esogeni (farmaci e tossine di origine esterna) che endogeni (prodotti di scarto dell'organismo).
Ci sono una miriade di importanti enzimi CYP, esempi ne sono l'aromatasi (l'enzima che converte gli androgeni in estrogeni), il 21-idrossilasi, che crea cortisolo (ormone dello stress) e l'aldosterone (regola la pressione sanguigna) ecc.
Poiché la buona funzionalità del CYP è essenziale per il normale funzionamento dei vari sistemi del nostro corpo, ogni piccolo cambiamento nella sua espressione può portare ad interruzioni. Per esempio, nelle persone esposte al glifosato diminuiscono i livelli di triptofano, necessario per la segnalazione attiva del neurotrasmettitore serotonina. Livelli di serotonina soppressi sono stati associati con l'aumento di peso, depressione e morbo di Alzheimer. “Il presente documento non pretende di produrre nuove scoperte scientifiche. Guarda invece i vecchi studi in una nuova luce. I critici diranno che i legami tra glifosato e problemi di salute fornite in questo articolo sono puramente di correlazione, ma questo lavoro è importante perché porta alla luce tutti i possibili effetti sulla salute del glifosato insieme e discute di cosa potrebbe accadere alla salute dell'individio, è una cosa che il Department of Agriculture, US Environmental US Protection Agency e la Food and Drug Administration non sono riusciti a fare.”
Il lavoro: Samsel A, Seneff S. (2013), Glyphosate’s Suppression of Cytochrome P450 Enzymes and Amino Acid Biosynthesis by the Gut Microbiome: Pathways to Modern Diseases. Entropy. 15(4):1416-1463.
Testo completo in pdf:
http://www.mdpi.com/1099-4300/15/4/1416/pdf
Glyphosate, the active ingredient in Roundup®, is the most popular herbicide used worldwide. The industry asserts it is minimally toxic to humans, but here we argue otherwise. Residues are found in the main foods of the Western diet, comprised primarily of sugar, corn, soy and wheat. Glyphosate’s inhibition of cytochrome P450 (CYP) enzymes is an overlooked component of its toxicity to mammals. CYP enzymes play crucial roles in biology, one of which is to detoxify xenobiotics. Thus, glyphosate enhances the damaging effects of other food borne chemical residues and environmental toxins. Negative impact on the body is insidious and manifests slowly over time as inflammation damages cellular systems throughout the body. Here, we show how interference with CYP enzymes acts synergistically with disruption of the biosynthesis of aromatic amino acids by gut bacteria, as well as impairment in serum sulfate transport. Consequences are most of the diseases and conditions associated with a Western diet, which include gastrointestinal disorders, obesity, diabetes, heart disease, depression, autism, infertility, cancer and Alzheimer’s disease. We explain the documented effects of glyphosate and its ability to induce disease, and we show that glyphosate is the “textbook example” of exogenous semiotic entropy: the disruption of homeostasis by environmental toxins. http://www.gmoevidence.com/samsel-and-seneff-glyphosate-enhances-damaging-effects-of-environmental-toxins/
- La soppressione da parte del glifosato, degli enzimi del citocromo P450 e la biosintesi dell'amminoacido del microbioma intestinale: vie delle moderne malattie
Glyphosate’s Suppression of Cytochrome P450 Enzymes and Amino Acid Biosynthesis by the Gut Microbiome: Pathways to Modern Diseases
Glyphosate and its ability to induce diseas
http://www.mdpi.com/1099-4300/15/4/1416
4h) Il DNA da OGM può trasfersi alla persona che li mangia
In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Public Library of Science (PLoS), i ricercatori sottolineano che ci sono prove sufficienti che i frammenti di DNA derivati dal cibo trasportano geni completi che possono entrare nel sistema circolatorio umano attraverso un meccanismo sconosciuto. (Mi chiedo se gli scienziati di queste aziende biotech abbiano già individuato questo metodo....) In uno dei campioni di sangue analizzati la concentrazione relativa di DNA vegetale è risultata superiore al DNA umano. Lo studio è basato sull’analisi di oltre 1000 campioni umani provenienti da quattro studi indipendenti… Quando si tratta di colture e alimenti geneticamente modificati, non abbiamo davvero alcuna idea su quali saranno gli effetti a lungo termine sul pubblico. La prima vendita commerciale di alimenti geneticamente modificati risale a solo 20 anni fa, nel 1994. Non c’è alcuna possibilità che le nostre autorità sanitarie possono testare tutte le possibili combinazioni su una popolazione abbastanza grande e per un periodo di tempo abbastanza lungo per poter dire con certezza che essi sono innocui. Il genetista David Suzuki ha recentemente espresso la sua preoccupazione, affermando che gli esseri umani sono parte di un “esperimento genetico massiccio” della durata di molti anni, dal momento che migliaia di persone continuano a consumare OGM, e ciò che dice è vero. “Il nostro sangue è considerato un ambiente ben separato dal mondo esterno e dal tratto digestivo. Secondo il paradigma standard grandi macromolecole consumate con il cibo non possono passare direttamente nel sistema circolatorio. Si pensa che, durante la digestione, le proteine e il DNA siano degradati rispettivamente in piccoli costituenti, aminoacidi e acidi nucleici, quindi assorbiti da un processo attivo complesso e distribuiti in varie parti del corpo attraverso il sistema circolatorio. Da questo studio, basato sull’analisi di oltre 1000 campioni umani provenienti da quattro studi indipendenti, emerge la prova che frammenti di DNA derivati dal cibo, abbastanza grandi da trasportare geni completi, possono evitare il degrado e, attraverso un meccanismo sconosciuto, entrare nel sistema di circolazione umano. In uno dei campioni di sangue la concentrazione relativa di DNA vegetale è superiore al DNA umano. La concentrazione di DNA della pianta mostra una distribuzione sorprendentemente precisa nei campioni di plasma, mentre il campione di controllo non-plasma (sangue cordonale), è risultato privo di DNA vegetale “.
Spisák S, Solymosi N, Ittzés P, Bodor A, Kondor D, et al. (2013) Complete Genes May Pass from Food to Human Blood. PLoS ONE 8 (7): e69805.doi:10.1371/journal.pone.0069805
http://www.plosone.org/article/info%3Adoi/10.1371/journal.pone.0069805
Il testo in pdf:
Confermato: DNA da colture geneticamente modificate sono trasferiti agli esseri umani che li mangiano: http://naturalrevolution.org/confirmed-dna-from-genetically-modified-crops-are-transferred-into-humans-who-eat-them/
- Lo studio seguente riguarda la possibilità di trasferimento di frammenti di DNA dal cibo al sangue umano. Non parlano di GMO ma va da sé che se passano frammenti normali possono passare anche quelli modificati (come affermano gli studi canadesi e come viene detto anche in un altro studio condotto in Italia, nel quale però manca onestà intellettuale ovvero: pur ammettendo il passaggio del DNA, minimizzano dicendo che è un evento raro).
Complete Genes May Pass from Food to Human Blood
Abstract
Our bloodstream is considered to be an environment well separated from the outside world and the digestive tract. According to the standard paradigm large macromolecules consumed with food cannot pass directly to the circulatory system. During digestion proteins and DNA are thought to be degraded into small constituents, amino acids and nucleic acids, respectively, and then absorbed by a complex active process and distributed to various parts of the body through the circulation system. Here, based on the analysis of over 1000 human samples from four independent studies, we report evidence that meal-derived DNA fragments which are large enough to carry complete genes can avoid degradation and through an unknown mechanism enter the human circulation system. In one of the blood samples the relative concentration of plant DNA is higher than the human DNA. The plant DNA concentration shows a surprisingly precise log-normal distribution in the plasma samples while non-plasma (cord blood) control sample was found to be free of plant DNA.
The analysis of all the publicly available circulating cell-free DNA sequencing data of over 1000 human subjects confirms our hypothesis that the presence of foreign DNA in human plasma is not unusual. It shows large variation from subject to subject following strikingly well a log-normal distribution with the highest concentration in patients with inflammation (Kawasaki disease, IBD). These findings could lead to a revision of our view of degradation and absorption mechanisms of nucleic acids in the human body.
http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0069805
L’industria agro-chimica e la Commissione europea sanno da almeno trent’anni che Roundup, il diserbante dell’americana Monsanto più venduto al mondo, contiene il glifosato: un “erbicida totale” che, come dimostrato da ricerche condotte in mezzo mondo, causa malformazioni genetiche nei feti degli animali da laboratorio.
“Il diserbante più venduto al mondo causa malformazioni genetiche. E l’Ue non fa nulla”
E' la denuncia di un rapporto realizzato da un gruppo internazionale di scienziati dell’ong Earth Open Source. Sotto accusa l'erbicida Roundup della Monsanto, usato anche in giardini pubblici e scuole. "La Commissione europea non ha mai preso provvedimenti" L’industria agro-chimica e la Commissione europea sanno da almeno trent’anni che Roundup, il diserbante dell’americana Monsanto più venduto al mondo, contiene il glifosato: un “erbicida totale” che, come dimostrato da ricerche condotte in mezzo mondo, causa malformazioni genetiche nei feti degli animali da laboratorio.
Erbicidi a base di glifosato producono effetti teratogeni su vertebrati alterando la funzione di segnalazione dell'acido retinoico, link dello studio argentino: http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/tx1001749 A. Paganelli , V. Gnazzo , H. Acosta , S. L. López , and A. E. Carrasco - Glyphosate-Based Herbicides Produce Teratogenic Effects on Vertebrates by Impairing Retinoic Acid Signaling, Chem. Res. Toxicol., 2010, 23 (10), pp 1586–1595
Vedi anche: Roundup e malformazioni congenite: il pubblico viene tenuto all'oscuro? http://earthopensource.org/index.php/reports/roundup-and-birth-defects-is-the-public-being-kept-in-the-dark
E video dall'Argentina sulla tossicità dei diserbanti:
parte 1: http://www.youtube.com/watch?v=IlJXjs9PyJc&feature=player_embedded
parte 2: http://www.youtube.com/watch?v=isBqWF3bOi4&feature=player_embedded
"E’ questa la denuncia di un nuovo rapporto realizzato da un gruppo internazionale di scienziati dell’Earth Open Source (Ong britannica che mira alla condivisione di informazioni con lo scopo di “assicurare la sicurezza alimentare preservando la Terra”), che accusa le istituzioni europee di avere colpevolmente tenuto nascosto alla popolazione i potenziali rischi legati al diserbante Roundup della Monsanto, largamente utilizzato anche nei giardini delle scuole o ai lati delle strade pubbliche già dagli anni ’90. Il dossier degli scienzati ha un titolo esplicito: “Roundup and birth defects: Is the public being kept in the dark?”
( http://www.scribd.com/doc/57277946/RoundupandBirthDefectsv5) Chiarissimo il contenuto: l’industria agro-chimica (capeggiata da Monsanto), già dai primi anni ’80 sapeva, grazie a ricerche di laboratorio, che il glifosato causa malformazioni negli animali utilizzati per gli esperimenti; nel 1993 è stato scoperto che questi effetti sono provocati anche dall’esposizione a dosi medie o basse di questa sostanza; tra il 1998 e il ’99, gli esperti della Commissione Europea vengono a conoscenza di tutto ciò, ma nel 2002, invece di avvertire la popolazione sui potenziali effetti della sostanza, ne nascondono le caratteristiche scomode, permettendo la commercializzazione in Europa del diserbante Monsanto.
Per Claire Robinson, portavoce di Earth Open Source e co-autrice del rapporto, “sembra che ci sia stata una deliberata volontà di coprire la verità da parte dell’industria chimica (spiegabile ma non giustificabile) e di chi doveva controllare (inspiegabile e ingiustificabile)”. “Tutto ciò sulla pelle della sicurezza pubblica – accusa la dottoressa Robinson -. Perché il Roundup non viene utilizzato solo in agricoltura, ma anche nel giardinaggio, nei parchi e nelle aree verdi delle scuole, grazie alla falsa informazione che sia sicuro”.
I ricercatori hanno analizzato per diversi mesi le colture geneticamente modificate in cui si usa il Roundup, riscontrando grandi quantità di un agente patogeno che può causare aborti e malformazioni alla nascita negli animali. Un problema che era stato sollevato già lo scorso autunno da uno studio indipendente di scienziati argentini (già poc'anzi menzionato) che dimostrava come il glifosato, l’erbicida appunto più usato in agricoltura e ingrediente attivo del Roundup, provochi malformazioni cranio-facciali negli embrioni di rane e polli, anche a dosi inferiori al livello di residuo massimo autorizzato in Europa.
Queste ricerche, partite da studi effettuati sull’alto tasso di malformazioni genetiche e cancro nella popolazione sudamericana, una delle aree al mondo in cui si usa maggiormente la soia Ogm Roundup (nata proprio per tollerare elevate quantità del diserbante omonimo), una volta diffuse vennero prontamente smentite dalle istituzioni europee. L’ufficio federale per la tutela del consumatore e sicurezza alimentare tedesco, ad esempio, in seguito alla pubblicazione dello studio argentino dichiarò che non c’erano “evidenze di teratogenesi” (lo sviluppo anormale di alcune regioni del feto) a causa del glifosato.
Per Monsanto, che dal suo blog ha risposto agli scienziati autori del rapporto, la Commissione europea ha già deciso in precedenza che “il glifosato rientra in una categoria di pesticidi che non richiede un’immediata attenzione”. Non solo: ”Le autorità regolatrici ed esperti indipendenti di tutto il mondo concordano sul fatto che il glifosato non causi effetti negativi al sistema riproduttivo negli animali adulti esposti alla sostanza, né difetti alla nascita nella loro progenie”, anche a dosi di molto superiori a quelle consentite. Ma Robinson non ci sta: “Queste conclusioni – dice a ilfattoquotidiano.it – sono contraddette dagli studi che proprio compagnie come Monsanto hanno condotto dagli anni ’80. Esperimenti che, a differenza di quanto viene affermato oggi, hanno dimostrato gli effetti orribili dell’esposizione anche a dosi medie o basse di glifosato”.
L’autorizzazione di questo erbicida doveva essere rivista nel 2012, ma la Commissione ha deciso, con una nuova direttiva, di fissare la revisione al 2015. Ciononostante, entro i prossimi mesi l’Ue dovrebbe approvare una più rigorosa regolamentazione sui diserbanti. La speranza degli scienziati di Earth Open Source è quella di vedere il glifosato bandito definitivamente. Visto che questa volta verranno presi in considerazione anche gli studi indipendenti. Ma, conclude Robinson, “non siamo sicuri che ci sarà la forza e il volere politico di fronteggiare il colosso Monsanto”.
4j) Ogm potrebbero essere responsabili dei disordini legati al glutine
Il cibo OGM aumenterebbe il numero di malati di celiachia. A sostenerlo il rapporto presentato dall’Institute for Responsible Technology (IRT) in accordo con i dati pubblicati dallo US Department of Agriculture, dallo US Environmental Protection Agency e da alcune ricerche internazionali pubblicate su numerose riviste scientifiche.
La celiachia è in netto aumento negli USA secondo quanto riferisce Jeffrey M. Smith, direttore esecutivo dell’IRT, che vede nel recente incremento dei casi un possibile coivolgimento degli OGM. Un possibile innesco ambientale potrebbe essere rappresentato dall’introduzione di organismi geneticamente modificati (OGM) nelle forniture alimentari statunitensi, a cominciare dalla metà degli anni ’90.
Bt-toxina, glisofato e altri componenti degli OGM sono collegati a un incremento anche di 5 volte della pericolosità dei disturbi relative all’intolleranza da glutine.
In particolare la BT-tossina negli OGM provoca danni alle cellule degli insetti che se ne nutrono. A quanto dimostrano ulteriori studi questa tossina è resistente anche alla digestione umana e induce nell’uomo stesso le medesime lesioni, spesso interessando le pareti intesinali, l’equilibrio della flora batterica, disturbi alla digestione, l’attivazione immunitaria e le conseguenti reazioni allergiche.
Danni provocati anche da un altro componente, il glifosato, che secondo il rapporto:
Anche in seguito ad una minima esposizione può ridurre in maniera significativa la popolazione di batteri presenti nel tratto digestivo e incentivare la produzione di quelli nocivi. Molto sospetto l’improvviso incremento dei casi di intolleranza al glutine in relazione all’introduzione dei cibi OGM secondo il Dr. Tom O’Bryan, esperto di livello internazionale per quanto riguarda i disordini legati al glutine e la celiachia:
L’introduzione degli OGM è altamente sospetta come possibile responsabile del rapido incremento di disordini legati al glutine negli ultimi 17 anni.
Ipotesi condivisa dalla Dr. Emily Linder, che in relazione al possibile coinvolgimento degli OGM nelle malattie intesinali ha sperimentato la rimozione dalla dieta degli organismi geneticamente modificati nel post operatorio di alcuni pazienti, notando come i disturbi guarissero più in fretta e in maniera più completa:
Credo che la presenza nella nostra dieta di OGM contribuisca a incrementare la sensibilità verso il glutine nella popolazione USA.
Il rapporto: Smith J.M., (2013),Can Genetically-Engineered Foods Explain the Exploding Gluten Sensitivity? Report Institute for Responsible Technology, november 2013, Fairfield, Iowa, pp 13.
http://www.responsibletechnology.org/posts/gluten-disorders-linked-to-gmos-new-report/
e anche: http://responsibletechnology.org/glutenintroduction
Il rapporto completo in Pdf: http://responsibletechnology.org/media/images/content/Exploding-Gluten-Sensitivity_.pdf?key=32095739
USA- CAN GENETICALLY-ENGINEERED FOODS EXPLAIN THE EXPLODING GLUTEN SENSITIVITY?
Are Genetically Modified Foods a Gut-Wrenching Combination?
By Jeffrey M. Smith, Executive Director, Institute for Responsible Technology
Gluten sensitivity is currently estimated to affect as many as 18 million Americans.[1] Reactions to gluten, a protein found in wheat, rye, and barley, are becoming increasingly common. Gluten sensitivity can range in severity from mild discomfort, such as gas and bloating, to celiac disease, a serious autoimmune condition that can, if undiagnosed, result in a 4-fold increase in death.[2] Genetics alone cannot explain the rapid rise in gluten-related disorders, and experts believe that there must be an environmental trigger. There continues to be much debate about what that environmental trigger may be. Some assert that a higher gluten content of modern wheat is to blame for the rising prevalence of gluten-related disorders.[3] But a 2013 review of data commissioned by the United States Department of Agriculture found no evidence to support this.[4] Others blame increased consumption of wheat overall,[4] age of wheat introduction,[5] cesarean birth,[6] breastfeeding duration,[7] or alterations in intestinal microflora.[8] All of these do offer some explanation, but they cannot completely account for the drastic increase in gluten sensitivities that we have seen in recent years.
Another possible environmental trigger may be the introduction of genetically modified organisms (GMOs) to the American food supply, which occurred in the mid-1990s. GMOs are created by a laboratory process that transfers genetic material into the DNA of an organism. There are nine genetically modified (GM) food crops currently on the market: soy, corn, cotton (oil), canola (oil), sugar from sugar beets, zucchini, yellow squash, Hawaiian papaya, and alfalfa. Notice that wheat is not one of these. Although wheat has been hybridized through natural breeding techniques over the years, it is not in fact a GMO. Most GM crops are engineered to tolerate a weed killer called Roundup®, whose active ingredient is glyphosate. These crops, known as Roundup-Ready crops, accumulate high levels of glyphosate that remain in the food. Corn and cotton varieties are also engineered to produce an insecticide called Bt-toxin. The Bt-toxin is produced in every cell of genetically engineered corn and ends up in corn chips, corn tortillas, and other ingredients derived from corn. A recent analysis of research suggests that Bt-toxin, glyphosate, and other components of GMOs, are linked to five conditions that may either initiate or exacerbate gluten-related disorders:
Intestinal permeability
Gluten-related disorders are commonly accompanied by and possibly triggered by intestinal permeability, which is commonly referred to as “leaky gut.”[9] Leaky gut occurs when gaps form between intestinal cells and large particles from the digestive tract enter the bloodstream, potentially triggering immune or allergic reactions. The Bt-toxin produced by genetically modified corn kills insects by punching holes in their digestive tracts, and a 2012 study confirmed that it punctures holes in human cells as well.[10] Bt-toxin is present in every kernel of Bt corn, survives human digestion, and has been detected in the blood of 93% of pregnant women tested and 80% of their unborn fetuses.[11] This “hole-punching toxin” may be a critical piece of the puzzle in understanding gluten-related disorders.
Imbalanced gut bacteria
Gluten-sensitive individuals, and especially those with celiac disease, also commonly have an imbalance in their gut flora.[12,13,14,15] The reason that cesarean section increases risk[6] and breastfeeding decreases risk[7] for gluten sensitivity is likely due to their respective effects on microbial balance in the infant’s gut.[16] Glyphosate used on GM crops is not only an herbicide, but also a potent antibiotic. Even with minimal exposure, glyphosate can significantly reduce the population of beneficial gut bacteria and promote the overgrowth of harmful strains.[17,18] An overgrowth of harmful bacteria can promote inflammation, leaky gut, and immune reactions, all of which are linked to gluten-related disorders.
Immune activation and allergies
Many people do not develop reactivity to gluten until later in life, which supports the notion that it can be triggered by environmental factors. The only study to date that has been able to effectively trigger an immunological shift to gluten sensitivity was done in mice in 2011.[19] The study showed that retinoic acid, a metabolite of vitamin A, activated a specific immune response to gluten under inflammatory conditions in the gut. It turns out that glyphosate, the primary herbicide used on GM crops, increases retinoic acid activity.[20] If glyphosate activates retinoic acid, and retinoic acid activates gluten sensitivity, eating GMOs soaked with glyphosate may play a role in the onset of gluten-related disorders. Bt-toxin may also activate the immune system. When mice were exposed to Bt-toxin, they not only mounted an immune response to it directly, but they subsequently reacted to foods that had not formerly triggered a response.[21] There was something about the Bt-toxin that primed the immune system to become reactive to other, once benign, foods. If humans exposed to Bt-toxin react in a similar manner, eating GM corn could directly lead to the development of gluten or other food sensitivities.
Impaired digestion
Decreased digestive enzymes can create undigested food particles, contribute to the overgrowth of harmful bacteria, and promote symptoms of gluten-related disorders. Studies of mice eating Roundup Ready soy and fish exposed to glyphosate show that these compounds reduce digestive enzymes.[22,23] All soybeans contain trypsin inhibitor, which blocks an important enzyme needed to digest protein, but Roundup Ready® soybeans contain as much as seven times more than non-GMO soy.[24,25] The results of these studies suggest that genetically engineered foods may lead to serious digestive compromise.
Damage to the intestinal wall
A common result of gluten sensitivity is damage to the lining of the intestinal tract. Celiac disease results in flattening of the microvilli lining the walls of the intestine. Both Bt-toxin and glyphosate have produced structural damage to microvilli in animal studies; animals exposed to these substances developed microvilli that were broken off, discontinuous, or shortened.[26,23]
Stay Away from GMOs
A clear explanation for the rising rate of gluten-related disorders remains elusive. Multiple factors interact, with no clear or original cause. But genetically modified foods and their primary chemical residue, glyphosate, may be an important piece of the puzzle. Whether GMOs are indeed a causative factor in the escalating trend of gluten sensitivity or merely an obstacle to cure is yet to be determined.
Many clinicians already prescribe non-GMO diets for their gluten-sensitive patients. Physicians and patients have reported improvement in their symptoms after eliminating GMOs from their diets. Internist, Emily Linder MD, says, “Based on my clinical experience, when I remove genetically modified foods as part of the treatment for gluten sensitivity, recovery is faster and more complete. I believe that GMOs in our diet contribute to the rise in gluten sensitivity in the U.S. population.”
Unfortunately, many people who discover they are gluten-sensitive actually increase their intake of GMOs because they switch from wheat products to corn products. With 88% of the U.S. corn crop genetically engineered, avoidance of GMOs in the gluten-free community presents a unique challenge to consumers.
The best way to avoid GMOs is to consult the NonGMOShoppingGuide.com or download the free iPhone app ShopNoGMO. Look for products with either the “Non-GMO Project Verified” or the “Certified Organic” seal. Avoid ingredients derived from the foods most likely to be genetically modified. These include soy, corn, cottonseed, canola, sugar, papaya from Hawaii or China, zucchini, and yellow squash.
If you have seen improvement in a gluten-related condition after eliminating GMOs from your diet, please email healthy@responsibletechnology.org to share your story.
Read the report: Can Genetically-Engineered Foods Explain the Exploding Gluten Sensitivity?
If you have a friend or relative suffering from gluten sensitivity, ask them if they eat GMOs and send this webpage to them! Help us to reclaim a non-GMO food supply!
References:
[1] Center for Celiac Research and Treatment. Accessed on November 20, 2013 at http://celiacdisease.about.com/od/glutenintolerance/a/How-Many-People-Have-Gluten-Sensitivity.htm
[2] Rubio-Tapia A, Kyle RA, Kaplan EL et al. Increased prevalence and mortality in undiagnosed celiac disease. Gastroenterology. 2009;137 (1):88-93.
[3] Sapone A, Bai JC, Ciacci C et al. Spectrum of gluten-related disorders: consensus on new nomenclature and classification. BMC Med. 2012;10 13.
[4] Kasarda DD. Can an increase in celiac disease be attributed to an increase in the gluten content of wheat as a consequence of wheat breeding? J Agric Food Chem. 2013;61 (6):1155-1159.
[5] Sellitto M, Bai G, Serena G et al. Proof of concept of microbiome-metabolome analysis and delayed gluten exposure on celiac disease autoimmunity in genetically at-risk infants. PLoS One. 2012;7 (3):e33387.
[6] Decker E, Hornef M, Stockinger S. Cesarean delivery is associated with celiac disease but not inflammatory bowel disease in children. Gut Microbes. 2011;2 (2):91-98.
[7] Henriksson C, Bostrom AM, Wiklund IE. What effect does breastfeeding have on coeliac disease? A systematic review update. Evid Based Med. 2013;18 (3):98-103.
[8] Cinova J, De Palma G, Stepankova R et al. Role of intestinal bacteria in gliadin-induced changes in intestinal mucosa: study in germ-free rats. PLoS One. 2011;6 (1):e16169.
[9] Arranz E, Bode J, Kingstone K, Ferguson A. Intestinal antibody pattern of coeliac disease: association with gamma/delta T cell receptor expression by intraepithelial lymphocytes, and other indices of potential coeliac disease. Gut. 1994;35 (4):476-482.
[10] Mesnage R, Clair E, Gress S, Then C, Szekacs A, Seralini GE. Cytotoxicity on human cells of Cry1Ab and Cry1Ac Bt insecticidal toxins alone or with a glyphosate-based herbicide. J Appl Toxicol. 2013;33 (7):695-699.
[11] Aris A, Leblanc S. Maternal and fetal exposure to pesticides associated to genetically modified foods in Eastern Townships of Quebec, Canada. Reprod Toxicol. 2011;31 (4):528-533. [12] Collado MC, Donat E, Ribes-Koninckx C, Calabuig M, Sanz Y. Specific duodenal and faecal bacterial groups associated with paediatric coeliac disease. J Clin Pathol. 2009;62 (3):264-269.
[13] Tursi A, Brandimarte G, Giorgetti G. High prevalence of small intestinal bacterial overgrowth in celiac patients with persistence of gastrointestinal symptoms after gluten withdrawal. Am J Gastroenterol. 2003;98 (4):839-843.
[14] Sanchez E, Nadal I, Donat E, Ribes-Koninckx C, Calabuig M, Sanz Y. Reduced diversity and increased virulence-gene carriage in intestinal enterobacteria of coeliac children. BMC Gastroenterol. 2008;8 50.
[15] Nadal I, Donat E, Ribes-Koninckx C, Calabuig M, Sanz Y. Imbalance in the composition of the duodenal microbiota of children with coeliac disease. J Med Microbiol. 2007;56 (Pt 12):1669-1674.
[16] Palma GD, Capilla A, Nova E et al. Influence of milk-feeding type and genetic risk of developing coeliac disease on intestinal microbiota of infants: the PROFICEL study. PLoS One. 2012;7 (2):e30791.
[17] Shehata AA, Schrodl W, Aldin AA, Hafez HM, Kruger M. The effect of glyphosate on potential pathogens and beneficial members of poultry microbiota in vitro. Curr Microbiol. 2013;66 (4):350-358.
[18] Kruger M, Shehata AA, Schrodl W, Rodloff A. Glyphosate suppresses the antagonistic effect of Enterococcus spp. on Clostridium botulinum. Anaerobe. 2013;20 74-78.
[19] DePaolo RW, Abadie V, Tang F et al. Co-adjuvant effects of retinoic acid and IL-15 induce inflammatory immunity to dietary antigens. Nature. 2011;471 (7337):220-224.
[20] Paganelli A, Gnazzo V, Acosta H, Lopez SL, Carrasco AE. Glyphosate-based herbicides produce teratogenic effects on vertebrates by impairing retinoic acid signaling. Chem Res Toxicol. 2010;23 (10):1586-1595.
[21] Finamore A, Roselli M, Britti S et al. Intestinal and peripheral immune response to MON810 maize ingestion in weaning and old mice. J Agric Food Chem. 2008;56 (23):11533-11539.
[22] Malatesta M, Caporaloni C, Rossi L et al. Ultrastructural analysis of pancreatic acinar cells from mice fed on genetically modified soybean. J Anat. 2002;201 (5):409-415.
[23] Senapati T, Mukerjee A, Ghosh A et al. Observations on the effect of glyphosate based herbicide on ultra structure (SEM) and enzymatic activity in different regions of alimentary canal and gill of Channa punctatus. Journal of Crop and Weed. 2009;5 (1):236-245.
[24] Padgette SR, Taylor NB, Nida DL et al. The composition of glyphosate-tolerant soybean seeds is equivalent to that of conventional soybeans. J Nutr. 1996;126 (3):702-716.
[25] Pusztai A, Bardocz S. GMO in animal nutrition; potential benefits and risks. Biology of Nutrition in Growing Animals. Elsevier; 2005
[26] Fares NH, El-Sayed AK. Fine structural changes in the ileum of mice fed on delta-endotoxin-treated potatoes and transgenic potatoes. Nat Toxins. 1998;6 (6):219-233.
- By Jeffrey M. Smith, Executive Director, Institute for Responsible Technology
- Research support by Sayer Ji, author and founder of GreenMedInfo.com , the most widely referenced natural medicine database. greenmedinfo.com | Dr. Tom O’ Bryan, thedr.com/ | Tom Malterre, MS CN, author, and physician educator.nourishingmeals.com | Stephanie Seneff, PhD, Senior Research Scientist, MIT. people.csail.mit.edu/seneff/
Presentation on glyphosate on April 28, 2014 hosted by the MIT and Wellesley Alumni Associations: http://people.csail.mit.edu/seneff/California_glyphosate.pdf
!Bellissima pubblicazione in Pdf ad uso didattico in inglese!
4k) Altri ricercatori, Anthony Samsel e Stephanie Seneff, sottolineano come il Roundup della Monsanto causa intolleranza al glutine
Un recente studio propone che l'intolleranza al glutine e la celiachia siano in aumento a causa del glifosato, l'ingrediente principale dell’erbicida Roundup della Monsanto. la National Library of Medicine afferma che la malattia celiaca "danneggia la mucosa del piccolo intestino e impedisce di assorbire parti di cibo che sono importanti per stare in salute. Il danno è dovuto ad una reazione al mangiare glutine, che si trova nel frumento, e possibilmente orzo, segale, avena". Gli autori dello studio, Anthony Samsel e Stephanie Seneff, hanno una visione diversa. Dopo il rapporto presentato dall’Institute for Responsible Technology (IRT) in accordo con i dati pubblicati dallo US Department of Agriculture, dallo US Environmental Protection Agency anche questi ricercatori sottolineano che questo aumento nella malattia celiaca corre in parallelo con l'aumento dell'uso di Roundup, e gli effetti del glifosato sono quelli elencati per la celiachia.
"La malattia celiaca, e, più in generale, intolleranza al glutine, è un problema crescente in tutto il mondo, ma soprattutto in Nord America e in Europa, dove si stima che ora ne soffre il 5% della popolazione. "I sintomi includono nausea, diarrea, eruzioni cutanee, anemia macrocitica e depressione. "E 'una malattia multifattoriale associata a numerose carenze nutrizionali, nonché questioni riproduttive e aumento del rischio di malattie della tiroide, insufficienza renale e cancro.
«Ecco, noi proponiamo che il glifosato, il principio attivo nell’erbicida Roundup ®, è il fattore causale più importante in questa epidemia. "pesci esposti al glifosato sviluppano problemi digestivi che ricordano la malattia celiaca. La malattia celiaca è associata a squilibri nei batteri intestinali che possono essere spiegate dagli effetti noti del glifosato sui batteri intestinali. "Caratteristiche della celiachia sono il deterioramento di molti enzimi del citocromo P450, che sono coinvolti nel disintossicare dalle tossine ambientali, l'attivazione della vitamina D3, il catabolizzare la vitamina A, e il mantenimento della produzione di acidi biliari e le forniture di solfato per l'intestino. "Il glifosato è noto per inibire gli enzimi del citocromo P450. Carenze di ferro, cobalto, molibdeno, rame, ed altri metalli rari associati alla celiachia possono essere attribuiti alla forte capacità di glifosato di chelare questi elementi. " Carenze di triptofano, tirosina, metionina, e selenometionina associati alla celiachia corrispondono al noto esaurimento di questi aminoacidi a causa del glifosato. "pazienti con malattia celiaca hanno un aumentato rischio di linfoma non-Hodgkin, che è stato anche implicato in esposizione al glifosato."questioni riproduttive associate alla malattia celiaca, come l'infertilità, aborti spontanei, malformazioni congenite, possono anche essere spiegate dal glifosato. "Residui di glifosato nel grano e altre colture stanno probabilmente aumentando di recente anche a causa della crescente pratica della essiccazione [asciugatura] appena prima del raccolto. Noi sosteniamo che la pratica della "maturazione" della canna da zucchero con glifosato possa spiegare il recente aumento di insufficienza renale tra i lavoratori agricoli in America Centrale. Concludiamo con un appello ai governi di riconsiderare le politiche relative alla sicurezza dei residui di glifosato negli alimenti. "Questo studio potrebbe cambiare il modo di capire l’intolleranza al glutine e celiachia, e si aggiunge al crescente corpo di prove contro il Roundup della Monsanto e quelle colture OGM che richiedono Roundup come erbicida obbligato.
http://www.activistpost.com/2014/02/study-monsantos-roundup-causes-gluten.html
Lo studio: Samsel, A., & Seneff, S. (2013). Glyphosate, pathways to modern diseases II: Celiac sprue and gluten intolerance. Interdiscip Toxicol. 2013; Vol. 6(4): 159–184. doi: 10.2478/intox-2013-0026
http://sustainablepulse.com/wp-content/uploads/2014/02/Glyphosate_II_Samsel-Seneff.pdf
“La portata della notizia è di interesse mondiale dato che il glifosato della Monsanto sembra essere diventato l'erbicida più venduto al mondo, vista anche la crescita della produzione di grano Roundup Ready GM, appunto della Monsanto.
Il rapporto si avvale di una corposa parte bibliografica che fa riferimento alle ricerche scientifiche prese in esame e si conclude con un appello ai governi di riconsiderare le politiche relative alla sicurezza dei residui di glifosato negli alimenti.” http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/12682-roundup-pesticida-monsanto-celiachia-intolleranza-glutine
4l) Roundup trovato nel 75% dei campioni di aria e pioggia
Un nuovo studio della US Geological Survey, accettato per la pubblicazione nella rivista Environmental Toxicology and Chemistry, rivela che erbicida Roundup (glifosato) e il suo ancora tossico sottoprodotto di degrado AMPA, sono stati trovati in oltre il 75% dei campioni di aria e di pioggia testati nel Mississippi nel 2007.
I ricercatori hanno valutato una vasta gamma di pesticidi attualmente in uso attraverso il campionamento settimanale dell'aria e delle piogge raccolte nel corso del 1995 e 2007, stagioni di crescita nella regione agricola del Delta del Mississippi.
I ricercatori hanno scoperto quanto segue:
• Trentasette composti sono stati rilevati nei campioni di aria o di pioggia nel 2007; 20 di questi erano presenti sia in aria che in pioggia.
• Il glifosato è stato il nuovo erbicida predominante rilevato sia in aria (86%) che nella pioggia (77%) nel 2007, ma non sono stati misurati nel 1995.
• Diminuzione utilizzo complessivo di pesticidi nel 2007 rispetto al 1995 generalmente portato a frequenze di rilevazione diminuite in aria e nella pioggia, ma intervalli di concentrazione osservati sono stati simili tra gli stessi anni, anche se il sito di campionamento 1995 era a 500 m dai campi attivi, mentre il sito di campionamento 2007 è nel raggio di 3 m dal campo.
• Concentrazione media delle rilevazioni erano maggiori nel 2007 rispetto al 1995, ma i valori mediani erano spesso inferiori.
• Sette composti nel 1995 e cinque nel 2007 sono stati rilevati in ≥ 50% dei campioni di aria e pioggia. Atrazina, metolaclor, e propanil sono stati rilevati in ≥ 50% dei campioni di aria e la pioggia in entrambi gli anni.
• Flusso di erbicida totale nel 2007 è stato leggermente maggiore rispetto al 1995, ed è stata dominata dal glifosato.
Secondo il rapporto, 2 milioni di chilogrammi di glifosato sono stati applicati in tutto lo stato, nel 2007, o il 55% del flusso erbicida totale per tale anno (~ 129 mg / m 2 ) , portandoli a dichiarare che l'alta prevalenza di glifosato in aria e acqua "Non era sorprendente."
I ricercatori hanno sottolineato che "il settimanale modello di concentrazione nell'aria del 2007 per il glifosato era simile a quelli di altri erbicidi comunemente rilevati sia nel 1995 e nel 2007 in quanto le concentrazioni più elevate si sono verificati nel mese di aprile e maggio. Tuttavia, c'erano concentrazioni rilevabili di glifosato sul tutta la stagione di crescita, che è coerente con il modo in cui il glifosato è utilizzato su colture GM, anche per il controllo delle infestanti in post-emergenza per tutta la stagione di crescita. "Il periodo di esposizione più lungo aggiunge alla crescente preoccupazione che questa sostanza tossica onnipresente rappresenta un onere inevitabile e che anche piccole esposizioni ambientali quotidiane potrebbero causare un danno significativo attraverso i loro effetti cumulativi e sinergici con altre sostanze tossiche.
Quindi, qual è la rilevanza tossicologica della scoperta del glifosato nella maggior parte dei campioni di aria testati? Nel mese di agosto 2007, respirando l'aria campionata si sarebbe inalati circa 2,5 nanogrammi di glifosato per metro cubo d'aria. E 'stato stimato l'adulto medio inala circa 11 metri cubi di aria al giorno, che sarebbe pari a 27,5 nanogrammi (miliardesimi di grammo) di glifosato al giorno. Naturalmente, se si considera la presenza di dosi di altri agrochimici trovati accanto al glifosato in questi campioni, le interazioni tra loro sono incalcolabilmente complesse e producono più danni insieme che glifosato da solo (tossicità cioè sinergica). Inoltre, ora che una recente ricerca sulle cellule ha dimostrato che il glifosato può agire come un interferente endocrino esibendo cancerogenicità con un range di parte per trilione , c'è una ragione in più per alzare la bandiera rossa del principio di precauzione, soprattutto perché sostanze tossiche inalate eludeono gli elaborati meccanismi di detossificazione delle sostanze tossiche ingerite, che deve passare attraverso il microbioma, rivestimento intestinale e nel fegato prima di entrare nel sangue e solo molto tempo dopo, a valle verso il polmone.
http://www.greenmedinfo.com/blog/roundup-weedkiller-found-75-air-and-rain-samples-gov-study-finds
Majewski, M. S., Coupe, R. H., Foreman, W. T., & Capel, P. D. (2014). Pesticides in Mississippi air and rain: A comparison between 1995 and 2007.Environmental Toxicology and Chemistry.
DOI: 10.1002/etc.2550
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/etc.2550/abstract
4m) In esseri umani malati cronici, livelli di glifosato più elevati che in quelli sani
Uno studio pubblicato in Environmental & Analytical Toxicology mette in evidenza i pericoli chimici associati con il sistema agricolo degli OGM, che si basa pesantemente sull’erbicida noto come glyphosate (Roundup), e al quale una diffusa esposizione attraverso l'ambiente e il nostro cibo sta diventando sempre più inevitabile.
Lo studio intitolato "Detection of Glyphosate Residues in Animals and Humans" finalizzato ad indagare i residui di glyphosate in diversi campioni biologici da esseri umani e animali, al fine di ottenere una visione aggiornata delle condizioni di esposizione.
Sono stati raccolti i seguenti campioni animali:
• Urine da vacche allevate in aree libere da GM
• Organi di vacche macellate da allevamento convenzionale (parete intestinale, fegato, reni, polmoni e muscoli)
• Campioni di urina da mucche danesi
• Campioni di urina da lepri e conigli da ingrasso
Sono stati raccolti i seguenti campioni umani:
• Campioni di urina da esseri umani con diete convenzionali o biologiche
• Campioni di urina da uomini sani e con malattie croniche.
Tutti i campioni sono stati testati, rivelando i seguenti risultati positivi:
• Campioni animali: "escrezione glyphosate nelle vacche da latte tedesco era significativamente più bassa rispetto mucche danesi. Significativamente, le mucche tenute in regioni GM free hanno mostrato le concentrazioni di glifosato nelle urine significativamente più basse rispetto alle mucche in da allevamento convenzionale. Il lyphosate è stato anche rilevato in diversi organi di mucche macellate, tra cui l'intestino, fegato, muscoli, milza e reni. Ci sono state differenze significative di residui di glyphosate in questi organi. Le lepri ad esempio hanno mostrato residui di glyphosate nelle urine significativamente più bassi che nelle urine dei conigli da ingrasso."
• Campioni umani: " glyphosate era significativamente più elevato negli esseri umani che si nutrono in modo convenzionale rispetto agli esseri umani con dieta prevalentemente biologica. Anche i residui di glyphosate nelle urine sono stati raggruppati in base allo stato di salute; esseri umani malati cronici avevano significativamente un più alto residui di glyphosate nelle urine che nei soggetti sani."
Nella parte "discussione" dello studio, i ricercatori affrontano alcuni punti chiave. In primo luogo, l'esposizione al glyphosate è inevitabile, a causa del suo utilizzo nella produzione alimentare:
"Erbicidi contenenti glifosato sono applicate in grandi quantità alle colture 2-3 volte a stagione per rimuovere le erbacce e disseccare le culture in un processo chiamato 'essicazione'. Una volta applicato, il glifosato si accumula nelle foglie, nei cereali o nella frutta. Residui di glifosato non possono essere rimossi con il lavaggio e non sono eliminati per cottura. Residui di glifosato possono rimanere stabili negli alimenti per un anno o più, anche se gli alimenti sono congelati, essiccati o trasformati."
In secondo luogo, è stata eseguita molta poca sperimentazione sulla presunta sicurezza del glyphosate, nonostante la sua posizione dominante a livello mondiale come erbicida preferito e nonostante un numero crescente di ricerche che indicano gli effetti negativi del glyphosate sulla salute umana .
In terzo luogo, hanno sottolineato che al di là di rilevamento glyphosate in intestino, fegato, muscolo, milza e tessuto renale dell'animale esposto, altre ricerche hanno trovato che la sostanza chimica si accumula nelle ossa - scoperta non sorprendente, considerando che il glyphosate è un forte agente chelante del calcio.
Infine, hanno scoperto una concentrazione di glyphosate di 1 parte per miliardo nelle persone che consumano prevalentemente una dieta con alimenti biologici - significativamente inferiore rispetto a quello trovato nelle persone che consumano una dieta convenzionale. Essi sottolineano inoltre che la presenza di bassi livelli di glyphosate anche all'interno di quelli alimentati con alimenti biologici potrebbe essere attribuita alla contaminazione dell'aria e della pioggia - un tema affrontato in un recente articolo Pesticides in Mississippi air and rain: A comparison between 1995 and 2007.
Lo studio ha concluso che:
"I residui di glyphosate potrebbero raggiungere l'uomo e gli animali attraverso i mangimi ed escreto nelle urine. La Presenza di glyphosate nelle urine e il suo accumulo nei tessuti animali è allarmante anche a basse concentrazioni. Effetti sconosciuti del glyphosate sugli umani ed animali pretenderebbero ulteriori indagini sanitarie sui residui di questa sostanza nei vertebrati e negli altri organismi non bersaglio."
http://www.greenmedinfo.com/blog/roundups-reach-present-all-tested-human-and-animal-samples
Krüger, M., Schledorn, P., Schrödl, W., Hoppe, H. W., & Lutz, W. (2014). Detection of Glyphosate Residues in Animals and Humans. J Environ Anal Toxicol, 4(210), doi: 10.4172/2161-0525.1000210.
Il testo completo in pdf:
4n) Erbicidi Monsanto collegati a malattie renali mortali
Il glifosato, il principio attivo di Roundup della Monsanto e molti altri erbicidi, possono essere collegati ad una epidemia di malattie renali fatali in Sri Lanka, America Centrale e India, secondo un nuovo studio pubblicato sull'International Journal of Environmental and Public Health
Gli scienziati dell'Università Rajarata in Sri Lanka e California State University suggeriscono che il glifosato del Roundup e altri erbicidi diventano estremamente tossici per i reni umani quando mescolati con acqua "dura" o in natura a metalli (tra cui arsenico e cadmio), nel terreno o aggiunti al suolo come fertilizzanti.
Nello studio, i ricercatori ipotizzano che questa combinazione possa essere la causa per la malattia renale cronica ed eziologia sconosciuta (CKDu), una misteriosa malattia, fatale che fece la prima apparizione tra i lavoratori delle risaie dello Sri Lanka a metà degli anni 1990. Epidemie simili sono stati osservati in America centrale e Andra Pradesh, India.
Dopo la rilevazione iniziale, nel 1990, la CKDu si è diffusa rapidamente in tutto il Nord Centrale dello Sri Lanka.Oggi colpisce circa il 15 per cento delle persone in età lavorativa in quella parte del paese. Secondo lo studio, oltre 20.000 persone nella zona sono morti di CKDu, e circa 400.000 persone sono state colpite.
Autori dello studio hanno ipotizzato che, visti i dati disponibili sull’acqua dura, sulla tossicità dell’arsenico e sul CKDu, un fattore sconosciuto, soprannominato "Compound X", quando combinato con metalli in acqua dura o nel terreno, causa il danno renale estremo osservata nella zona. Gli scienziati ritengono Compound X sia un agrochimico, perché spiegherebbe la distribuzione geografica delle CKDu così come pure perché non fosse conosciuto fino alla metà degli anni 1990.
