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02 - Sadismo senza redenzione
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Pagine dell’originale: dalla nr. 3 alla nr. 5

(riprende ultima riga della pagina precedente)

Forse dal fatto che qui siamo considerati animali e se non lo siamo davvero è solo perché non ci cibiamo ancora dei nostri simili!

Spesso mi soffermo su un solo pensiero, una sola domanda mi assilla e non trovo risposta: a cosa serve detenere una persona in queste condizioni visto che non c’è metodo di redenzione?

Vorrei una risposta a questa domanda ma non quella scontata e banale (basta non sbagliare).

Un profeta disse: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra

Ci terrei a sapere chi dunque fu il primo a lanciarla perché vedendo la situazione è evidente che qualcuno l’ha fatto e nasconde la mano ed è tra noi.

Tornando alla situazione detentiva in cella, perché di questo si tratta, lì dentro si passano 20 ore su 24.

Sì, perché 2 ore al mattino e 2 al pomeriggio sono dedicate al passeggio in un’area di mt 20x20 durante la quale è possibile un solo svago, un misero tavolo da ping pong, reso obliquo dalle condizioni dei sostegni dello stesso.

La pallina viene data a discrezione dell’assistente sociale carcerario.

Se questa pallina si rompe possono passare giorni, se non settimane per avere un colloquio con questo assistente per richiedere un’altra pallina, consegnando ovviamente quella rotta.

Succede che venga rifiutata, pur essendocene scorta.

Lo stesso avviene per il latte: per averne un litro bisogna consegnare la confezione di cartone vuota.

Il limite dell’assurdo è già superato ma andando avanti lo supereremo ancora di più.

Dopo 4 mesi di routine non ci si abitua a tutto questo, a volte ci si chiede che senso ha fare questo o quello e ci si convince che quello sia comunque il modo giusto di fare o, più semplicemente, si smette di pensare.

In questa cella eravamo tre italiani, un marocchino, un polacco e due di cui non sapevo nulla perché sono stati poco essendo in transito ossia arrestati per una cosa da nulla e dopo l’interrogatorio di rito, se dichiarati non pericolosi, entro 72 ore vengono scarcerati con il foglio di via ovvero l’espatrio ma non lo rispettano, cambiando solo città o regione.

Devo sopportare il marocchino con le sue preghiere tre volte al giorno. Dove sta l’assurdo?

Ha sgozzato la figlia perché voleva sposare un italiano.

Non ho parole per descrivere il mio disagio quando sono venuto a saperlo…

Il polacco è stato arrestato per spaccio ed è in attesa di processo.

L’altro italiano per uso e abuso di stupefacenti e l’altro italiano ancora per il solo fatto di alzare troppo il gomito ed essere troppo permissivo (non è chiaro il significato, ndr) con la figlia minorenne.

Io invece sono in galera per aver difeso la mia incolumità davanti la porta di casa mia contro due figuri di 27 anni con un terzo complice che li aspettava in auto.

Siamo tutti comunque in attesa di giudizio ad eccezione del marocchino che ha una condanna a 30 anni per omicidio.

Dovrebbero suddividere i detenuti secondo la gravità dei reati commessi ma qui questo non succede.

Da quello che ho visto e appurato tutto fa brodo, nessuno è meglio di un altro, non mi sembra a mio parere una cosa coerente né pratica.

Tutti attendono che venga fissata la data del processo.

A volte passano mesi, non giorni.

A me è andata di lusso, il processo mi è stato confermato dopo un mese.

La data del processo?

Dopo 4 mesi, assistito da un avvocato che ho solo visto quattro volte, senza averci mai parlato e quindi senza sapere a quale condanna vado incontro, visto che mi sono stati rifiutati gli arresti domiciliari per pericolosità.

Vivo un’attesa snervante, come quella che si prova ad aspettare la diagnosi del medico avendo tanti dolori ma non sapendo a cosa sono dovuti, costretto ad aspettare i comodi di chi ha la risposta.

Ho chiesto di cambiare cella e mi è stato consentito.

Poiché non c’erano posti liberi mi hanno trasferito nella cella d’isolamento con un italiano che ha la metà dei miei anni.

Il sovraffollamento è tale che hanno occupato anche la sala da 8x8 metri che viene usata per farci camminare quando c’è brutto tempo quindi ora se piove si rimane in cella tutto il giorno.

Si protesta, anche, ma il risultato è nullo.

La presenza di figure quali  uno psicologo,  un assistente sociale (per oltre 70 detenuti, ricordo), del comandante e del direttore sembrerebbe un barlume di umanità, soggetti a cui rivolgersi in caso di bisogno e invece  si trasforma in meschinità quando tutte queste figure si negano anche venti volte.

Non si fanno sentire, le domande scritte di avere un colloquio con questi soggetti vanno “perse” nei cassetti o nei cestini dell’amministrazione.

Sembra che chi entra qui debba perdere ogni speranza di civiltà, pur ammettendo che ci sono diverse persone che hanno perduto la retta via e non sanno vivere senza rubare o spacciare in nome del “tanti soldi e subito”.

E’ logico che persone del genere siano spesso qui dentro ma nessuno gli insegna che la vita ha anche altri scopi, che ad esempio ti permettono di dormire senza avere brutti incubi.

Da quando sono qui non ho visto nessuno sorridere mentre dorme ma spesso sono colti da rantoli rabbiosi seguiti da un brutto risveglio che ti accompagna per tutto il giorno.

Ho coscienza di dove mi trovo, in un posto dove tutto è falsato, dove nessuno si fida di nessuno, tutti nascondono qualcosa o per timore della legge o per non alimentare ulteriore tensione... <omesso, senso incomprensibile> … ma se trovi la testa calda, il classico galletto, allora finisce solo in un modo: botte a destra e manca fino a che qualcuno non si arrende o si rende conto della sua assurda posizione ossia che è già in prigione!

Cosa può succedere di peggio?

Al massimo si rimane dove già si è.

Tutti o quasi ragionano così per il semplice fatto che nessuno vuole prendere una legnata gratis per dividere due compagni che se le danno di santa ragione.

Chi sta qui dentro ha già i suoi problemi e non ne cerca altri.