Art. 1 – Scenario e indirizzo
La realtà sociale e culturale del nuovo millennio, in continuità con strutture e processi già consolidati durante la seconda metà del XX secolo, evidenzia il costituirsi di un vero e proprio ambiente mediatico (media environment). Il dato dice qualcosa di più della semplice constatazione che i media in quanto strumenti recitano una parte da protagonisti nelle prassi individuali e sociali: suggerisce piuttosto l’idea di un sistema sociale di cui i media e le tecnologie di comunicazione sono parte integrante in modo tale da appartenere in modo quasi naturale alle attività di comunicazione, scambio, costruzione della conoscenza che vedono quotidianamente coinvolti i soggetti.
Per questo nuovo modello di realtà sono stati avanzati termini ormai entrati nell’uso: si parla di cyber society, di società di rete, di società dell’informazione. Le sue caratteristiche dipendono in larga parte dal dispositivo dei media che contribuiscono a costruirla: in particolare si pensi ai fenomeni della spettacolarizzazione diffusa (promossa dal cinema e dalla televisione), della telerealtà (generata da una televisione che certifica gli accaduti a livello di visibilità sociale e decreta cosa abbia e non abbia diritto di esistenza), della planetarizzazione (la rete internet e la televisione satellitare portano, di fatto, il mondo in ogni casa), della discorsivizzazione (alimentata dalla carta stampata nella sua attività di costruzione della notizia spesso al di là del rispetto peri fatti).
Tutti questi temi trovano nella globalizzazione insieme un contenitore e un rinforzo. Un contenitore perché i media ne sono protagonisti a tutti gli effetti: le reti telematiche, il satellite a tramissione diretta, le grandi holding della comunicazione, infatti, sono parte e insieme volàno della progressiva transnazionalizzazione della produzione e dei consumi. Un rinforzo perché la globalizzazione alimenta e promuove proprio i processi che i media attivano e sostengono.
Un simile scenario riconosce sicuramente ai soggetti nuove opportunità: una maggiore disponibilità dell’informazione, una maggiore possibilità di comunicazione che abbatte le distanze, la razionalizzazione e la velocizzazione dei processi di produzione della conoscenza, il superamento delle chiusure localistiche e la costruzione di una cittadinanza universale. Comporta però anche la registrazione di una serie di problemi ed attenzioni: il rischio di un indebolimento della soggettività, il rapporto tra accesso all’informazione e giustizia (digital divide), il diritto alla verità delle informazioni, la tutela delle relazioni interpersonali.
Sembra difficile valorizzare queste opportunità e minimizzare l’impatto di questi problemi senza la costruzione di una cultura che metta al centro delle attenzioni istituzionali l’educazione come strumento di tutela dei diritti e costruzione della cittadinanza.