Un agrochimico come Composto X spiegherebbe anche perché CDKu non è prevalente nelle comunità agricole nel nord dello Sri Lanka, nonostante la zona con alti livelli di acqua dura, dal momento che agrochimici sono stati vietati nel nord dello Sri Lanka negli ultimi due decenni, a causa del loro potenziale utilizzo in ordigni esplosivi improvvisati (IED). Una volta dedotto che Compound X è probabile un agrochimico, gli autori dello studio hanno dedotto che deve avere determinate caratteristiche tra cui essere fatto con sostanze chimiche introdotte nella zona negli ultimi 20 o 30 anni, avere la capacità di formare complessi stabili con acqua dura, avere un capacità di catturare e trattenere l'arsenico e metalli e di agire come un "vettore" nella fornitura di queste tossine al rene, e che potrebbero avere molteplici vie di esposizione comprendenti ingestione, cutanea e l'assorbimento delle vie respiratorie.
Quando esaminato, secondo gli autori dello studio, tutti i fattori hanno portato al glifosato, il pesticida più usato in Sri Lanka, superiore alla somma di tutti gli altri pesticidi importati nel paese nel 2012.
http://arbiternews.com/2014/03/03/monsanto-herbicide-linked-to-deadly-kidney-disease-study-finds/
Jayasumana, C., Gunatilake, S., & Senanayake, P. (2014). Glyphosate, hard water and nephrotoxic metals: are they the culprits behind the epidemic of chronic kidney disease of unknown etiology in sri lanka?. International journal of environmental research and public health, 11(2), 2125-2147.
http://www.mdpi.com/1660-4601/11/2/2125
vedi anche: Il Roundup (Glifosato) della Monsanto legato ad una malattia renale cronica fatale
La medesima patologia renale sta mietendo vittime tra decine di migliaia di lavoratori agricoli anche in America Centrale e India. Nei Paesi più ricchi la malattia sarebbe curabile. In Nicaragua e El Salvador negli ultimi cinque anni vi sarebbero stati più casi di morte dovuti ad essa che al diabete, all’Aids o alla leucemia.
El Salvador ha proposto una legge per vietare decine di prodotti agrochimici, tra cui il glifosato. Un’azione contro Monsanto e il glisofato è in corso anche in Brasile, dove la procura federale ne ha richiesto il divieto. Sono state portate avanti delle azioni legali per costringere l’Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria brasiliana a rivalutare la tossicità dei principi attivi considerati pericolosi. http://www.greenbiz.it/food/agricoltura/10172-monsanto-roundup
- I ricercatori, Anthony Samsel e Stephanie Seneff sostengono che la pratica della "maturazione" della canna da zucchero con glifosato possa spiegare il recente aumento di insufficienza renale tra i lavoratori agricoli in America Centrale
Uno studio ha individuato malattie che prima non erano comuni, come anomalie congenite, malformazioni cerebrali, spina bifida, cecità o sordità, lesioni neurologiche, sterilità e problemi insoliti della pelle.
14 dicembre 2013 - Michael Warren e Natacha Pisarenko
Fonte: SDPnoticias.com - 04 dicembre 2013
La biotecnologia americana ha fatto dell'Argentina il terzo produttore mondiale di grano di soia, però l'uso delle sostanze chimiche che hanno potenziato questo boom vanno oltre i campi di soia, cotone e mais. La Associated Press ha documentato decine di casi nelle province agricole dove si impiegano sostanze tossiche in modi che non erano stati previsti dalle normative segnalate dalla scienza o che sono state specificamente proibite dalla legge, e in un contesto dove ci sono pochi controlli da parte dello stato. Il vento trascina le sostanze tossiche, che vengono sparse sulle scuole e case dopo aver contaminato le fonti di acqua. I braccianti agricoli manipolano le sostanze senza le protezioni necessarie e la gente raccoglie acqua in contenitori che prima contenevano i pesticidi e che avrebbero dovuto essere distrutti. Adesso i medici avvertono che l'uso incontrollato di pesticidi può essere la causa dei crescenti problemi di salute che stanno vivendo i 12 milioni di persone che vivono nella vasta regione agricola dell'Argentina. Il glifosato, componente chiave dei pesticidi Roundup della Monsanto, è una delle sostanze chimiche più usate al mondo per eliminare le erbacce. L'Argentina ha adottato il modello Monsanto, ma l'applicazione delle norme di sicurezza è variabile, visto che nella regolamentazione dell'agricoltura hanno la precedenza le 23 province, che hanno diverse normative. Spargere pesticidi è vietato a meno di 3 km dalle zone abitate in alcune province però è permesso fino a 50 metri in altre. Un terzo delle entità territoriali non prevede alcun limite e la maggior parte non ha politiche dettagliate per l'adempimento delle norme. Il dottor Damian Verzenassi, direttore del programma di Ambiente e Salute della facoltà di medicina dell'Università Nazionale di Rosario, ha deciso di cercare la ragione dell'aumento dei casi di cancro, anomalie congenite e aborti negli ospedali argentini. Il dottor Damian Verzenassi tiene un continuo studio epidemiologico presso la scuola medica del Università nazionale di Rosario ed ha segnalato un aumento del 90 per cento nel cancro dal 1997 ad oggi. “Non siamo andati a cercare problemi nei prodotti agrochimici”, ha detto il medico. “Abbiamo cercato di scoprire quello che stava succedendo alla gente”. Dal 2010, è stato realizzato uno studio epidemiologico casa per casa che ha incluso 65.000 persone nella provincia di Santa Fe e ha dimostrato che la percentuale dei casi di cancro sono tra due e quattro volte la media nazionale, inclusi il cancro al seno, alla prostata e al polmone. Inoltre sono stati rilevati alti indici di disturbi alla tiroide e problemi respiratori cronici. “Può esserci una correlazione con i pesticidi tossici”, ha detto Verzenassi. “Fanno le analisi di tossicità sull'ingrediente principale, ma non hanno mai studiato le interazioni tra tutti gli elementi chimici che stanno utilizzando”. Il medico María del Carmen Seveso, che dirige da 33 anni le unità di terapia intensiva e le commissioni di etica negli ospedali del Chaco, si è allarmata vedendo che dai certificati di nascita, le anomalie congenite dei neonati erano quadruplicate, da 19.1 a 85.3 per ogni 10.000 nascite, da quando era stata approvata la semina di coltivazioni geneticamente modificate una decennio fa. Impegnata a trovare le cause, Seveso e la sua equipe medica ha intervistato 2.051 persone in sei paesi del Chaco. Ha riscontrato che ci sono più malattie e anomalie nelle popolazioni agricole rispetto ai paesi di allevatori. A Avia Terai, il 31% degli intervistati ha dichiarato di avere un familiare che ha contratto il cancro nell'ultimo decennio, rispetto al 3% del vicino paese di allevatori di Charadai. Visitando questi villaggi circondati da coltivazioni, la AP ha trovato tracce di sostanze chimiche in zone dove si suppone non dovessero essercene. Lo studio ha individuato malattie che, secondo il dottor Seveso, prima non erano comuni, come anomalie genetiche, malformazioni cerebrali, spine bifide, cecità o sordità, lesioni neurologiche, sterilità e problemi non comuni della pelle.Aixa Cano, una bambina di cinque anni, ha verruche pelose in tutto il corpo. La sua vicina Camila Verón, di due anni, è nata con varie malformazioni. I medici hanno detto alle madri che i pesticidi potrebbero essere la causa.“Mi hanno detto che è stato quello che ingeriva, che sta nell'acqua perchè gettano molto veleno qui vicino”, ha detto la madre di Camila, Silvia Achaval, parlando di sua figlia. “Quelli che dicono che gettare il veleno non produce alcun effetto, non so che senso abbia, perchè lì ci sono le prove”. È quasi impossibile dimostrare che l'esposizione a una sostanza chimica specifica può aver causato il cancro o malformazioni congenite in una persona. Però, come altri medici, la Seveso dice che i risultati a Chaco rendono necessaria una inchiesta rigorosa da parte del governo. Il suo rapporto di 68 pagine, tuttavia, è stato archiviato per un anno al Ministero della Salute di Chaco. Alla fine, è filtrata una copia che è stata distribuita attraverso internet. “Ci sono cose delle quali non si parla, cose che non vengono ascoltate”, ha detto la Seveso. Gli scienziati dicono che solo studi più approfonditi, a lungo termine, possono escludere che i pesticidi siano la causa di queste malattie. “È per quello che facciamo studi epidemiologici di malattie cardiache, problemi legati al fumo e di ogni altro tipo”, ha detto Doug Gurian-Sherman, ex responsabile dell'Agenzia di Protezione Ambientale americana che adesso collabora con la Union of Concerned Scientists. “Se ci sono indizi che rivelano gravi problemi di salute, non bisogna aspettare di avere prove assolute per prendere delle contromisure”.
http://www.peacelink.it/ecologia/a/39481.html
e: http://www.centromandela.com/?p=5525
e: http://www.beyondpesticides.org/dailynewsblog/?p=12090
- Estratti dall'intervista radiofonica alla Dott.ssa Maria Seveso autrice dello studio su OGM e agrotossici in Argentina.
... D. Come è riuscita a trovare tutto questo nelle persone? Quali sono le statistiche attuali di questa situazione?
M: Io ho menzionato come erbicida il glifosato ma si sta usando anche il 24D, che è della famiglia del agente arancio (il 245T) che venne usato dai nordamericani in Vietnam. Si utilizza anche il Paracuat, che è un erbicida molto tossico fabbricato in Svizzera, ma in Svizzera non si utilizza, così come in tanti altri paesi del mondo, perché ha una tossicità altissima. Nella intossicazione acuta produce una fibrosi polmonare acuta che uccide in pochi giorni, 3-5 giorni, e in forma irreversibile provoca coagulazione intravascolare disseminata, insufficienza epatica e renale.
Devo dire che cercare di trasmettere tutto quello che sta accadendo e potere farsi una idea può comportare delle ore … Io sto dicendo solo alcune cose e cercherò di selezionare il più possibile per riuscire a dare un minimo panorama nel poco tempo che abbiamo...giacché il poter spiegarlo bene comporta molto tempo.
Insomma, in pratica, con la superficie e i volumi di tossici si può già capire la portata del problema. Nessuno avrebbe bisogno, se avesse un po' di senso comune, di chiedere cosa succede alla gente. Si capisce cosa succede alla gente che sta esposta a queste sostanze. Questi sono veleni, sono biocide, cioè sostanze disegnate per uccidere. I fungicidi che devono aggiungere sono imprescindibili per loro perché i funghi sono opportunistici e rovinano pure loro i raccolti.
Si continuano ad esigere statistiche, ma nei Servizi di Salute, almeno in questa provincia, non si registrano i dati degli intossicati. Arriva un paziente che è stato "fumigato" (da agrotossici), che ha determinati sintomi ed i servizi di salute le dicono che ha uno “stato influenzale”, quindi questo fatto non si registra come intossicazione. D’altra parte noi non abbiamo dei laboratori che ci diano le certezze che loro richiedono per potere dire che una persona è intossicata, che nel suo sangue c’è questo o quel veleno. Gli enti che invece hanno i loro laboratori sono quelli che analizzano l’acqua (c’è per es. un istituto specializzato per analizzare l’acqua qui nella provincia), fanno le analisi e anche se trovano il veleno dicono che non c’è niente. In sostanza è come essere in una guerra senza armi.
Un esempio di un dato attraverso il quale si può capire il danno che stanno producendo questi agrotossici nella popolazione, è la quantità di bambini e ragazzi con handicap. In una popolazione di un milione de abitanti com’è la provincia del Chaco ci sono 40 scuole pubbliche speciali per questo tipo di bambini, anzi 41 perché da poco si è creata una nuova in Avia Terai, sempre per bambini diversamente abili. Paesini di duemila abitanti hanno la loro scuola per bambini con discapacità. Bisognerebbe fare loro degli studi molecolari, ma è già altamente significativa la quantità di nuove scuole speciali. Che tra l’altro non sono le uniche, perché noi non stiamo contando quelle private. Per es. qui a Saenz Peña ci sono 5 scuole private con le stesse caratteristiche e che ospitano 500 bambini con certificazione, in una popolazione di poco più di 100 mila abitanti. Questo è un dato indiretto che ci sta dicendo quello che sta succedendo. Inoltre aumentano le cifre della popolazione con tumori. Inoltre si osserva che nella stessa casa dove c’è un bambino con discapacità anche la mamma ha delle altre malattie correlate. L’ipertensione indotta dalla gravidanza è molto più frequente.
D: Queste problematiche si riscontrano anche nella frontiera con Paraguay e Brasile?
M: Si, certamente. Ci sono studi realizzati da una dottoressa a Incarnacion. La dottoressa Benitez Leite ha fatto dei lavori molto importanti che furono pubblicati nella rivista dell’associazione “Red de medicos de pueblos fumigados” (Rete di medici dei paesi "fumigati"), nel loro primo incontro. Il caso Paraguay è terribile, e in più sembra che è pericoloso addentrarsi in queste cose…
D: Il pericolo del quale vi parla la dottoressa si riferisce direttamente al pericolo di morte che corrono le persone; le persone rischiano la morte, non è uno scherzo, le persone che si battono contra questo stato di cose mettono in pericolo la loro propria vita, la loro propria dignità, la loro propria persona…
M: Questo specificatamente in Paraguay.
D: Il problema che sta succedendo adesso in Argentina, Paraguay e Brasile, potrebbe probabilmente in futuro succedere anche da noi, in Italia?
M: Io credo che la comunità europea si sta tutelando abbastanza, almeno a noi arriva l’informazione che si proibisce il mais transgenico perché Seralini (NdT: Biologo dell’Università di Caen, Francia) ha detto che produce tumori. Ci sono dei ricercatori europei che stanno parlando della nocività di questi prodotti, ma quello che succede è che voi ricevete gli alimenti prodotti con transgenici.
D: Ah, gli alimenti transgenici che si producono in Sudamerica si consumano in Europa… fantastico questo…
M: Certo, i semi transgenici di mais hanno 4 o 5 veleni, e anche quelli di cotone. Hanno piagicidi per i vermi, hanno fungicidi, e non uno ma due o tre, e se compare uno nuovo lo cambiano, e così si creano nuovi semi. Si chiamano “eventi”, in Argentina si sono approvati 28 “eventi transgenici” dal 1996. Sono nuovi semi transgenici, non sappiamo quali per l’esattezza, ma dicono che il 95% dei semi che si fabbricano e si seminano in Argentina sono transgenici. Vi dirò un’ultima cosa che a voi interessa. Gli animali (mucche, maiali, galline) si alimentano con transgenici, quindi quello che noi esportiamo e voi comprate è alimento transgenico.
http://www.comitatoacquapotabile.it/?p=1288
4p) Il Glifosato, l'erbicida massicciamente utilizzato per le colture OGMtrangeniche (visto il loro gene di resistenza al glifosato stesso), induce la crescita di cellule cancerose al seno umano attraverso i recettori degli estrogeni.
Glyphosate induces human breast cancer cells growth via estrogen receptors.
Thongprakaisang S1, Thiantanawat A, Rangkadilok N, Suriyo T, Satayavivad J.Author information
Abstract
Il glifosato è un principio attivo del diserbante più ampiamente usato nel mondo, e si è creduto essere meno tossici rispetto altri pesticidi. Tuttavia, diversi studi recenti hanno dimostrato suoi potenziali effetti avversi per la salute degli esseri umani in quanro può arrecare gravi danni al sistema endocrino. Questo studio si concentra sugli effetti del glifosato puro sui recettori dell' estrogeno (ERs) mediati da attività trascrizionale e dalle sue espressioni. Il Glifosato ha esercitato effetti proliferativi nel carcinoma mammario ormono-dipendente, cellule T47D, non nel cancro della mammella ormone-indipendente, cellule MDA-MB231, a 10(-12) a 10(-6) M in condizioni di ritiro degli estrogeni. Le concentrazioni proliferative di glifosato che ha indotto l'attivazione di attività di trascrizione di estrogeni risposta elemento (ERE) erano 5-13 piega di controllo nelle cellule T47D-KBluc e questa attivazione è stata inibita da un antagonista dell'estrogeno, ICI 182780, che indica che l'attività estrogenica del glifosato è stata mediata tramite ERs. Inoltre, il glifosato alterata anche l'espressione sia ERα che β. Questi risultati hanno indicato che anche basse e ambientalmente rilevanti concentrazioni di glifosato possedevano attività estrogenica. I diserbanti composti dal glyphosate sono ampiamente utilizzati per la coltivazione di soia, e i nostri risultati trovano anche che c'è un effetto estrogenico additivo tra glifosato e genisteina, un fitoestrogeno presente nella soia. Tuttavia, questi effetti additivi di contaminazione di glifosato nella soia necessitano di ulteriore studio. Copyright © 2013 Elsevier Ltd. All rights reserved. Lo studio: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23756170
"Glyphosate is an active ingredient of the most widely used herbicide and it is believed to be less toxic than other pesticides. However, several recent studies showed its potential adverse health effects to humans as it may be an endocrine disruptor. This study focuses on the effects of pure glyphosate on estrogen receptors (ERs) mediated transcriptional activity and their expressions. Glyphosate exerted proliferative effects only in human hormone-dependent breast cancer, T47D cells, but not in hormone-independent breast cancer, MDA-MB231 cells, at 10(-12) to 10(-6)M in estrogen withdrawal condition. The proliferative concentrations of glyphosate that induced the activation of estrogen response element (ERE) transcription activity were 5-13 fold of control in T47D-KBluc cells and this activation was inhibited by an estrogen antagonist, ICI 182780, indicating that the estrogenic activity of glyphosate was mediated via ERs. Furthermore, glyphosate also altered both ERα and β expression. These results indicated that low and environmentally relevant concentrations of glyphosate possessed estrogenic activity. Glyphosate-based herbicides are widely used for soybean cultivation, and our results also found that there was an additive estrogenic effect between glyphosate and genistein, a phytoestrogen in soybeans. However, these additive effects of glyphosate contamination in soybeans need further animal study."
Glyphosate induces human breast cancer cells growth via estrogen receptors. link:
4q) Effetti sulle cellule umane, di una formulazione a base di glifosato a diluizioni molto più basse di quelle delle comuni applicazioni agricole
Sono stati pubblicati sulla rivista: " International Journal of Toxicology" i nuovi studi scientifici sulla tossicità per l'essere umano del glifosato "Roundup", il diserbante impiegato principalmente nelle colture OGM.transgeniche, .
I ricercatori hanno studiato gli effetti sulle cellule umane, di una formulazione a base di glifosato a diluizioni molto più basse di quelle delle comuni applicazioni agricole. I ricercatori hanno scoperto che mentre il glifosato e il suo metabolita dell'amminoacido, l'acido aminomethylphosphonic (AMPA), ha mostrato poco o nessun effetto tossico osservabile in isolamento ("glifosato acido"), la formulazione a base di glifosato contenente coadiuvanti produce una varietà di effetti negativi sul bilancio ossidativo cellulare, che includono i seguenti segni di stress ossidativo:
-aumenti di specie reattive all'ossigeno (ROS) (ossidanti, radicali liberi),
- aumento nella formazione di nitrotirosina,
- aumento del superossido dismutasi,
- aumenti nei livelli di glutatione
- aumenti di attività nella formulazione dei livelli di glutatione.
La formulazione studiata di glifosato ha anche innescato due 'proteine di morte' ('death proteins') nelle cellule umane, conosciute con il nome di : caspasi 3/7, inducendo la morte programmata delle cellule (apoptosi), un chiaro e significativo segno di tossicità. La cosa più importante è che i ricercatori hanno concluso che: "..i risultati conseguiti confermano che le formulazioni G [glifosato] hanno componenti che interagendo, collaborando con il principio attivo (glifosato) provocano effetti tossici che non si vedono con il glifosato acido."
Lo studio: http://www.greenmedinfo.com/article/glyphosate-commercial-formulation-causes-cytotoxicity-oxidative-effects-and
SUNTO:
http://www.organicconsumers.org/articles/article_29116.cfm
New Study Renews Roundup 'Weedkiller' Toxicity Concern
"A new study published in the January issue of International Journal of Toxicology titled, "Glyphosate Commercial Formulation Causes Cytotoxicity, Oxidative Effects, and Apoptosis on Human Cells: Differences With its Active Ingredient," raises renewed concern that formulations of the world's most popular herbicide glyphosate (e.g. Roundup), used primarily in the production of GM food, represent a serious human health threat.
Vedi anche: Gli Ingredienti cosidetti inattivi in formulazioni di erbicidi, sono attivamente tossici
4r) Bt proteina tossica per le cellule umane
Le tossine insetticida Bt come quelle prodotte dalle piante geneticamente modificate possono essere dannose per le cellule umane. Questo è il risultato di una recente ricerca condotta da ricercatori dell'Università di Caen (Francia). I loro esperimenti hanno dimostrato che le tossine prodotte, ad esempio, dall’ogm MON810, possono influenzare notevolmente la vitalità delle cellule umane. Gli effetti sono stati osservati con concentrazioni relativamente elevate di tossine, tuttavia, ciò è motivo di preoccupazione. Per la prima volta, gli esperimenti hanno dimostrato che possono avere un effetto tossico per le cellule umane.
Secondo le aziende come la Monsanto, che produce il mais GM con queste tossine, le tossine dovrebbero essere attive solo nei confronti di particolari insetti e dovrebbero avere alcun effetto sui mammiferi e gli esseri umani tutti. L'indagine degli effetti delle tossine Bt sulle cellule umane non è un requisito per la valutazione del rischio in Europa o in qualsiasi altra regione. Un'altra scoperta dei ricercatori riguarda una formulazione erbicida venduta con il nome commerciale Roundup. Enormi quantità di questo erbicida vengono spruzzati sulle colture di soia GM e suoi residui possono essere trovati in alimenti e mangimi. Secondo la nuova pubblicazione, anche estremamente bassi dosaggi di Roundup (gliphosate) possono danneggiare le cellule umane. Questi risultati sono in accordo con diverse altre indagini che evidenziando imprevisti rischi per la salute connessi al preparato glifosato. "Siamo rimasti molto sorpresi dai nostri risultati. Fino ad ora, si è pensato quasi impossibile che le proteine Bt fossero tossiche per le cellule umane. Ora ulteriori indagini devono essere condotte per scoprire come queste tossine impattano le cellule e se gli effetti combinati con altri composti nella catena alimentare devono essere presi in considerazione ", dice Gilles-Eric Séralini presso l'Università di Caen, che ha supervisionato gli esperimenti. "In conclusione, questi esperimenti dimostrano che i rischi di tossine Bt e del Roundup sono stati sottovalutati."
Le tossine Bt e la tolleranza agli erbicidi sono ampiamente utilizzati in piante geneticamente modificate. Le proteine Bt naturali si verificano solamente in batteri nel terreno. Con l'introduzione del gene della tossina modificata nelle piante, la struttura delle tossine viene modificata e può quindi causare selettività. Il contenuto delle proteine all'interno delle piante è molto variabile. Molte piante GM contengono diverse tossine Bt allo stesso tempo. Ad esempio, SmartStax produce sei differenti tossine Bt e quindi ha un contenuto complessivo superiore di proteine. Inoltre, è stato reso tollerante agli erbicidi. Finora non c'è stata alcuna indagine degli effetti combinatori di queste tossine e residui di irrorazione, o dei loro rischi potenziali per la salute umana, che è stato considerato improbabile. I ricercatori hanno dimostrato che l'interattività si verifica. Ulteriori indagini sono necessarie per esaminare altri potenziali effetti combinatori in condizioni variabili.
"Questi risultati sono abbastanza preoccupanti. Requisiti di valutazione dei rischi per le piante GM e per i pesticidi devono essere rigidamente applicati. Alla luce di questi risultati, riteniamo che la commercializzazione di questi impianti non è conforme alle norme UE ", afferma Christoph Poi di Testbiotech.
Testbiotech sta seguendo da vicino la valutazione del rischio presso l'Autorità europea per la sicurezza alimentare EFSA e ha ripetutamente portato l'attenzione sulle lacune nella valutazione del rischio. La ricerca è stata sostenuta dalla fondazione GEKKO (Germania), da CRIIGEN Association (Francia) e Testbiotech (Germania) che sono state coinvolte nella pianificazione degli esperimenti e nella discussione dei risultati. I risultati sono stati pubblicati dopo il processo di peer review.
http://www.testbiotech.org/en/node/620
Mesnage, R., Clair, E., Gress, S., Then, C., Székács, A. and Séralini, G.-E. (2013), Cytotoxicity on human cells of Cry1Ab and Cry1Ac Bt insecticidal toxins alone or with a glyphosate-based herbicide. J. Appl. Toxicol., 33: 695–699. doi: 10.1002/jat.2712
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/jat.2712/abstract
4s) Ogm e leucemia: la tossina Bt sotto accusa
A rivelarlo è la rivista scientifica Journal of Hematology & Thromboembolic Diseases secondo cui la tossina Bt ingegnerizzata in gran parte dei cereali ogm per il consumo anche umano ha un potenziale “leucemogeno”.
Già a creare un enorme scalpore era stato lo studio di Seralini che aveva dimostrato come topi alimentati con cibo ogm sviluppassero tumori; ora un altro studio pubblicato sul Journal of Hematology & Thromboembolic Diseases indica che la tossina ingegnerizzata nei cereali ogm, nota come Bacillus Thuringensis (Bt), può contribuire ad anomalie del sangue, dall’anemia ai tumori ematici maligni come la leucemia. Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di genetica e morfologia, Istituto di Scienze Biologiche, dell’università di Brasilia hanno valyutato la tossicità e la patogenicità di questo agente, dato che si sa molto poco sugli effetti prodotti sugli organismi non-bersaglio della manipolazione stessa, come ad esempio gli esseri umani. Con l’avvento della tecnologia ricombinante, i geni che producono questa tossina sono stati inseriti nelle piante ad uso commerciale, entrando quindi di fatto nella catena alimentare degli Stati Uniti dove appunto la coltivazione ogm è permessa. Lo studio ha scoperto che la tossina Bt è in grado di indurre modifiche sui globuli rossi inducendo un danno significativo e che può sopprimere la proliferazione del midollo spinale creando comportamenti anomali dei linfociti compatibili con la leucemia.
Lo studio ha inoltre scoperto che:
- La tossina in questione manifesta i suoi effetti avversi anche quando è in sospensione in acqua distillata, quindi non richiede l’alcalinizzazione che si credeva in precedenza.
- Che anche la più bassa dose testata (27 mg/kg) può indurre anemia ipocromica. La tossina è stata individuata nel sangue di donne non gravide, di donne gravide e dei loro feti in Canada, con un’esposizione probabilmente dovuta all’alimentazione (in Canada ampie zone sono coltivate con ogm).
- La tossina pare venga accumulata nei tessuti e persista nell’ambiente.
- Alte dosi di questa tossina ha indotto modifiche nel sangue, segnale di danno al midollo osseo
Eppure, malgrado le evidenze crescenti del pericolo rappresentato dagli ogm, I governi subiscono ancora le tremende pressioni delle multinazionali del biotech e quasi sempre soccombono. Di Giovanni Fez - 17 Marzo 2014
Lo studio: http://www.gmoevidence.com/wp-content/uploads/2013/05/JHTD-1-104.pdf
L'articolo: http://www.ilcambiamento.it/inquinamenti/ogm_e_leucemia.html
4t) Il Roundup (glifosato e additivi) diluito oltre il 90% ancora distrugge il DNA umano.
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Archives of Toxicology dimostra ancora una volta che non c'è davvero nessun livello sicuro di esposizione al Roundup (glifosato) formula erbicida della Monsanto per gli organismi geneticamente modificati (OGM). Secondo i nuovi risultati, il Roundup, che viene applicato a decine di migliaia di tonnellate all'anno in tutto il mondo, è ancora tossico per DNA umano anche quando diluito ad un mero 0,02 per cento della diluizione alla quale viene attualmente applicato alle colture alimentari geneticamente modificate. Numerosi studi hanno già individuato il fatto che il Roundup provoca danni al DNA, per non parlare del sistema endocrino e il cancro. Ma questo nuovo studio, che ha origine dalla Medical University di Vienna, è uno dei primi a illustrare la tossicità del Roundup a tali livelli drasticamente diluito, che è una contraddizione diretta alle dichiarazioni degli "agro-giganti" circa la presunta "sicurezza" del Roundup. "Il confronto con i risultati degli studi precedenti con linfociti e cellule da organi interni, indicano che le cellule epiteliali sono più suscettibili agli effetti citotossici e le proprietà del diserbante e della sua formulazione danneggiano il DNA", hanno scritto nel loro sommario gli autori.
"Da quando abbiamo trovato effetti genotossici ( che danneggiano il DNA), i nostri risultati indicano che l'inalazione può causare danni al DNA in individui esposti dopo breve esposizione a concentrazioni che corrispondono a una diluizione di 450 volte più bassa dell' irrorazione utilizzata in agricoltura, " È interessante notare che non è così tanto solo l'ingrediente glifosato nel Roundup che è estremamente tossico, quanto è amplificato la tossicità di questa sostanza chimica in presenza di altri additivi nella formula. Il Polyoxyethyleneamine, per esempio, un tensioattivo che facilita l'assorbimento del glifosato nelle cellule, è stato trovato che aumenta in modo significativo la tossicità sinergica del Roundup negli esseri umani. Nonostante le affermazioni contrarie della Monsanto, il Roundup è chiaramente un prodotto chimico eccezionalmente tossico che non ha un posto legittimo nel settore agricolo. Secondo i dati compilati da GreenMedInfo.com, Roundup è legato a forme di linfoma non-Hodgkin, ormoni squilibrati nei bambini, danni al DNA, testosterone basso, alterazioni del sistema endocrino, cancro al fegato, meningite, infertilità, cancro della pelle, danni renali, e anche altro. Nell'ambiente, Roundup è una minaccia pervasiva all'aria, all'acqua, e in particolare alle acque sotterranee e alle forniture idriche, come studi hanno dimostrato, in quanto non il Roundup non è efficacemente biodegradabile, dopo essere stato spruzzato .
http://www.naturalnews.com/035050_Roundup_Monsanto_DNA.html#
Koller V.J., Fürhacker M., Nersesyan A., Mišík M., Eisenbauer M., Knasmueller S., (2012) Cytotoxic and DNA-damaging properties of glyphosate and Roundup in human-derived buccal epithelial cells. Archives of Toxicology, Volume 86, Number 5, Page 805-813.
lo studio: http://link.springer.com/article/10.1007/s00204-012-0804-8
4u) Effetti del DNA contenuto negli Ogm sul sistema immunitario umano
Fonte: Studio di Wener Mueller e Anna Jaschok Università di Kassel, Germania
Uno studio ha dimostrato che il DNA sintetico degli Ogm, una volta immesso nel corpo umano, non viene interamente degradato nel tratto intestinale ma penetra nel sistema linfatico e nel sangue e si deposita negli organi.
Lì svolge una funzione immunomodulatoria dagli effetti ancora sconosciuti.
Testo integrale dello studio: http://stopogm.net/sites/stopogm.net/files/HumanImmuneSys.pdf
Le valutazioni del rischio dell’EFSA, sulla cui base sono approvati gli Ogm dalla Commissione europea, non tengono conto degli effetti immunomodulatori del DNA estraneo. Ne’ questo è il solo limite del metodo di valutazione adottato dall’EFSA.
Nel corso di una lezione dibattito tenutasi a Wuppertal, il professor Werner Meuller, autore dello studio insieme a Anna Jaschok dell’Università di Kassel, ha passato in rassegna le diverse falle del metodo di valutazione del rischio adottato dall’autorità per la sicurezza alimentare. Il professore ha dimostrato come nel richiedere l’autorizzazione per il rilascio commerciale dei propri prodotti l’industria del biotech sia invariabilmente favorita delle istituzioni o, per così dire, giochi in casa.
Precedenti come quelli che hanno riguardato il DDT, il metil-bromide e il più moderno vinclozolin, tutte sostanze chimiche immesse nell’ambiente e poi ritirate perché dannose, dimostrano che gli scienziati possono commettere degli errori nel valutare i rischi legati all’uso di prodotti chimici.
Poiché è impossibile ritirare dall’ambiente gli Ogm e i geni sintetici in essi contenuti, ogni errata valutazione determina danni irreversibili all’ambiente e alle generazioni future.
Nell’autorizzare gli Ogm, l’EFSA :
1) viola il principio di precauzione e contravviene al senso comune:
2) Non opera nessuna valutazione dei rischi a lungo termine (test di 730 giorni);
3) Nessuna valutazione dei possibili effetti degli Ogm sulle generazioni future;
4) Nessuna valutazione dell’effetto cumulativo delle sostanze chimiche tossiche;
5) Disatteso l’obbligo giuridico dell’analisi caso per caso;
6) Nella valutazione del rischio è necessario tenere conto degli elementi di incertezza analizzandoli;
7) Minimizzazione di tutti i risultati significativi da parte dell’EFSA;
8) In molti casi l’EFSA adotta direttamente le conclusioni delle aziende interessate con conseguente minimizzazione dei dati “scomodi”;
9) Mancanza di studi sugli insetti (lombrichi, farfalle ecc …) durante il processo di autorizzazione;
10) Mancanza di studi tritrofici (effetti causati dagli Ogm assunti per via alimentare);
11) Respingimento non motivato delle obiezioni sollevate dagli stati membri (Austria, Italia ecc …), (“non sono state presentate nuove evidenze scientifiche”).
4v) Il glifosato è distruttore della salute umana e della biodiversità
La Monsanto Corporation è stata ripetutamente condannata in Tribunale in tutto il mondo per non dire la verità circa la sicurezza del suo diserbante “best-seller”, Roundup. Nel 2010, in un documento sull'uso glifosato in Europa, la Monsanto continua a promuovere il mito. E ' descritto come "eco-compatibile"... "ha un eccellente profilo di sicurezza per gli operatori, il pubblico e l'ambiente" ... "utilizza a beneficio dell'uomo e dell'ambiente." Le vendite di glifosato in Europa sono in aumento perché l'industria ha trovato continuamente nuovi usi . Si raccomanda in tutto il ciclo colturale, anche come agente essiccante 7-10 giorni prima della raccolta. Questo lascia residui di glifosato sulle colture che entrano nella catena alimentare degli animali e dell'uomo. Su terreni non agricoli è spruzzato "attorno alle strutture, nelle aziende agricole, nelle aree industriali e nei pressi delle ferrovie." Nelle aree urbane il Roundup viene spruzzato sulla vegetazione su strade, marciapiedi e le principali autostrade.
L'industria ha testato solo l’ingrediente "attivo” del Roundup, il glifosato. Le formulazioni commerciali contengono però un coadiuvante non testato che è tossico per le cellule umane. Il lavoro di scienziati indipendenti è stata respinto o soppresso da industria, "regolatori" o Stati membri relatori. Dati del settore sono stati nascosti per motivi di riservatezza commerciale. Quando gli scienziati hanno esposto i pericoli degli OGM molti sono stati diffamati o hanno perso il lavoro. Le colture OGM sono state approvate dall’ente per la sicurezza alimentare (EFSA ), dopo 90 giorni di studi di alimentazione sui topi dalla Monsanto. La squadra di Séralini a CRIIGEN sosteneva che 90 giorni erano un periodo troppo breve per valutare la tossicità cronica di glifosato e degli OGM. La sua squadra ha fatto uno studio di 2 anni e ha trovato Roundup mais e Roundup-tolerant che hanno provocato patologie a carico del sistema riproduttivo. La mortalità femminile è aumentata di 2-3 volte, soprattutto a causa di grandi tumori mammari. I maschi hanno avuto congestioni del fegato, necrosi, gravi nefropatie renali e tumori di grandi dimensioni palpabili. Tumori hanno iniziato a verificarsi nei ratti maschi a 4 mesi, un mese oltre il tempo per il quale GM sono stati testati. Quando il documento è stato pubblicato nel mese di ottobre 2012, l'industria e gli scienziati OGM gridarono "frode!" Tuttavia, l'EFSA ha infine concordato studi di alimentazione di 2 anni per i nuovi OGM .
Per gentile concessione di ricercatori indipendenti di tutto il mondo, vi presentiamo la prova che il glifosato interferisce con molti processi metabolici nelle piante, animali ed esseri umani, e residui di glifosato sono stati trovati in tutti e tre. Il glifosato è un distruttore endocrino - ( come sono molti erbicidi ) danneggia il DNA ed è un driver di mutazioni che portano al cancro . Presentiamo i grafici provenienti da Stati Uniti , che correlano applicazione glifosato e la percentuale di GE in colture soia e mais all'incidenza e alla prevalenza delle varie malattie in chi è a dieta occidentale. I Coefficienti di correlazione di Pearson sono molto forti e ciò significa molto per l'obesità, il diabete, l'autismo, il cancro alla tiroide, il cancro al fegato, i morti per il morbo di Parkinson, la demenza senile e il morbo di Alzheimer, la malattia infiammatoria intestinale e l'insufficienza renale acuta
R. Mason (2013) Glyphosate Is Destructor of Human Health and Biodiversity, review paper, prepared to send to the Scottish Parliament:
4w) Interazioni fra Glifosato e micronutrienti
ABSTRACT:
I micronutrienti sono regolatori, inibitori e attivatori di processi fisiologici, forniscono una fonte primaria di dietetica di questi elementi per animali, persone e piante . I sintomi di carenza di micronutrienti sono spesso indistinti ('fame nascosta') e comunemente attribuiti ad altre cause, quali siccità, temperature estreme, pH del terreno, ecc. La natura sporadica di sintomi visivi distinti, tranne in condizioni di grave deficit, ha provocato una certa riluttanza di molti produttori a risanare il deficit di micronutrienti. Il rendimento perso, la qualità ridotta e l'aumento delle malattia sono sfortunate conseguenze della mancanza di micronutrienti non opportunamente trattata. Lo spostamento del tipo di coltivazioni verso un minore dissodamento del terreno, l'utilizzo di colture resistenti agli erbicidi e una maggiore applicazione intensiva di glifosato, ha cambiato significativamente la disponibilità e l'efficienza per un numero di nutrienti vegetali essenziali. Alcuni di questi cambiamenti sono direttamente imputabili alla tossicità del glifosato, mentre altri sono cause indirette, quali i cambiamenti negli organismi del terreno che sono importanti per l'accesso ai nutrienti, la disponibilità effettiva dei nutrienti o la capacità di assorbimento della pianta. Rimediare a questi effetti sulla nutrizione può mantenere l'efficienza produttiva ottimale delle colture, massimizzare il rendimento, migliorare la resistenza alle malattie, aumentare il valore nutrizionale e assicurare la qualità del cibo e dei mangimi.
SOMMARIO: Il glifosato è un forte chelante di nutrienti ad ampio spettro che inibisce la pianta degli enzimi responsabili della resistenza alle malattie così che le piante soccombono dall'attacco del patogeno. Questo predispone anche RR e piante non-RR ad altri agenti patogeni. L'introduzione di un tale un chelante di minerali, potente come il glifosato, nella catena alimentare attraverso accumulo nei mangimi, foraggi e cibo ed essudazione radice nelle falde freatiche, potrebbe porre problemi di salute significativi per gli animali e gli esseri umani e ha bisogno di ulteriore valutazione. L'immobilizzazione per chelazione di elementi essenziali come Ca (osso), Fe (sangue), Mn, Zn (fegato, rene), Cu, Mg (cervello) direttamente potrebbe inibire le funzioni vitali e predisporre alla malattia. Il contenuto nutriente minerale inferiore nei mangimi e nel foraggio causato dai trattamenti intensivi a base di glifosato può essere compensato generalmente attraverso la supplementazione minerale.
AG CHEMICAL AND CROP NUTRIENT INTERACTIONS – CURRENT UPDATE
Don M. Huber, Emeritus Professor, Purdue University
e anche: http://www.i-sis.org.uk/glyphosateTolerantCrops.php
L' Environmental Protection Agency (EPA) ha stimato negli Usa un impiego di ben 750.000.000 kilogrammi di glifosato nell'annata 2006/2007. In Italia è difficile reperire dei dati ma dall' ARPAV, ad esempio, sappiamo che nel 2007 nella sola provincia di Treviso sono stati impiegati 55.000 kilogrammi di “Glifosato” ed 8.000 kilogrammi di “Ammonio-Glufosinato ”. La Commissione Europea ha invece deciso di posticipare di tre anni (al 2015), la revisione decennale delle verifiche sulla sicurezza del glifosato e di altre 38 sostanze chimiche prevista per il 2012. Il glifosato viene presentato dalla Monsanto come “Ecologico” e “Biodegradabile”.
L'Alta Corte Francese ha stabilito che il gigante agrochimico USA non aveva detto la verità circa la sicurezza del suo diserbante più venduto, il Roundup ed ha confermato una precedente sentenza che condannava la Monsanto per aver falsamente pubblicizzato il suo erbicida come "biodegradabile" e per aver sostenuto che il suo diserbante “lascia il terreno pulito."
Secondo il Dr. Don Huber, esperto nel settore scientifico, che da 35 anni si occupa della tossicità degli alimenti OGM presso la Purdue University, il glifosato è in realtà per molti versi simile al DDT, noto per causare problemi per la riproduzione, fra altre cose.
Il glifosato può accumularsi e persistere nel terreno per anni. Questa è una brutta notizia, perché detto erbicida non solo distrugge i microrganismi utili nel terreno ed essenziali per la vita delle piante, ma promuove anche la proliferazione di agenti patogeni che causano le malattie delle piante. Dai test effettuati sull'aria e sulle acque piovane nelle aree del Missisippi, Iowa e Indiana negli Usa, è stata riscontrata la presenza di glifosato con una frequenza che, nei campioni analizzati, variava dal 60 all' 80%.Il Dr. Huber ha sottolineato che è importante comprendere come il glifosato diventi effettivamente sistemico, per cui trovandosi all'interno dei tessuti della pianta, non può essere dilavato dalla pioggia. Quando il vegetale trattato finisce nel nostro intestino, dove risiede l'80 per cento del sistema immunitario, altera la microflora presente e abbassa le nostre difese contro le malattie.
Il glifosato contenuto nel Roundup è la causa più frequente delle malattie da pesticidi riscontrata fra i lavoratori agricoli in California. .. In più:
Al glifosato è preferibile il DDT !!!
E' la risposta del dott. Hubert alla domanda se dovesse scegliere fra l'esposizione al glifosato o al DDT. Ed ha aggiunto:
“.......quando gli storici scriveranno sul nostro tempo, non scriveranno solo delle tonnellate di prodotti chimici che abbiamo o non abbiamo sparso per il pianeta. Sul glifosato scriveranno della nostra volontà di sacrificare la salute dei nostri figli e di mettere a repentaglio la nostra esistenza. Rischiamo seriamente di compromettere le basi della sostenibilità della nostra agricoltura...............questo non significa che tutto ciò sia irreversibile........... significa che dobbiamo essere coscienti e preoccupati di quello che succede........e convincerci che è assolutamente necessario cambiare”.
“Sempre secondo il dottor Huber, “ora stiamo vedendo i risultati di un esperimento di massa basato sulla scienza viziata e sulle promesse mancate alle quali ci siamo affidati senza comprendere bene cosa questi prodotti chimici possano provocare. Tutto questo solo per sostenere le iniziative di poche grandi imprese, come la Monsanto. Questa è follia!” Assunti, presunzioni e scienza viziata sono potenzialmente mortali. Il glifosato è un forte chelante, il che significa che immobilizza i micronutrienti critici, rendendoli indisponibili per la pianta. Ne deriva che l'efficienza nutrizionale genetica delle piante ne viene profondamente compromessa.
La bio disponibilità di micronutrienti come il ferro, il manganese e lo zinco si riduce fino all' 80-90 per cento. Parte del problema risale al fatto che gli scienziati della Monsanto erano in realtà solo alla ricerca esclusivamente di un meccanismo che sopprimesse le erbe infestanti. Ecco cosa succede quando si accettano “tout court” le proprie ipotesi e si rifiuta di fare una doppia verifica ed un controllo efficace e completo ….......
"Leggendo i primi documenti, ho subito notato che veniva dichiarata la caratteristica del prodotto di inibire l' enzima EPSPs e che le modalità di azione erbicida erano ignote" dice ancora il dottor Huber. "Nel 1984, era molto ben documentato che il sistema per sopprimere le erbacce era quello di comprometterne i loro meccanismi di difesa, rendendole attaccabili dagli organismi presenti nel terreno. E' un tipo di debilitazione più simile all'AIDS che ad un killer vero e proprio”. Tuttavia il glifosato venne considerato sicuro per l'uomo. Era stato anche assunto che le proteine estranee come la BT, proveniente dal glifosato, (quel nuovo gene EPSPs dell'Agrobacterium) sarebbero state rapidamente degradate nell'intestino........... si tratta di una scienza viziata!
La situazione inquietante dell'ingegneria genetica applicata alle piante.Il colosso Monsanto, ha trovato una enorme possibilità di guadagni con il diserbante Roundup abbinato con il gene GM Roundap-Ready che ormai è presente nel 75% della soia coltivata negli USA e in molte altre coltivazioni come il cotone ed il mais.
“Worse than DDT: When You Eat This, it Ends Up Lingering in Your Gut”:
http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2012/01/15/dr-don-huber-interview-part-2.aspx
Interview with Dr. Don Huber: http://mercola.fileburst.com/PDF/ExpertInterviewTranscripts/InterviewDonHuber-Part2.pdf Il diserbo chimico: http://www.nutrizionenaturale.org/il-diserbo-chimico/
4x) Ogni volta che mangiamo soia transgenica stiamo prendendo una dose di Roundup con essa
continua a leggere
4z) Ingestione del gene resistente all’antibiotico (contenuto negli OGM) in relazione con la perdita di efficacia degli antibiotici sui patogeni
"I geni per essere trasferiti da un individuo (donatore) ad un altro (ospite che diventa Ogm) vengono inseriti in particolari unità, dette "costrutti" e se non basta un costrutto se ne preparano diversi. L'insieme dei costrutti si chiama "cassetta". In pratica, ciascun gene viene legato a due pezzi di Dna, il primo, detto promotore, segnala alla cellula di accendere il gene ed il secondo, detto terminatore, spegne il gene. In questo processo, apparentemente naturale, l'anomalia sta nel fatto che ciascun pezzo del costrutto ha origine diversa, spesso virale e spesso prelevato da virus mortali; il gene stesso o transgene può essere composto da Dna di diversa origine e almeno un costrutto contiene il gene responsabile della resistenza agli antibiotici e medicine, che resta nell'organismo transgenico (Ogm). E' proprio attraverso questo gene marcatore che si riconosce qual è la cellula che è stata traformata o resa transgenica. Servono infatti tantissimi tentativi per inserire il Dna transgenico in una cellula e sono pochissime le cellule che riescono a trasformarsi. Tali cellule possono essere identificate proprio perché hanno il gene resistete agli antibiotici. Ciò vuol dire che quando si mangia un cibo Ogm, si ingerisce anche il gene resistente all'antibiotico e, di conseguenza, quando si assumono antibiotici, questi non hanno più alcun effetto sui patogeni che abitano nel nostro tubo intestinale o, più in generale, degli animali che vengono alimentati con foraggi transgenici (Ogm). Inoltre il Dna transgenico dai residui delle piante transgeniche ce lo troviamo anche nell'aria (quando i residui diventano polvere), nell'acqua e nei suoli. Per cui il Dna transgenico lo possiamo respirare e bere a nostra insaputa, contro la nostra volontà. Solo e soltanto per questo gli Ogm non dovrebbero essere coltivati o diffusi nell'ambiente."
Pietro Perrino, dirigente di ricerca associato del Cnr di Bari, già direttore dell'Istituto del germoplasma
http://www.salmone.org/wp-content/uploads/2010/04/perrino2.pdf
4a1) Effetti del DNA contenuto negli Ogm sul sistema immunitario umano. L’Efsa non è imparziale
Fonte: Studio di Wener Mueller e Anna Jaschok Università di Kassel, Germania
Uno studio ha dimostrato che il DNA sintetico degli Ogm, una volta immesso nel corpo umano, non viene interamente degradato nel tratto intestinale ma penetra nel sistema linfatico e nel sangue e si deposita negli organi.
Lì svolge una funzione immunomodulatoria dagli effetti ancora sconosciuti.
Testo integrale dello studio: http://stopogm.net/sites/stopogm.net/files/HumanImmuneSys.pdf
Le valutazioni del rischio dell’EFSA, sulla cui base sono approvati gli Ogm dalla Commissione europea, non tengono conto degli effetti immunomodulatori del DNA estraneo. Ne’ questo è il solo limite del metodo di valutazione adottato dall’EFSA.
Nel corso di una lezione dibattito tenutasi a Wuppertal, il professor Werner Meuller, autore dello studio insieme a Anna Jaschok dell’Università di Kassel, ha passato in rassegna le diverse falle del metodo di valutazione del rischio adottato dall’autorità per la sicurezza alimentare. Il professore ha dimostrato come nel richiedere l’autorizzazione per il rilascio commerciale dei propri prodotti l’industria del biotech sia invariabilmente favorita delle istituzioni o, per così dire, giochi in casa.
Precedenti come quelli che hanno riguardato il DDT, il metil-bromide e il più moderno vinclozolin, tutte sostanze chimiche immesse nell’ambiente e poi ritirate perché dannose, dimostrano che gli scienziati possono commettere degli errori nel valutare i rischi legati all’uso di prodotti chimici.
Poiché è impossibile ritirare dall’ambiente gli Ogm e i geni sintetici in essi contenuti, ogni errata valutazione determina danni irreversibili all’ambiente e alle generazioni future.
Nell’autorizzare gli Ogm, l’EFSA :
1) viola il principio di precauzione e contravviene al senso comune:
2) Non opera nessuna valutazione dei rischi a lungo termine (test di 730 giorni);
3) Nessuna valutazione dei possibili effetti degli Ogm sulle generazioni future;
4) Nessuna valutazione dell’effetto cumulativo delle sostanze chimiche tossiche;
5) Disatteso l’obbligo giuridico dell’analisi caso per caso;
6) Nella valutazione del rischio è necessario tenere conto degli elementi di incertezza analizzandoli;
7) Minimizzazione di tutti i risultati significativi da parte dell’EFSA;
8) In molti casi l’EFSA adotta direttamente le conclusioni delle aziende interessate con conseguente minimizzazione dei dati “scomodi”;
9) Mancanza di studi sugli insetti (lombrichi, farfalle ecc …) durante il processo di autorizzazione;
10) Mancanza di studi tritrofici (effetti causati dagli Ogm assunti per via alimentare);
11) Respingimento non motivato delle obiezioni sollevate dagli stati membri (Austria, Italia ecc …), (“non sono state presentate nuove evidenze scientifiche”).
4a2) Il Roundup (con componente principale: glifosato) aumenta la crescita dei funghi che producono aflatossine
Un nuovo studio condotto da ricercatori argentini e pubblicato sul Journal of Environmental Science and Health intitolato "Influence of herbicide glyphosate on growth and aflatoxin B1 production by Aspergillus section Flavi strains isolated from soil on in vitro assay", aggiunge un crescente corpo di ricerca che indica che il gliphosate, nome commerciale Roundup, l'erbicida primario utilizzato in agricoltura GM, sta minando seriamente la qualità del nostro approvvigionamento alimentare globale, e può aiutare a spiegare recenti osservazioni sul mais GM in mercati pesanti, come quello degli Stati Uniti, che mostra un problema di aflatossina significativo.
I ricercatori del Dipartimento di Microbiologia e Immunologia, Università Nazionale di Rio Cuarto, Cordoba, Argentina, hanno cercato di valutare l'effetto di gliphosate (Roundup) sulla crescita della produzione di aflatossina B1 da ceppi di Aspergillus in diverse disponibilità d'acqua. Aflatossina B1, una di almeno 14 tipi differenti, è una micotossina naturale che viene prodotta da Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus, due specie di funghi che comunemente sui cereali. Conosciuto per essere una delle sostanze più cancerogene esistenti, l'aflatossina B1 è classificato dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come "Gruppo 1, cancerogeno per gli esseri umani ", con una prova orale, ratto LD50 (dose che uccide il 50 % di un gruppo di prova) di 5mg/kg .
Per confronto, una DL50 6,4 mg / kg di cianuro di potassio, che viene utilizzato nella iniezione letale.
In breve, i ricercatori hanno scoperto che le sei diverse concentrazioni di glifosato testate diminuiscono la fase di latenza della crescita dei funghi in proporzione all'aumento delle concentrazioni di glifosato. In altre parole, il glifosato migliora la crescita dei ceppi Apergillus-aflatossina, e in concentrazioni inferiori rispetto allo spettro generalmente rilevato nei terreni argentini destinati alle colture, in particolare una zona agricola appartenente alla provincia di Buenos Aires.
Nelle parole dell'autore:
"Questo studio ha dimostrato che le otto Aspergillus flavus e A. parasiticus ceppi valutati sono in grado di crescere in modo efficace e produrre AF [aflatossine] in terreno naturale con elevato status di nutrienti in un range di concentrazioni di glifosato in diverse condizioni di AW [attività dell'acqua]. "
La scoperta che il glifosato favorisce la crescita fungina contraddice diversi studi precedenti, tra cui uno studio del 2007 effettuato da ricercatori dell’US Department of Agriculture che non hanno trovato alcun aumento della crescita di Aspergillus flavus a causa del glifosato. Gli autori hanno notato che i loro risultati sono coerenti con la ricerca sui ceppi fungini simili, come Fusarium, che possiede un'elevata tolleranza alle dosi applicate di glifosato, e funghi Rust e funghi Blight, che evidenziano una crescita maggiore su supporti modificati di glifosato.
Hanno notato: "diversi studi hanno dimostrato che l'attività microbica e/o di biomassa possono essere stimolati a seguito dell'applicazione di qualche formulazione glifosato al suolo". Ciò può essere spiegato dal fatto che le specie di funghi tolleranti al glifosato utilizzano il glifosato come fonte di 'cibo,' utilizzando strutture fosfato o amminici disponibili che derivano dalla sua ripartizione metabolica. Infatti, studi precedenti indicano che il glifosato può essere utilizzato da ceppi fungini come "nutrimento" e "substrato energetico."
Un importante implicazione dello studio è che esiste un sinergismo tra glifosate (Roundup) e patogeni terricoli, che porterebbe ad un aumento della suscettibilità e alla gravità della malattia nelle piante trattati col glifosato. Non solo il mais Roundup-ready conterrebbe residui di glifosato altamente tossici, come pure i suoi ingredienti 'inattivi' ma ancora altamente tossici (tensioattivi), e i metaboliti (AMPA ), ma sarebbe anche più propensi a contenere aflatossine. nel loro insieme, rappresentano un vero e proprio incubo di effetti tossici sinergici, il cui danno sommato, ancora nessuna agenzia di regolamentazione ha adeguatamente indagato.
I ricercatori concludono il loro documento con una nota di cautela: "questa situazione suggerisce che cambiamenti quantitativi potrebbero verificarsi in queste popolazione di funghi nel terreno esposto all'azione per lungo tempo di questo xenobiotici La sopravvivenza di questi microrganismi, in grado di adattarsi a concentrazione di glifosato differente rappresenta una rischio tossicologico ."
BREAKING: Study Links Roundup 'Weedkiller' To Overgrowth of Deadly Fungal Toxins
Barberis, C. L., Carranza, C. S., Chiacchiera, S. M., & Magnoli, C. E. (2013). Influence of herbicide glyphosate on growth and aflatoxin B1 production by Aspergillus section Flavi strains isolated from soil on in vitro assay. Journal of Environmental Science and Health, Part B, 48(12), 1070-1079.
Influence of herbicide glyphosate on growth and aflatoxin B1 production by Aspergillus section...
http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/03601234.2013.824223#.U2PlpoF_syM
sottolineo:
"Ciò può essere spiegato dal fatto che le specie di funghi tolleranti al glifosato utilizzano il glifosato come fonte di 'cibo,' utilizzando strutture fosfato o amminici disponibili che derivano dalla sua ripartizione metabolica. Infatti, studi precedenti indicano glifosato può essere utilizzato da ceppi fungini come "nutrimento" e "substrato energetico."Questo veleno per il nostro organismo e per l'ambiente funge da nutrimento per funghi che producono aflatossine, anch'esse un potente veleno per il nostro organismo.
4a3) Se le cavie vengono sperimentate per stabilire se un prodotto è o meno adatto all’utilizzo umano, dobbiamo concludere che gli OGM non fanno certo bene all’uomo
Intervista al Prof. Buiatti, genetista
D) Ma quindi, gli OGM fanno bene o male alla salute umana?
R) La domanda è di per sé troppo limitata. La questione è che è difficile fare uno studio epidemiologico che garantisca al 100% una risposta certa, sia positiva che negativa, e questo non solo nell’ambito degli OGM ma anche ad esempio delle malattie dovute all’inquinamento sul luogo di lavoro. Questo tipo di ricerche prevede due corpi di studio con soggetti diversi che vivano nello stesso identico modo ad eccezione dell’elemento oggetto di indagine, ad esempio mangiare le stesse cose tolto cibo OGM e non OGM. Capiamo che è impossibile applicarlo sugli esseri umani. Negli Stati Uniti, dove gli OGM sono molto diffusi, è molto diffusa anche un’alimentazione non certo salutare di per sé, per questo ci si affida a cavie. È stato invece dimostrato un possibile pericolo sui topi con lo studio del francese Gilles- Éric Séralini, biologo molecolare e presidente del comitato scientifico di CRIIGEN (secondo la ricerca del gruppo di Séralini, “Long-term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize”, gli OGM a lungo andare provocherebbero tumori, NdR). Appena pubblicato lo studio ha subìto una pressione pesante sui giornali e sulle riviste scientifiche, tanto da essere ritirato. Il suo lavoro è stato da poco ripubblicato, senza sostanziali modifiche, sulla rivista Environmental Sciences Europe, (vedi l’articolo dedicato: https://docs.google.com/document/d/1f-cL74u9Lm0csPIm_fl1MsQeiWqOSg3DKO6JBT3p_5s/pub#id.o60rw74oxjxk) dopo essere stato validato da un diverso gruppo di referee esperti del tema. Chi lo contestava, gli criticava di aver usato troppi pochi topi, il che è vero ma va detto però che il numero di topi è lo stesso usato dalle multinazionali che ottengono l’autorizzazione alla commercializzazione da parte dell’EFSA!
4a4) Rischi per la salute sottolineati dagli studiosi e scienziati nell'appello al pontefice
Tra gli effetti negativi dimostrati da numerosi studi, si parla di seri rischi di infertilità, invecchiamento accelerato e anche effetti tossici su fegato, pancreas, reni, apparato riproduttivo, oltre ad alterazioni ematologiche e immunitarie e possibili effetti cancerogeni (Dona y Arvanitoyannis, 2009). L’uso della tossina Bt può provocare allergie, infiammazioni di stomaco e intestino e molti altri effetti negativi (Schubert, 2013). C’è poi un fortissimo aumento dei residui de
i veleni agricoli negli alimenti (Bøhn y Cuhra, 2014). In Europa, dove il consumo di soia transgenica è alto a causa dell’uso di mangimi animali che la contengono, si sono trovate tracce di glisofato nell’urina del 45% di un campione di cittadini in 18 città (2013). È stato dimostrato in molti studi che il glisofato ha effetti teratogeni:è capace, cioè, di produrre deformazioni congenite (Carrasco, Paganelli, Gnazzo, et al 2010). Nel Chaco, in Argentina, c’è stato un incremento di malformazionidel 400%. Negli individui esposti al glisofato aumenta fortemente anche la possibilità di contrarre il cancro, come dimostrano studi relativi alle località di Brasile e Argentina dove la produzione di transgenici è più elevata. Gli studi che contengonoquesto tipo di conclusioni (come quelli del Dr. Gilles-Eric Séralini - CRIIGEN, Università di Caen, Francia) vengono duramente combattuti dalle multinazionali come la Monsanto attraverso scienziati vicini all’impresa, denunce ecc.
https://www.dropbox.com/s/t0p4k6ovyp0ozba/PAPA%20FRANCESCO_Documento%20OGM.docx pag.3
I firmatari dell’appello al pontefice sono l’austriaca Ana Maria Primavesi, ingegnere agronomo, tra le maggiori studiose di agroecologia e agricoltura biologica, l’argentino Andrés Carrasco, (scomparso a maggio), embriologo molecolare celebre per aver sfidato Monsanto e dimostrato gli effetti nocivi del glifosate, ingrediente base dei pesticidi Roundup Monsanto utilizzati nelle colture transgeniche, Elena Álvarez-Buylla Roces genetista molecolare dell’Università Nazionale Autonoma del Messico, Pat Mooney, fondatore del Rural Advancement Fund International (ETC Group dal 2001), vincitore del Right Livelihood Award (il “Premio Nobel alternativo”) tra le massime autorità in fatto di governance mondiale, monopolio della proprietà intellettuale e oligopoli, Paulo Kageyama ingegnere agronomo dell’Università di São Paulo specializzato in genetica e biodiversità e collaboratore del ministero dell’Ambiente brasiliano, Vandana Shiva, fisica quantistica, filosofa e ambientalista indiana e il dr. Wanderlei Pignati professore dell’Università Federale di Mato Grosso.
Di seguito, la lettera: (https://www.dropbox.com/s/nrio4p1gnj7za8s/PAPA%20FRANCESCO_Lettera%20OGM.doc) il profilo dei firmatari e la sintesi del documento: (https://www.dropbox.com/s/t0p4k6ovyp0ozba/PAPA%20FRANCESCO_Documento%20OGM.docx) che è stato presentato, nella versione integrale, a Papa Francesco.
4a5) Miscela di Glyphosate e atrazina aumenta la tossicità citogenetica
Un nuovo studio pubblicato in Chemosphere dimostra che il modello di tossicologia classica, basata sulla verifica di singole molecole, non è in grado di valutare con precisione i rischi ambientali e sanitari mondiali di miscele di prodotti agrochimici come il glyphosate (Roundup) e il suo sottoprodotto di degradazione AMPA, che sono ormai contaminanti ambientali e alimentari onnipresenti e molto più dannosi di quanto si possa credere.
Seguendo da vicino le orme di uno studio che dimostra che erbicida Roundup è 125 volte più tossico del suo principio attivo glyphosate studiato in isolamento, il nuovo studio si aggiunge ad un corpo sempre più schiacciante di prove che rivela che i fitofarmaci utilizzati nella produzione di alimenti OGM sono molto più dannosi di quello che i loro produttori, regolatori e sostenitori possano ammettere.
Lo studio, dal titolo “Genotoxicity of mixtures of glyphosate and atrazine and their environmental transformation products before and after photoactivation " ,valuta la tossicità che danneggia le cellule indotta dalla luce (ad esempio tossicità citogenetica foto-inducibile) di:
glyphosate, atrazina, aminometil acido fosforico ( AMPA), desetil-atrazina (DEA), e le loro varie miscele.
Glyphosate (Roundup) è il pesticida più popolare al mondo, utilizzato principalmente in agricoltura OGM come erbicida sistemico. Quando glyphosate è metabolizzato all'interno di piante o nel fegato di animali, produce AMPA , una sostanza che, mentre è classificata come inerte e/o innocua dalle autorità di regolamentazione, è stato riconosciuta per essere tossica almeno come il glyphosate, e che è stata collegata a più di 30 effetti negativi sulla salute. L'atrazina viene utilizzata per controllare le erbe infestanti nelle colture come il mais e canna da zucchero, ed è ampiamente utilizzato in prati residenziali e campi da golf. E 'stato identificata come il pesticida contaminante dell'acqua potabile più comunemente rilevato negli Stati Uniti, e si crede sia un potente distruttore endocrino che colpisce sistema ormonale degli animali.
Il nuovo studio ha dimostrato che potenzialità dei pesticidi di danneggiare le cellule, molto dipende dal loro ambiente fisico-chimico. Inoltre, si è riscontrato che la miscela fatta con quattro pesticidi non solo era 20 volte più tossico per le cellule testate di quelle del composto più attivo AMPA, ma che la tossicità era aumentata di 100 volte dopo irradiazione con la luce, ciò sarebbe un reazione comune dato che queste sostanze chimiche persistono e si accumulano nell'ambiente.
Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che le componenti "AMPA" mostrava una tossicità citogenetica diretta che era 1000 volte superiore a quella del suo composto principale [glyphosate]." Da quando AMPA - il prodotto di degradazione del glyphosate - è una sostanza tossica onnipresente, che si trova in tutto il cibo vegetale esposto al glyphosate, ed è noto persistere per periodi prolungati nell'ambiente (76-240 giorni nel suolo), ed è anche prodotto riscontrabile nel fegato dei mammiferi dopo il consumo di cibo contaminato col glyphosate, il significato di questo risultato non può essere sottovalutato.
Se si considera che il glyphosate è attualmente consentito in alimenti per l'uomo a livelli fino a sei ordini di grandezza superiore a quelli che la ricerca ha rivelato essere dannoso per il corpo umano, il potenziale di AMPA per essere 1000 volte più tossico del glifosato implica che oggi i 'livelli accettabili "possono essere più tossici fino a 9 ordini di grandezza ovvero 1.000.000.000 di volte!! Troppo lassista quanto richiesto per proteggere le popolazioni esposte da significativi danni fisici.
Data la crescente mole di evidenze che suggeriscono che il glyphosate e il suo metabolita, AMPA, sono estremamente tossici, il principio di precauzione dovrebbe essere attuato e l'esposizione non necessaria deve essere evitata. Se l'uso di erbicidi Roundup non è limitato o vietato fino a quando è in fase di revisione, per lo meno, i consumatori meritano il diritto di consenso informato. La scelta di evitare gli OGM e di preferire i cibi non carichi di Roundup deve essere resa disponibile attraverso l'etichettatura veritiera dei prodotti alimentari. Non riuscendo a rendere possibile questa scelta, o, peggio, essendo partecipi di "mazzettamento" di enormi risorse finanziarie e politiche nei confronti di un tale diritto attraverso gruppi di facciata del settore, come il Grocery Manufacturers Association, tale condotta è pari ad un avvelenamento chimico forzato, un crimine contro l'umanità.
Roustan, A., Aye, M., De Meo, M., & Di Giorgio, C. (2014). Genotoxicity of mixtures of glyphosate and atrazine and their environmental transformation products before and after photoactivation. Chemosphere, 108, 93-100.
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S004565351400352X
4a6) Enorme aumento negli USA di malattie croniche collegate al glyphosate, il pesticida contenuto negli OGM resistenti al Roundup e usato in modo abnorme in tutto il mondo, specie negli USA
"Negli ultimi 20 anni c'è stato un allarmante aumento di gravi malattie negli Stati Uniti, insieme ad una marcata diminuzione della speranza di vita (Bezruchka, 2012)
Il tasso di malattia cronica in tutta la popolazione degli Stati Uniti stà notevolmente aumentando con una stima del 25% della popolazione degli Stati Uniti che soffre di più malattie croniche (Autoimmunity Research Foundation, 2012). Questi risultati suggeriscono fattori ambientali, piuttosto che cause genetiche o legate all'età. "Durante questo stesso periodo, si è registrato un aumento esponenziale della quantità di glyphosate applicato alle colture alimentari e della percentuale di colture alimentari Ogm coltivate (Benbrook, 2012). Abbiamo intrapreso uno studio per vedere se esistevano correlazioni tra l'aumento delle colture Ogm, l'uso glifosato associato e l'aumento delle malattie croniche negli Stati Uniti".
Abstract
Un enorme aumento di incidenza e prevalenza delle malattie croniche è stato segnalato negli Stati Uniti nel corso degli ultimi 20 anni. Incrementi simili sono stati osservati a livello globale. Il glyphosate è stato introdotto nel 1974 e il suo uso sta accelerando con l'avvento delle tecniche di ingegneria genetica (GE) con colture resistenti agli erbicidi. La prova è il fatto che il glyphosate interferisce con molti processi metabolici nelle piante e negli animali e residui di glyphosate sono stati rilevati in entrambi. Il glyphosate distrugge il sistema endocrino e l'equilibrio dei batteri intestinali, danneggia il DNA ed è un driver di mutazioni che portano al cancro. Nel presente studio, nei database del governo degli Stati Uniti sono stati cercati i dati delle colture GE, i dati delle applicazioni di glifosato e i dati delle malattie epidemiologiche. Analisi di correlazione sono stati poi eseguita su un totale di 22 malattie in questi insiemi di serie temporali di dati. I coefficienti di correlazione di Pearson* sono altamente significativi (<10-5) tra le applicazioni di glifosato e di ipertensione (R = 0,923), ictus (R = 0,925), la prevalenza del diabete (R = 0,971), l'incidenza del diabete (R = 0,935), obesità (R = 0,962), lipoproteine a disturbi del metabolismo (R = 0,973), il morbo di Alzheimer (R = 0,917), la demenza senile (R = 0,994), di Parkinson (R = 0,875), la sclerosi multipla (R = 0,828), autismo (R = 0,989), malattia infiammatoria intestinale (R = 0,938), infezioni intestinali (R = 0,974), malattia renale allo stadio terminale (R = 0,975), insufficienza renale acuta (R = 0,978), tumori della tiroide (R = 0,988), del fegato (R = 0.960), della vescica (R = 0,981), del pancreas (R = 0,918), del rene (R = 0,973) e la leucemia mieloide (R = 0,878). I coefficienti di correlazione di Pearson sono altamente significative (<10-4) tra la percentuale di mais e soia GE coltivati negli Stati Uniti e l'ipertensione (R = 0,961), ictus (R = 0,983), la prevalenza del diabete (R = 0,983), l'incidenza del diabete (R = 0,955), obesità (R = 0,962), lipoproteina disturbi del metabolismo (R = 0,955), di Alzheimer (R = 0,937), di Parkinson (R = 0,952), la sclerosi multipla (R = 0,876), epatite C (R = 0,946 ), malattia renale allo stadio terminale (R = 0,958), insufficienza renale acuta (R = 0,967), tumori della tiroide (R = 0,938), del fegato (R = 0,911), della vescica (R = 0,945), del pancreas (R = 0.841 ), rene (R = 0,940) e la leucemia mieloide (R = 0,889). *In statistica, l'indice di correlazione di Pearson, anche detto coefficiente di correlazione di Pearson (o di Bravais-Pearson) tra due variabili statistiche è un indice che esprime una eventuale relazione di linearità tra esse.
http://sustainablepulse.com/…/new-study-huge-increase-us-…/…
Le conclusioni della pubblicazione:
Questi dati mostrano correlazioni molto forti e altamente significative tra il crescente uso di
glyphosate, la crescita delle colture GE e l'aumento di una moltitudine di malattie. Molti dei grafici mostrano improvvisi aumenti dei tassi di malattie a metà degli anni 1990 che coincidono con il produzione commerciale di colture Ogm. Il grande aumento dell'uso glyphosate negli Stati Uniti è principalmente dovuto all'aumento dellimpiego nelle colture GE resistente al glyphosate.
Le probabilità nei grafici e nelle tabelle mostrano che è altamente improbabile che le correlazioni siano una coincidenza. La forza delle correlazioni mostra che vi è una forte probabilità che siano collegati in qualche modo. Il numero di grafici con le tendenze dei dati simili indica anche una forte probabilità che vi sia un legame. Anche se la correlazione non significa necessariamente causalità, quando i coefficienti di correlazione di oltre 0,95 sono calcolati per un elenco di malattie che possono essere direttamente collegati al glyphosate tramite i suoi effetti biologici noti, sarebbe imprudente non considerare causalità come una spiegazione plausibile.
Questo non implica che tutte queste malattie abbiano una sola causa in quanto vi sono molte sostanze tossiche e agenti patogeni che possono contribuire alla malattia cronica. Tuttavia, nessuna sostanza tossica è aumentato nell’uso negli ultimi 20 anni come glyphosate.
Lo sconvolgimento dal glifosato delle vie di disintossicazione nel corpo umano può intensificare l'effetto di altre sostanze chimiche tossiche. La distruzione delle vie del citocromo P450 da parte glyphosate potrebbe spiegare gli effetti che causano numerose malattie (Samsel & Seneff, 2013a).
Gli enzimi del citocromo P450 sono una superfamiglia di enzimi che sono responsabili di circa il 75% delle reazioni coinvolte nel metabolismo dei farmaci e dell'ossidazione di molecole organiche
(Guengerich, 2008). Un altro punto critico è che il glyphosate è un distruttore endocrino ed è stato
sostenuto che non ci sono livelli sicuri di interferenti endocrini (Vandenberg et al, 2012;.. Bergman et al,2013). Ciò implicherebbe che gli attuali livelli di residui consentiti negli alimenti potrebbero essere la causa dei molti problemi di salute che sono stati documentati nella letteratura scientifica per essere causato dall’interruzione delle sostanze chimiche endocrine.
Nei risultati riportati da Kruger et al. (2014) ove non vi è alcuna differenza significativa nei residui di glyphosate rilevati nelle urine, come nei tessuti e organi di mucche, è la prova che il glyphosate si bio-accumula nei nostri corpi. La ricerca mostra che il Roundup e il glyphosate causano stress ossidativo con conseguente modifiche alle funzioni cellulari, necrosi delle cellule e effetti neurotossici nel cervello, rene, e testicoli e le cellule di Sertoli devono essere considerate come possibile agente causale di una serie di malattie (ref.). (…)
Nel rivedere la tossicità delle sostanze chimiche basato sulla più recente scienza peer reviewed, il US President’s Cancer Panel è stato critico circa le metodologie dei test attuali e sulla mancanza di azioni intraprese dalle autorità di regolamentazione (Reuben, 2010). Secondo il rapporto, l'approccio normativo negli Stati Uniti è reazionario piuttosto che di precauzione. Invece di agire in via preventiva quando esiste incertezza circa il danno potenziale di contaminante chimico ambientale o altro pericolo, questo deve essere incontrovertibilmente dimostrato prima di iniziare l'azione. Invece di richiedere all'industria di dimostrare la sicurezza dei loro dispositivi o prodotti chimici, il pubblico ha l'onere di provare che una data esposizione ambientale sia dannosa.
Le attuali metodologie di test, la durata dei processi di alimentazione di colture Ogm, e dei parametri misurati sono insufficienti per valutare i problemi di salute che possono essere causati da diete alimentari costituite da GE (Seralini et al., 2011). La mancanza di protocolli di sperimentazione adeguati significano che non esistono dati sufficienti per mostrare che l'aumento di Ogm e glyphosate non sia legato all'aumento malattie. I dati presentati in questo articolo evidenziano la necessità di una ricerca scientifica indipendente da effettuare, soprattutto nelle aree del sistema endocrino, precursore del cancro, dello stress ossidativo, nel microbioma intestinale e nelle vie del citocromo P450. La nostra speranza è che, oltre a più ricerche di base in forma di tossicologia e studi cancerogeni, studi epidemiologici siano intrapresi da esperti in ciascuna delle queste categorie di malattie.
Swanson N.L., Leu A., Abrahamson J., Wallet B., 2014, Genetically engineered crops, glyphosate and the deterioration of health in the United States of America. Journal of Organic Systems, 9(2), 6-37. http://www.organic-systems.org/journal/92/abstracts/Swanson-et-al.html
4a7) Le analisi scoprono che il mais transgenico OGM della Monsanto è nutrizionalmente morto oltre ad essere altamente tossico
Analysis Finds Monsanto's GM Corn Nutritionally Dead, Highly Toxic http://rightrelevance.com/?q=tab_type=2&&searchType=feeds&start=0&rows=30&location=&isPerson=&articleId%3D2154d174a81d54bf6b88a4cd5fcaf0915b762872%26value%3Dgenetically%20modified%26taccount%3DGMOsRR%26topic%3Dgenetically%20modified
4B) Pesticidi e Agricoltura, correlazioni con patologie
ESPOSIZIONE A PESTICIDI E AUMENTATO RISCHIO DI PATOLOGIE TIROIDEE: STUDIO EPIDEMIOLOGICO SU UNA COORTE DI LAVORATORI AGRICOLI
Rapporti ISTISAN 09/18
L’esposizione a pesticidi e fertilizzanti riguarda ampi strati della popolazione. L’assorbimento di queste sostanze può infatti avvenire secondo diverse modalità: diretta, per chi li produce e per chi li usa nelle operazioni agricole; indiretta, per chi vive o frequenta gli ambienti in cui i pesticidi vengono utilizzati; alimentare, a cui sono potenzialmente tutti esposti. Studi sperimentali hanno mostrato che sostanze chimiche di sintesi, quali pesticidi e fertilizzanti, sono in grado di interferire con l’omeostasi tiroidea. Nonostante l’elevato potenziale di esposizione a queste sostanze e le evidenze su modelli sperimentali, pochi sono gli studi condotti su campioni rappresentativi di popolazione finalizzati alla valutazione dei possibili rischi per la salute umana. Lo studio si propone di stimare il rischio di patologie tiroidee nei lavoratori agricoli e in soggetti residenti in aree urbane o rurali non professionalmente esposti.
Per il raggiungimento degli obbiettivi l’indagineè stata condotta su 10.789 soggetti adulti residenti in un’area geografica caratterizzata daun’intensa attività agricola. I dati demografici e clinici sono stati estratti dagli archivi elettronici di 8 medici di medicina generale attivi sul
territorio del Comune di Maddaloni. L’analisi dei dati è stata mirata alle stime di prevalenza delle patologie tiroidee e ad altri disturbi endocrini (classificati in base alla classificazione internazionale) nei diversi sottogruppi di popolazione in studio e alla stima dei rischi associati alle diverse esposizioni (residenza rurale e urbana, attività professionale, età, sesso) attraverso tecniche di analisi multivariata. È stata stimata una prevalenza complessiva di patologie tiroidee pari al 5,8% e un’analisi per sesso (9,6% nelle femmine, 1,8% nei maschi), zona di residenza (5,5% nei residenti in aree urbane, 7,1% nei residenti in aree rurali) e attività lavorativa (13,1% per gli addetti agricoli, 5,6% per chi svolge altre professioni) ha consentito di stimare le percentuali di affetti nei diversi gruppi. Inoltre, l’analisi delle singole patologie tiroidee ha mostrato un rischio significativamente aumentato di ipotiroidismo negli agricoltori (OR=2,68; IC 95%: 1,52-4,73) e, come atteso, il rischio di gozzo risultava significativamente aumentato nei soggetti con residenza rurale OR = 1,41; IC 95%: 1,08-1,85), indipendentement e dal tipo di attività lavorativa svolta. A conferma dei risultati ottenuti, nessuna differenza significativa è stata osservata nell’insorgenza del diabete.
In conclusione, lo studio di un consistente campione di popolazione ha messo in evidenza una più elevata frequenza di patologie tiroidee e, in particolare, di ipofunzione tiroidea in soggetti con esposizione professionale a pesticidi e fertilizzanti. Considerato il non trascurabile ruolo delle esposizioni non professionali, quali dieta e residenza in zone a contaminazione ambientale, sono state avviate nella stessa zona nuove indagini al fine di una più accurata definizione del rischio in funzione della dose e di promozione di strategie di prevenzione.
Fonte: http://www.iss.it/binary/publ/cont/0918WEB.pdf
ISSN 1123-3117 Rapporti ISTISAN 09/18
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’
- DANNI ALL’ECOSISTEMA E ALLA BIODIVERSITA’
1) Gli OGM aumentano l’uso del glifosato e causano il peggioramento della quantità e della resistenza delle infestanti
Nei prossimi anni l’uso del glifosato, applicato alle piante geneticamente modificate erbicida-resistenti, potrebbe addirittura raddoppiare a causa della rapida diffusione delle erbe infestanti, con conseguenze gravi sull’ecosistema e la produttività agricola.
Lo affermano ricercatori della Penn State University (PSU, U.S.A.) che hanno svolto un’indagine per valutare il fenomeno dell’emergenza delle erbacce resistenti al glifosato e i sistemi di intervento più idonei al loro trattamento.
Secondo i dati raccolti dagli esperti, ben 21 specie di erbe infestanti, il 75% delle quali è stato documentato dal 2005, hanno sviluppato la tolleranza a più di un erbicida a base di glifosato,
Le “erbacce” hanno sviluppato diversi sistemi biochimici di resistenza, ad esempio possono produrre un enzima che è insensibile al diserbante, oppure sequestrare il glifosato nei tessuti fogliari in modo da traslocarlo gradualmente in tutta la pianta in concentrazioni che risultano quindi meno tossiche. Il fenomeno è legato soprattutto all’adozione di varietà geneticamente modificate contenenti il tratto di resistenza al glifosato, quali soia, mais e cotone transgenici. Le aziende produttrici promuovono il ricorso ad un mix di diserbanti a base di glifosato e hanno inoltre sviluppato nuove generazioni di semi OGM con sempre più tratti genetici di resistenza.
Una strategia che secondo gli agronomi non è sostenibile nel lungo termine e che causerà un peggioramento delle erbacce resistenti, nonché un incremento nel quantitativo degli erbicidi, con danni alle altre colture più sensibili e gravi conseguenze sull’ecosistema, per la salute umana e animale. Inoltre, in molte aree agricole ci sono già esempi di piante infestanti resistenti contemporaneamente a due o più erbicidi, e quindi sarebbe molto più utile adottare approcci di gestione integrata delle infestanti capaci di abbassare l’uso dei diserbanti di ben il 94%. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista BioScience.
Da Fond. Diritti Genetici, 14 febb. 2012
il lavoro: David A. Mortensen, J. Franklin Egan, Bruce D. Maxwell, Matthew R. Ryan, Richard G. Smith (2012) Navigating a Critical Juncture for Sustainable Weed Management, BioScience Vol. 62, No. 1 pp. 75-84 http://bioscience.oxfordjournals.org/content/62/1/75.short
Il lavoro completo in pdf: http://www.iatp.org/files/Mortensen%20et%20al%20%202012%20%20Navigating.pdf
2) Il glifosato per gli, e negli OGM, trovato nei fiumi USA
Il monitoraggio da parte della US Geological Survey (USGS) ha rivelato che il glifosato e il suo acido Aminomethylphosphonic, prodotto di degradazione (noto come AMPA), sono spesso trovati in piogge e fiumi nel bacino del Mississippi, dove si coltivano la maggior parte delle colture OGM tolleranti al glifosato.
Glifosato (la base del nome del prodotto di marca Roundup della Monsanto) è ampiamente usato negli Stati Uniti con colture Roundup Ready che per intenderci sarebbero le piante della Monsanto, che sono state geneticamente modificate per tollerare l'erbicida, in modo da sopravvivere quando un campo viene spruzzato con esso. I risultati USGS sono basati su due studi sulla pioggia sui bacini idrici nelle zone agricole del bacino del Mississippi, dove "la più grande utilizzazione" di glifosato avviene per controllare le erbe infestanti in GM di mais, soia e cotone tollerante al glifosato / Roundup. L'USGS riporta che l'uso del glifosato è aumentato di più di otto volte, a 88.000 tonnellate, nei 15 anni al 2007, erodendo ulteriormente il mito che le colture GM riducono il consumo di pesticidi chimici.
Monsanto ha ripetutamente negato che il glifosato venga dilavato nei campi in quantità significative, sostenendo che l'erbicida si lega alle particelle del terreno e quindi non può infiltrarsi. I risultati USGS confermano i risultati provenienti da altri paesi, che quindi il glifosato è più mobile nei terreni di quanto la società biotech sia disposto ad ammettere. La presenza di glifosato e AMPA nelle acque superficiali significa che la qualità dell'acqua potabile e la fauna acquatica possono essere messi a rischio. Gli studi hanno dimostrato che molte specie acquatiche sono influenzate dall’erbicida e dal suo prodotto di degradazione, e vi è una crescente preoccupazione sulla la sicurezza del prodotto per la salute umana. Oltre l'uso eccessivo del glifosato sulle colture GM di soia, cotone e mais è alla guida di una escalation sulla diffusione del problema erbacce resistenti al diserbante, il che significa che deve essere utilizzato ancora più Roundup, spesso in combinazione con altri erbicidi, nel tentativo per controllare queste nuove infestanti "super".
I ricercatori del USGS stimano che circa l'1% del glifosato spruzzato sia finito in bacini e in acque di superficie nelle quattro aree in cui il controllo è stato condotto in torrenti e fiumi. Le concentrazioni variano tra i diversi sistemi fluviali che facevano parte del programma di monitoraggio. Il livello medio alto di glifosato rilevato era 5.7μg/litro. Un livello che non sarebbe stato consentito della direttiva europea sull'acqua potabile. http://www.gmfreeze.org/news-releases/165/?printable
Coupe RH, Kalkhoff SJ, Capel PD, Gregoire C., (2011), Fate and transport of glyphosate and aminomethylphosphonic acid in surface waters of agricultural basins. Pest Manag Sci.; 68(1): 16-30. doi: 10.1002/ps.2212.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ps.2212/abstract
Il pdf col testo completo:
3) La proteina Bt è oramai "comune" nei corsi d’acqua
Una volta di più è in crisi il modello americano della tecno-agricoltura basata sugli Ogm. Molti corsi d’acqua degli Stati Uniti sono contaminati da una sostanza insetticida “incorporata” nel diffusissimo mais transgenico Bt.
L’altra categoria fondamentale di colture Ogm è quella modificata per resistere ai diserbanti (ma spesso tutte e due le proprietà sono presenti sulla stessa pianta) ed è andata in crisi in seguito alla comparsa di erbe infestanti in gradi di resistere ai trattamenti chimici esattamente come le colture Ogm. Come se non bastasse, la colza Ogm resistente ai diserbanti è evasa dai campi e si è trasformata a sua volta in un infestante: a questo punto i sintomi della crisi cominciano ad apparire nella loro interezza. Ma torno ai corsi d’acqua contaminati.
Lo studio è stato pubblicato sul periodico scientifico Pnas (Proceedings of the National Academies of the Sciences) ed è stato effettuato nello Stato dell’Indiana, all’interno della cosiddetta “corn belt”, la fertile pianura in cui abbondano i campi di mais.
Il 63% del mais coltivato negli Stati Uniti è Bt, cioè modificato introducendovi il gene del Bacillus thuringensis per la produzione della proteina Bt, che è ad azione insetticida.
Ebbene, ora si è scoperto che la proteina Bt è appunto comune nei corsi d’acqua. Veicolata da detriti e foglie del mais transgenico.
Le analisi sono state effettuate sei mesi dopo il raccolto in 217 punti. Nell’86% dei luoghi si sono rinvenuti residui delle piante di mais. La proteina insetticida Bt è stata rinvenuta nel 13% dei letti dei corsi d’acqua, e nel 23% delle colonne d’acqua. Qui la ricerca si è fermata, nel senso che non sono specificati nè la quantità della proteina Bt rinvenuta nè se si tratta di una concentrazione tossica per gli insetti acquatici. Sarebbe interessante saperlo.Tratto da Blogeko. L'estratto:
http://www.pnas.org/content/early/2010/09/22/1006925107.abstract
e il testo completo in pdf:
http://www.pnas.org/content/early/2010/09/22/1006925107.full.pdf+html
Jennifer L. Tanka, Emma J. Rosi-Marshall, Todd V. Royer, Matt R. Whiles, Natalie A. Griffiths, Therese C. Frauendorf, David J. Treering (2010)
Occurrence of maize detritus and a transgenic insecticidal protein (Cry1Ab) within the stream network of an agricultural landscape
PNAS October 12, 2010 vol. 107 no. 41 17645-17650
4) Il mais Bt provoca danni all’ecosistema del suolo e ne riduce la fertilità.
E’ quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Portland, che si sono proposti di indagare gli effetti del mais transgenico sviluppato da Monsanto, contenente la tossina insetticida Bt per la resistenza agli insetti dannosi, sulla crescita degli “arbuscular mycorrhizal fungi” (AMF) funghi simbionti. Il fungo del suolo forma un legame simbiotico con le radici di molte piante ospiti, permettendo loro di attirare più acqua e sostanze nutritive dal terreno circostante in cambio di prodotti organici. Gli studiosi hanno valutato la colonizzazione delle radici da parte del fungo in nove linee di mais Bt, differenti per il tipo ed il numero dei tratti genetici, e in cinque ibridi convenzionali geneticamente simili. Nelle coltivazioni sperimentali condotte in serra si è osservato un minore livello di colonizzazione del fungo nelle radici delle piante di mais transgenico, rispetto a quelle parentali non-Bt. Danni che però non sono direttamente riconducibili, spiegano i ricercatori, alla proteina Bt, in quanto non sono stati osservati nelle piante di soia coltivate successivamente nello stesso terreno in cui erano state coltivate le piante di mais transgenico. Tuttavia questi risultati sono la prima dimostrazione di una riduzione della colonizzazione AMF in più linee di mais Bt coltivato nelle stesse condizioni sperimentali, e contribuiscono alla crescente conoscenza nello specifico settore, in quanto esaminano gli effetti imprevisti delle colture Bt sugli organismi del terreno del nontarget. Si tratta di un risultato importante, considerato che l'88 % del mais prodotto nel 2011 negli Stati Uniti è del tipo Bt, e che finora sono state svolte poche indagini sulla interazione tra le diverse linee di mais Bt e il particolare fungo, e quindi tra i cambiamenti genetici subiti dalla pianta e gli organismi non-target del terreno. Effetti imprevisti che si possono verificare anche su piante di tipo diverso seminate negli stessi campi.
20 aprile 2012 Tratto da Fondazione Diritti Genetici:
http://www.fondazionedirittigenetici.org/dalmondo/1399/mais-ogm-danni-allecosistema-del-suolo
Lo studio: "Evidence of reduced arbuscular mycorrhizal fungal colonization in multiple lines of Bt maize" Tanya E. Cheeke , Todd N. Rosenstiel and Mitchell B. Cruzan (2012)
Am. J. Bot. April 2012 vol. 99 no. 4 700-707
http://www.amjbot.org/content/99/4/700.full
e anche: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22473978
5) Alcuni tipi di mais Ogm mettono in pericolo la vita delle farfalle
E' quanto sostiene Greenpeace che ha chiesto agli stati della Ue di mettere in atto "misure per prevenire la coltivazione del mais Ogm, MON810, a livello nazionale". L'associazione spiega che, sebbene sia permessa la coltivazione di questo mais nell'Unione, gli Stati membri hanno la possibilità di adottare misure che la impediscano, qualora sorgano dubbi sulla sicurezza dei prodotti. "Ora ci sono sufficienti evidenze scientifiche che la coltivazione di piante Bt resistenti agli insetti potrebbe avere un impatto negativo su numerose specie di farfalle", dice Federica Ferrario della campagna Ogm di Greenpeace. L'associazione ecologista ha diffuso il risultato dello studio in occasione della giornata di audizioni informali presso la Commissione Agricoltura della Camera, sottolineando gli effetti a lungo termine sulle farfalle Monarca nordamericane del mais Bt MON810 della Monsanto e del Bt11 della Syngenta.
Lo studio ha mostrato che il 20% in meno delle larve esposte al polline del mais Bt raggiungeva l'età adulta. "Queste piante Ogm - dice Ferrario - producono infatti una tossina, nota come Bt, tossica per numerosi insetti, non solo per quelli dannosi che si vorrebbe colpire. Sugli effetti a breve termine del mais Bt vi era già stato uno studio pubblicato su 'Nature' e relativo al mais Bt 176 della Syngenta. I risultati preoccupanti erano stati attribuiti però all'alto livello di Bt nel polline di quel mais, mentre il MON810 e il Bt11 presentano livelli inferiori. Eppure, questo nuovo studio, il primo a lungo termine, dimostra il contrario".
"Lo scorso 8 settembre - dice ancora campagna la responsabile Ogm di Greenpeace - la Commissione aveva approvato l'inserimento di 17 nuove varietà di mais transgenico MON810 nel registro comunitario delle sementi, rendendo possibile così l'acquisto in tutta Europa di semi di mais transgenico nel 2005. L'agenzia europea per la sicurezza alimentare aveva considerato il mais sicuro per l'ambiente e i risultati dei precedenti studi sull'impatto sulle farfalle Monarca erano stati reputati non rilevanti". "L'impatto del mais Bt sulle popolazioni europee di farfalle non è stato ancora studiato, ma uno studio a breve termine mostra come una comune farfalla europea, la Vanessa Io, abbia la stessa reazione al Bt della farfalla Monarca. Finché non avremmo approfondito questi impatti - conclude Ferrario - il MON810 non deve essere coltivato in Europa" .
(9 dicembre 2004) Tratto da republica.it http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/esteri/greenogm/greenogm/greenogm.html
Lo studio: http://www.bioone.org/doi/abs/10.1603/0046-225X-33.4.1116
Dively, G.P., Rose, R., Sears, M.K., Hellmich, R.L. Stanley-Horn, D.E. Calvin, D.D. Russo, J.M. & Anderson, P.L.. (2004). Effects on monarch butterfly larvae (Lepidoptera: Danaidae) after continuous exposure to Cry1Ab expressing corn during anthesis. Environmental Entomology 33: 1116-1125. Il testo completo in pdf:
http://www.biosicherheit.de/pdf/dokumente/bt-monarch-maryland.pdf
6) Salmone transgenico, rischi da ibridazione interspecifica
Il salmone geneticamente modificato, sviluppato dall’azienda canadese Aquabounty, potrebbe incrociarsi con le trote selvatiche e dare origine ad una generazione di ibridi, capaci di danneggiare le specie naturali. Sono questi i timori espressi dagli autori di uno studio svolto presso la Newfoundland's Memorial University del Quebec, in Canada, che si sono proposti di esaminare le conseguenze di una eventuale fuga del pesce transgenico nei fiumi.
Nella simulazione di laboratorio i ricercatori hanno fatto accoppiare il salmone fertile (Salmo salar) dell’azienda produttrice con un tipo di trota selvatica (Salmo trutta), osservando che gli ibridi transgenici erano in grado di crescere più rapidamente e di esprimere dominanza competitiva sia rispetto al salmone GM sia rispetto a quello selvatico. E’ la prima volta che si dimostrano la trasmissione e le conseguenze ecologiche della ibridazione interspecifica tra animale transgenico e specie che ibridano naturalmente. Secondo Krista Oke, che ha guidato il team di studiosi, l'ibridazione di pesci transgenici con specie strettamente correlate costituisce un potenziale rischio ecologico per le popolazioni selvatiche.
Gli incroci tra salmone e trota avvengono in natura ad un tasso di circa l'uno per cento, ma diversi studi hanno già accertato che questo tasso aumenta fino al 41% in caso di fuga del salmone dagli allevamenti. Poiché i risultati della ricerca indicano che gli ibridi transgenici hanno un vantaggio competitivo rispetto al salmone naturale, se questo vantaggio viene mantenuto in natura, gli ibridi transgenici potrebbero seriamente compromettere le popolazioni di quello selvatico.
La FDA (Food and Drug Administration), l’agenzia Usa incaricata di valutare il super salmone, ha escluso che la sua produzione presenti rischi di natura ambientale e sanitaria, ma ha tuttavia prescritto misure di contenimento particolarmente rigide, tra cui la sterilizzazione di maschi e l’allevamento in apposite vasche su terraferma. AquaBounty sostiene infatti che la produzione sarà concentrata in Panama, ma l’industria del settore ha già espresso la propria contrarietà alla eventuale approvazione del pesce transgenico.
La ricerca è pubblicata sulla rivista Proceedings della Royal Society B. La pubblicazione e il relativo riassunto:
http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/280/1763/20131047.abstract
K. B. Oke, P. A. H. Westley, D. T. R. Moreau and I. A. Fleming, (2013) Hybridization between genetically modified Atlantic salmon and wild brown trout reveals novel ecological interactions
Proc. R. Soc. B July 22, 2013 280 1763 20131047; doi:10.1098/rspb.2013.1047 1471-2954
da: Fondazione Diritti Genetici. 07 giugno 2013 Fondazione Diritti Genetici
http://www.fondazionedirittigenetici.org/news/734/ricerca-salmone-transgenico-rischi-per-lecosistema
7) Roundup trovato nel 75% dei campioni di aria e pioggia (clicca sul link)
8) Il glifosato contamina le acque sotterranee
Contrariamente a quanto sostenuto dall'industria chimica e dall'Environmental Protection Agency (EPA), che non ci sono perdite nelle acque sotterranee, il glifosato, noto anche col nome commerciale Roundup, può contaminare le riserve di acque sotterranee. Pubblicato sulla rivista Analytical Chemistry e Bioanalytical, un nuovo studio conferma che il glifosato è ben lungi dall'essere quel protettore benigno descritto dai fautori delle colture GM, e ha il potenziale di causare danni ambientali.
Per il loro studio, i ricercatori, presso l'Istituto di Ricerca di Valutazione Ambientale e dell'Acqua (IEAWR) a Barcellona, Spagna, hanno condotto una serie di test in campioni di acque sotterranee per determinare la presenza di glifosato. Dopo avere eseguito un immunodosaggio di particelle magnetiche (IA), così come l'estrazione in fase solida, cromatografia liquida (LC) e spettrometria di massa in tandem (MS / MS), è stato determinato che, mentre il terreno assorbe parte della composizione chimica, il glifosato non è completamente decomposto prima di raggiungere le acque sotterranee, contrariamente a quello che il governo e l'industria chimica hanno a lungo sostenuto. Infatti, i risultati contraddicono completamente le affermazioni fatte da parte dell'industria chimica e dall'EPA secondo cui il glifosato ha "poche possibilità di dispersione nelle acque sotterranee" Secondo l'EPA, "microbi del suolo degradano velocemente e totalmente, e anche in basse condizioni di temperatura il glifosato non tende ad accumularsi nella vita acquatica"
EPA ha ottenuto presumibilmente queste false informazioni direttamente dal produttore del glifosato, la famosa Monsanto. Tuttavia, l'agenzia ha una propria responsabilità di verificare le affermazioni della sicurezza nel pubblico, che ovviamente non ha fatto per glifosato. Il risultato è che milioni di litri di questa sostanza chimica letale vengono spruzzati sulle coltivazioni ogni anno nel mondo, e nessuno sa in che misura ha raggiunto le acque sotterranee.
Determination of glyphosate in groundwater samples using an ultrasensitive immunoassay and confirmation by on-line solid-phase extraction followed by liquid chromatography coupled to tandem mass spectrometry. Sanchís J, Kantiani L, Llorca M, Rubio F, Ginebreda A, Fraile J, Garrido T, Farré M. Institute of Environmental Assessment and Water Research (IDAEA-CSIC), C/Jordi Girona, 18-26, 08034, Barcelona, Spain. La ricerca: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22101424
http://link.springer.com/article/10.1007%2Fs00216-011-5541-y#
Il testo in pdf:
http://www.rapaluruguay.org/glifosato/AnalBioanalChem2011-GLIFO-en-aguas-subterraneas.pdf
9) Il Roundup (glyphosate) persiste in mare e minaccia la Barriera Corallina
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Marine Pollution Bulletin indica che l’erbicida più popolare al mondo, glifosato (Roundup), utilizzato principalmente negli OGM e in agricoltura, am non solo, è particolarmente resistente alla biodegradazione nell’acqua di mare raccolta presso la barriera di corallo, e potrebbe quindi essere un importante contributo al declino di sistemi di barriere coralline marini come la Grande Barriera Corallina. La Grande Barriera Corallina è la più grande struttura unica al mondo fatta da organismi viventi, ed è così massiccia che è visibile dallo spazio. Purtroppo, secondo uno studio pubblicato nel 2012 da Proceedings of National Academy of Sciences , la barriera ha perso più della metà della sua copertura di corallo dal 1985, e si crede essere causata da una combinazione di fattori, tra cui il cambiamento climatico indotto, l’acidificazione degli oceani, focolai di specie predatrici e vasto inquinamento. Nonostante il ruolo consolidato di agrochimici a danneggiare la vita di mare, il glifosato deve ancora essere incluso nei programmi di monitoraggio marino per i suoi impatti sul reef. Questo, nonostante enga impiegato ad un tasso di lbs 30.000.000 ogni anno, in Australia. Nel nuovo studio dal titolo "Persistenza del glifosato in acqua di mare" , i ricercatori marini australiani descrivono "crescente preoccupazione per la perdita globale di coralli e alghe, e questo fatto è stato particolarmente ben documentato per la Barriera Corallina (GBR), Grande Patrimonio dell'Umanità". I ricercatori sottolineano anche l’impatto delle attività agricole intensive vicino a scogliere e praterie di fanerogame, sulla qualità dell'acqua specialmente durante la stagione umida estiva da novembre a marzo quando la pioggia induce inondazioni il cui deflusso, contenente sedimenti in eccesso, nutrienti e pesticidi", e con i loro pennacchi, rivelati dalle immagini satellitari, che viaggiano fino a 50 km al largo fino alle barriere coralline midshelf.
Al fine di verificare l'impatto potenziale del glifosato, i ricercatori hanno quantificato la sua biodegradazione utilizzando il test della "simulazione", della "simulation" flask, con le popolazioni batteriche autoctone e le acque marine costiere della Grande Barriera Corallina. Hanno scoperto che "l'emivita del glifosato a 25° C, in condizioni di scarsa luce era di 47 giorni, da estendere a 267 giorni al buio a 25° C e 315 giorni al buio a 31° C, che è la più lunga persistenza riportato per un erbicida ".
Se i nuovi test di acqua di mare rispecchiano fedelmente le condizioni reali, il massimo di 315 giorni di emivita del glifosato in acqua di mare potrebbe essere fino a 63 volte maggiore della persistenza al profilo tossicologico, della sostanza chimica.
Le evidenze accumulate svelano che queste stime originali sono imprecise e la persistenza del glifosato nel suolo, delle acque sotterranee, e persino l'aria, è un problema non ancora ufficialmente riconosciuto.
I ricercatori hanno anche sottolineato che eventi alluvionali che portano il glifosato in mare comporterebbero co-occorrenza di massicce quantità di sedimenti a cui si lega facilmente il glifosato, che impedirebbe l'ulteriore biodegradazione della sostanza glifosato, con potenziale notevolmente aumento della sua persistenza e ovviamente degli effetti tossici. Nonostante le rassicurazioni precedenti sia da parte del produttore (Monsanto) che degli organismi di regolamentazione che il glifosato è sicuro per l'ambiente e altamente biodegradabile, una quantità sempre più allarmante di dati sperimentali sulla tossicità del glifosato indica che la sostanza chimica è estremamente tossica, esibendo un potenziale cancerogeno all’attività endocrina, così come una lista di molteplici altra modalità di tossicità, per la vita animale .
http://www.greenmedinfo.com/blog/roundup-weed-killer-threatens-coral-reefs-persists-seawater#_edn1
la ricerca: Glyphosate persistence in seawater
Mercurio P., Flores F., Mueller J.F., Carter S., Negri A.P. (2014) Glyphosate persistence in seawater. Marine Pollution Bulletin, Available online 24 January 2014.In Press. doi: 10.1016/j.marpolbul.2014.01.021
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0025326X14000228
Sarah Belfield (8 February 2002). "Great Barrier Reef: no buried treasure"
Eilperin, Juliet. "Great Barrier Reef has lost half its corals since 1985, new study says". The Washington Post. Retrieved 1 October 2012
10) OGM - DANNI ALLA BIODIVERSITA’ Il problema delle erbe infestanti resistenti agli erbicidi
Superinfestanti: Come le colture biotech sostengono l'industria dei pesticidi
I raccolti geneticamente modificati (GE, OGM da noi) sono stati approvati negli Stati Uniti nel 1990, e da allora gli Stati Uniti sono stati i più grandi utilizzatori mondiale di questa tecnologia. Gli ogm avrebbero dovuto migliorare le rese, ridurre i costi per gli agricoltori e ridurre l'impatto ambientale dell'agricoltura. Eppure, quasi 20 anni dopo la loro introduzione, le colture geneticamente modificate non hanno fornito i benefici promessi dalle aziende che li hanno brevettati. Food & Water Watch ha esaminato i dati dell’US Department of Agriculture (USDA) e dell’US Environmental Protection Agency (EPA) per documentare l'aumento dell'uso di erbicidi che ha accompagnato l'adozione di colture resistenti agli erbicidi GE. La nostra analisi esamina la rapida proliferazione di colture Ogm e i pesticidi affiliati negli Stati Uniti, e sottolinea il rapporto di interdipendenza tra questi due settori, che alimenta anche la crisi della resistenza delle infestanti. Food & Water Watch ha valutato i dati dell'Indagine Internazionale di erbicidi Resistant Weeds (resistenti alle infestanti) che rivelano una fiorente resistenza delle erbe infestanti agli erbicidi causata dalla dipendenza eccessiva sul glifosato per un ampio controllo delle infestanti. Questi dati rendono chiaro che il problema delle erbe infestanti resistenti agli erbicidi non sarà risolto con l'uso intensificato di vecchi erbicidi ancora più tossici come il 2,4-D e dicamba."
A seguire una serie di grafici estrapolati dal dossier dai quali si evince l’incredibile progressione dell’uso dei diserbanti mano a mano che le infestanti sviluppano resistenza
http://www.foodandwaterwatch.org/reports/superweeds/
Dossier completo:
Food & Water Watch (2013) Superweeds: How Biotech Crops Bolster the Pesticide Industry. Food & Water Watch, reports, Washington, July 2013. www.foodandwaterwatch.org.
1) Ricavi globali dalle vendite dei semi ogm.
Fonte:Food & Water Watch analysis of CropLife International Annual Reports 2002-2006 and the International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (ISAAA) Annual Reports 2007-2012.
2) Percentuale di acri negli USA trattati con glyphosate.
Fonte: USDA-NASS Quickstats: Survey, Environmental, Corn, Cotton, Soybean, Application,
Percent Area Planted (Average) (Glyphosate)
3) Progressione degli Acri seminati a GE e erbe Infestanti resistenti al glifosato
4) Numero di States che hanno segnalato la resistenza della saeppola (Conyza canadensis) al glifosato in campo. Fonte: Heap, I. The International Survey of Herbicide Resistant Weeds. Available at www.weedscience.com. Accessed March 18, 2013
5) Volume totale di erbicidi applicati al mais, cotone, soia (in milioni di lbs per anno)
Fonte: USDA-NASS. Quickstats. Agricultural Survey, Chemical Applications, Herbicide Use on Corn, Cotton and Soybeans (Total)
6) Totale delle applicazioni di glifosato su mais, cotone e soia (in milioni di lbs per anno)
Fonte: Food & Water Watch Analysis of USDA NASS. Quickstats. Agricultural Survey, Chemical Applications, Glyphosate active ingredient (lbs/year), Number of Applications per year, Avg. lbs. per application per year.*
7) Totale Applicazioni diserbante 2,4-D su mais, cotone, soia (in milioni di lbs per anno)
Fonte: Food & Water Watch Analysis of USDA NASS. Quickstats. Agricultural Survey, Chemical Applications, 2,4-D active ingredient (lbs/year), Number of Applications per year, Avg. lbs. per application per year.*
* Figure 6 e 7: i valori mancanti sono stati stimati usando le figure a partire dall'anno più vicino dei dati Da notare nella figura 7 il progressivo calo del 2,4-D finchè la resistenza delle infestanti lo ha rimesso in auge.
8) Numero di States che hanno segnalato erbe Infestanti resistente al glifosato in campo (per anno)
Waterhemp… Amaranthus tuberculatus
Palmer Amaranth… Amaranthus palmeri
Ragweed… Ambrosia sp. ( es.A. artemisiifolia, A. psilostachya)
Fonte: Heap, I. The International Survey of Herbicide Resistant Weeds. Available at www.weedscience.com. Accessed March 18, 2013
11) CONTAMINAZIONE TRANSGENICA attraverso il TGO (Trasferimento Genetico Orizzontale)
“Nel mondo vegetale il flusso di geni o Dna (nel caso specifico e per ragioni di divulgazione chiamata contaminazione) non avviene solo attraverso il trasferimento genico verticale,cioè da una pianta all'altra della stessa specie (per esempio da una pianta di mais Ogm ad una pianta di mais non Ogm), attraverso la diffusione del polline geneticamente modificato, ma, in forma ancora più subdola, anche superando le barriere tra specie, attraverso cioè il trasferimento genico orizzontale. Questo meccanismo naturale, che avviene attraverso la trasduzione, la coniugazione e la trasformazione, nel caso del Dna transgenico si moltiplica per mille rispetto al Dna naturale. In altre parole il Dna transgenico si diffonde nell'ambiente ad una velocità di gran lunga superiore a quella del Dna naturale. I residui delle colture geneticamente modificate rimangono infatti inevitabilmente sul terreno. Questi residui contengono Dna transgenico che, al contrario del Dna naturale è molto più instabile, si rompe e si ricombina, passa in virus, batteri e funghi, e attraverso questi si infila in altri organismi viventi. Così un frammento di Dna di mais transgenico può finire nel frumento piuttosto che nell'orzo o in altre colture, poste anche lontane rispetto alle colture geneticamente modificate. Questo meccanismo è quindi ancora più pericoloso del trasferimento attraverso il polline, che può essere evitato distanziando una coltivazione Ogm da una Ogm-free. Inoltre, ribadisco che il Dna transgenico si trasmette ad altre specie molto più velocemente del Dna naturale. Diversi studi dimostrano che questo tipo di trasferimento, molto più subdolo e pericoloso di quello verticale, è reale, ma la sperimentazione per verificarla non viene fatta seriamente, evidentemente perché le multinazionali e i sostenitori degli Ogm non la vogliono. In conclusione il Dna transgenico dai residui delle piante transgeniche ce lo troviamo nell'aria (quando i residui diventano polvere), nell'acqua e nei suoli. Per cui il Dna transgenico lo possiamo respirare e bere a nostra insaputa, contro la nostra volontà. Solo e soltanto per questo gli Ogm non dovrebbero essere coltivati o diffusi nell'ambiente. Con le colture Ogm si diffondono nell'ambiente bombe biologiche. La coesistenza delle colture biologiche e convenzionali con quelle transgeniche (Ogm) è impossibile, in quanto la contaminazione, cioè il passaggio del Dna transgenico dalle colture transgeniche a quelle non transgeniche di qualunque specie vivente, è materialmente impossibile evitarla. Pertanto, tutta la discussione sulla coesistenza non ha senso e si dimostra di non aver capito che il problema delle colture transgeniche sta nella tecnica. Il Dna transgenico è il vero flagello dell'ingegneria genetica. Non ha senso parlare di soglie di tolleranza e di distanze tra i campi con colture Ogm e colture biologiche o e/o convenzionali. Queste informazioni dovrebbero conoscerle anche i giudici prima di accogliere le istanze di agricoltori che vogliono coltivare piante Ogm. Quanto meno i togati dovrebbero conoscere le sentenze emesse dai loro colleghi di altri Paesi, dove ormai la gente incomincia a ribellarsi per danni subiti da Ogm. La sperimentazione sulla nocività degli Ogm non deve essere eseguita solo dalle autorità che possono essere influenzate dalle multinazionali ma devono essere eseguite e controllate da strutture più vicine alla gente. La notizia del 2 marzo 2010, che la Commissione europea dette il via libera alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora "per uso industriale" dimostrò chiaramente che la commissione era molto influenzata dalle multinazionali e molto probabilmente non sapeva o non voleva sapere della pericolosità del Dna transgenico indipendentemente dalla pericolosità della patata Amflora come mangime. La colpa è anche dei ricercatori che sanno e che non si espongono a dire in tutte le sedi quello che sanno. Forse perché si perdono occasioni di lavoro o posizioni di prestigio in questa o quella commissione, questo o quel progetto di ricerca, e così via. Quando i ricercatori si toglieranno il bavaglio? Se le cose non cambiano ed alla fine anche la commissione europea cede alle multinazionali, vuol dire che i ricercatori senza bavaglio sono ancora troppo pochi.” Pietro Perrino, dirigente di ricerca associato del Cnr di Bari, già direttore dell'Istituto del germoplasma
http://www.salmone.org/wp-content/uploads/2010/04/perrino2.pdf
vedi anche le ricerche del Dr. Mae-Wan Ho e del Prof. Joe Cummins : http://polska-wolna-od-gmo.org/doc/Horizontal_gene_transfer_from_GMOs_does_happen.f.pdf
12) Il trasferimento genico orizzontale: il flagello dell’ingegneria genetica
torna a: DANNI ALL’ECOSISTEMA E ALLA BIODIVERSITA’
13) La nuova genetica e i pericoli delle modificazioni genetiche che "probabilmente mai potranno essere sicure"
“Il fondamento logico e lo e slancio per l' ingegneria genetica e la modificazione genetica era il dogma centrale della biologia molecolare che prevedeva il DNA come contenitore di tutte le istruzioni per comporre un organismo. Questo, si è invece rivelato essere in contrasto con la realtà del fluido e reattivo genoma, ciò era già venuto alla luce fin dai primi anni ottanta. Invece di catene causali lineari che conducono dall' DNA all' RNA verso proteine e funzioni biologiche a valle... cicli complessi di "feed-forward e feed-back" (influenze) interconnettono l'organismo e l'ambiente a tutti i livelli, determinando e cambiando il DNA e l' RNA attraverso le diverse generazioni. Per sopravvivere, l'organismo ha bisogno di impegnarsi nella modificazione genetica naturale in tempo reale, una danza molecolare della vita squisitamente precisa, con il RNA e DNA che rispondono e partecipano pienamente 'a valle' delle funzioni biologiche. Ecco perché gli organismi e gli ecosistemi sono particolarmente vulnerabili al grezzo, artificiale e geneticamente modificato RNA e DNA, creato dagli ingegneri di genetica umani. È anche per questo che "probabilmente mai le modificazioni genetiche potranno essere sicure".
1. La modificazione genetica, prodotta dagli ingegneri di genetica è tutt'altro che precisa; è incontrollabile e imprevedibile,produce molti danni collaterali per il genoma ospitante, nonché da luogo a nuove trascrizioni, proteine e metaboliti che potrebbero essere dannosi.
2. Gli agricoltori che lavoro sul campo e gli scienziati indipendenti che lavorano in laboratorio hanno dimostrato che gli OGM "riempiti" di transgeni molto diversi sono dannosi per una vasta gamma di specie, questo indica che tali modificazioni genetiche sono pericolose.
3. La modificazione genetica, prodotta dagli ingegneri di genetica è diversa dalla modificazione genetica naturale fatto dagli organismi stessi, per i seguenti motivi:
- si basa su costrutti OGM innaturali, progettati per attraversare le barriere di specie, e inserirsi nei genomi;
- combina e trasferisce geni tra specie che non si sarbbero mai scambiati geni in natura;
- i costrutti OGM dopo che sono stati integrati nel genoma, tendono ad essere instabili e quindi più inclini al trasferimento orizzontale di geni.
4. Il trasferimento genico orizzontale e la ricombinazione sono un itinerario rilevante per la creazione e diffusione di nuovi virus e batteri che causano malattie e resistenza agli antibiotici e ai farmaci. Il DNA transgenico è particolarmente pericoloso perché i costrutti di GM sono già combinazioni di sequenze di diversi batteri e virus che causano malattie, e contengono geni marcatori di resistenza agli antibiotici.
5. Vi è evidenza sperimentale che i transgeni sono molto più propensi alla diffusione e al trasferimeto genico orizzontale.
6. L'instabilità del costrutto GM, di cui ci sono abbondanti prove, è riflessa nell'instabilità delle varietà transgeniche, ciò è dovuto sia al transgene silenziatore che alla perdita di transgeni. L'instabilità transgenica ridicolizza la caratterizzazione e la valutazione dei rischi dell' 'evento-specifico', perché qualsiasi cambiamento nell'espressione del transgene, o peggio, nella riorganizzazione o nel movimento degli inserimenti di DNA transgenici, creerebbe un'altra pianta transgenica diversa da quella che è stata caratterizzata e per la quale il rischio è stato valutato. E conta poco quanto accuratamente l'originale caratterizzazione, e la valutazione dei rischi sia stata fatta. Le linee transgeniche instabili sono illegali, non sono commerciabili nè brevettabili.
7. Ci sono abbondanti prove del trasferimento orizzontale del DNA transgenico dalla pianta ai batteri in laboratorio ed è ben noto che il DNA transgenico può persistere in detriti e residui del suolo molto tempo dopo che le colture sono state coltivate. Almeno 87 specie (2% di tutte le specie conosciute) di batteri può prendere DNA estraneo e integrarlo nel loro genoma; la frequenza di ciò aumenta quando è presente una breve sequenza omologa.
8. La frequenza alla quale si verifica il trasferimento orizzontale di DNA transgenico è stata in genere sottovalutata perché la stragrande maggioranza dei batteri naturali non può essere coltivata. Utilizzando metodi di rilevamento diretto, senza quindi bisogno di cultura, sono stati osservati trasferimenti genetici sostanziali sulla superficie delle foglie intatte, così come sulle parti marce delle stesse foglie danngiate.
9. Nell'unico esperimento effettuato (in Cina) finora con sonde molecolari appropriate finora, si è rilevata la diffusione di un gene OGM resistente agli antibiotici verso i batteri in tutti i nostri fiumi principali, suggerendo che il trasferimento genico orizzontale ha contribuito al recente aumento della resistenza agli antibiotici negli animali e nell'uomo, in tutta nazione.
10. E' stato trovato che il DNA transgenico sopravvive alla digestione:
- nell'intestino dei topi,
- nel rumine delle pecore e
- nel duodeno del bestiame in modo tale da poter così entrare nel flusso sanguigno.
11. Nell'unico esperimento alimentare in tal senso effettuato su esseri umani, la completa 2 266 bp del transgene epsps nella farina di soia Roundup Ready è stato recuperato dal sacco della colostomia in 6 su 7 soggetti ileostomicizzati. In 3 dei 7 soggetti, i batteri (coltivati dal contenuto del sacco colostomia) erano positivi al transgene di soia GM, dimostrando perciò che il trasferimento orizzontale del transgene era avvenuto; invece nessun batterio risultava essere positivo per i geni di qualsiasi altro tipo di soia naturale, quindi soya non OGM.
12. Il tratto gastrointestinale dei mammiferi è una "zona calda" per il trasferimento orizzontale di geni tra batteri, il trasferimento parte dalla bocca.
13. Sta emergendo la prova che i genomi di piante e di animali superiori possono essere bersagli ancora più facili per il trasferimento genico orizzontale di genomi di batteri.
14. Il promotore CaMV 35S, più ampiamente usato in colture commerciali GM, è noto per avere un "punto caldo" di frammentazione, che lo rende incline al trasferimento orizzontale di geni; Inoltre. è promiscuamente attivo in batteri, funghi, così come le cellule umane. Recenti prove suggeriscono anche che il promotore può aumentare la moltiplicazione del virus di collegate malattie, tra cui l'HIV e citomegalovirus attraverso l'induzione di proteine necessarie per la trascrizione dei virus. Inoltre il CaMV 35S si sovrappone con un gene virale che interferisce con il gene "silenziatore", un grave danno per una funzione essenziale, che protegge piante e animali dai virus.
15. Il vettore di Agrobacterium, più ampiamente usato per la creazione di piante geneticamente modificate, è ora conosciuto per trasferire geni anche a funghi e cellule umane, ed ora si sa anche che condivide segnali genetici per il trasferimento genico con batteri comuni nell'ambiente. Inoltre, il battero Agrobacterium batterio, così come il gene vettore di trasferimento, tende a rimanere in colture GM, costituendo così un itinerario pronto per il trasferimento genico orizzontale a tutti gli organismi che interagiscono con le colture GM, o anche solo vengono in contatto con il terreno sul quale le colture GM crescono o sono state anche in passato coltivate.
16. Nel 2008, è stato scoperto che l'Agrobacterium era legato allo scoppio della malattia di Morgellons. I Centri for Disease Control negli Stati Uniti hanno avviato un'indagine, che si è conclusa nel 2012, con la constatazione che: 'Non è stata idenficata nessun fonte di infezione o comune condizione medica sottostante'. Ma non erano riusciti a studiare il coinvolgimento del batterio Agrobacterium.
17. Le nuove colture geneticamente modificate che producono RNA double-stranded (doppio rapporto) (dsRNA) per il silenziamento genico specifico sono pericolose perché produce molti effetti fuori bersaglio nel processo di interferenza del RNA, questi effetti sono ormai noti e non possono essere controllati. Inoltre, è stato scoperto che il piccolo dsRNA nelle piante alimentari sopravvivono alla digestione nell'intestino umano ed entrano nel flusso sanguigno dove vengono trasportati in diversi tessuti e cellule, dove "silenziano" dei geni.
18. Le prove accumulate negli ultimi 50 anni hanno rivelato che gli acidi nucleici (entrambi: DNA e RNA) che circolano nel sangue degli esseri umani e di altri animali, sono attivamente e utilmente secreti dalle cellule, per l'intercomunicazione. Gli acidi nucleici sono presi dalle cellule bersaglio per silenziare i geni nel caso di doppio filamento microRNA (miRNA) e possono essere integrati nel genoma di cellule, nel caso del DNA. Il profilo degli acidi nucleici circolanti cambia a seconda degli stati di salute e malattia. Le cellule tumorali utilizzano il sistema per diffondere il cancro in tutto il corpo. Questo "citofono" di acido nucleico lascia il corpo molto vulnerabile agli acidi nucleici geneticamente modificati che possono assumere il controllo del sistema e produrre danni considerevoli.
CONCLUSIONI
I gravi danni alla salute e gli impatti ecologici ed agronomici del glifosato e delle colture resistenti al glifosato, sono stati i fattori più accuratamente studiati, per cui non restano molti dubbi in merito. Lo stesso tipo di prove è anche emerso per le colture Bt e le tossine Bt. Sono prove più che evidenti che le modificazioni genetiche di tipo transgenico sono di per sé nocive, e possono essere attribuite al processo di modificazione genetica stessa, così pure come i pericoli incontrollabili dal trasferimento genetico orizzontale dei costrutti di GM, che può diffondere la resistenza agli antibiotici, creare nuovi patogeni e scatenare 'manifestarsi di carcinogenesi', così come assumere "il comando" dell' acido nucleico del corpo per creare danni. C'è una ragione convincente per vietare tutti gli OGM oggi rilasciati nell'ambiente e con loro pure i diserbanti al glifosato. Si può agire localmente nelle comunità, nei paesi, nei comuni, nelle città, nelle regioni, così come a livello nazionale e a livello globale. Deve essere fatto adesso perchè il tempo sta scadendo. Dobbiamo spostarci completamente all'agricoltura ecologica sostenibile non negli OGM, per riuscire a nutrirci in questo periodo di gravi e imperversanti cambiamenti climatici. Noi, popolo, dobbiamo recuperare la nostra sovranità alimentare e i nostri semi dall'impero delle corporations prima che loro distruggano in modo irreversibile il nostro cibo e la nostra agricoltura.”
Dr Mae-Wan Ho, Dr Eva Sirinathsinghji http://www.i-sis.org.uk/Ban_GMOs_Now.php
14) Trasferimento di geni resistenti agli antibiotici, da piante transgeniche di tabacco (Transplastomic) ai batteri
Il trasferimento di geni fra regni è limitato da una combinazione di barriere fisiche, biologiche e genetiche. I risultati degli esperimenti in serra coinvolgendo piante transgeniche (transplastomic) (genomi di cloroplasti transgenici) colonizzate da patogeni e batteri della terra hanno dimostrato che queste barriere potrebbero essere eliminate. http://aem.asm.org/content/68/7/3345.short
15) "La COESISTENZA fra colture convenzionali e biologiche con quelle transgeniche E’ IMPOSSIBILE, perché la contaminazione non avviene solo attraverso il polline, ma anche attraverso quel meccanismo che si chiama TGO o trasferimento genico orizzontale. Il trasferimento genico orizzontale indica, il trasferimento di materiale genetico (DNA) tra individui appartenenti alla stessa specie o a specie diverse, attraverso processi diversi da una normale riproduzione. Attraverso questo meccanismo il DNA transgenico passa anche a specie lontane (http://it.wikipedia.org/wiki/Trasferimento_genico_orizzontale). Purtroppo i nostri politici non sono bene informati come non lo sono i loro consulenti. Ove non si tratta di ignoranza, l'alternativa è disonestà intellettuale. Ritengo che chi ha deciso di distruggere i campi OGM è nel giusto ed interpreta bene le conoscenze che abbiamo sugli OGM. Se si vuole evitare l'uso e la diffusione del DNA transgenico non ci sono alternative alla distruzione dei campi. Tuttavia, auspico che a farlo siano i Ministeri competenti, anche se al momento stanno mostrando di essere incompetenti. Dovremmo essere noi a costringerli ad informarsi e diventare competenti." (dichiarazione del Prof. Pietro Perrino Precedentemente Direttore dell'Istituto del Germoplasma del CNR di Bari presso Consiglio Nazionale delle Ricerche). http://www.salmone.org/wp-content/uploads/2010/04/perrino2.pdf
16) L'EQUIVALENZA SOSTANZIALE E LA SICURA CONTAMINAZIONE
"EQUIVALENZA SOSTANZIALE" , parole chiave per tentare di scardinare il Principio di Precauzione e comunque scardina ogni ragionevole precauzione. L' "equivalenza sostanziale" nel caso del transgenico, significa che contenendo i prodotti agricoli quantità comparabili di alcuni componenti di base, come le proteine, grassi e carboidrati, come la loro controparte non-OGM, la coltura OGM risulta essere "sostanzialmente equivalente" alla coltura non-OGM. In base a tale paradigma, gli OGM e i non-OGM dovrebbero essere "la stessa cosa". Pertanto, nessun test di sicurezza obbligatorio è richiesto dalle agenzie di regolamentazione anche se gli OGM sono realizzati in laboratorio utilizzando le biotecnologie, con tecniche di transgenesi. Infatti il principio di "sostanziale equivalenza" afferma che essi sono considerati pari ad una qualsiasi altra coltura tradizionale prodotta dagli agricoltori. Questo assioma è l'arma che brandiscono i soliti noti, ovvero chi produce transgenico e la sua filiera anche per aprire sostanzialmente le porte alla COESISTENZA. Ovvero alla possibilità di coltivare OGM.transenico ovunque senza badare alla SICURA CONTAMINAZIONE delle colture non transgeniche (convenzionali, biologiche, biodinamiche..) circostanti, oltre alla contaminazione dell'intero ecosistema. Ecco perchè negli U.S.A. sono 172 milioni gli ettari agricoli coltivati a transgenico, e chi li vuole tali ne difende strenuamente la non etichettatura....Che abbiano paura di far sapere ai cittadini cosa stanno mangiando ? http://gmoinside.org/substantial-equivalence/
In Europa sono stati spesi (e sostanzialmente buttati) fior di milioni per capire se questa "equivalenza sostanziale" chiamata anche e in altro modo "coesistenza", sia possibile.. Ad esempio questa ricerca "PRICE | PRactical Implementation of Coexistence in Europe" (tutt'ora in corso: Dec. 2011 - Dec. 2014 http://price-coexistence.com/ ) si stima abbia un costo che si aggira attorno agli 8-9 mln di € mentre altri svariati milioni sono stati gettati per questa ricerca http://www6.inra.fr/sigmea e anche per quest’altra oramai finita nel 2009: http://www.fibl.org/en/switzerland/projectdatabase/projectitem.html?tx_projectlist_pi1[item]=241&tx_projectlist_pi1[state]=detail&cHash=7ba20f7215697fa9847d4bf41c5293f9
Poi c’è questa ricerca conclusa: http://orgprints.org/6226/ nel 2006 e di cui il sito era talmente “interessante” (leggasi: deludente) che è stato chiuso e non è più raggiungibile. Sempre per i progetti di ricerca finanziati dalla UE (soldi dei contribuenti europei) su “Cordis” (http://cordis.europa.eu/projects/rcn/75944_en.html) si trova il costo e i report finali, con una spesa di ben 13 milioni di € di denaro pubblico concludono che " CO-EXTRA determined that EU scepticism regarding co-existence remains high. GM and non-GM crops will likely need to be separated by large distances to avoid cross-contamination. As such, the legal and technical definitions of such areas remain future areas of investigation." In breve: LA COESISTENZA NON E’ POSSIBILE!
Ancora una ricerca in sei cortometraggi che fanno esprimere le opinioni delle parti interessate sulla coesistenza (“controllo biologico”). Il contenimento o controllo biologico di materiali vegetali OGM-transgenici intende limitare al massimo il cross-over di materiali che finiscono su colture non-ogm, modificando il sistema di riproduzione naturale delle piante. http://www.agriculturesnetwork.org/resources/learning/mod3-online/edu-res/r4/r4.6
- “Il principio dell’equivalenza sostanziale sostenuto dall’OMS non basta e vanno condotti test specifici su ogni organismo transgenico. E parliamo di test seri, non di quelli dell’EFSA che prevedono l’utilizzo di 40 topi per 90 giorni di sperimentazione e come se non bastasse sono condotti esclusivamente da ricercatori stipendiati dalle tre multinazionali del transgenico (nota di colore: questi test furono sviluppati da una persona che oggi dirige il marketing di Syngenta, una delle maggiori multinazionali del settore). Come dimenticare infatti l’ ”incidente” del 1989 in cui batteri geneticamente modificati per produrre l’amminoacido L-Triptofano (usato all’epoca come integratore) generarono negli Stati Uniti una serie di casi di sindrome eosinofilo-mialgica che ufficialmente causarono 37 morti e 1535 invalidi permanenti?” http://www.artoi.it/wp-content/uploads/2014/01/Lavori-su-OGM.pdf pag. 6
- “PRINCIPIO DI EQUIVALENZA” O DECISIONE POLITICA PER FAVORIRE INTERESSI PARTICOLARI?
«1) Il “principio di equivalenza sostanziale” non si basa su alcun dato scientifico, ma su una “decisione politica” della Casa Bianca, destinata a favorire, al più presto, la commercializzazione degli OGM, permettendo che i prodotti di origine biotecnologica sfuggano ai test sanitari o ambientali;
2) questo principio di equivalenza sostanziale era aspramente criticato dagli stessi scienziati della FDA i quali pensavano, al contrario, che il processo di manipolazione genetica potesse provocare dei “rischi specifici” e raccomandavano dunque che gli OGM fossero minuziosamente testati prima della loro commercializzazione, ma non sono stati ascoltati;
3) effettivamente, questo “principio ha conosciuto un’evoluzione rispetto alla sua formulazione originaria”, poiché il Codex alimentarius dell’ONU raccomanda dal... 2000 che sia considerato come un “tappa”. Ma era quattro anni dopo la commercializzazione della soia Roundup ready, che ricopre oggi milioni di ettari;
4) i ricercatori europei hanno brillato per il loro silenzio quando questo principio è stato introdotto, sotto l’influenza della FDA e di Monsanto, all’inizio degli anni Novanta, all’OMS, la FAO e l’OCSE, mentre nessun OGM era ancora coltivato (cfr. il capitolo 3 del mio libro "Mondo secondo Monsanto")». https://docs.google.com/document/d/1f-cL74u9Lm0csPIm_fl1MsQeiWqOSg3DKO6JBT3p_5s/pub#id.5l6325sikwi5
- "Principio di precauzione e principio di equivalenza
In materia di OGM vengono comunemente invocati due principi: il principio di precauzione e il principio di equivalenza. In base al principio di equivalenza, due alimenti, uno tradizionale e uno GM, sono considerati sostanzialmente equivalenti quando non presentano alcuna differenza dal punto di vista nutrizionale, organolettico e della sicurezza. Il principio di equivalenza si concentra sul prodotto piuttosto che sul processo di produzione. Il principio di precauzione porta invece a considerare due alimenti come "non equivalenti" sulla base del fatto che uno dei due sia stato ottenuto mediante l'impiego dell'ingegneria genetica.
Secondo il principio di precauzione, ove vi siano minacce di danno serio o irreversibile, l'assenza di certezze scientifiche non deve essere usata come ragione per impedire che si adottino misure di prevenzione della degradazione ambientale [principio 15 della Dichiarazione di Rio 1992]. Quando vi sono ragionevoli motivi di temere che i potenziali pericoli potrebbero avere effetti negativi sull'ambiente o sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante, ma i dati disponibili non consentono una valutazione particolareggiata del rischio, il principio di precauzione è stato politicamente accettato come strategia di gestione dei rischi in molti ambiti [Comunicazione della Commissione delle Comunità Europee, Bruxelles 2 Febbraio 2000 p.to 3]." http://prevenzione.ulss20.verona.it/ogm.html
17) DANNI ALL'ECOSISTEMA, DANNI AI MICRORGANISMI UTILI
Effetti di Roundup e del glyphosate su tre microrganismi alimentari
Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Current microbiology indica che erbicida Roundup sta avendo un impatto negativo sulla microbiodiversità del suolo, compresi i microrganismi di interesse alimentare, e in particolare quelli che si trovano in cibi crudi e fermentati. La microbiodiversità è essenziale per la salute globale del nostro pianeta. L'attività metabolica dei microrganismi partecipa letteralmente "alla radice" dei cicli di azoto, fosfato, ossigeno e carbonio, e sono quindi indispensabili per la salute di tutta la biosfera. Essi sono anche i più numerosi abitanti della rete della vita. Ci sono circa (6 x 10 alla potenza 30) cellule batteriche sul pianeta, e I microrganismi del suolo rappresentano circa il 50% della biodiversità totale in termini di numero di specie. Gli organismi del suolo comprendono funghi, e il mycellium che è tecnicamente il più grande organismo del mondo, e hanno una particolare importanza per la salute di questo pianeta. Secondo il micologo Paolo Stamets, il mycellium può in effetti essere l’Internet naturale della Terra ", un mezzo attraverso il quale le specie diverse possono comunicare tra loro; si comporta effettivamente come una rete neurale all'interno della biosfera. Questi microrganismi (soprattutto funghi a cui sono più strettamente correlate rispetto ai batteri), contengono anche informazioni sepolte in profondità all'interno del loro DNA, sull'evoluzione dell'albero della vita.
Questo nuovo studio ha scoperto che variazioni avverse nei microrganismi alimentari selezionati, tra cui la morte e l'inibizione della crescita, sono stati osservati a concentrazioni più basse di esposizione Roundup di quelli raccomandate e utilizzate in genere in agricoltura. I ricercatori hanno anche confermato i risultati precedenti ovvero che i coadiuvanti o cosiddetti ingredienti "inattivi" in formulazione nel Roundup sono, in alcuni casi, più tossici del principio attivo in sé, vale a dire, il glyphosate. Questi risultati potrebbero spiegare perché alcune specie di Lactobacillus bulgaricus, utilizzati nella produzione del latte, come ad esempio il Lactobacillus sottospecie cremoris, sia stato difficile da isolare dall'ambiente caseificio in alcune aree geografiche. E 'probabile che l'uso di pesticidi, erbicidi e la riduzione della biodiversità (varietà vegetali a pascolo) abbiano contribuito alla perdita e al danneggiamento di una specie chiave utilizzata come alimento-starter. Quando la biodiversità microbica del suolo sarà ridotta o alterata, sarà così anche quella delle piante e tutta la strada della catena alimentare fino agli animali al pascolo, e in ultima analisi, all'uomo, precariamente arroccato in cima alla catena alimentare, il cui corpo contiene 100 trilioni di batteri che vengono direttamente o indirettamente dal suolo.
http://naturalcuresnotmedicine.blogspot.it/2013/05/is-monsantos-glyphosate-destroying-soil.html
L'uso di molti prodotti antiparassitari pone il problema dei loro effetti sull'ambiente e sulla salute. Tra di loro, gli effetti del glifosato con i suoi coadiuvanti e i suoi derivati vengono regolarmente discussi. Lo scopo del presente studio è stato quello di far luce sul reale impatto sulla biodiversità e sugli ecosistemi di Roundup, un erbicida importante utilizzato in tutto il mondo, e il glyphosate che contiene, dello studio dei loro effetti sulla crescita e sulla vitalità dei modelli microbici, vale a dire, su tre microrganismi alimentari ( Geotrichum candidum , Lactococcus lactis subsp. cremoris e Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus ), ampiamente utilizzati nelle tecnologie tradizionali e industriali casearie. I presentati risultati provano che il Roundup ha un effetto inibitorio sulla crescita microbica e un effetto microbicida a concentrazioni inferiori a quelli raccomandati in agricoltura. È interessante notare che, il glyphosate a questi livelli non ha alcun effetto significativo sui tre microrganismi studiati. Il nostro lavoro è coerente con gli studi precedenti che hanno dimostrato che l'effetto tossico del glyphosate è stato amplificato dai suoi coadiuvanti di formulazione sulle diverse cellule umane e di altri modelli eucariotici.. Inoltre, questi risultati devono essere considerati nella comprensione della perdita di microbiodiversità e concentrazione microbica osservata nel latte crudo per molti anni.
Clair, E., Linn, L., Travert, C., Amiel, C., Séralini, G. E., & Panoff, J. M. (2012). Effects of Roundup® and Glyphosate on Three Food Microorganisms: Geotrichum candidum, Lactococcus lactis subsp. cremoris and Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus. Current microbiology, 64(5), 486-491 http://link.springer.com/article/10.1007/s00284-012-0098-3
18) BIODIVERSITA' FONDAMENTO DELLA VITA
" I ricercatori "Cra Qce" (http://sito.entecra.it/portale/cra_dati_istituto.php?id=223&lingua=IT) che recupera la biodiversità mondiale per risolvere la celiachia stanno, studiano il Teff, un cereale poco noto, ma ancora molto utilizzato il Etiopia. Ha il difetto agronomico di produrre semi molto piccoli, della dimensione della capocchia di spillo, ma il vantaggio nutrizionale di essere privi di glutine.
“Da alcuni saggi in vitro il Teff risultava essere un cereale alternativo sicuro per i pazienti celiaci, al pari di riso, mais, quinoa ed amaranto – ha dichiarato la ricercatrice Laura Gazza - Nella scorsa annata agraria, grazie alla collaborazione di alcuni studiosi conoscitori della realtà etiope ed eritrea, abbiamo avuto la possibilità di seminare presso i nostri campi sperimentali in località Montelibretti, una prova con tre genotipi di Teff. Grazie anche all'annata particolarmente piovosa la coltura è andata molto bene con un ciclo produttivo molto corto, circa 50 giorni.”
Il Teff, oltre a essere gluten free, è anche molto proteico. “Il nostro interesse – ha concluso Laura Gazza - è volto a studiarne le possibilità di trasformazione in prodotti adatti al mercato italiano e a caratterizzare nel prossimo autunno i 3 genotipi dal punto di vista agronomico, tecnologico e nutrizionale con il fine ultimo di valorizzare questo cereale primaverile per il suo possibile uso come prodotto adatto non solo per i pazienti afflitti da intolleranze al glutine, ma anche per la popolazione generale sempre più attenta alle caratteristiche nutrizionali e salutistiche del cibo''. Lo sfruttamento degli OGM è stato spesso accusato, al pari di tutto il sistema dell'agricoltura industriale, di ridurre la biodiversità. L'esempio del Teff ci dimostra infatti quanto INDISPENSABILE possa essere la biodiversità naturale e agraria ai fini della ricerca applicata e della salute. Ecco allora porsi con forza il problema della compatibilità tra biodiversità e OGM." Che a mio avviso si risolve SENZA OMBRA DI DUBBIO a favore della BIODIVERSITA', altrimenti cadremmo nella trappola delle corporations del transgenico che brevettando seme dopo seme si impossessano della sovranità alimentare e del controllo sul cibo, riducendo progressivamente nel contempo, la biodiversità. Se arrivano a questo hanno il controllo del mondo. “Le piante modificate geneticamente sono sempre uguali a se stesse ma modificano l'ambiente circostante, il patrimonio genetico delle coltivazioni vicine" C. Petrini.
Sul teff: http://sito.entecra.it/portale/cra_dati_istituto.php?id=223&lingua=IT
e anche: http://www.gjav.com/teff-africano/
19) Il pesticida, erbicida, diseccante Roundup della Monsanto innesca oltre 40 malattie delle piante e mette in pericolo la salute umana e animale. Referenze scientifiche
Intervista al Dottor Don Huber, 35 anni da scienziato, come patologo vegetale alla Purdue University (U.S.A.) ed è uno dei maggiori esperti al mondo di diserbanti, in particolare del Roudup.
Punti salienti dell'intervista:
- La molecola di glifosato afferra i nutrienti vitali e non li lascia andare. Questo processo è chiamato chelazione ed era in realtà la proprietà originale per cui il glifosato è stato brevettato nel 1964. Era solo 10 anni dopo che esso è stato brevettato come un erbicida. Quando applicato alle colture, li priva di minerali vitali necessarie per la funzione di pianta sana, soprattutto per resistere a gravi malattie trasmesse attraverso il terreno. L'importanza dei minerali per la protezione contro le malattia è ben consolidata. Infatti, la disponibilità di minerali era la misura più importante utilizzata da diversi famosi selezionatori per identificare le varietà resistenti alle malattie.
- Il Glifosato annienta gli organismi benefici del terreno , come i batteri Pseudomonas e Bacillus che vivono intorno alle radici. Dal momento che facilitano l'assorbimento di nutrienti vegetali e sopprimere organismi patogeni, la loro prematura morte significa che l'impianto diventa ancora più debole e gli agenti patogeni ancora più forti.
- L'erbicida può interferire con la fotosintesi, ridurre l'efficienza di uso dell'acqua, lignina inferiore, danni e accorciare i sistemi della radice, causare il rilasciare da parte delle piante di zuccheri importanti e cambiare il pH del terreno, che può influenzare negativamente la salute delle colture.
- Il Glifosato stesso è leggermente tossico per le piante. Esso inoltre si rompe lentamente nel terreno e forma un altro prodotto chimico chiamato AMPA (acido aminomethylphosphonic), che è anche tossico. Ma anche gli effetti tossici combinati di glifosato e AMPA non bastano proprio per uccidere le piante. È stato dimostrato numerose volte dal 1984 che il glifosato con terreno sterile la pianta può essere un po' stentata, ma non è ucciso.
- Gli "assassini" effettivi delle piante, secondo gli scienziati specialisti della Purdue University e anche altri esperti, sono degli organismi presenti in quasi tutti i terreni, sono loro che causano le gravi malattie delle piante. Il Glifosato favorisce lo sviluppo di questi patogeni drammaticamente letali, che invadono le colture indebolite con infezioni mortali." Questo è l'effetto dell'erbicida glifosato e la sua modalità d'azione" dice Don. ''Aumenta la suscettibilità alla malattia, sopprime i controllori delle malattie, quali gli organismi benefici, e viceversa favorisce la virulenza degli agenti patogeni presenti nel terreno. ' Infatti, egli sottolinea che 'se si applicano alcuni fungicidi alle erbacce, distrugge l'attività erbicida del glifosato!" http://action.responsibletechnology.org/o/6236/t/0/blastContent.jsp?email_blast_KEY=1150514
Elenco dei riferimenti scientifici sugli effetti sulle piante del glifosato (Roundup): http://responsibletechnology.org/gmo-dangers/dangers-to-the-environment/reference-plant-effects-of-glyphosate
20) I transgeni possono sfuggire al controllo e sono un rischio per l'ambiente
Sono circa 20 anni da quando le colture geneticamente modificate (GM) sono state introdotte sul mercato. Ci sono stati molti casi noti in diversi paesi in cui transgeni si sono incrociati con varietà di colture locali e con parenti selvatici e di una diffusione oltre le loro zone di coltivazione.
Un nuovo studio pubblicato dalla rivista, Environmental Sciences Europe, esamina le relazioni scientifiche di tali eventi. Esempi importanti sono l'erba da pascolo, colza e cotone. La relazione mette in evidenza i fattori che favoriscono la fuga del transgene; in particolare, i "parenti" selvatici che possono incrociarsi con le piante coltivate sono un fattore importante nella diffusione involontaria di transgeni. La relazione sottolinea che ci sono "incertezze significative nel predire quali transgeni scapperanno e in che modo possono interagire con l'ambiente".
Gli autori avvertono che il principio di precauzione può essere applicato solo se sono disponibili misure efficaci per garantire la rimozione di organismi geneticamente modificati dall'ambiente. Altrimenti, non sarà possibile mitigare eventuali effetti indesiderati. A causa delle implicazioni di questo e delle lacune nelle conoscenze, gli autori chiedono norme più severe da attuare immediatamente per ridurre l'incidenza della fuga del transgene nell'ambiente.
http://www.gen-ethisches-netzwerk.de/GID/222/bauer-panskus/unkontrollierte-verbreitung
Abstract
Circa 20 anni dopo l'introduzione sul mercato delle prime piante geneticamente modificate, passiamo in rassegna l’esistenza o meno della diffusione incontrollata. Riassumiamo casi documentati nella letteratura scientifica e ricaviamo conclusioni per la regolazione dell'autorizzazione di nuovi "eventi". Diversi casi documentati in Nord e Centro America, e in Giappone dimostrano che i transgeni si sono diffusi al di là di zone di coltivazione. Esempi importanti sono agrostide ( Agrostis stolonifera ), colza ( Brassica napus ) e cotone (Gossypium hirsutum). Diversi fattori possono essere identificati come rilevanti per la dispersione del transgene nell'ambiente. Le graminacee (Poaceae), in particolare, presentano un elevato potenziale di persistenza e invasività, e parenti selvatici che possono incrociare con le piante coltivate, sono un fattore importante nella diffusione involontaria di transgeni. Ci sono incertezze significative nel predire quali transgeni scappernno e in che modo possono interagire con l'ambiente. Ad esempio, il cambiamento climatico potrebbe avere un impatto importante sul potenziale invasivo di alcune specie vegetali. La diffusione incontrollata di transgeni è quindi una restante sfida per le autorità di regolamentazione. Discutiamo alcuni di questi problemi nel contesto delle normative comunitarie in quanto tali norme fanno esplicito riferimento al principio di precauzione nella valutazione delle incertezze. Abbiamo trovato che il principio di precauzione, come stabilito dalla direttiva UE 2001/18 può essere applicato solo quando sono a disposizione misure efficaci per rimuovere gli organismi geneticamente modificati dall'ambiente se dovessero rendersi necessarie. Se una rimozione dall'ambiente non fosse praticamente realizzabile, sviluppi indesiderabili non potrebbero essere mitigati.
Conclusioni
È scientificamente provato che esistono piante geneticamente modificate, che sono sfuggite al controllo spazio-temporale e si sono ricombinate in popolazioni naturali. I centri di origine delle rispettive piante sono tra le regioni di particolare interesse.
Le misure dovrebbero essere adottate immediatamente per ridurre ulteriori diffusioni incontrollate dei transgeni nell'ambiente. Nel medio termine, dovrebbero essere messi in atto regolamenti adeguati, per impedire nuovi problemi in questo contesto.
Come le attuali lacune nella conoscenza evidenziano, è indispensabile una regolamentazione più severa in materia di emissioni sperimentali, il trasporto e la coltivazione commerciale di organismi geneticamente modificati, se
(A) i transgeni possono persistere e invadere l'ambiente dopo la fuga accidentale di contenimento;
(B) ci sono grandi dubbi sul fatto che i transgeni possono essere recuperati dall'ambiente entro un ragionevole periodo di tempo, se l'urgenza richiede;
(C) è già noto che i transgeni persisteranno e / o mostrare un comportamento invasivo dopo il rilascio nell'ambiente.
http://www.biosafety-info.net/article.php?aid=1049
Bauer-Panskus, A., Breckling, B., Hamberger, S., & Then, C. (2013). Cultivation-independent establishment of genetically engineered plants in natural populations: current evidence and implications for EU regulation. Environmental Sciences Europe, 25(1), 34.
http://www.enveurope.com/content/25/1/34
21) Diserbanti al glifosato lungo le strade: dannosi e purtroppo autorizzati
Nel diserbante spruzzato lungo le nostre strade per essiccare l'erba c'è una sostanza che secondo l'ultimo rapporto sulle acque superficiali è tra le più inquinanti. Studi dimostrano che l'esposizione nel tempo provoca danni alla salute e l'allarme delle associazioni ambientaliste riporta l'attenzione sull'uso indiscriminato di questi prodotti. Con l’inizio della primavera, in diverse regioni d’Italia, è possibile notare lungo i bordi delle strade urbane ed extra-urbane fasce di vegetazione di colore giallo rossastro in totale contrasto con il resto della vegetazione verde. Questo vuol dire che le società incaricate di garantire una corretta visibilità e viabilità stradale, invece di applicare il tradizionale sfalcio dell’erba, hanno spruzzato del diserbante. l principio attivo presente nella maggior parte dei diserbanti in commercio è il gliphosate; una sostanza che, nonostante rientri nella gamma di prodotti fitosanitari autorizzati sia a livello nazionale che europeo, secondo autorevoli studi scientifici, condotti per esempio dal Mit di Cambridge, dalla Université de Caen e dalla University of Washington, può provocare a lungo termine effetti dannosi anche sugli esseri umani. «È proprio l’esposizione cronica – ci spiega l’oncologa Patrizia Gentilini - a creare maggiori rischi di tossicità per la salute, e quello che emerge è una maggiore incidenza di tumori del sangue, alterazioni al sistema endocrino, disfunzioni ormonali e danni sui meccanismi di neurotrasmissione cerebrale». Secondo il decreto legislativo 194/1995 un prodotto fitosanitario può essere autorizzato solo se “non produce effetti nocivi, in maniera diretta o indiretta, sulla salute dell’uomo o degli animali o sulle acque sotterranee”. Eppure è proprio nelle schede di sicurezza dei diserbanti a base di gliphosate che viene riportato che: “Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico”. Inoltre dal rapporto Ispra del 2013 tra le sostanze più rilevate nelle acque superficiali c’è appunto il gliphosate, inquinante che in Lombardia è stato ritrovato quasi sempre in concentrazioni superiori ai limiti Standard di Qualità Ambientale (Sqa).
22) Il Glyphosate e il suo prodotto di degradazione (AMPA) trovati spesso e ampiamente nei suoli e nelle acque USA
n
- DANNI ALL’ECOSISTEMA: INSETTI
1) La cocinella Adalia bipunctata è influenzata avversamente da tossine Bt
Lo studio investiga la questione e conferma ciò che si sapeva:
"I nuovi dati confermano i risultati precedenti e cioè che la tossina Cry1Ab (del mais Monsanto MON 810) aumenta la mortalità nelle larve di a. bipunctata. Si è anche dimostrato che i diversi protocolli di prova applicati hanno spiegato i risultati contrastanti."
I test ELISA con tossina Bt alimentati con larve e pupe hanno confermato l'ingestione della tossina. Nel 2008/2009, Schmidt e colleghi avevano pubblicato lo studio report sugli effetti letali delle microbiche tossine Bt Cry1Ab e Cry3Bb sul controllo biologico diella coccinellide:Adalia bipunctata. Sulla base di questo studio, di concerto con altre 30 pubblicazioni, la coltivazione del mais Mon810 è stata vietata in Germania nel 2009.
http://www.enveurope.com/content/24/1/10
2) Quando coltivare gli OGM fa male alle farfalle
Sono dannosi per noi che li mangiamo, ci possono essere conseguenze inaspettate dalla loro coltivazione. Come quelle evidenziate da un recente studio apparso nel numero di marzo della rivista scientifica Insects conservation and diversity che dipinge un panorama piuttosto preoccupante per le grandi pianure americane, dove la coltivazione di OGM è ormai intensiva. Un gruppo di ricercatori della Iowa State University e della University of Minnesota guidato dal biologo Lincoln Brower, ha raccolto ed elaborato i dati sulla presenza della farfalla monarca (Danaus plexippus) nei territori del Messico settentrionale.
Perché il Messico, se lo studio riguarda le farfalle che vivono nel Midwest? I ricercatori hanno individuato nelle aree montuose di confine il luogo adatto per contare le farfalle, dato che i colorati insetti migrano durante gli inverni verso quella regione; lì è stata dunque studiata la popolazione delle farfalle monarca tra il 1999 e il 2010. I dati restituiti dalla ricerca sono tutt’altro che incoraggianti: nel corso dell’ultimo decennio l’area occupata dalle farfalle che vanno a svernare si è ristretta quasi del 50%.
Se s’incrociano questi dati con quelli provenienti dal Monarch Larva Monitoring Project, promosso dalla University of Minnesota, ci si rende conto di come la situazione sia critica. Il lavoro dei volontari coinvolti nel progetto ha evidenziato come il numero di larve della suddetta farfalla sia diminuito dell’81% tra il 1999 e il 2010.
Questo crollo, secondo gli esperti sarebbe connesso a una “qualità” specificamente progettata della varietà di coltivazioni OGM in questione. Il tipo coltivato nel Midwest è di quelli pensati per resistere a molti erbicidi, in modo da poterne usare in abbondanza senza danneggiare la pianta.
L’uso massiccio di erbicidi conseguente a questo tipo di coltura va a incrinare il delicato equilibrio dell’ecosistema. Nelle grandi pianure è stata quasi distrutta la popolazione di Ascalepia, una pianta infestante nativa del Nord America, che è la fonte principale di sostentamento per le larve di farfalla. Questi studi hanno suscitato l’interesse di molte persone: numerosi comitati civici si sono organizzati per ripopolare giardini privati e parchi della preziosa Ascalepia. Con la speranza di salvare la farfalla monarca che, dal 1989, è l’animale simbolo degli Stati Uniti e del Canada. Da Oggi scienza, 17 aprile 2012: Lo studio: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1752-4598.2011.00142.x/full
L. P. Brower, O. R. Taylor, E. H. Williams, D. A. Slayback, R. R. Zubieta, M. I.Ramìrez (2012)
Decline of monarch butterflies overwintering in Mexico: is the migratory phenomenon at risk? Insect Conservation and Diversity
Volume 5, Issue 2, pp 95–100.
Lo studio: Effects on Monarch Butterfly Larvae (Lepidoptera: Danaidae) After Continuous Exposure to Cry1Ab-Expressing Corn During Anthesis ha dimostrato che il 20% in meno delle larve esposte al polline del mais Bt raggiungeva l'età adulta. Sugli effetti a breve termine del mais Bt vi era già stato uno studio pubblicato su 'Nature' e relativo al mais Bt 176 della Syngenta. I risultati preoccupanti erano stati attribuiti però all'alto livello di Bt nel polline di quel mais, mentre il MON810 e il Bt11 presentano livelli inferiori. Eppure, questo nuovo studio, il primo a lungo termine, dimostra il contrario. "L'impatto del mais Bt sulle popolazioni europee di farfalle non è stato ancora studiato, ma uno studio a breve termine mostra come una comune farfalla europea, la Vanessa Io, abbia la stessa reazione al Bt della farfalla Monarca.” L'estratto:
http://www.bioone.org/doi/abs/10.1603/0046-225X-33.4.1116?journalCode=enve
Dively, G.P., Rose, R., Sears, M.K., Hellmich, R.L. Stanley-Horn, D.E. Calvin, D.D. Russo, J.M. & Anderson, P.L.. (2004). Effects on monarch butterfly larvae (Lepidoptera: Danaidae) after continuous exposure to Cry1Ab expressing corn during anthesis. Environmental Entomology 33: 1116-1125.
Il testo completo in pdf:
http://www.biosicherheit.de/pdf/dokumente/bt-monarch-maryland.pdf
Le Farfalle monarca dipendono dalla pianta Asclepia, per sopravvivere al loro epico viaggio multi-generazionale tra USA e Messico, ma il pesante uso di OGMtransgenici che comportano altissime dosi di erbicidi come il famigerato e tossico roundup della Monsanto (glifosato) ha ucciso da queste parti la maggior parte di Asclepiade che le farfalle utilizzano. Senza questa pianta le farfalle monarca spariranno dalla circolazione. Gli OGMtransgenici e i di loro "allegati" diserbanti, sono letali per l'ecosistema. ESIGIAMO UNA MORATORIA PERENNE ! e UNA MESSA AL BANDO DEGLI OGM ! Coltiva Milkweed (Asclepia), la pianta necessaria per far vivere le farfalle Monarca !
3) Le api boicottano le piante Ogm… le piante transgeniche comportano rischi per le api?
Se lo saranno detto con le sequenze di simboli nascosti nelle danze a mezz’aria? Oppure con le emanazioni dei recettori odorosi, che - rivelano studiosi americani come James Nieh - sono state elaborate con milioni di anni di sforzi e oggi ricordano in tutto e per tutto i codici cifrati degli agenti segreti? Di certo l’evoluzione non le aveva preparate all’imprevisto fabbricato dai loro partner da almeno 8 mila anni, gli esseri umani: le api si stanno scambiando informazioni via via più preoccupate e da un po’ di tempo si consigliano reciprocamente di stare alla larga dai campi geneticamente modificati che ricoprono superfici in rapida espansione, dalle praterie della «corn belt» statunitense alle pampas argentine, fino alle pianure infinite di India, Cina e Australia. Gli studiosi se ne sono accorti quando hanno deciso di osservare che cosa succede attorno a una pianta che non esiste in natura, ma è una fortunata manipolazione che genera fiumi di dollari. Si chiama canola (acronimo che sta per «Canada» e «olio»), deriva dalla rapa e produce un olio per innumerevoli usi, anche alimentari, dato che è considerato povero di grassi cattivi. E’ proprio nelle zone dove cresce con impeccabile logica industriale - denuncia una ricerca della Simon Fraser University nel British Columbia del Canada - che si sta registrando un crollo dell’impollinazione. Secondo le analisi, appena rese note dall’Ecological Society of America, la densità delle api diminuisce progressivamente a seconda che il campo che sorvolano sia, nell’ordine, organico, trattato pesantemente con erbicidi e Ogm.
Il fenomeno può essere interpretato come una fuga o una difesa. O come una forma strisciante di sterminio. E’ infatti una nuova prova che si aggiunge agli studi con cui si accusano le piante «trans» di minacciare le api e spingerle all’estinzione dal pianeta che le ospita da 300 milioni di anni, quando si separarono dalle zanzare e dal moscerino della frutta. Proprio in Nord America - e soprattutto negli Usa - questi insetti-chiave per la riproduzione della maggior parte della flora terrestre stanno scomparendo a tassi abnormi. La colpa - confermano le analisi dell’Università di Jena, in Germania - è (anche) della canola e di alcuni ceppi di batteri resistenti agli antibiotici.
Tutto nasce da un gene «marcatore» utilizzato nella controversa pianta canadese: questo riesce a trasferirsi nei batteri, che da tempo immemorabile colonizzano il sistema digerente delle api, e i microrganismi si alterano. Da ospiti si trasformano in killer, facendo strage dell’insetto più affascinante e oggi più studiato (da poche settimane, infatti, il consorzio internazionale «Honeybee Genome Sequence Consortium» ha sequenziato il suo genoma).
Le povere api muoiono perché si ammalano e anche il miele risulta contaminato. Ha tracce Ogm e - denunciano l’associazione britannica «Bee Farmers Association» e «Friends of Earth» - c’è il rischio che i «resti» arrivino fino agli animali e naturalmente all’uomo. Se l’uomo massacra le api, questa potrebbe essere la subdola vendetta di creature che con noi hanno almeno due straordinarie forme di parentela: la stessa origine africana e un orologio biologico quasi uguale al nostro.
IL DNA
Sequenziati diecimila geni
Esistono quattro specie di api: l’Apis Cerana, l’Apis Florea, l’Apis dorsata e l’Apis Mellifera. Quest’ultima, la più comune, proviene dall’Asia (mentre la sua antenata è africana) ed è stata introdotta in America da inglesi e spagnoli. Dopo anni di tentativi è stato finalmente sequenziato il genoma di questo straordinario insetto: grazie al lavoro di 170 laboratori in tutto il mondo sono stati indentificati 10.157 geni e grazie a questa gigantesca impresa si spera di trovare nuove strategie per salvare l’ape dal rischio dell’estinzione.
Tratto da: www.lastampa.it articolo di GABRIELE BECCARIA
''L'allontanamento delle api dai campi coltivati con organismi geneticamente modificati (Ogm) e la conseguente riduzione dell'attivita' di impollinazione e' un allarme scientifico per l'agricoltura e l'ambiente'' afferma Coldiretti, l'organizzazione agricola da sempre contraria agli organismi geneticamente modificati che ribadisce ''il valore alla scelta di tolleranza zero fatta nei confronti del biotech dall'agricoltura italiana'' e l'importanza del ''principio di precauzione'' che il Governo e le Regioni italiane difendono in sede europea. Le api, oltre ad essere insetti utili all'agricoltura per l'attivita' di impollinazione che svolgono a vantaggio delle colture sono da sempre considerati un importante sensore per valutare la qualita' degli agrosistemi. La loro ''diffidenza'' nei confronti degli Ogm - sottolinea Coldiretti - e' un segnale della natura che non deve essere sottovalutato. La capacita' delle api di distinguere tra loro le piante geneticamente modificate da quelle normali e' la dimostrazione che le due colture non sono equivalenti. Dalla ricerca canadese - conclude Coldiretti - vengono confermate le preoccupazioni sugli effetti della coesistenza tra colture convenzionali e quelle biotech e dimostrato che serve piu' ricerca e sperimentazione per verificare gli effetti sull'agroecosistema. (ANSA) RED 03/01/2007
“Il settore apistico è direttamente interessato dalla questione degli OGM. Le api non fanno distinzione tra piante geneticamente modificate e piante tradizionali: il loro polline e nettare sono altrettanto appetibili. Da qui sorge spontanea la prima domanda: le piante transgeniche e le sostanze in esse presenti sono dannose per le api?
A questo proposito spunti interessanti emergono dai risultati di una ricerca nata dalla nostra collaborazione con Agroscope FAL Reckenholz. Secondo lo studio seguente è ancora impossibile sapere con certezza se le piante OGM comportino globalmente rischi per le api, poichè sono ancora troppo poche le ricerche svolte con i prodotti transgenici. Inoltre gli studi finora effettuati sia per il metodo utilizzato, poco esaustivo, sia per l’alta mortalità registrata nei gruppi di controllo, pongono l’interrogativo della rilevanza dei risultati conseguiti. Tuttavia “nell’ambito di studi di laboratorio con determinati inibitori delle proteasi puri è stato riscontrato in questo studio un effetto tossico sulle api.” http://www.agroscope.admin.ch/imkerei/00302/00305/index.html?lang=it&download=NHzLpZeg7t,lnp6I0NTU042l2Z6ln1ah2oZn4Z2qZpnO2Yuq2Z6gpJCDeX93gGym162epYbg2c_JjKbNoKSn6A--
S. Keil, J. Romeis, P. Fluri, F. Bigler (2002) Ultima modifica: 27.07.2006 http://www.agroscope.admin.ch/imkerei/00302/00305/index.html?lang=it
4) Resistenze in lepidotteri bersaglio e riduzione lepidotteri sensibili, non-bersaglio
Nota del Ministro italiano della Salute Balduzzi, alla Commissione Europea dove si sottolinea che l’EFSA mette in evidenza:
- la comparsa di resistenze alla tossina Cry1ab in popolazioni di lepidotteri bersaglio, cosa che induce l’adozione di tecniche di controllo dei parassiti (ad esempio: insetticidi) con un impatto ambientale più elevato;
- la riduzione delle popolazioni di alcune specie di lepidotteri sensibili non-bersaglio (non-target) quando sono esposte al polline di mais Bt11 o MON 810 Bt11 depositato sulle loro piante ospiti; http://bch.cbd.int/database/attachment/?id=14105
5) Aumentano i parassiti secondari o non-target
Chi si oppone all’uso degli organismi geneticamente modificati in agricoltura lo fa, quasi sempre, a partire dalle preoccupazioni sui loro possibili effetti sulla salute e l’ambiente. Ma se ora a questi argomenti si aggiungesse anche il dubbio che in realtà le coltivazioni Ogm siano più costose di quelle tradizionali, la vita diventerebbe davvero dura per i loro sostenitori. Per questo ha fatto rumore la notizia di una ricerca curata dalla statunitense Cornell University sulle coltivazioni di cotone Gm in Cina; da cui risulta che dopo sette anni di applicazione di queste sementi, gli agricoltori cinesi vedono sostanzialmente erosi i profitti che all’inizio avevano ricavato dal ridotto uso di pesticidi. La Cina è stato il primo paese a usare estensivamente il cotone Bt, cioè modificato geneticamente per contenere la tossina prodotta dal Bacillus thuringiensis, che uccide il principale parassita della pianta, la larva nota come “bollworm”. Secondo quanto riportato da Per Pinstrup-Andersen della Cornell al meeting annuale della American Agricultural Economics Association a Long Beach, in California, per i primi tre anni i 481 agricoltori coinvolti nella ricerca avevano ridotto l’uso di pesticidi del 70 per cento rispetto alla coltivazione tradizionale, e avevano aumentato i profitti del 36 per cento. Tuttavia, nei quattro anni successivi si sono trovati a dover utilizzare la stessa quantità di pesticidi dei coltivatori tradizionali, fino a guadagnare l’8 per cento in meno di loro visto che le sementi Bt costano il triplo di quelle tradizionali.
Il motivo? La scomparsa del bollworm aveva favorito la moltiplicazione di altre specie di parassiti, contro cui nulla può la tossina prodotta dallo stesso cotone. Per controllare questi parassiti secondari sono ora necessarie fino a 20 applicazioni di pesticidi nel corso di una stagione. Il cotone Bt è stato ampiamente utilizzato nei quattro paesi che sono i maggiori produttori mondiali di cotone (Cina, Stati Uniti, India e Argentina) proprio per le garanzie economiche che sembrava fornire. Oggi rappresenta il 35 per cento delle coltivazioni di cotone nel mondo, ed è ampiamente utilizzato anche in Messico e Sud Africa. In Cina sono ben 5 milioni le aziende agricole che lo utilizzano.
La ricerca e l’estratto: http://ageconsearch.umn.edu/handle/21230
Wang, S., Just, D.R., & Pinstrup-Andersen, P. (2006, July 22-26). Tarnishing silver bullets: Bt technology adoption, bounded rationality and the outbreak of secondary pest infestation in China. Paper presented at the American Agricultural Economics Association Annual Meeting, Long Beach, CA. Pp 35 il testo completo in pdf http://www.grain.org/.../research_files/SWang_tarnished.pdf
6) RESISTENZE. L’Helicoverpa armigera, uno dei peggiori parassiti del cotone in Cina sviluppa resistenza alla tossina Bt
Modificando le piante rischiamo di produrre parassiti ancora più forti.
7) Parassiti. Rapida evoluzione delle specie target
La diffusione di colture modificate geneticamente (Ogm) per resistere ai piu' aggressivi parassiti naturali hanno portato quest'ultimi a evolvere, come gia' previsto, nuove 'armi' di aggressione. A distanza di 15 anni dai primi impieghi massivi degli Ogm, sulla rivista Nature Biotechnology un gruppo di ricerca dell'universita' dell'Arizona fa il punto della situazione nella eterna 'lotta' tra agricoltori e parassiti, identificando i fattori chiave nel 'miglioramento' naturale dei secondi.
A partire dal 1996 sono stati piantati in tutto il mondo circa 400 milioni di ettari di cotone e mais Ogm in grado di produrre una proteina insetticida 'presa in prestito' dal batterio Bacillus thuringiensis, e per questo chiamate piante 'Bt'.
Se da un lato la diffusione delle piante Bt ha dato il via a dibattiti di natura etica, dall'altro ha permesso di eliminare l'utilizzo di grandissime quantita' di sostanze disinfestanti. Uno dei grandi interessi scientifici legati alla diffusione di queste colture era pero' comprendere quali sarebbero stati i tempi necessari ai parassiti ad evolvere resistenze, ossia ad annullare il progresso fatto per difendere le colture, e tornare ad aggredire le piante Ogm.
Analizzando i dati provenienti da piantagioni di tutto il mondo, lo studio ha evidenziato che l'evoluzione dei parassiti alla resistenza delle piante Bt e' avvenuta, nel peggiore dei casi, in appena 2 o 3 anni e in altri casi in circa 15.
I dati rientrano perfettamente con le previsione della teoria dell'evoluzione, cosi' come anche le differenze temporali registrate nelle varie aree. Queste differenze sarebbero infatti dovute sia alla variabilita' (maggiore in alcune aree e che quindi ha permesso un piu' veloce 'rimescolamento' genetico dei parassiti), sia alla presenza di aree rifugio (ossia la presenza nelle vicinanza anche di colture senza la tossina Bt e che quindi hanno avuto una funzione di area di 'sfogo' e rifugio dei parassiti). Entrambi questi elementi avrebbero permesso ai parassiti di essere soggetti ad una rapida e 'proficua' selezione naturale contro la piante Bt.
http://uanews.org/story/biotech-crops-vs-pests-successes-failures-from-the-first-billion-acres
La ricerca: http://www.nature.com/nbt/journal/v31/n6/full/nbt.2597.html
Tabashnik E.Bruce, Brévault Thierry, Carrière Yves,(2013), Insect resistance to Bt crops: lessons from the first billion acres. Nature Biotechnology, 2013; 31 (6): 510 DOI: 10.1038/nbt.2597
8) RESISTENZE SPECIE TARGET Pectinophora gossypiella sta acquisendo la capacità di resistere al suo cotone Ogm o è una trovata della Monsanto?
La famigerata multinazionale Monsanto - produttrice mondiale di sementi transgeniche - rende noto che la larva della farfalla Pectinophora gossypiella sta acquisendo la capacità di resistere al suo cotone Ogm, modificato attraverso l'inserimento del gene Cry1 Ac tratto dal batterio Bacillus thuringiensis (Bt), che codifica una proteina tossica per gli insetti. Queste larve bianche con striature rosa sono conosciute da tutti i coltivatori di cotone del mondo e temute nelle piantagioni di cotone Ogm nelle quali non dovrebbero esistere. Adesso, invece, cominciano a mostrare una capacità di sopravvivenza.
Lo“strano” evento si è verificato nei campi del Gujarat, in India. Strano perché, come sostiene la stessa Monsanto, si tratta di un caso unico fin'ora. Non è strano, invece, l'impatto che la notizia ha avuto a livello locale. In India vi sono piantagioni di 10 milioni di ettari, di cui l'83% è coltivato con cotone Ogm. Il paese è il secondo produttore al mondo di cotone. Se la resistenza alla tossina Bt venisse confermata, bisognerebbe rimettere in discussione la stessa tecnologia e più in generale l'utilizzo di tutte le piante Ogm. La questione sembra, comunque, non essere molto chiara, e a non veder chiaro sono alcuni scienziati che si sono dimostrati scettici alla notizia, come riporta Science. Questi scienziati sostengono che in laboratorio le larve e i bruchi di Pectinophora gossypiella non hanno mai sviluppato una resistenza alle concentrazioni normali della tossina Bt, e che i rilievi Monsanto scientificamente non sono ben fondati. Riscontrare una sopravvivenza non equivale a dire che si è sviluppato un ceppo di Pectinophora gossypiella geneticamente attrezzato per resistere alla tossina Bt. Qual è allora la motivazione che ha spinto la Monsanto a rendere noto al mondo questa “anomalia”? Potrebbe trattarsi di un'azione premeditata da parte della multinazionale, che è solita speculare sulla divulgazione di “grandi notizie”, i cui effetti hanno uno scopo propagandistico buono a far salire le quotazioni in borsa. Come ci spiega il Prof. Buiatti dell'Università di Firenze, questo tipo di atteggiamento è tipico della multinazionale - soprattutto quando annuncia che in un dato Paese si sta importando un nuovo ogm - a cui non interessa particolarmente il ricavo dovuto alle coltivazioni di OGM, quanto quello dovuto alle speculazioni finanziare.
Secondo Science la Monsanto sarebbe interessata a convincere gli agricoltori a passare dal Bollgard I al più remunerativo Bollgard II. La multinazionale, infatti, produce due tipi di cotone Bt: il Bollgard di prima generazione, che produce una sola tossina Bt, e il Bollgard di seconda generazione (o Bollgard II), che di tossine ne produce due. L'insetto avrebbe sviluppato resistenza rispetto al Bollgard I, mentre l'altro tipo di cotone funziona perfettamente. La mossa quindi avrebbe un fine ben preciso. Nel Gujarat il 65% del cotone Ogm usa la tecnologia Bollgard II, ma Monsanto vorrebbe giungere al 90% già quest'anno e magari estendere la diffusione del nuovo prodotto in tutto il mondo. Quali che siano le ragioni della Monsanto, la diffusione degli studi sullo sviluppo di una resistenza al cotone Bt resta comunque per la multinazionale un vero è proprio autogol. Se infatti i difetti del cotone Monsanto fossero confermati non è solo quello specifico cotone che viene messo in discussione ma tutta la tecnologia che lo produce, pure quella di seconda generazione.
http://www.terranauta.it/a1958/pianeta_gaia/cotone_ogm_cosa_nasconde_la_monsanto.html La ricerca: Mirid Bug Outbreaks in Multiple Crops Correlated with Wide-Scale Adoption of Bt Cotton in China http://www.sciencemag.org/content/328/5982/1151
Y. Lu, K. Wu, Y. Jiang, B. Xia, P. Li, H. Feng, K. A. G. Wyckhuys, Y. Guo, (2010)
Mirid Bug Outbreaks in Multiple Crops Correlated with Wide-Scale Adoption of Bt Cotton in China, Science 28 May 2010: Vol. 328 no. 5982 pp. 1151-1154 DOI: 10.1126/science.1187881 Il testo completo in pdf: http://www.sciencemag.org/content/328/5982/1151.full.pdf?keytype=ref&siteid=sci&ijkey=iB5FxEN2XaG7g
9) IL RISCHIO DEGLI INSETTI GENETICAMENTE MODIFICATI
La Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica (FIRAB), insieme ad altre organizzazioni ambientaliste e della società civile dei cinque continenti, tra cui ETC Group, Food and Water Europe, Friends of the Earth Spain, Friends of the Earth US, Gene Ethics (Australia), GeneWatch UK, MADGE Australia Inc., RALLT (La Red Por una América Latina Libre de Transgénicos), Third World Network lancia l’allarme sul rischio che numerosi esemplari transgenici di mosca dell’olivo vengano immessi nell’ambiente in oliveti spagnoli. Un simile rischio di rilascio in ambiente si corre in Brasile con analogo scopo di contrastare attraverso organismi geneticamente modificati il proliferare di loro omologhi parassiti. Si tratta di un serio rischio per l’ambiente e di una tecnologia non testata e validata, rischio aggravato dal fatto che i ceppi di insetti ingegnerizzati sono esotici e non attinenti agli ambienti in cui verranno lanciati.
I FATTI: L’azienda britannica Oxitec ha reso nota l’intenzione di rilasciare in ambiente versioni transgeniche di mosche dell’olivo in Spagna e di moscerini della frutta in Brasile nei prossimi mesi. Entrambe le richieste di autorizzazione, presentate nel gennaio 2013, riguardano rilasci sperimentali in ambiente degli insetti geneticamente modificati e sono attualmente in fase di valutazione. Oxitec utilizza unapproccio di “uccisione femminile”, in cui la prole femminile degli insetti GM è destinata a morire allo stadio di larva. L’obiettivo verrebbe perseguito attraverso rilasci massali di milioni di insetti maschi geneticamente modificati il cui accoppiamento con le femmine presenti allo stato naturale porterebbe al declino della popolazione dei parassiti.
GLI IMPATTI TEMUTI: Una delle principali inquietudini di carattere ambientale è relativa al fatto che il ceppo di mosca dell’olivo utilizzato da Oxitec non è nativo della Spagna, ma è stato ingegnerizzato a partire da un ceppo greco incrociato con ceppi israeliani; situazione analoga in Brasile dove sembra che siano utilizzati ceppi di moscerini della frutta di origine guatemalteca. Sotto un profilo ecologico e agronomico si nutre il timore di introdurre individui portanti diversi livelli di resistenza ai pesticidi, come evidenziato da studi sulle mosche dell’olivo in Grecia. Il rilascio in ambiente di ceppi di parassiti entomologici non-nativi è di norma vietato nel quadro delle disposizioni europee sul controllo dei fitofagi in quanto alcune caratteristiche indesiderate potenzialmente presenti nel ceppo di nuova introduzione, come la resistenza ai pesticidi, possono diffondersi nella popolazione selvatica. Valga ad esempio quanto avvenuto nel Regno Unito, dove è stata bloccata in considerazione della “possibile presenza di geni di resistenza agli insetticidi non presenti negli insetti locali”, la richiesta di autorizzazione di immissione in ambiente avanzata da Oxitec per varianti transgeniche di tignola delle crucifere (Plutella xylostella), proprio perché l’azienda prevedeva di ricorrere a un ceppo esogeno. Altre preoccupazioni sono relative al gran numero di larve GM morte e vive rinvenibili nel frutto avviato al consumo e all’impatto di insetti geneticamente modificati sugli ecosistemi. "L’uso di ceppi non-nativi è avventato perché i parassiti GM di Oxitec non sono sterili e i maschi GM possono sopravvivere e riprodursi con mosche di origine locale per molte generazioni", ha detto Helen Wallace, direttore di GeneWatch UK. È molto rischioso introdurre tali ceppi non-nativi di parassiti permettendo la diffusione di caratteristiche nocive come la resistenza ai pesticidi non sradicabili una volta che si diffondono attraverso la popolazione naturalmente presente". “È scioccante apprendere che il rilascio di ceppi non-nativi GM da parte di Oxitec sia stato bloccato in Inghilterra, ma possa essere ammesso negli stessi termini in Spagna “, ha detto Blanca Ruibal di Amici della Terra in Spagna. “La tecnica degli insetti sterili, simile a quella ipotizzata con le varianti GM, si è dimostrata inefficace con popolazioni abbondanti di parassiti, come potrebbe succedere in alcune annate con la mosca olearia. D’altro canto, nei paesi mediterranei il lancio precoce di milioni di esemplari sterili può rivelarsi economicamente sconveniente con stagioni caratterizzate da una presenza dei parassiti al di sotto della soglia di danno economico”, aggiunge Luca Colombo, segretario generale di FIRAB. Fonte: Green Planet ottobre 2013 http://www.greenplanet.net/il-rischio-degli-insetti-geneticamente-modificati
In uno studio pubblicato su PLoS Neglected Tropical Diseases, i ricercatori lamentano che che le aziende come Oxitec non lasciano circolare sufficientemente le informazioni sulla sicurezza e gli impatti dei loro prodotti. http://blogs.nature.com/news/2012/01/what-should-the-public-know-about-gm-insect-trials.html Inoltre a pesare su Oxitec proprio gli esperimenti in Malesia sulla zanzara Aedes Aegypti: secondo Nature, 3.3 milioni di esemplari sarebbero stati rilasciati in un’area disabitata senza preventivamente avvertire nè le autorità preposte, sebbene l’azienda fosse già in possesso di tutte le autorizzazioni per farlo, nè informare adeguatamente le popolazioni interessate. http://www.nature.com/nature/journal/v470/n7333/full/470139a.html
“Poi si comincia già a invocare l’introduzione di insetti geneticamente modificati per combattere la malaria e per combattere i parassiti delle coltivazioni agricole. L’allarme ormai è planetario. Helen Wallace, direttrice dell’inglese GeneWatch, ha affermato: “La gente rimarrà sconvolta nel sapere che gli insetti geneticamente modificati possono essere immessi nell’ambiente senza nessun adeguato controllo”. Ci sono tanti, troppi conflitti di interessi in capo a chi prende le decisioni e agli organi regolatori. A spiegarlo molto bene è il rapporto pubblicato dall’organizzazione no-profit TestBiotech (che potete leggere in versione integrale nell’allegato in Pdf più sotto). Il rapporto spiega come la Oxitec si sia infiltrata nei processi di decision-making nel mondo. La società ha stretto rapporti con la multinazionale dei pesticidi e degli ogm Sygenta e ha già provveduto, appunto, al rilascio nell’ambiente di milioni di esemplari di insetti ogm. L’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, è indicata come uno dei numerosi esempi di come l’industria organizza e applica la sua influenza. Nel gruppo EFSA che valuta gli insetti geneticamente modificati ci sono molti casi di conflitti di interesse, inclusi esperti legati alla Oxitec che solo parzialmente hanno dichiarato i loro rapporti. Il documento EFSA che valuta i rischi di questi insetti per l’ambiente ha carenze evidenti: per esempio non considera l’impatto degli insetti GM sulla catena alimentare. La Oxitec, come spiega Barbara Peterson di Farm Wars, li ha programmati affinchè muoiano, in gran parte, allo stadio larvale, quindi le larve entreranno nella catena alimentare dopo essersi depositate sui frutti, basti pensare alle olive, ai cavoli, ai pomodori, e potranno essere trasportate, ancora vive, su questi frutti per diffondersi poi in altre aziende agricole e coltivazioni. Non c’è traccia di queste valutazioni nel rapporto dell’Efsa. Ci sono poi problemi dati dal fatto che tali insetti sono stati rilasciati nell’ambiente senza alcuna informazione fornita alle popolazioni. Peraltro la Oxitec ha saputo influenzare le autorizzazioni e le norme nel mondo. Innanzi tutto ha definito il rilascio di insetti GM nell’ambiente come un “contenimento biologico” in modo da bypassare le richieste di valutazione del rischio; poi ha evitato completamente di spiegare come questi insetti possano contenuti e limitati in una determinata area o su un determinato prodotto, perché è chiaro che ciò non è possibile; laddove ha fornito una valutazione del rischio, ha evitato di includere gli impatti sulla sopravvivenza degli insetti nell’ambiente e sulla salute e gli impatti della modifica delle popolazioni di insetti sull’immunità umana e sulle malattie; sta poi tentanto di evitare ogni responsabilità per danni se le cose dovessero mettersi male e sta anche tentando di operare un rilascio nell’ambiente su larga scala prima che ci sia una regolamentazione generale del settore in modo che comunque anche se arrivasse, arriverebbe a giochi fatti.” http://www.aamterranuova.it/Ambiente-e-decrescita-felice/L-invasione-degli-insetti-transgenici#.UlxTgrqgYTM.facebook
10) Declino della farfalla monarca legato alla diffusione delle colture geneticamente modificate transgeniche SPECIE NON TARGET
Un nuovo studio ha scoperto e di fatto confermato ciò che già si sapeva ovvero che la causa principale del declino della farfalla monarca è la perdita della pianta Euforbia - il suo cibo - nelle sue zone di riproduzione degli Stati Uniti. Il tutto conferma che la diffusione delle colture geneticamente modificate transgeniche, indirettamente, uccidono la farfalla monarca. Lo scorso inverno, il numero di farfalle monarca in svernamento in Messico è sceso al livello più basso dal 1993 come il WWF e Mexico's Environment Department hanno riferito nel mese di gennaio. Tale relazione accusa la perdita di Euforbia a causa delle colture geneticamente modificate e l'espansione urbana negli Stati Uniti e il disboscamento illegale in terra messicana luogo di svernamento delle farfalle. Ora, un'analisi combinata di tutti i dati conosciuti sulle popolazioni monarca e sui fattori che li influenzano, mostra che la più grande minaccia per la monarca è negli Stati Uniti, non in Messico. Le foglie della euforbia sono l'unico luogo dove le monarche depongono le uova e l'unico alimento che i bruchi della farfalla mangiano.
20% di calo di Euforbia. Il nuovo studio condotto da Tyler Flockhart, ha mostrato che il numero di piante di euforbia nella cintura di mais degli Stati Uniti, dove la maggior parte delle farfalle monarca vive, è sceso del 20 per cento nel corso degli ultimi decenni.
"E 'un numero enorme - circa 1,5 miliardi di piante di euforbia," ha affermato T. Flockhart. Lo studio, pubblicato sul Journal of Animal Ecology, mostra che questo declino dell’euforbia è la causa principale del recente declino della popolazione della monarca, e non la deforestazione in Messico. Se questa perdita di euforbia continua, lo studio prevede che le popolazioni della monarca cadranno almeno per un altro 14%, e c'è il 5% di probabilità che saranno spinti quasi all'estinzione nel corso del prossimo secolo. Ryan Norris co-autore dello studio, professore di biologia presso l'Università di Guelph, ha detto che "probabilmente la principale causa di perdita di euforbia è l'adozione di colture geneticamente modificate." Gli agricoltori sono sempre più portati a seminare mais e soia resistenti agli erbicidi, e quindi l'applicazione di tali erbicidi liberamente sui loro campi uccide le piante tra le file delle colture che non sono resistenti, come l’euforbia. Questo è stato un grosso problema per le farfalle. Anche ora, il 67 per cento delle piante euforbia nei luoghi di riproduzione delle farfalle si trovano in "paesaggi di agricoltura intensiva", ha riferito lo studio. Norris ha detto esserci state anche alcune altre cause di perdita di euforbia,. La pianta è tossica per gli esseri umani e per gli animali al pascolo, è considerata una pianta infestante nociva in molte giurisdizioni e viene rimossa in quanto tale. Alcune aree aperte dove l'euforbia cresceva in precedenza sono state rimboschite negli ultimi decenni, spazzandola via. T. Flockhart ha aggiunto anche che l'urbanizzazione ha svolto un ruolo. T.Flockhart ha detto che lo studio dimostra che una grande quantità di euforbia dovrebbe essere ripiantata in modo che le popolazioni di monarca possano recuperare in numero. Egli suggerisce di approfittare dei bordi stradali per questo scopo, e falciature "strategiche" per massimizzare il loro uso da parte delle farfalle, che preferiscono le piante più giovani. L’autore desidera anche che la pianta venga cancellata dalla lista delle piante infestanti nocive, nelle aree in cui la farfalla monarca cresce. In Ontario, l'euforbia è stata cancellata dal 9 maggio da questo elenco. Lo studio rappresenta diversi anni di lavoro nel corso degli studi di dottorato di Flockhart. Egli ha progettato lo studio e ha riunito tutti i dati che poteva trovare sulle farfalle monarca, comprese le informazioni sui loro raggio e tasso di sopravvivenza in vari punti del loro ciclo di vita. I ricercatori hanno anche rintracciato le farfalle monarca utilizzando marcatori chimici per saperne di più sui loro movimenti.
http://www.cbc.ca/news/technology/monarch-butterfly-decline-linked-to-spread-of-gm-crops-1.2665131
Tyler Flockhart, D. T., Pichancourt, J. B., Ryan Norris, D., & Martin, T. G. (2014). Unraveling the annual cycle in a migratory animal: Breeding‐season habitat loss drives population declines of monarch butterflies. Journal of Animal Ecology. 25 JUN 2014. DOI: 10.1111/1365-2656.12253
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/1365-2656.12253/abstract
11) Insetti ogm: è allarme
L’appuntamento è stato il meeting mondiale promosso dalle Nazioni Unite per discutere e fare il punto sul protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, il 29 settembre 2014 in Sud Corea. L’associazione Testbiotech lancia un appello: «Sia questa l’occasione per mettere fine alla diffusione incontrollata degli ogm, compresi gli insetti di cui si sta pianificando l’introduzione massiccia nell’ambiente». «Gli stati membri dell’Unione Europea che hanno partecipato al meeting del 29 settembre in Sud Corea devono prendersi la responsabilità di chiedere il veto definitive alla diffusione incontrollata degli ogm, fermando immediatamente l’introduzione nell’ambiente degli insetti geneticamente modificati». E’ l’appello lanciato dall’associazione tedesca Testbiotech, attivissima sul fronte della lotta agli organismi geneticamente modificati. All’appello hanno aderito già 35 organizzazioni. La conferenza internazionale ha fatto il punto sul protocollo di Cartagena sulla biosicurezza ed è facoltà di chi ha sottoscritto il protocollo di fermare le importazioni di ogm in Europa. «L’accordo sottoscritto a Cartagena è, insieme alla Convenzione sulla Biodiversità, uno strumento che dovrebbe servire a proteggere la diversità biologica e la salute umana – spiega l’associazione Testbiotech - ma ovviamente non è possibile alcun passo avanti senza la precisa volontà di adottare misure serie contro chi invece promuove la diffusione degli ogm. Negli ultimi anni ci sono stati numerosissimi casi confermati di diffusione incontrollata con conseguente contaminazione di ampie aree in diverse nazioni. Per esempio, mais e cotone in Messico, l’agrostide negli Usa e l’olio di colza in Europa, Giappone, Australia e Nord America. Inoltre, e su questo l’allarme è massimo, le multinazionali del settore stanno progettando di rilasciare nell’ambiente anche mosche geneticamente modificate che muovendosi facilmente renderebbero ancora più incontrollabile la diffusione di organismi di cui si sa veramente molto poco e di cui non è stata affatto stabilita la sicurezza. L’Unione Europea ha già sottolineato la preoccupazione e i problemi rilevanti che la diffusione di tali insetti ogm potrebbe provocare nell’ambiente e agli esseri umani ma non ha ancora proposto iniziative specifiche per prevenire e fermare l’emergenza. Chiediamo dunque agli stati membri della UE di adottare misure significative per ottenere una regolamentazione internazionale bloccando nel frattempo ogni ulteriore introduzione di ogm. Siamo molto preoccupati riguardo al trattato TTIP tra UE e Usa, lascia spazio a molti dubbi, a molti rischi, inaccettabili». http://www.ilcambiamento.it/inquinamenti/insetti_ogm_allarme.html
12) API: la multinazionale dei semi transegenici e dei pesticidi Monsanto, sta pensando di modificare geneticamente le API, per renderle più resistenti (...ai suoi pesticidi?)
Dopo l’inquietante rapporto di Greenpeace sui pesticidi (http://www.greenstyle.it/pesticidi-il-rapporto-di-greenpeace-sui-killer-delle-api-33859.html) e i danni che producono alle api (http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2014/Api_il_bottino_avvelenato.pdf), la multinazionale dei semi transegenici e dei pesticidi: Monsanto, sta pensando di modificare geneticamente le api stesse, per renderle più resistenti (...ai pesticidi?) La Monsanto, multinazionale statunitense di biotecnologie agrarie, ha deciso di ricorrere alle misure drastiche al fine di risolvere un problema che sta lentamente uccidendo un imprecisato numero di api, principalmente a causa dei pesticidi utilizzati dagli agricoltori nei loro campi. Com’è emerso in un inquietante rapporto di Greenpeace, infatti, due terzi del polline europeo sarebbe contaminato da sostanze estremamente nocive, dannose non solo per le api, ma anche per l’uomo.
La Monsanto sta quindi provando a sviluppare delle api geneticamente modificate, resistenti non solo ai pesticidi, ma anche alle intemperie ambientali che stanno lentamente distruggendo una razza d’insetti talmente importante per l’uomo da esser capace di assicurarci ben un terzo della nostra alimentazione. Negli ultimi quindici anni il tasso di mortalità delle api è arrivato addirittura al 30%, quando la percentuale standard dovrebbe assestarsi sul 10%. Dopo aver acquisito nel 2011 un’azienda specializzata nella salute delle api come Beeologics, la Monsanto, solitamente specializzata nella produzione di sementi geneticamente modificate, ha quindi deciso di investire al fine di preservare la vita delle api attraverso la biotecnologia. La società, effettuando la replicazione dell’acido ribonucleico, potrà sintetizzare proteine fondamentali per proteggere le api da virus ed agenti chimici. La comunità scientifica e in particolare Greenpeace non sembrano però particolarmente entusiasti di tale iniziativa. Il veterinario Christoph Then ha infatti sottolineato la pericolosità di tale pratica: “L’acido ribonucleico utilizzato è instabile e può passare da un organismo all’altro. Dunque a questo stadio la tecnologia non è abbastanza sicura per essere usata nell’ambiente.” Qualcuno sospetta che la Monsanto, in realtà, voglia modificare geneticamente le api per renderle resistenti ai suoi stessi prodotti chimici. Il dibattito rimane tutt’ora aperto, e le api, almeno per ora, non subiranno alcuna modifica genetica. http://www.senzabarcode.it/2014/04/api-modificate-geneticamente-contro-i-pesticidi-lidea-della-monsanto/
13) Legame tra Roundup e declino Apis mellifera
Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Experimental Biology dal titolo, "Effects of field-realistic doses of glyphosate on honeybee appetitive behavior" stabilisce un legame tra erbicida più popolare del mondo e il drammatico declino delle api (Apis mellifera) nelle popolazioni in Nord America e in Europa che portano alla coniazione del termine ' colony collapse disorder '(CCD) alla fine del 2006 per descrivere il fenomeno.
I ricercatori hanno scoperto che le concentrazioni di glyphosate (GLY) coerenti con il tipo di esposizione associata a pratiche di spruzzatura standard in agricultura OGM, ed in ecosistemi limitrofi, riduce la sensibilità delle api a giungere al nettare e compromette la loro capacità di apprendimento - due conseguenze comportamentali che possono incidere negativamente sulle loro capacità di sopravvivenza.
Inoltre, mentre dosi sub-letali, non sono risultate influire palesemente sul loro comportamento di foraggiamento, si ipotizza che a causa della loro resistenza, "le api foraggiatrici potrebbero diventare una fonte di costante afflusso di nettare con tracce di glyphosate che potrebbe poi essere distribuito tra le compagne di nido, e immagazzinato nell'alveare e avere conseguenze negative a lungo termine sulle prestazioni colonia".
Quando erbicida Roundup è stato valutato per la tossicità per l'ape, il focus era sulla tossicità acuta del 'principio attivo' e non sugli effetti dell'esposizione sub-letali e prolungati; e non certo alle sinergie tossicologiche amplificate presenti nella formulazione del glyphosate come Roundup, che quando i cosiddetti ingredienti coadiuvanti "inerti" (ad esempio tensioattivi) sono presi in considerazione, sono stati trovati essere almeno 125 volte più tossici del solo glifosato . Prendendo in considerazione solo la tossicità acuta - come misurato dal cosiddetto LD50 (dose letale 50%) - del principio 'attivo', i responsabili dello stato che regolano la materia hanno approvato prematuramente il glifosato come relativamente innocuo, per le api da miele.
I ricercatori hanno ampliato il tema:
"I test di tossicità del glifosato su Apis mellifera per l'approvazione del prodotto non hanno ritenuto di controllare gli effetti dell'esposizione a dosi sub-letali, né prolungate. Gli studi sono stati concentrati solo su come ottenere LD50 (dose letale, 50%) come misura degli effetti di una esposizione acuta ma non sulla base del fatto che le api potrebbero effettivamente essere esposti al Gly nel loro ambiente naturale, sia attraverso il consumo di risorse contaminate sia attraverso una esposizione diretta a seguito di irrorazioni accidentali.
“Anche se i risultati LD50 sembrano indicare che GLY non è nocivo per le api da miele, il fatto che le api siano potenzialmente esposte al Gly ci ha motivato a perseguire ulteriori analisi e per affrontare la mancanza di studi cronici."
Gli autori del nuovo studio hanno cercato di verificare se dosi di glyphosate che le api potrebbero realisticamente incontrare sul campo potrebbero influenzare il loro comportamento alimentare (comportamento appetitivo) in modo deleterio.
Hanno esposto le api a dosi realistiche di campo di glyphosate, cronicamente e acutamente, e hanno osservato "una sensibilità ridotta al saccarosio e ridotte prestazioni di apprendimento per i gruppi cronicamente esposti a concentrazioni Gly nel range delle dosi raccomandate", così come una significativa diminuzione di apprendimento elementare, di non-elementare apprendimento associativo, e di conservazione della memoria a breve termine, quando esposte a dosi Gly acute.
http://www.greenmedinfo.com/blog/roundup-weed-killer-linked-vanishing-bees-3
Herbert, L. H., Vazquez, D. E., Arenas, A., & Farina, W. M. (2014). Effects of field-realistic doses of glyphosate on honeybee appetitive behaviour. The Journal of experimental biology, jeb-109520.
http://jeb.biologists.org/content/early/2014/07/23/jeb.109520.short
14) Le api muoiono a causa di un gene «marcatore» che è utilizzato nella modificazione della colza OGMTRANSGENICA canadese
Le api muoiono a causa di un gene «marcatore» che è utilizzato nella modificazione della colza OGMTRANSGENICA canadese. Questo gene si trasferiscenei batteri che colonizzano il sistema digerente delle api alterando per così dire, la loro flora batterica. I batteri si trasformano da bravi ospiti in killer spietati, facendo morire l’insetto. Le api si ammalano e muoiono. La colza OGM è sulle nostre tavole dal 1999. Nel 2007 la Commissione Europea ha autorizzato l’uso di due ulteriori varietà di colza OGM per l’alimentazione del bestiame e per scopi industriali. Cercare di evitarlo il più possibile salvaguarda la nostra salute e l’ambiente, non dobbiamo dimenticare che le api sono insetti sentinella, la loro salute è un termometro dello stato di benessere generale dell’ambiente.
Dal prossimo anno sarà più facile identificare l’olio di colza negli alimenti, perché grazie alle nuove normative europee, i produttori saranno obbligati a dichiararlo.
http://www.eticamente.net/35241/olio-di-colza.html
15) Mais OGM: in Canada una nuova semina ha causato la morte di 37 milioni di api
Decine di milioni di api sono morte in Canada a seguito di una nuova semina di mais OGM. David Schuit, apicoltore di Elmwood, ha riferito di aver perso 600 alveari che contenevano circa 37 milioni di api.
Il problema sarebbe legato all'uso di pesticidi neonicotinoidi, che danneggiano il sistema immunitario delle api e la loro capacità di orientamento, con conseguente moria di massa. Le api sarebbero morte pochi giorni dopo la semina di nuovi campi di mais OGM nelle vicinanze degli alveari. Le coltivazioni sarebbero state trattate con i neonicotinoidi prodotti da Bayer CropScience, che in Nord America sono ancora consentiti a causa delle pressioni dell'industria chimica. Più di un apicoltore locale ha dovuto assistere alla perdita delle api nelle ultime settimane. I neonicotinoidi vengono impiegati per la concia dei semi di mais. I neonicotinoidi sarebbero responsabili della moria delle api in Ontario e in altri Stati, degli Usa e del mondo. All'inizio di quest'anno l'azienda agricola Gary Kenny, con sede in Canada, ha perso l'80% dei propri alveari subito dopo la semina primaverile del mais OGM. I semi di mais sarebbero stati trattati con i pesticidi neonicotinoidi prima di essere piantati con speciali seminatrici pneumatiche che diffondono polveri velenose per le api nell'aria. Ecco che gli insetti impollinatori risultano così molto più esposti alle sostanze pericolose. Studi scientifici condotti ad Harvard hanno dimostrato la correlazione tra utilizzo di neonicotinoidi in agricoltura e morte delle api, eppure questi prodotti continuano ad essere impiegati in molti luoghi del mondo (con una messa al bando solo parziale e temporanea in Europa). Le api muoiono avvelenate all'improvviso, mentre le aziende che producono questi veleni continuano la propria attività senza conseguenze. Dunque chi pagherà per la scomparsa delle api? Le api e gli insetti impollinatori sono fondamentali in agricoltura, senza di loro numerosi prodotti che troviamo comunemente in vendita nei negozi di alimentari e sulle bancarelle dei mercati contadini scomparirebbero. http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/14993-mais-ogm-canada-sterminio-api?PageSpeed=noscript
PERCORRERE LA VIA MAESTRA
- Ben oltre gli OGM e in alternativa ad essi
OGM, Biotecnologie e Agricoltura Biologica
di Salvatore Ceccarelli*
Lo scritto che segue indica – e argomenta – la chiave di volta per la produzione agroalimentare mondiale. Ben oltre gli OGM e in alternativa ad essi.
Salvatore Ceccarelli* è un genetista italiano di fama internazionale che, da molti anni, pratica la ricerca scientifica partecipata, coinvolgendo direttamente gli agricoltori in vari Paesi: Giordania, Siria, Iran, Egitto, Algeria, Eritrea, Etiopia, Yemen.
Non parla, dunque, dal chiuso di un laboratorio, ma dal campo aperto dell’esperienza consolidata e verificata. Il miglioramento genetico evolutivo (inscindibilmente connesso con il “miglioramento genetico partecipativo” raccomandato dalle Nazioni Unite), “essendo una strategia relativamente poco costosa e altamente dinamica, consente di adattare le colture a molteplici combinazioni di stress abiotici e biotici” ed “è il metodo più adatto per produrre, direttamente nelle mani degli agricoltori, le varietà che forniranno il cibo alla popolazione attuale e a quella futura”.
Una svolta, appunto. Di portata strategica. In vista di Expo 2015, e oltre.
(Salvatore Ceccarelli: “La ricerca partecipata in agricoltura”, in “Scienza bene comune. Oltre lo spread della conoscenza”, pagg. 159/164, Jaca Book –Fondazione Diritti Genetici, 2013)
http://www.fondazionedirittigenetici.org/fondazione/files/Ceccarelli.pdf
- IL MIGLIORAMENTO GENETICO PARTECIPATIVO, NON GLI OGM!
CONFERENZA DI SALVATORE CECCARELLI A UDINE, 2013
Metodo alternativo per il miglioramento genetico. Tutto ciò che si mangia deriva dai semi, e ciò che mangiamo incide sulla nostra salute.
OGM:
- Chi controlla, il mercato dei semi, finisce anche per controllare la nostra salute.
- Rischio contaminazione per gli agricoltori che non hanno seminato OGM.
- Gli OGM finiscono per rappresentare una totale mancanza di libertà per gli agricoltori. Se negli USA si vuole coltivare soya non OGM, non si riesce a trovare i semi e si parla ancora di tempo addietro 2006 ("7anni fa”). Quindi manca la libertà di poter scegliere il tipo di seme da utilizzare. ("Dica agli agricoltori siriani che loro sono molto più liberi di me perchè qua in U.S.A. non trovo semi di soya non OGM").
L'anno scorso negli USA c'è stata una grossa siccità, è comparso un articolo sulla letteratura scientifica americana che diceva: "E' arrivata la siccità e il re mais non era preparato" Nel 2000-2001 è stato introdotto negli USA il cotone OGM per la resitenza al Roundup ready (diserbante prodotto da 30 anni da Monsanto). Due anni dopo è stata descritta per la prima volta da un'agricoltore una pianta infestante che resisteva al Round up ready. Mel 2012 il 60% degli agricoltori della Georgia (USA) hanno dovuto procedere al diserbo a mano del 40% di tutte le culture OGM, tronando di fatto indietro di 40 anni. Dal punto di vista biologico gli OGM rinnegano una verità biologica che si studia già alle scuole medie. Ovvero che se si esercita una pressione di selezione molto forte si finisce per selezionare chi resiste a quella selezione. Quindi se si mette un OGM e lo si tratta con il Roudup e c'è una pianta su un miliardo che resiste al Roudup, l'anno sucessivo sarà la sola a produrre il seme. Se poi si inserisce in agricoltura un mais OGM per la resistenza ad un insetto modificate l'equilibrio ontologico per cui qualche altro insetto diventerà dominante. La cosa interessante è che chi produce OGM lo sa benissimo. Per cui introducendo un OGM che risolve momentaneamente un problema, si sa benissimo che se ne crea un altro e si cominicia a preparare un altro organismo g. m. Per cui accettare la logica degli OGM significa mettersi in un processo ("senza soluzione di continuità" ndr. Non si sentiva) mentre ci sono altre alternative. Sono partito con il problema del cibo perchè:fame, cambiamenti climatici, biodiversità..compaiono, purtroppo compaiono come problemi separati invece sono intimamente collegati e ad essi è intimamente collegata la povertà. Un aspetto interessante dell'aspetto della fame nel mondo è che oggi secondo molti qusto problema non è un problema di produzioni, molte ricerche vengono giustificate dal fatto che si dovrà fare delle produzioni agricole per sfamare i 9 mld che saremo nel 2050 Invece secondo un'altra visione noi già produciamo abbastanza cibo per 12 mld di persone solo che ci sono degli sprechi incredibili (anche il papa lo dice) la produzione è sufficiente ma è molto eterogenea. Per cui il problema non è tanto quello di aumentare le produzioni ma di aumentare la disponibilità e l'accesibilità. Da quasi 30 anni vado regolarmente in Etiopia per cui ho rapporti di amicizia, spesso in Etiopia uno dei paesi poveri a risorse limitate si discute come e dove investire, la tendenza è quella di investire nelle zone più favorevoli dove i terreni sono più fertili ... io nell'ambito del progetto (di cui parlava Cristina ) io lavoro con un Università nel Tigrai, zona che è stata spesso colpita da siccità e che ha richiesto di importare del cibo per le popolazioni. Ecco, io dicevo al ministro dell'agricoltura: "Se tu aumenti le produzioni nella parte centrale dell'Etiopia che ti aspetti che la gente vada la a far la spesa e poi ritorni indietro?". (???) Questo è un problema che si trova in molti paesi. L'altro problema di cui si parla sempre è la biodiversità che è legato anche all'uso degli OGM. Siccome la biodiversità è legata alla sicurezza alimentare c'è bisogno di differenziare per non avere rischi, invece l'uomo è andato disperatamente verso l'uniformità. (la massificazione, che comporta rischi ndr.). Sulla riduzione della biodiversità ci sono delle cifre sulle quali ormai tutti concordano, s'è perduto già il 75% di biodiversità su ciò che coltiviamo. La nostra sicurezza alimentare è molto insicura. Se si osserva attentamente la varietà genetica delle varietà coltivate oggi ad es. Il 70% di varietà di patate risalgono più o meno a 4 varietà che sono i "genitori" di tutte. Fra le piante ci sono relazioni come fra fratelli, cugini, cognati ecc. Sono tutte più o meno imparentate, per cui in realtà la base genetica è molto stretta. Una cosa che si deve sapere e che è legata agli OGM, è che oggi c'è un monopolio dei semi legato a 4 grandi multinazionali (dati del 2008 che da allora sono peggiorati). Ci sono quindi 4 ditte che controllano il 50% del mercato dei semi e con altre due si arriva quasi al 70% Esiste anche un mercato-monopolio dei pesticidi e sono sicuro che voi non vi meraviglierete nel sapere che queste 4 sono le stesse. Questo 4 multinazionali hanno anche programmi di miglioramento genetico.. e secondo voi che interesse avrebbero a fare delle varietà resistenti a malattie o insetti visto che vendono pesticidi e sapendo che i pesticidi sono fra le 12 sostanze chimiche più pericolose al mondo nell'accezione inglese la parola "pesticida" include: trattamenti contro gli insetti, contro le malattie e contro le erbe infestanti. Delle 12 sostanze più pericolose al mondo 9 sono pesticidi e sono così pericolosi perchè non sono così selettivi e cioè colpiscono tutti. E infatti queste 4 multinazionali stanno facendo ditte farmaceutiche, Ci sono tutta una serie di malattie che è stato provato scientificamente essere associate ai pesticidi. Ce n'è un altro gruppo che invece è molto probabilmente, ma non è stato ancora provato in maniera certa, ai pesticidi. E il problema è queste sostanze sono particolarmente tossiche. Nei confronti dei feti e dei bambini, nel caso della specie umana (documenti da reports). E' triste perchè noi in effetti siamo circondati da un'incredibile biodiversità per cui di tutto questo (OGM ndr.) se ne può fare benissimo a meno. Noi (sul pianeta) utilizziamo solo una piccolissima parte di ciò che potremmo come fonte di cibo. Nel mondo occidentale se ne utilizza ancora di meno, bisogna andare nell'estremo oriente o anche in India per avere più specie utilizzate (ndr.). Solo 15 colture forniscono il 90% delle calorie e appena 3 il 60% infatti dipendiamo per il 60% delle nostre calorie da frumento, riso e mais in cui c'è stata una tremenda erosione genetica. Nel corso del tempo siamo andati verso un'uniformità del cibo che un paio di anni fa un'articolo di una rivista scientifica americana ha dimostrato essere associata ad una diminuzione della diversità della nostra flora batterica intestinale e a sua volta associata con l'aumento della frequenza di malattie a base infiammatoria come asma e diversi tipi di cancro. Il miglioramento diretto,il mestiere che ho svolto per tanti anni, è stato posto sul banco degli accusati perchè dopo la domesticazione delle piante che è avvenuta nella zona (indo) europea e poi anche in varie altre parti del mondo, dall'India il cotone. Dopo l'ultima glaciazione (9000 anni fa) queste popolazioni sono entrate in Europa dai balcani e sono anche arrivate in Italia portandosi dietro semi e animali. E mano a mano che si spostavano adattavano le colture all'ambiente (in loco ndr.). Per il terreno, clima, utilizzazione specifica per quel luogo. Quando poi agli inizi del '900 sono state scoperte le leggi di Mendel,il miglioramento genetico ha cominciato ad essere fatto in modo scientifico. Sono successi due fatti importanti, che poi c'hanno portati nel corso del tempo dove siamo adesso. Ciò che fino ad allora era stato fatto da una moltitudine di agricoltori in molti posti diversi, ha cominciato ad essere fatto da relativamente poche persone in relativamente pochi posti (le stazioni di ricerca o Istituti di ricerca) che per tutta una serie di motivi in questi settori di ricerca ( in genere si fa per le piante ma anche per gli animali) vengono coltivati in maniera ottimale. Questo ha comportato un cambiamento nella filosofia del miglioramento genetico, mentre gli agricoltori selezionavano per il loro posto, i ricercatori siccome erano in un solo posto e dovevano servire una clientela molto vasta, hanno cercato di selezionare delle varietà che mnediamente andavano bene in tanti posti diversi. E quindi alla selezione per adattamento specifico si è sostituita la selezione per ampio adattamento che guardacaso faceva anche gli interessi delle ditte sementiere. Infatti ad una ditta sementiera conviene molto più produrre tanto seme di relativamente poche varietà. In una ditta sementiera ci sono macchinari imponeneti che nel caso voi cambiate varietà, dovete fermare i macchinari, pulire, stare per giorni fermi e poi passare ad un'altra varietà. Per cui è quasi impensabile che una ditta del genere possa fare profitti vendendo poco seme di tante varietà diverse che si adattano a posti diversi. E adesso ciò che gli agricoltori hanno fatto per qualche migliaio di anni è diventato quasi illegale. Ci sono tutta una serie di problemi. La UE proprio in queste ultime settimane comincia a mostrare qualche apertura, ma ancora oggi se qualcuno fa il miglioramento genetico del pomodoro per avere una nuova varietà di pomodoro come agricoltore o si trasforma in una ditta sementiera oppure non può vendere i suoi semi ad altri agricoltori. E' anche importante ricordare che in tutto questo processo c'è quello che viene chiamato il "sapere contadino". L'altra cosa interessante è che quando è cominciato il miglioramento genetico cosidetto scientifico di tutto questo "sapere" che s'era accumulato per millenni non se n'è fatto alcun uso. I ricercatori nei PVS non parlavano con gli agricoltori perchè questo poteva essere preso dai loro superiori come una perdita di prestigio. E quando i ricercatori parlavano con gli agricoltori lo faceva male. Per fortuna questi saperi si ritrovano ancora anche nel Nord del mondo, qui da noi, esempio del miglioramento genetico del radicchio (???) e molte altre piante. Uno dei saperi del contadino è quello che riguarda la biodiversità. Ho conosciuto un coltivatore cubano che conserva una collezione di un centinaio di varietà di fagioli. In India c'è quella comunità dove si attitva Vandana Shiva e conservano 300 varietà di riso aromatico. Michele Tanno ha fondato una associazione in Molise (http://www.vivimoliserurale.it/articolo.php?id=604) tesa al recupero di vecchie varietà che si credevano perdute. La M S Swaminathan Research Foundation (http://www.mssrf.org/) ha concesso spazi agli agricoltori affinchè facessero la banca del seme. Io (Ceccarelli ndr.) ho lavorato molto con gruppi in Iran e anche loro hanno voluto fondare una loro banca del seme. E poi qualunque occasione è buona per esibire la diversità. In molti di questi Paesi la biodiversità si trova ancora a 4 livelli, alcuni dei quali vi sono certamente molto familiari, culture diverse nella stessa azienda, varietà diverse all'interno di una cultura, piante diverse nello stesso campo e la cosa molto interessante: miscugli di specie diverse. Questo miscuglio che è molto usato nel Nord dell'Eritrea è un miscuglio di frumento e orzo. Sono varietà locali costituiti da tipi diversi, c'è lorzo nero, l'orzo bianco. Questa è una cosa che va avanti da 2000 anni. Con questo miscuglio il frumento non prende la "ruggine" o la prende molto di meno, l'orzo non va per terra e il pane è molto più buono. E per di più siccome l'orzo e il frumento hanno una diversa resitenza alla siccità, in un anno siccitoso è l'orzo che conduce la produzione, in un anno piovoso è il frumento che conduce la produzione. Tant'è vero che ultimamente ho saputo dagli agricoltori che loro ri-costituiscono il miscuglio a ogni semina. (22.06) Perchè se ad esempio un anno è piovoso loro raccolgono più frumento che orzo, e se seminano il seme che hanno raccolto e l'anno successivo è un anno siccitoso, ovviamente perdono il vantaggio della resistenza alla siccità. Alla semina le proporzioni non sono le stesse. Negli anni '90 dopo un'esperienza di una decina d'anni in Siria e molte conferenze nei PVS, abbiamo capito che questo sistema non funzionava nei PVS . Il ricercatori producevano "meravigliose" qualità di semi che quegli "analfabeti, conservatori" di agricoltori però non volevano. La colpa naturalemente era tutta degli agricoltori. Dopo 10 anni di questo ritornello io ho cominciato a chiedermi se il problema non fossero quelle varietà (di semi). Ci siamo chiesti allora: possono le istituzioni organizzare la ricerca agricola in maniera da conciliare la salvaguardia della biodiversità, produrre cibo più sano e sfamare le popolazioni. Oggi si segue questo dogma per cui sembra quasi che l'uniformità sia il solo modo per risolvere il problema della fame nel mondo. Allora abbiamo cominciato a sperimentare un metodo di miglioramento genetico che già alcuni praticavano e noi ci abbiamo aggiunto solo un po' di scienza. La ricerca partecipativa consiste fondamentalmente in generale, nel fatto che, se io introduco una qualunque tecnologia anzichè lasciare coloro i quali dovranno utilizzare questa tecnologia in fondo al processo, questi invece vengono coinvolti in prima persona nel processo stesso. In un programma convenzionale quello che succede è che il ricercatore produce una grande diversità, quindi si creano, come ad es. per l'orzo, circa 75.000 tipi di orzo diverso. Poi da 75.000 tipi si producono parcelle d'orzo diverso che viene poi scelto per dare delle varietà che vengono scritte a registro con il nome, si produce del seme e questo è il seme che si trova sul mercato. Per cui il coinvolgimento degli agricoltori è di decidere se questo seme va bene oppure no. Anche se spesso gli agricoltori non sanno nemmeno perchè e come quel seme è stato prodotto. Nel caso del miglioramento genetico partecipativo, una prima differenza è che, queste prove di semina vengono fatte nei campi degli agricoltori. Per cui le scelte agronomiche, se concimare o meno, vengono fatte tutte dagli agricoltori. La seconda differenza è che gli agricoltori valutano queste varietà che sono in corso di selezione, il processo totale dura circa 4 anni, questo processo di valutazione è quanto più inclusivo possibile, e gli agricoltori diventando parte di questo processo iniziando ad acquisire una certa familiarità, cominciando a provare alcuni di questi semi nei loro campi per alcuni anni, per cui l'accettazione di una varietà anzichè essere quel punto interrogativo che era nel processo precedente, (quello esclusivo dei ricercatori ndr.) avviene nel corso del processo, quindi si inverte il rapporto fra iscrizione al registro e accettazione. Mentre in un processo convenzionale prima si iscrivono le cose al catalogo e poi si mettono sul mercato qui prima si verifica se quelle varietà sono accettabili per l'agricoltore e poi se sono accettabili possono eventualmente se la situazione lo richiede essere iscritte a registro. E' una processo, una collaborazione che a me piace pensare dinamica perchè gli agricoltori mettono a disposizione tutte le loro conoscenze e altrettanto fanno i ricercatori. Questo tipo di ricerca può essere tranquillamente pubblicata, io ho pubblicato su una rivista scientifica internazionale con il contributo, appunto, degli agricoltori. Dal punto di vista scientifico i due processi sono esattamente la stessa cosa perchè si parte con le leggi della genetica e le 2 differenze importanti sono che tutto avviene nei campi degli agricoltori, tutto viene deciso insieme. Ogni villaggio viene considerato una unità differente di selezione cioè gli agricoltori fanno la selezione li, scelgono la varietà che va bene in quel villaggio e indipendentemente da come quella varietà va negli altri villaggi. In un programma convenzionale si raccogleirebbero i datti da tutti questi villaggi, segue un'analisi statistica globale e si va a cercare quella o quelle poche varietà che mediamente vanno bene dappertutto. Nel sistema partecipativo c'è esattamente lo stesso impianto scientifico, gli stessi dati, le stesse statistiche, poi questa situazione viene usata in maniere completamente diversa. Da una parte si selezionano poche varietà che possono essere vendute a tutti, dall'altra si selezionano tante varietà che sono adattate uin maniera spoecifica i diversi ambienti. Poi può succedere che alcune varietà vengano selezionate contemporaneamente da un villaggio. Per cui la ricerca dell'adattamento specifico non esclude la possibilità di trovare anche varoetà con un adattamento ampio. In questo processo ci sono tutta una serie di biotecnologie cosidette non invasive che possono essere utuilizzate. Si opensi ad esempio a situazioni, ce ne sono tante in Africa e in Asia immagino anche qui, in cui non è possibile coltivare una certa coltura a meno che non sia resistente ad una certa malattia a un certo insetto, o ad una certa infestante. A questo punto, prima di portare di portare il materiale nei campi degli agricoltori si fa uno screening utilizzando ad esempio marcatori molecolari, per assicurarsi che tutto il materiale che va nei campi degli agricoltori è resistente, lasciando però diversità per tutto il resto. L'anno scorso il Ministero dell'Agricoltura italiano ha aperto una piccola finestra e ci ha approvato un progetto di selezione partecipativa sul pomodoro. (prodotto nelle Marche) Speriamo che i risultati consentano di aprire qualche altra ricerca. In realtà ci sono moltissimi altri programmi (ad alcuni ei quali io partecipo per fare corsi di addestramento) nel mondo su tutti i continenti e moltissime colture diverse. Il metodo partecipativo è molto flessibile e si adatta facilmente. In Europa si lavora soprattutto su pomodoro e cavolfiore. Nei programmi partecipativi gli agricoltori molto spesso pretendono che nei progarmmi di selezione ci siano anche le varietà locali. Abbiamo riscontrato partecipazione spontanea di donne a questi progetti partecipativi, comne in Iran, Yemen, Giordania dove c'è collaborazione piena fra donne cristiane e donne mussulmane. Difficoltà invece ad avere partecipazione femminile in Siria che abbiano dovuto in qualche modo forzare invitando un gruppo di donne giordane. Ciò ha scatenato la reazione delle donne siriane druse del luogo che ha poi portato ad effettuare anche esperimenti partecipativi con l'esclusione dei maschi. Progetto partecipativo in un villaggio dell'Etiopia a conduzione prettamente femminile con avanzato stadio di cultura climatica, agrobioecologica ecc. E con presenza di centinaia di donne e solo 17 uomini.
2 fasi: una quando gli agricoltori, uomini e donne, vengono sul campo ed esprimono un loro giudizio su tutto ciò che vedono. Poi si misurano le analisi tenendo conto di ciò che è importante per gli agricoltori. Tutte queste ricerche, numeri, statistiche viene analizzata come si fa nelle stazioni sperimentali e c'è un secondo incontro con gli agricoltori in cui i risultati di queste analisi vengono tabulati in forme accessibili e si prendono decisioni su che cosa selezionare o che cosa scartare. I raccolti degli esperimente nelle parcelle, viene raccolto e seminato un secondo anno, passando da 160 tipi di orzo a non più di 20 o 30, si riseleziona di nuovo, dai 20-30 si scende ad una decina al terzo anno e qui siccome le parcelle aumentano e aumenta la disponibilità di seme, gli agricoltori cominciano a seminarselo per conto loro, perchè l'agricoltore dimostra già di accettare questo tipo di varietà. Il processo di selezione è ripetuto per 4 anni per cui si scende da 160 a non più di 2 o 3 proprio per essere sicuri che vengano selezionate delle varietà che abbiano una certe stabilità di evoluzione. Questo naturalmente varia a seconda dei Paesi, l'orzo per la Siria è utilizzato per l'alimentazione del bestiame. Il vero prodotto agricolo per la Siria sono le ..pecore. E se un anno non raccolgono a causa della siccità, non hanno alimento per il bestiame e quindi non bevono il latte delle pecore e queste sono delle tragedie a livello familiare che io ho vissuto personalmente perchè nel 2008 c'è stata una siccità tremenda in tutto il Medio Oriente ed io ero a 200 km da Aleppo con altri agricoltori e sono stato circondato da una dozzina di persone che non avevano raccolto perchè erano caduti soltanto 50 mm di pioggia, avevano venduto l'80 o il 100% delle pecore che avevano, non avevano un soldo in tasca, e soprattutto non avevano seme da seminare. E mentre discutevamo di come uscire fuori da questa situazione, i ragazzini mi hanno porto un vassoio pieno di cibo esclusivamente per me. Rientrato ad Aleppo ho radunato con la massima urgenza tutti i mie tecnici e ho fatto fare un inventario di tutto il seme che avevamo e che non ci serviva nell'immediato, ho riempito due camion di semi, li ho fatti portare al villaggio e li ho fatti seminare per cui sono riuscito in qualche modo a farli tirare avanti. In Yemen terrazze che arrivano a 3000-3500 m. Il metodo partecipativo è flessibile e incontra riconoscimenti istituzionali. Alle donne giordane è stato chiesto cosa significasse per loro il progetto partecipativo e lo hanno risposto che per loro significava la vita. In vita nostra nessuno mai aveva richiesto il nostro parere. La biodiversità che si crea con il metodo partecipativo di miglioramento genetico non è soltanto diversità nello spazio perchè i villaggi selezionano semi diversi ma man mano che altre varietà arrivano e cominciano ad essere coltivate, quelle che erano state adottate 3-4 anni prima scompaiono, per cui c'è questo ricambio molto rapido e quindo c'è la diversità nello spazio e diversità nel tempo che crea una barriera insormontabile (benefica ndr.) rispetto all'ambiente. Ciò significa massimizzare la produzione agricola del Paese, massimizzando la produzione agricola di ogni singolo villaggio. I soli attori in questo sistema che non riescono ad infilarsi in questo meccanismo sono le aziende sementiere, perchè non riescono a maneggiare tutte queste varietà. Ma qui siamo in situazioni in cui ghi agricoltori da sempre hanno fatto il loro seme. In Siria la ditta sementiera che è di proprietà del governo produce seme certificato di orzo in una quantità che soddisfa soltanto il 10% delle richieste, per cui il 90% del seme che viene seminato dell'orzo sarebbe rispetto alle nostre leggi illegale. Nel 2008 abbiamo iniziato a chiederci se questo fosse il metodo migliore per rispondere ai cambiamenti climatici. In alcuni Paesi le autorità non gradivano particolarmente il metodo partecipativo di miglioramento genetico. In Iran un direttore agricolo provinciale di una regione dedita all'agricoltura ha apprezzato questo metodo legandolo agli insegnamenti dell'Islam. Però nell'aprile del 2011 è stato rimosso. E il suo successore ha deciso di cancellare tutto ciò che si era fatto. (49.52) A Ceccarelli non è stato rinnovato il visto. (...)
Necessità di trovare una risposta dinamica, poco costosa e soprattutto DISPONIBILE nelle mani degli agricoltori, e creare un modello che evitasse questa dipendenza degli agricoltori dai cambiamenti d'umore di chi doveva fornire il materiale per fare quel modello di coltura partecipativa di cui ho parlato prima, abbiamo rispolverato un'idea di un ricercatore USA, (lavoro pubblicato nel 1956) che è rimasto totalmente oscurato, e che consiste nel formare dei grandi miscugli di varietà diverse e di lasciarli evolvere dove l'agricoltore pensa sia meglio. In qusti miscugli, se si tratta di una specie che si autofeconda come orzo, frumento, riso, in queste specie l'autofecondazione non è mai perfetta, c'è sempre un 2-3-4 % di incroci e qusto fa si che la popolazione cambia continuamente, si evolve, per cui quando seminate e poi raccogliete non raccogliete esattamente quello che avete seminato l'anno prima, ma il raccolto cambia. Cambia nella direzione di evolversi, di adattarsi, li dove è stato seminato. Nel 2008 abbiamo iniziato con una popolazione mescolando 1600 tipi diversi di orzo che abbiamo distribuito in 5 Paesi diversi, e sitratta di seminare questa popolazione nelle condizioni più difficili. Un'esperienza con questo metodo (con il frumento) di un agricoltore siciliano che ha seminato in un pendio difficile con sassi e senza concime ha raccolto 30 q.li a ettaro, buon risultato quindi, in una regione come la Sicilia dove se ne fanno 20 di q.li per ettaro. Il modo migliore è seminare e raccogliere, poi riseminare e ogni tanto fare la selezione. Per cui è come se l'agricoltore avesse una banca del seme in evoluzione nelle proprie mani. Esperienze di miscugli di riso anche in Iran, sulle coste del Mar Caspio. In Etiopia questo è il secondo anno in cui lo facciamo. E in Italia sono tre anni che usiamo queste popolazioni di frumento duro. E si sono diffuse con una rapidità incredibile per cui oggi sono presenti in 13 regioni diverse. Ovviamente non tutte le regioni hanno tutte e tre le popolazioni. La cosa interessante è che questo istituto delle Marcehe dove ho questo progetto finanziato dal ministero sul miglioramento partecipativo sul pomodoro ha deciso di fare anche due prossimi miscugli, uno di lupini facendo una cosa che potete fare anche voi, loro sono andati al Carrefour, hanno comperato tutte le bustine di zucchini, li hanno seminati, li hanno lasciati incrociare fra loro e hanno fatto questo grande miscuglio e adesso questo miscuglio è stato seminato da 5 agricoltori: 2 in Emilia R., uno nelle Marche, uno in Abruzzo, uno nel Lazio che ho incontrato e poi a Portogruaro c'è una stazione di miscuglio di mais. Se qualcuno vuole dare una mano, si può aiutare gli agricoltori a fare la selezione delle spighe, ad esempio. In Iran ci sono stati casi di panificazione con farine ottenute da questi miscugli che hanno indotto miglioramenti e guarigioni in persone abitualmente allergiche. E c'è una tale richiesta di questo pane, che viene fatto costare più di quello "classico" che permetterà probabilmente a questi panificatori di aprire una panetteria a Theran. M'ha aperto una nuova visione di queste popolazioni (di semi). Io avevo fatto questi miscugli perchè gli agricoltori avessero qualcosa da cui selezionare, in realtà stiamo scoprendo che possono avere un valore commerciale conveniente. Ovviamente ci sono problemi di sincrionia di maturazione una certa disomogeneità di altezza si possono risolvere entrando nel campo e selezionando spighe che maturano un po' alla stessa epoca, che sono all'incirca della medesima altezza, si fa una popolazione di questo tipo e un’altra con la popolazione complessiva, poichè questa è garanzia di varietà adattate da qui a 20 anni. Perchè, uno dei problemi del miglioramente genetico, per i cambiamenti climatici è che il miglioramento genetico non è molto complicato... Se io devo ottenere una pianta che è resistente a quella malattia mi ci vorranno dai 3 ai 6 anni.
https://www.youtube.com/watch?v=TgcWu79PRi8
DOMANDE del pubblico a Ceccarelli Salvatore:
1 http://www.youtube.com/watch?v=JvSIn1YFAr0
2 Ceccarelli Salvatore. risposta su nuove specie di cereali: http://www.youtube.com/watch?v=PPdoblrJLYw
3 http://www.youtube.com/watch?v=E-km7QB47XE
4 Conferenza Ceccarelli no ogm: intervento Sergio Boschian http://www.youtube.com/watch?v=CAGEOCsuyoM
5 Conferenza Ceccarelli - ogm - Intervento Assessore Bolzonello: http://www.youtube.com/watch?v=xGAq8mvT3HQ
- SELEZIONE PARTECIPATIVA. Esperienza e pratica italiana
Nell'ambito dell'azione B3 (Miglioramento genetico partecipativo - coordinatore Gabriele Campanelli) del piano nazionale sementi biologiche (PNSB) promosso e finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole, si è svolta a Padova una selezione partecipativa in campo su quattro varietà di pomodoro.
http://www.youtube.com/watch?v=ZH0fPKpqnbs
La selezione assistita da marcatori, nota anche come M.A.S. (dall'inglese Marker Assisted Selection) è una tecnica di selezione genetica applicata alle piante e agli animali che permette di migliorare caratteri d'interesse (produttività, resistenza a stress abiotici e biotici), attraverso l'impiego di marcatori morfologici biochimici e genetici. Spesso questi caratteri sono determinati da aree del genoma dette QTL (quantitative trait loci), la cui mappatura e caratterizzazione rappresenta il maggior ostacolo nella MAS. Di grande importanza è anche la scelta dei marcatori più adatti, che andranno selezionati in base a precisi requisiti. Tale tecnica non ha nulla a che vedere con la produzione di Organismi Geneticamente Modificati, meglio nota come tecnica OGM. La tecnica MAS non fornisce prodotti la cui mappa genetica è stata alterata con l'inserimento di geni estranei alla specie in questione, ma si limita ad analizzare la presenza di determinati geni negli organismi viventi (piante od animali), frutto di ibridazioni tradizionali, per valutarne compiutamente le caratteristiche, senza dover attendere il compimento del processo di crescita e maturazione.
Scelta dei marcatori adatti
Un marcatore può essere:
Il primo a riportare un'associazione tra un marker genetico ad ereditabilità mendeliana semplice e un carattere quantitativo nelle piante è stato Sax nel 1923, che osservò in Phaseolus vulgaris L. una segregazione associata tra il carattere per le dimensioni del seme e quello per il colore del suo tegumento. Rasmusson nel 1935 dimostrò lo stesso tra il tempo di fioritura e un gene a ereditabilità mendeliana semplice che determina il colore del fiore.
Un marcatore ideale:
Un marcatore, per dare veramente un contributo al miglioramento vegetale nella creazione di varietà di specie migliorate, deve essere uniformemente distribuito nel germoplasma di partenza, ma ciò non è quasi mai la realtà. Questa è la fase più lunga e difficile da realizzare e fino ad ora mai completamente realizzata.Tecnica MAS e transgenesi non sono né confrontabili né alternative.
MAS e altre tecniche di miglioramento genetico
Se paragonata ad altre tecniche di miglioramento genetico che implicano l'impiego di tecnologie del DNA ricombinante, la MAS è ritenuta una metodologia efficace anche se più "onerosa" in termini di tempo necessario alla realizzazione di una nuova varietà da introdurre sul mercato. Diversamente dalla transgenesi, la MAS non consente l'inserimento di geni esogeni alla specie di appartenenza, ma si avvale della variabilità allelica intraspecifica naturalmente presente.
- IL VALORE DELLA QUALITA'. L'ONU BOCCIA GLI OGM-TRANSGENICI e dice che l’Agricoltura Biologica è l’unico modo per sfamare il mondo
- Le colture non-OGM sono più produttive e redditizie, negli U.S.A. un numero crescente di agricoltori sta abbandonando il transgenico
- IL metodo di selezione noto come MAS (“Marker-Assisted Selection”) applicato con successo alla vite, dall'Universita' di Udine
All’Azienda Agraria Universitaria “A. Servadei” dell’Università di Udine e all’ Istituto di Genomica Applicata da oltre 10 anni scienziati ed agronomi lavorano ad uno nuovo studio sul DNA della vite per sviluppare 10 varietà naturalmente resistenti ai funghi e alle malattie e produrre vini di qualità che salvaguardano la salute e preservano l'ambiente. La selezione ha utilizzato i moderni metodi di selezione assistita da marcatori (MAS).
La valutazione della resistenza
“La valutazione ha riguardato soprattutto la resistenza a peronospora e, in secondo ordine, la resistenza ad oidio. Si è lavorato con due geni per la resistenza a peronospora e due geni per la resistenza ad oidio. Nei primi anni l'attività di selezione per la peronospora è stata basata sia su osservazioni di campo su piante non trattate con anticrittogamici, sia su osservazioni di laboratorio condotte su dischi fogliari sottoposti ad inoculo artificiale con sospensioni conidiche. Negli ultimi anni, grazie anche al lavoro di sequenziamento del genoma della vite e alla mappatura delle regioni del genoma dove sono presenti i geni di resistenza, è stato possibile adottare le tecniche di selezione assistita, basate sull'analisi di sequenze di DNA delle regioni che portano la resistenza o regioni molto vicine con tasso di ricombinazione assente o molto basso. Si tratta di un metodo di selezione noto come MAS (“Marker-Assisted Selection”), che permette di sostituire le osservazioni di campo, lunghe e a volte poco affidabili, con l'analisi di marcatori molecolari associati ai geni di resistenza. L'analisi del DNA è possibile quando ancora le piante nate da seme sono piccole, allo stadio di 2-3 foglie vere. Sono evidenti i vantaggi di questo approccio che permette di eliminare rapidamente le piante che non interessano, riducendo gli spazi in campo per l'allevamento degli incroci e riducendo di conseguenza i tempi e i costi della selezione stessa. Un vantaggio non trascurabile dell'analisi molecolare è la possibilità di selezionare, mediante una analisi aplotipica della regione che porta la resistenza, gli individui che hanno mantenuto una parte molto piccola della regione del cromosoma della specie selvatica originale, eliminando in tal modo le regioni non legate alla resistenza, che spesso portano caratteri indesiderati.” L'Iga (Istituto di Genomica Applicata) di Udine, nato nel 2006, ha all'attivo anche il sequenziamento del genoma della vite, nell'ambito di un consorzio italo-francese, pubblicato nel 2007 su Nature. (ANSA).http://www.novagricoltura.com/dall-universita-di-udine-nuove-varieta-di-vite-resistenti-alle/0,1254,105_ART_7943,00.html
“Ma cosa significa concretamente per il viticoltore avere in campo queste varietà? “Un esempio concreto: questa primavera per via delle numerose piogge cadute in Friuli i viticoltori a fine maggio erano già intervenuti con 6-7 trattamenti contro le malattie fungine su varietà non resistenti. Sulle varietà resistenti non ne abbiamo fatto nemmeno uno”. “Abbiamo scelto le migliori varietà di viti resistenti ottenute da colleghi europei in Ungheria, Serbia, Germania, Austria, Francia, per poi incrociarle con vitigni tradizionali di pregio come Sauvignon, Chardonnay, Merlot, Cabernet, Sangiovese e Friulano”. , spiega Raffaele Testolin” (presidente dell’IGA). Le varietà resistenti selezionate presso l’IGA dell’Università di Udine sono state ottenute con i metodi della selezione genetica assistita. http://www.vitevinoqualita.it/viti-resistenti-la-corsa-inarrestabile/
- «Serve un marchio per la nostra soia non transgenica»
«Un marchio – ribadisce Piva vicepresidente provinciale di Cia Ferrara e membro del Gie Seminativi (Gruppo di Interesse Economico) di Cia Emilia-Romagna - che identifichi la soia italiana di qualità e una filiera di produzione virtuosa che porti vantaggi effettivi alle aziende agricole ed ai consumatori. I primi dovranno essere premiati, appunto, per la qualità con prezzi alla produzione più alti – proprio in questi giorni sul mercato la soia ha toccato un prezzo minimo di 40€/q – e i secondi dalla sicurezza di avere sulle proprie tavole latte, yogurt, gelati prodotti con una soia Ogm Free". http://lanuovaferrara.gelocal.it/ferrara/cronaca/2014/07/20/news/serve-un-marchio-per-la-nostra-soia-non-transgenica-1.9631689 Anche in Friuli Venezia Giulia se n'è parlato recentemente “Soia non Ogm, opportunità per il Friuli”: http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/05/08/news/soia-non-ogm-opportunita-per-il-friuli-1.9184923
- I vantaggi per la biodiversità conseguiti con l'agricoltura biologica non sono adeguatamente conosciuti
Nature Communications 5, Article number: 4151 doi:10.1038/ncomms5151
Received 12 December 2013 Accepted 19 May 2014 Published 24 June 2014
Abstract
L'agricoltura biologica è promossa e sostenuta per i suoi effetti di ridurre l'impatto ambientale dell'agricoltura stessa, tuttavia sorprendentemente, poco si sa dei suoi effetti a livello aziendale, che costituisce l'unità primaria del processo decisionale. In questa ricerca segnaliamo gli effetti dell'agricoltura biologica sulla biodiversità a livello regionale con campionamento di piante, lombrichi, ragni e api effettuato in 1470 campi di 205 fattorie biologiche e non biologiche, casualmente selezionate in dodici regioni europee e africane. La ricchezza di specie è, in media, del 10,5% superiore nei campi coltivati a biologico rispetto a quelli di produzione nonbiologica, che aumenta fino al 45% rispetto ai campi coltivati in modo intensivo. La maggiore ricchezza di specie è in parte causata dalla maggiore abbondanza di organismi con prevalenza di piante e api ma anche, in misura minore, di lombrichi e ragni. http://www.nature.com/ncomms/2014/140624/ncomms5151/full/ncomms5151.html
- L'agricoltura biologica può favorire la biodiversità? La risposta è sì. L conferma proviene da un recente studio condotto da diversi scienziati della Technische Universität München (TUM), secondo questi studiosi non solo l'agricoltura bio può favorire la biodiversità ma, gli stessi diversi habitat giocano un ruolo importante per le pratiche agricole biologiche.
Lo studio di rilievo internazionale, ha esaminato dieci regioni in Europa e due in Africa, ed ha o mostrato come le aziende agricole biologiche devono sostenere attivamente la biodiversità per una loro “miglior riuscita”. Il team scienziati della TUM ha operato questo studio tra 2010 e il 2013 utilizzato metodi uniformi in tutta Europa e in Africa, per acquisire i dati e analizzarli e per stabilire l'impatto di tali metodi sull'allevamento e sulla coltivazione sulla biodiversità. Sono state esaminate dodici regioni che utilizzavano diversi sistemi di produzione, tali aziende agricole sono state selezionate in modo casuale e come unico “punto in comune” era possedere una certificazione bio di almeno cinque anni.Gli studi hanno “portato alla luce” diversi risultati nei campi: sono state trovate più specie di piante e di api nei campi biologici che in quelli non biologici e in questi ultimi, sono stati riscontrati più specie di ragni e lombrichi.
Continuando lo studio si è notato come, per sostenere la biodiversità dei terreni, attualmente gravemente minacciata dall'impetuoso sfruttamento dell'uomo, i ricercatori hanno individuato in alcuni metodi dell'agricoltura biologica enormi sforzi dedicati alla conservazione degli habitat come per esempio, l'aumento del numero di habitat diversi, grazie all'aggiunta di elementi strutturali come boschi o terreni incolti. Gli habitat diversi “aggiunti”(come le siepi in aziende o le strisce erbacee) nella fattoria, hanno un enorme impatto sulla biodiversità del posto e contribuiscono al sostentamento di questo elemento: unica chiave per la sopravvivenza della natura e, della nostra specie. http://aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2774:lagricoltura-biologica-tutela-della-biodiversita&catid=194:bioagricoltura-notizie-25-luglio-2014&Itemid=163
- Se permangono forti dubbi sui transgenici nel cibo per umani e nei mangimi, viceversa, ricerche peer-reviwed confermano che Il cibo biologico fa molto bene. Una nuova riconferma scientifica.
Il cibo biologico fa bene alla natura ed a noi ma, molto spesso c'è una certa "disinformazione" sulle qualità nutritive di questi prodotti. E' noto a molti che nel cibo biologico c'è una maggiore presenza di di antiossidanti, non contiene metalli tossici ne pesticidi. Approfondiamo: in particolare, i livelli di antiossidanti presenti negli alimenti bio sono superiori rispetto al cibo proveniente dall'agricoltura “convenzionale” per una percentuale che va dal 19% al 69%. La dimostrazione di queste cifre proviene da un recente studio condotto oltremanica, secondo questo studio, i cibi coltivati con "metodo" biologico cioè utilizzando concimi esclusivamente naturali e riutilizzando ogni tipo di materiale, sono presenti meno residui di pesticidi, concentrazioni di cadmio più basse e un maggior quantitativo di antiossidanti. Ad evidenziare questa teoria, c'è un altro team di ricercatori della Newcaslte University che, dopo svariate analisi sul tema, ha concluso che scegliere cibo bio per la propria alimentazione arricchisce la dieta di antiossidanti come se mangiassimo 1 o 2 porzioni in più di frutta e verdura “convenzionale” in più al giorno. Secondo il professor Carlo Leifert, che ha condotto il team di ricercatori, questo studio deve rappresentare un punto di partenza per approfondire la superiorità nutrizionale degli alimenti bio. I ricercatori hanno dimostrato senza ombra di dubbio che ci sono differenze tra le sostanze presenti negli alimenti bio e in quelli tradizionali. Dunque ora si sente ancor di più l'urgenza di condurre studi specifici che identifichino quali siano gli impatti per la salute umana del passaggio ad una dieta bio.
- Un recente articolo scientifico pubblicato sul British Journal of Nutrition riporta i risultati di una meta-analisi sulla base di 343 pubblicazioni peer-reviewed che nel complesso indicano differenze statisticamente significative nella composizione nutrizionale tra alimenti biologici e non biologici in un confronto basato su singole colture. Di particolare significato, le concentrazioni di vari antiossidanti quali i polifenoli, risultate significativamente più alte in alimenti bio, con livelli superiori rispetto alle controparti convenzionali per acidi fenolici (+19%), flavononi (+69%), stilbeni (+28%), flavoni (+26%), flavonoli (+50%) e antocianine (+51%).
Studi epidemiologici hanno legato molti di questi composti alla riduzione del rischio di malattie croniche, tra cui patologie cardiovascolari e neurodegenerative e alcuni tipi di cancro. Inoltre, la presenza di residui di antiparassitari è risultata essere di 4 volte superiore nelle colture convenzionali che contenevano anche concentrazioni significativamente più elevate di metalli tossici come il cadmio. Differenze significative sono state infine rilevate anche per altri composti quali minerali e vitamine.
Lo studio: Higher antioxidant and lower cadmium concentrations and lower incidence of pesticide residues in organically grown crops: a systematic literature review and meta-analyses. Barański, M.; Srednicka-Tober, D.; Volakakis, N.; Seal, C.; Sanderson, R.; Stewart, F.J.;Benbrook, C.M.; Biavati, B.; Markellou,
http://csanr.wsu.edu/m2m/papers/organic_meta_analysis/bjn_2014_full_paper.pdf
journal: British Journal of Nutrition, 2014, 26:1-18
- Mentre il transgenico guarda esclusivamente al profitto di chi è in cima alla filiera, I principi fondamentali dell'agricoltura biologica riconfermano la sua validità e convenienza, multitask
L'agricoltura biologica si compone di quattro principi fondamentali che, ne costituiscono la base, le radici e dalle quali questo metodo cresce, si sviluppa e pone i propri valori:
• Il principio della salute
• Il principio di ecologia
• Il principio di equità
• il principio di cura
Ogni principio ha una propria valenza ma, collegati tra loro, inspirano e portano avanti il movimento in tutta la sua diversità e potenza. Riassumiamo in breve il significato di ognuno di questi principi.
Il principio della salute: l'agricolturabiologica deve sostenere e migliorare la salute del suolo, della pianta, dell'animale, dell'uomo e non per ultimo del pianeta unico e indivisibile.
Il principio di ecologia: l'agricoltura biologica, per essere funzionale, dovrebbe basarsi sulla convivenza di sistemi ecologici in grado di lavorare tra loro. Emularli e aiutarli nel sostentamento.
Il principio di equità: l'agricoltura biologica si basa su rapporti che assicurano equità per quanto riguarda l'ambiente comune e le opportunità di vita.
Il principio di cura: l'agricoltura biologica deve essere gestita in modo precauzionale e responsabile per proteggere la salute e il benessere delle generazioni attuali e future e soprattutto, dell'ambiente.
Questi principi uniti e in cooperazione tra loro, fanno dell'agricoltura biologica un modo alternativo e sostenibile di lavorare e “sfruttare” la terra, fonte di vita e sostentamento primario per l'uomo. http://aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2774:lagricoltura-biologica-tutela-della-biodiversita&catid=194:bioagricoltura-notizie-25-luglio-2014&Itemid=163
- “Breeding by design”, ovvero selezione operata mediante maker molecolari
Intervista al Prof. Monastra*
- Ho sentito parlare di vie tecnologicamente molto evolute, ma che non richiedono l’uso della transgenesi. Esistono e possono conseguire buoni risultati?
- “Sì esistono e sono assai interessanti. Alcuni si “dimenticano” di evidenziare che la scienza e la tecnologia oggi disponibile possono fornire anche vie differenti da quella degli OGM per conseguire moltissimi risultati analoghi. Così viene ignorato, ad esempio, il breeding by design, che rappresenta appunto una alternativa alle piante transgeniche. Questo metodo costituisce una fase estremamente avanzata ed efficace delle tecniche di incrocio e selezione varietale: è una nuova e sofisticata tecnologia che permette di ottenere risultati precisi e rapidi. Come scrivono due esperti del settore, Peleman, e van der Voort, “Il breeding by design possiede le stesse potenzialità che pretenderebbero avere gli OGM per il miglioramento delle colture, ma richiede meno investimenti e inoltre non si pone in contrasto con l’opinione pubblica”. Pochi sanno che dal 2000 ad oggi almeno ventisette varietà vegetali sono state migliorate con l’uso della selezione operata mediante maker molecolari, ottenendo risultati molto soddisfacenti tanto che sono state immesse sul mercato e utilizzate in diversi paesi, anche in via di sviluppo. Andrebbe anche citato il riso Nerica, dalla elevata produttività e resistenza agli stress ambientali, che è stato il risultato, ottenuto senza transgenesi, della ricerca autoctona di scienziati africani. Con questo voglio dire che non bisogna confondere il campo molto ampio e differenziato delle biotecnologie, che presenta molteplici aspetti interessanti e promettenti, con quello più ristretto dell’ingegneria genetica e, ancora di più, della transgenesi in senso specifico: questi ultimi due settori fanno parte dell’ambito biotecnologico, ma non lo esauriscono affatto. Tutt’altro! Quindi si può essere perplessi verso gli alimenti transgenici senza per questo negare le grandi potenzialità positive di altri settori della biologia molecolare. E sottolineo tutto ciò per smentire ancora un volta l’interessata menzogna di chi accusa tutti i critici degli OGM di essere annebbiati dal pregiudizio antiscientifico. Sono loro ad essere “annebbiati” da interessi spesso poco limpidi.” http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=31746
*Giovanni Monastra, Biologo, Ricercatore, Direttore Generale dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) di Roma, dove nel periodo ottobre 2002 - settembre 2005 ha svolto le mansioni di Coordinatore Scientifico, organizzando e seguendo lo sviluppo e la realizzazione di vari progetti dell’Istituto, tra cui, in particolare, il Piano di biosicurezza sugli Organismi Geneticamente Modificati: Progetto-Quadro OGM in agricoltura (MIPAF 2003). In seguito dirigente presso il Dipartimento dell’Ambiente del Comune di Roma
“Il “Breeding by design” è un concetto che mira a controllare tutte le variazioni alleliche per tutti i geni di importanza agronomica. Questo concetto può essere ottenuto attraverso una combinazione di mappatura genetica precisa, applicata ad alta risoluzione del cromosoma e fenotipizzazione estesa. Grazie alla tecnologia dei marcatori, strumenti software e il know-how disponibile oggi, questo obiettivo può ora essere raggiunto. A seconda del tempo di generazione specifica, strategie di selezione assistita controllata possono portare alla produzione di varietà (vegetali) di qualità superiore entro cinque-dieci anni.” http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12878017
Johan D. Peleman, Jeroen Rouppe van der Voort
- Secondo la FAO, l’agricoltura Biologica, risparmia e assorbe CO2, non solo, intensifica la produzione in modo sostenibile e sarebbe in grado di assicurare cibo a tutta la popolazione mondiale
Oltre a consumare meno energia ed emettere meno gas serra, l’agricoltura biologica funziona da serbatoio di carbonio: ogni ettaro così coltivato assorbe una tonnellata e mezza di CO2. La Fao (Food and Agriculture Organization of the United Nations
), nel rapporto “Agricoltura biologica e sicurezza alimentare” scrive che “gli elementi di forza dell’agricoltura biologica sono l’indipendenza dai combustibili fossili e il fare affidamento su mezzi di produzione disponibili localmente. Intervenendo con processi naturali, l’agricoltura biologica incrementa la resistenza degli ecosistemi nei confronti di condizioni climatiche difficili”. Anche gli allevamento bio sono meno impattanti perché, grazie al tipo di dieta del bestiame e al ridotto affollamento, generano emissioni ridotte. http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/le-7-regole-della-spesa-anti-emissioni
«L’agricoltura organica non è più un fenomeno che riguarda solo i Paesi sviluppati, ma è oggi praticata commercialmente in 120 paesi, con 31 milioni di ettari coltivati e un mercato di oltre 40 miliardi di dollari nel 2006», si legge in un rapporto della Fao presentato alla conferenza internazionale su Agricoltura biologica e sicurezza alimentare. «Gli elementi di maggior forza dell’agricoltura biologica sono la sua indipendenza dai combustibili fossili e il suo fare affidamento su mezzi di produzione disponibili localmente. Intervenendo con processi naturali incrementa l’efficacia dei costi e la resistenza degli ecosistemi agricoli nei confronti di condizioni climatiche difficili», si legge nel rapporto. «Gestendo la biodiversità nel tempo (rotazione delle colture) e nello spazio (sistema delle colture miste) gli agricoltori biologici usano il loro lavoro e i loro servizi ambientali per intensificare la produzione in modo sostenibile. L’agricoltura biologica (“organic”) inoltre rompe il circolo vizioso dell’indebitamento a cui sono costretti i piccoli agricoltori per acquistare i mezzi di produzione agricoli, che ha causato un allarmante numero di suicidi». http://slowfood.it/sloweb/3E6E345B0c6db1AFA9tsn19D34A1/secondo-la-fao-il-biologico-pu%C3%B2-soddisfare-il-fabbisogno-del-mondo
Nello studio si fa riferimento a studi recenti su alcune produzioni biologiche che indicano che l’agricoltura organica potrebbe produrre cibo a sufficienza per il fabbisogno della popolazione mondiale.
“Questi modelli indicano che l’agricoltura organica ha il potenziale di assicurare cibo a tutta la popolazione mondiale, come l’agricoltura tradizionale fa oggi, solo con un minore impatto ambientale”. http://www.fao.org/NEWSROOM/it/news/2007/1000550/index.html
- Il BIOLOGICO raggiunge in Italia il 10% dell’intera superficie coltivata nazionale.
Il Biologico: "Una rivoluzione e un modello economico che si sta sviluppando da solo e di cui la politica stenta a prendere atto"
“Il biologico piace sempre di più. I consumi nel mercato italiano del bio sono cresciuti del 17,3% nei primi cinque mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Si tratta dell aumento di consumi nel comparto più elevato dal 2002. E' quanto ha rilevato da un rapporto del Sistema d Informazione Nazionale sull Agricoltura Biologica e dell'Ismea. Le uova sono il prodotto bio più acquistato, conun incidenza del 9,5% sulla spesa totale. Gli operatori del settore biologico, al 31 dicembre 2013, risultano essere 52.383,con un aumento complessivo del 5,4% rispetto al 2012.I produttori esclusivi sono 41.513 e oltre 6mila i preparatori esclusivi (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio). In aumento rispetto al 2012 anche la superficie coltivata secondo il metodo biologico, che al 31 dicembre 2013 risulta di un milione e 300mila ettari (circa il 10% del totale della superficie coltivata nazionale) con un aumento complessivo annuale del 12,8%. Aumento consistente anche per le produzioni animali, in particolare per gli equini.Il settore, ha sottolineato il ministro Martina, vale 3 miliardi nel nostro Paese e che riguarda oltre il 10% della superficie agricola nazionale. Durante il semestre italiano di Presidenza dell Ue, ha assicurato Martina, "lavoreremo sulla riforma della normativa europea sul biologico, sulla quale già nel primo Consiglio dei Ministri dell agricoltura a Bruxelles si è aperto un positivo dibattito". http://video.ilsole24ore.com/TMNews/2014/20140729_video_13502779/00023313-italiani-sempre-pi-bio-consumi-173-nei-primi-5-mesi.php e anche: http://www.aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2780&Itemid=33
Il termine "agricoltura biologica" indica un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l'impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi).
Agricoltura biologica significa sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell'acqua e dell'aria, utilizzando invece tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo. Per salvaguardare la fertilità naturale di un terreno gli agricoltori biologici utilizzano materiale organico e, ricorrendo ad appropriate tecniche agricole, non lo sfruttano in modo intensivo. Per quanto riguarda i sistemi di allevamento, si pone la massima attenzione al benessere degli animali, che si nutrono di erba e foraggio biologico e non assumono antibiotici, ormoni o altre sostanze che stimolino artificialmente la crescita e la produzione di latte. Inoltre, nelle aziende agricole devono esserci ampi spazi perché gli animali possano muoversi e pascolare liberamente. In agricoltura biologica non si utilizzano sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere). Alla difesa delle colture si provvede innanzitutto in via preventiva, selezionando specie resistenti alle malattie e intervenendo con tecniche di coltivazione appropriate, come, per esempio:
la rotazione delle colture: non coltivando consecutivamente sullo stesso terreno la stessa pianta, da un lato si ostacola l'ambientarsi dei parassiti e dall'altro si sfruttano in modo più razionale e meno intensivo le sostanze nutrienti del terreno;
la piantumazione di siepi ed alberi che, oltre a ricreare il paesaggio, danno ospitalità ai predatori naturali dei parassiti e fungono da barriera fisica a possibili inquinamenti esterni; la consociazione: coltivando in parallelo piante sgradite l'una ai parassiti dell'altra. In agricoltura biologica si usano fertilizzanti naturali come il letame opportunamente compostato ed altre sostanze organiche compostate (sfalci, ecc.) e sovesci, cioè incorporazioni nel terreno di piante appositamente seminate, come trifoglio o senape. In caso di necessità, per la difesa delle colture si interviene con sostanze naturali vegetali, animali o minerali: estratti di piante, insetti utili che predano i parassiti, farina di roccia o minerali naturali per correggere struttura e caratteristiche chimiche del terreno e per difendere le coltivazioni dalle crittogame. Il ricorso a tecniche di coltivazione biologiche ricostruisce l’equilibrio nelle aziende agricole; qualora, comunque, si rendesse necessario intervenire per la difesa delle coltivazioni da parassiti e altre avversità, l’agricoltore può fare ricorso esclusivamente alle sostanze di origine naturale espressamente autorizzate e dettagliate dal Regolamento europeo (con il criterio della cosiddetta “lista positiva”). Segue: http://www.aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=112&Itemid=136
Bio in cifre 2014 (anteprima) : Il presente Report sintetizza i principali del Rapporto Bio in cifre che verranno presentati al Sana di Bologna http://www.ismeaservizi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4279
- A Bordeaux un vigneto pesticidi-free. E le viti non sono CERTO Ogm !
SENZA OGM?? ...ECCERTO CHE SI PUO' !
A Bordeaux un produttore ha impiantato un vigneto con viti resistenti a diverse malattie, che praticamente non avranno quasi bisogno di trattamenti con pesticidi. Non si tratta di piante Ogm però ma di semplici selezioni tra diversi vitigni. In particolare una varietà proveniente dalla Germania basata su un incrocio tra Sauvignon e Riesling e un rosso derivante da un mix di Cabernet Sauvignon.
In tutto il vigneto sperimentale copre poco più di tre ettari dei 440 di proprietà di Jeremy Ducourt. Il produttore racconta di aver lavorato più di un anno per trovare le varietà giuste.
Ma Ducourt probabilmente non sarà l’unico. La Francia infatti ha emanato un piano con lo scopo di ridurre del 50% l’uso di pesticidi in agricoltura entro il 2018.
Forse varrebbe la pena di pensarci anche in Italia. http://fernandaroggero.blog.ilsole24ore.com/2014/08/12/in-bordeaux-un-vigneto-pesticidi-free-e-le-viti-non-sono-ogm/
- Le opportunità di un'agricoltura "Ogm free"
"La forza del made in Italy alimentare sta nel nostro grande patrimonio di biodiversità. Le sementi Ogm, uguali in tutto il mondo, lo impoverirebbero". Carlo Petrini
http://www.repubblica.it/cronaca/2014/09/24/news/petrini_ogm_poche_le_garanzie_meglio_tenerli_lontani-96531186/
- Rivoluzione bio in India: 5 mln di agricoltori in 100mila villaggi
Narendra Modi, attuale 14esimo primo ministro dell’India, ha mostrato la propria predilezione per l’agricoltura biologica. E presto svelerà un piano d’azione per coinvolgere almeno 5 milioni di agricoltori in 100 mila villaggi. In India avremo presto un sistema di agricoltura biologica su larga scala. Il progetto nasce per rispondere alla crescita della domanda di prodotti coltivati senza pesticidi. Il primo ministro sta dando gli ultimi ritocchi al progetto di agricoltura biologica integrata che molto probabilmente rivoluzionerà l’India.Il Governo ha intenzione di coinvolgere almeno 50 agricoltori in ognuno dei 100 mila villaggi che rientreranno nel progetto. Le linee guida comprenderanno tutto il supporto necessario per avvicinare i coltivatori all’agricoltura biologica. Il Governo indiano avrebbe inoltre intenzione di creare un’istituzione apposita che si occupi di proporre sul mercato i nuovi prodotti bio. Ciò significa che gli agricoltori che passeranno al biologico non dovranno preoccuparsi delle vendite. “Come parte di un pacchetto completo, creeremo un organismo che si occuperò di comprare i prodotti bio dai villaggi e di venderli innanzitutto in India, prima di valutare le possibilità di esportazione” – hanno dichiarato le autorità indiane. Il Governo indiano si propone di assicurare che ogni villaggio metta a disposizione dei terreni per l’agricoltura biologica. Queste aree verranno allestite con compostiere e altri strumenti utili. Il perimetro dell’area da coltivare verrà segnalato piantando degli alberi. Nascerà una collaborazione tra i nuovi piani del Governo e la missione Gokul, nata per assistere e supportare dal punto di vista finanziario ONG e persone attive in agricoltura. Le due iniziative vengono considerate complementari per ottimizzare i guadagni dei lavoratori del mondo rurale. Un caso esemplare, dove è il Governo a promuovere l'agricoltura biologica, anziché ostacolarla, con obiettivi importanti: rispetto dell'ambiente e dei lavoratori, rinuncia ai pesticidi, alimentazione sana, cresciota economica grazie a un nuovo mercato per lo sviluppo rurale sostenibile. http://www.greenbiz.it/biologico/11655-biologico-india
- LA SOVRANITA’ ALIMENTARE,UN DIRITTO INALIENABILE
“La sovranità alimentare, è una bellissima espressione, coniata quasi vent'anni fa da La Via Campesina, per indicare il diritto di ogni paese (e dunque dei suoi cittadini, del suo popolo) ad avere il controllo politico su quel che si coltiva e si mangia sul proprio territorio, cioè a decidere le proprie politiche agricole in base alle proprie necessità nutrizionali, economiche, culturali ed ecologiche...Questo diritto è fondamentale per il benessere di un popolo, quel benessere che non si misura con il Pil ma con strumenti ben più accurati e - lasciatemelo dire - scientifici: si misura andando a rilevare la quantità di glifosato presente nelle acque di falda, si misura monitorando le incidenze di determinati tipi di tumori, si misura rilevando le competenze alimentari diffuse tra le giovani generazioni, si misura in termini di identità, quella stessa identità che rende così economicamente rilevante il nostro made in Italy..”
http://www.repubblica.it/ambiente/2014/10/05/news/anche_gli_scienziati_divisi_sugli_ogm_ecco_perch_allitalia_conviene_dire_no-97358699/
- L'agricoltura biologica è rivoluzionaria!
L’agricoltura biologica è l’unica vera soluzione per le emissioni di Co2, la disoccupazione e gli Ogm. Gli esperti sono concordi e vedono nell’agricoltura biologica la svolta per il futuro del Pianeta. E’ tempo di ritornare alle radici per salvare l’ambiente e l’economia. Secondo il Rodale Institute i vantaggi vanno bem oltre. L’agricoltura biologica è la risposta all'incombente catastrofe climatica. I ricercatori hanno scoperto che le proprietà rigenerative dell’agricoltura biologica consentono al terreno di sequestrare il carbonio tanto da limitare, ma anche fino ad invertire, i livelli di emissioni di Co2 in atmosfera.
Kristine Nichols, esperta del Rodale Institute, ha spiegato che se passiamo ad un modello che possa rigenerare il settore agricolo, in breve tempo taglieremmo il 40% del totale delle emissioni annuali di Co2, che saranno sottratte all’atmosfera e immagazzinate nel terreno. Si stima una riduzione di circa 21 miliardi di tonnellate di Co2 ogni anno, il corrispettivo di 4,25 miliardi di auto eliminate dalla circolazione.
L’agricoltura biologica permette dunque che il carbonio venga assorbito dal terreno e non vada ad incrementare i livelli di Co2 in atmosfera. Fino a questo momento l’agricoltura è stata presentata come il problema, cioè come la causa del 30% della produzione di gas a effetto serra. Ma secondo gli esperti del Rodale Institute l’agricoltura è in realtà la soluzione, grazie al metodo biologico.
Si tratta di adottare pratiche che non solo aiutino gli agricoltori a coltivare cibo più sano e in abbondanza, ma anche a rafforzare le aziende agricole e a rendere i terreni maggiormente in grado di trattenere il carbonio. Ecco che il denaro speso per la ricerca sugli Ogm potrebbe essere dirottato a maggiori studi sulla rigenerazione del terreno e dedicati all’agricoltura biologica. Giungiamo al punto dolente. Gli Ogm sono una trappola economica per gli agricoltori che minaccia ognuno di noi, come sottolinea il Rodale Institute….Perché il sistema di controllo assoluto dell’agricoltura, in particolar modo da parte di Monsanto, sta rendendo ai contadini la vita impossibile. In India qualcosa si sta già muovendo, dato che il Governo ha appena annunciato la volontà di diffondere l’agricoltura biologica su larga scala, coinvolgendo 5 milioni di contadini in 100 mila villaggi. http://www.greenbiz.it/biologico/11674-agricoltura-biologica-emissioni-co2
SOLLECITARE RICERCA E STUDI SULLA RIGENERAZIONE DEL TERRENO E SULL'AGRICOLTURA BIOLOGICA. Questo si che VALE LA PENA!
- Con il biologico si guadagna di più e si crea più lavoro
"Difendiamo il modello dell'agricoltura diffusa: con gli ogm si rischia di impoverire milioni di persone a vantaggio di un oligopolio" Più informatizzata, più giovane, con maggiore capacità di offrire lavoro. E' l'identikit dell'azienda biologica secondo il rapporto curato da Mipaaf, Inea, Ismea e Sinab presentato oggi in occasione della Biodomenica organizzata dall'Aiab (appuntamento principale a Roma, ai Fori imperiali). Dal confronto con un'azienda di tipo tradizionale emerge il profilo di un'attività di dimensione spesso familiare, con un'età media bassa (il 22% ha tra i 20 e i 39 anni a fronte del 9,6% del totale delle aziende) e un alto livello di scolarizzazione (49% di laureati e diplomati, contro una media del 24%).
Con il biologico si guadagna di più e si crea più lavoro: il reddito netto per unità lavorativa familiare è di 51.478 euro contro i 34.294 euro delle aziende che producono in modo convenzionale. Inoltre nel bio si spende il 14% in più per il lavoro (22.957 euro contro i 15.066 del convenzionale) e per l'innovazione tecnologica: il 15,6 % delle aziende biologiche italiane è informatizzato contro il 3,8%, delle convenzionali; il 10,7% ha un sito web contro l'1,8%; il 5,2% usa l'e-commerce contro lo 0,7%.
Infine le imprese bio si caratterizzano per la diversificazione delle attività produttive (agriturismo, attività ricreative e sociali, fattorie didattiche) che riguarda il 17% delle aziende (oltre il triplo rispetto alla media nazionale) e la vendita diretta (89% rispetto al 64% delle altre).
"In questi giorni si parla molto di ogm e spesso si trascurano gli aspetti sociali legati all'invasione degli alimenti geneticamente modificati", ricorda Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab, l'Associazione italiana agricoltori biologici. E continua: "Al di là delle evidenze scientifiche sui rischi di contaminazione dei prodotti tradizionali, che sono alti, c'è un problema di sovranità alimentare. Tre specie - mais, riso e grano - sfamano il 50% della popolazione e quattro multinazionali controllano già il 70% del mercato dei semi. Togliere spazio all'agricoltura familiare e tradizionale a vantaggio del modello iper industrializzato e centralizzato vuol dire impoverire milioni di persone e arricchire un oligopolio. Gli ogm fanno male alla democrazia" .
In Italia il modello dell'agricoltura familiare è ancora prevalente. Tra l'altro - fanno notare all'Aiab - il presidio del territorio assicurato da questa presenza diffusa rappresenta un antidoto contro il dissesto idrogeologico. Ridurlo significa aumentare ulteriormente il rischio di alluvioni e frane che il cambiamento climatico sta già innalzando. http://www.repubblica.it/ambiente/2014/10/12/news/aziende_biologiche-97911310/
- Agricoltura biologica sempre più forte, soprattutto al Sud
Il boom del bio non si arresta, Sicilia in primis, e con chi produce aumenta anche chi acquista.
Che l’agricoltura biologica sia letteralmente un fiore all’occhiello della nostra economia è accertato da tempo. Solo nel 2013 si è registrato un aumento del 5,4% degli operatori del settore rispetto al 2012 e un 12,8% in più di terreno adibito a coltivazioni bio, per un totale di 1.317.177 ettari complessivi lungo tutto lo stivale, grosso modo come Abruzzo e Molise messi insieme.
A trainare questa esplosione la Sicilia, dove si registra un incremento del 25% degli operatori che operano nel settore rispetto all’anno precedente.
Anche limitandoci all’agroalimentare, nessun’altro settore ha registrato negli ultimi anni incrementi simili. Cresce chi il biologico lo produce, ma anche chi lo acquista, italiano o no che sia. Al contempo infatti sono aumentate sensibilmente anche le importazioni, il 12% in più rispetto al 2012.
Questi i dati forniti dal recentissimo dossier Bio in cifre 2014 prodotto da SINAB – Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica su rilevamenti del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF), che confermano anche per quest’anno i dati relativi all’anno precedente. (Wired ne aveva parlato qui, in un articolo a firma di di Marco Boscolo).
Boom siciliano, ma il sud non cresce. Per la Sicilia nel 2013 è proprio il caso di parlare di esplosione bio. Un aumento degli operatori del 25% in un solo anno, un incremento più che significativo se consideriamo che la media italiana si attesta intorno al 2,8% e che la seconda regione come tasso di crescita nel settore, le Marche, si ferma al +7,7%. A ben vedere però il sud non se la cava molto bene. La media risulta infatti pesantemente influenzata dal +25% siciliano: se non consideriamo la Sicilia, la media delle altre regioni del sud mostra addirittura una flessione negativa rispetto al 2012 ( -0,35%), e la media italiana si ferma a +1,6%.
È invece il nord a registrare gli incrementi più alti, in particolare il nord est (ivi compresa l’Emilia Romagna), mentre il centro rimane – anche se di poco – sotto la media.....
- Alimenti Biologici: Maggior capacità Antiossidante
Studio italiano conferma le migliori proprietà offerte da un’alimentazione bio, soprattutto per i più piccoli (nonostante le mense). L’agricoltura biologica fa bene, anzi, meglio. Non si tratta dell’ennesima dichiarazione ma del risultato di ben 3 studi condotti in Italia dall’Università di Tor Vergata di Roma. “Sono tre gli studi che abbiamo condotto a livello nazionale” spiega Laura Di Renzo, ricercatrice della sezione di nutrizione clinica e nutrigenomica dell'Università all’Adnkronos. In particolare, dal progetto Sabio (La sostenibilità dell'agricoltura biologica) emerge che i prodotti bio hanno una maggiore capacità antiossidante rispetto ai prodotti convenzionali “con una percentuale dal 15 al 200%”. Ma i vantaggi non si fermano qui. “Abbiamo rilevato un aumento dei livelli hdl (il colesterolo “buono”) ed una riduzione delle proteine dell'infiammazione, del colesterolo e delle perdite di proteine nel sangue”. Inoltre, aumenta “la quota di acido folico, e riduce i livelli di omocisteina nel sangue”.
Ma se i benefici sono molti, naturalmente saranno le scuole e le mense scolastiche quelle più attente agli ingredienti. “Purtroppo - sottolinea la ricercatrice – con il progetto sulla sostenibilità della mensa scolastica biologica abbiamo riscontrato che tranne Roma, eccellenza in Europa per i prodotti bio nelle scuole, le altre regioni sono poche attente a questo tema”. “Dove non è stata fatta una campagna di sensibilizzazione - continua Di Renzo - i nostri bambini sono più obesi. Ci sono alcuni studi che dimostrano una relazione tra il consumo dei pesticidi e l'obesità. Tra i fattori che incidono sull'obesità, infatti, c'è anche la qualità dei prodotti scelti”. Ma attenzione, “spesso si confonde il biologico con il naturale. Acquistare dal contadino sotto casa non vuol dire mangiare biologico”. Il biologico, ricorda Di Renzo, “è un prodotto garantito, certificato e lo riconosciamo dal marchio”.http://www.lavitabio.it/articolo.asp?id=425 31/10/2014
- Ricerca: Pomodori biologici risultano essere più gustosi e più nutrienti dei convenzionali
nUn nuovo studio condotto da un team di ricercatori universitari internazionali, ha confermato che i pomodori biologici sono non solo più nutrienti rispetto ai loro omologhi convenzionali: hanno anche un sapore migliore.
La ricerca viene da ricercatori francesi e brasiliani, affiliati con France's University of Avignon e la Brazil's Federal University Ceara. I ricercatori hanno confrontato i pomodori biologici coltivati nella regione nord-est del Brasile con i pomodori coltivati in modo convenzionale, coltivate nella stessa regione in condizioni simili.
I ricercatori hanno poi preso numerosi campioni attraverso la stagione di crescita, e confrontati vari componenti nutrizionali, tra cui i livelli Brix (dolcezza), pH, attività antiossidante, contenuto fenolico, contenuto di antociani e di flavonoidi gialli, contenuto di vitamina C, contenuto di enzimi, contenuto di acidi grassi, contenuto di clorofilla e livelli di perossidazione lipidica.
In fase di maturazione, i pomodori biologici avevano livelli significativamente più elevati di molti di questi nutrienti e di benefici medicinali.
I pomodori biologici nella fase matura
• Livelli più elevati di fenoli totali dal 139% a più del doppio
• livelli più elevati del 140% di Fenilalanina ammoniaca-liasi - una misura dell'attività enzimatica
• la potenza antiossidante superiore del 90% - misurata dai livelli di superossido dismutasi - una misura del potenziale di annichilimento dei radicali liberi
• Un aumento del 72% di contenuto di flavonoidi gialli
• Livelli più elevati del 57% di vitamina C
• Livelli superiori del 28% di acido citrico
• Livelli Brix superiori al 57%, che influenzano il gusto - dolcezza
Allo stesso tempo, i pomodori biologici erano del 40% più piccoli quando maturo rispetto ai pomodori coltivati in maniera tradizionale.
I ricercatori hanno anche trovato prove che le piante di pomodoro biologiche producono più nutrienti dei pomodori convenzionali. Gli elementi primari sono correlati agli aumenti di confronto in entrambi i fenoli (o polifenoli) e livelli degli enzimi. C'è stato nei pomodori biologici un aumento dell'attività enzimatica, e questo probabilmente determina il contenuto fenolico superiore.
Nella loro conclusione, i ricercatori hanno dichiarato:
“Il nostro lavoro dimostra chiaramente che i frutti di pomodoro da agricoltura biologica hanno infatti una dimensione e massa più piccola dei frutti provenienti da sistemi di coltivazione convenzionali, ma anche una qualità sostanzialmente migliore in termini di concentrazioni in solidi solubili e sostanze fitochimiche, come la vitamina C e composti fenolici totali. Fino a poco tempo fa, l'attenzione si è concentrata principalmente sulla produzione piuttosto che sulla qualità gustativa e micronutrizionale di prodotti vegetali freschi. Questo potrebbe essere valido per alimenti di base, ma, per quanto riguarda frutta e verdura, si può sostenere che il gusto e la qualità micronutrizionale importano più dell’approvvigionamento energetico.”
I polifenoli sono composti vegetali che sono stati collegati a prevenire malattie cardiache, demenza e cancro.
Inoltre, i ricercatori hanno trovato che i livelli "gustativi" - una qualità di gusto - dei pomodori biologici erano significativamente più alti rispetto ai pomodori tradizionali. In altre parole, i pomodori biologici assaggiati sono semplicemente meglio.
Questa nuova scoperta conferma le precedenti ricerche che hanno dimostrato anche che la frutta biologica tende a contenere alti livelli di alcuni nutrienti come il licopene, la vitamina C e il contenuto fenolico.
Si può dire che il bilogico ben valga il prezzo leggermente più alto - soprattutto se si considerano gli effetti disastrosi che pesticidi, erbicidi e fertilizzanti chimici stanno avendo sul nostro ambiente.
http://www.greenmedinfo.com/…/organic-tomatoes-found-be-tas…
Questo studio è stato condotto allo scopo di verificare l'ipotesi che il pomodoro frutto da agricoltura biologica accumula più composti nutrizionali, come fenoli e vitamina C in conseguenza delle condizioni stressanti associati sistema agricolo. La crescita di frutta da agricoltura biologica è stata più ridotta, mentre l'acidità titolabile, il contenuto di solidi solubili e le concentrazioni di vitamina C erano rispettivamente del + 29%, + 57% e superiori a 55% nella fase di maturità commerciale. A quel tempo, il contenuto fenolico totale è stato del + 139% rispetto ai frutti provenienti da agricoltura convenzionale che sembra in linea con la maggiore attività, più del doppio, della fenilalanina ammonio liasi (PAL) che abbiamo osservato durante lo sviluppo di della frutta da agricoltura biologica. Il grado di perossidazione lipidica della membrana cellulare (LPO) è stato superiore del 60% nei pomodori biologici. L'attività SOD era anche molto più alta nei frutti da agricoltura biologica. Nel loro insieme, le nostre osservazioni suggeriscono che le condizioni di sforzo che subiscono i frutti di pomodoro da agricoltura biologica determinano lo stress ossidativo e l'accumulo di alte concentrazioni di solidi solubili come gli zuccheri e altri composti che contribuiscono alla qualità nutrizionale della frutta come la vitamina C e composti fenolici.
Oliveira, A. B., Moura, C. F., Gomes-Filho, E., Marco, C. A., Urban, L., & Miranda, M. R. A. (2013). The impact of organic farming on quality of tomatoes is associated to increased oxidative stress during fruit development. PloS one,8(2), e56354.
http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0056354
- Le api per la moderna agricoltura sono più importanti dei fertilizzanti
Secondo un nuovo studio PLoS One, le api sono parte integrante per il successo di un raccolto più dei fertilizzanti.
I ricercatori, guidati da Alexandra-Maria Klein della Albert-Ludwigs-Universität, hanno scoperto che interrompendo l'impollinazione degli insetti si influenza il rendimento di un mandorlo molto più che limitando le sostanze nutritive e acqua.
Klein, insieme con i suoi colleghi della University of California, ha esposto tre gruppi campione di mandorli a diversi livelli di impollinazione. Un gruppo è stato impollinato da insetti, mentre i fiori di un secondo gruppo sono stati messi in gabbia, impedendo agli insetti di raggiungerli. Il terzo gruppo è stato impollinato a mano.
Oltre alle variabili di impollinazione, la squadra di Klein ha trattato un gruppo di alberi ad una porzione standard di acqua e fertilizzanti, e confrontato suoi rendimenti con un gruppo a cui non è stato dato nessun fertilizzante e pochissima acqua. Ogni esperimento è stato condotto in modo isolato, ma il team ha anche studiato le variabili manipolate in combinazione per osservare meglio i loro effetti sui rendimenti di mandorle e la qualità nutrizionale.
I risultati sono stati drammatici. Gli alberi con i fiori in gabbia hanno prodotto poco, ma i frutti maturati erano grande in modo abnorme. Il gruppo impollinato a mano ha prodotto il maggior numero di frutti, ma erano tutti notevolmente sottodimensionati. Gli alberi impollinati con insetti erano proprio nella zona Goldilocks, agricolmente parlando, e hanno sovraperformato gli altri gruppi di un fattore di circa il 200 per cento.
Il team ha anche scoperto che gli alberi privi di fertilizzanti e acqua sono stati in grado di compensare la perdita nel breve termine con la riserva di sostanze nutritive immagazzinate . Ma tale flessibilità non è stata mostrata con la mancanza di insetti impollinatori, rendendo le api e altri impollinatori un fattore più importante per il successo della resa delle colture.
Claire Brittain, uno degli autori dello studio, ha spiegato il motivo per cui l'impollinazione degli insetti è molto più efficace di altre tecniche di impollinazione. "La maggior parte delle varietà di mandorle sono auto incompatibili," mi disse in una e-mail. "Per questo motivo, gli agricoltori piantano due o tre varietà in un unico frutteto. L'impollinazione degli insetti produce rendimenti migliori perché il loro movimento tra gli alberi nei frutteti aiuta a trasferire il polline da altre varietà di fiori di mandorlo."
La scoperta inoltre conferma che "colony collapse disorder" avrà effetti disastrosi sulla produzione agricola. "Il mandorlo ha bisogno di insetti impollinatori per essere in grado di produrre una coltura commerciale", ha detto Brittain. "Se c'è meno disponibilità di api da miele i futuri agricoltori saranno costretti a pagare di più per l'affitto di alveari di api. Questo può a sua volta aumentare il prezzo per i consumatori ".
Dato che il cambiamento climatico inoltre stà gettando le api fuori dal loro compito di impollinazione, la questione sicuramente diventerà più pronunciata nei prossimi decenni. Per ora, Brittain ed i suoi colleghi sono occupati a studiare nuovi modi per incoraggiare gli impollinatori a prestare il loro talento alle colture in fioritura.
"Un passo che stiamo esplorando è il modo per rafforzare gli insetti impollinatori intorno mandorleti, fornendo loro risorse floreali prima e dopo la fioritura di mandorle," ha detto. "Questo è stato fatto come parte del progetto ICP che sta lavorando su miglioramenti di habitat per gli insetti impollinatori delle colture in più raccolti negli Stati Uniti."
Le api e altri insetti possono essere "piccoli", ma il loro impatto sulla nostra alimentazione è chiaramente enorme. Affrontare i molteplici problemi sollevati dal loro numero in declino è fondamentale.
http://www.cornucopia.org/…/bees-crucial-modern-agriculture…
Brittain, C., Kremen, C., Garber, A., & Klein, A. M. (2014). Pollination and Plant Resources Change the Nutritional Quality of Almonds for Human Health. PloS one, 9(2), e90082.
http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0090082
- Mozambico: Patate dolci NON transgeniche per colmare le carenze di vitamina A
Siccome i prodotti OGMtransgenici hanno fallito, gli agricoltori del Mozambico ora coltivano con successo patate dolci e ciò ha contribuito a migliorare: la nutrizione del Paese, i rendimenti dei raccolti, e il reddito dei coltivatori.
Queste patate dolci coltivate, sono particolarmente ricche di betacarotene, pensate che con solo un paio di patate si colma il fabbisogno giornaliero di vitamina A, per un bambino al di sotto dei 5 anni, e per un Paese come il Mozambico ciò è molto importante. http://rightrelevance.com/?q=tab_type=2&&searchType=feeds&start=0&rows=30&location=&isPerson=&articleId%3D949bb69c451b6d2a2044ef23e45b5b0529d6d693%26value%3DGMOs%26taccount%3DGMOsRR%26topic%3DGMOs
- BIODIVERSITA' DA PRESERVARE e attività in sostegno dello scambio dei semi
Per migliaia di anni l’agricoltura ha funzionato grazie a contadini che hanno selezionato, piantato e incrociato le sementi. Poi però l’industria ha spinto i governi a sostenere un sistema di monocolture. Ai piccoli contadini vengono promessi maggiori raccolti e guadagni, e finiscono spesso legati per anni a contratti che impongono pesticidi e sementi geneticamente modificate (OGM). E poi le aziende usano brevetti e contratti per obbligarli ad abbandonare le pratiche tradizionali che permettevano di tramandare e innovare le sementi.
Non c’è ancora una posizione comune sugli effetti a lungo termine degli OGM, ma secondo gli esperti la scarsità di studi scientifici indipendenti non esclude che alcuni di questi cibi possano portare seri pericoli per la nostra salute. E non c’è alcuna prova che il loro uso nel lungo termine aumenti le scorte di cibo nel mondo o abbia migliorato i guadagni dei contadini, che anzi in molti casi sono stati mandati sul lastrico, o addirittura spinti al suicidio per i debiti.
Le conseguenze di tutto ciò sono tragiche, e non solo per gli agricoltori. Secondo la FAO, abbiamo già perso più del 75% della biodiversità delle sementi per colpa delle monocolture e delle pratiche industriali. Ed è un problema enorme perché coltivando tutti i terreni con lo stesso seme, senza alcuna diversificazione, le pianti sono sempre più vulnerabili alle malattie. Le modifiche genetiche potranno anche aumentare la resa dei raccolti, ma senza diversità e sostenibilità, nel lungo termine le piante non sono più in grado di adattarsi ai cambiamenti ambientali con il rischio della perdita di interi raccolti.
Ora abbiamo un strumento per bloccare questo processo. La privatizzazione è in corso solo da pochi decenni, e sono moltissimi gli agricoltori in tutto il mondo che fino ad ora sono riusciti a proteggere le loro sementi: se ora li sosteniamo dando loro un mercato online dove li possano scambiare, avremo avviato una rivoluzione. Questo progetto è sostenuto da una coalizione di oltre 20 organizzazioni, come il Centro per la Sicurezza Alimentare e la Salute, e attivisti tra cui Vandana Shiva. Le nostre donazioni verranno utilizzate per:
Sono anni che la Monsanto impone i suoi semi OGM e le monocolture di massa non solo ai contadini, ma anche a tutti noi. Ma ora, se tutti facciamo la nostra parte, possiamo lanciare questo progetto rivoluzionario e proteggere tutte le diverse varietà di mele, pere e pomodori per i nostri figli e tutte le prossime generazioni! “Piantare un seme significa mettere in moto i più grandi misteri dell’Universo.” I semi contengono l’origine e il mistero di buona parte di ciò che sappiamo sulla vita. Facciamo la nostra parte per proteggerli dal controllo totale delle grandi aziende, contribuendo a recuperare migliaia di piante che credavamo ormai perdute.
MAGGIORI INFORMAZIONI e Approfondimenti:
L'Onu ai Governi: basta mono colture, sostenete le produzioni locali (Slowfood)
È vero che gli Ogm sono in aumento? (La Stampa)
India, contadini rovinati dal cotone ogm (Redattore Sociale)
Monsanto e il controllo mondiale delle sementi (Terra Nuova)
http://www.aamterranuova.it/Orto-e-Giardino/Monsanto-e-il-controllo-mondiale-delle-sementi
Storiche sentenze contro la Monsanto e gli OGM in Nepal e Argentina (La Stampa)
L'erosione genetica di specie agrarie in ambito mediterraneo: rilevanza del problema e strategie d'intervento (International Centre for Advanced Mediterranean Agronomic Studies, pagina 15)
http://om.ciheam.org/om/pdf/c53/01002036.pdf
Semi e biodiversità: la resilienza ai cambiamenti climatici (La Stampa)
L’avvenire dell’agricoltura dipende dalla biodiversità (FAO)
http://www.fao.org/NEWSROOM/it/focus/2004/51102/index.html
Il potere politico del business agricolo & le lobby delle assicurazioni sulle coltivazioni (Taxpayer - IN INGLESE)
Chi controllerà gli approvigionamenti agricoli? (ETC group - IN INGLESE)
http://www.etcgroup.org/sites/www.etcgroup.org/files/CartelBeforeHorse11Sep2013.pdf
- "L'etichettatura dei cibi che mangiamo è un diritto fondamentale"
Più di 700 cuochi, chef e ristoratori chiedono al Congresso di sostenere la legislazione che chiede l'etichettatura dei prodotti OGMtransgenici e chiedono inoltre al Congresso di opporsi ai tentativi di terzi di bloccare le leggi degli stati U.S.A. che vanno nel senso dell' etichettatura OGM obbligatoria dei prodotti ogmtransgenici. chiedono più di. to block state GMO labeling laws. "Come cuoco e come padre, voglio sapere cosa sto servendo ai miei clienti, e ai ragazzi che vengono nei nostri ristoranti, e la maggioranza degli americani vuole informazioni oneste sul cibo servito sulle loro tavole. Occorre essere onesti, e la chiara etichettatura degli alimenti che mangiamo è un diritto fondamentale, per cui vale la pena lottare."
- AIUTIAMO GLI AGRICOLTORI A NON COMPRARE PIU' I SEMI (Miglioramento Genetico Partecipativo)
Cielo aperto, per creare sementi più robuste direttamente in campo e senza ogm
“Eravamo sempre più economicamente dipendenti dal governo e la nostra terra diventava meno fertile anno dopo anno”. Ahmed Taheri fa l’agricoltore da più di trent’anni a Garmsar, in Iran. Da quasi dieci anni è diventato un vero e proprio innovatore, un leader locale che ha messo insieme una comunità e cercato una nuova strada per prodursi in autonomia le sementi per i propri campi, per sviluppare nuove varietà di piante adatte al clima locale e una filiera agricola a maggior valore aggiunto. Un bell’esempio dell’approccio partecipativo che abbiamo raccontato nel webdoc Seedversity realizzato grazie al sostegno dello European Journalism Fund. Siamo nella provincia di Semnan, qualche centinaio di chilometri Est di Teheran e nel mezzo di quel territorio dove l’agricoltura stessa è nata diecimila anni fa, nella cosiddetta mezzaluna fertile. Mentre ci addentriamo nei campi di grano vicino alla statale, Taheri ci racconta che di queste parti è anche l’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad che ha contribuito in modo determinante alla reputazione difficile dell’Iran in Occidente e al suo isolamento internazionale. Quelli di Taheri sono diversi dai campi di grano che si incontrano nelle grandi aziende europee o americane. Non si tratta solamente dell’estensione limitata di un’agricoltura familiare: è la varietà di piante diverse per forma e colore che colpisce. Come gli agricoltori che lo hanno seguito, Taheri sta producendo continuamente nuove varietà di cereali che sperimenta piantandole in una piccola zona della sua terra. Cenesta, un’ONG di Teheran che si occupa proprio di sviluppo agricolo, li sostiene con i propri agronomi. Ma c’è anche lo zampino di un italiano ben noto a livello internazionale per le sue campagne in difesa dell’autonomia e dell’emancipazione delle comunità contadine dalle grandi aziende sementiere, Salvatore Ceccarelli. “Il mercato mondiale del seme è attualmente nelle mani di 10 grosse ditte”, ci racconta nel mezzo di una giornata di formazione per agricoltori sulle colline pisane, “che ne controllano circa il 75%”. Il che significa il 75% di un mercato che vale miliardi a livello globale. La grande idea di Ceccarelli, messa a punto una quindicina di anni fa e ormai diffusa in molti paesi del Sud ma anche in Italia e in Francia, si chiama miglioramento genetico partecipativo. Un modo forse un po’ involuto per definire una pratica molto semplice e diretta: la selezione delle varietà, pure o miste, che devono essere coltivate nei diversi territori deve nascere dalla collaborazione, in ogni fase del processo, tra agronomi, genetisti e contadini. “Questo”, dice indicando una delle parcelle sperimentali dove la sua idea è stata messa in pratica, “significa non dover più andare al mercato a comperare il seme”, rendendosi almeno un po’ più padroni del proprio destino. Secondo Ceccarelli e chi la pensa come lui, gente che lavora a tutte le latitudini e in tutti i climi, si può ripartire dalle sementi locali conservate perlopiù in banche e collezioni di germoplasma sparse ai quattro angoli del mondo, create e accresciute negli ultimi decenni. O andando a cercare quelle piccole colture marginali che sono rimaste in campo in qualche vecchia azienda.
Salvatore Ceccarelli, l’agronomo che ha ideato il PPB: http://vimeo.com/113436321
I semi delle varietà commerciali devono seguire i dettami della legge sementiera europea in vigore, usata da modello per leggi simili in altre parti del mondo: le sementi devono essere certificate, iscritte a registro e vendute esclusivamente dalle aziende sementiere. Il che vieta la riproduzione a scopo commerciale per i contadini. I semi tradizionali delle cosiddette varietà da conservazione, però, riescono a sfuggire a questi vincoli. Sono le varietà antiche, spesso locali, che vengono considerate un patrimonio pubblico, collettivo, mantenuto appunto nelle banche presso istituti di ricerca o collezioni territoriali. E sono accessibili. Quindi da qui, Ceccarelli e gli altri innovatori sparsi per il mondo sono partiti, riutilizzando, moltiplicando e conservando in campo queste sementi, alla ricerca di nuovi incroci e nuove varietà che soddisfino sia l’agronomo che chi le coltiva. Tra i primi progetti, ci sono sicuramente quelli di Ahmed Taheri e delle altre comunità di contadini iraniani, stanchi delle basse rese e della scarsa qualità delle sementi fornite, nel loro caso, dal governo. Ma oggi la mappa dei progetti di PPB, questa la sigla inglese usata per indicare il miglioramento genetico partecipativo, è molto più ampia. Raccolta dati e mappa a cura di Giulia Annovi
Quali sono i vantaggi del miglioramento partecipativo e perché si sta dimostrando una scelta adatta soprattutto in tutte le situazioni di agricoltura marginale, a basso input, nelle zone dove la produzione non è intensiva né segue i parametri dell’agro-industria? I primi studi sul PPB dimostrano che il tempo di produzione di nuove varietà, partendo da semi tradizionali selezionati direttamente in campo danno risultati più velocemente rispetto alla procedura tipica dei laboratori delle ditte sementiere. Nei paesi del Sud, come il Senegal e l’Etiopia che abbiamo attraversato per SEEDversity il webdoc pubblicato da Wired in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione 2014 ci sono spesso anche altri vantaggi: le varietà tradizionali hanno colori, sapori e odori che sono più graditi alle comunità locali rispetto a varietà di importazione. Queste ultime magari piacciono in un primo momento perché considerate più moderne ma poi deludono perché non sono adatte alle preparazioni alimentari tradizionali o perché richiedono tecniche e supporti costosi e poco disponibili in paesi a basso reddito. SEEDversity, il primo webdoc di Wired. Un altro vantaggio è quello di poter ottenere prodotti diversi da una stessa pianta: la farina dalla molitura dei chicchi, il mangime dalla paglia e dagli scarti, prodotti fermentati, etc. Un dato fondamentale in una agricoltura fatta al 90% da piccole unità produttive di taglia familiare, come dice il recente rapporto FAO The state of food and agriculture 2014 pubblicato nell’anno del family farming, che sottolinea pure come questi piccoli agricoltori siano però anche quelli che producono l’80% del cibo al mondo. Le grandi aziende agricole occidentali pesano dunque assai poco nel bilancio complessivo della sussistenza agricola. E infine c’è la libertà. Perché i contadini si producono da soli i semi come fanno da sempre tornando a essere padroni della propria sicurezza alimentare. E andando anche un passo oltre. “Il nostro obiettivo è e deve essere la sovranità alimentare”, ci ha dichiarato Omer Agoligan, agricoltore del Benin e presidente di una associazione che si occupa di produzione sostenibile. Lo abbiamo incontrato a Djimini, in Senegal, durante la Fiera dei semi raccontata nel reportage sull’Africa Occidentale di SEEDversity. In maniera più diretta, lo ha sottolineato anche Aliou Ndiaye, il coordinatore dell’Organizzazione rurale dell’Africa Occidentale: “Un contadino senza sementi è un contadino povero”. E con lui sono d’accordo anche i francesi, come Bernard Lassaigne, Armand Duteil e Jean-Francois Berthellot, e gli italiani Rosario Floriddia e Giuseppe Li Rosi, agricoltori della Rete semi rurali che si sono impegnati, in questi anni, a recuperare varietà tradizionali di mais e di grano antico. E lo ha ribadito convinto Ahmed Taheri. Essere indipendenti, affidarsi a varietà migliorate in campo selezionate proprio per rendere al meglio nel clima arido della provincia di Semnan, moltiplicare e conservare in loco il seme: tutti fattori che offrono una possibilità di crescita economica per un contadino come lui. È un’innovazione vicina alla cultura rurale, sostenibile, a low input, capace di conferire resilienza alle produzioni. Ma soprattutto, è un’innovazione facilmente accessibile a chi costituisce la chiave della sicurezza alimentare di gran parte del pianeta: i piccoli agricoltori e le loro famiglie.
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- Nuova semina di mais Ogm in Friuli. Pellegrino: «E la Regione che fa?»
«È una violazione delle norme regionali e nazionali» [23 maggio 2014]
È stato reso noto dal Ministero delle Politiche agricole che il 17 aprile nel Comune di Vivaro è stato nuovamente seminato mais geneticamente modificato. La Regione Friuli Venezia Giulia ne ha avuto comunicazione e l’ha girata al Ministero per le politiche agricole, che ha avuto modo di rendere pubblica l’informazione in Parlamento e pronunciarsi sull’argomento, ricordando che la competenza ad intervenire è di livello regionale. Siamo in attesa di capire in che modo la Regione intende agire nei confronti dell’iniziativa. Infatti, se è ben vero che non sussiste per ora il problema della contaminazione da pollini, visto che le piante sono lontane dalla fioritura, l’aver effettuato la semina costituisce innanzitutto violazione delle norme regionali e nazionali che vietano la coltivazione di mais OGM.
Ed è inoltre manifestazione di aperto dispregio ideologico – giocato sul tavolo dove si misurano gli immensi poteri economici e gli altrettanto immensi diritti delle persone che il legislatore italiano vuole tutelare – della volontà dei cittadini in materia di ambiente, agricoltura, alimentazione, salute.
di Serena Pellegrino, componente della commissione Ambiente della Camera
http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/nuova-semina-mais-ogm-in-friuli-pellegrino-regione-fa/
- PROIBITI GLI OGM IN DUE CONTEE DELL'OREGON (U.S.A.)
Due contee dell'Oregon (U.S.A.): Jackson e Josephine, hanno sonoramente sconfitto i "Giganti del Gene", martedì 20 maggio 2014. Gli elettori della contea di Jackson, condotti da un gruppo di base chiamato Our Family Farms Coalition, hanno fatto promuovere in tutta la contea attraverso un referendum i DIVIETI di coltura del transgenico. La vittoria invia un chiaro segnale all'industria del biotech, i loro OGM non sono AFFATTO desiderati! E invia un segnale altrettanto chiaro ai politici, le due Contee infatti prenderanno posizione per tutelare il loro diritto democratico di determinare i regolamenti locali. Questa volta, i soldi della Monsanto e bugie non hanno funzionato (http://salsa3.salsalabs.com/dia/track.jsp?v=2&c=pzF7f3rMJIH3w2ufag5SaLqkb0CnGZSy). (Monsanto e il resto dei giganti dei Geni hanno speso 1 milione di dollari, nuovo record per un referendum in una contea (e questo solo nella Contea di Jackson!).Questa volta, i cittadini comuni e i diritti della Comunità hanno prevalso sulla corruzione politica e aziendale. Questa volta, si festeggia. La vittoria di questa settimana è ancora più dolce, arrivando poche settimane dopo che il Vermont ha convertito in legge la prima autonoma proposta di legge di questo paese che richiede l'etichettatura obbligatoria (http://salsa3.salsalabs.com/dia/track.jsp?v=2&c=3kF6F0y78sBrgmi5rw1Bcbqkb0CnGZSy). Il movimento anti-OGM, da sempre una forza da non sottovalutare, è ora una minaccia più grande che mai per le società che hanno avvelenato e contaminato con impunità e per decenni questo Paese.
Ora, dobbiamo vincere l' iniziativa di referendum n° 44 in Oregon il prossimo novembre, il voto richiede l'etichettatura obbligatoria degli alimenti OGM in tutto lo stato. C'è anche bisogno di difendere l'iniziativa di Josephine County che è a rischio a causa di una controversa legge (http://salsa3.salsalabs.com/dia/track.jsp?v=2&c=49pUnAsgzDKifG%2BbNlsy%2Frqkb0CnGZSy) approvata l'anno scorso in Oregon che annulla gli eventuali divieti approvati della contea agli OGM. Invece nella Contea di Jackson il voto del referendum non teme nulla in quanto è stato tenuto prima che detta controversa legge (Oregon SB 863) venisse approvata. Infine dobbiamo difendere la nuova legge sull'etichettatura del Vermont, perché il Grocery Manufacturers Association ha promesso di citare il Vermont in giudizio davanti alla Corte federale e abbattere la sua legge sull'eticehttatura obbligatoria dei prodotti alimentari contenenti OGM.
E ANCHE: http://www.organicconsumers.org/articles/article_30084.cfm
E: http://www.commondreams.org/headline/2014/05/21-1
- Il numero di paesi che coltivano colture geneticamente modificate è per la prima volta in diminuzione, può significare il declino di questa tecnologia, dice l'associazione "Amici della terra" Il nuovo rapporto esamina la realtà delle produzioni di colture geneticamente modificati (OGM) in tutto il mondo - riscontrando che c'è resistenza significativa agli OGM in tutti i continenti, e tale coltivazione di colture geneticamente modificate è diminuita su una scala globale.' C'è resistenza pubblica verso le colture OGM in ogni continente, con l'aumento dell'impatto sociale e ambientale ovunque dove sono stati piantati, 'ha detto Mute Schimpf, attivista della campagna che riguarda l'alimentazione per gli Amici della terra europei. ' In Europa è evidente che il pubblico non li voglia, i negozi rifiutano di venderli e un numero crescente di Paesi li hanno vietati.' Si è osservato che nel 2013, per la prima volta da che le colture hanno iniziato ad essere introdotte, circa 15 anni fa, il numero di paesi che le coltivano sono diminuiti. La relazione ha rilevato che Polonia ed Egitto sono i paesi che più recentemente hanno o sospeso la produzione di colture OGM o hanno optato per la loro eliminazione graduale. La relazione ha inoltre fatto emergere che un solo Paese, la Spagna, provvede il 90% di tutta la produzione OGM dell'Unione europea. Schimpf aggiunto che l'Unione europea ha registrato un 'chiaro rifiuto dei consumatori', verso gli OGM, unito al coro dei NO agli OGM dei rivenditori di cibo e dei negozianti. Di chi è il beneficio? La relazione afferma che 90 colture OGM sono cresciute in soli sei paesi al mondo, e che questi produttori costituiscono meno dell'1% di tutta la popolazione dedita all'agricoltura. Un'ulteriore analisi industriale dal suggerisce anche che il rivendicato incremento di OGM piantati nel 2013 rimane confinato a solo questi sei paesi, i cui principali sono: USA, Canada, India, Brasile. La relazione sostiene inoltre che, nonostante il battage pubblicitario fatto sulle nuove varietà di OGM per ventuali miglioramenti nutrizionali o migliore adattamento climatico, circa 99 delle colture OGM coltivate hanno ancora il gene di resitenza all'erbicida o quello della resistenza ad alcuni insetti, o entrambi. Inoltre, la relazione ci suggerisce che varietà di OGM incentrati sul paventato miglioramento della nutrizione, come il riso "fortificato" OGM Golden Rice, non sono affatto e in ogni caso la soluzione migliore per le carenze vitaminiche delle popolazioni umane.
Problemi con gli OGM? Alcuni Paesi tra cui USA e Canada affrontano crescenti problemi connessi con la produzione di colture OGM. Negli USA, il 49% degli agricoltori segnala problemi con erbe infestanti resistenti agli erbicidi; mentre in Canada, circa il 10% degli agricoltori segnalano gli stessi problemi, con conseguente irrozazione di 'sempre più tossici diserbanti'. Il rapporto cita prove e fatti derivati dalla diretta coltivazione di colture OGM in Nord e Sud America, da più di due decenni si suggerisce agli agricoltori un aumento dei livelli di uso dell'antiparassitario a causa della resistenza delle erbaccia infestanti o/e degli insetti.' L'agricoltura e il cibo non dovrebbe essere nelle mani di corporations che traggono profitto dalle sementi OGM e dallele sostanze chimiche necessarie per farli crescere. Abbiamo bisogno di un sistema alimentare che promuove le aziende più verdi, alimenti più sicuri e delle vivaci comunità rurali,' ha detto Schimpf.
In effetti se le corporations degli OGM sostengono che i benefici per la salute di queste ultime e le varie migliorie sono vere.... perché sono poi le stesse corporations, tra cui Monsanto, ad opporsi strenuamente all'etichettatura dei loro prodotti che permetterebbero ai consumatori di poterli identificare facilmente sugli scaffali dei supermercati?
- Verdetto favorevole alle multinazionali del trasgenico. IL CASO DI STEVE MARSH, CONTAMINAZIONE e DANNEGGIAMENTO da OGM, IN AUSTRALIA Purtroppo il verdetto (http://www.supremecourt.wa.gov.au/_files/Judgment%20Summary%20-%20Marsh%20v%20Baxter%20%28CIV%201561%20of%202012%29%2028%20May%202014.pdf)
risulta essere sfavorevole all’agricoltore biologico australiano S. Marsh, secondo la corte australiana il vicino ha il diritto di coltivare transgenico inquinando di fatto le colture di Steve Marsh e danneggiandolo economicamente, causandogli di conseguenza la perdita della certificazione biologica per la sua azienda. E’ un’assurdità!
«Speriamo che la battaglia di Steve non sia finita e che continuerà all'alta Corte australiana, come la sua lotta, che è di tutti gli agricoltori biologici australiani, che ancora vivrà sotto il timore di contaminazione OGM in seguito a questa sentenza.»
Henry Rowlands, Global GMO Free Coalition Coordinator, www.gmofreeglobal.org
- Allevatore danese incolpa i mangimi OGM per le nascite dei suoi maiali, nati morti o deformi
- Monsanto, brevetto fraudolento su pomodori non OGM e biopirateria. Come è possibile aggirare le regole dei brevetti
- Agenti del corpo forestale passano allo scanner i campi sospettati di semine transgeniche
- La Global GMO Free Coalition (GGFC) ha raggiunto i 4.5 milioni di membri, riuniti in 60 gruppi aderenti in tutto il mondo
- Ogm, nuova “filosofia” dell’Ue: se uno Stato non li vuole chieda l’esenzione alle multinazionali
- Le Hawaii mettono fuori legge gli Ogm, le multinazionali si ribellano
- Miele, Consiglio Ue: sì a origine in etichetta, Ogm solo se supera lo 0,9%
- Accordo Ue in attesa della seconda lettura: "gli Stati decideranno se coltivarli"ma dubbi su eventuali ritorsioni e impossibilità di utilizzare le motivazioni legate ai rischi per salute e l'ambiente
- La corporation DuPond condannata a pagare 1 mld di $ per tecnologia genetica inefficace e frode ai suoi azionisti
La multinazionale DuPond è stata condannata ad un risarcimento di oltre un miliardo di dollari per aver promosso un tecnologia genetica non efficace e frodato i suoi azionisti. Il Consiglio distrettuale di Philadelphia ha riconosciuto l’accusa avanzata dal fondo pensionistico Ironworkers, azionista della multinazionale, secondo il quale alcuni amministratori della DuPond avrebbero sprecato il patrimonio aziendale e promosso un tipo di modificazione genetica pur sapendo degli esiti negativi della particolare tecnologia che rende i semi tolleranti agli erbicidi.
Dalla lettura del fascicolo legale è emerso che nel 2002 DuPond aveva stretto un accordo con Monsanto per poter utilizzare la tecnologia, nota come GAT, che permette alle piante la possibilità di resistere all’azione degli erbicidi Roundup Ready, ma poi nel 2005 aveva sciolto il contratto e deciso di sviluppare un proprio prodotto. Nel 2006, infatti, con grande enfasi aveva annunciato la commercializzazione per il 2009 dei semi GAT, tolleranti agli erbicidi ALS (acetolactate synthase) a base di glifosato.
Secondo l’accusa gli investimenti avrebbero fatto registrare un fatturato di oltre 200 milioni di dollari l’anno, e DuPond avrebbe promosso il prodotto con forti campagne pubblicitarie nonostante le prove sul campo avessero dato risultati deludenti. Infatti la multinazionale nel 2009 era torna ad usare in combinazione anche la tecnologia Monsanto, spingendo quest’ultima a citare DuPond e vedersi riconoscere, nel 2012, circa un miliardo di dollari di risarcimento danni. Il fondo Ironworkers aveva quindi promosso un’indagine interna, ma il Consiglio di amministrazione aveva rigettato l’istanza ritenendola infondata. Di qui il ricorso alla corte federale con l’accusa di frode, negligenza, spreco degli asset aziendali e violazione delle responsabilità fiduciarie. http://www.fondazionedirittigenetici.org/news/781/investimentibrevetti-usa-multa-miliardaria-per-dupond e anche: http://www.bloomberg.com/news/2014-06-04/dupont-co-sued-for-1-billion-over-genetic-technology.html
- Arriva la mela che non invecchia, ma il 76% degli italiani non la vuole
L’arrivo della prima mela geneticamente modificata che non annerisce e mantiene l’aspetto sempre fresco una volta tagliata a fette non interessa ai quasi 8 italiani su 10 (76 per cento) che sono contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) nell’agricoltura in Italia, dove si è giustamente fatta la lungimirante scelta di non coltivare biotech. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’annuncio della richiesta di commercializzazione da parte dell’azienda canadese Okanagan Specialty Fruits della Arctic Apple. Le prime varietà ad arrivare sul mercato dovrebbero essere – precisa la Coldiretti – le Golden Delicious e le Granny Smith: che sono state manipolate geneticamente con l’inserimento di un gene “anti-macchia”. Se per l’azienda produttrice si tratta di una scoperta rivoluzionaria perché consente di allungare la scadenza delle confezioni di frutta già sbucciate e porzionate, a preoccupare i coltivatori – sottolinea la Coldiretti – è il fatto che l’arrivo di questo frutto innaturalmente “a prova di macchie” possa alterare la percezione di semplicità e salute che da sempre accompagna le mele. Una preoccupazione che riguarda sopratutto l’Italia che – sostiene la Coldiretti – è il primo produttore europeo di mele con circa 70mila ettari coltivati e oltre 2 milioni di tonnellate di produzione con gran parte della produzione che ha avuto il riconoscimento comunitario come indicazioni geografica protetta (Igp) o denominazione di origine protetta (Dop). Produzioni come la mela della Val di Non (Dop), mela della Valtellina (Igp), la mela dell’Alto Adige (Igp) la Melannurca campana (Igp) e la mela di Cuneo (Igp) che fondano il proprio successo sulla loro distintività che – afferma la Coldiretti – è tutto il contrario dell’omologazione causata dagli ogm. Nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico, dalle patate fritte superesistenti ai parassiti fino al latte materno da mucche transgeniche) rimane elevato – sostiene la Coldiretti – il livello di scetticismo dei cittadini. La realtà – conclude la Coldiretti – è infatti che gli OGM attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini. http://www.cibariaweb.it/2014/01/13/arriva-la-mela-che-non-invecchia-ma-agli-italiani-non-piace/
- Banana Ogm: la Super Banana salvera' l'Africa dalla fame? o sarà come il “golden rice”?
Vi ricordate dell’inaffidabile “golden rice” ? Ci si chiede ora se questa banana ogm nasconda la stessa inaffidabilità ecologica, se metta a rischio la salute umana e se possa compromettere il cibo e la sicurezza alimentare ed economica come il famigerato flop, “golden rice”.
Una banana Ogm per contribuire a salvare milioni di persone in Africa e, ovviamente, per aprire un nuovo mercato, una nuova strada per la diffusione di alimenti geneticamente modificati e arricchire le multinazionali biotech. Sono pronti a partire negli Stati Uniti i test che verificheranno se la banana Ogm potrà risultare valida a livello nutrizionale. La coltivazione delle banane Ogm potrebbe avere inizio in Uganda entro il 2020. Si tratterà di banane arricchite con alfa e beta carotene. Il progetto è nato in Australia e prevede che le banane Ogm possano contribuire ad incrementare i livelli di vitamina A nell'organismo. Le banane Ogm potranno salvare l'Africa dal problema della fame? La situazione dell'Uganda e di altri Paesi africani che potrebbero dare inizio alla coltivazione di nuove varietà di banane è drammatica. La speranza di vita infantile è molto bassa. Intere popolazioni - bambini e adulti - soffrono la fame più nera, non hanno accesso a cure mediche adeguate e ad ospedali attrezzati e non hanno alcuna disponibilità economica. Come farebbero ad acquistare le super banane? Lo zampino del business mascherato da filantropia è evidente. Del progetto si stanno occupando i ricercatori della Queensland University of Technology, sotto la guida del professor James Dale. I finanziamenti arrivano direttamente dalla Bill & Melinda Gates Foundation, che da anni investe sulle biotecnologie e supporta la ricerca sugli Ogm e Monsanto, in nome dello "sviluppo". Le banane Ogm avranno un aspetto molto simile ai frutti convenzionali, ma il colore della loro polpa virerà all'arancione, per via della presenza di carotenoidi. Il professor James Dale ha sottolineato le gravi conseguenze della carenza di vitamina A, che conduce alla cecità o alla morte centinaia di migliaia di bambini nel mondo ogni anno. Così si è pensato di arricchire di alfa e beta carotene uno degli alimenti base delle popolazioni africane. Se tutto andrà secondo i piani, entro breve le banane Ogm inizieranno ad essere coltivate e commercializzate in Uganda e in altri Paesi africani, come Rwanda, Kenya e Tanzania. Ma chi potrà permettersi di acquistarle? http://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/13581-banana-ogm-africa
Un frutto per sfamarli tutti "...i dubbi non mancano. Tanto per cominciare, sembra che dietro tutta la ricerca portata avanti da James Dale ci sia una delle più grandi multinazionali produttrice di Ogm, la Monsanto, legata a doppio filo alla fondazione Bill & Melinda Gates, finanziatrice del progetto con 10 milioni di dollari. In secondo luogo, si teme che la coltivazione di Ogm in Africa dia il via all’ennesimo land grabbing, ovvero l’accaparramento di terreno, che renderebbe i Paesi interessati dalle coltivazioni ancora più dipendenti economicamente. Infine, non meno importante, c’è l’aspetto quantitativo: troppo beta carotene risulta, infatti, cancerogeno, e quindi pericoloso per la salute. Un déjà-vu ci rende ancora più inquieti: chi ricorda il “golden rice” sa di cosa stiamo parlando. I test non autorizzati su bambini cinesi per valutare gli effetti del riso geneticamente modificato anni fa fecero scalpore: esperimenti sui minori sono infatti vietati sia sul piano etico che sanitario, perché il consumo del riso bio-arricchito oltre determinate proporzioni potrebbe avere effetti tossici.
Riuscirà la super banana a sfamare il mondo? Ai posteri l’ardua sentenza. http://slowfood.it/sloweb/cf2501dd197657516987b922ac03b50b/un-frutto-per-sfamarli-tutti. Fonti: www.theguardian.com
- 300 aziende vogliono etichettare gli OGM come “NATURALI”
Negli U.S.A. i produttori alimentari della Grocery Manufacturers Association (GMA, che è un'organizzazione commerciale che rappresenta più di 300 aziende) vogliono etichettare come "NATURALI" cibi con dentro prodotti transgeniciOGM http://www.foodsafetynews.com/2014/01/grocery-manufacturers-want-foods-with-gmos-to-be-labeled-as-natural/#.UsgiDRyA3IW
- LA PROPAGANDA MONSANTO AI DODICENNI
- RIPUBBLICATO LO STUDIO precedentemente RITIRATO dell'equipe SERALINI: tossicità a lungo termine dell' erbicida Roundup e tossicità del mais OGM resistente all'erbicida Roundup
Leggi
- La multinazionale "Coca-Cola" ha contribuito con $ 3,2 milioni per sconfiggere le leggi sull'etichettatura dei prodotti OGM, in California e nello stato di Washington
- Guerra alle erbacce con il "DUO MORTALE" perchè il Roundup da solo NON FUNZIONA PIU'
- OGM: IN ITALIA IL DIVIETO DI COLTIVAZIONE E’ PUNIBILE CON MULTA FINO A 50.000 €
- “L’ecologia non può aspettare i tempi della burocrazia, si ripristini subito la legalità”
- Niente mais ogm Bt, nè pesticidi, per la difesa biologica meglio i droni, complessivamente costano MENO* e NON INQUINANO !
- A noi sembra incomprensibile che pur in presenza di leggi specifiche hanno deciso di non decidere
- Farina di frumento OGM nella pasta italiana? Tutti i chiarimenti
L'avvocato esperto di diritto alimentare Dario Dongo spiega: "I consumatori più attenti al tema degli OGM possono confidare a tutt’oggi nella totale assenza di organismi geneticamente modificati sia nelle farine e semole di grano e frumento, sia nella pasta prodotta in Italia"
La pasta italiana contiene o non contiene OGM? Sulle etichette delle confezioni dovrebbe essere sempre indicato solo se contiene OGM? Possiamo essere certi di quel che mangiamo?
Domande che si sono posti al Fatto Alimentare.
L'avvocato esperto di diritto alimentare Dario Dongo spiega: "I consumatori più attenti al tema degli OGM possono confidare a tutt’oggi nella totale assenza di organismi geneticamente modificati sia nelle farine e semole di grano e frumento, sia nella pasta prodotta in Italia. Siamo perciò lieti di sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, evidenziando che non esiste, in Europa, alcuna autorizzazione sulla coltivazione di frumento OGM, né tantomeno esiste autorizzazione di sorta all’impiego di derivati da qualsivoglia variante OGM di grano o frumento nella produzione alimentare"
Il diritto alimentare europeo è infatti notevolmente rigoroso su questi argomenti. Ogni alimento e mangime che contiene sia anche soltanto derivato da OGM è soggetto all’onere di indicazione specifica in etichetta. Inoltre la coltivazione di sementi OGM in Europa è soggetta sia a un regime autorizzativo comunitario, sia a una verifica di compatibilità delle colture con i piani di coesistenza definiti a livello nazionale.
Non ci sono dubbi quindi. Ogni alimento e mangime che contenga o sia anche soltanto derivato da OGM lo deve indicare nell'etichetta.
"La dicitura ‘non OGM’ integra il generale divieto di declamare caratteristiche comuni a tutti gli alimenti che appartengono a quella stessa categoria , in quanto ogni pasta é per definizione ‘non OGM’. Viceversa, può considerarsi legittima la dicitura ‘non OGM’ su una confezione di olio di soia o di mais, proprio perché la produzione di olio a partire da alcune varianti OGM di soia e mais é ammessa in Europa." http://www.ilfattoalimentare.it/pasta-ogm-dario-dongo.html
- La Procura ordina la distruzione del mais Ogm del campo di Colloredo di Montalbano (UD)
- SEQUESTRATO E DISTRUTTO CAMPO SEMINATO A MAIS MON810 TRANSGENICO, A COLLOREDO DI MONTALBANO (UD)
- L’Italia è libera di non coltivare Ogm. Il Consiglio Ue ratifica l'accordo su libertà di coltivazione per gli stati
- Gli Ogm non possono essere il futuro
- IL TTIP (Trattato di libero scambio) COINVOLGERA' ANCHE IL TRANSGENICO?
- Il Principio di Precauzione sotto la mira del TTIP ?
- In Brasile i parassiti stanno diventando resistenti al mais Bt 1507, solo tre anni dopo l'introduzione del prodotto transgenico sul mercato
- Pesante interferenza degli Stati Uniti e Gran Bretagna sulle ricerche condotte dalla task forze medico-scientifica incaricata di confermare o meno il bando sugli OGM in Africa
- Molte delle firme più note che in Italia si dichiarano a favore degli OGM non hanno esperienza di cosa siano le piante GM in agricoltura
- Se le cavie vengono sperimentate per stabilire se un prodotto è o meno adatto all’utilizzo umano, dobbiamo concludere che gli OGM non fanno certo bene all’uomo
- Perchè si può affermare che gli OGM in agricoltura sono pericolosi
- Finalmente la politica si interessa anche dei mangimi OGM
“Come tante volte abbiamo ribadito i cibi transgenici sono un vero e proprio assalto alla sicurezza alimentare, alla nostra agricoltura tipica, e mettono a rischio il ‘Made in Italy’ agrolimentare. Per tutelare i consumatori che non vogliono mangiare cibi transgenici è necessario portare avanti la battaglia contro l’introduzione e la coltivazione di organismi geneticamente modificati, estendendo il divieto all’uso di Ogm anche alle razioni per gli allevamenti. I mangimi utilizzati negli allevamenti zootecnici non devono contenere vegetali Ogm”, conclude il capogruppo Pd in Commissione Agricoltura. http://www.agenparl.com/?p=81596
- SALVARE L’UMANITÀ DAI CIBI TRANSGENICI: APPELLO AL PAPA DA ESPERTI DI TUTTO IL MONDO. IL VATICANO DA IL VIA LIBERA ALLA DIFFUSIONE DELL’APPELLO E DELLA LETTERA CHE LO ACCOMPAGNA
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- Il vero nodo che pongono gli OGM è: il BREVETTO SUL VIVENTE
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- Il BIOLOGICO raggiunge in Italia il 10% dell’intera superficie coltivata nazionale
- Interrogazione parlamentare per sapere se c’è stata una nuova semina di transgenico in FRIULI V.G. , da dove provengano le sementi eventualmente impiegate e QUALI PROVVEDIMENTI intendano assumere i ministri interrogati
- ESPERIMENTI DI NUOVI PRODOTTI TRANSGENICI DIRETTAMENTE SUGLI UMANI, SUCCEDE NEI CIVILISSIMI U.S.A. IN BARBA AL CODICE DI NORIMBERGA
- “VIA LA MONSANTO DALL’ITALIA GRAZIE AL CASO FVG”
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- Monsanto smentisce, nessun abbandono Italia
- Monsanto, OGM e STRATEGIE DI MERCATO IN ITALIA E IN FRIULI V.G.
- La Bayer lancia una nuova varietà di soia ogm
- Crisi agraria e ogm tra le cause dei suicidi degli agricoltori indiani "emarginati"
- DANNI ALL'ECOSISTEMA, DANNI AI MICRORGANISMI UTILI
Effetti di Roundup e del glyphosate su tre microrganismi alimentari
- Come addomesticare e falsificare uno studio
- Russia: migliori garanzie sull'etichettatura del transgenico nei cibi che negli U.S.A.
Negli U.S.A. si da un certo risalto a questo notizia, gli attivisti e non solo evidenziano come in Russia ci sia libertà di informazione sugli OGM transgenici nei cibi (etichettatura obbligatoria e percentuali).. mentre ciò non avviene negli U.S.A.
La Russia ha aumentato le multe per violazione del loro diritto di etichettatura degli OGM. La legge russa richiede un'etichetta ben visibile su tutti gli alimenti che contengono un minimo di 0,9% di OGM. I singoli imprenditori che violano la legge sull'etichettatura dei transgenici nei cibi sono soggette a multe pecuniarie fino a $1.300 (USD) mentre le aziende fino a 4.150 $ (USD) e confisca dei beni non etichettati e impropriamente etichettati. Quest'anno il Presidente russo Putin ha dichiarato che la Russia deve proteggere i suoi cittadini dal consumo eccessivo di prodotti contenenti OGM. Sembra che i cittadini russi hanno la libertà di scegliere o meno se mangiare OGM...cosa che invece avviene così poco negli U.S.A.
e anche: http://rt.com/politics/181244-russian-gmo-food-fines/
- A Bordeaux un vigneto pesticidi-free. E le viti non sono CERTO Ogm !
- Sviluppata resistenza dal coleottero Diabrotica del mais all'insetticida Bt, anche in Pennsylvania (U.S.A.)
- Distrutto il campo a mais trangenico di Fanna (PN)
- Politici statunitensi comprati e a tutti gli effetti "di proprietà" delle grandi imprese Biotech (Monsanto fra queste).. e risultano "venduti" anche certi media… che succeda anche altrove?
- Salta la propagandata nuova semina di mais transgenico nel campo dissequestrato a Colloredo di Montalbano (Friuli V.G.) e si rivela essere solo … una “piccola prova”
- OGM: il 77% degli italiani è contrario
- Iniziato il percorso di regolamentazione europea sulla possibilità di restringere o proibire la coltivazione degli OGM (Organismi Geneticamente Modificati)
- Alla stampa di destra italiana piace il transgenico
E anche certo anarchismo pro multinazionali a quanto pare: “E’ lui, piccolo agricoltore friulano, il simbolo di quelli che resistono, che non accettano di piegarsi al divieto di coltivare mais geneticamente modificato.”
DOCUMENTAZIONE MEDIATICA Pubblicazioni, Video, Conferenze sul transgenico
- Scienza incerta e dubbi dei consumatori, il caso degli organismi geneticamente modificati
Una pubblicazione scientifica per parlare di Ogm a 360° non solo per esperti, ma utile al consumatore e all’agricoltore
Le testimonianze pubblicate permettono di affrontare il tema Ogm da una prospettiva molto ampia, considerato che gli studiosi intervenuti sono impegnati in aree di ricerca differenti: dalla genetica all'alimentazione, dalla medicina all’economia agraria, dalla zootecnia all’ecologia, dalle produzioni vegetali ai brevetti. Un approccio che permette di evidenziare la quantità e l'interdipendenza degli impatti che può avere l'introduzione di organismi transgenici in agricoltura e in alimentazione. Molti sono, quindi, gli elementi presi in esame nel testo: la minaccia all’equilibrio degli ecosistemi, le conseguenze per la salute e per la società, i limiti delle tecniche attuali e le alternative possibili, senza tralasciare le problematiche economiche legate a un monopolio di fatto e al rischio dei brevetti e di speculazioni finanziarie. Un'attenzione particolare è rivolta al caso dell’Italia, dove il settore agroalimentare basa gran parte della sua qualità sullo straordinario patrimonio di biodiversità del territorio, che sarebbe messo in crisi dalla standardizzazione delle colture legata alla coltivazione di Ogm.
- Estratti dal libro inchiesta: "Il mondo secondo Monsanto" della giornalista francese Marie-Monique Robin della giornalista francese Marie-Monique Robin
http://www.ariannaeditrice.it/pdf/mondo_secondo_Monsanto.pdf
La storia di una delle più potenti e pericolose multinazionali per il futuro dell'umanità.
Monsanto è la maggior produttrice di OGM nel mondo, ha sempre prodotto prodotti pericolosi per la salute, a partire dalla famosa diossina già nel dopoguerra della seconda guerra mondiale fino all'ormone della crescita bovina.
IL VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=UeC2b_skai8&list=PL06DD9BFD26D4C449
- "Lotta contro Monsanto: Resistenza di base al potere corporativo dell'agrobusiness nell'era dell' "economia verde' con un clima che cambia"
Questo rapporto fornisce istantanee di frontline, delle lotte contro la Monsanto e le altre aziende biotech stanno spingendo sul geneticamente modificato transgenico (OGM). Questo rapporto dimostra anche che i piccoli-titolare i piccoli agricoltori biologici, le comunità locali e i movimenti sociali di tutto il mondo stanno resistendo e respingendo la Monsanto e il modello agro-industriale che rappresenta. C'è una intensa opposizione a questa potente società transnazionale, che spaccia i suoi prodotti OGM apparentemente senza tenere conto dei costi sociali e ambientali connessi.
http://viacampesina.org/downloads/pdf/en/Monsanto-Publication-EN-Final-Version.pdf
- Conferenza del prof. Gianni Tamino sugli OGM organizzata da Civiltà Contadina il 22 Maggio 2013
1) INTRODUZIONE: https://www.youtube.com/watch?annotation_id=annotation_28664&feature=iv&src_vid=T_unaOcIlKg&v=qA6gQotPrLo#t=3m21.1s
2) PRINCIPI DI GENETICA: https://www.youtube.com/watch?annotation_id=annotation_39832&feature=iv&src_vid=qA6gQotPrLo&v=T_unaOcIlKg
3) MAIS IBRIDO E STRATEGIA DI CONQUISTA: https://www.youtube.com/watch?annotation_id=annotation_607280&feature=iv&src_vid=T_unaOcIlKg&v=yxu594UjCkc
4) BIODIVERSITA’ CONTRO AGRICOLTURA INDUSTRIALE: https://www.youtube.com/watch?annotation_id=annotation_338980&feature=iv&src_vid=yxu594UjCkc&v=U5Vb8yLLQ_w
5) APPLICAZIONI BIOTECNOLOGICHE: https://www.youtube.com/watch?annotation_id=annotation_636943&feature=iv&src_vid=qA6gQotPrLo&v=2gy9JOlXQOY
6) ORGANISMI VIVENTI BREVETTATI: https://www.youtube.com/watch?annotation_id=annotation_565863&feature=iv&src_vid=2gy9JOlXQOY&v=fM3paqFhNw4
7) CONFUTARE GLI ARGOMENTI PRO OGM: https://www.youtube.com/watch?annotation_id=annotation_337477&feature=iv&src_vid=fM3paqFhNw4&v=AIWZsrn9d0g
A cura di:
Task-Force regionale NO OGM
Task-Force per un’Italia libera da OGM
Sezione Friuli Venezia Giulia
ARCHIVIO NOTIZIE
- Nuova semina di mais Ogm in Friuli. Pellegrino: «E la Regione che fa?»
- PROIBITI GLI OGM IN DUE CONTEE DELL'OREGON (U.S.A.)
- Il numero di paesi che coltivano colture geneticamente modificate è per la prima volta in diminuzione, può significare il declino di questa tecnologia, dice l'associazione "Amici della terra"
- Verdetto favorevole alle multinazionali del trasgenico. IL CASO DI STEVE MARSH
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- 300 aziende vogliono etichettare gli OGM come “NATURALI”
- LA PROPAGANDA MONSANTO AI DODICENNI
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- La multinazionale "Coca-Cola" ha contribuito con $ 3,2 milioni per sconfiggere le leggi sull'etichettatura dei prodotti OGM, in California e nello stato di Washington
- Guerra alle erbacce con il "DUO MORTALE" perchè il Roundup da solo NON FUNZIONA PIU'
- OGM: IN ITALIA IL DIVIETO DI COLTIVAZIONE E’ PUNIBILE CON MULTA FINO A 50.000 €
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- A noi sembra incomprensibile che pur in presenza di leggi specifiche hanno deciso di non decidere
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- SEQUESTRATO E DISTRUTTO CAMPO SEMINATO A MAIS MON810 TRANSGENICO, A COLLOREDO DI MONTALBANO (UD)
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- Gli Ogm non possono essere il futuro
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- Il Principio di Precauzione sotto la mira del TTIP ?
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- Se le cavie vengono sperimentate per stabilire se un prodotto è o meno adatto all’utilizzo umano, dobbiamo concludere che gli OGM non fanno certo bene all’uomo
- Perchè si può affermare che gli OGM in agricoltura sono pericolosi
- Finalmente la politica si interessa anche dei mangimi OGM
- SALVARE L’UMANITÀ DAI CIBI TRANSGENICI: APPELLO AL PAPA DA ESPERTI DI TUTTO IL MONDO. IL VATICANO DA IL VIA LIBERA ALLA DIFFUSIONE DELL’APPELLO E DELLA LETTERA CHE LO ACCOMPAGNA
- Il vero nodo che pongono gli OGM è: il BREVETTO SUL VIVENTE
- Il BIOLOGICO raggiunge in Italia il 10% dell’intera superficie coltivata nazionale
- Interrogazione parlamentare per sapere se c’è stata una nuova semina di transgenico in FRIULI V.G. , da dove provengano le sementi eventualmente impiegate e QUALI PROVVEDIMENTI intendano assumere i ministri interrogati
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